mercoledì
10 Settembre 2025

Dipendenti “infedeli” rubano 100 stecche di sigarette destinate all’esportazione

Incastrati dal sistema di videosorveglianza. Denunciati per contrabbando

Foto TleNei giorni scorsi le Fiamme Gialle della 2ª Compagnia di Ravenna hanno ricevuto la denuncia del titolare di una ditta (specializzata nella gestione delle provviste di bordo delle navi che transitano nel porto ravennate) per la sottrazione da un bancale di merce di circa 100 stecche di sigarette (2 casse) destinate all’esportazione come dotazione di bordo di una nave in partenza.

I successivi approfondimenti, svolti con il fondamentale ausilio della stessa azienda danneggiata, hanno permesso alla Finanza di individuare gli autori del furto in due dipendenti infedeli della stessa ditta, che sono stati anche ripresi “in azione” dal sistema di videosorveglianza presente all’interno del magazzino.

I due, vistisi scoperti, hanno ammesso le loro responsabilità e restituito la gran parte della refurtiva. Nei loro confronti è scattata comunque la denuncia penale per contrabbando e appropriazione indebita aggravata e la merce, dapprima sequestrata, su disposizione della Procura della Repubblica di Ravenna, è stata già restituita alla società di logistica.

Da 45 giorni attende il trasloco della linea ma Fastweb non sa sbloccare la pratica

La compagnia di telecomunicazioni non sa dare i tempi dell’operazione a una cliente che intanto si aggrappa al telefonino con Iliad per lo smart working. In occasione di un precedente trasferimento ci vollero sei mesi e poi l’azienda ammise di non riuscire a completare l’operazione

Pexels Pixabay 159304«La sua pratica si è bloccata un mese fa e non sappiamo dirle quanto ci vorrà per sbloccarla». È la risposta di Fastweb a una cliente che ha cambiato casa e attende un semplice trasloco della linea internet da un mese e mezzo. Nel frattempo la salvezza è Iliad: «Uso la connessione del telefonino per lo smart working», ci racconta la protagonista della vicenda, una 38enne originaria di Solarolo. E pensare che lo spot tv della compagnia dice “Siamo pronti per la vera rivoluzione”.

Il disagio attuale nasce con la richiesta fatta poco prima di Natale. In previsione di un trasferimento da Parma a Milano, in programma nelle prime settimane del 2021, la 38enne contatta Fastweb e chiede il trasloco: le devono spostare la fornitura del servizio dall’indirizzo emiliano a quello lombardo, non serve altro perché il modem rimarrà lo stesso. «Quando ho fatto la richiesta mi hanno garantito il completamento entro 40 giorni, che era un tempo sufficiente per le mie esigenze». A dire il vero le avevano garantito la stessa tempistica anche quando aveva fatto il viaggio inverso, Milano-Parma, nel 2019. Invece non bastarono sei mesi: «Ma a quel tempo si lavorava negli uffici e la connessione a casa non era così necessaria. Mi parlarono di blocco dei sistemi e ammisero di non essere in grado di completare la procedura così feci una nuova attivazione». Il danno? Quantificato in 25 euro di rimborso.

All’inizio del 2021 la solarolese trapiantata in Emilia fa le valigie e raggiunge Milano contando sul traffico dati della sim sul cellulare come soluzione temporanea, nella convinzione che Fastweb avrebbe fatto non “la rivoluzione” ma almeno un trasloco. Invece: «I giorni passavano e non c’erano novità. Ho iniziato a cercare di mettermi in contatto con qualcuno che mi desse le tempistiche del lavoro». E qui inizia una storia nella storia.

L’unico modo per avere un contatto è stato assaltare la bacheca della pagina Facebook dell’azienda di telecomunicazioni, terzo operatore in Italia per linea fissa dopo Tim e Vodafone. «Al numero di telefono c’è il risponditore automatico ma non mi ha mai fatto parlare con un operatore e non ho avuto spiegazioni. Sulle chat di Messenger c’è il bot Marvin che dopo un po’ ha smesso di rispondermi». La donna non molla: «A quel punto mi sono messa a postare lo stesso commento di lamentela sotto a tutti i loro post fino a quando ho ricevuto una telefonata. Mi è dispiaciuto fare così perché lavoro anche io nella comunicazione e so bene quanto è fastidioso per i gestori dei social, ma non avevo alternative».

Questo è successo pochi giorni fa. Dall’altro capo del telefono il call center che ammette: c’è un blocco dall’1 gennaio ma non sanno quanto impiegheranno a sbloccarlo. E in un mese non si erano nemmeno preoccupati di informare la cliente. «Ho cercato in ogni modo di avere spiegazioni più precise ma non ho ottenuto nulla. A quanto pare l’unica soluzione sarà disdire il contratto di Parma e attivarne uno nuovo a Milano come se fossi un nuovo cliente. Ma ci saranno dei costi aggiuntivi. A questo punto però non posso più aspettare: non posso affidarmi solo a una sim, per il lavoro ho necessità di una connessione più stabile e senza limiti di traffico». Lo spot tv è con Filippo Tortu, primatista italiano nei 100 piani: può fare una corsa lui tra Parma e Milano?

Zona gialla, dal 2 febbraio riaprono i monumenti di Ravenna

E dal 3 anche Palazzo Milzetti a Faenza e la Villa Romana di Russi

Sant'apollinare In Classe, Mosaici Del Catino, Trasfigurazione Simbolica, VI Secolo, 04 Croce GemmataProsegue la riapertura nei giorni feriali dei musei e dei parchi archeologici del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nelle regioni classificate gialle, come previsto dalle disposizioni introdotte dal Dpcm del 14 gennaio 2021, con orari e modalità verificabili sui siti internet dei singoli istituti culturali.

Sulla base dell’ordinanza firmata dal Ministero della Salute, in provincia di Ravenna riaprono quindi dal lunedì al venerdì, a partire da martedì 2 febbraio, il  Battistero degli Ariani, la Basilica di Classe, il Museo Nazionale di Ravenna, il Palazzo e il Mausoleo di Teodorico a Ravenna. Da mercoledì 3 febbraio, invece, riaprono Palazzo Milzetti a Faenza e Villa Romana di Russi a Ravenna.

La lista dei luoghi della cultura aperti, in continuo aggiornamento, è consultabile – con orari ed eventuali modalità di visita – sul sito del MiBACT all’indirizzo https://www.beniculturali.it/evento/aperturadeimusei.

A questo link invece il dettaglio dei siti del Comune di Ravenna.

Smog, misure straordinarie: stop barbecue e divieto di sosta con motore acceso

Le ulteriori restrizioni in vigore (al momento) martedì 2 e mercoledì 3 febbraio

Sulla base delle previsioni di Arpae, contenute nel bollettino Liberiamolaria – pubblicato il lunedì, il mercoledì e il venerdì all’indirizzo http://bit.ly/bollettinoaria – domani, martedì 2 febbraio, e mercoledì 3 saranno in vigore nel comune di Ravenna e in quello di Faenza le limitazioni ulteriori previste dal Piano aria integrato regionale (mercoledì 3 sarà emesso il nuovo bollettino, che darà indicazioni per i giorni successivi).

Le ulteriori limitazioni sono:

  • dalle 8.30 alle 18.30 lo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel euro 4 (si aggiunge allo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel inferiori all’euro 4, di quelli a benzina fino all’euro 2 compreso, di quelli a metano-benzina e Gpl-benzina fino all’euro 1 compreso, dei ciclomotori e motocicli fino all’euro 1 compreso);
  • divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli;
  • abbassamento del riscaldamento fino ad un massimo di 19°C (+ 2 di tolleranza) nelle case, negli uffici, nelle attività ricreative, di culto, commerciali e sportive e 17°C (+ 2 di tolleranza) nei luoghi che ospitano attività produttive e artigianali (sono esclusi ospedali ed edifici assimilabili, scuole ed edifici assimilabili);
  • divieto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi d’artificio ecc.);
  • divieto di uso (in presenza di impianto alternativo) di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa con classe di prestazione energetica ed emissiva inferiore a 4 stelle;
  • divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili;
  • potenziamento controlli sia sulla circolazione dei veicoli nei centri urbani che sugli impianti termici a biomassa che sulla combustione all’aperto e spandimento liquami.

Lo chef stellato e il delivery: «Non mi appartiene, lo faccio per sopravvivenza»

Il ravennate Alberto Faccani, alla guida del Magnolia di Cesenatico, è tra i trenta cuochi italiani con due Stelle Michelin: «Stiamo perdendo 100mila euro di incassi al mese». Consegne a domicilio in tutta la Romagna: «Piatti precotti e refrigerati con indicazioni ai clienti che ci fanno i complimenti il giorno dopo»

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Alberto Faccani di Magnolia

Il ravennate Alberto Faccani, 45 anni, è tra gli chef più rinomati d’Italia. Il suo Magnolia, a Cesenatico, è l’unico ristorante nelle tre province della Romagna a potersi fregiare di ben due stelle Michelin, medaglia che possono vantare solo un’altra trentina di locali in tutta Italia. Per lui, così come un po’ per tutto il comparto dell’alta cucina, il delivery ha rappresentato una vera e propria sfida.

«Ci pensavo stamattina – ci dice al telefono –, fino a un paio di anni fa forse neppure sapevo cosa voleva dire, delivery». Adesso, invece, è diventato una sorta di prassi anche per il Magnolia. «Siamo abbastanza organizzati devo dire – commenta ancora lo chef –, abbiamo iniziato già dallo scorso aprile. Ora facciamo consegne dal giovedì alla domenica un po’ in tutta la Romagna (in provincia i suoi piatti stellati arrivano a Cervia, Milano Marittima, Faenza e Ravenna, ndr), pubblicando nuovi menù ogni settimana, con prenotazioni via mail e trasporto compreso nel prezzo». 50 euro a persona, per l’esattezza, non paragonabile con i menù degustazione da almeno 120 euro (bevande escluse) serviti al tavolo del ristorante.

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Alberto Faccani

«La mia è una cucina espressa, con il delivery sto facendo qualcosa che non mi appartiene, sinceramente. Lo faccio per spirito di sopravvivenza. Faccio un esempio: siamo chiusi dal 13 dicembre, come ristori e incentivi incasseremo 10mila euro circa, ma con il ristorante aperto nel mese delle feste ne avrei fatturati forse 120mila. In media stiamo parlando di questo, di 100mila euro di mancati incassi al mese, per un ristorante come il nostro». Un ristorante che si è dovuto completamente reinventare. «I miei ragazzi di sala sono diventati fattorini e fanno le consegne. A volte consegno anch’io, chef a domicilio (ride, ndr). Grazie a questo nuovo lavoro ho scoperto le funzioni di Google Maps: mi ha salvato la vita».

I piatti, come detto, non possono essere paragonabili con quelli che si potevano (e potranno) gustare al ristorante. «L’estetica passa per forza di cose in secondo piano, anche se abbiamo fatto un ottimo lavoro nel packaging. Non scendiamo invece a compromessi sulle materie prime, che sono le stesse, di iper qualità. Non mi piace poi il delivery con piatti caldi che in realtà arrivano freddi. I nostri sono tutti precotti e refrigerati, abbiamo mezzi di trasporto adeguati, e poi diamo le indicazioni ai clienti su come rigenerarli, in semplicità, senza dover utilizzare strumenti poco presenti nelle cucine della gente comune. I clienti hanno risposto, siamo soddisfatti, e mi pare si stiano divertendo e apprezzando anche loro: il giorno dopo spesso ci arrivano messaggi di complimenti».

65599933 2546033328763715 6391166740973223936 NCome ripartirà il mondo della ristorazione? «Secondo me aumentando i prezzi. Difficile fare altrimenti. Io mi sforzerò di mantenerli uguali a prima, ma sto pensando di ridurre la scelta, magari proponendo solo menù degustazione con le eccellenze del giorno. Almeno in zona gialla possiamo sfruttare i weekend, a Cesenatico. Per San Valentino, in ogni caso, ho già in mente un “delivery” speciale, in collaborazione con una Maison di Champagne».

Casa Matha, due conferenze online sul mare Adriatico e la poesia di Dante

Appuntamenti a libero acceso, il 2 e 3 febbraio, con gli interventi degli studiosi Andrea Barbanti e Fulvia Missiroli

Mosaico Casa MathaProseguono gli incontri culturali in streaming promossi dalla Casa Matha di Ravenna.
Martedì 2 febbraio, alle ore 17, sotto la direzione di Piergiorgio Vasi si terrà un appuntamento di approfondimento sulle problematiche della costa adriatica. Per l’occasione si terrà la lezione-conferenza di Andrea Barbanti responsabile dei Sistemi Costieri e Impatti Antropici per il CNR nell’Istituto di Scienze Marine di Venezia, terrà una lezione dal titolo: “Il Nostro Mare Adriatico”.
Il giorno seguente mercoledì 3 febbraio, alle ore 17, per il Corso dell’Area Storico-Umanistica la prof.ssa Fulvia Missiroli concluderà prima parte delle lezioni con una conferenza dal titolo: “La Commedia, poema di metamorfosi”. Questo appuntamento è inserito nel corso dal titolo “Dante: la sua opera, il suo mondo”.
Entrambe le conferenza sono a libero accesso attraverso la diretta sul web tramite il canale Youtube della Casa Matha.

Eraldo Baldini: «C’è un grande patrimonio di immagini e storie da salvare»

Intervento dello scrittore sul fondo documentario di Bellosi e Zaffagnini, dedicato alla cultura popolare, che rischia di andare disperso. E invece andrebbe valorizzato

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Una foto di Giovanni Zaffagnini

[Recentemente si discute a Ravenna di] «un grande e bellissimo patrimonio di fotografie e registrazioni sonore che, soprattutto nella seconda metà del secolo scorso, è stato costituito grazie all’enorme e costante lavoro del fotografo Giovanni Zaffagnini e dal folclorista, dialettologo e saggista Giuseppe Bellosi.
Li conosco benissimo entrambi, e conosco quel patrimonio, che riguarda la cultura popolare e la vita tradizionale della gente di Romagna. A volte vi ho attinto per i miei studi e le mie pubblicazioni, e ne conosco quindi la vastità e l’importanza. Le registrazioni e le foto riguardano le feste del ciclo dell’anno, la vita contadina, il lavoro dei guaritori di campagna e la magia popolare, la vita sociale (la piazza, il mercato), le ritualità tradizionali (le Pasquelle, i Carnevali e tutte le ricorrenze che venivano celebrate in maniera tradizionale), aspetti del “ciclo della vita” e del paesaggio non solo umano, ecc. ecc.

Lo scrittore e studioso di storia e folclore della Romagna Eraldo Baldini
Lo scrittore e studioso di storia e folclore della Romagna Eraldo Baldini

Perché questa improvvisa attenzione? Perché una università straniera che si è offerta di acquistare le fotografie, che potrebbero lasciare la Romagna e finire dunque oltreoceano. Da ciò è nato un certo movimento d’opinione che chiede, giustamente, che restino qui e che qui vengano adeguatamente conservate e soprattutto valorizzate.

Mauro Felicori, Assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, intervenendo nel dibattito ha espresso la propria disponibilità e l’impegno a provarci, cioè a trovare il modo e la strada per far rimanere qui il fondo Zaffagnini-Bellosi. Qualcuno ha suggerito che la Biblioteca Classense di Ravenna potrebbe essere in merito luogo e occasione adatta. La risposta del Direttore della Classense, Maurizio Tarantino, è stata (tiepidamente) possibilista. Del resto la Classense ospita già un patrimonio di 200.000 immagini e fotografie d’epoca.

Ma è qui che sta a mio avviso il nodo vero del problema: un conto è possedere e ospitare dei fondi importanti, un altro è valorizzarli, metterli a frutto, farli rientrare in maniera attiva e virtuosa nelle dinamiche dell’arricchimento culturale di una comunità, metterli a disposizione di chi a quella comunità voglia approcciarsi. Quanti di noi conoscono davvero quelle 200.000 immagini, o le tante altre migliaia conservate presso altre biblioteche, Istituti e collezioni pubbliche? Sì, ogni tanto (raramente) qualche mostra è stata fatta, ma può bastare questo per avvicinare il pubblico a un patrimonio che è di tutti? Io credo di no. Credo anzi che la stragrande maggioranza delle persone non lo sappia neppure, che esistono questi straordinari fondi, questi preziosi scrigni di conoscenza e di memoria.

Giuseppe Bellosi Ritratto
Il saggista esperto di tradizioni popolari e dialettologo, Giuseppe Bellosi

Del resto tutto ciò, da noi, che riguarda direttamente o indirettamente la cultura popolare risente da troppi decenni di disinteresse e di sottovalutazione. Una sorta di “damnatio memoriae” che ha relegato nel limbo della marginalità una realtà che invece fa parte a pieno titolo della nostra storia, delle nostre radici, della nostra lingua, della nostra cultura. Perché è da lì che veniamo: dal modo di pensare, dal lavoro, dalle abitudini, dagli stili di vita, dalla mentalità, dalle ritualità, dal “sapere” delle tante generazioni che ci hanno preceduto e che fino circa alla metà del Novecento hanno costituito quel mondo contadino, o comunque popolare e tradizionale, che è sopravvissuto secoli o millenni prima di lasciare il posto alla società moderna. Una “eredità” preziosa, insomma, che sarebbe sbagliato sottacere o disperdere.

Volete un paio di esempi di questa scarsa considerazione? Il primo riguarda i musei etnografici: oggi, in provincia di Ravenna, di pubblici ne è rimasto solo uno, a San Pancrazio di Russi, in un funzionale edificio che fu appositamente costruito anni fa. Questo museo però non ha un direttore, non ha personale, non ha orari d’apertura fissi, se non su appuntamento, e la sua gestione è lasciata alla meritoria, volontaria e gratuita attività di una Associazione culturale locale.

Il secondo riguarda il Centro per il Dialetto Romagnolo, nato in passato con una convenzione tra la Provincia di Ravenna, i Comuni e la Fondazione Casa Oriani, con una sede operativa a Casa Foschi. All’inizio il centro era finanziato dalla Provincia di Ravenna; quando, qualche anno fa, alle Province furono tolte le competenze sulla cultura, questo finanziamento fu interrotto. Intervenne l’Istituto per i Beni Culturali, che subentrò nell’azione di finanziamento in base alla Legge regionale sulla la salvaguardia dei dialetti; l’IBC finanziava tra l’altro la necessaria opera di digitalizzazione e di catalogazione dei documenti sonori. Ma nel 2020 il finanziamento è stato sospeso. Ora l’IBC non esiste neppure più (le sue competenze sono passate dal 1° gennaio 2021 all’Assessorato regionale alla Cultura). Teniamo poi conto che il Centro per il Dialetto Romagnolo usava i software delle Regione Lombardia (i più adatti perché realizzati a quello scopo), ma la convenzione con la Regione Lombardia non è stata rinnovata, per cui oggi il catalogo e gli archivi del Centro sono inaccessibili e non ampliabili.

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Una foto del fondo documentario di Giovanni Zaffagnini

Tornando al fondo Zaffagnini, anche il mio auspicio è ovviamente che rimanga qui. Ma quello maggiore è che venga valorizzato, e che non subisca il destino di finire dimenticato dentro un mobile di qualche biblioteca, insieme ad altri altrettanto dimenticati.

Un fondo di questo genere acquista o mantiene valore se è disponibile, attivo, “presente”.

Se, ad esempio, oltre ad usarlo per allestire mostre si desse vita a una collana di pubblicazioni sui vari argomenti (ad esempio le feste tradizionali, la socialità popolare, il lavoro contadino, la magia popolare, ecc.). Pubblicazioni per le quali andrebbero cercati i necessari finanziamenti: anche se con i “chiari di luna” attuali ciò non è semplice, credo che non sarebbe, però, neppure impossibile, perlomeno nel lungo periodo.

L’importante è volerlo e saperlo fare, e avere la consapevolezza che una comunità ha non solo il dovere, ma anche il diritto di essere padrona delle proprie memorie e del proprio patrimonio culturale.

Nel caso ciò non si voglia fare, allora è meglio che il fondo (lo dico come provocazione, beninteso) venga davvero ceduto all’università straniera che l’ha chiesto e che ha pure illustrato il piano di valorizzazione e di pubblicazioni a cui lo destinerebbe. Anche se questo sancirebbe il nostro menefreghismo e le nostre incapacità, sarebbe sempre meglio che lasciarlo ammuffire in un qualche cassetto nostrano».

Epidemia in decrescita stabile nel ravennate: 77 i nuovi contagi, 4 invece i morti

In regione i positivi sono 1.277, mentre sono 22 i decessi. Proseguono le vaccinazioni, ormai a quota 200mila

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNANel territorio ravennate oggi si sono registrati 77 casi di positività al Covid 19: 35 maschi e 42 femmine; 45 asintomatici e 32 con sintomi; 73 in isolamento domiciliare e 4 ricoverati. In particolare, 58 persone sono state rilevate positive tramite contact tracing; 14 per sintomi; 4 per test volontari; 1 per test di categoria.
I tamponi eseguiti ieri ammontano a 1253.
Sono stati comunicati anche 4 decessi: 2 pazienti di sesso maschile di 69 e 78 anni e 2 pazienti di sesso femminile di 87 e 90 anni.
Sono state rilevate peraltro circa 49 guarigioni.
Attualmente i casi di contagio complessivamente diagnosticati da inizio contagio sono 16.568.

In ambito regionale si sono registrati 1.277 casi di positività in più rispetto a ieri, su un totale di 13.519 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 9,4%.  L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,2 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 231 nuovi casi; a seguire Rimini con 191, Bologna (187), Reggio Emilia (158), Ferrara (113), Imola (80), Ravenna (77), Piacenza (63). Poi Cesena (60), Parma (60) e Forlì (57).

Intanto si registrano anche 22 nuovi decessi: 3 a Piacenza , 4 in provincia di Parma , 3 in provincia di Reggio Emilia ; 7 nel modenese, 1 in provincia di Ferrara  e 4 in provincia di Ravenna. Nessun decesso nelle province di Bologna, Cesena, Forlì, Imola e Rimini. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione hanno raggiunto quota 9.476.

In Emilia-Romagna i contagiati ricoverati in terapia intensiva sono 206 (+3 rispetto a ieri), 2.112 quelli negli altri reparti Covid (-11). I pazienti che occupano i letti in terapia intensiva sono così distribuiti: 14 a Piacenza (invariato), 15 a Parma (+2), 17 a Reggio Emilia (invariato), 41 a Modena (-1), 47 a Bologna (+1), 14 a Imola (invariato), 27 a Ferrara (+1), 7 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (invariato) e 19 a Rimini (invariato).

Per quanto riguarda le vaccinazioni in tutta la regione – con dato aggionrato alle ore 15 di oggi – sono state somministrate complessivamente 194.835 dosi, di cui 5.892 oggi; sul totale, 64.232 sono seconde dosi, cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Veronica Verlicchi della lista civica “La Pigna” si candida a sindaco di Ravenna

L’annuncio in un video postato su YouTube. Resta l’incognita delle alleanze nel centrodestra per sfidare la ricandidatura di De Pascale

A pochi mesi dall’appuntamento elettorale per le amministrative a Ravenna, si modifica lo scacchiere della sfida per la carica di sindaco della città, per ora occupata solo dalla ricandidatura dell’attuale primo cittadino Michele De Pascale. Entra in campo infatti Veronica Verlicchi, consigliera comunale capogruppo, e animatrice politica con Roberto Ticchi, della lista civica La Pigna.
L’annuncio della sua candidatura è affidata ad un breve video postato su YouTube, nella quale la signora – 44 anni, occupata nel ramo della comunicazione – afferma semplicemente che «la città e il suo territorio hanno bisogno di voltare pagina», e poi «sanità, economia, lavoro, turismo, sicurezza, sono solo alcuni dei temi su cui bisogna intervenire al meglio e presto… Io mi candido a sindaco di Ravenna perché voglio farlo e ci credo, per condividere con voi questo progetto. Voltiamo pagina insieme». Nessun accenno ad eventuali strategie elettorali e allenze nel campo del centrodestra per contendere la competizione elettorale nei confronti dello schieramento di centrosinistra.

Un tono apparentemente tranquillo, molto generico, diverso dai pesanti attacchi politici – a volte circostanziati altri pretestuosi – che la consigliera d’opposizione ha spesso riservato a membri dell’attuale giunta comunale e al sindaco De Pascale, come la recente accusa di presunte irregolarità nei versamenti suoi personali pensionistici, che si è concretizzata con un esposto in procura.

Che la Verlicchi, con questa anticipazione, possa segnare un primato come candidata di riferimento delle formazioni politiche di centrodestra è ancora tutto da verificare, visti i rapporti non proprio idilliaci, anche sul piano personale, fra La Pigna ed esponenti locali della Lega, di Forza Italia e della Lista per Ravenna, soprattuto per quanto riguarda il suo mentore Alvaro Ancisi.
Fin qui sul piano strategico. Ma la politica punta anche su molte opportunità tattiche e pragmatiche: la battaglia per la poltrona di Palazzo Merlato è appena iniziata, anche se con toni apparentemente tranquilli.

Il teatro Alighieri cantiere di nuove produzioni: “L’isola disabitata” e “Orfeo”

Le prove del regista Luigi De Angelis per l’opera di Haydn e poi per quella di Monteverdi, affidata a Pier Luigi Pizzi

Luigi De Angelis Regista
Il regista Luigi De Angelis

Giorni di prove nella “fabbrica” del Teatro Alighieri di Ravenna, che dietro le porte chiuse al pubblico – fino al 5 marzo secondo l’ultimo Dpcm – non ha interrotto le attività. Dopo aver inaugurato la Stagione con lo streaming gratuito di Histoire du soldat di Stravinskij (disponibile fino al 22 aprile su ravennafestival.live), si lavora su nuove produzioni: su L’isola disabitata di Haydn, affidata alla regia di Luigi De Angelis, fino a fine gennaio; mentre febbraio sarà dedicato all’Orfeo di Monteverdi, firmato da Pier Luigi Pizzi.

In questa fase le energie si concentrano sulla messa a punto registica e preparazione musicale dei cantanti, mentre l’ingresso dell’orchestra – per l’Isola il Dolce Concento Ensemble diretto da Nicola Valentini e per l’Orfeo l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone, affiancata dal Coro Costanzo Porta preparato da Antonio Greco – avverrà in vista dell’inserimento in calendario degli eventi, destinati alla seconda metà del 2021.

«Ottimizziamo i tempi di produzione – spiega infatti Antonio De Rosa, Sovrintendente di Fondazione Ravenna Manifestazioni – trasformando anche il periodo a porte chiuse in un investimento di creatività ed energie che guarda al futuro. Così tuteliamo i lavoratori e gli artisti, garantendone gli impegni, ma anche gli spettatori, che devono saperci preparati a qualunque contesto ci attenda nei mesi a venire».

In diretta sul web dal Teatro Socjale, l’ultimo episodio dei Trebbi Romagnoli

Protagonisti dell’incontro, alle 17 del 31 gennaio, Rudy Gatta, Eliseo Della Vecchia e la cantante Agata Leanza

Trebbo Gatta Della VecchiaSi conclude domenica 31 gennaio alle 17 – in diretta da Teatro Socjale di Piangipane e visibile in live streaming dalle piattaforme social – il ciclo degli ormai tradizionali Trebbi Romagnoli, da un progetto di Rudy Gatta ed Eliseo Della Vecchia.
Per la serata finale, ospite d’onore l’artista e cantante Agata Leanza.
L’idea è nata la primavera scorsa a Gatta e Della Vecchia che con l’Associazione Culturale Percorsi di Mezzano hanno dato vita a una piccola programmazione domenicale coinvolgendo i tanti protagonisti della vita culturale romagnola, soprattutto sul versante del dialetto e delle tradizioni. Dalle canzoni alla lettura di poesie e zirudele di poeti romagnoli.

La collaborazione tra Teatro Socjale di Piangipane e Associazione Culturale Percorsi di Mezzano ha dato vita a un evento speciale che si è svolto la scorsa domenica (il 24 gennaio) dove l’ormai celebre trio composto da Vittorio Bonetti, Eliseo Dalla Vecchia e Rudy Gatta hanno messo in scena Zèz che Neva una allegra scorribanda di personaggi e fatti della Romagna
Per l’ultima puntata del ciclo, invece, domenica 31, l’ospite d’onore sarà Agata Leanza, una cantante in grado di spaziare dal jazz alla bossa-nova e di affrontare con il proprio stile musiche di differente provenienza – e di interpretare così nel classico formato piano trio con cantante sia gli standard del jazz che i brani originali

‘iniziativa intende festeggiare anche i cent’anni della fondazione del teatro Socjale di Piangipane fortemente voluto dai braccianati del paese per la loro emancipazione sociale e culturale. «Oggi come all’ora nell’anno dell’anniversario si rinnova questa funzione sociale e culturale – scrivono gli organizzatori – nel nostro intento e nella scelta del luogo, c’è la volontà di riportare un sorriso e un segnale di speranza in questo momento difficile per tutti noi».

Anche a Ravenna, dal 4 febbraio, si riaprono mostre e musei

Visitabili l’antologica del fotografo Paolo Roversi al Mar e le rassegne della Classense. Il Sindaco: «arte e cultura devono rinascere»

Unopm scorcio della mostra di Paolo Roversi al Mar di Ravenna (foto Silvestrin&Associati)
Unopm scorcio della mostra di Paolo Roversi al Mar di Ravenna (foto Silvestrin&Associati)

Conquistata la “zona gialla” anche a Ravenna si riaprono mostre d’arte e musei. Le norme prevedono l’accesso del pubblico solo nei giorni feriali, escluso i fine settimana. Da giovedì 4 febbraio in particolare saranno visitabili Studio Luce, la mostra del Mar dedicata a Paolo Roversi, con Inclusa est Flamma e le Figure per Gianni Rodari alla Classense.
Sia il Museo sia la Biblioteca riapriranno con le modalità organizzative e le prescrizioni necessarie, per consentire ai visitatori di svolgere le visite in sicurezza. Sui siti delle istituzioni e sulle loro pagine social saranno nei prossimi giorni tutte le indicazioni necessarie.

«Per la nostra comunità avere i musei e luoghi della cultura chiusi è stata una privazione molto pesante e molto sentita – commenta in una nota stampa del Comune il sindaco De Pascale –. Da sempre sostengo che tenere i centri commerciali aperti e i luoghi della cultura serrati oltre ad essere una scelta molto discutibile e poco comprensibile, è una scelta che nuoce ulteriormente alla condizione psicologica ed emotiva delle persone. Siamo già al lavoro per riaprire progressivamente le nostre istituzioni con la massima attenzione e nel rispetto delle misure per il contenimento del contagio. In particolare invito tutti e tutte a visitare (o tornare a visitare) la mostra dedicata al celebre fotografo ravennate Paolo Roversi al Mar, un percorso espositivo straordinario di caratura internazionale assolutamente da non perdere. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per permettere alla nostra comunità di fruire dell’offerta culturale e di beneficiare di quel conforto che la Cultura può offrire ai nostri cuori e alle nostre menti».

Su questa opportunità di riapertura è intervenuta anche l’assessora comunale alla cultura Elsa Signorino: «Le nostre Istituzioni culturali non hanno certamente cessato il loro lavoro in questi mesi. La Biblioteca Classensne ha continuato sempre a fornire il servizio di prestito, su prenotazione e a domicilio, e ha riallestito le sue sezioni di saggistica, in particolare, quella dedicata a Dante; il Mar ha proseguito con la preparazione delle mostre dantesche e con il riordino delle collezioni permanenti, che presenteremo a breve con rilevanti novità. Con la riapertura delle mostre le nostre Istituzioni offrono ai cittadini di Ravenna una proposta di grande attrattività e di altissima qualità artistica e intellettuale. Nei prossimi giorni l’Assessorato avvierà un confronto con le altre istituzioni della città al fine di concordare ulteriori riaperture, che possano, con la necessaria gradualità, estendere l’offerta culturale di Ravenna».

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