martedì
16 Settembre 2025

A Ravenna il flash mob femminista nato in Cile, «contro la violenza patriarcale»

L’obiettivo era riempire «con le nostre voci e i nostri corpi» le strade della città

Non Una Di Meno Ravenna CileÈ andato in scena anche a Ravenna, sabato 14 dicembre, il flash mob femminista contro «la violenza patriarcale che sistematicamente ci opprime», si leggeva nell’invito sui social.

Non Una Di Meno RavennaUn modo per unirsi al grido di lotta esploso in Cile con la performance ideata dal collettivo Las Tesis con la canzone “Un violador en tu camino” che denuncia lo stupro di stato, mentre continua ad alzarsi il numero di denunce in Cile per violenza sessuale durante proteste popolari.

«Contro la violenza patriarcale che ci opprime, sfrutta e reprime nella vita politica, economica e sociale riempiamo con le nostre voci e i nostri corpi le strade di Ravenna», era l’appello, a cui hanno risposto presente una ventina di performer.

Il sindaco: «Cristina Muti presidente onoraria del Ravenna Festival, grazie»

La proposta di De Pascale dopo le dimissioni della signora Muti

Sindaco MutiCristina Mazzavillano Muti dopo l’addio al Ravenna Festival ne resterà comunque presidente onoraria. Un ruolo simbolico che le è stato proposto direttamente dal sindaco della città, Michele de Pascale durante la presentazione della nuova edizione del Festival.

«Ho chiesto a Cristina Mazzavillani Muti di diventare presidente onoraria di Ravenna Festival e lei – rivela De Pascale su Facebook – ha accettato».

«Grazie Cristina da parte mia e di tutta la nostra comunità», ha scritto ancora il sindaco.

Caviro, la coop da un milione di fatturato al giorno, tra Tavernello e biometano

Il presidente Dalmone: «Produciamo oltre 200mila bottiglie di vino all’anno, ma dobbiamo cercare di esportarne di più»

Caviro Natale (1)
La casetta di Babbo Natale targata Caviro in piazza a Faenza

Il Natale, a Faenza, quest’anno è targato Caviro. Il gruppo cooperativo ha partecipato infatti alla sponsorizzazione per le luminarie, ha contribuito a riportare in piazza “La casetta degli Elfi di Babbo Natale” (aperta nei pomeriggi dei fine settimana di dicembre, per le letterine dei bambini) e ha inaugurato, novità di quest’anno, la “Temporary Caviroteca” in via Torricelli, un negozio del centro storico aperto soltanto in occasione di queste festività natalizie (chiuderà il 28 dicembre). Confermata anche quest’anno, inoltre, la promozione che permette a chi fa acquisti per almeno 20 euro nei negozi convenzionati con il Consorzio Faenza C’Entro, di richiedere una cartolina valida per sconti e omaggi alla Caviroteca di via Convertite.

Carlo Dalmonte (presidente Caviro) e l’onorevole Paolo De Castro

Ne abbiamo parlato con Carlo Dalmonte, presidente di quella che è la cooperativa vitivinicola più rappresentativa del territorio italiano, con 29 cantine sociali associate in rappresentanza di quasi 13mila viticoltori sparsi in sette regioni, in grado di fatturare praticamente un milione di euro al giorno (l’ultimo fatturato messo a bilancio, il più alto di sempre, si assesta a quota 330), nata oltre cinquant’anni fa a Faenza, dove mantiene la sede con oltre 200 dipendenti (sui 550 complessivi) e dove, tramite la società Caviro Extra, punta in particolare sulla “chimica verde” e ha da pochi mesi inaugurato il primo impianto di biometano da filiera agroindustriale in Italia. Ma dove non si produce il vino. Quello si fa a flusso continuo in particolare nella sede di Forlì. «Confezioniamo e vendiamo – ci racconta Dalmonte, presidente da sette anni – 1,9 milioni di ettolitri di vino all’anno, che sarebbero oltre 200 milioni di bottiglie, anche se oggi c’è più fantasia nelle confezioni, andando dal box da 5 litri fino alle bottiglie praticamente monodose. Passando, in una sorta di produzione piramidale, da eccellenze come l’Amarone o il Brunello di Montalcino, fino al vino che chiamiamo “daily”, per chi vuole berlo tutti i giorni, garantito, genuino e con un ottimo rapporto qualità prezzo». In una parola, Tavernello, «il marchio italiano più conosciuto al mondo», una geniale invenzione di 35 anni fa, che continua a fare le fortune di Cavi- ro. «Abbiamo appena superato 3 milioni e mezzo di visualizzazioni con il nostro video sui finti sommelier che non riescono a riconoscere il Tavernello nel corso di una degustazione al buio – sorride il presidente –: non abbiamo preso in giro nessuno, abbiamo solo voluto dire che nel vino, come in altri contesti, si consumano pregiudizi. Ovviamente si è scatenato di tutto sui social, ma siamo ben vaccinati sulle critiche sul “vino in cartone”. Io non faccio altro che sorridere, perché vedo i numeri di Tavernello, che continua ad avere 5 milioni di consumatori abituali in Italia, nonostante il consumo di vino qui continui a calare. E sarà sempre peggio, tra patente a punti, campagne di sensibilizzazione, diete. Credo invece che bisognerebbe evitare la demonizzazione e in questi casi me la cavo sempre con una battuta: nei Paesi dove si beve più vino, si vive anche di più…».

Gruppo Caviro 3 Stabilimento ForlçL’obiettivo quindi, è quello di portare il vino anche in quei paesi dove “si vive di meno” e si sta invece iniziando a consumarlo di più ma dove al momento spesso si beve un prodotto di scarsa qualità. «Noi oggi esportiamo il 27/28 percento del nostro vino. Troppo poco. Anche se si considera che in Italia quasi la metà del vino prodotto viene esportato. Ecco perché ci stiamo attrezzando per andare sempre più verso l’estero, con progetti importanti come il nostro messo in campo in occasione dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci e che proseguirà anche nei prossimi anni, con cui vogliamo esportare l’italianità». Si tratta di una collezione di vini con il marchio Leonardo, che omaggiano anche il passaggio in Romagna del genio del Rinascimento. Il temporary shop aperto in centro a Faenza per le feste natalizie è per esempio tutto dedicato proprio al progetto Leonardo. «Abbiamo deciso di investire sul Natale a Faenza non certo per un ritorno economico, anche se stiamo ottenendo un ottimo riscontro in particolare per le cartoline promozionali in collaborazione con i commercianti – continua il presidente –, ma perché per noi è un modo per partecipare nel senso pieno del termine al nostro territorio, senza entrare in conflitto con i negozi del centro, per far conoscere alla gente quello che stiamo facendo, per farci conoscere sempre di più dai nostri concittadini e dai nostri soci».

Già, i soci: come fa a continuare a fare la cooperativa, un colosso da un milione di fatturato al giorno?«Non è facile, perché ti confronti con aziende in mano alla finanza, ma lo devi continuare a fare. È già scritto negli statuti, ma i manager che vengono in Caviro devono sapere che qui bisogna coniugare gli investimenti necessari con il bene dei tuoi soci. Devi sempre ricordarti che esisti per quello, non per i dividendi, che in Caviro praticamente sono il prezzo del vi- no. Guai a perdere l’anima. Questo abbiamo presentato il nostro primo bilancio di sostenibilità, in cui dimostriamo che il modello cooperativo può unire l’obiettivo della sostenibilità sociale ed economica a quello dell’impatto ambientale; diventare, come Caviro, un modello autentico e completo di economia circolare».

Ravenna, chiude un’altra edicola storica: «Dimezzate le vendite»

Si abbassano definitivamente le serrande in via Bellucci. «Impossibile venderla, oggi i quotidiani non sono più un’abitudine»

Mario Edicola
Mario Manetti nella sua edicola durante l’ultimo giorno di apertura

Un’altra edicola storica della città di Ravenna chiude i battenti. Si tratta di quella in via Bellucci, gestita per 26 anni da Mario Manetti che, oggi 65enne, ha deciso di andare in pensione. Senza riuscire a vendere un’attività che pare quasi destinata all’estizione.

Edicola Mario«I tempi sono cambiati – ci racconta l’edicolante nel corso del suo ultimo giorno di lavoro –, in vent’anni grossomodo posso dire che il fatturato, e di conseguenza i clienti, si è dimezzato». In particolare, «non c’è più l’abitudine a comprare il quotidiano – continua Manetti –, ora si punta di più su altri prodotti trainati dalle pubblicità della televisione, spesso per i più piccoli».

Manetti ha tentato di vendere l’edicola nel corso di quest’ultimo anno, ma quei pochi che si sono fatti vivi, di fronte a un investimento divenuto così rischioso, hanno preferito lasciare perdere. E così via Bellucci (zona Pala De André) perde la sua edicola.

E il campione di arti marziali insegna ai bambini come difendersi dai bulli

La particolare lezione all’elementare Mordani di Ravenna, con il presidente del Fight Club Karate : «Anch’io vittima di bullismo»

Classe Mordani Sfuocata 1Combattere il bullismo in classe. Anche a colpi di karate. E proprio un campione di arti marziali, Vito Durante, presidente e direttore tecnico del Fight Club Karate di Ravenna oltre che Atleta azzurro e medaglia di bronzo al valore atletico del Coni, ha incontrato gli studenti delle classi IV (e a breve farà altrettanto con gli alunni di V) della scuola Mordani, in centro a Ravenna.

Una “lezione” particolare – inserita nell’ambito del progetto contro il bullismo e il cyberbullismo avviato dall’istituto Novello – nel corso della quale Durante ha portato in aula le sue esperienze di vita parlando ai bambini e praticando con loro giochi propedeutici di contatto volti all’insegnamento del rispetto e dell’autodifesa con esempi pratici su come potersi tutelare in situazioni di potenziale pericolo.

Bullismo Lezione Mordani Sfuocato 2«Io stesso alla vostra età sono stato vittima di bullismo – ha detto lo sportivo, che è stato anche vice campione del mondo -. Vivevo in un piccolo paesino e quando mi trasferii a Bari cominciai a essere preso in giro ed estromesso dagli altri. Inizialmente non ne parlai con nessuno. Mi sono rifugiato nello sport che mi ha permesso di affrontare la situazione che si era creata e ora cerco di aiutare gli altri. I bulli vivono di luce riflessa ma vanno arginati; si mostrano forti quando sono in branco ma anche in gruppo si possono e si devono affrontare guardandoli negli occhi. Messo un freno al ‘capobranco’, anche gli altri se ne andranno e smetteranno di dare fastidio. E ai bambini e ai ragazzi che si trovano alle prese con questo problema vorrei dire di non fare come ho fatto io, ma di confidarsi e parlarne subito con i genitori, con i nonni, gli insegnanti, gli allenatori, con chiunque insomma sia una figura di riferimento».

Tante le domande rivolte dagli alunni, alcuni dei quali hanno riferito le loro esperienze. Un problema, quello del bullismo, purtroppo diffuso come emerso da una recente indagine dell’Istat che mostra come il fenomeno sia in aumento: più del 50 percento degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni ha riferito di essere rimasto vittima nei dodici mesi precedenti di qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento. Una percentuale significativa, quasi uno su cinque (19,8 percento), ha dichiarato di aver subìto azioni tipiche di bullismo una o più volte al mese.

E anche senza arrivare ad aggressioni fisiche, come spiegato dalle maestre Vanessa Rossi e Marzia Masini, può capitare che a scuola come nelle attività extrascolastiche si possano verificare situazioni di bullismo più strisciante tramite azioni indirette: «Dal bambino deriso dal gruppo per l’apparecchio, gli occhiali, le scarpe o una merenda diversa, a quello allontanato perché meno abile nello sport, nelle materie scolastiche o in un videogioco. Essere più in sintonia con alcuni compagni, non deve portare ad escludere gli altri. Occorre sempre mettersi nei panni dell’altro».

Al contest fotografico in Val di Fassa anche la modella ravennate Aurora – FOTO

Aurora Nivellini – ravennate di Madonna dell’Albero – è stata una delle grandi rivelazioni del contest “Save the planet” andato in scena dal 9 al 12 dicembre a Canazei in Val di Fassa.

Scoperta dal talent scout Carmelo Tornatore e selezionata assieme ad altre 14 modelle dall’Ap Production, Aurora è stata fotografata per tre giorni di fila dal videomaker Stefano Primaluce e dalla grande fotografa romana Roberta Canu, una delle professioniste dell’immagine più quotate nel mondo della ritrattistica italiana.

Considerata la nuova Elenoire Casalegno, di cui è una grande ammiratrice, Aurora Nivellini ha mosso i suoi primi passi nel mondo delle passerelle sfilando per diversi concorsi di bellezza locali dove ha fatto incetta di fasce e corone.

Cristina Muti: «È ora di uscire di scena. Ma resterò una “promoter” del Festival»

La presidente lascia dopo trent’anni. «Ma non sostituitemi, si creerebbe disordine». Poi l’appello per Dante: «Portiamo le sue ossa a Firenze in processione. Poi naturalmente le riportiamo indietro…»

Cristina Muti Pala CongressiÈ stata una presentazione senza dubbio dubbio diversa da tutte quelle che l’hanno preceduta, quella della 31esima edizione del Ravenna Festival andata in scena questa mattina, 14 dicembre, al Pala Congressi.

Innanzitutto perché si è svolta il giorno dopo i funerali di Mario Salvagiani, che il Festival ha contribuito a ideare, ormai più di trent’anni fa. Salvagiani che verrà ricordato – ha annunciato il sindaco Michele de Pascale – con una targa che verrà affissa in teatro nell’ambito di una cerimonia pubblica.

E poi perché era atteso l’intervento della presidente Cristina Mazzavillani Muti, a pochi giorni dall’annuncio delle dimissioni sui quotidiani locali (che la Muti per questo ha criticato durante il suo intervento).

Cristina MutiDimissioni confermate di fronte alla platea, oggi, ma giustificate solo dall’anzianità di servizio. La signora Muti, infatti, si è detta stanca: «È ora di uscire di scena». Ma resterà vicina al suo Festival – in particolare resterà nell’associazione degli Amici del Festival – di cui sarà una «promoter», una «sostenitrice», ha detto.

«Ma non provate a sostituirmi – ha poi dichiarato –, io sono insostituibile, come una mamma. Un’altra persona, almeno in questa prima fase, potrebbe portare solo disordine». Dando così le chiavi del “suo” Festival in mano definitivamente («che tanto io al programma ultimamente ci buttavo solo un occhio») ad Angelo Nicastro e Franco Masotti, già direttori artistici con Cristina Mazzavillani in questi anni, e al Soprintendente Antonio De Rosa «che ora è diventato bravo anche in ambito artistico, non solo amministrativo».

«Non siate tristi, non dovete pensare che finisca qualcosa», ha detto ancora davanti al pubblico accorso all’Alighieri per la presentazione del Festival, annunciando anche che non dirigerà più la Trilogia d’Autunno, a cui però resterà legata (e per cui ha individuato il tema anche in vista del 2020). E di fatto poi accettando l’invito del sindaco Michele de Pascale a restare come presidente onoraria.

Infine, un appello alle istituzioni. «Ripensateci, portate le ossa di Dante in pellegrinaggio a Firenze, come avrebbe voluto lui. Sarebbe bellissimo che il popolo di Ravenna se lo caricasse sulle spalle in un tragitto che me lo immagino con diverse soste, meditazioni, silenzi, recitazioni, musica. E poi tornasse naturalmente indietro per riportare le ossa a Ravenna, che tanto neanche Firenze in realtà ce le ha ancora chieste…».

Il suo intervento è terminato con un lungo applauso e il ringraziamento, commosso, ai presenti del Pala Congressi.

Ravenna Festival con Capossela, 100 Cellos, La Fura dels Baus e un omaggio a Glass

I primi nomi della 31esima edizione. L’inaugurazione il 3 giugno con un tributo al grande compositore americano

Carmina La Fura4½A Bofill
La Fura dels Baus

Sarà un omaggio al leggendario compositore americano Philip Glass a inaugurare il 3 giugno la 31esima edizione del Ravenna Festival, la cui presentazione si è svolta questa mattina (14 dicembre) al Palacongressi di Largo Firenze.

A Ravenna ci sarà il Philip Glass Ensemble diretto dal tastierista Michael Riesman e l’orchestra Cherubini, a musicare il film “Koyaanisqatsi”, noto p

Vinicio Capossela al Vidia, 28 dicembre 2018, foto di Nicola Dalmo
Vinicio Capossela in una foto di Nicola Dalmo

er le musiche di Glass.

Tra gli altri ospiti d’eccezione i 100 Cellos di Sollima (con una performance finale che vedrà protagonisti anche la Pfm e altre band inglesi di prog rock); Vinicio Capossela con l’Orchestra Cherubini, Valery Gergiev alla guida dell’orchestra del Teatro Mariinsky.

IL PROGRAMMA COMPLETO DEL RAVENNA FESTIVAL 2020

Per quanto riguarda il teatro spicca la presenza della storica, provocatoria, compagnia spagnola La Fura dels Baus, oltre alle prime nazionali dei nuovi spettacoli delle compagnie ravennati Fanny & Alexander e Menoventi.

Naturalmente confermata la presenza del maestro Riccardo Muti che dirigerà la “sua” Cherubini con solista il violoncellista Tamás Varga e, nel Concerto dell’Amicizia dedicato alla Siria, anche musicisti curdi e siriani.

A QUESTO LINK LA NOTA ARTISTICA DEL RAVENNA FESTIVAL SUL PROGRAMMA DELL’EDIZIONE 2020

Nuova biglietteria al Museo Arcivescovile. Basilica di S. Vitale aperta a Capodanno

Le iniziative nei siti gestiti dall’Opera di Religione di Ravenna

Museo Arcivescovile Ingresso
L’ingresso del museo arcivescovile

Apre i battenti oggi, sabato 14 dicembre, la nuova biglietteria del Museo Arcivescovile di Ravenna.

È situata nell’androne del Palazzo Episcopale, accanto al bookshop del museo, dove finora si acquistavano i biglietti. La scelta di aprire uno spazio dedicato esclusivamente alla vendita dei biglietti – spiegano dalla diocesi – è collegata “sia all’informatizzazione dei sistemi bigliettazione che a migliorare i servizi di accoglienza con personale dedicato”.

Ma questa non è l’unica novità per i siti gestiti dall’Opera di Religione. Nel periodo natalizio, con un’anticipazione questa domenica, il 15 dicembre, tornano le visite guidate tra arte e spiritualità dal titolo “La Luce è nata qui” al Battistero Neoniano, alla Cappella di Sant’Andrea e alle collezioni del Museo Arcivescovile. Domenica 15 e domenica 22 dicembre il personale dell’Opera di Religione accompagnerà i turisti nel complesso episcopale del Duomo con visite focalizzate sul tema della Natività. Partenza della visita dall’androne del Museo Arcivescovile nei seguenti orari: 10.15, 11.15, 12.15, 15, 16. La visita è gratuita per i possessori del biglietto ed ha una durata di 45 minuti. Non occorre effettuare alcuna prenotazione.

È in programma invece per sabato 21 dicembre alle 14.45 al Museo Arcivescovile, “Finding the Comet”, il primo laboratorio di Natale in inglese per bambini 6-10 anni. Si tratterà di una “caccia al tesoro” guidata in inglese alla scoperta del Museo Arcivescovile. L’evento è realizzato in collaborazione con la scuola “Dream On – Language School” di Ravenna. Massimo 20 partecipanti. Laboratorio gratuito con prenotazione obbligatoria: 0544 541688, info@ravennamosaici.it.

Domenica 5 e lunedì 6 gennaio invece “In cammino con i magi”: la visita, della durata di due ore circa, partirà da San Vitale (ma la visita toccherà anche Sant’Apollinare Nuovo e il Museo Arcivescovile) in entrambi i giorni, alle 10.30 e alle 14.30. Massimo 30 partecipanti. La visita è gratuita per i possessori del biglietto ma è obbligatoria la prenotazione: 0544 541688, info@ravennamosaici.it.

È infine stata programmata un’apertura straordinaria della Basilica di San Vitale e del Mausoleo di Galla Placidia nel pomeriggio del primo gennaio. Apriranno al pubblico dalle 14.30 alle ore 18.30 (ultimo ingresso 18). L’ingresso sarà regolato dal consueto biglietto cumulativo emesso per l’occasione a tariffa ridotta. Gli altri monumenti diocesani resteranno chiusi.

L’artigianato artistico in mostra a Cervia. La Cna ai Magazzini del Sale

CSMostraCervia2Torna a Cervia, dal 14 al 27 dicembre ai Magazzini del Sale, l’artigianato artistico di qualità con un’esposizione che riunisce le produzioni della provincia di Ravenna con quelle di maestri provenienti da altre regioni italiane.

Si tratta di due mostre che si fondono e si compenetrano: “Di Luce Propria, viaggio nell’Italia delle Arti e dei Mestieri” organizzata dalla Cna nazionale che – partita da Matera – ha percorso tutta l’Italia e sarà a Cervia per la sua ultima tappa del 2019 e “Botteghe storiche artigiane ai Magazzini del Sale” con una selezione dell’artigianato artistico locale.

La mostra si arricchisce anche di alcuni eventi: il 14 dicembre alle 17.30, oltre all’inaugurazione, si svolgerà un’asta di beneficenza – grazie anche alla collaborazione con il Lions Club Cervia – di alcuni pezzi di artigianato artistico locale, il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza a Mensa Amica di Cervia, sposando un progetto di solidarietà della città. Ospiti della serata Sgabanaza e Italian Swing Trio.

Il 21 dicembre alle ore 17.30: “Porta la tua tela e ti insegniamo a stamparla”, laboratorio a cura di Egidio Miserocchi, per toccare con mano e cimentarsi nell’arte antica della stampa romagnola.

Gli artigiani della provincia di Ravenna in mostra sono: Liliana Ricciardelli; Stefano Rubboli; Egidio Miserocchi; Elisa Grillini; Carlo Zoli; Deborah Garavini; Barbara Liverani; Dimensione Mosaico; Ottimo Cielo; Fos Ceramiche; Giuseppe Pedrelli; C’era una Volta; Il Mosaico di Maddy.

Orari di apertura: feriali 15.30-19.30 – festivi e prefestivi 10.30-12.30 e 15.30-19.30.

Premi Ubu 2019, al Rasi uno dei gruppi di ascolto della cerimonia di premiazione

Ermanna Montanari
Ermanna Montanari con il Premio Ubu vinto l’anno scorso

La cerimonia di consegna dei Premi Ubu 2019, che si tiene al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, va in onda in una speciale diretta radiofonica su Rai Radio 3 Suite lunedì 16 dicembre alle 20.30 e Ravenna Teatro, insieme a Gruppo Nanou e Fanny & Alexander, raccogliendo l’invito dell’Associazione Ubu per Franco Quadri, crea nella sala Mandiaye N’Diaye del Teatro Rasi uno dei “gruppi d’ascolto”.

Con una nutrita rosa di nomination che toccano un largo raggio di artisti italiani e non solo, la premiazione teatrale più attesa dell’anno si annuncia come sempre quale intenso momento di unione comunitaria della scena italiana, una festa che unisce artisti, critici e spettatori di diverse vedute in un unico respiro.

Si tratta della quarantaduesima edizione dei Premi Ubu per il Teatro, il riconoscimento determinato da una votazione cui partecipano più di cinquanta critici e studiosi teatrali italiani. Ideato e promosso dal critico Franco Quadri (1936-2011) viene oggi curato dall’Associazione a lui intitolata.

Attribuisce riconoscimenti al Migliore spettacolo, alla regia, agli attori, alle scene, ai testi, alle musiche e anche agli organizzatori (sono 15 le categorie), individuando i meritevoli tra le centinaia di spettacoli prodotti in Italia tra il 1 settembre 2018 e il 31 agosto.

Ravenna Teatro invita tutti a unirsi al gruppo d’ascolto al teatro Rasi – o anche all’ascolto nelle proprie case – per seguire passo passo la premiazione, partecipando a distanza.

Tutte le candidature su http://www.ubuperfq.it/fq/index.php/it/

Il teatro Rasi è in via di Roma 39. Ingresso libero.

Gardin (Lega):«Se vinciamo noi meno tasse, sanità più efficiente e vera autonomia»

La segretaria provinciale nella rosa dei possibili candidati per il Carroccio alla tornata del 26 gennaio. Ma i nomi non sono ancora stati resi noti: «Aspettiamo la decisione di Salvini»

Gardin Borgonzoni
La segretaria provinciale Samantha Gardin con la candidata presidente Lucia Borgonzoni

Protagonista indiscussa di questa campagna elettorale per le Regionali è la Lega di Salvini che esprime la candidata Lucia Borgonzoni, l’unica a potersela giocare con il presidente in carica e ricandidato Stefano Bonaccini del Pd (e sostenuto da una coalizione del centrosinistra).

Samantha Gardin è la segretaria provinciale da 5 anni e l’abbiamo sentita in attesa dell’ufficializzazione dei candidati del Carroccio per la circoscrizione di Ravenna.

Gardin, quando avremo i nomi dei quattro candidati?
«Abbiamo proposto una rosa di nomi. Jacopo Morrone (segretario Lega Romagna, ndr) ha scelto le persone più meritevoli per l’attività fatta in provincia. Ora aspettiamo la decisione finale di Salvini».

Lei è in questa rosa?
«Io ho dato la mia disponibilità, sono anni del resto che lavoro sulla provincia».

E Andrea Liverani, il consigliere uscente? Che peraltro sembra aver già iniziato la sua campagna elettorale?
«Liverani sta soprattutto raccontando la sua esperienza sul locale degli ultimi cinque anni, come è stato chiesto di fare a tutti noi (prossimo appuntamento a Lugo il 15 dicembre alla Vineria Rossini, alle 17.30, ndr)».

Eppure resta la sensazione che voi della Lega parliate soprattutto di governo a Roma e Bonaccini invece di Emilia-Romagna. Ma qual è la vostra idea di regione per il futuro?
«In realtà abbiamo un programma articolato, che ho contribuito anche io a stilare, incentrato proprio sulla risoluzione di problemi locali, dal dissesto idrogeologico alla riapertura delle liste per le visite mediche in sanità che Bonaccini ha chiuso per fare tornare i risultati. Chi va a prenotare adesso sa bene che spesso è costretto a rivolgersi al privato».

Vuole quindi dire che se vincesse la Lega non avremmo ancora più privato in sanità, come in Lombardia?
«Per la sanità abbiamo le strutture, dobbiamo formare e assumere medici e infermieri, per riaprire le liste e ridare vi- talità agli ospedali. E bisogna aumentare i posti letto».

Ma la formazione dei medici non è tema da governo nazionale? Inoltre, tutto questo significherebbe aumentare la spesa. Dove sono le risorse? E come spiega comunque che oggi la Regione sia quella che accoglie più pazienti dal resto d’Italia?
«Io non ho detto che non abbiamo medici bravi, ma che non sono abbastanza. Ho parlato con molti di loro che mi hanno spiegato come ci siano diverse situazioni di disorganizzazione su cui si può intervenire. E la Regione le risorse le ha, bisogna vedere come vengono spese. Sulla formazione, la sanità è una materia concorrente tra Stato e Regioni: il tema del numero di medici va posto con più convinzione».

A proposito di rapporto Stato-Regioni, almeno una cosa vi sarà piaciuta di Bonaccini: la richiesta d’autonomia che non a caso non piace alla sinistra…
«Il problema con la proposta di Bonaccini è che ci porta all’autonomia senza valutarne i costi, senza aver calcolato quanto rimarrà sul territorio perchè non ha chiesto il residuo fiscale a differenza di Veneto e Lombardia. Non esiste un piano finanziario, e potrebbe essere pericoloso. Alle nostre richieste sui costi dell’operazione non ha mai risposto. Ha voluto inseguire Lombardia e Veneto, ma in modo pericoloso».

Quindi se doveste vincere voi, chiederete un’autonomia maggiore anche dal punto di vista fiscale?
«Esatto. L’autonomia serve, soprattutto per snellire l’incredibile burocrazia che si sovrappone tra i vari enti».

Anche Bonaccini promette una regione più “semplice”…
«E perchè non l’ha fatto fino ad adesso? La situazione anzi è andata peggiorando, lo posso testimoniare anche da commercialista».

Sul fronte tasse, avete promesso una riduzione…
«Sì, Irpef regionale subito e Irap. Può sembrare poco ma è uno sgravio alle aziende di un miliardo e mezzo».

Spostandoci sull’aspetto più politico, cosa si aspetta dalla coalizione? Sembra che Fratelli d’Italia sia in forte crescita, vi preoccupa?
«Ci sarà qualche travaso di voti, ma fondamentalmente abbiamo un elettorato diverso. Il nostro va dall’operaio al- l’industriale, all’imprenditore che chiede più semplificazione, snellezza, riduzione della tassazione sennò non andiamo avanti».

Soddisfatta dell’evento con Salvini per l’inaugurazione della sede a Ravenna? Le sardine in Darsena vi hanno un po’ rovinato la festa?
«Molto soddisfatta, anche se purtroppo l’accesso da piazza dell’Aquila è stato chiuso per la presenza di contestatori, tra centi sociali e sardine…».

Ma no, le sardine erano in Darsena, ed erano tante. C’è chi dice che Salvini stia cercando di evitarle…
«Non ha senso andare allo scontro. Noi facciamo la nostra campagna sui temi, loro non vanno oltre la protesta. Non mi interessano proprio».

Conferma la presenza di Salvini il 5 gennaio a Faenza?
«Non sono ancora in grado di confermare nulla, la sua agenda è pienissima e può cambiare».

A Faenza a maggio ci saranno anche le amministrative. Cinque anni fa avete sfiorato l’impresa al ballottaggio. Come ci arrivate nel 2020?
«Stavolta ce la portiamo a casa. I ragazzi sul territorio hanno fatto un ottimo lavoro e c’è una bella sezione. Finite le Regionali, si partirà con Faenza».

Domanda d’obbligo dopo che il suo segretario nazionale l’ha fatta diventare una questione internazionale: ma lei mangia Nutella?
«(Ride, ndr) Non amo i dolci, non ne mangio più da tempo».

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