giovedì
11 Settembre 2025

Covid, in provincia di Ravenna 106 nuovi casi e 2 morti. Altre 121 guarigioni

 

Sono 106 i nuovi casi di positività al coronavirus (su 1.528 tamponi) registrati nel bollettino regionale di oggi, 10 febbraio, per quanto riguarda la provincia di Ravenna. Sono 41 gli asintomatici, mentre è stato necessario un ricovero.

Altri due decessi registrati in provincia: si tratta di due donne di 73 e 87 anni. Sono state inoltre comunicate circa 121 guarigioni.

IL BOLLETTINO DEL 10 FEBBRAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 230.078 casi di positività, 930 in più rispetto a ieri (388 gli asintomatici), su un totale di 30.664 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3%.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 41.713 (-1.162 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 39.593 (-1.131), il 95% del totale dei casi attivi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.055 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 178.414.

Purtroppo, si registrano 37 nuovi decessi:4 a Piacenza (una donna di 68 anni e tre uomini di 76, 87 e 91 anni); 1 in provincia di Parma (un uomo di 84 anni); 2 a Reggio Emilia (due donne di 66 e 85 anni); 6 nella provincia di Modena (due donne di 78 e 96 anni, e 4 uomini: uno di 80 anni, due di 83 e uno di 88 anni); 11 in provincia di Bologna (9 donne – una di 79, una di 80, una di 82, tre di 86, una di 89, una di 91 e una di 100 anni – e due uomini rispettivamente di 66 e 96 anni); 5 nel ferrarese (due donne – di 75 e 82 anni – e tre uomini di 74, 85 e 87 anni); 2 in provincia di Ravenna (due donne: di 73 e 87 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un 90enne); 5 nel riminese (due donne di 90 e 98 anni, e tre uomini di 64, 84 e 89 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.951.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+1 rispetto a ieri), 1.937 quelli negli altri reparti Covid (-32).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (-3), 10 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 19 a Reggio Emilia (invariato), 38 a Modena (+1), 44 a Bologna (+3), 14 a Imola (+1), 22 a Ferrara (invariato), 4 a Ravenna (invariato), 3 a Forlì (+1), 3 a Cesena (invariato) e 15 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.989 a Piacenza (+52 rispetto a ieri, di cui 26 sintomatici), 15.969 a Parma (+68, di cui 45 sintomatici), 30.236 a Reggio Emilia (+79, di cui 37 sintomatici), 40.319 a Modena (+65 , di cui 48 sintomatici), 45.608 a Bologna (+169, di cui 93 sintomatici), 7.564 casi a Imola (+64, di cui 33 sintomatici), 13.478 a Ferrara (+66, di cui 16 sintomatici), 17.286 a Ravenna (+106, di cui  65 sintomatici), 8.762 a Forlì (+54, di cui 37 sintomatici), 10.129 a Cesena (+55, di cui 36 sintomatici) e 21.738 a Rimini (+152, di cui 106 sintomatici).

Bar e ristoranti apparecchiano 80 tavoli in piazza per chiedere meno restrizioni

La proposta di Confesercenti e Confcommercio: apertura fino alle 18 in zona arancione e fino alle 21.30 in zona gialla

Ottanta tavoli attovagliati e distanziati in piazza del Popolo a Ravenna. È il flashmob messo in scena oggi, 10 febbraio, da Confcommercio e Confesercenti per chiedere il ritorno al pieno esercizio di bar e ristoranti. “Ora basta, lasciate lavorare le nostre imprese” è lo slogan sui cartelli e sugli striscioni che da giorni sono appesi alle facciate delle sedi delle due associazioni di categoria.

Anche tutta la preparazione dell’enorme sala da pranzo a cielo aperto si è tenuta nel rispetto delle norme previste. Tavoli a tre metri l’uno dall’altro, allestimento e disallestimento a scaglioni, con fasce orarie assegnate. Perché il messaggio vuole essere questo: sono state fissate delle regole rigide per lo svolgimento dell’attività di ristorazione e rispettando quelle è possibile restare aperti.

È stato redatto un documento per la gradualità delle restrizioni per i pubblici esercizi, come avviene per altre categorie. È stato proposto di riclassificare i pubblici esercizi. In zona gialla apertura tutti i giorni fino alle 21.30 e non alle 18 comeora, con asporto fino alle 22 e delivery sempre. In zona arancione apertura fino alle 18 e non l’attuale chiusura, con asporto fino alle 22 e delivery sempre. In zona rossa chiusura totale con asporto fino alle 22 e delivery sempre, come è attualmente.

«La proposta di apertura fino alle 21.30 in zona gialla – sottolineano i presidenti Mauro Mambelli per Confcommercio e Monica Ciarapica per Confesercenti – permette alle imprese del settore di ripristinare una modalità che si avvicina alla normalità dopo mesi di agonia. Proponiamo di affiancare alla proposta l’obbligo di prenotazione del tavolo dalle 18 in avanti. Si mantiene il rispetto del coprifuoco delle 22. La proposta di apertura fino alle 18 in zona arancione consentirebbe a tutti i pubblici esercizi di continuare l’attività, anche se in misura ridotta. Tra l’altro, tale apertura in zona arancione sarebbe di supporto anche a coloro che lavorano consentendo di poter usufruire del pranzo, senza particolari problemi».

Il sindaco De Pascale ricevuto dal premier incaricato Mario Draghi

Nell’ambito delle consultazioni, in qualità di presidente delle Province

Draghi De PascaleIl sindaco di Ravenna Michele de Pascale, in veste di presidente dell’Unione delle Province Italiane, è stato ricevuto questa mattina (10 febbraio) dal premier incaricato Mario Draghi nell’ambito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.

De Pascale era insieme al presidente dell’Anci Antonio Decaro e al presidente della Conferenza delle Regioni, che è il Governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

«Dobbiamo dare risposte certe agli studenti, alle famiglie e al mondo della scuola – scriveva ieri in una nota inviata alla stampa De Pascale – e per questo serve considerare tra gli investimenti prioritari la messa in sicurezza e la costruzione di nuovi edifici scolastici capaci di aiutare gli studenti medi nella crescita e nella formazione. Dobbiamo considerare le infrastrutture tutte, anche quelle secondarie, come strategiche per assicurare la ripresa delle economie territoriali, e avviare una grande opera di manutenzione straordinaria delle strade provinciali, che sono il reticolo che tiene insieme il Paese, e degli oltre 30 mila tra ponti, viadotti e gallerie vi insistono. È tempo poi di restituire a Province e Comuni una cornice normativa certa, in grado di far competere questi enti con le altre istituzioni locali europee, attraverso la riforma del Testo Unico degli Enti Locali su cui con il passato Governo abbiamo fatto importanti passi in avanti che non vanno sprecati. Serve una riforma della Pa, che valorizzi le risorse umane, semplifichi la burocrazia e promuova un grande processo di innovazione culturale e tecnologica di tutto il sistema».

Volontaria muore dopo un incidente in bici. L’Advs: «Il tuo sorriso inconfondibile»

Cordoglio a Ravenna per la scomparsa della 74enne Maria Pia Dalla Valle

Pia AdvsÈ morta poche ore dopo in ospedale una ciclista di 74 anni rimasta coinvolta in un incidente (con un’auto e un’autocarro) lunedì pomeriggio a Ravenna, all’incrocio tra via Maggiore e via Landoni.

Si tratta della ravennate Maria Pia Dalla Valle ed è stata la quarta vittima in 24 ore di incidenti stradali avvenuti in provincia, dopo l’uomo travolto sulle strisce a Faenza, il pizzaiolo schiantatosi contro un camion sulla Reale e il contadino finito nel fosso con il trattore.

Grande cordoglio nel mondo del volontariato (con un messaggio di condoglianze arrivato anche dall’assessore Baroncini) e in particolare da parte dell’Advs di Ravenna, che ricorda la donna con un post su Facebook. «Il tuo inconfondibile sorriso era il biglietto da visita della nostra associazione, con cui accoglievi i nostri 7.700 donatori in sala ristoro. Il tuo sorriso ci accompagnava in tutti i nostri eventi, alleviava la fatica sotto il caldo sole estivo e ci scaldava nelle fredde giornate al nostro villaggio di Natale».

Omicidio di Faenza, gli inquirenti valutano l’ipotesi del killer su commissione

L’assassino avrebbe agito su mandato di un’altra persona, magari entrato in casa con una copia delle chiavi

ilenia fabbri uccisa a faenza
Ilenia Fabbri, uccisa in casa a Faenza il 6 febbraio

Tra le varie ipotesi al vaglio per spiegare la morte della 46enne di Faenza Ilenia Fabbri, c’è quella di un omicidio su commissione. Ovvero l’assassino avrebbe agito su mandato di un’altra persona ed è entrato forse con una copia delle chiavi per poi mettersi alla ricerca della donna, tanto che l’aggressione è cominciata ai piani alti dell’appartamento.

Tra gli elementi a sostegno di ciò, anche l’assenza di impronte come possibile dimostrazione della eventuale premeditata oculatezza del killer.

Dalle ultime verifiche è emerso che nemmeno sulle finestre, così come sulle porte esterne, erano presenti segni di effrazione. La prima volante della Polizia, al suo arrivo, poco dopo il delitto, aveva trovato la porta del garage aperta.

Sulla dinamica dell’omicidio, sono state isolate macchie di sangue ai piani superiori: l’assassino ha cioè iniziato lì la sua aggressione per terminarla nel vano uso cucina al piano terra con un coltello usato da tergo. Ciò spiegherebbe anche una delle ultime novità sui rilievi: non sono state trovate impronte dell’assassino, né sulla scena del crimine né fuori dall’abitazione.

È infine emerso che la donna aveva fatto causa al marito, dal quale si era separata nel 2018, per lamentare mancati compensi per alcune decine di migliaia di euro relativi al suo impiego nell’attività di famiglia: la prossima udienza – la seconda della causa – con i testimoni delle parti, era stata fissata per il 26 febbraio davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna. (ANSA.it)

Vaccini anti Covid, dal 15 febbraio solo gli over 85. Ecco tutte le info utili

In arrivo anche le dosi di AstraZeneca per il personale scolastico

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNAQuasi 370mila cittadini. Tanti sono gli emiliano-romagnoli con 80 anni e più (in provincia di Ravenna sono circa 36mila) che riceveranno a casa una lettera, inviata nelle prossime ore, a firma del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che li invita a prenotarsi, già da lunedì 15 febbraio o dal 1^ marzo a seconda dell’anno di nascita, per effettuare il vaccino contro il Covid-19. Vaccinazioni che partiranno subito il giorno successivo, il 16 febbraio.

Ormai conclusa la prima fase della campagna di vaccinazione – rivolta al personale sanitario e sociosanitario, agli operatori e ai degenti delle residenze per anziani, agli ottantenni e oltre assistiti a domicilio, soggetti particolarmente fragili e a rischio – adesso è la volta dei “grandi anziani”.

E parallelamente, ricevute le indicazioni ministeriali attese, si potrà procedere con la somministrazione delle dosi di vaccino AstraZeneca alla popolazione sana dai 18 ai 55 anni – come consigliato dall’Aifa – con priorità a personale scolastico e universitario docente e non, forze dell’ordine e personale dei servizi essenziali per la comunità. La Regione è già al lavoro per stringere un’intesa locale con i medici di medicina generale e anticipare con il loro aiuto, rispetto alla tabella di marcia nazionale, i tempi delle vaccinazioni.

“Nell’ultimo anno la pandemia ha rivoluzionato le vite di ognuno di noi. Nella vita privata, negli affetti personali e familiari, nel lavoro, nelle nostre abitudini quotidiane – scrive Bonaccini nella lettera -. Abbiamo dovuto fare i conti con la malattia, la sofferenza per tutti coloro che non ci sono più, restrizioni e sacrifici, ma allo stesso tempo siamo stati uniti e solidali, dando prova di un grande senso di responsabilità”.

“Ora finalmente, abbiamo i vaccini, grazie alla scienza al servizio dell’uomo, e a fine dicembre è potuta partire la più grande campagna vaccinale della storia, in Italia e in Europa”.

“Adesso – prosegue rivolto ai cittadini con più di 80 anni – partiamo da voi perché rappresentate una parte importantissima della nostra comunità: per la vostra umanità e le vostre esperienze, per il vostro impegno in qualsiasi ambito e per il ruolo centrale che avete nelle reti familiari e parentali. In questo momento rappresentate la parte più esposta al Covid-19 ed è nostro compito proteggere anzitutto voi. E’ un passo avanti molto importante, perché solo attraverso la vaccinazione è garantita l’immunizzazione, e cioè la protezione dal virus, a tutela della vostra salute, di quella delle persone che vi sono vicine e dell’intera collettività”.

Un’azione, quella di vaccinarsi, conclude Bonaccini, “non solo sanitaria, ma anche un gesto di responsabilità verso la comunità in cui si vive”.

Nella lettera vengono quindi fornite tutte le indicazioni pratiche su quando e come effettuare la prenotazione.

Chi può prenotare e quando: le date per anno di nascita
Due sono le date a partire dalle quali le persone con ottant’anni o più possono iniziare a prendere appuntamento, con la possibilità di farlo, naturalmente, anche nei giorni successivi al primo: lunedì 15 febbraio saranno aperte le prenotazioni per i nati nel 1936 o negli anni precedenti (85enni e ultra 85enni), mentre da lunedì 1^ marzo si potranno prenotare le persone nate dal 1937 al 1941 compresi (quindi tra gli 80 e gli 84 anni).

Non è possibile prenotare prima delle date previste per la propria età: occorre quindi attendere la data riferita al proprio anno di nascita.

I primi appuntamenti per le vaccinazioni saranno fissati già dal giorno successivo, quindi dal 16 febbraio o dal 2 marzo a seconda della classe d’età.

Come si può prenotare
È possibile usare il metodo di prenotazione utilizzato di preferenza, e dunque recandosi agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione (Cup), o in farmacia; telefonando ai numeri previsti nella Usl di appartenenza per la prenotazione telefonica, oppure online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), l’App ER Salute, il CupWeb (www.cupweb.it).

Per maggiori informazioni o per trovare i numeri telefonici per la prenotazione telefonica attivi nella Usl di appartenenza, è disponibile il sito https://salute.regione.emilia-romagna.it/cure-primarie/visite-ed-esami/per-prenotare.

Per prenotarsi non serve la prescrizione medica: bastano i dati anagrafici – nome, cognome, data e comune di nascita – o, in alternativa, il codice fiscale.

All’atto della prenotazione, al cittadino saranno comunicati la data, il luogo dove recarsi e tutte le ulteriori informazioni necessarie.

Nel caso in cui si sia impossibilitati ad essere trasportati per effettuare la vaccinazione, ci si può rivolgere direttamente alla propria Azienda Usl.

Personale scolastico e universitario, forze dell’ordine, servizi essenziali: i prossimi ad essere vaccinati
Arrivano in Emilia-Romagna, le prime forniture del vaccino AstraZeneca. Sarà utilizzato, come da consiglio dell’Aifa, per la popolazione sana dai 18 ai 55 anni, con priorità per personale scolastico e universitario docente e non, forze dell’ordine, servizi essenziali per la comunità. Per quanto riguarda data precisa dell’avvio, si attendono le indicazioni del ministero della Salute.

Covid, 47 nuovi casi a Ravenna. In regione sono “solo” 977 su quasi 30mila tamponi

 

Sono 47, di cui 27 asintomatici, i nuovi contagiati in provincia di Ravenna in 24 ore (su 1.305 tamponi), sulla base dei dati del bollettino regionale aggiornato alle 12 di oggi, 9 febbraio. Altri 4 i decessi, anziani tra gli 81 e i 90 anni. E restano 4 le persone ricoverate per Covid in terapia intensiva in provincia.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 9 FEBBRAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 229.157 casi di positività, 977 in più rispetto a ieri (438 gli asintomatici),su un totale di 29.701 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,2%.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 42.884 (+129 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 40.731 (+155), il 94,9% del totale dei casi attivi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 803 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 176.359.

Purtroppo, si registrano 45 nuovi decessi: 6 a Piacenza (una donna di 78 anni e 5 uomini, di cui uno di 74, uno di 80, due di 91 e uno di 94 anni); 2 a Parma (una donna di 82 e un uomo di 85 anni); 3 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 81 anni e due uomini di 66 e 92 anni); 4 nella provincia di Modena (due donne di 95 e 97 anni e due uomini di 75 e 78 anni); 4 in provincia di Bologna (tutti residenti nel Comune di Imola: tre donne di 87, 88 e 95 anni e un uomo di 88 anni); 8 nella provincia di Ferrara (4 donne – di 62, 86, 97 e 107 anni – e 4 uomini: di 63, 78, 86 e 89 anni); 4 in provincia di Ravenna (3 donne – di 87, 88, 90 anni – e un uomo di 81 anni); 12 in provincia di Forlì-Cesena (7 donne – di 75, 82, due di 83 anni, poi di 86, 89 e 93 anni – e 5 uomini, di 76, 79, 82, 89 e 96 anni); 2 nel riminese (una donna di 72 anni e un uomo di 87 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.914.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 182 (-1 rispetto a ieri), 1.971 quelli negli altri reparti Covid (-25).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 14 a Piacenza (+1), 10 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 19 a Reggio Emilia (+1), 37 a Modena (+3), 41 a Bologna (-3),13 a Imola (invariato), 22 a Ferrara (-2), 4 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (-1) e 17 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.937 a Piacenza (+61 rispetto a ieri, di cui 36 sintomatici), 15.901 a Parma (+17, di cui 13 sintomatici), 30.157 a Reggio Emilia (+85, di cui 40 sintomatici), 40.254 a Modena (+151, di cui 91 sintomatici), 45.447 a Bologna (+274, di cui 158 sintomatici), 7.500 casi a Imola (+53, di cui 36 sintomatici), 13.412 a Ferrara (+42, di cui 5 sintomatici), 17.180 a Ravenna (+47, di cui 20 sintomatici), 8.708 a Forlì (+38, di cui 24 sintomatici), 10.074 a Cesena (+92, di cui 70 sintomatici) e 21.587 a Rimini (+117, di cui 46 sintomatici).

L’autore di serie tv scelto da Netflix: «Il mio lavoro? Tra cineasta e scrittore…»

Il ravennate Alessandro Fabbri alle prese con la trasposizione di Fedeltà. «Le mie preferite? Breaking Bad e Mad Men»

A. Fabbri Premiere 1994
Fabbri con Stefano Accorsi e Miriam Leone durante la premiere di 1994

Sono partite nei giorni scorsi le riprese di Fedeltà, la nuova serie originale italiana di Netflix tratta dall’omonimo romanzo del riminese Marco Missiroli. La serie – prodotta da BiBi Film e in arrivo entro la fine del 2021 – è stata scritta dal ravennate Alessandro Fabbri (con Elisa Amoruso e Laura Colella), sceneggiatore di fama con già una vasta esperienza di scrittura per il cinema e la tv, dal Nastro d’argento per Il ragazzo invisibile di Salvatores fino al successo della trilogia 1992-1993-1994 su Sky e al premio Flaiano nel 2020 per la serie Il processo.

Lo abbiamo raggiunto per una chiacchierata telefonica sul mondo delle serie tv, sempre più protagonista delle visioni casalinghe con la sempre più rapida diffusione delle piattaforme in streaming e la concomitante chiusura forzata dei cinema.

Alessandro, com’è nato il progetto Fedeltà?
«Sono stato ingaggiato dalla produzione Bibi Film e da Netflix con il compito di scrivere l’adattamento del romanzo di Missiroli, che tra l’altro non avevo ancora letto. È stato divertente, anche perché ho affrontato la lettura e il lavoro sul tema della fedeltà insieme a quella che stava per diventare mia moglie (Laura Colella, ndr). E il romanzo ci è piaciuto proprio per il tema, in grado di parlare davvero a tutti: è uno spunto per interrogarsi su che cosa sia davvero la fedeltà».

E la serie sarà “fedele” al romanzo?
«Lo sarà nel nocciolo, nel cercare di capire quanto essere fedeli con se stessi possa per esempio essere compatibile con la fedeltà di coppia. C’è stato molto da ragionare, per cambiare il linguaggio, entrare nella psicologia dei personaggi, tradurre i loro pensieri in parole gesti e azioni. Ma non posso anticipare nient’altro».

Sei partito come scrittore, poi hai lavorato a sceneggiature per cinema e tv e con 1992 sei stato probabilmente uno dei primi showrunner d’Italia. Cosa rispondi a chi ti chiede che lavoro fai?
«Il termine più corretto e ampio è sceneggiatore, che è una parola che racchiude più mansioni. Dopo l’arrivo di piattaforme come Netflix e Amazon è stata data un’impronta più holliwoodiana alla scrittura, che ha assunto un ruolo centrale. Adesso il mio ruolo è quello di headwriter, “capo scrittura”. Per Fedeltà, per esempio, è previsto che io debba seguire la serie anche durante le riprese, se non tutti i giorni, comunque con un dialogo continuo sia con Netflix che con la produzione, che con i registi. Si tratta di una sorta di coronamento di un progetto legato alla scrittura che in Italia fino a pochi anni fa non esisteva. Diciamo che ora possiamo definirici come una via di mezzo tra cineasti e scrittori…».

Non più quindi i classici sceneggiatori alla Boris, che stavano alla larga dal set e non si facevano trovare dal regista…
«Beh, diciamo che anch’io quando posso prendo il computer e me ne vado a scrivere fuori, in giro, magari in un bel posto (ride, ndr). In epoca di smart working, poi è ancora più facile…».

Quanto cambia il lavoro tra scrivere un romanzo e una serie tv?
«L’ispirazione è sempre la stessa, poi però il lavoro si biforca grandemente. Nel romanzo ti prendi il tuo tempo, gestisci il testo con grande elasticità e l’editore lo aspetta già completato, senza intervenire. Nella serie tv tutto è cadenzato invece dai ritmi produttivi, con documenti e scritti che vanno raffinati nel tempo. Inizialmente si scrive la storia di tutti gli episodi e il percorso dei personaggi, poi parte un calendario serrato per scrivere i copioni, con stesure in corso d’opera. Una cosa a metà tra esigenze artistiche e industriali. E durante lo sviluppo si parla molto spesso con i produttori, i registi, ci possono essere modifiche in corsa…».

Sembra anche molto stressante…
«È stressante, sì, ma lo stress passa in secondo piano con il requisito base, la fiducia. Se c’è, spesso diventa invece un lavoro esaltante. Anche perché sei consapevole di essere al centro di un progetto su cui vengono investiti anche molti soldi e ogni cosa che scrivi avrà un impatto».

In questo periodo di sale chiuse, puoi definirti un lavoratore privilegiato del mondo della cultura. Come la stai vivendo?
«Tutto il sistema audio-visivo ha subìto una bella botta, ma in effetti sì, con lo streaming casalingo si è capito abbastanza in fretta che il modo per tenerlo vivo era proprio puntare su noi sceneggiatori. L’unico “settore”, forse, in grado di far procedere i lavori in questo periodo di pandemia…».

E quanto la pandemia sta influendo anche sulle riprese? Penso a dettagli come quelli legati alla possibilità di utilizzare le comparse…
«Sul set ci sono controlli rigorosissimi per tutti, ma si è trovato un modello di lavoro che permette di andare avanti nel lavoro, non ho saputo di veri e propri intoppi in questo senso. Certo, alcune decisioni devono essere più ragionate e c’è un grosso sforzo organizzativo a carico dei produttori in particolare che prima non c’era».

Perché ancora non vediamo film o serie tv con attori che indossano le mascherine? Ci stai pensando?
«Per quanto mi riguarda non riesco ancora a creare qualcosa ambientato in epoca Covid, ma sono sicuro che esistono sia progetti che serie tv che racconteranno questo periodo. Certe cose comunque non me le voglio dimenticare, tipo le code fuori dai supermercati del primo lockdown, quando si aveva quasi paura che finissero le scorte, come in un film di fantascienza di serie B. In futuro probabilmente ci scriverò qualcosa, ma al momento no, non l’ho ancora metabolizzato. Sperando che resti solo un periodo isolato».

Da scrittore di serie tv, quali serie tv ti hanno cambiato la vita? E quali consigli tra le più recenti?
«I due pilastri secondo me restano Mad Men e Breaking Bad. Sottolineando poi come anche Better Call Saul, nata da un personaggio minore di Breaking Bad, sia arrivata a quei livelli. Poi, andando su visioni più recenti mi è piaciuto molto Succession, su Sky, scritta benissimo, molto divertente. Segnalo poi Mindhunter e mi piace tanto anche The Crown».

E una serie tv che ti ha invece deluso? Che avresti scritto totalmente diversa?
«Mi viene in mente la recentissima The Undoing. Mi ha illuso. Mi stava piacendo molto, ma il finale ha rovinato un po’ tutto, non mi ha convinto per niente, ma ora non voglio fare spoiler…».

Spesso nelle serie con più stagioni gli sceneggiatori sembra stiano quasi improvvisando, legati magari a logiche non solo artistiche. Succede?
«Diciamo che capire quali personaggi o storie stanno avendo più interesse tra il pubblico può far cambiare il lavoro in corsa. È capitato anche a noi in 1994 in qualche modo, quando abbiamo deciso di sovvertire regole che noi stessi avevamo fissato nelle due stagioni precedenti».

Quindi le aspettative del pubblico hanno un peso…
«Credo che devi essere sempre consapevole del target a cui ti stai rivolgendo. Ci vuole sempre comunque la giusta misura, nel seguire il riscontro immediato. Sarebbe bello anche in Italia riuscire a fare serie che riescano ad andare avanti stagione dopo stagione. E considerando i passi in avanti fatti finora credo che ci potremo arrivare. Ora si ragiona già a livello globale. Penso a Fedeltà, per esempio, che uscirà in contemporanea in 190 paesi del mondo. O a Il processo (serie creata da Fabbri nel 2019, ndr) che è andato benissimo in Sudamerica, tra i mercati più fiorenti per Netflix».

Le serie tv sono anche sempre più inflazionate. Come vedi il loro futuro?
«Penso che si sarà sempre più liberi di sperimentare forme diverse, ora che per la maggior parte sono di fatto saltati i normali palinsesti televisivi. Vedremo, la mia è una previsione al buio».

Ormai vivi da anni a Roma, che rapporto hai con la “tua” Ravenna?
«Peccato non essere riusciti a diventare capitale europea della cultura nel 2019 (progetto a cui lo stesso Fabbri era stato coinvolto in fase di ideazione, ndr). Il legame è più forte che mai, ho ancora casa a Ravenna. E starci lontano ti fa apprezzare ancora di più la città».

Il Covid nel 2020 è costato alla provincia di Ravenna oltre 1 miliardo di euro

 

Arrivano dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna le consuete valutazioni degli effetti della pandemia sull’economia provinciale.

Brusca la caduta, nel 2020, della ricchezza prodotta nella nostra provincia (-8,2 percento), leggermente inferiore a quella registratasi per l’Emilia-Romagna (-9,2) e per l’Italia (-9,1). Al contempo, l’Ufficio Studi e Statistica dell’Ente di Viale Farini prevede, per il 2021, una crescita – seppur parziale – del +5,4%, che, in ogni caso, non compenserà le perdite fin qui subite dall’economia ravennate a causa della pandemia. A contribuire alle stime di crescita previste per quest’anno – spiega la Camera di commercio – l’incremento del reddito disponibile (+3 percento) e dei consumi delle famiglie (+5,1), oltre che una nuova spinta delle esportazioni, che dovrebbero attestarsi sul +6,2 percento.

Previsto in crescita, nel 2021, anche il valore aggiunto per abitante (27.700 euro), a fronte dei 29.000 euro del 2019 e dei 26.300 euro del 2020, che si stima porterà a fine anno il valore provinciale della ricchezza prodotta dai 10,2 miliardi di euro del 2020 ai 10,7 del 2021, sebbene ancora lontani dal valore del 2019 (11,3 miliardi di euro).

Tra i comparti economici, a soffrire di più, nel 2020, i settori dell’Industria (-10,8 percento, +9,2 invece la stima per il 2021) e dei Servizi, in particolare del Turismo e della Ristorazione (-8,1 percento, +4,3 nel 2021). Decisamente più contenuta la contrazione del valore aggiunto delle Costruzioni, attestatasi sul -0,5 percento e che, quest’anno, dovrebbe toccare +13,1. Gravi gli effetti della pandemia anche sull’export ravennate (-12,6 percento rispetto al 2019), risultato peggiore sia rispetto a quello dell’Emila-Romagna (-9,5) che dell’Italia (-11,5). Vendite all’estero che, nel 2021, sosterranno l’economia provinciale ma che non andranno oltre il +6,2 (+6,8 in Emilia-Romagna e +7,1 in Italia).

Il Covid non risparmia neppure il mercato del lavoro, che, nel 2020, ha registrato un calo dell’occupazione del -2,2 percento, a fronte del -1,7 dell’Emilia-Romagna e del -1,9 dell’Italia, ed un aumento del tasso di disoccupazione al 5,4 percento, a fronte del 6 dell’Emilia-Romagna e del 9,4 dell’Italia. Tasso di disoccupazione – conclude la Camera di commercio – che, nel 2021, per la provincia di Ravenna dovrebbe ulteriormente aumentare, attestandosi sul 6,2 percento.

Cordoglio a Ravenna per la morte del pizzaiolo Vincenzo Battafarano

Con la propria auto si è schiantato nella notte sulla Reale contro un camion

Vincenzo BattafaranoCordoglio in città per la scomparsa di Vincenzo Battafarano. Si tratta del 51enne morto nella notte tra domenica e lunedì sulla Reale, probabilmente al ritorno dal lavoro.

L’uomo – calabrese di origine ma residente da anni a Mezzano – lavorava infatti come pizzaiolo (al momento in un locale sui lidi ravennati operativo anche di sera).

E in questa veste lo conoscevano i tanti amici che lo stanno ricordando sul web, in particolare tra chi frequenta la storica Enoteca Bastione (nella foto, dell’ex gestore Duilio Vincenzi).

Battafarano si trovava alla guida della propria Alfa quando si è scontrato con un camion che stava facendo manovra. L’impatto è stato violentissimo.

Entro due anni l’ampliamento del pronto soccorso

Presentato il progetto per il reparto inaugurato nel 2012. Verranno introdotti cinque codici di colore per dividere i percorsi dei pazienti

Psnuovo
Il pronto soccorso di Ravenna, oggi e fra due anni

L’ospedale di Ravenna avrà un pronto soccorso più moderno e ampliato entro due anni con un investimento pubblico di circa 5 milioni di euro. Stamani, 8 febbraio, è stato presentato il progetto che prevede la modifica del reparto a cui si accede da viale Randi, al piano terra della palazzina Dea (dipartimento emergenza accettazione). L’attuale configurazione era stata inaugurata a maggio 2012.

La novità principale del futuro Ps sarà l’istituzione di cinque codici di colore a seconda della gravità, ognuno con uno suo percorso autonomo che dovrà evitare il sovrapporsi dei pazienti. Oltre alle nuove modalità funzionali, l’ampliamento degli spazi, con più posti letto, tre sale aggiuntive per i codici rossi, una sala Tac Etc.

Il tutto rientra in un progetto complessivo più ampio che prevede anche l’ampliamento delle terapie intensive, attraverso l’aumento dei posti letto isolati per pazienti infetti e del blocco operatorio, che al suo interno vedrà la presenza di una sala operatoria dedicata agli interventi di pazienti infetti , tre nuove sale operatorie aggiuntive più una sala operatoria ibrida che si aggiungeranno alle attuali 8 presenti oggi.

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione del progetto Ps, il direttore Sanitario di Ausl Romagna, Mattia Altini, ha illustrato anche l’avvenuta separazione in due unità operative dell’attuale reparto di Medicina. Uno spacchettamento che risponde a due importanti vocazioni distintive; una rivolta ad una forte integrazione con il territorio , punto di riferimento per la medicina generale e le cure primarie diretta dal professor Marco Domenicali e l’altra , diretta dalla dottoressa Maria Giulia Sama, indirizzata ad offrire una rapida risposta e presa in carico dei pazienti provenienti dal Pronto Soccorso, pazienti post chirurgici e provenienti dalla Rianimazione.

Si ribalta con il trattore nel fosso vicino a casa: muore un 70enne

 

Un uomo di 70 anni è morto nel primo pomeriggio di oggi, 8 febbraio, a pochi metri da casa. L’anziano è infatti finito in un fosso mentre stava facendo manovra con il proprio trattore, sul quale stava andando a lavorare nel terreno di fianco alla propria abitazione.

L’incidente è avvenuto a Cannuzzo, in via Concezione.

Inutili i soccorsi. Sul posto anche carabinieri e vigili del fuoco.

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