lunedì
07 Luglio 2025

Ufficiale: 10 giorni di zona rossa e 4 di arancione in tutta Italia dal 24 dicembre

Il premier Conte ha confermato la linea dura, ristori per bar e ristoranti, che resteranno chiusi fino al 6 gennaio

LUMINARIE DANTE E NATALE 2020 CENTRO RAVENNAZona rossa (quindi con ristoranti e negozi chiusi) nei festivi e prefestivi, arancione negli altri. Il premier Giuseppe Conte presenta in conferenza stampa le nuove misure, confermando la linea dura.

Divieti pesanti quindi per il 24, 25,26 e 27, dal 31 dicembre al 3 gennaio e il 5 e il 6 gennaio, quando non si potrà praticamente uscire di casa se non per motivi di salute, lavoro e necessità. Restano in arancione i giorni 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio, quando la circolazione sarà libera solo all’interno del proprio comune.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio quindi non potranno aprire mai (se non per asporto e domicilio) bar e ristoranti. Per loro nel decreto sono già previsti ristori compensativi, ha detto il premier.

Rimane la deroga di poter invitare in qualsiasi giornata due persone non conviventi a casa, oltre a minori di 14 anni, non considerati, al pari delle persone con disabilità. Ma solo dalle 5 alle 22.

Deroghe per gli spostamenti solo per i cittadini che abitano nei comuni sotto i 5mila abitanti, che potranno muoversi entro 30 km, ma senza andare nel comune capoluogo.

Covid, 131 nuovi casi a Ravenna e altri 10 morti. 17 i ricoverati in rianimazione

 

Sono 131 (di cui 68 asintomatici), su 1.977 tamponi eseguiti, i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in provincia di Ravenna, come da bollettino regionale di oggi, 18 dicembre. 12 i nuovi ricoverati. 134 le guarigioni accertate.

Oggi la Regione ha comunicato anche altri 10 decessi per la provincia di Ravenna: si tratta di 4 pazienti di sesso maschile di 78, 87, 92 e 93 anni e di 6 pazienti di sesso femminile di 85, 86, 88, 90, 93, 95 anni.

Il bollettino regionale di oggi, 18 dicembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 152.204 casi di positività, 1.745 in più rispetto a ieri (di cui 840 asintomatici), su un totale di 16.762 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri scende al 10,4%.

Le persone complessivamente guarite sono 1.920 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 82.928.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 62.326 (-250 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 59.355 (-214), il 95,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 75 nuovi decessi: 4 a Piacenza (tre donne, rispettivamente di 71, 91e 98 anni; e un uomo di 76 anni), 2 in provincia di Parma (una donna di 87 anni e un uomo di 91 anni); uno in provincia di Reggio Emilia (si tratta di un uomo di 71 anni); 4 nel modenese (due donne, entrambe di 86 anni, e due uomini, rispettivamente di 88 e 90 anni); 41 in provincia di Bologna (24 donne – di 57e 65 anni, due di 77anni, due di 85 anni, due di 86, una di 87, una di 88, una di 90, una di 93, una di 94, due di 95, due di 96 anni, due di 98 anni, una di 100 anni. Le rimanenti 4 donne, dell’imolese, sono rispettivamente di45, 64, 83, 86 anni; e 17 uomini – 66 e 68 anni, due di 74anni, uno di 77, due di 80 anni, uno di 82, uno di 84, uno di 85, uno di 89, due di 90, uno di 91, e tre di Imola: di 78, 83 e 84 anni; 6 nel ferrarese (una donna di 93 anni e 5 uomini, rispettivamente di 73, 83, 85, 91 e 92 anni); 10 in provincia di Ravenna (6 donne – di 84, 86, 88, 90, 93 e 95 anni – e 4 uomini, rispettivamente di 78, 87, 92 e 93 anni); uno a Forlì-Cesena (e precisamente: una donna di 90 anni); 6 nel riminese (due donne di 89 e 91 anni; e 4 uomini, rispettivamente di 69, 75, 85 e 87 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.950.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 207 (+1 rispetto a ieri), 2.764 quelli negli altri reparti Covid (-37). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 16 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 15 a Parma (-3), 21 a Reggio Emilia (-2), 39 a Modena (+4), 55 a Bologna (numero invariato rispetto a ieri), 6 a Imola (+1), 15 a Ferrara (invariato), 17 a Ravenna (+1), 4 a Forlì (-1), 1 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 14.147 a Piacenza (+80 rispetto a ieri, di cui 45 sintomatici), 12.105 a Parma (+87, di cui 60 sintomatici), 21.279 a Reggio Emilia (+228, di cui 107 sintomatici), 27.922 Modena (+381, di cui 221 sintomatici), 30.026 a Bologna (+355, di cui 159 sintomatici), 4.829 casi a Imola (+78, di cui 16 sintomatici), 7.703 a Ferrara (+65, di cui 19 sintomatici), 10.895 a Ravenna (+131, di cui 63 sintomatici), 5.347 a Forlì (+57, di cui 42 sintomatici), 5.010 a Cesena (+87, di cui 69 sintomatici) e 12.941 a Rimini (+196, di cui 104 sintomatici).

Entrano per due tazze di tè, poi distruggono il locale: rissa in un bar del centro

Tazze, bicchieri e bottiglie distrutti, sangue ovunque. Il titolare del Costa Cafè: «Li denuncio e chiedo i danni»

“Far west” al Costa Cafè, in pieno centro a Ravenna, dove nel primo pomeriggio di oggi (18 dicembre) è scoppiata una rissa tra due clienti.

Sul posto la polizia e due ambulanze, che hanno portato i ragazzi al pronto soccorso, uno con ferite lievi, l’altro con tagli più profondi. Tanto che tracce di sangue sono sparse un po’ in tutto il bar, messo sottosopra dai due, che erano entrati attorno alle 15 per consumare due tazze di tè.

Si tratta di due persone di nazionalità straniera, un albanese e un nordafricano.

I presenti non sono riusciti a capire il motivo della lite, violentissima, con tazzine, bicchieri e bottiglie mandate in frantumi.

«Non so che fare – commenta disperato il titolare del bar, Dino Dal Fiume –, recentemente sono stato costretto a tenere chiuso il mio bar per colpa di alcuni ragazzi che si erano fermati a consumare fuori, ora ritrovo il mio locale distrutto, con sangue dappertutto, da due che erano entrati per consumare del tè. Cosa dovrei fare? Sicuramente li querelo, se posso. E chiederò i danni, compresa anche la mezza giornata di chiusura forzata di oggi».

Una diffida al Comune contro la decisione di far rimuovere i manifesti anti aborto

L’associazione Pro Vita, tramite un avvocato, intima all’Amministrazione di Ravenna di riaffiggerli «immediatamente»

Ravenna 03 pillola abortiva manifesti pro vitaL’associazione Pro Vita & Famiglia, tra i promotori della campagna contro l’aborto farmacologico che sta facendo discutere in tutta Italia, comunica che è stata notificata una diffida al Comune di Ravenna, attraverso l’avvocato Francesco Minutillo, «contro la censura, per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio in atti di discriminazione politica e condotte diffamatorie da parte dell’assessore Ouidad Bakkali e dei funzionari amministrativi e politici del Comune di Ravenna».

Il riferimento è alla decisione da parte dell’assessora alle Politiche di genere del Comune di Ravenna, Ouidad Bakkali, di far rimuovere (con una richiesta inoltrata direttamente a Ravenna Entrate) i manifesti della campagna promossa appunto da Pro Vita & Famiglia contro la pillola abortiva Ru486. Manifesti in cui la pillola abortiva era paragonata a del veleno.

«Ritengo tale comunicazione altamente disinformativa e lesiva della dignità della donna e della libertà di scelta – aveva scritto sui social Bakkali giustificando la propria decisione –. L’interruzione volontaria della gravidanza è legale in Italia dal 1978 grazie alla Legge 194 e confermata da referendum popolare. Ritengo pertanto doveroso chiedervi l’immediata rimozione dai pannelli di competenza comunale».

Ora l’associazione Pro Vita, nella diffida fatta recapitare in municipio, intima allo stesso Comune «di riaffiggere immediatamente i manifesti».

Dal 21 dicembre tampone rapido e gratuito in farmacia. Un video spiega come si fa

Al via la campagna di screening. In provincia ha aderito 1 farmacia su 3

Tutto è pronto, lunedì 21 dicembre si parte. Dopo i test sierologici destinati al mondo della scuola – dal personale agli studenti, con relativi familiari – arrivano i tamponi rapidi in farmacia, con esito in 15 minuti, per la seconda, massiccia campagna di screening, sempre volontaria e gratuita, voluta dalla Regione Emilia-Romagna per rafforzare la lotta al Coronavirus.

Un’ulteriore azione, resa possibile grazie all’accordo con le associazioni territoriali di categoria delle Farmacie convenzionate pubbliche e private, realizzata con uno specifico obiettivo: testare sempre più persone, intercettare il più rapidamente possibile i nuovi positivi asintomatici e spegnere sul nascere eventuali focolai, a partire da quelli a scuola e in famiglia.

Oltre 2 milioni i cittadini, dai bambini agli adulti, potenzialmente interessati dalla nuova indagine epidemiologica, che proseguirà fino al 30 giugno 2021 (termine eventualmente prorogabile) e offrirà la possibilità a tutti i destinatari di ripetere il test una volta al mese. E sono 374 le farmacie che hanno già aderito da Piacenza a Rimini a distanza di una sola settimana dalla sottoscrizione dell’accordo (a Ravenna 34, il 31% del totale) ma l’elenco, che si può consultare sul sito della Regione https://salute.regione.emilia-romagna.it/antigenico-farmacie, è in costante aggiornamento.  Da lunedì, quindi, si potrà prendere appuntamento per effettuare il tampone rapido in autosomministrazione con l’assistenza qualificata del farmacista.

Destinatari, oltre ai farmacisti che partecipano al progetto, sono gli stessi cittadini dello screening con test sierologici rapidi avviato lo scorso 19 ottobre e tuttora in corso, che ha già coinvolto 326.000 persone e ha rilevato la positività al Coronavirus dopo tampone molecolare di conferma in circa 600 persone (lo 0,2%), disinnescando quindi la potenziale insorgenza di altrettanti focolai.

L’invito a partecipare, valido per i cittadini che hanno assistenza sanitaria in regione, è dunque rivolto a tutti gli scolari e gli studenti da 0 a 18 anni e i maggiorenni che frequentano la scuola secondaria superiore, con i loro genitori (anche se separati e/o non conviventi e tutori/affidatari), fratelli e sorelle ed altri familiari conviventi, nonché i nonni non conviventi; gli studenti universitari che hanno il medico di medicina generale in Emilia-Romagna e quelli che, benché qui assistiti, frequentano Università fuori regione. E ancora: il personale dei servizi educativi 0-3 anni e quello scolastico di ogni ordine e grado, compresi gli Enti di formazione che erogano i Percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP) e gli studenti che li frequentano.

Consistente l’investimento finanziario della Regione, che rimborserà alle farmacie 16,76 euro per ogni test, tra approvvigionamento del materiale, dispositivi di protezione individuale e remunerazione del servizio.

Cosa devono fare i cittadini

Per effettuare il test occorre, dal 21 dicembre, prendere appuntamento con il farmacista che avrà cura, in fase di prenotazione, di informare il cittadino che l’attività verrà eseguita in autotest.  In caso di minori, un genitore o tutore deve dare il proprio consenso ed essere presente, per eseguire lui stesso il test al minore. L’attività sarà sempre svolta nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, dall’uso obbligatorio e corretto della mascherina, che sarà abbassata solo nel momento del campionamento e poi riposizionata correttamente, all’igienizzazione delle mani, dal controllo della temperatura corporea al distanziamento.

Proprio perché si tratta di uno screening rivolto unicamente a persone prive di sintomi, per la sicurezza di cittadini e farmacisti non si può effettuare il test se negli ultimi 10 giorni si sono avuti contatti stretti con persone affette da Covid-19, se si ha febbre superiore a 37,5° C o sintomatologia respiratoria. Per i cittadini che si trovano in queste condizioni sono infatti attivi altri percorsi.

Esito del test

Il farmacista registrerà sul Portale regionale delle Farmacie i dati della persona che si sottopone al test; l’esito viene trasmesso al medico di sanità pubblica dell’Azienda Usl di assistenza e a quello di medicina generale. In caso di positività, il cittadino dovrà restare in isolamento presso il proprio domicilio evitando i contatti con altre persone, in attesa di essere contattato telefonicamente dai Servizi di santità pubblica della propria Ausl per eseguire il tampone molecolare nasofaringeo, che potrà confermare o meno la presenza del virus.

“Via con me” di Paolo Conte rivive a Ravenna – IL VIDEO

On line il “clip” ufficiale della canzone. Il regista Salvati: «Che emozione il ringraziamento dell’artista»

È online il videoclip ufficiale di Via con me di Paolo Conte, presentato nella sezione “Capolavori Immaginati” dell’edizione 2020 del Festival Internazionale del Videoclip IMAGinACTION e alla Biennale Cinema 2020, 77^ mostra internazionale d’Arte cinematografica.

Il videoclip, ideato dal regista Stefano Salvati e da lui diretto insieme a Maurizio Colombi con la produzione di Raffaella Tommasi per la Daimon Film,  è stato girato interamente a Ravenna, nella città e nei suoi ambienti naturali.

L’Amministrazione comunale ha espresso “massima soddisfazione per la scelta della città di Ravenna come location del video clip di una della voci più note della musica italiana, Paolo Conte, con una delle sua canzoni più suggestive. I luoghi scelti, forse meno noti ma non meno evocativi, trasmettono la vocazione della città quale luogo d’ispirazione. Un lavoro che stiamo portando avanti da tempo realizzando video per presentare la bellezza di Ravenna: in cammino con un Dante giovane e insolito, il mare e gli ambienti naturali, ed ora questa straordinaria interpretazione, in uno dei momenti più delicati degli ultimi anni».

Stefano Salvati, direttore artistico di IMAGinACTION, è regista di molti importanti video di artisti italiani e internazionali tra cui Sting, Aerosmith, Vasco Rossi, Zucchero, Pausini. In questa occasione e’ stato affiancato da Maurizio Colombi, uno dei più importanti registi di musical italiani come We Will Rock You – Queen, Peter Pan – Bennato.

«Hanno partecipato al casting 1.500 performer di musical – commenta lo stesso Salvati –, record assoluto nel mondo del videoclip. La selezione dei due ballerini vincitori, Lucrezia Calzoni e Matteo Mecozzi, per i ruoli principali è avvenuta online ed è stata seguita da oltre 80mila persone; lavorare al videoclip di Via con me di Paolo Conte mi ha dato molto piacere (è una delle mie canzoni preferite), ma mi ha anche portato un po’ di ansia perché creare delle immagini su una delle più importanti canzoni italiane di sempre, con la quale decine di milioni di persone sono cresciute, è stato molto complicato. Ma i miei “compagni d’avventura”, il coregista Maurizio Colombi, la produttrice Raffaella Tommasi e una giovane crew di filmaker mi hanno aiutato e soprattutto dato coraggio per arrivare a “partorire” il videoclip ufficiale. La mia più grande soddisfazione è aver ricevuto i complimenti con un videomessaggio da Paolo Conte».

Il videoclip porta il pubblico nella storia di Via con me, che ha come sfondo alcuni dei luoghi più suggestivi di Ravenna: dalla Darsena di città a via Galla Placidia, dai Giardini Pensili del Palazzo della Provincia alla Pineta di Classe, da piazza Kennedy a Palazzo Rasponi dalle Teste, mentre la performance di Paolo Conte viene proiettata sugli edifici della città tramite un effetto di post-produzione.

Senza impalcature, torna all’antico splendore Palazzo Laderchi, in centro a Faenza

Oltre 400mila euro di investimento del Comune

Palazzo Laderchi FaenzaTolte le impalcature, da questa mattina (18 dicembre) i faentini possono ammirare il palazzo rinascimentale tra via XX Settembre e parte di corso Garibaldi e che si affaccia su piazza della Libertà.

Ieri infatti, sotto lo sguardo di moltissimi faentini, armati di telefonino, che hanno voluto catturare una immagine di uno dei più bei palazzi della città, è stata eliminata l’ultima parte di impalcatura utilizzata dagli operai della ditta incaricata per riportare all’antica bellezza Palazzo Laderchi.

Quello appena ultimato è il secondo step dell’intervento.  Va così avanti la ristrutturazione complessiva del Palazzo, operazione iniziata durante la precedente legislatura sul gioiello architettonico, uno dei più importanti biglietti da visita della città.

Per ripercorrere le tappe, da una decina di anni la situazione era stata presa di petto dall’allora amministrazione comunale che aveva iniziato un lungo lavoro per capire a quale tipo d’intervento sottoporre lo stabile. I tecnici del  Servizio progettazione edifici del Settore lavori pubblici hanno stilato un progetto di recupero e dopo i passaggi istituzionale, nel 2019, è partito il primo stralcio dei lavori, che hanno riguardato il rifacimento della copertura.

Costo di questa prima operazione, 160mila euro finanziati dal Comune per il 60% e la restante parte proveniente da Romagna Acque che aderì al programma statale Art Bonus.

Dopo un intervento privato da parte della sede del Centro sociale Laderchi, su volontà dell’allora presidente Cesare Donati, recentemente scomparso, che finanziò il rifacimento di alcuni davanzali e il recupero dell’atrio del Palazzo, a maggio di quest’anno, si è passati alla parte più evidente, le due facciate, quella lungo corso Garibaldi e quella su via XX Settembre, particolarmente ammalorate e che maggiormente caratterizzano l’intero immobile; costo di questa parte dell’intervento, 250mila euro da risorse del Comune.

Per il recupero si è ricorsi tra l’altro a una ditta di restauro architettonico che ha svelato il colore originale dell’intonaco di Palazzo Laderchi. Gli operai hanno poi proceduto a un consolidamento di alcune parti degli elementi delle finestre, in particolare i timpani, che presentavano importanti fessurazioni. Oltre alla ritinteggiatura con il colore originale e il recupero di tante parti, comprese i canali di scolo e le lattonerie, tutte le vecchie persiane, pesanti e ormai irrecuperabili, sono state sostituite con nuovi infissi.

I “No Vax” domenica in piazza a Ravenna contro le chiusure e i Dpcm del Governo

Il Movimento 3V vuole «onorare la nostra Costituzione» al grido di “Riprendiamoci la vita”

Domenica 20 dicembre, dalle 15 alle 17, in piazza del Popolo a Ravenna, il Movimento 3 V – nato in Emilia-Romagna per protestare contro l’obbligo vaccinale – organizza la manifestazione “Riprendiamoci la Vita”, in totale disaccordo con le politiche restrittive del Governo, «che hanno messo in seria difficoltà la maggior parte delle attività commerciali, generando disoccupazione, povertà e disperazione».

«I nostri figli – continua la nota inviata alla stampa – relegati a casa ne stanno risentendo nel loro equilibrio psico-fisico».

Rispettando le norme vigenti «ci riuniamo per onorare la nostra Costituzione, tanto vituperata da questo susseguirsi incalzante e irragionevole di ordinanze e Dpcm».

Bruciate 84 milioni di pasticche: era l’anfetamina dell’Isis, valeva 1 miliardo

All’inceneritore di Ravenna in fumo 14 tonnellate, arrivate con una scorta di 50 finanzieri e due elicotteri

Finanza AmfetamineEra stato considerato «il più grande sequestro di amfetamine a livello mondiale»: la scorsa estate la Guardia di Finanza di Napoli ne aveva sequestrate 84 milioni, pasticche nascoste tra bobine di carta in tre container al porto di Salerno.

14 tonnellate con il simbolo del “captagon” che contraddistingue – scriveva la Finanza – la “droga della Jihad”. Prodotta in Siria  e rivenduta per finanziare l’Isis. Pasticche dello stesso tipo sono state ritrovate a Parigi in occasione dell’attacco terroristico al Bataclan.

Ieri mattina, giovedì 17 dicembre, la droga sequestrata è stata bruciata all’inceneritore di Ravenna, essendo considerata “rifiuto speciale”. Un modo per eliminarla definitivamente dal mercato, dove avrebbe garantito un “fatturato” superiore al miliardo di euro.

Le 14 tonnellate di amfetamine sono arrivate a Ravenna caricate su due tir scortate da 50 uomini della finanza, 9 veicoli su terra e 2 elicotteri.

Hera – interpellata dal Carlino Ravenna in edicola oggi – ha spiegato che l’operazione è stata eseguita come “servizio pubblico” e che non c’è alcun pericolo per la salute, essendo l’impianto «dotato di sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera che consentono altissime prestazioni».

Covid, il 96% del personale sanitario della regione dice di volersi vaccinare

Definite le modalità operative in Emilia-Romagna: previste 10mila vaccinazioni al giorno

Vaccini ObbligatoriEntra nel vivo la nuova fase, quella finale della lotta al Coronavirus. La Regione Emilia-Romagna è infatti già pronta a dare il via alla prima fase della campagna vaccinale, che partirà a inizio gennaio, non appena il primo vaccino, quello prodotto da Pfeizer, sarà consegnato sul territorio.

Dal numero di medici coinvolti alla distribuzione dei centri di somministrazione, ogni procedura è stata già definita per permettere la vaccinazione di quelle che sono state ritenute – e così indicate dal ministero – le categorie alle quali è più urgente somministrare il vaccino: tutto il personale degli ospedali, pubblici e privati, e dei presidi socio-sanitari territoriali, dai sanitari ai tecnici, agli amministrativi, nonché i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta; i volontari e i dipendenti delle associazioni e delle attività di emergenza di trasporto sociale; tutto il mondo delle strutture residenziali per anziani, sia operatori che ospiti.

In questa prima fase le persone che potenzialmente, dato che non c’è l’obbligatorietà, potranno essere vaccinate, sono circa 180mila, per un totale di oltre 360.000 somministrazioni; sono infatti previste due dosi per ogni vaccinazione, a partire appunto da inizio gennaio e nell’arco massimo di 46 giorni (23 per il vaccino e altrettanti per il richiamo); ma si stima che ne bastino 18 per ognuna delle operazioni. Si parla quindi di una media di circa 10.000 vaccinazioni al giorno.

Una campagna vaccinale imponente, che la Regione, in accordo con le Aziende sanitarie del territorio, è già andata a definire in ogni suo aspetto. E che per ora ha riscosso una adesione massima: dai primi quesiti sulle intenzioni di vaccinazione inviati al personale sanitario, quasi la totalità, il 96%, ha espresso la propria volontà a vaccinarsi. Su 13.425 risposte pervenute, in 12.894 si sono detti favorevoli.

Le modalità operative
Per ogni provincia è stato definito un punto unico di somministrazione, con l’eccezione della provincia di Bologna che potrà contare su due punti, a cui si deve aggiungere quello di riferimento per l’Ausl di Imola.

I centri vaccinali, che saranno definiti già nei prossimi giorni, dovranno essere posizionati al di fuori delle strutture ospedaliere, o comunque in aree dove non è previsto né in entrata né in uscita il passaggio degli utenti; sarà possibile anche attrezzare aree esterne, ad esempio con le tensostrutture fornite da Protezione civile ed esercito, ed eventualmente si potrà ricorrere a palasport o poli fieristici.

Le strutture dovranno essere facilmente raggiungibili e disporre di un ampio parcheggio, in ognuna deve essere garantita la presenza di un mezzo di emergenza e saranno tutte suddivise in più spazi, uno per ogni fase della vaccinazione: una prima zona di accoglienza, seguita da quella per lo svolgimento di tutta la fase di amministrazione (l’utente non impiegherà più di 5 minuti per queste prime operazioni), poi l’area di vaccinazione vera e propria (con un tempo previsto di 5 minuti) e infine quella per l’osservazione post-vaccinale, dove si sarà trattenuti per 10 minuti.

Complessivamente, per quel che riguarda la vaccinazione agli operatori sanitari, sono circa 300 le persone al momento previste per le operazioni di vaccinazione in tutta la regione tra medici, infermieri, operatori sociosanitari, amministrativi e volontari. Naturalmente sulla base di nuove esigenze il personale potrà essere incrementato.

Si lavorerà per team, ognuno composto da almeno un medico, che fungerà da referente, un minimo di cinque tra infermieri e assistenti sanitari e non meno di due operatori sociosanitari, a cui si dovranno poi aggiungere un amministrativo e un minimo di quattro volontari, ad esempio della Protezione civile, che si occuperanno di tutte le operazioni pre-seduta e della gestione dell’area di osservazione post-vaccinale.

Ogni centro di somministrazione potrà contare su più equipe mediche al lavoro, e alle Aziende sanitarie è lasciata anche la possibilità sia di modificare i rapporti numerici tra medici ed infermieri sia di prevedere gruppi di lavoro allargati; in caso di difficoltà a reperire volontari, le Aziende dovranno rivolgersi al proprio personale dipendente.

Ciascun team lavorerà per 6 giorni a settimana, e non più di 8 ore al giorno, con un minimo di 300 persone vaccinate ogni turno; in caso di necessità, sarà possibile strutturare i turni dei diversi team sette giorni su sette, anche nel pomeriggio.

Le vaccinazioni nelle strutture per anziani
Per quanto riguarda invece le vaccinazioni agli ospiti delle strutture per anziani, che sono 1.976 in regione, saranno effettuate a domicilio nelle residenze: per quelle di grandi dimensioni si muoverà un team medico, mentre per quelle più piccole il modello organizzativo di riferimento sarà quello delle Usca.

Ogni team dovrebbe operare in modo tale che ciascuno operatore vaccini almeno tre persone all’ora nelle strutture con un massimo di 50 ospiti, mentre per quelle più grandi la tempistica può aumentare ad almeno 4 vaccinazioni ogni ora, considerando nei tempi anche le operazioni di spostamento e quelle di presa in carico e preparazione delle dosi.

3,7 milioni di euro per la Colonia di Castel Raniero: diventerà centro universitario

Via libera dal Governo per il recupero e la salvaguardia del complesso faentino

Castelraniero FotoCon una dotazione di 3,7 milioni di euro la Colonia di Castel Raniero a Faenza è al centro di un progetto per il recupero e salvaguardia sia del complesso architettonico, già ospizio montano Vittorio Emanuele III, sia del Parco, per farne un Centro Studi Universitario interdisciplinare sui temi del recupero del patrimonio culturale e antropologico, del paesaggio italiano, dell’archeologia, dell’architettura, dei sistemi di comunicazione per la conoscenza del patrimonio culturale nazionale, oltre alla documentazione storica riguardante la Prima Guerra Mondiale, in collegamento con il territorio e il centro abitato e dotato di spazi per l’ospitalità ed eventi.

Si tratta di uno dei 10 nuovi progetti da 25milioni di euro di investimenti complessivi del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” varato dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, che ha ricevuto oggi (17 dicembre) il parere favorevole della conferenza unificata Stato-Regioni dopo il passaggio in Consiglio Superiore dei beni Culturali.

Entusiasta il sindaco di Faenza, Massimo Isola: «Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno contribuito a realizzare questo sogno, dal Presidente a Manuela Rontini, da Stefano Collina a tutti gli amministratori e alle associazioni che in questi anni si sono impegnati per prendersi cura di questo straordinario luogo magico per noi faentini. Da domani ci metteremo per sfruttare la meglio questa grande occasione e per dare un futuro a quello spazio. Grazie a chi in questi anni ha dedicato tempo ed energia alla Colonia e a chi ha lavorato affinché riuscissimo a raggiungere questo importante risultato».

A Ravenna contagi in calo. Ma altri 10 morti. 2 persone in più in terapia intensiva

 

Dopo il triste primato di ieri, la provincia di Ravenna nel bollettino Covid di oggi, 17 dicembre, è tra le ultime in regione come numero di contagi. Sono 88 i nuovi contagiati, di cui 60 sintomatici. Su 1.752 tamponi.  Ma la Regione comunica per la provincia altri 10 decessi. Crescono anche i ricoveri in terapia intensiva.

Il bollettino regionale del 17 dicembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 150.460 casi di positività, 1.667 in più  (di cui 822 asintomatici) rispetto a ieri, su un totale di 14.297 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11,7%.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 62.577 (-268 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 59.570 (-290), il 95,2% del totale dei casi attivi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.857 in più rispetto a ieri e così raggiungono quota 81.008.

Purtroppo, si registrano 78 nuovi decessi: 25 in provincia di Rimini (di cui 17 donne di 100, 98, 95, 94, 93, 92, 91, due di 90, una di 89, due di 88, una di 87, 86, 84, 80, 71 e 8 uomini di 99, 93, 92, due di 90, uno di 88, 72 e 65 anni), 21 a Bologna (di cui 11 uomini di 95, 94, 89, 88, due di 86, uno di 85, 80, 79, 75, e 69 anni e 10 donne di 96, 91, 89, due di 88, una di 86, 85, 83, 80 e 78 anni), 10 a Ravenna (di cui 7 donne di 93, 92, 89, 81, 78, 74 e 69 anni e 3 uomini di 93, 90 e 78 anni), 7 a Reggio Emilia (di cui 4 uomini di 89, 88, 69 e 68 anni e  3 donne di 92, 87 e 80 anni), 6 a Modena (di cui 4 donne di 92, 88, 85 e 54 anni e 2 uomini di 95 e 94 anni), 4 a Ferrara (di cui 2 donne di 88 e 80 anni e due uomini di 89 e 73 anni), 2 a Parma (uomini di 84 e 83 anni) e 1 a Piacenza (donna di 83 anni) e 1 a Forlì-Cesena (donna di 74 anni). Un altro decesso riguarda una persona non residente in Emilia-Romagna.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.875.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 206 (-6 rispetto a ieri), 2.801 quelli negli altri reparti Covid (+28). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 15 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 18 a Parma (invariato), 23 a Reggio Emilia (invariato), 35 a Modena (-4), 55 a Bologna (-2), 5 a Imola (invariato), 15 a Ferrara (invariato), 16 a Ravenna (+2), 5 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (-1 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 14.067 a Piacenza (+96 rispetto a ieri, di cui 56 sintomatici), 12.018 a Parma (+111, di cui 65 sintomatici), 21.051 a Reggio Emilia (+255, di cui 104 sintomatici), 27.541 a Modena (+257, di cui 160 sintomatici), 29.672 a Bologna (+404, di cui 199 sintomatici), 4.751 a Imola (+131, di cui 38 sintomatici), 7.638 a Ferrara (+58, di cui 14 sintomatici), 10.764 a Ravenna (+88, di cui 60 sintomatici), 5.290 a Forlì (+55, di cui 36 sintomatici), 4.923 a Cesena (+44, di cui 32 sintomatici) e 12.745 a Rimini (+168, di cui 81 sintomatici)./G.Ma

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