giovedì
21 Agosto 2025

Stanziati 3 milioni e mezzo per finanziare la competitività delle imprese ravennati

Tra le priorità strategiche imprese solide, innovative sostenibili e internazionali, sviluppo delle competenze, accesso al credito, turismo e attrattività. Attenzione anche a giovani, infrastrutture, e all’analisi socio-economica dei territorio. Circa 6 milioni di euro le risorse erogate nel 2023 e 2024

Foto Guberti Fronte CCIAA
Giorgio Guberti

Imprese solide, innovative e sostenibili, imprese internazionali, sviluppo delle competenze, accesso al credito, turismo e attrattività, giovani generazioni, infrastrutture, analisi socio-economica dei territorio: queste le priorità approvate all’unanimità, nelle scorse settimane, dal Consiglio della Camera di commercio di Ferrara Ravenna.

Il progetto prevede lo stanziamento di 3 milioni e mezzo di risorse per il 2025: scorrendo nel dettaglio il Piano degli interventi, particolare evidenza assumono i progetti e i contributi alle imprese per nuove assunzioni, l’elaborazione di piani di rilancio aziendale e di riposizionamento strategico, l’inserimento di manager a tempo, l’internazionalizzazione e il supporto all’export, la candidatura di progetti sui fondi europei, la nascita e lo sviluppo di nuove imprese, la creazione di reti, progetti di ricerca e per la diffusione delle tecnologie Impresa 5.0.

Il Consiglio inoltre, su proposta della Giunta, ha stanziato specifiche risorse per la promozione della parità di genere, la vigilanza sui mercati e sui prodotti a tutela dei consumatori, la valorizzazione del “prodotto turistico” ferrarese e ravennate, il maggior utilizzo degli strumenti di risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori, il potenziamento delle procedure per la composizione negoziate delle crisi d’impresa, la valorizzazione dei brevetti internazionali e il ricambio generazionale.

In ultimo, sono state poste le basi operative per recepire sin da subito lo schema del disegno di legge sulle piccole e medie imprese approvato dal Consiglio dei ministri il 14 gennaio scorso e che prevede compiti importanti proprio per le Camere di commercio.

«Le imprese sono il cuore pulsante delle nostre comunità, un cuore che non si arrende ma che cerca continuamente nuove strade per ricominciare a correre -. Commenta così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto – Il lavoro resta la vera priorità e il mondo dell’impresa conosce bene il valore del lavoro e dell’impegno quotidiano, che è fonte non solo di migliori prospettive di reddito ma anche di partecipazione sociale e sviluppo personale. L’11 ottobre scorso il Presidente del Consiglio dei Ministri ha istituito, su proposta della Regione Emilia Romagna, la Zona logistica semplificata, che permetterà alle imprese emiliano-romagnole, già insediate o di prossimo insediamento, di accedere alle semplificazioni amministrative e alle agevolazioni previste in relazione agli investimenti realizzati sul territorio, nonché al nuovo credito d’imposta. Un’opportunità da non perdere».

Dall’indagine del primo trimestre del 2025, a guidare la domanda di lavoro sono le imprese turistiche, seguite dal commercio e dalle costruzioni. In flessione, invece, le previsioni dell’industria manifatturiera e dei servizi alle imprese. «Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro – sottolinea la Camera di commercio – interessa oltre il 50% delle assunzioni programmate, soprattutto a causa della mancanza di candidati». Dal Borsino delle professioni sono difficili da reperire sul mercato analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni, ingegneri, operatori qualificati nella cura estetica e nei servizi sanitari e sociali, operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche, fonditori, saldatori, lattonieri e calderai. Nel 30% dei casi, infine, le imprese ferraresi e ravennatimanifestano una preferenza per i giovani sotto i 30 anni, con opportunità particolarmente elevate nei settori finanziario (41%), turistico (42%) e informatico (40%).

Influenza stagionale verso il picco, tre persone over 65 in Rianimazione

La rete dei medici sentinella e i tamponi al pronto soccorso misurano la diffusione
In media in provincia 15 casi ogni mille abitanti, impennata dopo le festività natalizie

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La diffusione delle sindromi simil-influenzali ha imboccato la strada che porterà al picco stagionale. Per il territorio ravennate la previsione dell’Ausl Romagna è di arrivarci tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Il report settimanale elaborato dal dipartimento di Malattie infettive dice che in provincia l’incidenza dei casi alla terza settimana di gennaio è di 15 ogni mille abitanti (il doppio rispetto al periodo pre natalizio), un numero in linea con la media nazionale (14,7), romagnola (15,8) e regionale (15,5). L’anno scorso il picco romagnolo fu 25.
Nel reparto di Rianimazione di Ravenna, al momento in cui è stato scritto questo articolo (mercoledì 22 gennaio), erano ricoverate tre persone per conseguenze dell’influenza: due su tre non erano vaccinate. Si tratta di over 65 che rientrano nella fascia di età per cui il sistema sanitario consiglia la vaccinazione che viene fornita gratuitamente dalla Regione Emilia-Romagna.

Effetto Natale
La curva dei contagi, un’immagine divenuta familiare ai tempi della recente pandemia, ha cominciato a salire nella seconda settimana di gennaio, una dinamica attesa dagli esperti come effetto delle festività natalizie: si tratta infatti di virus che si trasmettono per via aerea e la condivisione di spazi chiusi ne favorisce la diffusione, come abbiamo imparato proprio con il Covid causato dal virus Sars-Cov-2 che segue le stesse dinamiche. «In questo periodo – spiega la dottoressa Giulia Silvestrini, direttrice dell’Igiene pubblica dell’Ausl – stiamo assistendo a un aumento negli adulti della fascia 18-65 anni, prima di Natale circolava soprattutto tra i bambini». Nella fascia 0-4 anni in provincia nella terza settimana di gennaio l’incidenza ogni mille persone super i 40 casi, mentre era inferiore a dieci una settimana prima ed era quasi 30 a metà dicembre. Nella fascia 15-64 l’incidenza era rimasta sotto a 10 fino a fine anno e ora è arrivata a 15. Per misurare la circolazione dei virus influenzali non viene fatto un tracciamento come quello introdotto ai tempi del Covid, ma si utilizzano due canali paralleli.

Grafico Torta

Medici sentinella
Il primo rientra nel sistema di sorveglianza chiamato Respivirnet, che fa capo all’Istituto superiore di sanità cui vengono comunicati i dati per un bollettino nazionale, che si basa su medici di base e pediatri. Il secondo strumento di misurazione invece è solo locale e fa riferimento ai sette reparti di pronto soccorso in Romagna. Il funzionamento lo spiega ancora Silvestrini: «I cosiddetti medici sentinella sono 74 in tutta la Romagna, di cui 27 in provincia di Ravenna, un numero quasi raddoppiato rispetto all’anno scorso. Agiscono su base volontaria, ottenendo crediti formativi: in complesso coprono oltre il 4 percento della popolazione di riferimento, come richiesto dalle statistiche perché sia un campione attendibile». Da ottobre ad aprile ogni settimana i medici sentinella comunicano all’Ausl i dati dei pazienti che hanno sintomi da sindromi simil-influenzali (note anche con l’acronimo Ili dall’inglese Influenza like illness). «A una parte di quei pazienti, su adesione volontaria, viene fatto un tampone: i dati dicono che prima di Natale la maggior parte delle malattie era dovuta a virus parainfluenzali, adesso nel 45 percento dei casi si tratta invece dell’influenza stagionale. Diciamo che a oggi se una persona ha la febbre, in un caso su due è influenza».

Tamponi in pronto soccorso
L’altro sistema di sorveglianza, invece, fa capo ai reparti di pronto soccorso. I pazienti con un quadro sintomatico compatibile con un contagio da sindromi simil-influenzali vengono sottoposti a tampone: «Nella settimana prima di Natale in Romagna abbiamo eseguito 430 tamponi e avevamo una positività all’influenza per il 6,7 percento e al Covid per il 4,9 percento. Nella terza settimana di gennaio i tamponi sono stati 646 con una percentuale di influenza del 23,7 percento e di Covid del 4,2 percento».

Grafico Tamponi

Vaccini
Da ottobre è in corso la consueta campagna vaccinale (andrà avanti fino a febbraio). La popolazione over 65 è il principale obiettivo: in quella fascia di età l’ultima aggiornamento della copertura romagnola dice 54,7 percento (superò il 55 l’anno scorso). «Ma sul fronte dei vaccini ci sono differenze marcate a livello dei territori – sottolinea Silvestrini –. A Ravenna siamo al 58, Rimini invece è sotto al 50. Questo spiega anche la differenza nell’incidenza dei casi, ogni mille abitanti ci sono 15 malati a Ravenna e 20 a Rimini». La popolazione della provincia più a sud della regione conferma un approccio scettico verso i vaccini: «Era successo già con il Covid e l’abbiamo visto con il morbillo. È un atteggiamento diffuso. Evidentemente la parte negazionista della popolazione è riuscita a fare più presa». Mascherine e gel Oltre alla vaccinazione, come imparato con il Covid, distanziamento, igiene delle mani e mascherine aiuterebbero a rallentare la diffusione. «Purtroppo abbiamo ormai perso alcune buone abitudini – si rammarica Silvestrini –. Addirittura oggi chi mette la mascherina viene visto con sospetto, ci si chiede chissà cosa avrà, invece è un gesto di correttezza verso il prossimo. Ogni tanto vedo persone al lavoro con la mascherina e le stimo. Anzi, in caso che qualcuno si presenti al lavoro con un forte raffreddore e starnutisce ma non ha la mascherina dovrebbero essere i colleghi a chiedere di indossarla».

Reda festeggia la riapertura della biblioteca, chiusa dal 2019

Il servizio, gestito da volontari, sarà attivo ogni venerdì. Il sindaco: «Un importante traguardo nell’ambito dell’idea di città diffusa e policentrica»

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A Reda (frazione di Faenza), si festeggia la riapertura della Biblioteca di Comunità, chiusa dal 2019. Il progetto è stata reso possibile grazie alla disponibilità di un gruppo di volontarie che ha lavorato in collaborazione con l’amministrazione comunale e il personale della Biblioteca Manfrediana, per ridare vita a uno spazio di grande importanza per la comunità locale.

Il percorso di rinascita ha avuto inizio lo scorso settembre, quando un gruppo di mamme ha avviato un progetto di volontariato parrocchiale per offrire uno spazio pomeridiano gratuito ai bambini delle scuole elementari: da lì è nata l’idea di riaprire la biblioteca. Il progetto ha coinvolto numerosi residenti e associazioni locali, tra cui la società sportiva Reda Volley e il centro sociale del quartiere. Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Manfrediana, che ha fornito supporto organizzativo e formativo, è stato possibile riorganizzare gli spazi, aggiornare il catalogo dei libri e definire gli orari di apertura. La biblioteca ha donato infatti decine di nuove libri, per eliminare presto i volumi obsoleti e fare spazio a opere più recenti e in linea con le esigenze dei lettori. La Pro Loco ha contribuito invece donando due nuovi Pc per la gestione del prestito librario.

La biblioteca sarà aperta ogni venerdì, dalle 10 alle 12 con accesso riservato ai bambini dell’asilo parrocchiale, dalle 14 alle 16 con accesso riservato per gli studenti delle scuole elementari. Dalle 16 alle 18 sarà invece aperta al pubblico sotto la gestione degli otto volontari.

La riapertura è stata festeggiata venerdì sera con una breve cerimonia che ha visto la partecipazione dei volontari coinvolti e di numerosi residenti. Presente anche il sindaco Massimo Isola, che ha sottolineato quanto sia fondamentale preservare e valorizzare luoghi come la Biblioteca di Comunità: «La riapertura della Biblioteca di Comunità a Reda – ha detto il primo cittadino – rappresenta un importante traguardo nel nostro percorso di rafforzamento dei servizi nell’ambito dell’idea di città diffusa e policentrica. Questo obiettivo ha un valore concreto e simbolico. Negli ultimi anni, in questa frazione, ci siamo concentrati su due aspetti fondamentali: riportare un presidio sanitario con il medico di medicina generale e la biblioteca. Entrambi si trovano ora nello stesso edificio, confermando la bontà delle nostre scelte strategiche e rafforzando, di fatto, i servizi in questa parte di territorio».

Al via i lavori per il completamento della ciclabile verso Madonna Dell’Albero

Un investimento da 660 mila euro per collegare la frazione a Ponte Nuovo, seguendo lo scolo Arcobologna

Ciclabile

Partiranno la prossima settimana i lavori per il completamento della nuova pista ciclabile, lungo lo scolo Arcobologna, che collegherà Ponte Nuovo a Madonna dell’Albero. L’intervento, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ravenna attraverso i fondi Atuss, ha un valore di 660 mila euro e verrà completato nella prossima estate.

I lavori di questo secondo tratto partiranno da via dell’Ulivo, all’incrocio con via del Pino a Ponte Nuovo e proseguiranno per circa 700 metri lungo il confine dello scolo Arcobologna, proseguendo poi all’interno del parco pubblico fino ad arrivare all’incrocio con via Monsignor Casadio e via Turci. Da questo punto, fino a via Cella, sarà realizzato un percorso ciclopedonale protetto, sistemando e adeguando i marciapiedi esistenti.

In via Turci, lato civici pari, saranno sistemati anche i tratti di marciapiede mancanti e verrà regolamentata la sosta con apposita segnaletica. In via Cella la pista ciclabile proseguirà lungo la fascia laterale esistente con la realizzazione di segnaletica orizzontale e l’installazione di paletti dissuasori fino alla scuola situata davanti alla rotatoria. Nell’ambito dell’intervento saranno sistemati anche i marciapiedi di via Pondi, che presentano tratti in terra o ghiaino. Tutto il percorso lungo lo scolo fino al parchetto pubblico sarà illuminato con un nuovo impianto di illuminazione, mentre nelle vie Pondi, Turci e Ricci verranno completati gli impianti già esistenti.

«Si procede a completare un intervento fondamentale per la nostra comunità – dichiara l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte – Il primo tratto, che è già stato terminato, ha riguardato la realizzazione di un percorso protetto in via del Pino a Ponte Nuovo, con termine in corrispondenza di via dell’Ulivo, punto in cui partiranno i lavori di questo secondo ed ultimo stralcio. Una volta completato anche questo secondo tratto si avrà un percorso ciclabile di circa 1,2 chilometri».

Energia in aumento del 45%, le preoccupazioni di Confesercenti

La presidente Monica Ciarapica: «Le imprese non possono essere lasciate sole. Rafforzeremo i servizi di consulenza»

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Il 2025 è iniziato con un aumento dei costi energetici del 45 percento rispetto all’anno precedente per famiglie e per le imprese: «Siamo preoccupati da questo andamento afferma Monica Ciarapica, presidente Confesercenti d’Area Ravenna-Cesena poiché a livello nazionale si stima in oltre 10 miliardi di euro l’impatto sulla spesa di famiglie e imprese. Risorse che incideranno pesantemente sui consumi dei prossimi mesi, con conseguenza negative sulla rete distributiva italiana. Anche se la situazione non è ancora paragonabile alla crisi energetica del 2022, questi aumenti stanno ponendo famiglie e aziende italiane in una situazione di assoluta incertezza sul futuro».

Per aiutare le imprese ad attutire i costi energetici, da anni Confesercenti ha costituito un gruppo d’acquisto nazionale, Innova Luce e Gas, dove imprese e famiglie sono unite alla ricerca del risparmio seguendo la logica dell’unione per avere più forza. «In questa difficile situazione le imprese non possono essere lasciate sole – prosegue Ciarapica – per questo, per il 2025, rafforzeremo la consulenza rivolta sia alle imprese che alle famiglie per fornire assistenza sulle bollette di luce e gas. Aderire al gruppo d’acquisto è semplice, rapido ed ha portato vantaggi per tutti i soci. Ma lo sportello energia è molto di più: fornisce assistenza per tutte le tipologie d’impresa, comprese quelle stagionali. Un servizio utile anche solo per leggere e comprendere le bollette di luce e gas».

Passi avanti per NatuReef: continuano i sopralluoghi nell’area della foce del Bevano

Si è conclusa la seconda visita di monitoraggio per la creazione della scogliera naturale che proteggerà la costa favorendo l’aumento della biodiversità

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Si è conclusa la seconda visita di monitoraggio al progetto Life NatuReef da parte della Commissione Europea: l’idea è quella di realizzare una scogliera naturale di ostriche e sabellarie per la protezione della costa e l’aumento della biodiversità alla foce del torrente Bevano (qui un approfondimento di Alex Giuzio sul progetto).

La visita si è svolta giovedì 23 nella sede dei Laboratori di Scienze Ambientali del campus di Ravenna e si è conclusa con il sopralluogo del giorno successivo nell’area interessata dal progetto, il sito protetto della foce del Torrente Bevano, parte del Parco del Delta del Po.

Durante la due giorni, sono stati illustrati lo stato di avanzamento delle diverse attività in corso e i primi risultati ottenuti. In questa fase dei lavori sono stati conclusi i rilievi topografici, batimetrici, geologici, vegetazionali ed ecologici, raccogliendo dati sui fondali sottomarini e sulle loro comunità. Ingegneri e geologi del Comune e dell’Università hanno completato le simulazioni idrodinamiche e sviluppato una soluzione progettuale innovativa per la realizzazione della scogliera. Per altro è stato predisposto un piano per la sicurezza biologica dell’area e presi accordi per la fornitura di ostriche.

«Il progetto sta procedendo spedito con tutti i partner che lavorano all’unisono – commenta il coordinatore Massimo Ponti -. La ‘squadra’ è cresciuta coinvolgendo nuovi giovani ricercatori e consulenti, arrivando a circa 70 specialisti dei diversi settori, senza contare tirocinanti e laureandi di diversi corsi di laurea, affascinati da questa esperienza unica nel suo genere. In questi mesi abbiamo lavorato in stretta collaborazione con i diversi enti e le autorità competenti. Compatibilmente con i tempi tecnici e biologici, contiamo di procedere con la posa della base calcarea e con il suo ripopolamento quanto prima possibile».

Discarica abusiva sull’argine del fiume: la denuncia dei forestali

L’autore dell’illecito viveva in un capanno adiacente all’area ricoperta da rifiuti

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Nel corso dei più recenti controlli nelle aree vicine ai fiumi (poste sotto speciale attenzione anche a seguito degli eventi alluvionali) è stata ritrovata dai Carabinieri Forestali una discarica abusiva nei pressi dell’argine dei Fiumi Uniti, in località Lido Adriano.

Nell’area adiacente un capanno da pesca si trovavano decine di rifiuti di varia natura, pericolosi e non pericolosi, dagli scarti di demolizione edilizia ai rifiuti ingombranti domestici passando per ferro, fusti di vernici e apparecchiature elettroniche fuori uso.

Il responsabile dell’abbandono incontrollato, domiciliato nello stesso capanno, è stato prontamente identificato e denunciato a piede libero in quanto, a partire dall’ottobre del 2023, anche l’abbandono di rifiuti da parte del privato ha rilevanza penale.

Tutta l’area, classificata particolarmente vulnerabile in quanto potenzialmente soggetta ad esondazioni e su cui grava il vincolo paesaggistico, è stata sequestrata e sono in corso gli accertamenti per scongiurare il pericolo di inquinamento delle acque e del suolo, con la collaborazione di Arpae.

L’autore dell’illecito, se si atterrà alle prescrizioni per ripristinare lo stato dei luoghi e al pagamento della sanzione amministrativa prevista, potrà ricorrere alla procedura estintiva del reato. Diversamente, il procedimento penale riprenderà il proprio corso.

Racing Bulls verso le zero emissioni grazie all’accordo con Cefla

La scuderia di formula 1 installerà nel suo stabilimento di Faenza l’impianto Nova, per la produzione di energia sostenibile

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La scuderia di formula 1 Visa Cash App Racing Bulls ha unito le forze con Cefla, impresa imolese leader nel campo dell’engineering civile e industriale, con l’obiettivo di generare internamente la maggior parte del fabbisogno elettrico e termico dello stabilimento di Faenza, il tutto con zero emissioni. Un nuovo passo avanti nel percorso intrapreso dal team per raggiungere i propri obiettivi di neutralità carbonica, in linea con l’impegno assunto da Red Bull GmbH e dalla Formula 1.

Il progetto prevede l’installazione di Nova by Cefla, un impianto di fuel cell (pila a combustibile) a ossido solido, alimentato in modo sostenibile e che sfrutta un processo chimico privo di emissioni inquinanti e acustiche e che non richiede l’utilizzo di acqua.

Oltre a generare elettricità la pila a combustibile permette di recuperare allo stesso tempo energia termica, che può essere sfruttata per il riscaldamento dello stabilimento.

L’efficienza elettrica risultante dalla tecnologia delle fuel cell è superiore del 20% rispetto a quanto ottenibile con metodi convenzionali, con emissioni di Co2 pari a zero grazie all’utilizzo di combustibile sostenibile certificato.

Oltre ai benefici per l’ambiente derivanti dalla riduzione dei gas serra questa tecnologia, abbinata all’impianto fotovoltaico già installato, renderà lo stabilimento di Racing Bulls autosufficiente e sostenibile in termini di fabbisogno elettrico e termico.

Un ciclo di incontri alla Classense dedicato alle storiche dell’arte

In programma anche la seconda visita guidata alla mostra “I colori di un intellettuale: la raccolta Alberto Martini”

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La Biblioteca Classense organizza un ciclo di incontri per ricordare le donne storiche dell’arte che, in tempi e luoghi diversi, hanno dato un contributo fondamentale alla disciplina. Con impegno straordinario e passione costante, hanno dedicato la loro vita alla ricerca, lasciando un’eredità di studi significativa.

Si parte giovedì 30 febbraio (17.30), con il primo incontro intitolato Rossana Bossaglia e l’elaborazione critica dell’arte della prima metà del Novecento. Interverrà Valerio Terraroli, del Centro Studi “Rossana Bossaglia” di Verona.

Giovedì 6 febbraio (17.30) si parlerà di Paola Barocchi. Uno sguardo attento al passato con strumenti moderni con Martina Nastasi della Fondazione Memofonte di Firenze, mentre l’appuntamento conclusivo di venerdì 14 febbraio sarà su Eva Tea (1886-1971): l’unità delle arti con Alberto Giorgio Cassani (Accademia di Belle Arti Statale di Ravenna) e Sandro Scarrocchia (già professore all’Accademia di Belle Arti di Brera).

Oltre agli incontri, il programma della Classense prevede sabato 15 febbraio alle 11 si la seconda visita guidata gratuita alla mostra “I colori di un intellettuale: la raccolta ‘Alberto Martini’”, allestita nel Corridoio Grande della biblioteca (qui la nostra recensione).

Il Goldoni di Bagnacavallo candidato a diventare Patrimonio mondiale Unesco

È tra i teatri candidati all’iscrizione nella lista per il 2026

Teatro Goldoni Bagnacavallo
Due immagini del Goldoni di Bagnacavallo

Il “Goldoni” di Bagnacavallo è tra i teatri candidati all’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale Unesco per il 2026 come “Sistema dei teatri condominiali all’italiana nell’Italia centrale fra XVIII e XIX secolo” che, dopo la recente decisione interministeriale, inizia così il percorso ufficiale per il riconoscimento.

In tutto sono 18 i teatri di altrettanti Comuni delle regioni Marche, Emilia-Romagna (l’altro in regione è il “Mariani” di Sant’Agata Feltria, nel Riminese) e Umbria che sono stati scelti come testimonianza unica dell’eccezionale valore di un patrimonio culturale straordinario che riunisce i teatri condominiali più rappresentativi sviluppati tra il Settecento e l’Ottocento per volontà delle piccole comunità locali, con le quali hanno mantenuto nel tempo un forte legame.

«Ci uniamo ai ringraziamenti del presidente della Regione Michele de Pascale e dell’assessora alla Cultura Gessica Allegni a quanti hanno reso possibile il percorso di candidatura, in primis la Regione Marche e il Ministero della Cultura – ha detto il sindaco di Bagnacavallo, Massimo Giacomoni -. Siamo onorati che il nostro Teatro Goldoni sia stato selezionato per far parte di questo progetto, che vede coinvolti tanti altri prestigiosi teatri uniti da comuni caratteristiche non soltanto storico-architettoniche, ma sociali, civiche e artistiche. L’Ufficio Cultura del Comune e Accademia Perduta/Romagna Teatri hanno seguito i lavori preparatori del dossier di candidatura e continueranno a collaborare con la rete di soggetti che si è creata attorno a questo progetto che mira a valorizzare un elemento imprescindibile del nostro patrimonio culturale e sociale, il teatro».

A promuovere l’iniziativa, in qualità di capofila la Regione Marche, in collaborazione con le Regioni Emilia-Romagna e Umbria e i Comuni interessati, con il coordinamento del Servizio Unesco, l’assistenza degli uffici territoriali compenti del Ministero della Cultura, il supporto del Ministero degli Affari e della Cooperazione internazionale e la Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unesco.

Un po’ di storia

Il Teatro Goldoni fu costruito tra il 1839 e 1845, sulle spoglie dell’antico Palazzo Brandolini, da un progetto dell’architetto bolognese Filippo Antolini. Fu inaugurato nel 1845 con l’Ernani di Giuseppe Verdi e dedicato a Carlo Goldoni nel 1907.
L’interno ha pianta a ferro di cavallo ed è decorato da affreschi del ferrarese Francesco Migliari e da stucchi del bolognese Antonio Tognetti. Ai lati del proscenio si trovano sei medaglioni in legno intagliato e dorato raffiguranti personaggi illustri nati a Bagnacavallo o che ebbero rapporti con la città. Il sipario, originale, fu dipinto a tempera da Antonio Muzzi (1815 – 1894) e raffigura “La visita del senatore Camillo Gozzadini a Bartolomeo Ramenghi”.
Il Goldoni è stato ristrutturato negli anni Venti e nel dopoguerra, mentre negli anni Ottanta è stato fatto un intervento strutturale e l’adeguamento alle norme di sicurezza.
È di pochi anni fa un nuovo intervento di ristrutturazione, con il recupero degli arredi d’epoca, il ripristino della pavimentazione e la sostituzione delle poltrone in platea, finanziato dalla Regione e dal Comune di Bagnacavallo. La gestione del teatro, che può ospitare circa 400 persone, è affidata all’Accademia Perduta Romagna Teatro con spettacoli di prosa, teatro per ragazzi e concerti di musica leggera.

Nuova piscina, Comune: «Garantiremo alle società gli spazi acqua durante i lavori»

Niente più vasca “temporanea” da 50 metri: «Scelta dettata da esigenze tecniche imprescindibili»

Piscina Gambi Rendering
Un rendering della nuova piscina Gambi

 

Insieme ai lavori, sono in corso anche prove di riconciliazione tra il Comune e le 14 società del nuoto ravennate che, riunite in un coordinamento unitario, hanno criticato il progetto (a questo link la loro lettera di fine ottobre) della nuova piscina comunale di Ravenna (che verrà realizzata di fatto al posto dell’attuale, da demolire e ricostruire). Si tratta di un cantiere da 22 milioni di euro, svolto con la modalità della finanza di progetto, il cosiddetto project-financing: il vincitore del bando, il colosso Arco Lavori di Ravenna, investirà circa 15 milioni nella realizzazione e gestirà l’impianto per 25 anni – affidandolo alla Coopernuoto di Reggio Emilia.

In particolare, a fare infuriare le società è stata la modifica in corso d’opera del progetto, che prevedeva in prima battuta la realizzazione di una vasca da 50 metri nella zona dove si sta al momento lavorando (fuori dalla struttura attuale), da poter poi sfruttare una volta che si dovrà procedere alla demolizione di quelle attuali. Una promessa dell’allora sindaco Michele de Pascale, che è stata poi disattesa una volta definito il progetto definitivo, la scorsa estate, con la previsione di realizzare, al posto di quella da 50, una vasca da 25 (e quella più piccola per attività ludiche). Quella nuova da 50 verrà invece realizzata in un secondo momento, dopo la demolizione di quella attuale (qui il timing del progetto, da completare in due anni e mezzo)

Oggi (24 gennaio 2025), il Comune (rappresentato dall’assessore allo Sport Giacomo Costantini) in un incontro con le società «ha precisato che la scelta di realizzare per prime, nell’area libera a sud dell’impianto attuale, la vasca da 25 metri e quella ludico-multidisciplinare, è stata dettata da esigenze tecniche imprescindibili emerse nel corso del tempo, in primo luogo relative alle prescrizioni impiantistiche in recepimento di quanto imposto dai finanziamenti europei. Nella logica di non ricorrere a fonti fossili per il riscaldamento, è stata imposta la non installazione di caldaie a gas, rendendo l’impianto funzionante elettricamente; questa richiesta ha reso necessari importanti cambiamenti nella logica distributiva delle linee idriche con importanti modifiche nel posizionamento dei vani tecnici».

Le modifiche al progetto sono state inoltre motivate «da miglioramenti architettonico/funzionali che hanno permesso la razionalizzazione dei percorsi e la realizzazione (all’interno della nuova struttura che verrà realizzata dopo la demolizione di quella attuale, ndr) di una tribuna capace di 847 posti più 4 per le persone con disabilità, posta longitudinalmente alla vasca e quindi con la massima visibilità sui blocchi di partenza e di arrivo. Rispetto al piano di fattibilità tecnica-economica è stato anche inserito nella vasca da 50 metri un pontone richiesto dalle società sportive, struttura che permette il frazionamento della vasca in due da 25 metri o frazioni diverse, ma che comporta la realizzazione di una vasca lunga 51,50 modificando gli ingombri complessivi dell’edificio».

Ciò premesso, il Comune ha annunciato che la demolizione dell’attuale vasca da 50 per 21 metri (mentre quella nuova sarà di 51,50 per 25) avverrà nell’estate del 2026, sottolineando come per allora saranno fruibili la nuova vasca da 25 («comunque più grande dell’attuale, passando da una misura di 25 metri per 12 e una profondità di 130 centimetri a una misura di 25 metri per 21 e una profondità di 180 centimetri») e quella ludico-multidisciplinare.

Nel frattempo, il Comune si è organizzato per garantire alle società sportive gli “spazi acqua” di cui hanno bisogno. Ha chiesto loro di quantificarli e si dichiara «pronto a pubblicare un’indagine di mercato per reperirli presso strutture adeguate per la stagione 2026/2027 e, qualora ciò si rendesse necessario, anche successivamente». I costi a carico delle società sportive non cambieranno. Inoltre all’interno del bilancio comunale a partire dal 2026 è stato previsto «un fondo a copertura di eventuali maggiori costi per gli atleti che dovessero andare ad allenarsi fuori Ravenna (e questo non riguarderà solo il nuoto ma anche altre discipline sportive per le quali a Ravenna non ci siano strutture adeguate)».

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti del soggetto costruttore della nuova piscina comunale, Arco Lavori, e del soggetto gestore del futuro impianto, Coopernuoto, individuato da Arco Lavori. Una scelta quest’ultima, contestata dalle società ravennati, che si sentono escluse dalla gestione.

«Partendo dall’assunto che il rifacimento del centro nuoto è assolutamente necessario, per la comunità e per il nuoto ravennati – si legge a questo proposito nella nota inviata alla stampa dal Comune -, per quanto riguarda la gestione va ricordato che la caratteristica principale del sistema di finanziamento attraverso il quale la struttura sarà realizzata, quello del project financing, è proprio quella di prevedere che il ristoro del finanziamento stesso, per la maggior parte a carico di soggetti privati anche se l’opera è pubblica o di pubblica utilità, sia garantito dai flussi di cassa previsti dall’attività di gestione dell’opera stessa. Replicando un modello gestionale che è analogo a quello di molti altri Comuni, al soggetto gestore saranno in capo le attività più prettamente “commerciali” (ad esempio nuoto libero, Cre, acquagym, riabilitazione, pre parto eccetera). Per quanto riguarda i corsi di avviamento al nuoto e i corsi di nuoto preagonistico, è emersa la volontà di approfondire il confronto nell’ottica di raggiungere il migliore equilibrio possibile tra sostenibilità finanziaria dell’investimento e miglior fruizione della struttura, pur essendo evidente che ci sono ancora diversi elementi da vagliare, non facili da valutare compiutamente a distanza di almeno due anni dall’entrata in funzione del nuovo impianto. In particolare per quanto riguarda l’attività agonistica e le prospettive di crescita di ogni singola società è stata anche ipotizzata la possibilità di creare una realtà comune, insieme al soggetto gestore, che possa portare a valorizzare le eccellenze locali nella Federazione italiana nuoto».

Spacciavano droga in una casa occupata abusivamente: due arresti

Un uomo e una donna senza fissa dimora sorpresi con un etto di hashish e 11 grammi di cocaina

Spaccio Droga

Avevano occupato abusivamente un’abitazione e sono stati sorpresi al suo interno a spacciare droga. I due spacciatori, un uomo e una donna, entrambi italiani, pluripregiudicati e formalmente senza fissa dimora, sono stati arrestati nel Faentino dai carabinieri, al termine di una serie di servizi di osservazione, con appostamenti, e una approfondita attività di indagine.

Una terza persona, un tossicodipendente, è stato trovato in possesso di una piccola quantità di droga, appena acquistata, ed è stato denunciato a piede libero.

In tutto, i carabinieri hanno sequestrato quasi un etto di hashish, 11 grammi di cocaina, due bilancini di precisione, vario materiale per il confezionamento della droga e oltre 1.200 euro in contanti, ritenuti provento di spaccio. I due arrestati dovranno rispondere, come detto, anche del reato di “invasione di terreni o edifici”.

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