lunedì
07 Luglio 2025

Scoperti 5 furbetti del reddito di cittadinanza: l’Inps dovrà recuperare 58mila euro

Dal barista senza dichiarazione dei redditi all’infermiera “di nascosto”: denunce nel Faentino

Guardia Di FinanzaI finanzieri della Compagnia di Faenza, nell’ambito dei controlli finalizzati a verificare la corretta percezione dei contributi e dei sussidi pubblici, hanno individuato 5 persone che hanno percepito per mesi il reddito di cittadinanza in mancanza dei necessari requisiti di legge, utilizzando autocertificazioni riportanti dati parziali e non veritieri.

In sintesi, gli accertamenti svolti dalle fiamme gialle faentine hanno consentito di appurare che quanto dichiarato dai percettori del reddito di cittadinanza nelle istanze presentate all’Inps non corrispondeva alle loro reali disponibilità reddituali.

La casistica delle condotte fraudolente è variegata: c’è ad esempio il barista in attività, con regolare partita iva, che ha poi deliberatamente omesso di presentare la dichiarazione dei redditi così da risultare nulla facente e ottenere indebitamente anche il sussidio pubblico; oppure la cittadina rumena che, pur continuando a percepire il reddito di cittadinanza, ha iniziato nello stesso tempo a lavorare come infermiera senza però comunicarlo all’Inps. In un altro caso dal nucleo familiare era stato dolosamente omesso un componente che percepiva redditi sopra soglia, così da rientrare comunque nei requisiti reddituali di legge.

Al termine degli accertamenti, a carico dei soggetti controllati sono state inoltrate al competente ufficio Inps apposite segnalazioni per l’avvio delle previste procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite, pari complessivamente a oltre 58.000 euro, nonché per l’interruzione immediata dell’erogazione del beneficio non dovuto.

I percettori, residenti in Faenza, Casola Valsenio e Riolo Terme, sono stati poi denunciati alla Procura della Repubblica di Ravenna per il reato punito dall’art. 7 del D.L. n. 4/2019 che prevede la reclusione da due a sei anni per coloro che, al fine di ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza, “utilizzano dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omettono informazioni dovute, e da uno a tre anni per chi omette la comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio avvenute successivamente alla presentazione dell’istanza”.

Sorpresa a Marina di Ravenna: ha riaperto il ristorante Riesling, ma al Ghinea

La storica struttura di via Trieste rilevata dal titolare Perini, che nel 2021 punta a rilanciarla

Ghinea Marina RavennaTra le conseguenze di questa pandemia, a Marina di Ravenna, c’è anche un po’ a sorpresa la riapertura di un locale storico.

Si tratta del Ghinea di via Trieste, dove la scorsa primavera ha chiuso i battenti il ristorante Il Trucco. Il 6 dicembre il locale ha invece riaperto e sta ospitando temporaneamente il Riesling, ristorante di pesce che nella sua tradizionale location di Marina di Ravenna al momento non può lavorare, in quanto formalmente un circolo.

Il titolare, Roberto Perini, noto proprio anche per i suoi anni di lavoro al Ghinea (e titolare, sempre a Marina di Ravenna, anche del “Mexico”), ha infatti rilevato la struttura di via Trieste, che riaprirà poi nel 2021 con un nuovo nome, “Lex Ghinea”, tornando a proporre anche seconde serate ed eventi, quando ovviamente sarà possibile.

Al momento, invece, al Ghinea si è semplicemente “trasferito” il Riesling, che riaprirà poi a sua volta nella sua sede ormai storica di Viale Thaon de Revel dal 15 gennaio, se non dovessero più esserci restrizioni per i circoli.

Ravenna Festival, in streaming gratuito oltre 30 spettacoli della scorsa edizione

Dal 20 dicembre al 6 gennaio, da Muti a Capossela, dal Teatro delle Albe a Neri Marcorè

Vinicio CaposselaRavenna Festival regala diciotto giorni di streaming gratuito con oltre trenta eventi della XXXI edizione di nuovo disponibili on demand su ravennafestival.live, dal 20 dicembre al 6 gennaio.

Un’occasione per ripercorrere il cammino del Festival, dal concerto inaugurale di giugno sotto le stelle della Rocca Brancaleone, che ha visto Riccardo Muti e l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini riportare in scena la musica dal vivo con la maestosa Sinfonia “Jupiter” di Mozart, fino ai concerti di novembre al Teatro Alighieri.

E ancora: Valery Gergiev, Iván Fischer, Beatrice Rana, Accademia Bizantina, Anna Prohaska, Rosa Feola, Mario Brunello, Giovanni Sollima; il teatro con le compagnie del territorio – Fanny & Alexander, Teatro delle Albe, Menoventi; i recital pianistici, la musica antica e la musica sacra, ma anche Neri Marcorè e Vinicio Capossela e gli appuntamenti di musica e voci contemporanee a Cervia; senza dimenticare le étoiles della danza.

Anche su smartphone e tablet grazie all’App gratuita scaricabile per Android e iPhone.

Sono oltre 45 mila i collegamenti registrati quest’estate dal sito ravennafestival.live, provenienti da oltre 143 Paesi. Italia in testa, naturalmente, seguita da Giappone, USA e Regno Unito, ma anche India e Brasile, Australia e Russia, fino a Yemen, Sudan, Uzbekistan – una mappa, senza confini, d’amore per la musica e le arti.

La Direzione di Ravenna Festival è già da tempo all’opera sull’edizione 2021. In attesa che sia possibile annunciarla al pubblico, il grande orizzonte tematico è già fissato: si tratta, naturalmente, di Dante, che nel settimo centenario della sua morte a Ravenna sarà il punto di partenza e di arrivo di «un programma accuratamente studiato».

Calcio, il Ravenna Fc pronto a querelare i tifosi (anche) per le minacce sui social

Situazione tesa tra squadra e sostenitori: «Un’imboscata al nostro pullman». La solidarietà del presidente della Lega Pro

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Uno striscione degli Ultras dei giorni scorsi

In questi giorni a Ravenna sta montando un caso che va oltre l’ambito sportivo, attorno alla prima squadra di calcio della città.

La società Ravenna Fc ha infatti comunicato di avere intenzione di fatto di querelare i propri tifosi. O perlomeno quell’1 percento – è stato detto – che sta esagerando.

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quella definita dalla società come «un’imboscata», la contestazione dei tifosi all’arrivo del pullman della squadra, di ritorno domenica sera da Fermo, dove il Ravenna ha incassato l’11esima sconfitta in 15 partite disputate nel girone B del campionato di serie C (dove attualmente occupa la penultima posizione in classifica): nessuno in Italia, tra i professionisti, ha perso così tante volte.

Tifosi che avrebbero dato anche «alcuni colpi» – è stato detto in conferenza stampa – al pullman, «spaventando i ragazzi». E i rappresentanti della società hanno denunciato pubblicamente anche insulti e minacce sui social, oltre all’affissione nelle scorse settimane (in particolare dopo la debacle nel derby contro il Cesena) di manifesti funebri, sarcastici, sulla morte del Ravenna Fc. Club che si è dichiarato davanti alla stampa «sconcertato» e «preoccupato» e che in queste ore ha ricevuto la solidarietà anche del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. «Ha espresso stupore per quello che è successo», ha dichiarato il presidente Alessandro Brunelli, sottolineando come Ravenna sia sempre stata considerata come una piazza tranquilla.

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Il manifesto funebre dei tifosi contro la società Ravenna Fc

«I tifosi possono manifestare il proprio disappunto, anche con veemenza, per ciò che concerne l’aspetto sportivo – si legge in una nota inviata dalla società ai giornali – ma non è accettabile che si vada ad intaccare la sfera dell’incolumità personale. Non è nostra intenzione strumentalizzare questo fatto che sicuramente non riguarda il 99% dei tifosi sani. E’, tuttavia, necessario stabilire un limite, situazioni del genere d’ora in poi saranno valutate nelle opportune sedi di rilevanza penale».

Tra le reazioni, c’è da registrare quella del gruppo Facebook Lineagiallorossa, che ha pubblicato un comunicato ufficiale, in cui si autodefinisce come «uno spazio che accoglie un gruppo di tifosi eterogeneo, sia per età, sia per idea di tifo, sia per condizione familiare. […] Questo canale viene utilizzato per condividere le notizie sul Ravenna Rfc e per dare la possibilità ad ognuno di poter esprimere il proprio pensiero sul Ravenna, a 360 gradi: gioia ed esultanza, ma anche rabbia e frustrazione.  A seguito delle parole proferite in conferenza stampa, che paiono voler collegare l’attività di questo gruppo con quanto accaduto domenica 13/12 durante la contestazione all’arrivo della squadra, onde evitare spiacevoli equivoci, ci sentiamo in dovere di sottolineare che quanto occorso non è collegabile all’attività di questa pagina».

Ecco il bando per affidare la gestione del bar del parco di Marina di Ravenna

Offerte entro il 13 gennaio. Canone annuo da 6.500 euro

bar chiosco parco pubblico marina di ravennaÈ stato pubblicato il bando per la concessione del bar del parco pubblico di viale Ciro Menotti, a Marina di Ravenna, desolatamente chiuso da anni e danneggiato nel 2016 da un incendio.

Saranno a carico dei proprietari i costi per rimettere a norma il chiosco, che dovrà anche ottenere la sanatoria edilizia necessaria per rispettare le autorizzazioni. Il canone annuo è stato quantificato dai Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina (che hanno predisposto il bando) in circa 6.500 euro. È stata messa a bando la gestione non solo del bar ma complessivamente i circa 300 metri quadri dell’area.

L’asta per l’affidamento è stata fissata nella sede dei Carabinieri di Punta Marina per il 14 gennaio, il giorno dopo la scadenza dei termini. Lo stabile verrà affidato in concessione per 6 anni.

Per informazioni è possibile telefonare ai numeri 0544 437394-437398, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.

La pro loco di Marina ha espresso sui social la propria soddisfazione, invitando però il Comune a sistemare l’area e i cartelli.

Vaccino anti Covid, Emilia-Romagna pronta: chiesta disponibilità dei sanitari

Bonaccini: «Partiremo con personale e degenti delle residenze per anziani, oltre 180mila persone»

SyringeLa Regione Emilia-Romagna ha chiesto alle aziende sanitarie «di raccogliere la disponibilità alla vaccinazione del personale, non ancora una adesione formale, ma necessaria per la definizione del numero di scorte necessarie. Poi, da marzo, si proseguirà con il resto della popolazione, partendo dai più fragili. Vogliamo fare tutto quanto serva per uscire da questa pandemia. E farlo presto e bene».

Lo ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, in vista dell’avio della campagna vaccinale.

«È positivo – ha detto – che il Governo voglia accelerare l’avvio della campagna nazionale di somministrazione del vaccino anti-Covid, partendo ai primi di gennaio, come ha comunicato ieri alla Regioni. L’Emilia-Romagna è pronta: inizieremo con il personale sanitario, socio-assistenziale e i degenti delle residenze per anziani: in tutto, oltre 180mila persone». (Ansa.it)

Covid, Ravenna è la provincia con più contagi in regione. Altri 9 morti in provincia

Sono 210 i casi nell’ultimo bollettino. Ancora 14 le persone ricoverate in terapia intensiva

CovidRavenna, in valori assoluti, è la provincia con più contagi nel bollettino regionale di oggi, 16 dicembre. Sul territorio provinciale se ne sono registrati 210: si tratta di 85 maschi e 125 femmine; 141 asintomatici e 69 con sintomi; 200 in isolamento domiciliare e 10 ricoverati. I tamponi eseguiti sono stati 1.807.

La Regione ha anche comunicato altri 9 decessi: si tratta di 3 pazienti di sesso maschile di 74, 78 e 88 anni e di 6 pazienti di sesso femminile di 84, 85, 92, 93, 94 e 97 anni.

Sono stati inoltre comunicate 102 guarigioni.

Il bollettino regionale. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 148.974 casi di positività, 1.238 in più rispetto a ieri (di cui 727 asintomatici), su un totale di 17.567 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti scende ancora, arrivando al 7%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.946 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 79.151.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 62.846 (-1.786 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 59.861 (-1.760), il 95,3% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 78 nuovi decessi: 36 in provincia di Bologna (21 donne, di cui tre di 93 anni, due di 91, due di 89 anni e le rimanenti di 60, 70, 73, 76, 78, 80, 82, 83, 84, 87, 94, 95, 96 e  97 anni e 15 uomini, di cui due di 70 anni, due di 89 e i restanti di 56, 63, 73, 78, 79, 82, 84, 85, 87, 88 e 90 anni), 9 a Modena (6 donne di cui tre di 88, due di 89 e una di 90 anni e 3 uomini di 70, 72 e 73 anni), 9 a Ravenna (6 donne di 84, 85, 92, 93, 94 e 97 anni e 3 uomini di 74, 78 e 88 anni), 8 a Ferrara (6 donne di 61, 79, 85, 86, 90 e 92 anni e 2 uomini di 90 e 101 anni), 5 a Rimini (3 donne di 44, 90 e 93 anni e 2 uomini di 82 e 98 anni), 4 a Piacenza (2 uomini di 66 e 87 anni e 2 donne di 81 e 87 anni), 3 in provincia di Forlì-Cesena (2 uomini di 80 e 83 anni e 1 donna di 91 anni), 2 a Reggio Emilia (1 donna di 77 anni e 1 uomo di 81 anni), 2 a Parma (1 uomo di 83 e 1 donna di 95 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.797.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 212 (-2 rispetto a ieri), 2.773 quelli negli altri reparti Covid (-24).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 16 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 18 a Parma (+1), 23 a Reggio Emilia (-1), 39 a Modena (+1), 57 a Bologna (-2), 5 a Imola (-1), 15 a Ferrara (-1), 14 a Ravenna (invariato rispetto a ieri), 5 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 19 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 13.971 a Piacenza (+74 rispetto a ieri, di cui 26 sintomatici), 11.907 a Parma (+84, di cui 46 sintomatici), 20.796 a Reggio Emilia (+178, di cui 35 sintomatici), 27.284 a Modena (+148, di cui 100 sintomatici), 29.269 a Bologna (+202, di cui 86 sintomatici), 4.620 a Imola (+37, di cui 16 sintomatici), 7.580 a Ferrara (+73, di cui 17 sintomatici), 10.676 a Ravenna (+210, di cui 69 sintomatici), 5.235 a Forlì (+49, di cui 27 sintomatici), 4.879 a Cesena (+50, di cui 36 sintomatici) e 12.577 a Rimini (+133, di cui 53 sintomatici).

Lo scanner della Dogana trova la droga: smontato un camion e recuperati 30 kg

Utilizzata la strumentazione dell’Autorità portuale installata al Terminal Container per un’indagine articolata in corso da mesi, nel mirino una ditta di autotrasporti forlivese. Il mezzo pesante era stato fermato al confine Italia-Francia

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Lo scanner al varco doganale di Tcr (immagine di repertorio)

Le competenze del personale dell’ufficio doganale del porto di Ravenna e le strumentazioni in dotazione allo scalo, in particolare lo scanner dell’Autorità portuale installato all’interno del Tcr, hanno permesso di trovare alcune decine di chili di droga nascosti a bordo di un camion. Presumibilmente si tratta di cocaina, circa 30-40 kg. Il ritrovamento è avvenuto nella mattinata di ieri, 15 dicembre. Lo stupefacente, per un valore di mercato stimabile in alcuni milioni di euro, era suddiviso in panetti sigillati in un vano costruito artigianalmente e ben camuffato sul mezzo pesante di una ditta forlivese di autotrasporti fermato al confine Italia-Francia.

Secondo quanto è stato possibile ricostruire da fonti riservate, si tratta di un passaggio cruciale in un’indagine articolata per traffico di droga condotta dalla procura di Forlì: da mesi gli investigatori erano al lavoro con intercettazioni e pedinamenti. Il ritrovamento è una svolta.

Nei giorni scorsi il veicolo è stato fermato al confine italo-francese, con la convinzione che fosse imbottito di roba. Il fiuto delle squadre cinofile non è stato sufficiente per individuare il carico illegale, nonostante il camion sia stato setacciato a lungo. A quel punto si è deciso di fare ricorso alla tecnologia. Gli inquirenti forlivesi hanno chiesto il supporto delle Dogane, dotate di un varco con telecamere particolari. Lo scanner viene utilizzato abitualmente per velocizzare le procedure di controllo delle merci all’interno dei container in transito: da una fotografia con diversi colori che misurano la densità del materiale è possibile intuire eventuali anomalie.

Il veicolo è stato scortato fino al porto e ieri mattina al terminal l’intervento decisivo. È stata fondamentale la determinazione dei funzionari doganali di Ravenna. I primi passaggi dello scanner sembravano infatti non rilevare nulla: quando una parte degli investigatori era ormai intenzionata a desistere, i doganieri hanno voluto verificare un dettaglio emerso dalla scansione. Un pannello nascondeva la droga.

Ravenna, torna la giostra dei cavalli per bambini in piazza Kennedy

Fino alla fine di febbraio, con mascherina

18 11 05 Foto Giostra CavalliTorna l’antica giostra dei cavalli in piazza Kennedy, a Ravenna.

La giostra rimarrà attiva fino alla fine di febbraio 2021 e sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19 mentre sabato, domenica e festivi funzionerà dalle 10 con orario continuato fino alle 19.

L’attività – scrivono dal Comune – è subordinata al rispetto delle norme di distanziamento sociale, del divieto di assembramento e dell’obbligo di usare protezioni delle vie respiratorie nonché di ogni altra prescrizione prevista nel “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 in relazione allo svolgimento in sicurezza delle attività di gestione di parchi tematici, acquatici, giardini zoologici, luna park e attrazioni dello spettacolo viaggiante in Emilia-Romagna”.

L’attività della giostra dovrà inoltre adeguarsi nel caso di adozione di misure più restrittive legate all’emergenza sanitaria.

 

«Un’azienda non deve chiedersi se arriverà un attacco hacker, ma quando arriverà»

Il ravennate Salvatore Marcis è il direttore tecnico in Italia per la giapponese Trend Micro: «Il 3-5 percento degli utili delle imprese andrebbe in vestito in sicurezza informatica». Ecco cosa sono deep fake e darkweb

Salvatore Marcis, Technical Director Trend Micro Italia«La domanda giusta da farsi per un’azienda non è se subirà un attacco informatico, ma quando lo subirà». Mette le cose in chiaro Salvatore Marcis. Il ravennate è il direttore tecnico del ramo italiano di Trend Micro, colosso giapponese della sicurezza informatica con settemila dipendenti nel mondo.

Marcis, con il lockdown lo smart working ha fatto boom. Ci si connette dalla rete di casa e non più solo su quella dell’ufficio. È aumentato il rischio per le aziende?
«Come Trend Micro abbiamo visto che le aziende non si sono sbilanciate nella corsa a far lavorare i dipendenti da casa senza le dovute cautele. La sicurezza è stata privilegiata. Diverso per i casi in cui è stato chiesto ai dipendenti di usare i propri dispositivi: in quel caso c’è voluto un po’ di assistenza in più. Noi ad esempio abbiamo concesso sei mesi gratuiti di licenza aggiuntiva».

Il lockdown ha portato anche più cittadini comuni a usare il web per tante necessità. Ci siamo esposti troppo?
«Siamo esposti tanto perché manca la consapevolezza dello strumento che stiamo usando. Internet deve essere per tutti e, anzi, il digital divide è ancora troppo. Anche la pubblica amministrazione ha allargato il suo recinto digitale e ci sono operazioni che si possono svolgere solo online. Ma troppe persone usano internet senza conoscerlo. Troppe volte si finisce vittime di situazioni di cui si potrebbe capire la pericolosità».

L’hacker che sferra un attacco a un’azienda o un privato da cosa è mosso?
C’è solo la volontà di raccogliere risorse illegali? «Il ragazzino che vuole sfidare il grande nome per dimostrare di saper perforare la rete esiste ancora ma quelli spesso finiscono davanti alla polizia postale ancora prima di aver concluso perché stanno solo sfidando se stessi, non c’è una spinta politica o delinquenziale. Diverso è per le attività criminali. Nell’ultimo periodo sono orientate soprattutto all’estorsione: sottraggono dati e chiedono soldi per restituirli. Ma sono cambiati i modi: non più l’attacco a strascico con migliaia di email mandate a chiunque per raccogliere 100-200 euro in massa da chi si è visto sottrarre le foto di famiglia. Oggi gli attacchi di tipo ransomware sono mirati, hanno target precisi e studiati. Dietro c’è un gruppo di hacker che puntano un’azienda specifica, studiano le sue barriere per individuare il punto di accesso. E spesso vediamo che questo lo trovano nell’account aziendale di un dipendente, quello con cui si accede alla rete. Una volta compromesso quello si è dentro alla rete e si può cominciare a muoversi».

internet smart workingQuesto significa che quando l’attacco diventa palese per l’azienda in realtà era già in corso da tempo?
«Sì. E quel tempo è tutto il vantaggio che hanno gli hacker. In media 30-50 giorni per i casi più eclatanti come è successo di recente a Enel o Luxottica. Vengono estrapolati una quantità di dati importante e si chiede un riscatto per non divulgarli. Il consiglio è di non pagarlo mai perché si alimenta un mercato ma soprattutto non si ha la certezza di essere liberi perché quei dati possono essere stati copiati».

Si può mettere in conto di lasciarli divulgare?
«A volte in quei dati c’è un tesoro per l’azienda: segreti di produzione, progetti, due diligence. Materiale che una volta pubblico può mettere a rischio la sopravvivenza dell’impresa».

whatsapp chat sicurezzaPotendo disporre di risorse infinite, si può raggiungere il rischio zero?
«Non esiste il rischio zero perché si scoprono sempre nuove vulnerabilità. Un’azienda deve capire la sua percentuale di esposizione e mitigarla. Ma la difficoltà è nel reperire competenze sul mercato: non è facile trovare uno specialista capace di riconoscere gli alert di un sistema sotto attacco».

Quante risorse andrebbero destinate alla sicurezza informatica?
«Andrebbe accantonato un 3-5 percento degli utili. Senza dimenticare che una volta fatto l’investimento non è finita: per l’auto vanno controllate pressione pneumatici e temperatura olio, così va fatto anche per le reti informatiche».

Attualmente qual è il canale più usato per gli attacchi hacker?
«Resta ancora la posta elettronica. Perché ne riceviamo a tonnellate, e mi riferisco a quella già ripulita dallo spam che ormai viene filtrato dai motori. Molte volte riceviamo email buone che portano a siti compromessi. Poi ci sono i banner dei siti su cui si clicca con troppa facilità attirati dallo sconto, dall’outlet, dalla speranza di fare l’affare. E infine i social non tanto come social in sé ma per quello che c’é: le piattaforme vendo-scambio sono un terreno fertile per i truffatori».

Il deep fake è la capacità di realizzare video falsi con volti e voci di persone che non hanno mai pronunciato quelle parole. Sarà la nuova frontiera delle minacce e sarà impossibile riconoscerle?
«Dalle nostre informazioni non sono noti casi di attacchi fatti con la tecnica di deepfake con faccia. Ma dobbiamo farci delle domande: oggi per ottenere Spid viene richiesta una identificazione a video. Saremo in grado di individuare se quel video è falso?».

email computerProviamo a spiegare cos’è il dark web.
«Nelle infografiche si usa sempre l’immagine dell’iceberg. La punta in superficie è il www che conosciamo tutti. Poi abbiamo il deep web che è tutto quello non indicizzato dai motori di ricerca, per scelta o per incapacità: non è detto che sia insicuro. E poi c’è il darkweb: richiede un browser ad hoc per una connessione cifrata a più strati».

Tutto il darkweb è pericoloso?
«No. Ci sono anche siti sicuri che vogliono stare lì: ad esempio attivisti di Paesi sotto regimi dittatoriali che usano questi canali per divulgare notizie altrimenti imbavagliate. Mettiamola così: è il sottopasso della metropolitana, lo si può usare per attraversare ma non stupiamoci se incontriamo brutte facce».

Parliamo di sicurezza, concludiamo con Immuni. L’ha installata? È sicura?
«L’ho installata perché ho un bambino piccolo e giro molto per lavoro quindi ogni cautela in più è sempre ben accetta. Purtroppo è stata usata poco ma non solo per colpa di poche installazioni: conosco amici che erano positivi e non hanno avuto modo di comunicare la positività tramite app. Per la sicurezza bisogna dire che i sorgenti sono pubblici e non sono stati trovati problemi». Andrea Alberizia

A 101 anni guarisce dal Coronavirus. Il presidente Bonaccini: «Grande nonna Chiara»

Si tratta di una bagnacavallese che ora vive in una casa di riposo di Bologna

Chiara MontanariAnche il Presidente della Regione Stefano Bonaccini fa i complimenti a Chiara Montanari, bagnacavallese di 101 anni (compiuto lo scorso marzo) guarita dal coronavirus, che sulle pagine del Carlino ha definito come una «normale influenza».

L’anziana è stata contagiata alla casa di riposo Giovanni XXIII di Bologna, dove si era trasferita in passato per il lavoro del marito, di Lugo.

«Grande nonna Chiara», commenta Bonaccini su Facebook.

Covid, altri 60 casi accertati nelle case di riposo di Faenza

Dopo la residenza Santa Teresa, focolaio anche al Fontanone

Alzheimer, AnzianoUn’altra sessantina di casi di positività al coronavirus accertati tra anziani e operatori delle case di riposo di Faenza.

Alla residenza Santa Teresa, dove già erano una settantina i contagiati, negli ultimi giorni se ne sono aggiunti altri 15 tra i degenti e 2 tra i lavoratori. E va registrato un altro decesso, una donna di 93 anni, che porta a 3 il totale dall’inizio del focolaio nella struttura di via Bondiolo.

Lo comunica il sindaco di Faenza Massimo Isola, che rivela anche un nuovo focolaio, sviluppato in una struttura per degenti anziani, il Fontanone di viale Stradone. Qui, a ieri (15 dicembre), risultavano positivi al coronavirus 31 ospiti e 11 operatori.

«Sono scattate immediatamente tutte le misure previste in questi casi – commenta Isola – a partire dalla rigida compartimentazione e separazione degli spazi. Gestore e Ausl sono al lavoro con il massimo impegno per coordinare gli interventi di messa in sicurezza ed evitare per quanto possibile, l’ulteriore diffusione del virus».

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