giovedì
21 Agosto 2025

Il ministro: «Palestre, piscine e centri sportivi restano aperti»

Spadafora fa chiarezza sull’ultimo decreto: «I bambini possono continuare ad allenarsi, ma senza giocare partite»

Calcio Giovanile 696x462«Palestre, piscine e centri sportivi restano aperti!». Lo scrive così, con il punto esclamativo, il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora, cercando di fare chiarezza nella parte che più ne aveva bisogno del nuovo Dpcm, quella relativa allo sport, in particolare giovanile.

Pubblichiamo qui il resto della sua dichiarazione di questa mattina, 19 ottobre.

«Proseguono partite e gare sportive dilettantistiche a livello regionale e nazionale, mentre per il livello provinciale, società e associazioni sportive ed enti di promozione proseguiranno gli allenamenti degli sport di squadra ma solo in forma individuale, come le squadre di serie A all’inizio della fase due. Per fare un esempio: la squadra di una scuola calcio di giovanissimi o pulcini potrà continuare ad allenarsi, ma senza giocare partite.
Dopo un lungo confronto in Consiglio dei Ministri, con il CTS e le Regioni, è prevalsa una scelta di buon senso.
Nelle prossime ore, insieme ai rappresentanti del settore, studieremo ulteriori misure di sicurezza per una maggiore tranquillità di tutti e scongiurare possibili chiusure.
Vi rivolgo però un appello accorato: fate attenzione e rispettate al massimo le regole, in palestra come in qualsiasi altro luogo. È un momento davvero critico, non abbiamo ancora vinto la nostra guerra contro il coronavirus.
Ho combattuto per arrivare a questa scelta ma dobbiamo essere tutti consapevoli del momento difficile per il Paese, che ci deve obbligare ad un rispetto rigoroso dei protocolli.
Abbiamo chiesto già tanti sacrifici al mondo dello sport, tra i settori più colpiti dall’epidemia, e soprattutto abbiamo chiesto ai gestori investimenti cospicui per il rispetto doveroso di rigide misure.
Non è facile assumere certe scelte ma ho pensato non solo ai tanti gestori e ai lavoratori sportivi e a quanti frequentano le palestre per il proprio benessere psico-fisico ma anche ai tantissimi giovani, ragazze e ragazzi, che sono messi a dura prova dalle regole imposte dall’emergenza sanitaria e che trovano proprio nelle ore che trascorrono facendo sport un momento importante di sfogo e relax, essenziale per il loro equilibrio.
Del resto, nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati. Sarebbe stato peggio spingere migliaia di appassionati e di giovani nei parchi cittadini piuttosto che proseguire in luoghi che rispettano regole e protocolli.
Ringrazio il presidente Conte, i parlamentari che si sono espressi chiaramente, i presidenti di Regione che col loro coordinatore Bonaccini hanno rivendicato con nettezza la volontà di tenere aperte palestre, piscine e centri sportivi con i loro rigorosi protocolli e in tutta sicurezza.
Un’ultima cosa: non mettete mai in dubbio che io stia facendo l’impossibile, giorno e notte, per lo Sport!».

Ravenna “Viso-in-aria”, le video interviste: Luigi Dadina del Teatro delle Albe

La parola alle compagnie ravennati protagoniste della stagione al Rasi. Una iniziativa editoriale di Ravenna Teatro, Les Bompart produzioni e R&D/Reclam

DadinaUna vera e propria chiamata a tutte le realtà che fanno teatro nel territorio ravennate è quella che Ravenna Teatro ha rivolto per questo difficile avvio della stagione teatrale dopo la chiusura dovuta alla pandemia. E mentre ancora non è del tutto chiaro cosa ci aspetterà su questo fronte nei mesi a venire, sappiamo per certo che il Rasi sta accogliendo una serie di spettacoli che vedranno appunto in scena, per la prima volta in un unico cartellone dal suggestivo titolo “Viso-in-aria” – citazione di un omonimo libro edito da Longo nel 2003 a firma di Marco Martinelli e Luigi De Angelis, poi divenuto anche progetto di ambito teatrale – tutte le realtà di questa terra fertile che è ed è stata Ravenna.

Abbiamo quindi colto l’occasione straordinaria per tentare di conoscere e far conoscere ognuno dei protagonisti in brevi interviste video con un’iniziativa editoriale condivisa da Ravenna Teatro, Les Bombart produzioni e R&D-Reclam.

Qui è il turno di Luigi, “Gigio”, Dadina, fondatore del Teatro delle Albe, in scena con “I Fatti – L’aria infiammabile della paura” (i dettagli in fondo all’articolo).

I Fatti
L’aria infiammabile delle paludi
di e con Luigi Dadina e Francesco Giampaoli

martedì 20 e mercoledì 21 ottobre 2020 – Ore 21
Teatro Rasi – Ravenna

Ravenna viso-in-aria prosegue con I fatti, spettacolo che Luigi Dadina del Teatro delle Albe ha realizzato insieme al musicista Francesco Giampaoli. Il testo de I fatti è frutto di un intarsio che Dadina ha fatto tra una nuova narrazione e alcuni frammenti di vecchi lavori (nello specifico Narrazione della pianura, Al placido Don e Il Volo). Lo spettacolo è una produzione Ravenna Teatro/Teatro delle Albe in collaborazione con Brutture Moderne.

Martedì 20 dopo lo spettacolo Soste per vedere, presentazione del “Quaderno2” della Bottega dello Sguardo, con Renata Molinari.

Dal Comune 100mila euro per cambiare gli infissi della biblioteca di Sant’Alberto

L’affidamento entro l’anno. Necessario intervenire «per fronteggiare gli attacchi delle intemperie»

20 10 19 Foto Biblioteca GuerriniSono stati approvati dalla giunta del Comune di Ravenna lavori di restauro e risanamento conservativo degli infissi della biblioteca Olindo Guerrini, in via Guerrini 60 a Sant’Alberto per un valore di oltre 99mila euro.

Gli infissi sono in legno ed era necessario intervenire per fronteggiare gli attacchi delle intemperie.

L’intervento prevede, tra gli altri, la rimozione di tutti gli infissi in legno con il recupero di quelli meno danneggiati; l’esecuzione di nuove finestre uguali per disegno e colore alle esistenti, compreso il rimontaggio della ferramenta prelevata dai vecchi infissi e, dove questa mancasse o non fosse possibile recuperarla, l’inserimento di nuova ferramenta simile per tipologia e colore.

Le finestre, gli scuroni, le porte saranno nelle dimensioni e nei particolari simili a quelli esistenti e dovranno essere installati «con le necessarie assistenze murali per il recupero a regola d’arte».

Tutti gli infissi saranno dotati di vetrocamera formati da due vetri di sicurezza con interposta pellicola per vetro (sia interno sia esterno) e opportuna camera d’aria isolante.

La verniciatura di tutti gli infissi, scuroni, porte e portoni «verranno eseguite – scrivono dal Comune – del colore simile all’esistente da concordare preventivamente con la competente Soprintendenza».

I lavori dovrebbero essere affidati entro l’anno.

De Pascale si “ribella” al premier Conte: «Sindaci e coprifuoco? Vergognoso»

Il Primo cittadino di Ravenna: «La misura è inapplicabile, va ritirata immediatamente»

De Pascale Conte
De Pascale con il premier Conte in una foto di alcuni mesi fa

«Come sindaci da ormai otto mesi cerchiamo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per gestire chiusure, riaperture, contenimento del virus, controlli, aiuti economici, politiche sociali, edilizia scolastica e quant’altro». Dichiara il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, per poi entrare nel merito del dibattito sui poteri affidati dal nuovo Dpcm ai sindaci, che potranno imporre il coprifuoco a partire dalle 21.

«Questa mattina alle 10, insieme al Presidente Decaro, siamo stati 3 ore in riunione con Governo e Regioni sul nuovo Dpcm. Non una parola ci è stata anticipata rispetto allo “scaricabarile” ai sindaci sul coprifuoco alle 21 che dovremmo stabilire nelle vie e nelle piazze delle città, che Conte ha annunciato a sorpresa questa sera».

«La misura – dichiara De Pascale –, così come è scritta è inapplicabile, ma soprattutto è vergognoso il metodo utilizzato. Va ritirata immediatamente».

Locali aperti fino alle 24 ma solo ai tavoli. Orari flessibili per scuole superiori

Vietati sport amatoriali di squadra. Stretta sulla sicurezza di palestre e piscine. Possibili zone rosse nelle singole città

Premier ConteSecondo quanto riportato dall’agenzia di informazione Ansa, ecco in sintesi i provvedimenti anticovid previsti dal nuovo DPCM presentato stasera, domenica 18 ottobre, dal premier Conte.

I sindaci possono disporre particolari zone rosse nelle città. Le regole del Decreto nazionale potranno essere modificate in senso restrittivo dai Sindaci che possono disporre «la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».

Orari flessibili e didattica a distanza per le scuole superiori. «Previa comunicazione al Ministero dell’Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferito ai specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza».
Il DPCM consente di modulare «ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9».

Locali aperti fino a mezzanotte ma solo al tavolo e con un massimo di 6 persone per tavolo. «Le attività dei servizi di ristorazione  – bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, etc – sono consentite dalle 5 di mattina sino a mezzanotte con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e sino alle ore 18 in assenza di consumo al tavolo; resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze».
Inoltre «È fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti».
«Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro».

Vietati i convegni, le sagre e le fiere locali. Le nuove norme vietano «le sagre e le fiere di comunità. Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale ed i congressi, previa adozione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro». In altre parole «sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza».

Nella pubblica amministrazione obbligatorie le riunioni a distanza (raccomandate anche nelle strutture private). «Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni di interesse pubblico; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza».

Sale giochi aperte dalle 8 alle 21 «Le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8 alle ore 21. L’apertura è consentita a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio».

Stop agli sport di contatto dei dilettanti. Palestre e piscine aperte ma solo se adeguate ai protocolli di sicurezza. «Il nuovo decreto anticovid vieta le pratiche sportive di squadra dilltantistiche. Le palestre e le piscine potranno restare aperte al pubblico solo se rispettano rigorosamente le regole di sicurezza anticontagio. Sono previsti controlli e ci sarà il tempo di una settimana per mettersi in regola».

A QUESTO LINK IL TESTO INTEGRALE DEL DECRETO

Nuovi contagi in provincia di Ravenna a quota 16. Sono 526 in tutta la regione

Oggi quello di Ravenna è il territorio con il dato più basso fra quelli registrati in Emilia-Romagna

Coronavirus Test LaboratoriIn provincia di Ravenna oggi, domenica 18 ottobre,  si sono registrati 16 nuovi casi di contagio al Covid: 10 maschi e 6 femmine; 8 asintomatici e 8 con sintomi ma tutti in isolamento domiciliare. Nel dettaglio si tratta di: 6 pazienti sporadici per sintomi (di cui 3 hanno avuto recenti contatti fuori provincia); 8 per contact tracing di cui la maggior parte familiari e 3 con contatti fuori provincia; 2 per rientro dall’estero (Romania e Moldavia).
Non risultano decessi mentrte è stata riscontrata una guarigione completa.

I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate, aggiornati alla mattinata di oggi, sono quindi 2.028, la cui distribuzione per comune risulta la seguente:
87 residenti fuori provincia Ravenna, 822 Ravenna, 350 Faenza, 158 Cervia, 152 Lugo, 80 Russi, 47 Alfonsine, 67 Bagnacavallo, 50 Castelbolognese, 15 Conselice, 29 Massa Lombarda, 17 Sant’Agata sul Santerno, 38 Cotignola, 18 Riolo Terme, 42 Fusignano, 22 Solarolo, 26 Brisighella, 3 Casola Valsenio, 5 Bagnara.

Nell’ambito del territorio dell’Emilia-Romagna, invece, l’ammontare dei nuovi positivi su oltre 9.000 tamponi effettuati, è di 526 casi, di cui 220 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. 148 quelle già in isolamento al momento del tampone. Effettuati anche oltre 2.000 test sierologici. Il 95% dei casi attivi con sintomi lievi è in isolamento a casa.

Sono 6 nuovi decessi: 1 a Modena (una donna di 98 anni); 4 a Parma e provincia (3 uomini di 89, 80 e 74 anni e una donna di 91) e 1 a Piacenza (uomo di 82 anni).

Mentre sono 67 i pazienti in terapia intensiva (+2 rispetto a ieri) e 439 (+12 sempre da ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.
Sul territorio, le 67 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 8 a Piacenza (uno in meno di ieri), 5 a Parma (stabili rispetto a ieri), 2 a Reggio Emilia (stabili rispetto a ieri), 8 a Modena (+1 rispetto a ieri ), 30 a Bologna (2 in più di ieri);  1 a Imola (stabili rispetto a ieri), 2 a Ferrara (stabili rispetto a ieri); 2 a Ravenna (uno in meno di ieri), 2 a Forlì (stabili rispetto a ieri), 2 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 5 a Rimini (1 in più di ieri).

E c’è chi pensa di inserire coperte a pagamento nel menù

Fanelli è titolare di 4 locali e presidente della Fiepet-Confesercenti a Cervia: «Dobbiamo inventarci soluzioni per restare all’aperto anche con il freddo»

Giardino Officine SaleOltre alla voce “coperto”, nel menù del suo locale potrebbe comparire la voce “coperta”: da intendersi proprio come stoffa da buttarsi addosso per proteggersi dal freddo e stare all’aperto per il drink. Alessandro Fanelli è titolare di quattro luoghi noti di Cervia e Milano Marittima come Saledolce, Officine del Sale, Felix e Bottega di Felix: «Nelle grandi città dove il clima è lo stesso che abbiamo noi la gente è abituata a ritrovarsi fuori anche in inverno, è una questione di approccio. Per questo stiamo pensando di dare la possibilità di prendere una coperta a pagamento che poi diventa del cliente. Quando se ne va può usarla per la cesta del gatto o può lavarla e portarla la volta dopo».

E chissà che la voglia di evitare i luoghi chiusi dove il Covid può circolare più facilmente non faccia cambiare gli stili della movida anche in Romagna: «Dobbiamo cambiare la mentalità, la movida non è più sinonimo di aggregazione e socialità». I nuovi orari potranno modificare il modo di divertirsi nelle serate invernali: «I locali dovranno farsi venire delle idee per attrarre i clienti prima dei soliti orari e molte persone concluderanno le serate nelle case quando a mezzanotte chiuderanno i locali». Il vincolo della consumazione solo seduti dalle 21 inciderà sul servizio da fornire: «Ci vorrebbe più personale ma non sarà facile. I clienti dovranno capire che non è come una volta».

L’imprenditore è anche presidente comunale dei ristoratori Fiepet di Confesercenti e, pur cercando di affrontare con spirito intraprendente i difficili mesi invernali, non dimentica le difficoltà del settore: «Nel lockdown avevo 52 persone in cassaintegrazione, adesso stiamo facendo dei licenziamenti e possiamo permetterci solo contratti a chiamata. Chiedo ai lavoratori di capire che questo è l’unico modo per andare avanti, ma chiedo alle amministrazioni di non dimenticarci e fare di tutto per aiutarci a resistere, a partire dalla concessione gratuita del suolo pubblico alle facilitazioni per realizzare dehors e spazi esterni protetti»

Confcommercio: «Un disastro la chiusura generalizzata dei locali alle 22»

Il presidente Mauro Mambelli: «Evitare di prendere misure che penalizzerebbero le categorie economiche»

Mauro Mambelli ConfcommercioIl presidente della Confcommercio di Ravenna, Mauro Mambelli interviene sull’ordinanza di “coprifuoco” che prevede la chiusura degli esercizi commerciali allo scoccare delle 22, che si prevede e teme possa entrare in vigore nelle prossime ore.

«Se il Governo pensa a chiusure generalizzate dalle ore 22 vorrà dire che sarà responsabile dei disastri che provocherà al mondo produttivo ed economico – si legge in un comunicato stampa dell’associazione di categoria ravennate –. Capiamo l’esigenza di fronteggiare un epidemia insidiosa è subdola, ma non è possibile attuare misure che colpiranno al cuore interi settori produttivi ed in particolare le attività turistiche.
Si era tanto sperato a fine estate di poter finalmente vedere i primi segnali di ripresa, soprattutto per i settori più esposti alla crisi come quello turistico e del commercio. Purtroppo nulla è stato fatto per potenziare la sanità, perdendo tempo prezioso, ed ora intere aree del paese si trovano già con situazioni di criticità in campo sanitario nonostante la grande parte dei nuovi contagiati abbia sintomi più lievi e venga immediatamente curata con terapie adeguate.
Occorre evitare di prendere misure che, oltre a non risolver la situazione, penalizzerebbero le categorie economiche più esposte alla crisi economica conseguente alla pandemia. Inoltre a breve verranno sbloccati i licenziamenti e le imprese si troveranno a dover far fronte a tutti i pagamenti che Stato ed enti pubblici pretendono.
Confidiamo come ha ben rappresentato il presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli sugli effetti della contrazione economica in atto nel tessuto economico produttivo, che le misure che il governo e le regioni prenderanno, non strangolino ulteriormente l’economia già messa al tappeto dalla situazione vissuta nei mesi scorsi.
Non si pensi ingenuamente  che Ravenna sia indenne a questa crisi perché i negozi sfitti nelle vie centrali della città, l’ingente perdita di fatturato per le attività ricettive E le imprese in genere ed il ricorso generalizzato alla CIG sono segnali molto sconfortanti .
In questa particolare fase è assolutamente importante ascoltare la voce delle associazioni di categoria e dei corpi intermedi che tutti i giorni toccano con mano, essendo al fianco degli imprenditori, le difficoltà nelle quali questi si devono muovere, ancor più dall’inizio di questo funesto inizio anno».

Salgono ancora, fino a 27, i nuovi positivi al covid in provincia di Ravenna

Notevole incremento dei contagi anche in Emilia-Romagna che oggi tocca quota 641. Cinque le vittime

Curva Esponenziale EpidemiaPer il territorio provinciale di Ravenna oggi si sono registrati 27 casi: 12 maschi e 15 femmine; 15 asintomatici e 12 con sintomi, 26 in isolamento domiciliare e 1 ricoverato. Nel dettaglio: 8 pazienti sporadici per sintomi (di cui uno ha recentemente trascorso un periodo in Francia); 11 per contact tracing di cui la maggior parte familiari; 2 per tampone volontario dopo soggiorno a Milano; 1 per screening professionale; 5 per rientro dall’estero (2 Tunisia, 1 Senegal, 1 Moldavia, 1 Macedonia).
Non risultano comunicati decessi bensì 4 guarigioni complete.
I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate, aggiornati alla mattinata di oggi 17 ottobre ammontano a 2.012,

Il quadro regionale della pandemia registra 641 in più rispetto a ieri, su 13.313 tamponi eseguiti. Dei nuovi positivi, sono 282 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.
Prosegue intanto l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente 261 persone (tra i nuovi positivi) erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 228 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è di circa 42 anni.
Questa la situazione nelle province: Bologna (153), Modena (81), Reggio Emilia (74), Ferrara (71), Rimini (67), Piacenza (53), Parma (42), Ravenna (27). Poi Forlì (38), Cesena (23) e Imola (12).
In regione si registrano 5 nuovi decessi, tutti uomini: 2 a Parma (87 e 62 anni), 2 a Modena (87 e 95 anni), 1 a Rimini (67 anni).
Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 8.157 (+589 rispetto a ieri), oltre il 95% dei casi attivi.
Sono 65 i pazienti in terapia intensiva (+4 rispetto a ieri) e 427 (+23 sempre da ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.
Infine sono le 65 persone ricoverate in terapia intensiva, così distribuite: 9 a Piacenza (+4 rispetto a ieri), 5 a Parma (stabili rispetto a ieri), 2 a Reggio Emilia (stabili rispetto a ieri), 7 a Modena (+1 rispetto a ieri ), 28 a Bologna (1 in più di ieri);  1 a Imola (+1 da ieri), 2 a Ferrara (1 in meno di ieri); 3 a Ravenna (stabile rispetto a ieri), 2 a Forlì (1 in meno di ieri), 2 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 4 a Rimini (invariato rispetto a ieri).

«Ma il virus circola solo di notte?» E c’è chi lancia i turni: tavoli prenotabili

L’iniziativa è del Fellini. Dal Fresco alzano le braccia: «Ci adegueremo»
Il Fargo: «Inutile ulteriore limitazione, l’inverno sarà ancora più duro»

Fellini RavennaNon sono tanti i locali di Ravenna che saranno toccati direttamente dal coprifuoco imposto dal Governo nel nuovo Dpcm. Tra questi il Fellini Scalinocinque, in piazza Kennedy, che sarà costretto come i colleghi a chiudere a mezzanotte, oltre che effettuare solo servizio al tavolo a partire dalle 21. «Ma stavamo già lavorando seguendo scrupolosamente i protocolli – assicura il titolare Giuseppe Pietropaolo – tanto che ci siamo beccati anche qualche recensione negativa sul web proprio perché non riusciamo a servire tutti. Con i nuovi orari e le imposizioni del Dpcm proseguiremo nella sperimentazione di un servizio a turni, dando a ogni cliente un’ora, che potrà prenotare dalle 19 alle 20, oppure dalle 20 alle 21 e così via fino a mezzanotte. Ci dispiace dover far alzare la gente, ma così possiamo accontentare più persone». Il Fellini può contare sul nuovo dehor esterno e magari su qualche copertina per limitare i disagi del freddo. «La città è più bella con i tavolini all’aperto, grazie a questa emergenza ha assunto un profilo più internazionale. La ripresa c’è stata in questi mesi e noi siamo stati bravi a gestirla. Ora le nuove limitazioni spero non danneggino troppo la movida e gli altri locali».

Il riferimento è anche al Fresco, tra i più frequentati nella zona di via IV Novembre. Massimo “Cino” Gorini, si limita a dichiarare: «Eravamo già passati al servizio al tavolo, mentre i nuovi orari ci limitano ma ci adegueremo, non possiamo fare altrimenti. Posso solo dire che mi sembra strano che il virus sia in circolo solo in determinati orari… Credo sarebbe stato più giusto piuttosto aumentare i controlli».

Tutt’altra clientela al vicino Fargo di via Girolamo Rossi, che sconta però anch’esso il fatto di avere uno spazio interno particolarmente ridotto. «In questi mesi – commenta il titolare Chris Angiolini – abbiamo sempre fatto il servizio al tavolo. Ovviamente è stata davvero utile la possibilità di allargare l’area di occupazione di suolo pubblico. La chiusura alle 24 nel weekend è sicuramente una inutile ulteriore limitazione che cambia ben poco nel quadro generale, ma molto per chi sta facendo questo lavoro da mesi in condizioni precarie. I numeri sulle modalità di contagio parlano piuttosto chiaro. eravamo consapevoli che l’inverno sarebbe stato molto complicato per il Fargo, e così lo sarà ancora di più».

I versi di Dante illuminano le vie del centro di Ravenna per le feste

Anteprima in occasione della Notte d’Oro, quest’anno dedicata al Poeta, delle luminarie natalizie

Luminarie Natalizie DanteSi sono accese stasera al tramonto, per l’occasione della “Notte d’Oro” – in programma domani 17 ottobre e ribattezzata “Notte di Dante” in sintonia con le celebrazione del settecentanario della morte del Poeta – le luminarie che in alcune vie del centro storico di Ravenna (vie Corrado Ricci, Mazzini e Gordini) sono ispirate ai versi della Divina Commedia.

Le decorazioni resteranno installate in aria per i prossimi mesi a integrare con le parole di Dante le consuete luminarie natalizie, così come già viste gli anni scorsi a Bologna con citazioni da Lucio Dalla e a Rimini con quelle dedicate a Fellini…

Su piazza Caduti all’ingresso di via Mazzini già risplende l’ultimo, celeberrimo, verso dell’Inferno dantesco: «e quindi uscimmo arivedere le stelle». Altre citazioni della Commedia nelle strade limitrofe…

foto di Massimo Argnani

Contagi e ricoveri ancora in aumento: 23 nuovi casi a Ravenna, altri 521 in regione

 

A Ravenna e provincia sono 23 i nuovi casi registrati di Covid, di cui 15 asintomatici. 5 classificati come sporadici per sintomi, di cui 2 per contatti fuori regione; 12 casi sono stati individuati per contact tracing, in maggioranza rilevati in ambito famigliare; 1 per accesso spontaneo a laboratorio privato; 2 per test pre-ricovero per altra patologia e 1 per screening professionale; 2 sono risultati positivi a seguito di rientro dall’estero (Moldavia e Albania).

Il bollettino regionale di oggi, 16 ottobre. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 39.692 casi di positività, 544 in più rispetto a ieri, su 13.563 tamponi eseguiti.

Dei nuovi positivi, sono 252 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38 anni.

I tamponi effettuati sono stati 13.563, per un totale di 1.352.796. A questi si aggiungono anche 2.998 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 8.033 (512 in più di quelli registrati ieri).

Purtroppo, si registra 1 nuovo decesso: si tratta di una donna di 95 anni, in provincia di Piacenza.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 7.568(+488 rispetto a ieri), oltre il 95% dei casi attivi.

Sono 61 i pazienti in terapia intensiva (+12 rispetto a ieri) e 404 (+12 sempre da ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Sul territorio, le 61 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 5 a Piacenza (stabili rispetto a ieri), 5 a Parma (stabili rispetto a ieri), 2 a Reggio Emilia (stabili rispetto a ieri), 6 a Modena (una in meno di ieri ), 27 a Bologna (+11 in più di ieri);  1 a Imola (stabile rispetto a ieri), 3 a Ferrara (+2); 3 a Ravenna (stabile rispetto a ieri), 3 a Forlì (stabile rispetto a ieri), 2 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 4 a Rimini (invariato rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite salgono a 27.155 (+31 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 27.148 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.546 a Piacenza (+61, di cui  22 sintomatici), 4.718 a Parma (+58, di cui 20 sintomatici), 6.312 a Reggio Emilia (+77, di  cui  64 sintomatici), 5.532 a Modena (+58, di cui 33 sintomatici), 7.141 a Bologna (+110, di cui  57 sintomatici);  646 casi a Imola (+11, di cui 7 sintomatici), 1.735 a Ferrara (+45 di cui 21 sintomatici); 1.985 a Ravenna (+23, di cui 8 sintomatici), 1.710 a Forlì (+34, di cui 22 sintomatici), 1.312 a Cesena (+11, di cui 7 sintomatici) e a 3.055 Rimini (+56, di cui  31 sintomatici)

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