L’ingegnere Filippo Govoni con un passato da renziano militante ma nessun incarico è il referente a Ravenna per la proposta di Carlo Calenda: «Cerchiamo competenze e serietà»
In questi mesi di fermenti politici, un’altra realtà sta cercando di diffondersi sui territori, ed è quella di Siamo Europei, il nome del movimento di Carlo Calenda che, come noto, è uscito dal Pd in polemica con la scelta di andare al governo insieme ai 5 Stelle, ed è stato subito seguito da Matteo Richetti.
A Ravenna il referente è Filippo Govoni, 40 anni, ingegnere, un passato da renziano militante. Come lui nessuna della quindicina di persone che al momento si stanno dando da fare per creare la nuova realtà politica sul territorio ha avuto incarichi né politici né istituzionali. «Siamo naturalmente aperti all’ingresso di eventuali amministratori, ma non abbiamo bisogno di dinosauri della politica interessati soprattutto a mantenere i propri ruoli. Quello che spesso ci ripetiamo, nelle riunioni anche nazionali, è che abbiamo bisogno invece di persone soprattutto competenti e serie».
Riunioni nazionali un po’ diverse da quelle a cui si è abituati: avvengono infatti in conference call. «Sì, ne abbiamo fatta una pochi giorni fa, tutti i 150 circoli in collegamento. Continueremo a farle in modo cadenzato perché è un modo di tenersi in contatto e di costruire il soggetto partendo dal basso e dai territori».
Un soggetto appunto “in progress”, Siamo Europei è infatti il nome con cui Calenda si presentò alle Europee in lista con il Pd (era capolista proprio nel nord est) ma a fine novembre arriverà il nuovo nome e il nuovo simbolo che saranno presentati a Roma. «Da lì – ci dice ancora Govoni – arriveranno anche le linee programmatiche di questo nuovo partito che saranno poi da declinare e concretizzare ricorrendo all’aiuto e al contributo di persone altamente qualificate nei diversi campi».
Insomma, uno spazio politico che vuole essere aperto a contributi e che abbia valori fondanti forti e non trattabili (per chi fosse interessato è attiva una pagina Facebook “Siamo Europei Ravenna” e l’indirizzo siamoeuropeiravenna@gmail.com).
«La ragione della rottura di Calenda con il Pd non è solo una questione di coerenza, ma proprio un punto politico, non ci si può alleare con realtà che hanno valori opposti ai tuoi», dice Govoni. Ed è per questo che potrebbe non essere scontata la presenza del simbolo del nuovo partito a sostegno di Stefano Bonaccini alle prossime Regionali del 26 gennaio. «Apprezziamo il lavoro che ha fatto in questi cinque anni, ma bisognerà vedere come si evolve la situazione, se ci dovesse essere davvero l’accordo con i 5Stelle, allora difficilmente potremo esserci noi».
La presidente della coop sociale San Vitale ha accolto i cittadini nello storico edificio di via Rocca Brancaleone che verrà riqualificato per creare una struttura ricettiva senza barriere e per favorire l’inclusione lavorativa di persone con disabilità
Dopo gli annunci del progetto a luglio, a metà ottobre ha aperto le porte alla città l’Albergo del Cuore della cooperativa sociale San Vitale in via Rocca Brancaleone 42 a Ravenna dove verrà riqualificato uno storico edificio che ha visto alternarsi, nel corso degli anni, diverse gestioni. L’Albergo del Cuore, nei fatti, sarà uno dei primi esempi in Italia di albergo sociale, dove l’attenzione alla cura delle persone e all’abbattimento delle barriere architettoniche si coniugherà con l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Durante l’evento “Farini Social Week”, organizzato da CittAttiva, nel tardo pomeriggio di venerdì 11 ottobre diverse decine di persone, dopo aver partecipato a una passeggiata di quartiere guidata da Carla Braggion e dal gruppo Facebook “Ravenna a tréb”, hanno varcato la soglia della struttura, dove è stata allestita una piccola mostra di foto e cartoline della Ravenna di un tempo, in particolare della zona tra viale Farini e la Rocca Brancaleone.
Un’occasione, per la presidente della coop San Vitale, Romina Maresi, di presentare ai cittadini Enrico De Sanso, che dopo un’esperienza lavorativa a Bruxelles nel campo della sostenibilità ambientale e sociale e dell’economia circolare, è stato scelto come coordinatore del progetto dell’Albergo.
«La nostra idea – ha detto Maresi – è di coinvolgere i cittadini nella realizzazione di questo Albergo. Pertanto, durante i cantieri, inviteremo chi lo vorrà a svolgere mansioni o lavori e a dare il proprio contributo. Non solo: siamo aperti ai consigli della città, tanto che apriremo una sezione ad hoc sui nostri canali social per raccogliere suggerimenti. Vogliamo che questo progetto sia il più condiviso e partecipato possibile, vogliamo che si sviluppino relazioni e reti fin dalle sue fondamenta».
Importante, per Maresi, anche il rispetto della storia dello stabile, le cui origini risalgono all’inizio del Novecento: «Rinnovare non significa radere al suolo ma stare ancorati alle radici per costruire qualcosa che prima non c’era. Rimarremo, per questo, molto legati alla narrazione di quello che l’albergo è stato e alla storia che ha attraversato, non smettendo mai di essere resiliente, così come resilienti sono le persone che lo andranno ad abitare, persone che hanno resistito agli urti della vita».
Dal 14 ottobre per la durata della ristrutturazione, i militari si spostano nella frazione vicina
Il prossimo avvio della ristrutturazione della stazione dei carabinieri di Bagnacavallo farà traslocare i militari temporaneamente a partire dal 14 ottobre alla vicina stazione di Traversara. L’Arma continuerà a garantire il mantenimento dell’orario di apertura al pubblico di Bagnacavallo dalle 8 alle 18, la raggiungibilità telefonica attraverso il numero 0545-61108 e lo svolgimento dei servizi di controllo del territorio durante il periodo di dislocazione provvisoria in Traversara. Per le richieste di pronto intervento permane invariata l’utenza d’emergenza 112.
Schianto all’altezza del ponte sul Bevano, la vittima era residente in provincia di Bologna
La scena dell’incidente a Savio
Grave incidente stradale nel pomeriggio di oggi, 12 ottobre, a Savio: una donna di 69 anni ha perso la vita e due uomini, il marito di 60 e un 40enne, hanno riportato ferite e sono in gravi condizioni in ospedale a Cesena. La vittima è Maria Onorina Bernagozzi e abitava a San Giovanni Persiceto, in provincia di Bologna. I coniugi erano soliti frequentare Lido Adriano dove hanno una seconda casa. Il più giovane è invece residente a Ravenna.
L’incidente è avvenuto sulla statale Adriatica in prossimità del ponte sul torrente Bevano (e non sul fiume Montone come scritto in un primo momento per un errore di cui ci scusiamo), all’altezza della piadineria del Gallo poco distante dall’incrocio con via Bevanella: le due vetture, una Yaris e una Panda, si sono scontrate in un frontale. La donna era sul sedile passeggero della Fiat guidata dal marito in direzione Rimini ed è morta sul colpo. Sulla Toyota invece un 40enne residente a Ravenna. I due conducenti sono stati soccorsi dal 118 e trasportati in ospedale con l’elicottero.
Sul posto per i rilievi, la messa in sicurezza e la gestione della viabilità sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia stradale e la polizia municipale. Al momento i dettagli sulla dinamica sono ancora da ricostruire.
Ancisi (Lpr) rivela che il consiglio comunale si pronuncerà sull’ultimo step per un’area di ottomila mq non alimentari. Il presidente Mambelli attacca la giunta: «Deve sospendere le decisioni»
«Il via libera definitivo a un centro commerciale di portata provinciale a Fornace Zarattini di fronte al Mir è un atto veramente grave e uno schiaffo all’intero tessuto imprenditoriale della città». Mauro Mambelli, di recente rieletto presidente provinciale di Confcommercio, reagisce così dopo aver appreso da una lettera aperta di Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione con Lpr, che il 15 ottobre è previsto in municipio il passaggio finale per l’approvazione dell’intervento da ottomila mq di superficie commerciale (non alimentare).
Il presidente dell’associazione di categoria si dice «molto deluso da come questa giunta non tenga in considerazione i nostri appelli per salvare il centro storico dall’impoverimento commerciale e dalle chiusure delle attività tradizionali. Il Comune dovrebbe almeno preventivamente confrontarsi in un tavolo di lavoro specifico con le associazioni che tutelano e promuovono gli interessi dell’impresa. L’amministrazione non può fare finta di nulla e procedere al nulla osta per ulteriori centri di queste dimensioni».
Mambelli critica la scelta di riproporre i Poc del 2010-2015 e del 2017-2022 «senza tener conto della mutata situazione economica e distributiva del territorio, gravato ormai da una crisi endemica conseguente al declino del porto per le incertezze legate ancora all’approfondimento e manutenzione dei fondali, alle crisi di alcune grandi cooperative e alla scelta riconfermata dall’attuale Governo di abbandonare l’attività estrattiva in Adriatico». Poi le parole più dure: «Farlo significa pugnalare alla schiena le attività che tuttora faticosamente resistono sul territorio ed in particolare sul centro storico».
Le richieste di Mambelli sono esplicite: «Agevolazioni sulla fiscalità locale, modifiche al sistema dei parcheggi e delle ztl che nel pomeriggio dovrebbero essere resi gratuiti, rinviare qualsiasi decisione nel merito di nuovi insediamenti commerciali».
Per quanto riguarda la nuova struttura commerciale alle porte della città, come detto, era stato Ancisi a fornire alcuni dettagli: sorgerà sul terreno vuoto di 52mila metri quadrati, vi si potrà commerciare di ogni escluso solo l’alimentare per un totale di 8 mila metri quadrati di vendita, rappresentati da una base di 5 mila per strutture medio-piccole (C3) e medio-grandi (C4), su cui ne saranno innestati altri 3 mila, che ne faranno una grande struttura di vendita di dimensione provinciale (C7). Chi realizzerà l’opera dovrà fare alcuni lavori sulle strade di Fornace Zarattini e la manutenzione straordinaria del ponte ciclopedonale sul fiume Savio.
Lui le prometteva regali e faceva pressioni psicologiche per farla cedere quando si rifiutava. Rapporti anche mentre la madre dormiva. Poi un giorno la ragazzina confessò alla donna di essere l’amante dell’uomo
La madre si lamentava delle difficoltà crescenti nel rapporto con il compagno e temeva che lui avesse un’amante, la figlia adolescente trovò il coraggio per confessarle che era costretta ad essere quell’amante dell’uomo che aveva vent’anni di più. È emerso tutto così, una sera di qualche anno fa. Uno scenario drammatico maturato in una famiglia nella Bassa Romagna e arrivato all’epilogo giudiziario ieri, 11 ottobre: sette anni di condanna (il pm ne chiedeva otto) per il patrigno per violenza sessuale aggravata. La ricostruzione della vicenda è riportata sulle pagine dell’edizione odierna di Corriere Romagna e Resto del Carlino.
La prima volta fu sul divano di casa quando lei non aveva ancora 14 anni e lui usò il pretesto di una sorta di iniziazione in vista dei rapporti che avrebbe potuto avere a breve con il fidanzatino 16enne. Poi la cosa è continuata con le promesse di regali come una consolle per videogiochi in cambio di sesso, anche più volte alla settimana, anche mentre la mamma dormiva nell’altra stanza. Il tutto reso ancora più torbido dei messaggi in chat che l’uomo inviava alla ragazzina. Quando lei provava a sottrarsi, lui si arrabbiava e le faceva pressioni psicologiche per farla sentire in colpa fino a quando lei cedeva.
Il racconto dell’adolescente, nonostante il tentativo della difesa di farlo passare come frutto di fantasie, è stato ritenuto attendibile sia dal consulente tecnico e sia in sede di incidente probatorio. Proprio per le accuse mosse dal patrigno all’indirizzo della giovane, il pubblico ministero ha chiesto la trasmissione degli atti del procedimento per procedere nei confronti dell’uomo anche per calunnia. Il tribunale ha anche fissato una provvisionale di 15mila euro per le parti civili, madre e figlia.
La XVII edizione della rassegna di cinema horror torna sugli schermi il 30 ottobre. Ospiti d’onore Liliana Cavani e J. J. Annaud
Una scena da “Il portiere di notte” di Liliana Cavani
Per i ravennati amanti del cinema, la fine del mese di ottobre significa una full immersion nel grande schermo alla scoperta di inquietudini, incubi, misteri e distopie.
Ebbene sì, torna anche quest’anno il Nightmare Film Fest (diciassettesima edizione), la rassegna che indaga “il lato oscuro del cinema” in programma dal 30 ottobre al 3 novembre al Palazzo del Cinema e dei Congressi, con tre anteprime il 12, il 19 e il 20 ottobre.
In occasione della presentazione del festival – che ha visto la partecipazione, oltre che dei rappresentati della cooperativa Start Cinema, storica promotrice dell’evento, dell’assessora ravennate alla Cultura Elsa Signorino e di Agostina Melucci, direttrice dell’Ufficio Scolatico Regionale per l’Emilia Romagna nella sezione di Ravenna – sono state illustrate le diverse categorie in cui si articola il Festival: Nightmare D’Essai, il Concorso internazionale lungometraggi e quello dei cortometraggi, Ottobre Giapponese, Showcase Emilia-Romagna, e si è sottolineato come il Nightmare sia ormai una presenza consolidata nel palinsesto culturale ravennate e allo stesso tempo una realtà capace di crescere e rinnovarsi di anno in anno.
Due sono i grandi nomi associati a questa diciassettesima edizione: il primo è quello della regista Liliana Cavani, ospite d’onore del Festival, che nella serata di sabato 2 novembre presenterà la versione restaurata del suo film più famoso, Il Portiere di Notte, e sarà insignita della medaglia al Valore realizzata dalla mosaicista Dusciana Bravura. La proiezione sarà preceduta da un incontro con il direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, sul lato oscuro del cinema della Cavani, famosa per il suo stile audace e intraprendente che non risparmia di trattare tematiche scomode come la violenza, il sadomaso e il razzismo.
Il regista francese Jean Jacques Annaud
La seconda punta di diamante di Nightmare 2019 è il Premio Oscar Jean Jacques Annaud – regista francese autore di numerosi film e serie tv tra i quali Il Nome della Rosa, Il nemico alle porte, L’ultimo lupo e La verità sul casso Harry Quebert – che sarà presente all’evento di apertura del Festival, il 30 ottobre alle ore 21.00 presso il Palazzo dei Congressi.
Annaud, dopo aver dialogato con il giornalista Alessandro De Simone, presenterà al pubblico il suo film Il Nemico alle Porte.
Non solo grandi nomi, ma anche tante pellicole inedite in Italia trovano spazio nel programma del Festival: sette lungometraggi e 13 cortometraggi di fiction, d’animazione e documentari gareggeranno nelle rispettive categorie per aggiudicarsi i premi che saranno assegnati sabato 2 novembre. A decretare il vincitore dei lungometraggi sarà, come da prassi, il pubblico presente in sala, cui si aggiungeranno professionisti, critici e responsabili culturali per il concorso relativo ai corti.
Si ricordano poi la sezione “Nightmare d’Essai”, per cui sono stati scelti due titoli che meglio rappresentano il connubio tra cinema di genere e cinema d’autore – 5 è il numero perfetto di Igort e Psicomagia di Jodorowsky – e che saranno proiettati in anteprima rispettivamente il 12 e il 19 Ottobre alle 21.00, la sezione “Contemporanea” – con 9 Doigts, Once Upon a Time in London e Hail Satan – e infine Ottobre Giapponese, quattro appuntamenti per promuovere la cinematografia nipponica indipendente.
In manette un 33enne che ha aggredito un 30enne dopo avergli sottratto 500 euro: il legame tra i due nel mondo della droga, tra spaccio e uso. Tracce di cocaina nella casa della lite. Utili Facebook e Instagram per individuare il sospetto: secondo gli investigatori stava pensando di fuggire in Germania
Sono stati utili anche i contatti tra vittima e aggressore su Facebook e Instagram per risolvere l’indagine sul tentato omicidio avvenuto a Cervia l’8 ottobre. Fermato il giorno dopo a Mantova un 33enne tunisino: i carabinieri ritengono sia sua la mano che ha piantato un coltello nella pancia di un connazionale 30enne durante una colluttazione scoppiata dopo che l’aggressore aveva tentato di sottrarre 500 euro dalla tasca dei pantaloni dell’altro. Tutto sarebbe da collocare nel mondo della droga che entrambi frequentano: le tracce di cocaina trovate nell’appartamento dove è avvenuta la lite lasciano ipotizzare che si fossero incontrati per farne uso o per una cessione. Il ferito è stato dimesso oggi, 12 ottobre, dall’ospedale di Cesena. I due sono entrambi irregolari in Italia e per loro verranno avviate le procedure per l’espulsione.
L’intervento dei carabinieri della compagnia di Cervia Milano Marittima è partito quando alle 3.30 è arrivata una telefonata sul 112: era il ferito che chiedeva aiuto perché perdeva molto sangue e si trovava bloccato in casa. L’aggressore infatti dopo averlo colpito era scappato con il denaro chiudendo a chiave la porta dall’esterno. Per tirare fuori la vittima i carabinieri hanno sfondato il vetro di una finestra. L’appartamento era in uso alla vittima che si era stabilito lì abusivamente da pochi giorni: i proprietari dell’immobile infatti aveva affittato ad altri ed erano ignari di chi vivesse realmente nella casa.
Le indagini sono cominciate ascoltando la vittima e sono proseguite sui social network, districandosi tra profili falsi e chat fra i due. A quel punto è stato possibile fissare il nome di un sospetto, già noto alle forze dell’ordine, e la procura ha emesso un provvedimento di fermo per indiziato di delitto. Il 33enne è stato individuato a Mantova: i carabinieri l’hanno trovato nella zona della stazione con 1.400 euro in contati addosso (non è stata trovata invece l’arma). Queste circostanze unite alla presenza di familiari in Germania, dove era solito andare saltuariamente, hanno portato gli inquirenti a ritenere concreto il pericolo di fuga che ha quindi autorizzato l’arresto. L’aggressore dovrà rispondere anche di rapina.
Viaggio tra i militanti della base nel momento in cui il Partito democratico attraversa un’altra scissione e il numero degli iscritti sui territori sembra confermare un costante calo. Abbiamo fatto tappa in tre circoli con storie, percorsi e progetti differenti: Porto Fuori, Casadei Monti e Savarna (in fondo all’articolo una gallery di foto con i volontari della Festa dell’Unità 2019)
Nicola Zingaretti sul palco della Festa del Pd nel 2019
Con un numero di iscritti poco sopra i 4mila (nel 2018 a dicembre si arrivò a 4.500), 75 circoli elencati sul sito provinciale e 9 sedi comunali, il Pd resta almeno sulla carta il partito più radicato sul territorio. E sono lì a dimostrarlo anche i mille volontari per la festa provinciale dell’Unità che da due anni, non a caso, è stata promossa a nazionale. Questo non significa che anche qui l’emorragia dei militanti non abbia avuto effetti pesanti. E 4mila iscritti per 75 circoli in fondo fanno una media di poco più di cinquanta persone a circolo, un media, appunto, che lascia pensare che ci sia una certa sofferenza diffusa. Il dibattito sul loro ruolo, del resto, anima il dibattito interno al partito da tempo: che ruolo devono avere? Quale deve essere la differenza tra un iscritto e un semplice simpatizzante?
Matteo Renzi tra i volontari della Festa dell’Unità di Ravenna nel 2018
Il nuovo segretario Nicola Zingaretti ha più volte detto che devono avere un ruolo sempre più centrale e ha lanciato, proprio per le giornate dal 3 al 6 ottobre, una campagna straordinaria di tesseramento che fu annunciata da Ravenna a settembre. Da allora, dentro il partito è successo un vero terremoto con l’addio di Renzi. Siamo andati allora a cercare di capire come stanno da queste parti i circoli, anche storici, luoghi un tempo di partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica che oggi magari prediligono riunirsi in comitati, chat su Whatsapp o associazioni. Eppure i circoli, quasi tutti ospitati in immobili nati per essere “Case del popolo”, sono ancora lì. Qual è dunque lo stato di salute di alcuni dei circoli storici di questa terra un tempo rossa?
Porto Fuori, una grande festa ma il ricambio generazionale sembra difficile
A Porto Fuori dove sta per essere inaugurata una biblioteca (vedi pagina 10) e dove si organizza quella che ormai è rimasta la festa dell’Unità più importante del Ravennate (ora che quella comunale è scomparsa da ormai qualche anno) oggi non c’è un vero segretario della trentina di iscritti. C’è un coordinatore, Daniele Buda, coadiuvato da un gruppo di cinque o sei persone che per tutto l’anno svolgono e organizzano attività. E il passaggio generazionale, per quanto cercato e tentato in passato, non è facile. Così oggi a portare avanti il lavoro sono soprattutto persone che hanno una lunga storia di militanza e impegno politico alle spalle. In passato, ci dicono, «il partito stava tra le persone, le ascoltava, oggi abbiamo un po’ perso questa capacità. A Porto Fuori molte delle cose che ci sono, come scuole, servizi, luoghi per lo sport, sono arrivate anche grazie all’impegno della sezione».
E ancora oggi, del resto, gli incassi dell’ingresso alla Festa, dove a fare i volontari ci sono residenti del paese non necessariamente tesserati Pd, vanno a beneficio dell’intera comunità locale e non del partito, benché la festa mantenga un profilo importante anche per quanto riguarda il dibattito politico e non si sia trasformata in qualche cosa di diverso. «Anche quest’anno daremo un contributo per il ripristino della rotonda degli animali, oggetto di vandalismi, così come in passato donammo giochi per il parco», ci dicono. E, allora, come mai nel circolo mancano nuovi iscritti e militanti? Una situazione non certo solo di Porto Fuori. «Alle persone il Partito deve dare una ragione per tornare», dice Dario Bartoletti, uno dei responsabili del circolo, critico con la gestione Renzi che immaginava il partito leggero e liquido. Oggi dell’addio dell’ex segretario dice che «anche se danneggia il Pd serve a fare chiarezza. Una personalità come Renzi non poteva stare in partito plurale col “semplice” ruolo di senatore avendo un altro progetto politico». Ma ci si aspetta molto da Zingaretti: «Sì, certo, può servire l’app, ma per costruire il partito e cambiare davvero le cose, per discutere, per trovare soluzioni serve anche l’incontro tra persone fisiche. E servono proposte e idee concrete a lungo respiro e condivise. Di questo si sente il bisogno ora».
Quella “Scintilla” di via San Mama: «Qualcuno andrà con Renzi, ma altri torneranno»
Storica sezione ravennate del Pci, all’epoca nota come la Scintilla, oggi il circolo intitolato a Casadei Monti, in via San Mama, resta tra i più vivaci e frequentati del capoluogo. Circa 200 iscritti, un direttivo di una ventina di persone elette dall’assemblea con alla guida Sabina Cipollini, classe 1972, che ci racconta un po’ cosa succede nel circolo. «Ci troviamo per organizzare iniziative. Tra quelle che hanno avuto più successo ci sono sicuramente state quelle sui grandi temi etici, ma discutiamo anche di cosa succede nel partito e ci confrontiamo con i cittadini, che a volte si rivolgono a noi per il problema del quartiere. E abbiamo rapporti naturalmente con il consiglio territoriale». Infine, ruolo fondamentale per i circoli, è attivarsi per le campagne elettorali. Per esempio alle ultime europee per Carlo Calenda, capolista che ora ha deciso di lasciare il Pd. Così come dal Pd se n’è andato Matteo Renzi e di renziani doc in questo circolo in particolare ce n’erano diversi.
Maria Elena Boschi con i volontari della festa dell’unità in una passata edizione
Cosa succederà, quindi? Si profila un calo di iscritti? «Certo, alcuni non rinnoveranno la tessera e usciranno dal partito, non nego che sia un momento complicato. Personalmente sono rimasta molto stupita in particolare dalla decisione dell’ex segretario e l’idea che persone con cui ho condiviso tanto fino a pochi giorni fa ora non saranno più nel partito mi dipiace molo, anche se so che ci ritroveremo su battaglie comuni. La buona notizia è che per qualcuno che se ne andrà, altri sembrano ora pronti a tornare, questa almeno è la percezione che ho avuto». Un luogo dove pensare e realizzare eventi e iniziative, o anche solo dare una mano in cucina, rigorosamente da volontari. «Quella dei circoli è la politica vera, fatta di passione e volontariato». E allora come ridare slancio a queste realtà che peraltro si autofinanziano? «Credo che i circoli debbano essere maggiormente coinvolti, le decisioni dovrebbero andare più dal basso verso l’alto, mentre questo non è sempre accaduto. Ma di persone che hanno cose importanti da dire ce ne sono davvero tantissime, bisogna saperle ascoltare». Per chi volesse conoscere i militanti del circolo l’appuntamento è in particolare dal 3 al 6 quando il circolo sarà aperto per eventuali nuovi iscritti e i volontari saranno presenti con un banchetto anche al mercato. E l’idea della app? Il circolo peraltro ha anche una sua pagina Facebook, fuziona? «L’app mi sembra una buona idea, ma per quanto riguarda la nostra pagina Facebook ammetto che dobbiamo migliorare molto con l’aggiornamento continuo, ma non è facile riuscire a star dietro a tutto essendo appunto tutti volontari».
Savarna, un paese e un circolo “alla vecchia maniera”
Tra i circoli più attivi e presenti sul territorio, nel forese, c’è quello di Savarna che ha come segretario Omero Lippi, ex presidente di Circoscrizione per lungo tempo, oggi dedito al partito come volontario. Le attività di un circolo che lui stesso definisce “alla vecchia maniera” sono strettamente legate con il paese: «La festa dell’Unità che organizziamo è la festa del paese e abbiamo anche tanti giovani, una cinquantina tra i 12 e i 20 anni, anche se non tutti sono iscritti al Pd. Del resto siamo gli stessi che poi andiamo a dare una mano anche alla festa della parrocchia. Si lavora tutti insieme per il paese, senza stare a guardare le tessere». L’impegno del resto è assai concreto perché tramite feste, cene, iniziative il circolo è riuscito a contribuire a molte spese per la comunità, dall’ammodernamento di aule didattiche nella scuola al fondamentale contributo per la realizzazione del centro infermieristico alla donazione di un defibrillatore, solo per fare qualche esempio.
«Con la Cangina, per esempio – ci racconta Lippi – tutti i lunedì sera per quattro mesi diamo da mangiare a centinaia di persone. Noi siamo qui, ci mettiamo la faccia, quando c’è un problema cerchiamo il modo di risolverlo e siamo pronti anche a subire eventuali contraccolpi, non ci tiriamo indietro». Eppure, nonostante questo radicamento che, dice Lippi, si vede anche nelle urne con le percentuali di voto al Pd, gli iscritti da anni sono in calo. «Adesso siamo a 150, il minimo storico. Ne abbiamo avuti anche 500 in passato. Perché? Beh, di sicuro ha contribuito l’idea di partito leggero di Renzi, dove il simpatizzante contava quanto un iscritto. E così tanta gente anche se continua a rivolgersi a noi, magari la tessera non la fa». I social? Le app? Possono funzionare? «Tutto può servire, ma qui noi siamo abituati a parlarci di persona. Il direttivo si è riunito anche la settimana scorsa, siamo una quindicina quasi sempre tutti presenti e discutiamo di politica. Qui da noi non ci sono mai state scissioni, nessuno se ne è mai andato anche se non eravamo d’accordo con il segretario». Dunque a Savarna fughe verso i renziani non ne temono, così come non le hanno temute con l’uscita di Bersani & Co. «Noi eravamo con Bersani quando era segretario, ma nessuno l’ha seguito fuori dal partito. Noi qui abbiamo le nostre regole di campagna: si sta dentro al partito e si continuano a portare le proprie ragioni».
Colpo nella notte in zona Bassette: in azione due uomini che hanno speronato la volante della questura e poi hanno proseguito a piedi
I ladri sono riusciti a scappare alle guardie, a piedi dopo aver speronato la pattuglia, ma hanno dovuto abbandonare il bottino che è stato restituito al proprietario. È l’epilogo della spaccata, tra le 2 e le 3 dell’11 ottobre, alla tabaccheria Fumhouse in via Di Vittorio a Ravenna (zona Bassette). Due uomini avevano portato via seimila euro di sigarette. La polizia è al lavoro sugli indizi disponibili nel tentativo di dare una identità agli autori del colpo.
A far intervenire la volante della questura è stato un camionista che ha telefonato al numero unico 112 per segnalare che due individui, con volto coperto da passamontagna, stavano entrando nella tabaccheria. All’arrivo degli agenti, i due hanno abbandonato una cassetta e un bidone in plastica (poi risultati colmi di pacchetti di sigarette) e a bordo di una Bmw hanno tentato la fuga speronando la volante che sbarrava la strada. L’auto dei ladri è finita contro delle fioriere in cemento e non ha più potuto proseguire. I due malviventi sono scappati a piedi in direzioni opposte, riuscendo a far perdere le loro tracce nonostante sul posto fossero confluite anche una seconda volante e le pattuglie dei carabinieri disponibili.
I due autori del furto erano riusciti ad introdursi nel negozio dopo averne forzato la porta d’ingresso. La Bmw è risultata essere stata rubata la settimana scorsa a Bologna mentre le targhe applicate alla stessa sono state rubate a Modena.
Il 29enne è il fratello di Sebastian, giocatore che ha vinto due scudetti con la Juventus e ora milita nel Al-Hilal in semifinale della Champions League asiatica
La televisione Al Arabiya, emittente degli Emirati Arabi, ha intervistato stamani, 11 ottobre, il calciatore Giuseppe Giovinco, 29enne attaccante del Ravenna che milita in serie C. Il servizio, come spiega l’ufficio stampa della società giallorossa, nasce dalla volontà di cercare di stimolare lo sviluppo del calcio nel paese mediorientale: le domande hanno spaziato dall’esperienza di Giuseppe nel Ravenna al rapporto con il più celebre fratello Sebastian (due scudetti con la Juventus) che gioca nel Al-Hilal ed è prossimo alla semifinale della Champions League Asiatica.
A tirare le redini del tutto il giornalista egiziano Rifaat Al Nagar, una vera istituzione nel campo, con ben dieci mondiali seguiti come inviato ed il piacere di avere intervistato, fra gli, altri fuoriclasse come Van Basten, Falcao, Maradona. Una bella vetrina sia per Giovinco, ma anche per tutta la squadra, alla luce del seguito della emittente araba che conta un bacino di utenza di circa 250 milioni di spettatori.
Attualmente Giovinco è fermo per infortunio dopo un ottimo iniizio di stagione con 4 gol e 2 assist in 7 gare.
Terza interrogazione presentata in consiglio comunale da Ancarani (Forza Italia) sull’impegno ribatito più volte dalla giunta di trovare una soluzione meno impattante per il padiglione funzionale ai servizi dell’area
Sono passati quasi tre anni da quando il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, in consiglio comunale annunciò l’impegno per sostituire «in un tempo ragionevole» il vano tecnico di piazza Kennedy con qualcosa «non impattante ma di qualità e funzionale» al mantenimento dei servizi dell’area, ma la struttura è ancora al suo posto inalterata nella forma e nella posizione e il consigliere comunale Alberto Ancarani (Forza Italia) ne ha fatto una battaglia personale con la terza interrogazione appena presentata.
A gennaio 2017 fu discussa in consiglio la petizione che chiedeva la rimozione dei bagni pubblici installati a seguito della riqualificazione. Il primo cittadino aveva annunciato che i bagni sarebbero stati rimossi, come effettivamente è accaduto. Rispondendo ad un’identica interrogazione presentata a giugno 2017 l’assessore Roberto Fagnani (Lavori pubblici) dichiarava che erano allo studio varie soluzioni e che entro la fine del 2017 si sarebbe provveduto a dare attuazione alle promesse. Ad aprile 2018 ancora Fagnani sosteneva che essendo intervenute le norme antiterrorismo lo studio necessario per modificare l’assetto del vano tecnico di Piazza Kennedy risultava più complesso del previsto.
Alberto Ancarani
Ora il consigliere di centrodestra si chiede se il sindaco abbia cambiato idea rispetto alle sue dichiarazioni: «In questo caso dovrebbe avere la compiacenza di annunciarlo con analoghe modalità senza sperare che quanto detto venga eventualmente dimenticato dai cittadini». E quindi il forzista nuovamente tira l’amministrazione per la giacchetta: «Confermi quanto dichiarato ormai 36 mesi fa per rendere meno impattante il “locale tecnico in piazza Kennedy”? Non ritiene di doversi scusare con i cittadini per il ritardo fra quanto annunciato e la realizzazione della promessa? Quali tempistiche è lecito attendersi per arrivare al risultato annunciato?».