Contratto scaduto da 7 anni, in ospedale la protesta dei lavoratori delle pulizie

La trattativa per il rinnovo era ripartita in aprile ma i sindacati accusano le associazioni datoriali di non mantenere gli impegni: «Nella pandemia si è vista l’importanza del settore»

PulizieDallo scorso marzo, nel dramma della pandemia di Covid-19, le lavoratrici, i lavoratori e le imprese dei servizi in appalto di pulizie e sanificazione sono diventati indispensabili per il contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2, soprattutto negli ambienti ospedalieri. Eppure il contratto collettivo nazionale è scaduto da sette anni e ancora il rinnovo non sembra all’orizzonte.

Il 20 ottobre le rappresentanze ravennati di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti si sono ritrovate davanti all’ospedale di Ravenna con una ridotta rappresentanza di lavoratori del settore per denunciare la difficile situazione. Il giorno seguente si è tenuta una manifestazione nazionale a sostegno del rinnovo del contratto e, in concomitanza, un presidio dell’area romagnola davanti alla sede di Confindustria di Forlì.

Ad aprile è stato riattivato il confronto tra le parti, a giugno è stato sottoscritto un avviso comune tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali per chiedere al Governo e alle istituzione regole certe e sostegno per il settore, convenendo che il rinnovo del contratto nazionale da realizzare in tempi brevi era il primo passo per dare il giusto riconoscimento a tante lavoratrici e lavoratori che sono stati e restano ancora in prima linea nella emergenza pandemia negli appalti pubblici e privati. Nello stesso incontro tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali si è condiviso il perimetro degli argomenti da discutere quale atto propedeutico a definire celermente il rinnovo del contratto nazionale.

«Dal 23 giugno sono iniziati gli incontri – sostengono i sindacati –, marcando subito dopo un chiaro passo indietro delle associazioni datoriali rispetto quanto pattuito e una chiara diversa impostazione. Le associazioni datoriali e le imprese hanno infatti presentato una lista di richieste su temi relativi a flessibilità, diritti e costi, riportando la trattativa indietro nel tempo. Da fine luglio a settembre a fronte della richiesta dei sindacati a essere coerenti e conseguenti con gli impegni presi, le associazioni hanno fatto saltare tutti gli incontri previsti producendo, nei fatti, una dilatazione dei tempi».

Il previsto incontro del 2 ottobre è saltato «per responsabilità delle associazioni, dimostrando la loro incapacità a dare seguito agli impegni assunti e sconfessa la volontà di rinnovare il contratto nazionale».

I sindacati chiedono di non perdere altro tempo: «Dopo 7 anni, le dichiarazioni di disponibilità a concludere il rinnovo del contratto nazionale da parte delle associazioni datoriali e delle imprese sono solo parole, non seguite da comportamenti coerenti e da un cambio di impostazione nei contenuti. Con la pandemia molte imprese hanno aumentato i fatturati, ma per riconoscere il giusto rinnovo del contratto continuano a fare richieste che mettono in discussione diritti e retribuzione».

SABBIONI BILLB SYBY 18 03 – 07 04 24
SAFARI RAVENNA BILLB 14 03 – 03 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24