domenica
21 Settembre 2025

“Umarel”, lettere nelle buchette e Whatsapp: così il verde di via Nizza si è salvato

Sono stati i pensionati del quartiere Nullo Baldini a scoprire l’inizio del cantiere del Comune che avrebbe trasformato una parte del parco in una nuova scuola. Poi uno dei residenti ha distribuito cento fogli nelle case e dalla chat è nata la petizione di 3600 firme che ha cambiato la decisione del pubblico

Parco di via Nizza
Parco di via Nizza

Se nel quartiere Nullo Baldini di Ravenna sopravviverà l’area verde di via Nizza è grazie a un gruppo di comuni cittadini che hanno deciso di attivarsi e far arrivare la loro voce fino al palazzo. Una pacata petizione con oltre 3.600 sostenitori – nata da un centinaio di lettere che il primo firmatario ha distribuito nelle buchette del vicinato – ha convinto la giunta comunale a rivedere i progetti scegliendo un vicino campo agricolo incolto per la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia al posto del parco di via Nizza.

Il primo firmatario è il 50enne Roberto Romagnoli, socio di una ditta di Faenza che produce macchinari per il packaging: «A maggio tra i residenti della zona girava voce che il Comune volesse costruire una scuola al posto del parchetto e con qualche conoscente abbiamo cominciato come si poteva saperne di più». Perché la prima necessità era quella di verificare la fonte: alcuni anziani della zona, i cosiddetti e ormai celeberrimi “umarel”, avevano visto degli operai fare dei rilievi nel terreno e alla loro domanda si erano sentiti rispondere che erano analisi in previsioni del cantiere per una scuola. «Volevamo saperne di più e un vicino mi disse che aveva un contatto con Alvaro Ancisi (il consigliere comunale decano dell’opposizione con Lista per Ravenna, ndr). Ci è sembrato che potesse darci una mano, ma ci saremmo rivolti a qualunque consigliere anche di altri schieramenti se avessimo avuto qualche contatto».

Ancisi una settimana dopo conferma il progetto per la scuola. E allora Romagnoli si mette alla tastiera del computer per buttare giù una lettera: «Ne feci cento copie in A4 e le andai a mettere nelle buchette dei dintorni. Spiegavamo cosa avevamo saputo e invitavo a contattarmi se qualcuno era intenzionato a fare qualcosa per difendere il verde». Per diversi giorni il cellulare di Romagnoli è rovente. Nascono un gruppo su Whatsapp e una pagina Facebook, «strumenti preziosi per questa battaglia, senza queste disponibilità forse sarebbe stato impossibile o di sicuro ci sarebbero voluti tempi più lunghi».

Che fare per arrivare al potere? In chat si comincia a parlare di raccolta firme. E quando si decide di procedere si ripresenta la necessità di avere consigli su come farlo per essere ascoltati: «Nessuno di noi aveva mai fatto qualcosa del genere, non sapevamo le procedure e volevamo evitare che per qualche cavillo venisse tutto cestinato». I contatti con Ancisi erano già avviati ma prima di coinvolgero nuovamente, ci si è confrontati tra cittadini: «Ho posto la questione in chat, ho chiesto se qualcuno avesse dubbi per ragioni politiche. Ci siamo trovati concordi nel dire che avendo già visto la sua disponibilità verso la nostra causa potevamo continuare con lui».

Dalla petizione si è arrivati a un incontro a settembre tra firmatari e alcuni esponenti della giunta tra cui il sindaco Michele de Pascale che ha comunicato la proposta: conservare il parco di via Nizza e attrezzarlo per l’uso pubblico (sono già arrivate due panchine), costruire la nuova scuola in un lotto adiacente alla rotonda Portogallo, tra viale Saragat e via Leopardi, e abbattere l’ex scuola infermieri di via Palestro per ampliare il verde a disposizione dell’asilo adiacente». Insomma, i residenti hanno vinto la battaglia: «È stato entusiamante e anche gratificante quando il sindaco ha dimostrato interesse nei nostri confronti». Questa esperienza potrebbe aver cambiato l’orientamento politico di qualcuno dei firmatari? «Penso che chi già sosteneva Ancisi continui a farlo perché si è dimostrato davvero interessato, chi sosteneva la maggioranza continuerà a farlo perché ha visto che c’è stata disponibilità a rivedere le decisioni».

“Il Giardino del Labirinto”: Dante e la natura come strumento di purificazione

Giardino Del Labirinto La Casa Circondariale di Ravenna ospita un’opera d’arte che omaggia la tradizione artistica ravennate e il Sommo Poeta

Ancora una volta Dante torna ad essere protagonista nella nostra città. Di recente, nell’ambito della manifestazione RavennaMosaico 2019 – Biennale di Mosaico Contemporaneo, è stato inaugurato, alla presenza dell’Assessora alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino e della Direttrice della Casa Circondiariale, Carmela De Lorenzo, Il Giardino del Labirinto: un percorso di consapevolezza, un’opera d’arte pavimentale che sfrutta la tecnica del mosaico e il tema dantesco del viaggio per guidare l’individuo in un percorso di conoscenza ed purificazione (inevitabile il riferimento a “E quindi riuscimmo a rivedere le stelle” del canto trentaquattresimo dell’Inferno); non a caso, il luogo scelto per ospitare questa iniziativa è il giardino di Via Port’Aurea, di fonte al Carcere di Ravenna. Il progetto, sviluppato dall’associazione Dis-ORDINE, con il Patrocinio di Ministero della Difesa e Comune di Ravenna (Assessorato alle Politiche Sociali – Assessorato alla Cultura – Assessorato Ambiente) e in collaborazione con LandShapes di Paolo Gueltrini,  ha visto la partecipazione di moltissimi ravennati, a partire da artisti e mosaicisti, passando per gli studenti delle scuole, fino ad arrivare agli stessi ospiti della Casa Circondariale, dal 2017 ad oggi.

Coloro che hanno concesso il loro prezioso contributo artistico al labirinto in mosaico del progetto “Dis-Ordine a Port’Aurea” sono: Anna Agati, Sara Alberani, Shuichi Amano JAPAN, Enrico Argelli, Elisabetta Argnani, Barbara  Arveda, Giuliano Babini, Rossella Baccolini, Nicole Balducci, Andrea Louis Ballardini, Giorgia Baroncelli, Anna Bartolotti, Giulia Baschetti,Rosetta Berardi Lavatura, Serena Berci, Giovanna Bezzi, Micòl Bezzi, Severo Bignami, Giorgia Bocchini, Marit Bockelie, Rita Bombi, Lella Borghesi, Dalida Bosi, Eleonora Branchetti, Dusciana Bravura, Marco Bravura,Claudio Brunelli,Elisa Lagonegro, Mariella Busi De Logu, Stefano Cangini, Daniela Caravita, Livia Ferruzzi, Saturno Carnoli, Elena Casini, Adua Castellucci, Silvia Causin, Giampiero Cevoli, Silvia Colizzi, Sergio Cicognani, Diego Daira-Katia Mauro, Marika Dall’Omo, Laura Dalmonte, Keti Darchini-Fabrizia Vichi, Nedo Del Bene, Marco De Luca, Barbara Diani, Martina Di Mattia, Kiara e Gojart Dollia,Giada Donati, Dana Donnoli, Ngawang Dorjee (Titeb), Dorotea Drudo,Valeria Ercolani, Marijan Erste, Fulvio Fiorentini,Stefania Fogli, Gloria Foletti, Simonetta Foletti, Maria Cristina Foschini, Daniela Fruci, Debora Gaetta, Sonia Golfari, Linda Griffiths, Francesca Grilli, Sara Guberti, Laura Guerra, Silvia Guerra, Francesca Guerzoni, Andrea Hafsi, Mauro Hafsi, Loredana Lamanuzzi, Marcello Landi, Rossana Lanzotti, Tamara Latteo, Barbara Lodoli, Bianca Lupi, Michela Manfrini, Nina Marazza,Gianluca Mazzotti, Davide Medri, Alessandra Melandri, Giulio Menossi, Jessica Mongiusti, Barbara Morara-Fabiola Mordenti-Bruna Vanoni, Adriana Morelli, Verdiano Marzi, Jessica Mascia, Edoardo Missiroli, Silvia Naddeo, Felice Nittolo, Stella Nittolo, Luciana Notturni, Clarissa Nuzzi, Adello Onofri, Elena Pagani, Michele Pagani, Giulia Pagnani, Roshanak Payrovi, Irene Pasini, Dalila Pattavino, Nira Ben David Peled, Jonatan Sato Pereira, Chiara Piovan, Diana Pocaterra, Elisabetta Papageorgiou, Maddalena Quattrocchi, Paolo Racagni, Barbara Raimondi, Maria Lucia Raimondi, Simona Righi, Gabriela Rigoni-Cristian Sansavini, Ylenia Roma, Chiara Sansoni, Laura Salvatori, Sabrina Santoro, Serena Saporetti, Federico Senni,Suzanne Spahi, Samkia Spinazzi, Silvia Stanzani, Nicoletta Stradaioli, Tiziana Tesselli, Enzo Tinarelli, Anna Togni, Paola Turchetti, Virna Valli, Silvia Venturi, Cesare Vitali, Francesca Vitali, Brunetta Zavatti, Virginia Zanotti, Roseanne Kopchuk (Usa),
Casa Circondariale – Ravenna con Driss, Josè Manaurys Feliz, Frank, Hatem, Aymen, Rmait, Moussa, Marcello, Aziz, Salahddene – Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo – Ravenna con Davide.P, Michele G., Michele S., Roberto E., Silvano P.,Giovanni G. – Azienda Galassi-Labirinto Effimero, Fraternità San Damiano – Ravenna, Albergo Cappello – Ravenna, Fondazione Ravennantica,  Laboratorio Arcobaleno – Ravenna, Istituto Ghepelling – Milano, ER Concerti – Ravenna, Mama’s Club – Ravenna, Ritmica Edera Ravenna, Musaico – Cesena, Koko Mosaico – Ravenna, Les 3R Chartres (Francia), Monastero Clarisse Cappuccine con Laura Dalmonte, Stefania De Palma, Donatella Bezzi, Silvia Colizzi, Antonella Filipponi, Nicoletta Gobbi, Marianna Improta, Maria Rita Servadei, Carmela Parente e Michela Perla assieme alle suore cappuccine, oltre che gli allievi delle Scuole: Scuola Elementare R. Ricci, Scuola dell’Infanzia Landoni, Scuola Elementare F. Mordani, Scuola Elementare G. Pascoli, Scuola Elementare B. Pasini, Scuola Elementare G. Garibaldi, Scuola Elementare M. Bartolotti di Savarna, Istituto Comprensivo Satta-Fais di Ploaghe e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna – Corso di Mosaico prof. Daniele Strada e del Liceo Artistico Nervi-Severini – Laboratorio di Mosaico prof. Elena Pagani – Laboratorio di Scultura dei proff. Marinella Tassinari e Henry Rossi con Steven Bortolussi e Riccardo Mariotti per la realizzazione della scultura del toro androcefalo.

La grande opera collettiva – realizzata con il contributo di Comune di Ravenna, Orsoni (Venezia), Siderurgica Ravennate, Amici di Chartres, Cmac, Dollia Costruzioni e Ristrutturazioni, la Bottega del Fabbro, Aracadia e Azimut – è stata inserita nel progetto di restyling del Giardino del Labirinto, che sarà arricchito con arredi per accogliere i visitatori della Casa Circondariale e uno spazio espositivo per mostre temporanee che ravviveranno l’intera zona.

 

Lo splendore del vetro nelle opere di Josef Albers

A Palazzo Rasponi delle Teste, il 10 ottobre una conferenza di Nicholas Fox Weber sul grande esponente del Bauhaus

Josef Albers OperaSi intitola “Vetro, colore, luce: l’insegnamento di Josef Albers al Bauhaus” la conferenza che vede protagonista Nicholas Fox Weber, direttore esecutivo della Josef and Anni Albers Foundation, in programma giovedì 10 ottobre (inizio ore 17) al Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna.
L’incontro, che sarà introdotto dal docente e studioso di storia dell’architettura Alberto Giorgio Cassani, fa parte del progetto “Incursioni” dell’Accademia di Belle Arti in occasione della Biennale di Mosaico Contemporaneo 2019.
Nicholas Fox Weber è da più di quarant’anni direttore della Josef and Anni Albers Foundation che ha sede a Bethany in Connecticut negli Stati Uniti. Autore di numerose monografie sull’arte e sull’architettura, pubblicate in diverse lingue, dal 2005 dirige Le Korsa, un’organizzazione no-profit che ha fondato per diffondere l’arte grazie al centro culturale e residenza per artisti Thread. Recentemente è uscito in Italia, per la casa editrice Il Saggiatore, il suo libro Bauhaus. Vita e arte di sei maestri del modernismo, che tratta fra le altre anche l’opera di Josef Albers, tema della conferenza Ravenna.
Il tedesco Josef Albers (1888 – 1976), è stato uno degli esponenti di spicco del Bauhaus, rivoluzionaria scuola d’arte, architettura e design fondata nel 1919 a Weimar da Walter Gropius, a cui si avvicinò nel 1920. Dopo essersi iscritto al corso propedeutico dell’istituto, Albers comincio a sperimentare l’uso del vetro per opere a mosaico e pannelli vetrati di straordiniario equilibro geometrico e cromatico. Negli anni seguenti divenne un docente del Bauhaus su incarico del direttore Gropius, entrando a far parte, a pieno, titolo dei grandi maestri di quella scuola che segnò la storia artistica del primo Novecento, assieme, oltre a Gropius, di Kandinsky, Klee, Meyer, Itten, Feininger, Breuer, van der Rohe…
Quando l’istituzione artistica di Weimar fu costretta a chiudere a causa delle persecuzioni naziste, Albers emigro negli Sati Uniti assieme alla moglie Anni, anche lei artista nel campo dei tessuti. Oltreoceano Albers fu assunto come docente prima al Black Mountain Collage, dove continuò a divulgare le idee del Bauhas, e nel 1950 divenne direttore del Dipartimento di Design all’Università di Yale. A chi gli chiedeva quale fosse la sua missione come insegnante, lui rispondeva: “to make open the eyes”, far aprire gli occhi…

Parte da Ravenna la missione Antartide della prima nave rompighiaccio italiana

Il 15 ottobre sarà possibile visitare la “Laura Bassi”, ma solo per i primi 50 cittadini che si prenoteranno via mail

Foto Laura BassiAl via da Ravenna la missione Antartide della nuova nave polare dell’Istituto nazionale di Oceanografia, acquistata in Norvegia grazie a un finanziamento di 12 milioni di euro accordato dal Miur. È stata intitolata a Laura Bassi, prima donna al mondo ad ottenere, nel 1732, una cattedra universitaria, in fisica all’Università di Bologna; e Laura Bassi nave ha a sua volta un primato, essendo la prima rompighiaccio (cioè in grado di incedere infrangendo ghiaccio marino) italiana.

Le missioni in Antartide si svolgono grazie alla collaborazione tra Ogs, Enea, Pnra e Cnr nell’ambito di un programma di ricerca scientifica attuato dal Miur allo scopo tra l’altro di analizzare la perdita di massa dei ghiacci e di riconoscere l’influenza umana in Antartide, dati essenziali per cercare antidoti allo scioglimento.

Come già l’Italica, storica nave delle missioni antartiche partite da Ravenna fin dal 1991, la Laura Bassi farà base al porto del capoluogo bizantino dove il Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, dispone, all’interno del terminal Sapir, di un magazzino e dove avranno luogo, prima e dopo ogni missione, le operazioni di imbarco e sbarco delle attrezzature necessarie per l’attività di ricerca.

La nave è lunga 80 metri e ha una stazza di 4.000 tonnellate, è dotata di due gru e di un ponte di volo per elicotteri. Può accogliere complessivamente 72 persone (22 di equipaggio e 50 di personale scientifico) mentre, per quanto riguarda le attività scientifiche, dispone di due laboratori di 45 metri quadrati ciascuno, uno asciutto e uno umido.

La missione partirà da Ravenna il 17 ottobre diretta al Mare di Ross, dove giungerà intorno a Natale. Nell’occasione Sapir, unitamente all’agenzia marittima Italteam Shipping, che coordina il trasferimento del materiale scientifico, ha deciso, grazie alla disponibilità dell’Ogs e in particolare del direttore del dipartimento infrastrutture Franco Coren, di offrire ai ravennati la possibilità di visitare la nave.

Naturalmente gli spazi limitati e le norme di sicurezza del porto possono consentire l’accesso a un numero limitato di persone e solo su prenotazione.

L’open day è in programma martedì prossimo 15 ottobre e sarà riservato, oltre che agli studenti dell’Itis Baldini che hanno in corso un progetto di alternanza scuola lavoro con Sapir, ai primi 50 cittadini che si prenoteranno inviando una mail, esclusivamente giovedì 10 ottobre, a partire dalle 9, secondo le istruzioni indicate sul sito web di Sapir.

I tifosi: «La morte di un poliziotto deve valere come quella di un altro lavoratore»

Gli Ultras Ravenna tornano sul caso di Trieste, dove hanno disertato il minuto di silenzio per i due agenti uccisi

TRIESTINA RAVENNA
Gli Ultras del Ravenna a Trieste

Arriva sui social la replica degli Ultras Ravenna ai tifosi della Triestina che ne avevano denunciato il comportamento poco rispettoso.

I supporter ravennati, infatti, domenica allo stadio friulano (dove il Ravenna si è imposto per 1-0) avevano disertato il minuto di silenzio in memoria dei due poliziotti uccisi due giorni prima proprio a Trieste, uscendo dallo stadio e poi rientrando solo una volta terminato il momento di raccoglimento.

«La nostra forma di protesta, composta e non violenta – scrivono gli Ultras Ravenna sui canali social –, di disertare il minuto di silenzio è dovuta alla disparità di trattamento verso la morte di un lavoratore, qualsiasi esso sia. Non ha nulla a che fare con i fatti che riguardano il tifo ravennate e la Questura di Ravenna (il tema è quello degli striscioni e le bandiere vietate allo stadio Benelli, ndr). Continueremo con questa posizione anche in futuro finché non sarà equiparata la morte di tutti i lavoratori».

Valle della Canna, caccia sospesa nel raggio di tre chilometri dal parco del Delta

Il provvedimento motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria

Caccia 1200x800Il Parco del Delta del Po ha disposto oggi – 7 ottobre –  la sospensione di qualsiasi forma di attività venatoria in un raggio di 3 km dal perimetro dell’area interessata dalla moria di uccelli anatidi a causa, presumibilmente, dell’intossicazione da tossina botulinica di tipo C, fenomeno riscontrato la scorsa settimana in Valle Mandriole, o Valle della Canna. Va ricordato che nell’area interessata dal fenomeno l’attività venatoria non è mai consentita, a differenza delle zone contigue.

Tale provvedimento, “assunto anche dalla Regione Emilia-Romagna per le aree di competenza, risponde a un triplice obiettivo: in primis, permette consentire la permanenza degli uccelli in acque non contaminate, evitando la migrazione dalla zone contigue all’area di criticità. In secondo luogo, evita il potenziale abbattimento a un numero consistente di esemplari sani che, presumibilmente, a fronte dell’anomala presenza umana nell’area interna della Valle per la rimozione delle carcasse, si sono spostati nelle zone contigue ove vi è minor disturbo; infine, tale provvedimento è motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria”.

La sospensione dell’attività venatoria è immediatamente in vigore nelle AC (aree contigue) del Sub comprensorio n.4 “Ravenna- Alfonsine- Cervia” denominato PP Ravenna, in un raggio di 3 km dal perimetro della Valle Mandriole, e resterà valida fino a specifica revoca.

Il Parco del Delta del Po comunica che tale provvedimento è stato condiviso con Ispa e con tutti gli enti competenti che si sono attivati immediatamente a partire dalla segnalazione del Comune di Ravenna e l’immediata convocazione del tavolo emergenziale di giovedì 3 ottobre. “Il Comune nel frattempo, insieme a tutti gli enti competenti, ha favorito azioni straordinarie per il ricambio delle acque della valle in maniera rapida e per fornire così ossigeno all’area e limitare la proliferazione del botulino con l’auspicio di uscire dall’emergenza”.

Teatro come scuola di vita: 7 incontri con gli studenti, saggio finale all’Almagià

I laboratori di Panda Project che si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo” rivolto alle elementari e alle medie

Laboratori Panda ProjectIl teatro come scuola di vita, come luogo privilegiato per imparare le regole di convivenza con i propri compagni; il teatro come spazio dello stare assieme, ognuno con i suoi difetti e con le sue stranezze, senza chiudere le porte a nessuno. A questo, e a molto altro, serve il teatro nelle scuole: uno spazio di libertà nel quale essere se stessi, che può aiutare nella gestione dei conflitti interni ed esterni alla classe. Lo spirito dei laboratori teatrali di Panda Project sta tutto qui. Si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo”: sono i due progetti scolastici dei Panda, compagnia romagnola che quest’anno festeggia i 10 anni di attività, e s’ispirano ai classici della letteratura italiana per affrontare temi difficili assieme ai ragazzi.

Il primo, rivolto alle scuole elementari, è finalizzato alla gestione del bullismo e del cyber-bullismo; il secondo, pensato per le scuole medie, affronta lo spinoso tema del razzismo con l’aiuto dell’indimenticabile personaggio creato da Verga. Quest’anno, per il quinto anno consecutivo, i Panda Project – al secolo Beatrice Cevolani, Hendry Proni e Delia Trice – affiancati dai due attori professionisti Annalisa Salis e Denis Campitelli, propongono i loro laboratori freschi e ironici alle classi delle scuole di Ravenna, realizzati in collaborazione con l’Assessorato alle politiche giovanili e con la Fondazione del Monte. Articolati in sette incontri settimanali della durata di 2 ore, i laboratori quest’anno prevederanno la possibilità di un momento di resa finale all’Almagià di Ravenna, a fine maggio 2020.

I laboratori verranno presentati ufficialmente a chiunque sia interessato il prossimo 14 ottobre, dalle 16.30 alle 18.30 presso l’Informagiovani di Ravenna, dentro a Palazzo Rasponi delle Teste (entrata via Longhi n.9). Gli ideatori dei laboratori – compresa Delia Trice direttamente da Copenaghen – risponderanno a tutte le domande e raccoglieranno le adesioni

Il progetto

«Ci piace tantissimo il confronto con i giovani», racconta Beatrice Cevolani. «Nei nostri laboratori i ragazzi partecipano attivamente e hanno tantissime cose da dire, spesso con punti di vista diversi e inaspettati. Affrontiamo assieme a loro tematiche difficili e sentite, che fanno paura ai “grandi”; e lo facciamo cercando di usare l’ironia, nostra passione da sempre», continua Cevolani.

«Dopo una serie di esercizi e giochi teatrali che servono per fare gruppo e capire i bisogni della classe, affrontiamo gli argomenti con una serie di domande generali. Per esempio: cosa significa per voi prendersi cura di qualcuno? Quanto vi sentite voluti bene? Si tratta di capire, attraverso le loro suggestioni, quando e come il problema si presenta nella quotidianità».

«Poi includiamo i ragazzi a livello creativo, partendo da ciò che li ha colpiti di più dei testi letti e chiedendo nuovo materiale: musica, fumetti, serie tv, ciò che loro sentono più vicino. Quindi si sintetizza tutto, col nostro aiuto, nella creazione collettiva di una vera e propria scena teatrale finale, senza ruoli predefiniti, imposizioni o costrizioni», spiega Cevolani.

«L’intento di “Rosso Malpelo”, dedicato alle medie, è capire quando la diversità diventa un problema. È ovvio che siamo tutti diversi, e questa diversità è una ricchezza. Ma quando c’è paura, ignoranza, pregiudizio, quando non ci si conosce, allora la diversità diventa un problema per tutti. Per questo ci basiamo sul teatro, sul lavoro di gruppo, sul confronto e sulla mediazione».

«Ne “Le nostre città invisibili”, insegniamo ai ragazzi delle elementari a litigare meglio. Dato che è impossibile non litigare, bisogna imparare a gestire la rabbia e le frustrazioni. Partendo dal libro di Calvino cerchiamo di immaginare assieme a loro delle città fantasiose, nelle quali collocare i conflitti reali per imparare a risolverli».

Una vera e propria esperienza di vita attraverso il teatro, che purtroppo è ancora poco diffusa nelle scuole italiane. Come conclude Cevolani: «Il teatro è un’esperienza straordinaria, e le reazioni dei partecipanti ce lo dimostrano. Sulla scena ci sono regole ben precise, che non ti vengono imposte come nella vita reale, ma che devi seguire se vuoi che la scena funzioni. Si impara a seguire le regole stando assieme. A teatro bisogna capirsi, accettare di farsi guardare, ascoltarsi, rispettarsi. Sono le stesse regole della vita, ma vissute e accettate assieme, senza paura».

Duecento concerti e oltre trentamila presenze: il Mei ha festeggiato così i 25 anni

Oltre ai live, sono state discusse anche alcune proposte per favorire l’ingresso della musica indipendente nei locali da ballo e nelle scuole

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La piazza del Mei

La 25esima  edizione del Mei – Meeting delle Etichette indipendenti si è conclusa ieri, domenica 6 ottobre, confermandosi come un successo. Secondo gli organizzatori ci sono state oltre 30.000 presenze, «un record mai registrato prima», durante le tre giornate di incontri, premiazioni e concerti, un afflusso di persone mai visto per oltre 200 live di artisti e band emergenti!

Dopo l’inaugurazione di venerdì pomeriggio, che ha visto l’apertura di mostre dedicate alla storia della musica e all’arte, mentre la sera e’ stato reso omaggio in un cinema strapieno a Don Gallo con un film che ha visto la partecipazione corale di tutta la musica italiana, nel centro di Faenza sono stati protagonisti tanti artisti, dai giovani emergenti ai talenti premiati con illustri riconoscimenti. Tra i tanti protagonisti i Marlene Kuntz che hanno  ricevuto il Premio Ciampi per i loro 30 anni di carriera. Si sono esibiti e sono stati premiati, tra gli altri, Fulminacci, Morgan, Negrita, Cristina Donà.

Sempre durante la giornata di sabato si è svolta la prima giornata del convegno Internazionale Digital Day a cura di Stefano Negrin e Giordano Sangiorgi. Durante tale meeting internazionale sono emerse alcune proposte: la prima riguarda la necessità da parte dei produttori indipendenti europei di organizzare una protesta a Bruxelles al fine di chiedere un equo compenso alla filiera creativa musicale da parte delle piattaforme multinazionali monopoliste digitali del settore musicale; la seconda riguarda il nuovo patto, stipulato proprio oggi, tra il Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e il Mei per l’ingresso della musica indipendente ed emergente attraverso festival, concerti live e rassegne anche nelle discoteche; mentre la terza ha segnalato la necessita’ dell’ingresso della musica in modo permanente nelle scuole con la presentazione del Corso sui Cantautori Italiani del Novecento che si terra’ con il Mei al Liceo Torricelli – Ballardini di Faenza grazie al sostegno MIbac e Siae presentato dal cantautore Edoardo De Angelis che ha celebrato i 50 anni del suo storico brano “Lella”

«Godiamoci questo straordinario risultato che conferma il Mei come un punto di riferimento nazionale di tutta la nuova musica indipendente ed emergente italiana che da qui porta i nuovi suoni di una nuova generazione e registriamo un aumentato interesse da parte del pubblico visto il record di presenze verso gli artisti e le band agli esordi che propongono nuove proposte musicali»  dichiara il patron Giordano Sangiorgi, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’edizione . «Ora, arrivati al giro di boa, si deve avviare una vera e propria rivoluzione per il nuovo percorso del Mei che gli permetta, di poter attivare la sua ricca rete durante tutto l’anno e poter rispondere ancora meglio alle nuove esigenze dei nuovi giovani produttori indipendenti e dell’attuale filiera creativa musicale, fatta da produttori, artisti, festival e promoter».

Festival Nuove Generazioni in arrivo: da domani all’11 ottobre all’Almagià

Organizzata nell’ambito di Sclab, il progetto vuole avvicinare i giovani alla musica colta ed è stato ideato dal quartetto Fauves

Musica Classica2Saranno le Artificerie Almagià a ospitare dall’8 all’11 ottobre la seconda edizione del festival musicale Nuove Generazioni nell’ambito di Sclab, il progetto ideato da Elisa Floridia e Giacomo Gaudenzi e realizzato dall’associazione quartetto Fauves in compartecipazione con il Comune di Ravenna e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, per avvicinare i giovani alla musica colta. L’associazione nasce dall’esperienza dei quattro giovani musicisti del quartetto Fauves.

Quest’anno le serate di festival hanno raddoppiato la loro portata, passando da due a quattro: l’8 ottobre con “Vento contemporaneo” si esibirà il duo Di Mario – Bassi (trombone e pianoforte); il 9 sarà la volta de “I tre porcellini e il lupo che aveva perso il vizio”, fiaba musicale del Centro di Formazione e Cultura Musicale di Vinci; il 10 dialogo aperto con Paola Dubini, docente dell’Università Bocconi dal titolo “Con la cultura non si mangia. Falso! Eat Mozart”; l’11 chiude la rassegna “Ciò da sapare le pandore”, melologo su racconti di vita romagnoli con Nevio Spadoni. Tutte le serate sono a ingresso libero, inizio spettacoli ore 21.

Il festival si inserisce nell’attività laboratoriale Sclab, iniziata nel 2018, ideata e condotta dall’associazione che ha come obiettivo quello di mettere in pratica un’idea: quella che la musica “difficile” sia una risorsa inesauribile di occasioni di incontro, di modi di stare insieme, di possibilità di parlare una lingua condivisa. Per questo Sclab è dedicato specialmente ai più giovani, sia a quelli che la musica la studiano già, sia a quelli per cui la musica colta è lontana. L’edizione 2019, oltre a potenziare i corsi di formazione sia propedeutica che specialistica in termini di durata dei corsi e numero di formatori, ha visto l’attivazione di un filone progettato su un lungo arco temporale: l’Orchestra infantile Sclab. Il progetto dell’Orchestra infantile nasce dall’esperienza didattica di Elisa Floridia nelle classi della scuola Masih di Lido Adriano, dove la musicista ha interagito con i bambini, offrendo loro la possibilità di imparare a suonare uno strumento musicale, con lezioni sia individuali che collettive, settimanali. Ogni partecipante è stato dotato di uno strumento ad arco e ha frequentato il corso gratuitamente. Ad oggi l’Orchestra infantile Sclab conta quaranta elementi, ma le richieste di partecipazione sono tante di più. L’idea è quella di stabilire un progetto permanente di inclusione e formazione che abbia tutte le facce del mondo – perché tutto il mondo è rappresentato nella cittadinanza – attraverso il quale imparare che saper suonare insieme è saper stare insieme. Il primo concerto dell’Orchestra infantile Sclab si terrà il 18 novembre alle Artificerie Almagià.

«Sclab è un progetto dedicato alle nuove generazioni – dichiara Giacomo Gaudenzi dell’associazione quartetto Fauves – che aspira ad entrare nel tessuto cittadino. La musica da camera, che ne è la protagonista, rappresenta e sviluppa in chi la frequenta un modello cooperativo, rifiutando di per se stessa il modello competitivo che sempre più caratterizza la nostra collettività. Sclab mette a disposizione di tutti, dai bambini agli adulti, le eccellenze della cultura presenti in Itala e all’estero non solo durante il Festival ma anche nell’intenso filone formativo annuale che contraddistingue il progetto, durante i corsi di perfezionamento e le attività nelle scuole».

Il quartetto Fauves – commenta l’assessora alla Cultura Elsa Signorino – «è composto da artisti molto giovani, forse proprio per questo particolarmente interessati a far apprezzare la cosiddetta musica colta a un pubblico il più possibile eterogeneo, sia per età che per interessi. I suoi progetti rappresentano un grande dono alla collettività, che può avvicinarsi a nuovi patrimoni culturali e intessere stimolanti relazioni».

«Questo progetto, di formazione e di inclusione – dichiara l’assessora alle Politiche giovanili Valentina Morigi – evidenzia una preziosa modalità di lavoro nel segno dell’apertura, della cooperazione e della contaminazione tra diversi soggetti coinvolti come il quartetto Fauves, la scuola Masih di Lido Adriano e il Cisim. La base di partenza è costituita dal fatto che la musica è un solo grande mondo dove i generi si incontrano e reciprocamente si arricchiscono».

Mercatone Uno, incontro al Mise sul futuro degli undici punti vendita in regione

Dopo il fallimento di Shernon Holding i negozi, compreso quell di Russi, sono chiusi. Il bando scade il 31 ottobre

Domani, martedì 8 ottobre,nel pomeriggio dalle ore 16, al Mise incontro sulla vicenda del Mercatone Uno dopo il fallimento della Shernon Holding Srl (che aveva rilevato il gruppo lo scorso anno) e la nomina dei Commissari da parte del Governo. Tra gli obiettivi del summit quelli di far luce sul futuro degli 11 punti vendita in Emilia-Romagna , compreso quello di Russi.

Il bando per la vendita del gruppo scade il 31 ottobre prossimo. I centri commerciali occupano 450 lavoratori (su circa 1800 in Italia), per conoscere la situazione della sede logistica a San Giorgio di Piano tutt’ora esclusa dalla procedura di vendita, oltre al futuro della sede amministrativa di Imola. Al tavolo oltre i sindacati nazionali di categorie, i Commissari sono chiamate anche le 12 Regioni in cui hanno sede i punti vendita. La Regione, prima del tavolo romano, ha tenuto (il 24 settembre scorso) un incontro in viale Aldo Moro con la Città Metropolitana di Bologna, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i sindaci dei comuni emiliano-romagnoli sedi dei punti vendita.

I meccanismi della Bestia di Salvini nel primo libro di una giornalista ravennate

Margherita Barbieri presenta il 12 ottobre il suo lavoro dedicato alla macchina che cura la strategia del leader leghista soprattutto sui social

Matteo Salvini in un momento dietro le quinte in una passata edizione della festa della Lega a Cervia

Come ha fatto la Lega a conquistare così tanti elettori? È la domanda da cui è partita la giornalista ravennate Margherita Barbieri per il suo “La Bestia di Salvini” (Edizioni Girasole, 120 pagine, 10 euro), un manuale della comunicazione del Carroccio che sarà presentato il 12 ottobre alle 18.30 al Circolo ravennate e dei forestieri (via Ricci a Ravenna). Alla serata sarà presente l’autrice, Beppe Rossi (presidente del Circolo), Ivan Simonini (presidente delle Edizioni Girasole) e Michele Marchi (docente di Storia Contemporanea all’Università di Bologna).

Il primo libro della 30enne – moglie dell’assessore regionale e esponente del Pd, Andrea Corsini – si presenta con la prefazione del conduttore televisivo Andrea Purgatori e promette «una risposta precisa e convincente, tramite un’analisi critica della comunicazione del Capitano, vista secondo gli occhi della Bestia», il nome con cui nell’ambiente mediatico viene chiamata la macchina organizzativa dietro alla strategia comunicativa del leader leghista. «Un volume da leggere per scoprire fino a che punto il potere dei social media può influenzare gli italiani e il loro voto. Per comprendere come si è trasformata la politica. Per capire gli errori della Destra, e quelli della Sinistra».

La copertina del libro di Margherita Barbieri

Barbieri è nata a Ravenna ed è cresciuta a Forlì. Giornalista pubblicista, ha lavorato per diversi giornali e tv locali, iniziando nel 2013 con il Corriere Romagna, per poi specializzarsi anche nella produzione video e in quella social. Ha co-fondato nel 2015 Romagna Web Tv. Ha condotto la trasmissione televisiva “Made in Romagna”. Ha curato la comunicazione di alcune campagne elettorali nella sua regione (l’ultima quella di Massimo Medri alle amministrative di Cervia a maggio 2019).

Valle della Canna, per Legambiente serve un risanamento che vada oltre l’emergenza

Secondo l’associazione il proliferare di specie vegetali non autoctone causa il soffocamento dell’area umida. «Ecco perché gli interventi tampone non sono utili»

Ph Oriano Golnelli Valle Canna Agosto 2017 Garzetta
Una garzetta nella Valle della Canna in uno scatto di Oriano Golnelli

Legambiente Ravenna interviene duramente sulla situazione nella Valle della Canna, dove ormai duemila uccelli sono morti a causa el botulino. «Esito scontato ed inevitabile di sottovalutazioni, inadempienza e di misure solo sporadiche ed emergenziali, quanto da scelte gestionali del tutto discutibili», dice l’associazione ambientalista. Le associazioni da tempo parlano di una gestione idraluica insufficiente «a contrastare l’anossia e il ristagno: condizioni favorenti la proliferazione del batterio del botulino, minaccia mortale per l’avifauna».

Per Legambiente da tempo è in atto una evoluzione della vegetazione che dal 2011 starebbe accelerando «ed in particolare stanno aumentando le presenze arboree nei punti più elevati, salici e pioppi bianchi, accompagnate anche dai banali ruderali rovi e sambuchi, mentre nelle bassure si susseguono specie aliene invasive come zigolo nordamericano e porracchia sudamericana. Quest’ultima specie, per i botanici Ludwigia peploides montevidensis, nota in letteratura scientifica tra le più invadenti e combattute pesti d’acqua a livello mondiale, sta espandendosi rapidamente nella Valle della Canna, fenomeno evidente e conosciuto». Anche la presenza di fenicotteri ed oche selvatiche sarebbero «precisi segnali di un mutamento ecosistemico, che coinvolge ovviamente anche flora e fauna, a dispetto dell’impegno formale alla conservazione della biodiversità, sancito dalla inclusione nella rete Natura 2000 della Comunità Europea, come SIC e ZPS».

Il tutto crea un  «un perfetto ambiente protettivo per zanzare; questo aumenta l’incidenza del virus West Nile e di altre malattie comunemente diffuse dalle zanzare. La Ludwigia peploides provoca anche seri danni alle attività umane quale anche la navigazione. La crescita rapida ed incontrollata della primula d’acqua sovrasta la vegetazione autoctona e danneggia le reti di irrigazione e drenaggio dei corpi d’acqua. I pesci possono incontrare seri problemi a muoversi nei fitti popolamenti di Ludwigia, che oltretutto influenzano gli habitat degli animali di superficie come gli uccelli. Essa ospita popolamenti di culicidi (zanzare), possibili portatori del virus West Nile».

In altre parole, per Legambiente «non basta più ricolmare i chiari solamente quando in stress idrico, ma sono necessarie programmazioni ed investimenti tali da garantirne un livello minimo vitale (il doppio rispetto a soli 2 anni fa) a tutela della salute dell’ecosistema. Una programmazione che è importante tenga conto degli effetti del cambiamento climatico e delle future esigenze idriche dell’area».

Valle Della Canna, Stato Canale Circondariale, 7.8.17Secondo l’associazione, dopo l’intervento da parte degli enti preposti nel ripristinare l’apporto idrico, si dovrà ragionare  «su interventi progettuali a lungo termine riconoscendo una priorità di azioni a tutela del nostro importante patrimonio naturale. Infine, curiosa è la vetrina di esaltazione sulla partecipazione dei soli cacciatori che chiedono dove sono finiti gli ambientalisti e si autoproclamano i veri salvatori dell’ambiente e rivendicano anche la gestione di queste aree.  Intanto sono state coinvolte le sole associazioni venatorie e nessuno si è sognato di coinvolgere la associazioni ambientaliste che già svolgono migliaia di ore di volontariato per gli enti pubblici interessati. Solo dopo che se ne è richiesto il motivo improvvisamente l’amnesia è venuta meno e si è convocato un “Urgente Tavolo coordinamento Valle della Canna” per mercoledì 9 ottobre che invita ed include anche i mai interpellati (fra cui gli ambientalisti e la Polizia provinciale). Forse sarebbe meglio che al mettersi in vetrina con queste presunte passioni, si comprendesse la necessità di tutelare il sito in quanto ecosistema di grande valore e non per seconde mire.” – sottolinea l’associazione».

Infine, «grandi interrogativi sono posti anche sulle operazioni di recupero, al di là dell’encomiabile impegno dei volontari attualmente impegnati, sulla correttezza delle operazioni di recupero della avifauna morta e di quella sopravvissuta. Quale è il numero attuale dei recuperati ? Quanti ancora vivi e quanti morti ? I vivi sono stati regolarmente registrati? Quali specie sono state interessate? È’ stato fatto un censimento di tutti gli animali recuperati diviso per specie e genere? Si sono trovati uccelli particolarmente protetti o protetti fra i deceduti (uccelli che sono certamente presenti nella Valle della canna)? Se non è stato fatto, perché si è già provveduto a portarli all’inceneritore?”.

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