venerdì
22 Agosto 2025

Nel primo semestre 2020 export provinciale in calo del 16 percento rispetto al 2019

I dati Istat elaborati dalla Camera di Commercio mostrano una contrazione delle esportazioni paragonabile a quella del 2009. I prodotti in metallo crescono (+21%), cali superiori alla media per i prodotti della metallurgia (-34,2%)

Tcr ContainerIl valore dell’export della provincia di Ravenna nel primo semestre 2020 scende di 374,4 milioni di euro rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso, una contrazione del 16 percento (-14,2 percento per l’Emilia-Romagna e -15,3 percento per l’Italia). A segnare il peggior risultato è il secondo trimestre dell’anno, che chiude con un -31,6 percento, paragonabile solo al crollo del -38,4 percento del 2009. È quanto emerge dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati Istat.

La provincia di Ravenna si colloca nel periodo gennaio-giugno, con quasi l’uno percento dell’export italiano, al 33esimo posto della graduatoria nazionale delle province esportatrici, avanzando, rispetto al 2019, di una posizione.

In territorio negativo, in particolare, le vendite sul mercato europeo, principale canale per l’export provinciale (pari al 75 percento del totale), che si riducono, rispetto all’analogo periodo del 2019, del 12,7 percento. Le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 (il 61,5 percento del totale) hanno mostrato più o meno la stessa tendenza  (-13,9%), condizionata anche dall’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Nell’area dell’Euro, con una quota del 45,4% sul complesso delle esportazioni ed una flessione del -13,2%, sono proprio le vendite verso i Paesi più rappresentativi per l’export ravennate a destare preoccupazione: più contenuta la flessione in Germania (-9,2%), il mercato più vasto che assorbe da solo il 13,9% delle esportazioni provinciali; quasi doppia la caduta sul mercato spagnolo (-17%, con quota pari a 6,4%) e quella sul mercato francese, pari al -14% (9,3% l’incidenza sul totale).

Al di fuori dell’Ue post-Brexit, segnala l’Osservatorio di viale Farini, prosegue la crescita, seppur lentamente, delle vendite verso il Regno Unito (+1,9%), quarto partner commerciale per le imprese ravennati, verso il quale, nei primi 6 mesi di quest’anno, si è indirizzato il 6,3% dell’export complessivo provinciale. Crescono, nel primo semestre, anche le esportazioni verso i mercati dell’Asia orientale (+3,4%), dell’America centro-meridionale (+9,5%), dell’Africa settentrionale (+12,5%), dell’Oceania (+24,5%) e verso la Cina, che mette a segno un +7,9%.

Osservando i risultati dei singoli comparti, si registra l’ottimo aumento dell’export dei prodotti in metallo (+21%), per la maggior parte diretti nel Regno Unito, a cui seguono, più distanziate, le esportazioni del settore dei computer e prodotti di elettronica (+9,6%) e dei macchinari e delle apparecchiature meccaniche (+1,1%).  Di contro, fanno registrare cali superiori alla media le esportazioni dei prodotti della metallurgia (-34,2%), dei prodotti di minerali non metalliferi (-22,5%), quelle delle apparecchiature elettriche (-21,5%), per gli articoli in gomma e plastica (-18,3%) e per i prodotti chimici (-16,1%), Più contenuta la riduzione per i prodotti alimentari (-3%). Tengono decisamente meglio le esportazioni  dell’industria delle bevande (-0,6%) e  dell’aggregato dei prodotti agricoli (-0,3%).

A Ravenna torna il Lula Day: si ritrovano i seguaci dell’ex presidente del Brasile

Il 25 ottobre in piazza del Popolo: «Un invito a tutti coloro che lottano per la difesa dei diritti umani»

Lula BrasileAlla fine di ottobre, si tiene – in Italia, Canada, Portogallo, Francia, Cina, Stati Uniti, Inghilterra, Belgio, Svizzera, Germania, Spagna, Israele, Svezia e Brasile – la seconda edizione del Lula Day.

Anche quest’anno l’evento, associato al giorno del compleanno dell’ex presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva, prenderà il via da Ravenna. L’iniziativa ha come obiettivo quello di celebrare Lula, la sua eredità politica, «la sua lotta contro la fame e le disuguaglianze sociali – spiegano gli organizzatori –, focalizzandosi anche nel denunciare il lawfare a cui è stato criminosamente sottoposto, per impedirgli la partecipazione alle scorse elezioni presidenziali brasiliane».

A Ravenna, l’appuntamento è per domenica 25 ottobre alle 17 in piazza del Popolo.

«Il Lula Day – sostiene la presidente del comitato Carla Pithon – è un invito aperto a tutti e a tutte coloro che lottano per la difesa dei diritti umani, delle libertà fondamentali delle minoranze, e per il mantenimento dei processi politici democratici».

I tavolini all’aperto resteranno. E in centro a Ravenna nasceranno nuovi dehor

Il regolamento per l’occupazione di spazi pubblici del Comune di Ravenna può contare sul parere “preventivo” della Soprintendenza. L’assessore: «Così più certezze agli imprenditori»

Ragazze Al TavoloFatta eccezione per qualche piccola polemica che ha appassionato pochi, il centro di Ravenna in versione anti Covid è piaciuto un po’ a tutti. Come noto, a causa delle restrizioni rese necessarie per limitare i contagi, il Comune, sfruttando le direttive statali, ha infatti dato la possibilità ai locali di espandersi (a costo zero) occupando più “suolo pubblico” del solito. Gli esempi più lampanti sono i tavolini nel cosiddetto quadrilatero di via Ponte Marino, ma anche quelli aggiunti in piazza del Popolo o nella meno centrale zona di via Agnello.

Ora, arrivato l’autunno, il Comune ha già sfruttato la possibilità introdotta dal nuovo decreto del Governo concedendo una proroga al 31 dicembre, con i locali che stanno ridefinendo i propri spazi al fine di presentare nuovi progetti, verosimilmente leggermente ridotti rispetto all’estate. L’abbassamento delle temperature e il maltempo rischiano infatti di compromettere il sogno di poter continuare a vivere la città all’aperto, anche perché i vigili del fuoco – ci rivela l’assessore competente in materia, Massimo Cameliani – non hanno ancora dato il via libera alla possibilità di utilizzare i cosiddetti “funghi” per riscaldare gli ambienti esterni.

Lo stesso Cameliani è stato tra i protagonisti dell’approvazione del nuovo regolamento “per l’occupazione di aree e spazi pubblici, o privati di uso pubblico, con mezzi pubblicitari, fioriere, tende parasole, elementi di arredo e strutture temporanee a servizio di pubblici esercizi”. In una parola, il tema è quello dei “dehor”, come erano stati chiamati all’epoca della prima giunta Matteucci, quando fece discutere il regolamento che ne propose un modello poi di fatto mai veramente applicato, almeno in centro storico, spesso a causa del veto della Soprintendenza.

Oggi la novità – per nulla scontata, visto anche le diatribe che spesso nascono tra i due enti, come accaduto per esempio recentemente al Comune di Rimini – è proprio il coinvolgimento totale della Soprintendenza. «Si tratta di un lavoro che è la somma dei tre precedenti regolamenti in materia – commenta infatti Cameliani – e che porta con sé una novità straordinaria: il parere preventivo della Soprintendenza che di fatto ci dice, mappa alla mano, dove e come (i modelli sono tre, non solo uno come in passato, ndr) si possono realizzare i padiglioni esterni, le cui strutture potranno restare anche in estate. Evitando incertezze e lungaggini burocratiche per gli operatori». Di fatto, in centro storico, nuovi padiglioni potranno essere installati comunque solo in piazza Einaudi, in piazza Costa, al Fricandò vicino a Porta Adriana, nel nuovo locale di fronte al teatro Alighieri e all’enoteca Bastione del borgo San Rocco. Nei casi restanti, a seconda delle diverse zone del centro storico, sono state previste concessioni per tavolini, sedie, ombrelloni, vele, fioriere, all’insegna della semplificazione. «Il che non vuol dire che ogni operatore potrà fare quello che vuole – puntualizza Cameliani, rispondendo così in qualche modo anche alle perplessità della lettera aperta di alcune associazioni, tra cui Slow Food, che tengono al decoro del centro storico –, ci sono criteri concordati da rispettare». Ma per presentare un progetto, non occorrerà più vincolare tutta la via, per esempio, ma nel caso delle fioriere sarà sufficiente la collaborazione tra due esercizi.

«Voglio sottolineare – conclude Cameliani – anche che il regolamento prevede concessioni non più annuali, ma di 5 anni, un modo per permettere agli operatori di programmare gli investimenti con più certezze. Così come abbiamo dato tre anni di tempo ai locali per adeguarsi alle nuove norme».

Contratto scaduto da 7 anni, in ospedale la protesta dei lavoratori delle pulizie

La trattativa per il rinnovo era ripartita in aprile ma i sindacati accusano le associazioni datoriali di non mantenere gli impegni: «Nella pandemia si è vista l’importanza del settore»

PulizieDallo scorso marzo, nel dramma della pandemia di Covid-19, le lavoratrici, i lavoratori e le imprese dei servizi in appalto di pulizie e sanificazione sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2, soprattutto negli ambienti ospedalieri. Eppure il contratto collettivo nazionale è scaduto da sette anni e ancora il rinnovo non sembra all’orizzonte.

Il 20 ottobre le rappresentanze ravennati di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti si sono ritrovate davanti all’ospedale di Ravenna con una ridotta rappresentanza di lavoratori del settore per denunciare la difficile situazione. Il giorno seguente si è tenuta una manifestazione nazionale a sostegno del rinnovo del contratto e, in concomitanza, un presidio dell’area romagnola davanti alla sede di Confindustria di Forlì.

Ad aprile è stato riattivato il confronto tra le parti, a giugno è stato sottoscritto un avviso comune tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali per chiedere al Governo e alle istituzione regole certe e sostegno per il settore, convenendo che il rinnovo del contratto nazionale da realizzare in tempi brevi era il primo passo per dare il giusto riconoscimento a tante lavoratrici e lavoratori che sono stati e restano ancora in prima linea nella emergenza pandemia negli appalti pubblici e privati. Nello stesso incontro tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali si è condiviso il perimetro degli argomenti da discutere quale atto propedeutico a definire celermente il rinnovo del contratto nazionale.

«Dal 23 giugno sono iniziati gli incontri – sostengono i sindacati –, marcando subito dopo un chiaro passo indietro delle associazioni datoriali rispetto quanto pattuito e una chiara diversa impostazione. Le associazioni datoriali e le imprese hanno infatti presentato una lista di richieste su temi relativi a flessibilità, diritti e costi, riportando la trattativa indietro nel tempo. Da fine luglio a settembre a fronte della richiesta dei sindacati a essere coerenti e conseguenti con gli impegni presi, le associazioni hanno fatto saltare tutti gli incontri previsti producendo, nei fatti, una dilatazione dei tempi».

Il previsto incontro del 2 ottobre è saltato «per responsabilità delle associazioni, dimostrando la loro incapacità a dare seguito agli impegni assunti e sconfessa la volontà di rinnovare il contratto nazionale».

I sindacati chiedono di non perdere altro tempo: «Dopo 7 anni, le dichiarazioni di disponibilità a concludere il rinnovo del contratto nazionale da parte delle associazioni datoriali e delle imprese sono solo parole, non seguite da comportamenti coerenti e da un cambio di impostazione nei contenuti. Con la pandemia molte imprese hanno aumentato i fatturati, ma per riconoscere il giusto rinnovo del contratto continuano a fare richieste che mettono in discussione diritti e retribuzione».

Senza mascherine e gel igienizzante, chiusi 2 locali (con anche lavoratori in nero)

Oltre 200 persone e una cinquantina di attività sotto la lente della polizia locale di Ravenna

Bar Fase2 Fg
Foto di repertorio

Oltre 200 persone e una cinquantina di esercizi e attività commerciali sono stati controllati dalla polizia locale di Ravenna nell’ultima settimana, alla luce delle ultime disposizioni anti Covid.

Nel corso delle verifiche sono state una decina le irregolarità accertate, anche per altre violazioni alle leggi sul commercio.

Sono inoltre scattati provvedimenti di chiusura temporanea di due pubblici esercizi (un locale di intrattenimento, il Twins Night Club di Marina Romea, ed un bar-ristorante in città, il Teranga). In entrambi i casi gli agenti hanno proceduto alla contestazione dei previsti verbali, a carico dei titolari, per violazione delle normative anti-covid (tra cui mancanza delle mascherine obbligatorie e assenza di postazioni con gel igienizzante) per un ammontare di 1.200 euro, per ognuno.

Ulteriori controlli effettuati presso il locale di intrattenimento, sul litorale, congiuntamente ai carabinieri, hanno permesso di accertare poi la presenza di cinque lavoratori in nero, per cui sono scattate le ulteriori sanzioni del caso.

Covid, 29 casi e un nuovo ricovero in terapia intensiva in provincia di Ravenna

In regione accertati 671 contagi su oltre 17mila tamponi, nuovo record giornaliero

Test CovidSono 29 (di cui 9 asintomatici) i nuovi casi di coronavirus registrati nel territorio provinciale di Ravenna alle 12 di oggi, 21 ottobre. 21 dei nuovi pazienti si trovano in isolamento domiciliare mentre 8 sono stati ricoverati. Nel dettaglio si tratta di 10 pazienti sporadici per sintomi; 15 per contact tracing; 2 per screening pre ricovero; 2 a seguito di test volontario (di cui uno di rientro dalla Sicilia e uno con contatti fuori provincia).

In provincia di Ravenna le persone in terapia intensiva sono 4, una in più di ieri.

Il bollettino regionale del 21 ottobre. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 42.588 casi di positività, 671 in più rispetto a ieri, su un totale record di 17.165 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.

Dei nuovi positivi, sono 305 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,9 anni.

I tamponi effettuati sono stati 17.165, per un totale di 1.417.038. A questi si aggiungono anche 2.177 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 10.800 (632 in più di quelli registrati ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 10.118 (+559 rispetto a ieri), il 94% dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano otto nuovi decessi: 2 a Bologna (una donna di 85 e un uomo di 81 anni), 2 a Modena (una donna di 84 e un uomo di 86 anni), 2 a Piacenza (un uomo di 87 e uno di 68 anni, quest’ultimo residente in provincia di Lodi), 1 a Parma (un uomo di 84 anni) e uno a Reggio Emilia (un uomo di 90 anni).

Sono 86 i pazienti in terapia intensiva (+8 rispetto a ieri) e 596 (+65 sempre da ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono a 27.257 (+31 rispetto a ieri).

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.767 a Piacenza (+59, di cui 39 sintomatici), 4.911 a Parma (+51, di cui 38 sintomatici), 6.655 a Reggio Emilia (+82, di cui 67 sintomatici), 5.935 a Modena (+79, di cui 48 sintomatici), 7.845 a Bologna (+172, di cui 71 sintomatici), 730 casi a Imola (+14, di cui 5 sintomatici), 1.964 a Ferrara (+38, di cui 15 sintomatici); 2.145 a Ravenna (+29, di cui 20 sintomatici), 1.869 a Forlì (+26, di cui 17 sintomatici), 1.409 a Cesena (+21, di cui 15 sintomatici) e 3.358 a Rimini (+100, di cui 31 sintomatici).

Un ponte pedonale sopra i binari e una piazza in darsena: al via un concorso di idee

Bando del Comune per la riqualificazione dell’area: previsto anche un parcheggio multipiano, una nuova rotonda e il rifacimento dell’ex dogana

Bando Stazione
Lo schema alla base del concorso di idee

Aperto da oggi il concorso di idee lanciato dal Comune di Ravenna, in collaborazione con Fs Sistemi Urbani e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane), Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico centro settentrionale, Regione Emilia-Romagna e il coinvolgimento di Ravenna holding, per quello che è stato ribattezzato “hub intermodale” della stazione ferroviaria chiamato a fare da cerniera urbana tra la città storica e la darsena di città.

Si tratta di un bando rivolto a progettisti italiani ed europei organizzati in tutte le forme previste dalla legge ai quali viene chiesto di elaborare una proposta ideativa che, senza discostarsi troppo dai costi stimati, ammontanti a poco più di 35 milioni di euro, punti alla sistemazione urbanistica dell’area della stazione ferroviaria, mettendo in relazione il centro storico con la Darsena di città e ampliandone la funzione di scambio modale.

«Il concorso – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale – si pone l’obiettivo di realizzare quella che può essere definita “stazione ponte” in grado di riunire due quartieri della stessa città ora separati, stabilendo una connessione e un polo funzionale importante sul piano della mobilità e dello sviluppo socio-economico ma anche  capace di fondere le diverse anime di Ravenna, ad esempio quella marinara con quella storico-artistica».

«È una bella opportunità e una grande sfida – ha affermato l’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte – sia per i professionisti che si cimenteranno nel progetto sia per la città, che guarda al futuro e si proietta verso servizi all’avanguardia in grado di coniugare i temi pregnanti del nostro periodo storico: funzionalità e fruibilità degli spazi, ambiente, etica ed estetica nell’ambito delle politiche urbane e dei processi di pianificazione pubblici».

Il nuovo hub dovrà pertanto comprendere, tra gli altri, “il superamento dei binari mediante un attraversamento ciclabile e pedonale sopraelevato che dovrà caratterizzarsi anche come “belvedere” verso la darsena, il canale Candiano,  il centro storico, la rocca Brancaleone e il mausoleo di Teodorico – si legge nella nota del Comune di Ravenna –; un parcheggio multipiano quale soluzione prevedibile per le aree di sosta e parcheggio, ad integrazione e in connessione con la autostazione dei bus turistici e di linea e con i parcheggi esistenti in piazza Aldo Moro e a servizio del centro storico, della Darsena, del complesso della stazione ferroviaria e delle nuove funzioni da integrare, anche queste oggetto del concorso, che prevede anche la progettazione dell’ampliamento di edifici di servizio su viale Farini, di proprietà di Rfi, e la ricostruzione dell’edificio ex Dogana che oggi ospita il comando della Polizia locale. È altresì da prevedere – continua la nota del Comune – il riassetto urbanistico e funzionale della testata del canale Candiano, tramite la realizzazione di una piazza pubblica fronte canale che dovrà raccordarsi con il progetto della via di Spina che il Piano operativo comunale (Poc) Darsena prevedeva per l’accesso al nuovo quartiere rigenerato e che si intende riconfermare».

La commissione giudicatrice individuerà, mediante formazione di graduatoria, il vincitore del concorso di idee oltre ai due migliori classificati a cui verranno conferiti premi in denaro (complessivamente quasi 170mila euro, di cui 137mila andranno al vincitore, incaricato anche di terminare lo studio di fattibilità), ed eventuali altre proposte meritevoli previste nel numero massimo di cinque.

Il termine ultimo per la presentazione della richiesta di iscrizione è il 29 gennaio mentre la consegna della proposta ideativa dovrà avvenire entro il 5 febbraio.

Tutte le informazioni sul concorso sono pubblicate sul sito web del Comune  all’indirizzo http://bit.ly/hubintermodale

Slitta l’Omc: la fiera dell’offshore si terrà a Ravenna in maggio

L’evento biennale confermato anche nel 2021

Uff Stampa.it
Omc 2019

Omc, la fiera biennale internazionale dedicata al mondo delle estrazioni offshore del bacino mediterraneo, si farà a Ravenna anche nel 2021, nonostante le incertezze legate al Covid. La data è stata però in queste ore aggiornata: non si terrà più in marzo come tradizione, ma dal 25 al 27 maggio.

Uno slittamento che dovrebbe permettere anche di veder terminato il nuovo palazzetto nell’area del Pala De André, che ospita l’evento.

Nel 2021 Omc – si legge in una nota degli organizzatori – «sarà il primo evento trasversale del settore energetico nella zona del Mediterraneo quindi Europa, Nord Africa e Medio Oriente». Il tema della prossima edizione è “Rethinking energy together, alliances for a sustainable energy future” cioè “ripensare l’energia insieme, attraverso sinergie per un futuro energetico sostenibile”.

Sciopero all’Unigrà di Conselice: «Dipendenti lasciati senza rinnovo del contratto»

Stato di agitazione proclamato dai sindacati: «Comportamento incoerente dell’azienda»

Sede Unigrà LrFai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno proclamato lo stato di agitazione all’Unigrà. «Nonostante Unionfood abbia siglato il rinnovo del contratto dell’industria alimentare, l’azienda di Conselice ha infatti deciso di non aderire, lasciando i propri dipendenti senza il rinnovo del contratto nazionale», si legge in una nota inviata alla stampa dai sindacati, che hanno proclamato uno sciopero per la giornata di giovedì 22 ottobre.

Lo sciopero si svolgerà secondo le seguenti modalità: per i lavoratori giornalieri ultime quattro ore, per i lavoratori turnisti ultime quattro ore per ogni turno di lavoro.

«Rifiutandosi di aderire al rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare siglato il 31 luglio – commentano i responsabili territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – Unigrà sta assumendo un comportamento incoerente non solo con la posizione sottoscritta da Unionfood, ma anche con la responsabilità sociale che caratterizza le eccellenze del territorio e che dovrebbe essere praticata soprattutto in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo vivendo».

I sindacati ricordano che «a seguito dello strappo da parte delle associazioni datoriali che si sono rifiutate di firmare il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2019-2023 (sottoscritto nella notte del 31 luglio dopo dieci mesi di trattative e due giorni di negoziato no-stop, tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit e Assobirra) i sindacati di categoria hanno deciso di dichiarare in tutte le aziende, che non hanno aderito al rinnovo, lo stato di agitazione a causa di scelte incomprensibili dettate solo dall’indisponibilità a riconoscere un aumento di 13 euro a partire da aprile 2023».

I sindacati invitano le aziende che non hanno aderito «a cambiare idea e fare un gesto di responsabilità, riconoscendo ai lavoratori, gli aumenti salariali assolutamente appropriati (di 119 euro a regime) a cui si aggiungono 5 euro di welfare e 30 euro che verranno erogati a tutti i lavoratori per i quali non viene svolta la contrattazione di secondo livello».

Accordo per Fabbrica Vecchia e Marchestato: lavori da 5 milioni di euro, nel 2022

La ristrutturazione del complesso di Marina di Ravenna, dove verranno realizzati il comando dei vigili del fuoco e la scuola nazionale per sommozzatori

Fabbrica Vecchia MarchesatoCon la firma dell’accordo tra tutte le parti coinvolte, è arrivato il via libera al recupero (atteso da anni) del complesso monumentale della Fabbrica Vecchia e del Marchesato, nucleo storico del porto di Ravenna.

I due fabbricati saranno ristrutturati dall’Autorità Portuale – che in passato ne ha acquisito la proprietà a titolo gratuito dal Comune – con un investimento di circa 5 milioni di euro.

La cosiddetta “Fabbrica Vecchia” ospiterà il comando operativo dei vigili del fuoco nel porto, «che da lì potranno fornire un servizio più immediato ed efficace, soprattutto in previsione dei lavori per la realizzazione del nuovo Hub – ha dichiarato il presidente di Ap, Daniele Rossi – e di quanto pensiamo che possa essere più vissuto in futuro il nostro porto, con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire».

Il fabbricato del Marchesato diventerà invece centro nazionale di formazione e addestramento per le attività subacquee degli stessi vigili del fuoco.

Stanno intanto già iniziando i lavori per la realizzazione della banchina antistante, necessari anche per proseguire nell’escavo dei fondali. Si tratta di altri 4 milioni di euro di investimento, in parte finanziati dal ministero delle Infrastrutture.

Per quanto riguarda invece i lavori di ristrutturazione veri e propri – il cui progetto è già stato approvato dalla Soprintendenza – non partiranno prima del 2022, con il bando di gara che sarà pubblicato presumibilmente nella prima metà del prossimo anno.

L’accordo propedeutico ai lavori è stato sottoscritto dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale e il Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, con la partecipazione della Prefettura di Ravenna, dell’Agenzia del Demanio e del Comune.

L’accordo prevede la concessione in comodato d’uso gratuito, per 99 anni al Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Una porzione del compendio verrà, invece, riservata al Comune di Ravenna per lo svolgimento di attività di pubblica utilità.

Sorpresi in piallassa con 150 kg di vongole: denunciate tre persone

Sequestro della finanza alla “Baiona”

Vongole FinanzaNella serata di lunedì scorso, i finanzieri della seconda compagnia di Ravenna hanno sorpreso tre persone che, all’interno della Piallassa Baiona, avevano già raccolto abusivamente circa 150 kg di vongole.

I pescatori di frodo, tutti italiani provenienti dal comacchiese, stavano utilizzando una piccola barca a remi per spostarsi all’interno di una zona in cui l’attività di raccolta di molluschi è vietata e, alla vista della pattuglia, hanno tentato invano di darsi alla fuga.

Una volta bloccati, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto nelle vicinanze anche le attrezzature da pesca, le mute professionali e quanto necessario per il successivo trasporto dei molluschi.

Il prodotto pescato, destinato ad essere smerciato “in nero”, è stato reimmesso in mare su parere del veterinario della locale Ausl, mentre la barca e le attrezzature sono state sequestrate.

I tre responsabili, una volta identificati, sono stati denunciati a piede libero per bracconaggio ittico, sanzionato con l’arresto da due mesi a due anni o l’ammenda da 2.000 a 12.000 euro.

Marina di Ravenna piange Alfonso Barberini, titolare della trattoria Irma e Pino

Fu lui a chiamare il ristorante “Cubana”. Aveva 73 anni

Alfonso BarberiniÈ morto uno dei ristoratori più noti della zona, il titolare della Trattoria Cubana da Irma e Pino, sul lungocanale di Marina di Ravenna, vero “must” per chi ama il pesce, in particolare al cartoccio.

Si tratta di Alfonso Barberini, figlio appunto di Irma (Canini) e Pino (Barberini), che aprirono il locale negli anni sessanta. Fu lui – ricorda il Corriere Romagna – a dare poi il nome di Trattoria Cubana (grazie a una marca di caffè in voga in quegli anni) al ristorante che fino ad allora si chiamava “delle Sette Sorelle”.

Barberini aveva 73 anni, lascia la moglie e il figlio Luca – ricorda il Corriere – noto mosaicista ravennate.

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