domenica
05 Ottobre 2025

Dai cortei di Bologna alla crisi in Yemen, il viaggio di Tugnoli verso il Pulitzer

Il prestigioso premio per il giornalismo al 40enne fotografo di Sant’Agata sul Santerno per un reportage pubblicato dal Washington Post. Negli ultimi dieci anni ha vissuto tra Kabul e Beirut. Da giovane voleva fare il batterista poi negli anni dell’università ha preso in mano una macchina fotografica e non ha più smesso

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Lorenzo Tugnoli nella redazione del Washington Post

Ai tempi del liceo scientifico a Lugo voleva fare il batterista poi si è iscritto a Fisica ma ha mollato a un esame dalla laurea e ora è il primo italiano a vincere il Pulitzer in 102 anni di storia del prestigioso premio (14 le sezioni nell’edizione 2019). Il 40enne Lorenzo Tugnoli di Sant’Agata sul Santerno (qui il suo profilo Instagram) non sognava di fare il fotografo. È cominciato tutto a Bologna, per caso: le foto scattate senza intenti particolari a una manifestazione studentesca in strada nel periodo universitario, e poi vendute alle redazioni per arrotondare, sono state il primo contatto con il fotogiornalismo. Una ventina di anni dopo si è ritrovato con il microfono in mano davanti a tutta la redazione del Washington Post per brindare al premio. Domani, 7 maggio, alle 18 sarà al Mar di Ravenna in un incontro pubblico dove racconterà la sua esperienza. Qui l’intervista che gli avevamo fatto all’indomani della vittoria del premio.

Tugnoli, il suo reportage in Yemen ha vinto sia il World Press che il Pulitzer. Come è nato?
«È uno dei lavori che in gergo si chiamano “assegnati”, mi è stato richiesto dal Washington Post: sono andato sul posto due volte nel 2018, in totale nove settimane. Non capita spesso che un giornale mandi un fotografo completamente spesato per due mesi e mezzo: il Post era interessato alla crisi umanitaria in Yemen, voleva spingerla sul giornale e ha fatto un grande sforzo. Con me c’era il loro caporedattore al Cairo che segue il Medio Oriente e con cui sono a stretto contatto ormai da qualche anno. In tutto è stata una campagna di stampa di sei mesi, siamo stati in prima pagina una dozzina di volte».

Qual è stata la parte più difficile del lavoro?
«Entrare in Yemen. Ottenere i visti non è stato facile e non lo è ancora: vorrei tornare ma da dicembre ancora non abbiamo ottenuto nulla. Di fatto là decidono i sauditi che cosa succede e non hanno piacere di avere giornalisti che vadano a raccontare la situazione del nord. E quindi è tutto un lavoro di telefonate per cercare un contatto per arrivare al visto. Abbiamo già provato con le ambasciate di diversi Paesi».

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Lorenzo Tugnoli ha vinto il premio Pulitzer per un reportage fotografico pubblicato dal Washington Post

Una volta entrati quant’è il pericolo per un reporter?
«Il rischio non è così alto. Per andare nel nord ti affidi a una sorta di contrabbandiere del posto: sali su una macchina vestito come un locale, ti fai dieci ore di strada sterrata e ti scaricano nelle zone sotto il controllo dei ribelli. Nella peggiore delle ipotesi se ti fermano ai checkpoint ti rimandano indietro e ci devi riprovare».

Dal 2015 vive a Beirut. Come ci è finito da Sant’Agata sul Santerno?
«Nel 2009 e 2010 c’era molto lavoro in Afghanistan per i fotografi e sono andato spesso ma a quel tempo vivevo a Londra e non era la soluzione più comoda allora mi sono spostato a Kabul. Sono rimasto là quattro anni e mezzo e poi ho cominciato a sentire il bisogno di qualcosa di più tranquillo, almeno come base. Beirut è un posto normalissimo, è una città che potrebbe essere in Europa, è comoda per coprire il Medio Oriente ed è a tre ore di volo dall’Italia. Per questo ogni due-tre mesi torno a Lugo dove abita mia mamma».

Una delle foto del reportage in Yemen con cui Lorenzo Tugnoli ha vinto il Pulitzer e il World Press Photo. Una donna sulla porta di una casa senza tetto dove vive con la famiglia dopo la fuga dal paese natale di Al-Jarahi (credit Washington Post/Contrasto)Fare il fotografo non era il suo sogno…
«È vero, ho avuto tante idee su cosa volessi fare da grande ma il fotografo non c’era. Ho fatto il liceo scientifico e a quel tempo volevo fare fare il musicista perché suonavo la batteria. Poi mi ha colpito la scienza e mi sono iscritto a Fisica all’università a Bologna. Mi mancava un esame quando ho cominciato a fare foto: non ho più smesso e non mi sono laureato».

Come è stato l’inizio?
«Un giorno a Bologna durante una manifestazione studentesca in strada ho preso la macchina fotografica e ho cominciato. Poi ho provato a proporle ai giornali, ho cominciato a guadagnare qualcosa, ho conosciuto Massimo Sciacca che è un fotogiornalista molto bravo e con lui ho iniziato la gavetta dalla camera oscura. Sono uno che ha cominciato con la vecchia scuola della pellicola».

Una delle foto del reportage in Yemen con cui Lorenzo Tugnoli ha vinto il Pulitzer e il World Press Photo. Una donna con il velo chiede l'elemosina fuori da un negozio di frutta (credit Washington Post/Contrasto)E ora che con telefonini e social network la fotografia è diventata più accessibile, è meglio o peggio per un reporter professionista?
«Io faccio il fotografo perché mi piace fare foto. Se con i cellulari aumentano le persone che fanno foto io sono felice perché penso che così si stia costruendo una cultura e una conoscenza della grammatica visiva che prima non era presente. Oggi usiamo la fotografia addirittura al posto di prendere appunti, abbiamo una intimità con la fotografia che prima non c’era ed è buono per i fotografi perché c’è bisogno di foto. Il problema ci sarebbe solo se non si capisse la differenza tra un professionista e un dilettante ma questo credo che si capisca bene».

Sarebbe possibile un reportage come il suo in Yemen con un telefonino?
«Sì e qualcuno l’ha fatto: Michael Cristopher Brown ha raccontato la rivoluzione libica per il National Geographic e ora lavora alla Magnum. Oggi un cellulare con una buona risoluzione è molto meglio della migliore macchina di vent’anni fa».

Una delle foto del reportage in Yemen con cui Lorenzo Tugnoli ha vinto il Pulitzer e il World Press Photo. Gli edifici distrutti nella zona di Al-Jahmaliya a Taiz (25 novembre 2018, Washington Post/Contrasto)Qual è stato il primo reportage?
«Se intendiamo quello per cui mi hanno pagato allora nel 2011 a Herat per il Wall Street Journal. Diciamo che ho avuto un po’ di fortuna a cominciare con il giornale con la più grande tiratura al mondo. Ero in Afghanistan ma per i giornali non volevo lavorare perché mi sentivo un artista. Poi un’amica che oggi è a capo dell’ufficio del Wsj a Kabul mi ha proposto di provare. E così ho capito che nel reportage per un quotidiano potevo comunque dare spazio alla mia sensibilità».

La Bassa Romagna da cui viene non offre i contesti del Medio Oriente ma l’ha mai fotografata?
«Ho partecipato al progetto Lugo Land qualche anno fa. Ero stato invitato tra i fotografi emergenti dell’edizione 2008. Ho fatto cinque foto in centro, in bianco-nero che è la mia ossessione».

Il reportage in Yemen però è a colori…
«Il bianco-nero non vende. Sono stato qualche tempo fa in Afghanistan per un lavoro sui profughi e ho scattato in bianco-nero: mi hanno detto “bella, vecchio” ma non se le compra nessuno».

Una delle foto del reportage in Yemen con cui Lorenzo Tugnoli ha vinto il Pulitzer e il World Press Photo. Una bimba di 10 anni visitata in una clinica di Aslam: è denutrita ma non ancora in pericolo di vita e quindi non può essere ricoverata (Dicembre 2018, credit Washington Post/Contrasto)Essere sotto agenzia per un fotografo cosa significa?
«Io sono entrato in Contrasto nel 2017. In buona sostanza il fotografo decide i progetti sui quali vorrebbe lavorare e l’agenzia ti aiuta a venderli. Nel mio caso sono lì anche perché la direttrice è Giulia Tornari che è una photoeditor bravissima. Per me è un modo per imparare. Devo molto a lei per le vittorie dei premi».

Si può fare una stima di quanti scatti ha fatto in carriera? O di quanti giga di foto ha in archivio?
«Difficile. Dallo Yemen sono tornato con 30mila foto. In generale un lavoro equivale a circa diecimila foto scattate e poi si seleziona. Faccio circa 15 lavori all’anno…».

Qual è la foto che manca e che vorrebbe aggiungere?
«Mi vengono in mente tutte le situazioni in Yemen dove è difficile avere accesso. Ecco da lì vorrei fare qualche foto in più».

Si torna a “fare i conti con l’ambiente”, dall’emergenza mare alla subsidenza

Dall’8 al 10 maggio le tre giornate di Labelab su rifiuti, acqua, energia con incontri, workshop e performance

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Un momento della performance “L’isola di plastica”

Labelab – società specializzata nei settori del ciclo dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia – presenta il programma della manifestazione annuale “Fare i conti con l’ambiente – Ravenna2019”, festival formativo che si terrà dall’8 al 10 maggio nel centro storico di Ravenna. L’evento, giunto alla sua 12 edizione, è diventato un momento di riflessione a livello nazionale sulle tematiche emergenti dell’economia circolare. Nelle tre giornate verrà proposta un’ampia rassegna di conferenze, seminari di formazione e workshop in grado di abbracciare tutti i segmenti di attualità tecnico-scientifica del settore rifiuti, acqua, energia, bonifiche e sostenibilità ambientale. Oltre 50 gli eventi proposti insieme alle 4 Scuole di Alta formazione ospitate (Bonifiche, Rifiuti, Servizi Idrici e Servizi Pubblici Locali).

Il programma completo a questo link: http://www.labelab.it/ravenna2019/

Tra le varie iniziative da segnalare le conferenze inaugurali su cambiamenti climatici e subsidenza del mercoledì mattina (8 maggio) a Palazzo Rasponi e quella (dalle 9 alle 14 sempre di mercoledì 8 maggio, ma alla Casa Matha) sul tema “Acqua: inquinanti emergenti (e non solo)”. Sempre mercoledì 8 maggio alle 9.30 a nella sala Verde in via di Roma 89 si terrà poi l’incontro “Opportunità e sfide del business dell’economia circolare”, organizzato dal Tecnopolo di Ravenna, Tecnopolo di Forlì-Cesena e il Clust-ER Greentech, sulle potenzialità e le sfide del modello economico circolare, dove gli scarti di una fase sono risorse per la fase successiva.

Tra i workshop, giovedì 9 maggio dalle 14.30 appuntamento con “Emergenza mare: un oceano di plastica”. E si chiama proprio “L’isola di plastica” il nuovo lavoro della compagnia teatrale Nervitesi della coreografa e danzatrice Carla Rizzu, ispirato all’immane agglomerato di rifiuti, in prevalenza di plastica, che si accumula nell’Oceano Pacifico da decenni, compromettendo la vita degli esseri viventi: un video realizzato appositamente, allo scopo di sensibilizzare all’educazione ambientale, che sarà in proiezione dalle 9 alle 15 per tutti e tre i giorni a Palazzo Rasponi.

Torna anche la rassegna “Emergenze creative” che porta un giovane artista ravennate, in questo caso Lorenzo Scarpellini, a realizzare un intervento di arte pubblica a tema ambientale in alcuni luoghi del centro.

Infine, da segnalare l’8 maggio alle 18.30, a Palazzo Rasponi gli interventi di startup ed esperti di innovazione sul tema della riduzione dello spreco ambientale di acqua, aria, suolo ed energia.

Un Ravenna dal doppio volto pareggia un derby spettacolare con l’Imolese

Calcio C / Al “Benelli” i giallorossi disputano un grande primo tempo e segnano tre reti, ma nella ripresa vengono raggiunti dai rossoblù. Da definire ancora l’avversario dei playoff: Vicenza o Fermana

Ravenna-Imolese 3-3
RAVENNA FOOTBALL CLUB 1913: Venturi, Eleuteri (38′ st Gudjohnsen), Barzaghi, Boccaccini, Maleh (25′ st Martorelli), Galuppini (25′ st Selleri), Lelj, Raffini (16′ st Nocciolini), Jidayi, Papa, Esposito. A disp.: Spurio, Bresciani, Ronchi, Scatozza, Siani, Sabba, Trovade, Mancini. All.: Foschi.
IMOLESE: Rossi, Sciacca (1′ st Zucchetti), Bensaja, Valentini (20′ st Ranieri), Lanini, Boccardi, Gargiulo, Fiore, Carini, Rossetti (1′ st De Marchi), Mosti (28′ st Giovinco). A disp.: Turrin, Tissone, Varutti, Cappelluzzo, Giannini, Carraro. All.: Dionisi.
ARBITRO: Cipriani di Empoli.
RETI: 2′ pt Lelj, 37′ pt Papa, 39′ pt Maleh, 45′ pt Gargiulo, 14′ st Lanini, 35′ st De Marchi.
NOTE – Ammoniti: Jidayi, Boccardi, Bensaja, Carini, Eleuteri.

Azione
Un’azione del match tra Ravenna e Imolese

Termina con uno spettacolare 3-3 l’ultima partita della stagione regolare, che ha visto il Ravenna sfidare al “Benelli” l’Imolese. Il derby è ricco di emozioni, con i giallorossi che nel primo tempo dominano portandosi avanti di tre reti e con gli ospiti che poco prima dell’intervallo trovano in modo fortunoso il gol che riapre il match. La ripresa è più equilibrata, con i padroni di casa che non riescono a concretizzare alcune ghiotte palle-gol e i rossoblù che sono abili a trovare il pareggio in rimonta. Il punto conquistato non cambia la posizione in classifica del Ravenna, che chiude settimo e si qualifica quindi nei playoff. Per venire a conoscenza dell’avversario nel primo turno della post season, in programma al “Benelli” domenica 12 maggio, bisogna attendere l’esito della finale di Coppa Italia, dove è coinvolto il Monza. Se i brianzoli vincono la competizione, i giallorossi se la vedranno con la Fermana, in caso di successo dell’altra finalista Viterbese, invece, Lelj e compagni se la vedranno con il Vicenza.

Nel primo affondo della gara il Ravenna è subito letale, con Lelj che sugli sviluppi di un calcio d’angolo trova il destro che, deviato da un difensore, trafigge Rossi, ex portiere giallorosso: per il capitano non c’era modo migliore di festeggiare la centesima presenza in campionato in giallorosso. Passano solo cinque minuti e Maleh con una buona penetrazione riesce a liberarsi al tiro dal limite ma la conclusione è di poco alta. Continuano a spingere i padroni di casa e al 13’ per poco non trovano il raddoppio con un cross di Barzaghi la cui traiettoria per poco non si infila all’incrocio. Il terzino giallorosso è ispirato e due minuti dopo si invola sulla fascia, con un gioco di prestigio si libera del marcatore e fa partire un cross velenoso su cui Galuppini gira in bello stile sfiorando il bersaglio grosso. Al 18’ è Eleuteri che trova il 7 giallorosso a centro area con un grande tuffo di testa che chiama Rossi a un altrettanto grande salvataggio in angolo. Alleggerisce la pressione del Ravenna al 19’ Lanini, rientrando sul sinistro e concludendo fuori dallo specchio. Poco dopo è di nuovo Galuppini a ricevere un pallone invitante da Eleuteri, bravissimo a intercettare il pallone e cercare il compagno sul secondo palo, con la scivolata dell’attaccante fuori di un soffio. Continua a spingere il Ravenna, con Barzaghi che si propone per ben due volte in area nella stessa azione, ma viene ribattuto in angolo. I giallorossi controllano il centrocampo e si affacciano con grande pericolosità in area e così arriva anche il meritato raddoppio con Papa, che si inserisce con i tempi perfetti al 37’ su cross di Maleh. Per il 6 giallorosso arriva anche la soddisfazione personale due minuti più tardi trovando il gol del 3-0, sfruttando una indecisione della difesa rossoblù: per il centrocampista è la prima rete tra i professionisti. Ravenna non è sazio e spinge ancora: al 39’ l’arbitro grazia Boccardi che stende Galuppini lanciato a rete, ammonendo soltanto il difensore rossoblù. C’è gloria anche per Venturi al 40’, con una grande parata sul tiro a giro dal limite di Gargiulo. Sul corner susseguente lo stesso Gargiulo trova il giusto rimpallo per segnare il gol del 3-1 che chiude il primo tempo.

Esultanza
Una esultanza dei calciatori giallorossi

La ripresa parte con ritmi meno rapidi e forse complice lo sforzo speso nel primo tempo il Ravenna concede un opportunità al 13’ all’Imolese, che grazie alla spaccata di Lanini sulla respinta di Venturi riapre la partita segnando il gol del 3-2. La formazione ospite ci crede e ci riprova al 22’ con lo stesso Lanini, che si accentra dalla sinistra e fa partire un destro rasoterra sul quale Venturi fa buona guardia. Al 28’ è il Ravenna a provare a prendere il largo con una punizione dello specialista Esposito dai 30 metri che sorvola la barriera e scheggia l’incrocio dei pali. Riprende fiducia la squadra di casa, che trova prima un’occasione con la conclusione alta di Selleri e poi al 32’, su palla rubata da Martorelli, Nocciolini conclude a botta sicura, ma Rossi si supera deviando in angolo. La partita va a folate e passa solo un minuto quando Eleuteri, ben imbeccato da Papa, mette un pallone velenoso che passa tutta la linea di porta. Sulla ripartenza l’Imolese trova il pareggio con un grande lancio per De Marchi che con una bella conclusione al volo gonfia la rete. Allo scadere è lo stesso numero 30 rossoblu che si libera i area e trova una conclusione sul primo palo sulla quale ci vuole il migliore Venturi per evitare il sorpasso. Termina qui una gara che ha visto i giallorossi creare tantissime occasioni, ma senza quel pizzico di cinismo in più che avrebbe consentito la vittoria nel derby e il sorpasso al Sudtirol.

Dichiarazioni post-gara
Luciano Foschi (allenatore Ravenna): «Abbiamo fatto una buona pubblicità per il calcio e chi ha seguito la partita si sarà divertito. Sono convinto che i miei ragazzi abbiano fatto una prestazione al di sopra delle righe, dove a un certo punto ho smesso di contare le occasioni create. Non so chi in questo campionato sia stato in grado di mettere in tale difficoltà l’Imolese. Mi sento in primis di fare i complimenti ai miei giocatori non solo per la prestazione, ma anche per il grande torneo fatto: i 55 punti in classifica sono da sottolineare. C’è il rammarico perché quando ti capitano così tante occasioni da gol devi essere in grado di segnare. E’ vero che ne abbiamo fatti tre, ma contro una squadra forte come l’Imolese se non segni sai che puoi finire in difficoltà. Da adesso ci concentriamo sui playoff con la consapevolezza che se non prendiamo gol passiamo il turno».

Paolo Rumiz e quel filo nascosto che tiene (ancora) unita l’Europa

Il grande scrittore di viaggio alla Classense di Ravenna come anteprima di Scrittura Festival

Rumiz
Paolo Rumiz

L’inaugurazione di una mostra e un’anteprima d’eccezione daranno il via alla sesta edizione del festival ScrittuRa diretto da Matteo Cavezzali, una realtà in crescita che dal 13 al 26 maggio porterà a Ravenna, Lugo, Fusignano e Bagncavallo alcuni dei nomi di punta del panorama nazionale e non solo, basti dire che si aprirà ufficialmente con l’americana Lisa Halliday e si chiuderà con l’inglese Jonathan Coe, passando per nomi come Marco Missiroli, Vito Mancuso, Vinicio Capossela,  Elio, solo per citarne alcuni.

Ma innanziutto, il 6 maggio l’anteprima che vede ospite uno dei più grandi autori di viaggio, Paolo Rumiz, con il suo ultimo libro Il filo nascosto (Feltrinelli). Un viaggio che parte dalla Norcia ferita dal terremoto per riscoprire la forza della Regola benedettina come elemento unificante d’Europa. Contro un continente attraversato dalla paura, che rinnega i suoi valori fondanti, che si chiude, Rumiz parte per un nuovo viaggio in una serie di monasteri fondati appunto nel segno del patrono d’Europa, alla ricerca di un filo che collega il vecchio continente. E con la sua penna alla ricerca della parola “che cerca di farsi musica” quasi fosse la sua poesia e non prosa, ci racconta il raccoglimento e l’azione, la contemplazione e l’apertura all’esterno, le radici antiche e le modernità di quel messaggio, di quel Ora et labora e ci racconta anche il femminile della Regola. Non c’è bisogno di essere credenti o religiosi per immergersi in questo racconto, perché non è un viaggio mistico, ma quasi più politico, alla ricerca di una possibilità di Europa che forse sta nascosta ancora nei luoghi che sono stati fondativi, in quei monasteri che hanno organizzato intorno a sé lo spazio nei secoli in cui la selva oscura stava invadendo l’Europa. Oggi possono ancora fonire nuova linfa vitale da cui ripartire? L’incontro sarà in Classense alle 18.

Anche a Ravenna un supermercato autogestito dove i soci lavorano per tre ore al mese

Al centro Kirecò la presentazione del progetto per la creazione di una cooperativa di consumo per poter acquistare prodotti scontati

Camilla Bologna
Uno scorcio del supermercato autogestito Camilla di Bologna

Potrebbe arrivare anche a Ravenna il primo supermercato autogestito cooperativo della città. Il progetto verrà presentato nel corso di una riunione in programma mercoledì 8 maggio dalle 20.45 al centro Kirecò di via Don Carlo Sala e segue modelli già sperimentati all’estero e da qualche mese anche nella vicina Bologna con Camilla.

L’obiettivo – ci spiega una delle promotrici – è quello di creare una cooperativa di consumo autogestita dai propri soci che permetta di acquistare prodotti sostenibili, locali e di qualità ad un prezzo di circa il 40 percento in meno rispetto a quello praticato dalle catene biologiche. L’innovazione si basa sul triplice ruolo del socio che sarà proprietario, cliente e anche lavoratore, per 3 ore ogni 4 settimane in compiti come gestione della cassa, pulizie e ricezione delle merci.

Il lavoro dei soci – spiegano i promotori – non solo riduce i costi di struttura, ma permette di creare una vera e propria comunità di persone.

La sfida più impegnativa è ora quella di raccogliere il maggior numero di adesioni con l’obiettivo di poter gestire un piccolo negozio a partire dall’inizio del prossimo anno per poi aprire il primo supermercato da circa 300 metri quadrati a Ravenna a fine 2020.

In diretta sulla Rai la messa da Ravenna per la Giornata nazionale per le Vocazioni

Quest’anno l’Emilia-Romagna ospita le iniziative italiane della manifestazione

Il vescovo Ghizzoni

Telecamere Rai di nuovo accese su Ravenna, domenica 12 maggio. In occasione della Giornata nazionale per le Vocazioni, Rai Uno trasmetterà in diretta (dalle 11) la messa presieduta dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni dalla chiesa di San Giovanni Evangelista. Al pomeriggio, poi, giovani da tutta la regione parteciperanno alla visita guidata ad alcuni monumenti Unesco gestiti dall’Opera di Religione (San Vitale, il Battistero Neoniano e Sant’Apollinare Nuovo) promossa da “Pietre Vive”, l’esperienza di annuncio di fede attraverso l’arte coordinata a livello internazionale dal gesuita padre Jean-Paul Hernandez.

È la regione Emilia-Romagna quest’anno ad ospitare le iniziative italiane per la Giornata mondiale delle Vocazioni: per celebrarla è in programma una settimana di eventi in varie città della regione (da una passeggiata tra i ‘luoghi degli invisibili’ di Bologna con la delegazione Caritas regionale al Festival delle vocazioni di Reggio Emilia) che culmineranno appunto domenica 12 a Ravenna.Il calendario delle iniziative ruota attorno al tema “Come se vedessero l’invisibile” tratto da un versetto dell’ “Evangelii Gaudium”.

«Per la Giornata conclusiva è stata scelta Ravenna per completare quella ‘caccia al tesoro’ dedicata a chi cerca la bellezza per le vie della regione – spiega il responsabile della Pastorale Vocazionale regionale don Alessandro Ravazzini –: a Ravenna, di fronte ai vostri mosaici, potremo capire che nella bellezza di ciascuno si scorge anche la bellezza dell’insieme».

La messa e la visita guidata di domenica prossima saranno precedute, venerdì 10 maggio, dalla tradizionale Veglia per le Vocazioni diocesana che quest’anno è in programma al Santuario dell’Olmo di Portomaggiore, con inizio alle 20.45.

Battuto Forlì nello scontro diretto: c’è una Olimpia Teodora che va ai playoff

Volley C femminile / La formazione ravennate guidata da Rizzi, composta del tutto da giovanissime atlete, liquida le rivali in tre set e si classifica al secondo posto che dà diritto alla partecipazione alla post season

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L’esultanza delle giovani giocatrici dell’Olimpia Teodora

L’Olimpia Teodora vince in tre set lo scontro diretto con la Libertas Forlì in programma nell’ultima giornata del campionato di Serie C e con i tre punti conquistati centra non solo l’obiettivo playoff, ma anche la seconda posizione in classifica del girone C. Grazie a questa seconda posizione, nella post season la formazione di Rizzi in semifinale avrà il vantaggio del fattore campo nel match di ritorno: da definire l’avversario (dovrebbero essere i modenesi del Corlo, ma bisogna attendere l’ufficializzazione da parte della FipavCrer) e le date delle prossime partite, che con ogni probabilità saranno disputate mercoledì 15 maggio in trasferta e sabato 18 maggio al PalaMattioli.

Era un sfida da dentro o fuori, quella che è andata in scena alla “Mattioli” di Ravenna, che metteva di fronte due squadre giovani, protagoniste di un ottimo campionato. Un grande vantaggio per le padrone di casa è stato rappresentato dal fattore campo, con le tribune del palazzetto gremite e piene dell’entusiasmo di amici, parenti, sportivi e di tante giovani giocatrici in erba delle giovanili, venute a tifare per le compagne più grandi. L’Olimpia Teodora è partita con l’impiego di Fontemaggi opposto al palleggiatore Poggi, schiacciatori ricevitori Missiroli e Monaco, centrali Maiolani e Tampieri, libero Petre Paoloni. Forlì ha risposto con Toni al palleggio, Garavini opposta, Campana e Pasini in posto 4, centrali Giunchi e Emiliani, libero Gregori.

Primo set in equilibrio con due squadre tenaci e motivate in campo, ottime difese da ambo le parti e pochi errori. L’infortunio di Tampieri costringe Rizzi a gettare nella mischia Bendoni e sul 17 pari la Conad sul servizio di Monaco sale di tono: la ricezione è impeccabile (impressionante 88% di positività con 71% di perfette), la squadra di casa vola, strappa un break di sei punti letale per la Libertas e si porta sull’1-0.

Si torna in campo e sullo slancio del vantaggio le ravennati partono forte (7-3) ma Forlì non molla e ricuce lo strappo, trovando il sorpasso sul 17-16. Rizzi chiama in rapida successione i due timeout e l’Olimpia Teodora raggiunge la parità a quota 21. Finale al cardiopalmo con la Libertas ancora avanti a +2 che però si scontra con la voglia di vincere delle biancorosse. Cambio palla immediato con un “primo tempo” di Maiolani che evita il set ball avversario. Dai 9 metri la battuta float della stessa centrale porta due ace diretti e al primo set ball dell’Olimpia Teodora, subito a segno grazie all’attacco dal centro della Libertas che si spegne sul nastro.

Nel terzo set Poggi beneficia di una ricezione ancora di altissimo livello e riesce a ruotare l’attacco della sua squadra che straripa (17-6). C’è anche tempo per rivedere in campo per un giro in battuta la centrale Fusaroli a meno di tre mesi dall’intervento per la ricostruzione del legamento crociato. La troppa voglia di festeggiare consente un parziale recupero alla Libertas, ma è un ennesimo attacco “di seconda” a chiudere la sfida liberando la grande gioia in campo e in tribuna.

Dichiarazioni post-gara

Federico Rizzi (allenatore Olimpia Teodora Ravenna): «Siamo consapevoli di avere fatto una bella partita. Avevamo l’obiettivo vicino e abbiamo dimostrato che volevamo andarcelo a prendere. È un premio meritato per le ragazze e per lo staff. Sappiamo che nulla è venuto per caso o ci è stato regalato. Anzi anche questa volta abbiamo pagato tributo alla sfortuna. Ora ci godiamo questo momento, ma dobbiamo pensare ai playoff che cominciano tra dieci giorni».

Mauro Fresa (direttore tecnico Olimpia Teodora Ravenna): «Questa partita è stata uno spettacolo per quanto hanno fatto vedere le ragazze in campo e per il colpo d’occhio offerto dalla “Mattioli” gremita. Molte delle nostre giovani giocatrici che hanno gioito sugli spalti per il risultato, magari tra qualche anno saranno in campo. Voglio fare i complimenti ai tecnici e a tutto lo staff, preparatore atletico, fisioterapista che hanno permesso che si arrivasse all’ultima di campionato a giocare gare di questo livello».

Tabellino della partita
Olimpia Teodora Ravenna-Libertas Forlì 3-0
(25-18, 25-23, 25-19)
CONAD OLIMPIA TEODORA RAVENNA: Poggi 8, Fontemaggi 7, Tampieri, Missiroli 9, Servadei, Ceccoli, Bendoni 5, Maiolani 17, Fusaroli, Monaco 9, Petre Paoloni (L). All.: Rizzi.
LIBERTAS FORLÌ: Bartolini 6, Garavini 5, Emiliani 1, Giunchi 6, Campana 9, Brasina, Nanni, Brunelli, Toni 1, Pasini 10, Gregori (L), Macchi (L). All.: Polo.
ARBITRI: Catalano e Garattoni.

Classifica finale: Pallavolo Faenza 60 punti (promossa in B2), Olimpia Teodora Ravenna 48 (ai playoff), Cervia 46 (ai playoff), Massavolley 46 (ai playoff), Castenaso 44, Cattolica 43, Libertas Forlì 43, Bellaria 31 Molinella 31, Pontevecchio Bologna 27, San Marino 23, Sammartinese 21 (retrocessa in D) e Savignano sul Rubicone 5 (retrocessa in D).

Calcio, il ravennate Samuel Giovane in gol contro la Germania agli Europei Under 17

Il 16enne è il più giovane dell’Italia, impegnata in Irlanda

Gol Giovane
Il momento in cui Giovane, da posizione molto defilata, segna il gol del 3-1 contro la Germania

Ne avevamo parlato qualche giorno fa, sottolineando come si trattasse del giocatore più giovane della pattuglia azzurra impegnata agli Europei Under 17 in Irlanda. E Samuel Giovane, ravennate classe 2003, grande promessa dell’Atalanta, ha debuttato nella competizione continentale nel migliore dei modi, segnando al novantesimo l’ultimo dei tre gol con cui l’Italia ha battuto (3-1) i pari età della Germania nella prima sfida del girone, che ora gli azzurri conducono insieme alla Spagna. Martedì la seconda partita in programma, contro l’Austria.

La nostra intervista a Samuel Giovane dello scorso settembre

Il nutrizionista faentino Iader Fabbri presenta il suo libro con Dino Zoff e Mancini

All’Acqua Cetosa di Roma sarà presente anche il presidente del Coni

Iader FabbriIl nutrizionista faentino Iader Fabbri presenterà il suo libro “L’indice di equilibrio” nella prestigiosa sede del Circolo Canottieri Aniene dell’Acqua Cetosa, a Roma. L’appuntamento è per lunedì 6 maggio, alle 19, quando a parlarne con l’autore ci saranno anche nientemento che il presidente del Coni Giovanni Malagò, il Ct della nazionale italiana di calcio Roberto Mancini e la leggenda del calcio italiano, campione del mondo del 1982, Dino Zoff, oltre al Ct della nazionale italiana di ciclismo, il faentino Davide Cassani.

Il libro di Fabbri sta ottenendo un grande successo di vendite al grido di “Non importa quanto mangi, ma cosa, come e quando”.

Il ravennate Paolo Roversi firmerà il calendario Pirelli 2020: è il primo italiano

E nell’aprile del prossimo anno il Mar gli dedicherà una grande mostra

Photo Exhibition By Paolo Roversi: StudioIl fotografo ravennate Paolo Roversi sarà il primo fotografo italiano a firmare il calendario Pirelli, vero e proprio fenomeno di costume. L’annuncio in queste ore, con l’Ansa che rivela come Roversi stia preparando nelle strade di Verona lo shooting, ipotizzando un’ispirazione tematica per il calendario 2020 con l’iconica storia di Giuliatta e Romeo.

72 anni il prossimo settembre, Roversi ha iniziato l’attività di fotografo a 17 anni, aprendo il primo studio di ritrattista a Ravenna, per poi trasferirsi in Francia, a Parigi, nel 1973. Ha lavorato per le più importanti riviste di moda internazionali da Vogue a Harper’s Bazaar e curato campagne di stilisti come Giorgio Armani, Valentino, Dior, Yves Saint Laurent, Hermes.

L’anno prossimo sarà dedicata a lui la grande mostra fotografica in programma a partire da aprile al Mar di Ravenna.

E la discoteca fa entrare a 1 euro le donne, ma solo se hanno le scarpe con i tacchi

Polemiche sul web per la particolare promozione del Matilda, a Marina di Ravenna

Calzatura Tacco MatildaSta suscitando un certo scalpore sul web la decisione della discoteca Matilda, allo storico Santa Fè di Marina di Ravenna, che per questa stagione ha lanciato una promozione particolare. Il venerdì sera, infatti, le donne potranno entrare (entro la mezzanotte) pagando un solo euro, ma solo quelle che indosseranno calzature con il tacco.

Un piccolo dibattito si è acceso sui social, con alcuni utenti che considerano la promozione «misogina» e discriminante e la proprietà che risponde sottolineando come non sia imposto nulla per entrare al Matilda, trattandosi solo di una promozione. E il dibattito tra tacchi e “ballerine” continua…

Lugo, il museo dedicato a Baracca entra a far parte delle Case della Memoria

L’associazione nazionale mette in rete 77 case museo in 12 regioni italiane

MuseoBaracca3La casa natale di uno dei pionieri dell’aviazione italiana, oggi museo dedicato, entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. Il Museo Casa Francesco Baracca di Lugo che accoglie i visitatori con uno SPAD VII, aereo del 1917 sul quale l’aviatore conseguì una delle sue 34 vittorie, da oggi è anche Casa della Memoria di Francesco Baracca: l’associazione ha infatti dato parere positivo per l’ingresso della villa nella rete di case di personaggi illustri.

Oltre al Museo Casa Francesco Baracca, il Comitato Scientifico ha dato il via libera per l’ingresso nell’Associazione di altre quattro case: la Villa Giannini Tinti-Villa Garibaldi a Castelfiorentino (FI) la Casa Museo don Giovanni Verità a Modigliana (FC), la Casa Ugo Tognazzi a Velletri (RM), e la Casa Natale di Salvatore Quasimodo a Modica (RG). È la prima volta che in una sola riunione del Consiglio Direttivo ben cinque case entrano a far parte dell’Associazione.

«La casa museo Francesco Baracca è un bellissimo esempio dei risultati che si possono raggiungere grazie all’impegno per mantenere viva la memoria dei grandi personaggi – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Voglio ringraziare Paola Pescerelli Lagorio, coordinatrice delle Case della Memoria in Emilia-Romagna, per questo importante ingresso e per il prezioso lavoro che sta portando avanti nella sua Regione».

«In questi anni la nostra rete ha avuto uno straordinario sviluppo – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -, e l’Emilia Romagna è una delle regioni più attive in questo senso. La casa museo Francesco Baracca non è solo un luogo di memoria ma anche una “finestra” aperta sull’Italia ai tempi della Prima Guerra Mondiale».

Istituito dal Comune di Lugo nel 1924 e collocato dal 1926 fino al 1990 in una sala affacciata sul voltone di ingresso della Rocca Estense, il Museo Francesco Baracca viene trasferito nel 1993 nella casa natale del pioniere dell’aviazione italiana per adempiere le volontà testamentarie del padre, conte Enrico. A partire dal 1999 è stato oggetto di una serie di interventi volti a consolidare l’edificio: viene riaperto nel 2015 raddoppiando la superficie espositiva che può finalmente ospitare numerosi cimeli, arredi, documenti.

Il nuovo allestimento conferma la centralità dello SPAD VII S2489, l’aereo di fabbricazione francese (1917) restaurato nel 1990, posizionato nella sala destra dell’androne d’accesso in modo da evocare l’idea del volo. SI tratta di un inestimabile cimelio tecnologico dell’aviazione mondiale: è uno dei pochi esemplari dell’epoca che ancora si possono ammirare. L’attuale percorso museale prevede al primo piano una sala riservata alla dimensione privata dell’Eroe con la ricostruzione della camera da letto e la presentazione di alcuni effetti personali; una stanza che documenta medaglie, attestati, riconoscimenti ricevuti nel periodo che va dal 1915 al 1918; una sezione incentrata sul “mito” di Baracca, attraverso lettere, giornali, pubblicazioni.

Al secondo piano assieme ad altri cimeli della Grande Guerra esposti si può ammirare la “collezione Baldini” che raccoglie numerose cartoline illustrate della Grande Guerra. Una delle più importanti collezioni italiane di cartoline di propaganda, ricca di circa tremila esemplari perfettamente conservati e catalogati che offrono uno spaccato della società italiana al tempo della Grande Guerra.

Al secondo piano è stato inoltre installato, in attuazione del progetto “Alisto”, un simulatore di volo realizzato a partire dalle foto della ricognizione aerea. Il programma offre la possibilità di provare l’esperienza di volo sui fronti dell’Isonzo e del Piave della Grande Guerra e, contemporaneamente, sugli stessi territori come sono oggi, permettendo di evidenziare alcune delle trasformazioni subite dal nostro territorio nel corso di un secolo, con particolare riferimento alle linee di costa, al corso dei fiumi, ai sistemi lagunari, ai porti, ai centri industriali e abitati, alle infrastrutture civili e militari.

L’Associazione Nazionale Case della Memoria mette in rete 77 case museo in 12 regioni italiane (Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna) che hanno deciso di lavorare insieme a progetti comuni e per promuovere questa forma museale in maniera più incisiva anche in Italia.

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