mercoledì
20 Agosto 2025

È morto Giampaolo Grisandi, campione mondiale di ciclismo su pista negli anni ’80

Ravennate, aveva 60 anni ed era appena andato in pensione

Giampaolo Grisandi

Il mondo del ciclismo piange la scomparsa del ravennate Giampaolo Grisandi, conosciuto affettuosamente come il “Griso” o “Grisù”. È morto il 29 gennaio, a soli 60 anni, dopo una lunga malattia.

Come ricorda in un articolo InBiciNews24, la sua carriera sportiva è stata segnata da numerosi successi, tra cui la vittoria del campionato del mondo 1985, quando a soli 19 anni riuscì a vincere l’inseguimento a squadre (disciplina in cui si era già laureato campione italiano “individuale” due anni prima) al velodromo di Bassano del Grappa. L’anno precedente aveva rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Los Angeles.

Dopo aver chiuso la carriera agonistica nel 1994, Grisandi ha continuato nel mondo del ciclismo come tecnico fino al 2008. Il 12 ottobre 2021, è stato insignito del Collare d’Oro al merito Sportivo, un riconoscimento prestigioso consegnatogli dal presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Al di fuori del mondo sportivo, Grisandi è entrato nel Corpo Forestale dello Stato alla fine degli anni Ottanta; dal 2010 ha lavorato nella Sezione di Polizia Giudiziaria, passando nel 2017 all’aliquota dei Carabinieri. Proprio il 5 dicembre scorso – ricorda “InBiciNews24” – dopo aver festeggiato il suo sessantesimo compleanno, aveva raggiunto il traguardo della pensione.

Sui social in tanti lo ricordano per le sue qualità umane, oltre che per le imprese sportive.

La cooperativa replica alle accuse dei migranti: «I nostri centri sono in regola»

Il presidente di Aurora: «Non c’è cura da parte loro in casa, stiamo cercando di rieducarli»

Protesta migranti piazza Ravenna

«Abitazioni fatiscenti, infestazioni di insetti, mancanza di medicinali e assistenza medica»: i richiedenti asilo domiciliati nei centri di accoglienza straordinaria della provincia sono scesi in piazza lunedì 27 gennaio per denunciare la presunta malagestione della cooperativa sociale Aurora di Bologna, ente gestore di 33 Cas in provincia e realtà attiva sul territorio dal 2015, con 213 dipendenti a livello regionale.

A rispondere alle accuse mosse al megafono è Maurizio Spinelli, presidente di Aurora, con una versione dei fatti che contrasta con quanto riportato dai manifestanti. Spinelli rigetta fermamente le accuse sottolineando la responsabilità di Prefettura e Ausl come enti di supervisione: «Le strutture sono sottoposte a controlli periodici da parte di Ausl e Prefettura, l’ultima visita risale a non più tardi di un paio di mesi fa. Se durante i controlli si evidenziassero queste gravi negligenze i nostri centri sarebbero già stati chiusi». Secondo il presidente poi, lo scontento sarebbe solo di pochi: «Su oltre 300 ospiti dei Cas, sono scesi in piazza in una decina: l’astensionismo non può derivare dalla paura di eventuali ripercussioni perché non siamo noi a stabilire i percorsi interni, ma la Prefettura. Questi gesti plateali sono inutili perché non si rivolgono a nessuno. Se c’è qualcosa da cambiare bisogna rivolgersi agli enti competenti».

Se durante il presidio i migranti lamentavano la mancanza o il malfunzionamento di alcuni elettrodomestici di base, come lavatrici e piastre per cucinare, per Spinelli la causa non è da ricercarsi nel disinteresse dei gestori ma nell’incuria degli inquilini: «Sono stati sostituiti 30 fornelli in sei mesi, danneggiati a causa degli usi impropri. Ci sono tempi tecnici da rispettare per la sostituzione o la riparazione degli elettrodomestici e una ditta specializzata è incaricata delle manutenzioni periodiche. È anche in atto un processo di rieducazione che aiuti i migranti nella gestione delle case: nel corso del 2024 abbiamo pagato come cooperativa oltre 74mila euro di gas perché anche nei mesi più freddi c’è chi lasciava le finestre aperte facendo lavorare le caldaie al massimo, giorno e notte. Non c’è cura».

Per quanto riguarda l’erogazione di medicinali, servizi sanitari e kit di vestiario Spinelli rimarca «una totale adesione a quanto stabilito dal capitolato d’appalto. Tutti gli ospiti delle case hanno un medico di famiglia assegnato, o un pediatra se si tratta di bambini. Se i farmaci da banco sono troppo costosi, è compito del medico di base assegnare l’alternativa. Il capitolato chiede di assicurare il servizio sanitario, ed è quello che facciamo tramite il servizio pubblico nazionale. In Romagna, fortunatamente, funziona ancora molto bene, quindi perché caricare di costi aggiuntivi la Prefettura?». Il presidente sottolinea più volte infatti il ruolo centrale del Ministero degli Interni, anche e soprattutto nell’erogazione di buoni pasto (20 euro settimanali a persona) e pocket money (75 euro mensili con cui coprire spese accessorie, mediche e personali), due delle criticità sollevate nel corso della manifestazione: «L’importo non è stabilito da noi, ma dalla Prefettura, a cui andrebbero indirizzate eventuali lamentele. Se 20 euro di buoni pasto sono pochi, possono essere integrati con i pocket money. Quante persone al di fuori dei Cas ricevono 75 euro mensili per sé e per i propri figli da spendere come si vuole, con vitto, alloggio e beni di prima necessità già pagati? Se comunque non bastano si può sempre andare lavorare (per un richiedente asilo, però, non sempre fattibile, ndr)».

Quattro incontri sulla letteratura per presentare la scuola di scrittura Invèl

Il progetto, realizzato in collaborazione con il ministero della Cultura e curato da Matteo Cavezzali, coinvolgerà anche Lugo e Faenza. A settembre partirà il corso annuale di narrativa

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Invèl, un termine romagnolo di origine latina (da In ubi velle, in nessun luogo) evocativo e difficilmente traducibile in italiano: prende spunto da qui la nuova scuola di narrazioni diffusa tra Ravenna, Lugo e Faenza, realizzata dalla Biblioteca Classense, in collaborazione con Il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura e diretta da Matteo Cavezzali.

Il progetto, che alternerà corsi di scrittura, cultura letteraria, traduzione, sceneggiatura e drammaturgia, prenderà il via l’8 febbraio con la prima delle quattro lectio magistralis a partecipazione gratuita che apriranno il corso.

Gli incontri si terranno nella Sala Muratori della Biblioteca Classense. Sabato 8 si inizierà alle 11 con un approfondimento su William Shakespeare a cura di Andrea Pennacchi. L’ultimo libro dell’autore si intitola  “Se la rosa non avesse il suo nome” (Marsilio), e ha per  protagonista un inedito Shakespeare.

Si prosegue il 26 febbraio con un racconto psicologico del corpo umano curato da Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista, e professore ordinario di Psicologia dinamica dell’Università La Sapienza di Roma, oltre che Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (Ssas). Il 7 marzo sarà la volta di Silvia Pareschi, con un incontro sulla traduzione, da Hemingway a Franzen. Pareschi è una delle più note e apprezzate traduttrici dall’inglese, fra i tanti autori da lei tradotti ci sono Jonathan Franzen, Don DeLillo, Cormac McCarthy, Zadie Smith, Jamaica Kincaid e Junot Díaz.

Gli incontri introduttivi si chiuderanno il 10 aprile con l’intervento di Riccardo Falcinelli sulla storia del volto, dall’antichità al selfie. Falcinelli (1973) è uno dei piú apprezzati graphic designer italiani, autore di  diversi titoli per Einaudi (Critica portatile al visual design (2014), Cromorama (2017), Figure (2020), Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie (2024) e ha curato Filosofia del graphic design). I suoi libri sono tradotti in inglese, spagnolo, russo, cinese, coreano e giapponese.

A maggio Invèl presenterà due lezioni tra Lugo e Faenza, il corso annuale di scrittura narrativa alla Biblioteca Classense di Ravenna inizierà invece a settembre.

«Nell’ultimo triennio fatturato in calo del 25% e risultato operativo in negativo»

I sindacati non accettano un piano industriale «Basato unicamente su tagli lineari, come la chiusura della sede di Fusignano». Nuovo incontro previsto per giovedì 6 febbraio

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Nuovo incontro tra sindacati e vertici di LaFert, l’azienda che ha recentemente annunciato la chiusura dello stabilimento di Fusignano e il licenziamento collettivo dei 60 dipendenti. Per dare seguito all’incontro del 23 gennaio scorso si è svolto un nuovo confronto ieri (martedì 28 gennaio), nella sede di Confindustria Veneto Est di Marghera alla presenza dell’amministratore delegato e del responsabile delle relazioni sindacali del Gruppo Lafert e delle Rsu degli stabilimenti delle province di Venezia, Ravenna e Bologna.

Nel corso dell’incontro l’amministratore delegato ha illustrato l’andamento del Gruppo nel periodo 2018 – 2024, segnalando come il 2024 sia stato un anno assolutamente negativo per l’azienda, con un calo del fatturato di oltre il 25 percento rispetto al biennio 2022 – 2023, oltre a un risultato operativo e un risultato netto significativamente negativi. Si tratta di dati inediti, mai portati a conoscenza della delegazione sindacale nel corso degli incontri del 2024. È stato poi presentato uno schema di piano industriale per il quadriennio 2025 – 2028 volto a fronteggiare la crisi (anche questo inedito), con un focus particolare sul 2025. La strategia per l’anno corrente si svilupperebbe in tre parti: abbattimento dei costi (con un recupero di circa 6,4 milioni di euro derivante da operazioni riduzione dei costi di fornitura, revisione dei contratti di servizi, riduzione di costi fissi, efficientamento produttivo sugli stabilimenti di San Donà di Piave e Noventa di Piave, e dalla chiusura dello stabilimento di Fusignano, che da sola porterebbe a un recupero di 1,4 milioni). Vi è poi la revisione delle attività produttive, volta a risolvere i problemi di produttività, efficienza e scarti e infine la crescita delle vendite, con focalizzazione sul mercato nord americano per il lancio di nuovi prodotti e per il rafforzamento della rete di distribuzione, oltre ad attività anche sugli altri mercati.

Sul triennio 2026 – 2028, invece, non sono state fornite particolari spiegazioni, se non l’intenzione di veder crescere fatturato e volumi.

«Il piano industriale del 2025 sembra fondato unicamente su tagli lineari: un risultato operativo “a pareggio” è reso possibile solo grazie ai tagli e al “sacrificio” dello stabilimento di Fusignano – commentano i sindacati -. È inaccettabile la soluzione di scaricare le responsabilità della strategia industriale degli ultimi anni sui lavoratori dello stabilimento di romagnolo. Inoltre, il piano industriale per gli stabilimenti di San Donà e Noventa non fornisce nessuna garanzia sulla prospettiva a lungo termine, con forte preoccupazione rispetto ai problemi non risolti di qualità e di produzione, segnalando anche un utilizzo non attento della cassa integrazione».

La delegazione sindacale ha quindi bocciato il piano industriale che prevede la chiusura del un sito e ha chiesto alla direzione aziendale di entrare nel dettaglio delle singole voci del piano industriale su fatturato e riduzione dei costi. «È necessario avviare un confronto serio che parta dal ritiro della procedura di licenziamento collettivo e che inverta i presupposti di fondo del piano industriale – continuano i rappresentanti sindacali -. da un ragionamento impostato sui tagli sulla pelle dei lavoratori a un ragionamento incentrato realmente su investimenti e prodotto, che garantisca la salvaguardia di tutti e quattro gli stabilimenti». L’incontro si è concluso con una riconvocazione di tutte le parti per il giorno giovedì 6 febbraio, per proseguire il confronto sul piano industriale presentato ed entrare nel merito dei singoli titoli.

Si rinnova il progetto Bike to work, aperte le iscrizioni per i nuovi “pedalatori”

Nel semestre di attività dell’iniziativa sono stati erogati in totale più di 3 mila euro di incentivi a circa 60 cittadini. Il sindaco: «La voglia di cambiamento c’è, vogliamo coinvolgere ancora più persone»

bicicletta casco

Il comune di Castel Bolognese rinnova l’impegno green con la promozione di un’altra stagione di “Bike to Work”, il sistema di incentivi avviato il 3 giugno del 2024 volto a premiare i residenti che scelgono la bicicletta per recarsi al lavoro, anche solo per un tratto parziale del percorso, evitando quindi l’emissione di Co2.

«Il progetto ha dato ottimi risultati – commentano dall’amministrazione – promuovendo uno stile di vita non solo più sostenibile, ma anche più economico e salutare. La voglia di cambiamento c’è, e con questo rinnovo puntiamo a coinvolgere ancora più persone». Per diventare “pedalatori” e aderire al rinnovo dell’iniziativa sarà sufficiente presentare la domanda online.

I dati (al 31 dicembre del 2o24) evidenziano che i 59 iscritti hanno effettuato 6.022 viaggi casa-lavoro, percorrendo in totale 20 mila e 754,55 chilometri, evitando l’emissione di 2 mila 909,35 chilogrammi di Co2. Nel corso del semestre ogni utente ha percorso in media 351,8 chilometri. Considerando il numero dei viaggi, la media per ogni partecipante è di circa 102 viaggi nel periodo preso in esame, con una media di 3,45 chilometri per ogni viaggio. Dal momento che in genere i viaggi casa-lavoro sono due – andata e ritorno – ogni utente ha quindi percorso quasi 7 chilometri al giorno.

L’incentivo previsto per ogni chilometro percorso è pari a 20 centesimi; il guadagno medio per giorno è stato quindi di circa 1,40 euro. Nel periodo giugno-dicembre sono stati erogati oltre 3 mila euro di incentivi.

«Il guadagno reale, oltre all’incentivo economico, è dato sia dal risparmio di carburante per il mancato utilizzo dell’auto, sia in termini di sostenibilità – commenta il sindaco Luca Della Godenza -, Vanno poi aggiunti guadagni i “intangibili” come quelli relativi al tempo, alla salute e alla riduzione dello stress. In sintesi, il Bike to Work è una di quelle iniziative che fanno bene a tutti: meno traffico, più salute e un aiuto concreto all’ambiente»

Inaugura la nuova Camera del Lavoro di Cgil: «Saremo un un punto di riferimento»

Il sindacato presenta gli uffici di via Canale Inferiore Destra: «La “casa” storica di via Manfredi purtroppo non era più strutturalmente adatta»

NuovasedeLugo

La Cgil di Lugo cambia sede: inaugureranno sabato 1 febbraio (ore 10.30) i nuovi uffici di via Canale Inferiore Destra, 4. All’appuntamento saranno presenti la sindaca Elena Zannoni, la segretaria generale di Cgil Ravenna, Manuela Trancossi, e Marinella Melandri della segreteria regionale della Cgil Emilia-Romagna.

«Siamo felici di presentare la nuova Camera del lavoro di Lugo – commenta Trancossi – che si propone di essere un punto di riferimento per le cittadine e i cittadini e un presidio di democrazia per la difesa dei diritti dei lavoratori. La Cgil ha sostenuto un investimento economico importante e ringraziamo tutti gli iscritti che hanno reso possibile questa operazione. La casa storica del nostro sindacato, in via Manfredi a Lugo, purtroppo non era più strutturalmente adatta all’attività quotidiana della Cgil. La nuova sede è moderna e più funzionale alle molteplici esigenze dettate dalle nostre attività, su un territorio importante come quello lughese, dove la Cgil conta migliaia di iscritte e iscritti».

“Tanti auguri Ivano!”: al Mariani una retrospettiva dedicata a Marescotti

Una due giorni di proiezioni per ripercorrere le interpretazioni più iconiche dell’attore. Attesi in sala diversi ospiti e registi

Ivano Marescotti

In occasione di quello che sarebbe stato il settantanovesimo compleanno di Ivano Marescotti (il 4 febbraio), il cinema Mariani di Ravenna presenta due giornate di retrospettiva lunedì 3 e martedì 4 febbraio con i film, i corti e gli spettacoli che hanno reso celebre l’attore romagnolo.

La rassegna, ideata da Erika Leonelli, moglie di Marescotti, in collaborazione con il circolo Sogni Antonio Ricci e il Comune, vedrà alternarsi nella sala di via Ponte Marino diversi ospiti che hanno condiviso il percorso artistico con l’attore, come Matteo Vicino, Luisa Pretolani, Matteo Tondini.

«Sarà l’occasione per apprezzare ancora una volta  la bravura, la versatilità e l’humor di un attore impareggiabile, che,
partendo dagli esordi in Romagna, è arrivato a recitare con grandi registi e al fianco di star internazionali della settima arte – spiegano gli organizzatori -. Un tributo che, a due anni dalla scomparsa dell’attore, unisce il cinema al teatro attraverso titoli non sempre noti, per  una nuova e doverosa sintesi della sua carriera. Abbiamo registrato un grande interesse da parte degli autori coinvolti. Tutti hanno aderito con entusiasmo e alcuni di loro saranno presenti a Ravenna per portare  il loro ricordo personale di Ivano. Chi non riuscirà a esserci manderà  comunque un videomessaggio di saluto».

Il programma:

Alle 18.30 di martedì 3 sarà proiettato il film “Bar Giuseppe” del regista Giulio Base (la proiezione sarà introdotta da un videomessaggio del regista). Alle 21 è in programma il film “Lovers” di Matteo Vicino, che sarà presente in sala. Lovers di Matteo Vicino è un gioioso, intelligente rompicapo pop in cui due coppie di attori (Primo Reggiani, Luca  Nucera, Antonietta Bello, Margherita Mannino), più il quinto sornione incomodo (Marescotti), si scambiano continuamente i ruoli per quattro  microstorie parallele e simmetriche che compongono il tessuto unitario  del film. Si prosegue martedì 4, sempre alle 18.30 con una serie di cortometraggi che
vedono Marescotti tra gli interpreti:: da “Assicurazione sulla vita” di Augusto Modigliani e Tommaso Cariboni, a “The Lift” di Luisa
Pretolani (la regista sarà presente in sala), passando per “La Fellinette” di Francesca Fabbri Fellini, nipote  di Federico. Una bambina, e “Il mio ultimo giorno di guerra” di Matteo Tondini (il regista sarà presente in sala).
La giornata proseguirà alle 21 con la proiezione di “Zitti tutti!”, monologo teatrale in dialetto romagnolo, scritto da
Raffaello Baldini per Ivano Marescotti. Primo testo teatrale scritto in lingua romagnola. Si tratta della registrazione dello spettacolo
teatrale andato in scena al Teatro Rasi di Ravenna nel 1995. L’ingresso agli eventi avrà un costo di 5 euro, ad eccezione della proiezione delle 21 di martedì 4 che sarà a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Insegue l’ex con il nuovo compagno e li aggredisce: arrestato 38enne incensurato

L’uomo avrebbe minacciato la donna anche con un punteruolo

Aggressione

Un 38enne faentino, incensurato, è stato arrestato dopo aver picchiato il nuovo compagno dell’ex moglie e minacciato la donna con un punteruolo. I fatti sono avvenuti nel primissimo pomeriggio di sabato scorso. A riportare la notizia nei dettagli, il Corriere Romagna in edicola oggi (29 gennaio).

L’uomo avrebbe inseguito i due in auto, arrivando a tagliargli la strada, costringendoli a fermarsi. Una volta sceso dall’auto, il 38enne, di origini albanesi, ha aggredito il nuovo compagno della ex (con cui si sarebbe separato da circa un anno). Ne è seguita una colluttazione che avrebbe causato all’aggressore una costola rotta e al rivale la frattura del polso. Il 38enne sarebbe poi tornato in auto per prendere un punteruolo, con cui avrebbe minacciato la donna. Solo l’intervento di un testimone avrebbe scongiurato il peggio.

Allertati dai testimoni, sono poi intervenuti i carabinieri, che hanno bloccato l’uomo una volta tornato sul “luogo del delitto”, insieme al cugino. Il 38enne – trovato anche con addosso 18 grammi di marijuana – è stato arrestato con le accuse di violenza privata e lesioni personali, anche in seguito alle dichiarazioni dell’ex moglie, che ha riferito di ripetuti episodi di violenze, sempre più gravi, a partire già dall’ottobre del 2022.

Il giudice dopo aver convalidato l’arresto ha disposto il carcere per l’uomo, che durante l’interrogatorio aveva chiesto scusa, sostenendo di non essersi mai lasciato andare a comportamenti simili.

Un milione e mezzo a fondo perduto per la competitività delle imprese under 35

Guberti: «È necessario accorciare la distanza tra giovani, lavoro e imprese». Disponibili anche borse di studio per l’iscrizione agli istituti tecnologici superiori

Foto Guberti Fronte CCIAA
Giorgio Guberti
“Le persone, soprattutto giovani sono la prima ricchezza di un territorio […] L’indice di vecchiaia, ovvero il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, è aumentato nei territori di Ferrara e Ravenna passando dal 206% del 1° gennaio 2011 al 248,6% del 1° gennaio 2024. Nei territori di Ferrara e Ravenna è positivo il risultato per le nuove imprese under 35, con un+512 il saldo nel 2024, ma si mantiene al tempo stesso molto alta, oltre il 50%, la difficoltà di reperimento di risorse giovani per le imprese, in particolare per quanto riguarda diplomati Its Academy e gli operai specializzati – sottolinea Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio –  questi dati rafforzano ancora di più le nostre convinzioni. Vogliamo sostenere i nostri ragazzi nella costruzione del proprio progetto di vita personale e di impresa, anche attraverso la valorizzazione e il potenziamento della rete dei servizi già presenti sul territorio. Ascolto, coinvolgimento, partecipazione, equità e inclusione saranno i cardini del nostro Piano straordinario».
La Camera di Commercio ha stabilito infatti uno stanziamento complessivo di un milione e mezzo di euro in 3 anni, in favore di interventi concreti e finanziamenti che possano potenziare le aspirazioni presenti e future delle nuove generazioni, sostenendo i progetti migliori dei giovani aspiranti imprenditori. Tra i temi dei bandi attivati si trovano parcelle notarili e costi relativi alla costituzione d’impresa, redazione del progetto d’impresa, consulenza specialistica nelle aree del marketing, della logistica e della produzione, del personale e della contrattualistica, analisi di mercato e implementazione dei siti internet aziendali.
Il piano prevede inoltre di far fronte alla carenza di tecnici specializzati favorendo l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro grazie a percorsi formativi basati sull’interazione con le imprese del territorio e tramite l’erogazione di borse di studio per i percorsi di Istruzione Tecnologica Superiore (ITS-Academy) attivati nelle province di Ferrara e di Ravenna.
Il contributo massimo che le aziende possono richiedere entro il prossimo 14 marzo ammonta a 4 mila euro nel caso della creazione di nuove imprese ea 2 mila e 500 euro nel caso di progetti a sostegno alla competitività, con premialità alle aziende in possesso del rating di legalità e femminili. Le borse di studio ammontano invece a 800 euro ciascuna, condizionate alla frequenza di almeno l’80% delle ore previste. In questo caso, le domande possono essere presentate fino al prossimo 28 febbraio, ed è prevista comunque l’apposita premialità per incentivare la partecipazione femminile a percorsi di formazione di carattere tecnico.
«In vent’anni abbiamo perso il 23% di giovani tra i 18 e 35 anni, così come negli ultimi dieci anni è scomparso circa il 23% delle imprese giovanili nel nostro territorio. Per invertire la rotta è necessario investire sulla transizione digitale ed energetica, sulla qualità dei saperi e delle competenze, attraverso la collaborazione e la fattiva cooperazione tra Camera di commercio, Associazioni di categoria e tutte le Istituzioni. – conclude Guberti -. Con una rigorosa e condivisa assunzione di responsabilità potremo generare fiducia nelle imprese e soprattutto nei giovani. Condizione indispensabile di sviluppo e sostenibilità per l’intero nostro territorio è accorciare la distanza tra giovani, lavoro e imprese».

 

Doppio appuntamento al Rasi con gli spettacoli interattivi “Manson” e “Maternità”

Nelle due opere di Fanny & Alexander in cartellone per Meme_e_fèsta il pubblico sarà chiamato a vestire i panni della giuria del noto criminale statunitense o a dialogare virtualmente con la protagonista immersa in un flusso di pensieri intimi e controversi

Manson

La Stagione dei Teatri di Ravenna Teatro ospiterà negli spazi del Rasi due spettacoli della compagnia Fanny & Alexander, entrambi parte del progetto Meme_e_Fèsta, il festival organizzato da E Production e curato da Fanny & Alexander e compagnia Menoventi.
Si parte giovedì 30 gennaio (ore 21) con Manson (in scena anche venerdì 31 alle 19 e sabato 1 alle 17, con replica straordinaria alle 21.30). Lo spettacolo mette il pubblico nello scomodo ruolo di una “giuria postuma” che, posta davanti al carismatico leader Charles Manson (Andrea Argentieri) ne ripercorrerà i meandri della mente labirintica, istrionica e manipolatoria. A partire dalle numerose interviste che il criminale statunitense rilasciò in vita, Argentieri dipinge un ritratto fatto di espressioni e movenze, dove in un buio compatto e sonoro, si stagliano frasi secche, ritmate e in grado di evocare una riesumazione sensoriale degli eventi. Gli spettatori sceglieranno da un elenco di domande quali rivolgere al protagonista, che risponde in inglese. L’intero spettacolo sarà in inglese sopratitolato in italiano. I posti sono limitati.
Maternita
Maternità invece debutterà al Rasi venerdì 31 gennaio (ore 21), con una replica alle 19 di sabato 1 febbraio. In questo spettacolo Chiara Lagani parte dall’omonimo racconto di Sheila Heti (Sellerio) e, seduta davanti al pubblico si chiede cos’è che la trattiene dal mettere al mondo un figlio. Non si tratterà di un monologo, ma di una forma particolare di dialogo: di fronte alle domande più difficili infatti Sheila si rivolgerà alle persone in sala, dotate di un telecomando con cui potranno rispondere ai suoi quesiti.
Le risposte si proiettano a ritmo incalzante su uno schermo sospeso in un oppressivo codice binario: tutto è sì, oppure no, tutto è bianco, oppure nero. Risposte secche, che riflettono il modo in cui la protagonista si interroga con ironia e ferocia su una questione così nodale, tendendo il ragionamento fino all’eccesso, infrangendo il velo del pudore e portandoci a riflettere sul valore della scelta. Prima della replica di venerdì 31 (alle 17.30) è in programma un incontro sul tema con la protagonista Chiara Lagani in dialogo con la scrittrice Antonella Lattanzi. Negli spazi della Dantesca della Biblioteca Classense, Lagani rivolgerà all’autrice una serie di domande che riguardano la sua scrittura e il tema del suo Cose che non si raccontano (Einaudi), libro bello e feroce (tra i dodici finalisti del premio strega 2024) che racconta dei molti nodi, interrogativi e tabù al cuore del desiderio di maternità.
I biglietti per gli spettacoli, a settore unico, avranno un costo di 18 euro (intero), 16 euro (ridotto) o 10 euro (under 26 e abbonati a La Stagione dei Teatri).

Sport e inclusione: in arrivo contributi comunali per i più giovani

Le famiglie residenti nel comune di Ravenna possono richiedere fino a 150 euro di incentivo per le iscrizioni a corsi e attività atletiche dei minori

Bambini Sport
«Fare sport non è un passatempo o una moda ma è importante per lo sviluppo psico-fisico, per la socializzazione e per l’acquisizione di stili di vita sani e corretti fin da giovanissimi, così come tutti gli esperti, da più fronti, raccomandano» afferma l’assessore alle Politiche sociali Gianandrea Baroncini, presentando il nuovo sistema di contributi comunali a sostegno della pratica sportiva giovanile.
Fino alle ore 12.30 del 27 marzo 2025 infatti le famiglie ravennati (residenti da almeno 12 mesi nel Comune) con figli di età compresa tra i 6 e i 18 anni e un Isee fino a 15mila euro potranno presentare domanda (qui la modulistica necessaria) per ottenere un incentivo alle spese sportive dei più giovani. Per fare richiesta è necessario che il minore sia iscritto a una qualsiasi disciplina sportiva per la durata di almeno 4 mesi nell’anno 2024/2025. Il contributo sarà di 150 euro a persona interessata se i giustificativi di spesa presentati saranno pari o superiori a tale cifra. Se la somma delle spese giustificate risulterà invece inferiore a 150 euro, l’ammontare del contributo coprirà interamente somma. Per ciascun nucleo familiare non potranno essere erogati più di 400 euro di contribuiti e, una volta sottoposta la domanda,  il Comune procederà alla formulazione di una graduatoria fino all’esaurimento delle risorse disponibili ( 40mila euro in totale).

Le domande, redatte dai genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale, sono ammesse in due distinte modalità: via email (bandosport@comune.ra.it) o con presentazione dell’istanza cartacea nella sede del Servizio sociale associato (via Massimo d’Azeglio n. 2, Ravenna). Alla domanda devono essere allegati, a pena di esclusione, la copia di un documento di identità del dichiarante, la documentazione rilasciata dalle associazioni/società sportive attestante l’effettiva iscrizione ai corsi e l’avvenuto pagamento delle relative quote di iscrizione e frequenza. In caso di identico valore Isee, la graduatoria procede in ordine alla data di arrivo della domanda. Per ogni nucleo familiare può essere presentata un’unica domanda.

«L’obiettivo del provvedimento è sostenere le famiglie che affrontano con difficoltà le spese sportive dei propri figli e contrastare la dispersione sportiva di base – conclude Baroncini – è importante per l’amministrazione sostenere la pratica dello sport tra i giovani e  come strumento di inclusione e benessere».

Il nuovo direttore della fondazione Rossini sarà nominato alla riapertura del teatro

A coordinare in questo momento di transizione sarà il consigliere Gianni Parmiani. L’assessore: «Intervento complesso, obiettivo fine 2025 o 2026…»

Gianni Parmiani
Gianni Parmiani

L’Amministrazione comunale di Lugo e il consiglio di amministrazione della fondazione Teatro Rossini hanno scelto di riorganizzare la struttura direttiva del Teatro Rossini di Lugo, vista la situazione attuale di chiusura. Durante questo periodo di transizione fino alla riapertura, che coincide con i necessari lavori di ripristino post-alluvione, la gestione della struttura vedrà un assetto temporaneo più snello, formalizzato nel corso dell’incontro del Consiglio di amministrazione della fondazione Teatro Rossini di martedì 28 gennaio, con il consigliere della fondazione Gianni Parmiani (egli stesso autore teatrale e attore) che coordinerà le attività programmatiche. Solo a conclusione dei lavori verranno assunte scelte più definitive per il ruolo di direttore.

Arriva a naturale scadenza in questi giorni, infatti, l’incarico del direttore uscente Giovanni Barberini, a cui va il ringraziamento della sindaca Elena Zannoni per il lavoro svolto.

«Abbiamo scelto di ottimizzare la gestione in questa fase particolare – aggiunge Zannoni, anche presidente della Fondazione -. La competenza e l’esperienza di Parmiani rappresentano una risorsa preziosa per il teatro in questo momento di transizione. Questa scelta permette già di pensare al futuro anche in termini di programmazione, ma soprattutto di avere un importante punto di riferimento per il monitoraggio dei lavori di ristrutturazione e la riorganizzazione della struttura della Fondazione, riportando al consiglio di amministrazione, tramite un consigliere delegato, una gestione più diretta di tutti questi passaggi determinanti. L’obiettivo è riaprire il teatro una volta per tutte, restituendo alla città il suo gioiello».

Rispetto alle dichiarazioni di qualche tempo fa, sembra non essere così certa la riapertura del teatro alluvionato in tempo per l’avvio della stagione 2025/2026, dopo l’estate. «L’intervento è complesso e richiede particolare attenzione – precisa l’assessore alla Cultura Gianmarco Rossato -. Oltre ai danni dell’alluvione, stiamo cercando una soluzione anche a problemi preesistenti del teatro. Gli interventi interessano diverse zone della struttura, dalla buca dell’orchestra alla platea, con particolare attenzione agli elementi architettonici. Il progetto di recupero, sostenuto da importanti donazioni private, prevede interventi di isolamento e miglioramento tecnico che porteranno a una migliore sicurezza e fruibilità del teatro. Ad oggi non è facile fissare una data di riapertura, almeno fino a che non partirà la parte conclusiva dei lavori. Stiamo comunque cercando di fare il possibile per avere, anche solo parzialmente, una programmazione nel corso del 2025 o 2026».

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