Ecco i coordinatori del partito di Renzi: «Faremo politica su Whatsapp e nelle sedi»

Un assessore e un giornalista, Roberto Fagnani e Maria Chiara Duranti, rappresentano Italia Viva in provincia: «Da adesso mai più una consultazione elettorale senza il nostro simbolo». Primo test alle amministrative di Faenza

Foto Coordinatori Italia Viva Ravenna Provincia

Maria Chiara Duranti e Roberto Fagnani, coordinatori provinciali di Italia Viva

Dopo l’assemblea a Roma dell’1 e 2 febbraio, Italia Viva, il partito fondato dall’ex segretario del Pd ed ex premier Matteo Renzi, si struttura anche sui territori con due coordinatori per provincia, un uomo e una donna.

A Ravenna si tratta di un’ousider della politica come Maria Chiara Duranti e di un volto invece noto come quello di Roberto Fagnani. Lei è una 53enne giornalista professionista e direttrice della testata Format-biz. Lui è assessore nella giunta De Pascale del Comune di Ravenna con deleghe ai Lavori pubblici e allo Sport, 46enne renziano della prima ora e uno dei primi ad annunciare che avrebbe lasciato il Pd per seguire l’ex sindaco di Firenze. Non è dunque sorprendente trovarlo in questo incarico.

«In questi mesi si è lavorato molto a questo progetto di organizzazione – spiega l’assessore –, in particolare con il ministro Teresa Bellanova, il vicepresidente della Camera Ettore Rosato e il deputato Marco Di Maio, e oggi sono mol- to contento e orgoglioso di ricoprire questo ruolo, a cui mi dedicherò con passione e con dedizione, come ho sempre fatto in politica».

Da Fagnani parole di apprezzamento per la collega: «Sono contento di fare questo percorso con una persona con un’importante esperienza giornalistica che avevo avuto modo innanzitutto di conoscere come autrice di un libro su Zaccagnini che avevo apprezzato tantissimo. E sono doppiamente felice perché ha deciso di scendere in campo in un partito che finalmente lascia davvero molto spazio alle donne».

Fagnani, da coordinatore provinciale la aspetta già tra qualche mese con le elezioni amministrative di Faenza la prima vera sfida elettorale, visto che alle Regionali non c’era il simbolo…
«Siì, per le Regionali si era deciso di non presentare il simbolo in accordo anche con il presidente Bonaccini che abbiamo sostenuto convintamente e che, personalmente, mi auguro diventi il nuovo leader del Pd. Ma ai prossimi appuntamenti elettorali arriveremo sempre con il nostro simbolo: il primo per la nostra provincia è quello di Faenza per cui ci mettere- mo al lavoro e incontreremo tutti i possibili interlocutori».

Chi sono i possibili interlocutori di Italia Viva? Si sentono idee fantasiose addirittura di possibili accordi con Salvini…
«Naturalmente c’è un’area con cui noi non potremo mai confrontarci. Basti pensare che Renzi è stato tra i promotori di un governo con il Movimento 5 Stelle pur di mandare a casa Salvini. Detto questo, come stiamo dimostrando in Puglia, siamo disponibili a parlare e a confrontarci ma non ad accettare qualsiasi condizione o ad appoggiare chiunque (Italia Viva in Puglia è pronta a correre da sola per non appoggiare il candidato Pd Emiliano, ndr) ed è ovviamente pronta anche a presentare proposte e candidature».

A Faenza auspica forse primarie di coalizione?
«Mi sembra tutto ancora prematuro».

Nel campo del centrosinistra faentino c’è parecchia maretta: vi proponete di fare da pacieri tra Pd e Insieme per Cambiare, per esempio?
«Perché no? (sorride, ndr)».

Ma con quale forza andrete a sedervi a un tavolo di trattativa, visto che non è stato possibile misurarvi? A Ravenna alle Regionali non avevate nemmeno un vostro candidato nella lista del presidente, a differenza di quanto accaduto altrove…
«Questo è accaduto perché a Ravenna, per alcune dimamiche particolari, non è stato possibile esprimere un candidato della nostra area e quindi la nostra scelta è stata quella di non schierarci e di votare Bonaccini. E ci sono stati molti voti che sono andati solo al presidente. Nelle province in cui c’erano, invece, i candidati dell’area di Italia Viva sono stati molto votati. Non ci fidiamo dei sondaggi (che li danno intorno al 4-5 percento, ndr), sentiamo molto interesse nei nostri confronti e siamo sicuri che altri seguiranno a breve».

Forze come Azione di Calenda o Più Europa della Bonino si collocano nella vostra area politica, diciamo a destra del Pd e a sinistra della destra. Possiamo immaginare alleanze?
«Certamente, a livello locale potrebbe essere interessante perché i punti in comune, soprattutto sotto il profilo economico, sono numerosi».

Veniamo a Ravenna, dove si vota tra poco più di un anno. Come starete in maggioranza? Lei è assessore e Italia Viva conta anche due consiglieri comunali: sarete “pungoli”, per così dire, come Renzi al governo giallorosso?
«Noi abbiamo sempre detto che restiamo leali a questa alleanza e peraltro il sindaco De Pascale in questi anni si è sempre dimostrato aperto ad accogliere istanze che venivano dalle varie anime della sua ampia coalizione. Detto questo, va precisato che, sia a livello locale come a livello nazionale, se fossimo sempre d’accordo con tutto ciò che dice il Pd, non saremmo usciti dal Pd. Avanzare idee e proposte non significa remare contro, ma dare contributi».

Quanti sono gli iscritti in provincia?
«Ci stiamo strutturando in questi giorni e già si vede un buon numero di attivisti che stanno crescendo. Dobbiamo raccogliere i dati perché da ottobre era possibile iscriversi online e ci sono i comitati civici. Sono convinto che molti aspettassero che ci strutturassimo: ora è possibile iscriversi con i moduli cartacei e credo che altri si faranno avanti».

Sarete un partito solido o leggero? Avrete tessere e sedi?
«Vogliamo mettere insieme Whatsapp e la rete con i luoghi fisici. Sono arrivate le prime tessere plastificate ed entro il 31 marzo apriremo una delle prime cento sedi di Italia Viva, a partire naturalmente dal capoluogo».

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