Nuova piscina, Comune: «Garantiremo alle società gli spazi acqua durante i lavori»

Niente più vasca “temporanea” da 50 metri: «Scelta dettata da esigenze tecniche imprescindibili»

Piscina Gambi Rendering

Un rendering della nuova piscina Gambi

 

Insieme ai lavori, sono in corso anche prove di riconciliazione tra il Comune e le 14 società del nuoto ravennate che, riunite in un coordinamento unitario, hanno criticato il progetto (a questo link la loro lettera di fine ottobre) della nuova piscina comunale di Ravenna (che verrà realizzata di fatto al posto dell’attuale, da demolire e ricostruire). Si tratta di un cantiere da 22 milioni di euro, svolto con la modalità della finanza di progetto, il cosiddetto project-financing: il vincitore del bando, il colosso Arco Lavori di Ravenna, investirà circa 15 milioni nella realizzazione e gestirà l’impianto per 25 anni – affidandolo alla Coopernuoto di Reggio Emilia.

In particolare, a fare infuriare le società è stata la modifica in corso d’opera del progetto, che prevedeva in prima battuta la realizzazione di una vasca da 50 metri nella zona dove si sta al momento lavorando (fuori dalla struttura attuale), da poter poi sfruttare una volta che si dovrà procedere alla demolizione di quelle attuali. Una promessa dell’allora sindaco Michele de Pascale, che è stata poi disattesa una volta definito il progetto definitivo, la scorsa estate, con la previsione di realizzare, al posto di quella da 50, una vasca da 25 (e quella più piccola per attività ludiche). Quella nuova da 50 verrà invece realizzata in un secondo momento, dopo la demolizione di quella attuale (qui il timing del progetto, da completare in due anni e mezzo)

Oggi (24 gennaio 2025), il Comune (rappresentato dall’assessore allo Sport Giacomo Costantini) in un incontro con le società «ha precisato che la scelta di realizzare per prime, nell’area libera a sud dell’impianto attuale, la vasca da 25 metri e quella ludico-multidisciplinare, è stata dettata da esigenze tecniche imprescindibili emerse nel corso del tempo, in primo luogo relative alle prescrizioni impiantistiche in recepimento di quanto imposto dai finanziamenti europei. Nella logica di non ricorrere a fonti fossili per il riscaldamento, è stata imposta la non installazione di caldaie a gas, rendendo l’impianto funzionante elettricamente; questa richiesta ha reso necessari importanti cambiamenti nella logica distributiva delle linee idriche con importanti modifiche nel posizionamento dei vani tecnici».

Le modifiche al progetto sono state inoltre motivate «da miglioramenti architettonico/funzionali che hanno permesso la razionalizzazione dei percorsi e la realizzazione (all’interno della nuova struttura che verrà realizzata dopo la demolizione di quella attuale, ndr) di una tribuna capace di 847 posti più 4 per le persone con disabilità, posta longitudinalmente alla vasca e quindi con la massima visibilità sui blocchi di partenza e di arrivo. Rispetto al piano di fattibilità tecnica-economica è stato anche inserito nella vasca da 50 metri un pontone richiesto dalle società sportive, struttura che permette il frazionamento della vasca in due da 25 metri o frazioni diverse, ma che comporta la realizzazione di una vasca lunga 51,50 modificando gli ingombri complessivi dell’edificio».

Ciò premesso, il Comune ha annunciato che la demolizione dell’attuale vasca da 50 per 21 metri (mentre quella nuova sarà di 51,50 per 25) avverrà nell’estate del 2026, sottolineando come per allora saranno fruibili la nuova vasca da 25 («comunque più grande dell’attuale, passando da una misura di 25 metri per 12 e una profondità di 130 centimetri a una misura di 25 metri per 21 e una profondità di 180 centimetri») e quella ludico-multidisciplinare.

Nel frattempo, il Comune si è organizzato per garantire alle società sportive gli “spazi acqua” di cui hanno bisogno. Ha chiesto loro di quantificarli e si dichiara «pronto a pubblicare un’indagine di mercato per reperirli presso strutture adeguate per la stagione 2026/2027 e, qualora ciò si rendesse necessario, anche successivamente». I costi a carico delle società sportive non cambieranno. Inoltre all’interno del bilancio comunale a partire dal 2026 è stato previsto «un fondo a copertura di eventuali maggiori costi per gli atleti che dovessero andare ad allenarsi fuori Ravenna (e questo non riguarderà solo il nuoto ma anche altre discipline sportive per le quali a Ravenna non ci siano strutture adeguate)».

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti del soggetto costruttore della nuova piscina comunale, Arco Lavori, e del soggetto gestore del futuro impianto, Coopernuoto, individuato da Arco Lavori. Una scelta quest’ultima, contestata dalle società ravennati, che si sentono escluse dalla gestione.

«Partendo dall’assunto che il rifacimento del centro nuoto è assolutamente necessario, per la comunità e per il nuoto ravennati – si legge a questo proposito nella nota inviata alla stampa dal Comune -, per quanto riguarda la gestione va ricordato che la caratteristica principale del sistema di finanziamento attraverso il quale la struttura sarà realizzata, quello del project financing, è proprio quella di prevedere che il ristoro del finanziamento stesso, per la maggior parte a carico di soggetti privati anche se l’opera è pubblica o di pubblica utilità, sia garantito dai flussi di cassa previsti dall’attività di gestione dell’opera stessa. Replicando un modello gestionale che è analogo a quello di molti altri Comuni, al soggetto gestore saranno in capo le attività più prettamente “commerciali” (ad esempio nuoto libero, Cre, acquagym, riabilitazione, pre parto eccetera). Per quanto riguarda i corsi di avviamento al nuoto e i corsi di nuoto preagonistico, è emersa la volontà di approfondire il confronto nell’ottica di raggiungere il migliore equilibrio possibile tra sostenibilità finanziaria dell’investimento e miglior fruizione della struttura, pur essendo evidente che ci sono ancora diversi elementi da vagliare, non facili da valutare compiutamente a distanza di almeno due anni dall’entrata in funzione del nuovo impianto. In particolare per quanto riguarda l’attività agonistica e le prospettive di crescita di ogni singola società è stata anche ipotizzata la possibilità di creare una realtà comune, insieme al soggetto gestore, che possa portare a valorizzare le eccellenze locali nella Federazione italiana nuoto».

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