La donna è riuscita a chiamare il 113 durante l’aggressione
Un 45enne di Lugo è stato arrestato dopo avere accoltellato e tentato di strangolare la sorella convivente. I fatti sono avvenuti ieri sera, e grazie al pronto intervento della polizia, si è evitata quella che avrebbe potuto essere una tragedia ancora più grave.
La donna è riuscita a chiamare il commissariato durante la violenta aggressione da parte del fratello. Una volante si è recata subito nell’abitazione dei due, riuscendo a interrompere l’azione dell’aggressore. «L’uomo, in evidente stato di forte agitazione e confusione, è stato prontamente immobilizzato», informa una nota della polizia.
La vittima, raggiunta in una stanza vicina, aveva contusioni al volto e al collo, nonché una ferita da arma da taglio al polpaccio sinistro, causata da un coltello da cucina che gli agenti hanno sequestrato. La donna ha anche riferito di essere stata oggetto di un tentativo di strangolamento.
«Le prime testimonianze raccolte, incluse quelle della madre presente sul posto, hanno permesso di ricostruire un contesto di reiterati maltrattamenti fisici e psicologici subiti dalla donna negli ultimi mesi tra le mura domestiche», aggiunge la polizia di Lugo.
L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e ha passato la notte in carcere a Ravenna. In tribunale dovrà rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
Il locale di via Maggiore, con oltre un secolo di storia, abbasserà per sempre le serrande a fine mese
La Vecchia Falegnameria di Ravenna chiude. Lo storico ristorante di via Maggiore aprirà per l’ultima volta al pubblico il prossimo 26 gennaio; dopo di che abbasserà le sue serrande per sempre.
I proprietari hanno affidato la comunicazione a un post su Facebook: «Gentili clienti, con grande dispiacere vi informiamo della nostra decisione di chiudere ristorante Vecchia Falegnameria a Ravenna. Abbiamo deciso di prendere un passo più lento e concentrarci esclusivamente sul ristorante Vecchia Falegnameria Mare a Lido Adriano. Con la chiusura di questa attività si conclude un capitolo importante della nostra storia, ma siamo pronti ad affrontare le nuove sfide che ci attendono con rinnovata energia e determinazione. Chi desidera venire a salutarci per l’ultima volta può farlo entro il 26 gennaio 2025; dopo questa data, il ristorante chiuderà».
I locali del ristorante Vecchia Falegnameria hanno una lunga storia alle spalle, che su Ravenna e dintorni abbiamo raccontato in un articolo del 2017. In origine le mura ospitavano una vera falegnameria, aperta nel 1920 da Cesare Pezzi. Dopo un lungo periodo di chiusura, la struttura aveva riaperto nel 2000 come ristorante, con vari passaggi di mano fino all’attuale gestione, che andava avanti da otto anni.
La sindaca replica alle osservazioni di “Area liberale Lugo”
L’amministrazione comunale di Lugo ha risposto al comunicato del movimento “Area liberale Lugo”, in cui si afferma che gli «interventi per la messa in sicurezza del territorio di Lugo» non siano «una priorità per la giunta comunale». A replicare è intervenuta la sindaca Elena Zannoni: «Prendiamo atto del fatto che la lista civica stia facendo strumentalizzazione su un tema delicato, creando tra l’altro incertezze e dubbi nei cittadini già profondamente colpiti e impauriti dagli eventi alluvionali degli ultimi anni. Riteniamo impossibile che i firmatari di tale comunicato ignorino tutta la comunicazione fatta a riguardo sui quotidiani, sui social e nelle sedi istituzionali: eravamo convinti che su questi temi fosse possibile una collaborazione tra tutti per il bene della comunità, ovviamente nelle differenti posizioni».
Entrando nel merito delle opere citate, prosegue la nota, «entrambi gli interventi di laminazione da realizzare (nel quartiere di Lugo sud in fregio alla Canaletta di Budrio e a Lugo ovest di ampliamento dell’esistente parco Golfera) sono stati inseriti nell’ordinanza numero 13/2023 della struttura commissariale per la ricostruzione e sono lì finanziati per un importo complessivo di 7 milioni di euro. Complessivamente, nell’ordinanza 13/2023 e integrata con la successiva numero 33/2024, sono stati previsti 35 interventi per il territorio comunale di Lugo, undici dei quali (tra cui le due laminazioni) superiori ai 500 mila euro: questi non possono essere gestiti direttamente dal Comune di Lugo, ma dalla società Sogesid direttamente incaricata dalla struttura commissariale e finanziati con fondi Pnrr, quindi vincolati al rispetto di tempi e rendicontazioni che esulano dalle competenze delle strutture comunali. L’amministrazione comunale, contattata da Sogesid a settembre 2024, ha espresso la necessità di dare massima priorità ai due interventi di difesa idraulica per i quali si attende il progetto esecutivo entro la primavera 2025».
Aggiunge Zannoni: «Per quanto riguarda la laminazione nel quartiere di Lugo sud, con la delibera numero 69 del 26 settembre 2024, il consiglio comunale ha deliberato all’unanimità l’acquisizione di un area di circa 7 ettari che oggi risulta a tutti gli effetti di proprietà del Comune di Lugo e sulla quale Sogesid sta procedendo con la progettazione della vasca; analogamente per l’ampliamento del parco Golfera, appena sarà disponibile il piano particellare si attiverà la procedura di esproprio».
Sottolinea infine l’assessora ai lavori pubblici e patrimonio Veronica Valmori: «Ricordiamo che gli interventi che vengono fatti nei centri urbani nascono per la tutela idraulica e il contenimento delle piogge di pianura e possono poco rispetto al contenimento della quantità di acqua che può arrivare da un’alluvione causata dal collasso arginale di un fiume. In questi ultimi anni sono stati realizzati due bacini di laminazione a difesa dell’area artigianale di Lugo nord, e realizzati due interventi di laminazione sempre a Lugo sud e Lugo ovest, finanziati con il Pnrr, di importo complessivo pari a 2 milioni di euro; inoltre all’interno del bilancio comunale è stato inserito un bacino di laminazione a Voltana e uno a Lugo est, quartiere messo in difficoltà dallo scolo Arginello sul quale grazie al sostegno della Fondazione del monte di Bologna e Ravenna sarà realizzato un progetto complessivo atto a migliorare tutto il tratto urbano del canale».
La contro-replica di Area liberale Lugo
Dopo le dichiarazioni dell’amministrazione comunale, è arrivata la contro-replica di “Area liberale Lugo”: «Nel corso della consulta del centro storico del 7 gennaio, le dichiarazioni rilasciate da alcuni rappresentanti della giunta comunale sono apparse a larga parte dei presenti vaghe e poco circostanziate, soprattutto in relazione all’acquisizione o meno del terreno necessario all’ampliamento della vasca di laminazione del Parco Golfera a Lugo ovest e alla tempistica relativa alla realizzazione dell’ampliamento stesso. In seguito a ulteriori richieste provenienti dai cittadini è stato poi chiarito il giorno seguente, in sede di consulta Lugo ovest, che non è stato raggiunto un accordo con il proprietario del terreno e che pertanto al momento l’unica strada percorribile è quella dell’esproprio, il quale però prevede tempistiche difficilmente conciliabili con una realizzazione dell’opera in tempi brevi. Ricordiamo inoltre che il progetto di ampliamento risale a più di dieci anni fa, pertanto sono evidenti le responsabilità di chi avrebbe dovuto e potuto completare l’opera ben prima degli eventi alluvionali del 2023 e del 2024».
«Analoghe considerazioni possono farsi per la vasca di laminazione di Lugo sud, il cui acquisto, propedeutico alla realizzazione di una nuova vasca di laminazione, è stato convintamente approvato anche dalle opposizioni nel consiglio comunale del 26 settembre 2024, ma è avvenuto anche in questo caso con colpevole ritardo da parte delle amministrazioni avvicendatesi, dato che le trattative erano state avviate quasi venti anni fa», prosegue la nota. «Per quanto riguarda inoltre il progetto di realizzazione di una ulteriore vasca di laminazione a Lugo est, si sottolinea che al momento non è ancora stata individuata l’area, pertanto è ragionevole pensare che i tempi per vedere l’opera completata non saranno certamente brevi».
Aggiunge Area liberale Lugo: «Siamo ovviamente consapevoli che la realizzazione delle vasche di laminazione non rappresenta la garanzia di vedere risparmiata la nostra città da altre possibili alluvioni. Servono altri interventi di più ampio respiro, per i quali ci auguriamo che la nostra amministrazione stia sollecitando gli enti preposti, prima di tutto il neoeletto presidente della Regione De Pascale. Parimenti, crediamo che tutto ciò che è in potere del Comune di Lugo per quanto meno ridurre l’impatto di possibili nuovi eventi alluvionali debba essere fatto il più celermente possibile. L’esperienza degli ultimi anni ci dice che le amministrazioni locali a guida Pd dimostrano una indubbia capacità di critica verso le mancanze degli altri livelli istituzionali, ma quando sono loro a dover concretamente operare, spesso l’effettivo raggiungimento dei risultati passa in secondo piano rispetto alla loro narrazione».
«Infine sottolineiamo che il 28 novembre 2024 abbiamo presentato, congiuntamente alle altre opposizioni, una mozione per l’erogazione di un contributo straordinario da destinare ai cittadini lughesi alluvionati sia nel 2023 che nel 2024. Tale proposta fino a oggi non è stata accolta dall’amministrazione, nonostante iniziative analoghe siano state approvate dai comuni di Faenza e Castel Bolognese, anch’essi a guida Pd», conclude Area liberale Lugo. «Alla luce di tutto ciò, pensiamo che siano più che giustificate le preoccupazioni dei cittadini lughesi, che con il nostro comunicato abbiamo inteso rappresentare e sostenere. Respingiamo quindi con forza ogni accusa di strumentalizzazione politica. Ciò che abbiamo evidenziato sono solo i fatti, rispetto ai quali i cittadini aspettano risposte credibili. Finora abbiamo interpretato il nostro ruolo di opposizione in modo costruttivo e obiettivo, anche esprimendo apprezzamento per l’operato della sindaca durate l’emergenza alluvione del 19 settembre scorso, e così intendiamo continuare a fare, nell’esclusivo interesse dei lughesi».
La nostra provincia ha fatto registrare il maggiore numero di domande, che hanno superato i 12 milioni di euro
Lugo sommersa (maggio 2023)
Sono 2.777 le domande presentate in provincia di Ravenna per il bando regionale che finanzia l’installazione di paratie e dispositivi di difesa delle case nelle aree alluvionate a maggio 2023. Lo rende noto la Regione Emilia-Romagna. Il nostro territorio ha fatto segnare il maggiore numero di richieste, che nel complesso hanno superato le cinquemila. Seguono 1.337 domande dalla provincia di Forlì-Cesena e 398 da quella di Bologna. Il contributo totale richiesto è di 12,7 milioni di euro, superando così la dotazione finanziaria messa a disposizione dalla Regione, che ammontava a 10 milioni.
I fondi sono frutto delle donazioni di cittadini, imprese e associazioni sul conto corrente “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”, aperto in seguito alla diffusa alluvione di maggio 2023. Dopo la verifica della correttezza di tutte le domande, sottolinea la Regione, «l’impegno della giunta è quello di recuperare le risorse mancanti in modo da soddisfare il più alto numero di richieste».
Gli interventi previsti dal bando riguardano l’installazione nelle abitazioni di sistemi di paratie antiallagamento, barriere frangi-acque, valvole anti-riflusso, pozzetti di raccolta, pompe e generatori elettrici, con contributi fino al 100% della spesa sostenuta e documentata, fino a un massimo di 3mila euro, cumulabile con altre agevolazioni ottenute dalla Regione e da altri soggetti pubblici o privati. Potevano presentare la domanda di contributo i proprietari degli immobili a uso abitativo sui quali si intendeva effettuare l’intervento, a patto di risiedervi da prima del 1° maggio 2023.
Informa la sottosegretaria con delega alla protezione civile Manuela Rontini: «Da parte nostra c’è la volontà di accogliere tutte le domande presentate che saranno riconosciute valide, secondo i termini previsti. La strada che intendiamo percorrere prevede di impegnare anche i fondi rimasti inutilizzati dal bando per il risarcimento dei danni causati ai veicoli e dialogheremo insieme all’assemblea legislativa e alla nuova commissione competente per avviare i passi indispensabili a raggiungere questo obiettivo. Un segnale concreto di vicinanza alle famiglie e alle attività colpite, nell’attesa che si sblocchino le procedure di rimborso a livello nazionale».
I conferimenti in questi mesi saranno misurati, ma i costi aggiuntivi saranno conteggiati solo dal 2026
Alcuni bidoncini della raccolta indifferenziata sparsi in via della Lirica, in una foto-segnalazione di un utente su Facebook
Come già comunicato nelle scorse settimane da Hera, dall’1 gennaio anche nel territorio del comune di Ravenna (oltre che a Cervia) è avvenuto il passaggio alla Tariffa corrispettiva puntuale (Tcp), superando così la Tari. Nei giorni scorsi i cittadini hanno ricevuto una lettera di Hera con tutte le informazioni sulla Tcp e su dove ritirare i kit della nuova raccolta differenziata.
Chi ad oggi non ha ancora ritirato il proprio kit può farlo in tutte le stazioni ecologiche del Comune di Ravenna (indirizzi e orari di apertura sono reperibili su www.ilrifiutologo.it oppure sull’app “Il Rifiutologo”), oppure allo sportello clienti Hera di via Romea Nord 180 a Ravenna, aperto dal lunedì al giovedì dalle 8 alle 15, il venerdì e il sabato dalle 8 alle 13. Inoltre, per maggiori informazioni sulla nuova tariffa Tcp, Hera ha attivato il numero verde gratuito dedicato 800.862.328, disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 18. È possibile anche scrivere una email all’indirizzo clienti.tcp@gruppohera.it.
Il servizio, le modalità di raccolta dei rifiuti e le scontistiche non cambiano: non ci sono modifiche del servizio, per cui ai cittadini verrà semplicemente richiesto di continuare a separare i propri rifiuti e di esporre, come al solito, secondo il proprio calendario. Il solo conferimento del rifiuto indifferenziato, tramite l’esposizione del contenitore grigio o l’utilizzo della Carta Smeraldo, sarà conteggiato così da consentire una misurazione volumetrica della produzione di rifiuti non separabili. Con la tariffa Puntuale, una volta a regime, la bolletta terrà conto, infatti, della quantità di rifiuto indifferenziato prodotto dagli utenti.
Il 2025 sarà l’anno in cui abituarsi insieme alla nuova tariffa: per introdurre in modo graduale questo cambiamento, a Ravenna per il primo anno di applicazione della Tcp i conferimenti di indifferenziato che superano quelli previsti per la propria utenza saranno solo misurati ma non verranno applicati costi aggiuntivi corrispondenti alle eccedenze (quota variabile aggiuntiva), che saranno conteggiati dal 2026.
Come funziona la Tariffa Puntuale
La Tcp sarà fatturata direttamente da Hera. Come per la Tari, l’importo è calcolato anche in base alla superficie dell’immobile e al numero degli occupanti (per le utenze domestiche) o alla categoria di attività svolta (per le utenze non domestiche). Alle quote relative alla superficie e al nucleo familiare o alla categoria di attività, si aggiunge in bolletta un’altra voce: la quota variabile di base (cioè la quantità prestabilita di indifferenziato conferibile ogni anno); solo se questa quantità verrà superata, ci sarà anche un’ulteriore quota (la quota variabile aggiuntiva). Dunque, se nell’arco dell’anno si effettua un numero di conferimenti di rifiuto indifferenziato superiore a quello prestabilito, questi saranno addebitati nella bolletta di conguaglio.
Le tariffe applicate e il regolamento Tcp saranno stabiliti dall’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e Rifiuti (Atersir) entro il primo semestre 2025 e si potranno consultare nell’area “Assistenza” del sito del Gruppo Hera (www.gruppohera.it) selezionando il proprio Comune.
Le modalità di raccolta dei rifiuti rimangono invariate. L’unico rifiuto sul quale viene calcolata la Tcp è quello indifferenziato, che viene conteggiato considerando i litri corrispondenti all’intero volume del contenitore grigio con il codice a barre personalizzato, così da consentire una sempre più accurata misurazione della produzione di rifiuti non separabili e di migliorare la qualità delle raccolte differenziate. Per risparmiare, quindi, è meglio esporre il contenitore dell’indifferenziato solo quando è pieno oppure, se si utilizza il cassonetto Smarty (cassonetto apribile con tessera), di gettare un sacchetto riempito adeguatamente. Separando bene i rifiuti, infatti, resta poco da gettare nell’indifferenziato e questo permette una bolletta più leggera e il recupero di quantità sempre maggiori di organico, carta, plastica, vetro.
I conferimenti prestabiliti annui previsti nella nuova bolletta
Il numero degli svuotamenti prestabiliti previsti nella nuova bolletta, per le famiglie dipende sia dal numero di componenti del nucleo sia dalla modalità di raccolta: bidoncino da 40 litri dove è previsto il porta a porta o cassonetto stradale dell’indifferenziato apribile con la Carta smeraldo e contenente un sacchetto da 30 litri. Il numero prestabilito di conferimenti cresce progressivamente all’aumentare del nucleo familiare, diviso in sei fasce (da un solo componente fino a 6 componenti e oltre).
Alcuni esempi per gli utenti domestici:
• Conferimenti prestabiliti di indifferenziato nel cassonetto Smarty apribile con la Carta Smeraldo (sacchetto da 30 litri): Si va da un numero di conferimenti pari a 32 volte l’anno per i nuclei composti da una sola persona (che possono quindi gettare l’indifferenziato in media tre volte al mese per rientrare in quelli prestabiliti) a 58 conferimenti riservati alle famiglie composte da 6 persone in su (significa aprire il cassonetto ogni 6 giorni circa). Una famiglia composta da 4 persone avrà 52 conferimenti annui, uno alla settimana.
• Conferimenti prestabiliti di indifferenziato con bidoncino da 40 litri: per chi è servito dal porta a porta con questa tipologia di bidoncino, il più capiente, i nuclei monocomponente hanno a disposizione 24 conferimenti annui, una famiglia molto numerosa 44. Una famiglia composta da 4 persone avrà consentiti 39 conferimenti, in media uno ogni 9 giorni. Per le famiglie che ne avessero bisogno, sono inoltre previsti 54 conferimenti aggiuntivi per pannolini o altri dispositivi assorbenti.
Per quanto riguarda le attività commerciali, il numero di svuotamenti prestabiliti annui del contenitore è 24, uguale per tutte le tipologie di raccolta e per tutti i volumi del contenitore in dotazione (da 30 fino oltre 1.700 litri). Per alcune categorie (stabilimenti balneari, alberghi, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, mense, birrerie, hamburgerie. bar, caffè e pasticcerie), il numero di conferimenti annui prestabiliti è pari a 52, uno alla settimana.
L’assessora regionale Priolo ha convocato i sindaci per confrontarsi sulle criticità dell’infrastruttura, molto attesa dai pendolari
Si è tenuto ieri in Regione Emilia-Romagna un incontro sul quadruplicamento della linea ferroviaria Bologna-Castel Bolognese. Sindaci e amministratori si sono confrontati sul progetto, da tempo atteso dal territorio, che potrà servire a velocizzare l’itinerario adriatico e concorrere a realizzare i corridoi europei scandinavo-mediterraneo e baltico-adriatico di cui fa parte. Ma soprattutto l’opera è molto richiesta dai pendolari locali, in quanto renderà possibile l’aumento dei servizi ferroviari metropolitani bolognesi e quelli regionali di collegamento tra Ravenna e Rimini. La tratta è infatti fra le più critiche della regione, come ha sottolineato nei giorni scorsi Legambiente nel suo report “Pendolaria”. Infine, l’opera andrà a incidere anche sullo sviluppo dei servizi ferroviari per le merci generate dal porto di Ravenna.
A convocare l’incontro è stata l’assessora regionale alle infrastrutture Irene Priolo, che ha dibattuto con i sindaci e gli amministratori dei Comuni di Bologna, San Lazzaro di Savena, Ozzano, Dozza, Imola, Castel San Pietro, Castel Bolognese, Solarolo, Bagnara di Romagna, Faenza e Cotignola, oltre che della Città metropolitana di Bologna e della Provincia di Ravenna. Il tavolo di coordinamento si riunirà costantemente per approfondire tutti gli aspetti tecnico-progettuali e per avviare un confronto con Rete ferroviaria italiana e col Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
«La Regione è riuscita a ottenere un finanziamento di 3,5 miliardi di euro per la realizzazione di quest’opera», sottolinea Priolo. «È certamente una grossa opportunità, ma la sfida sarà ora quella di definire con i territori un progetto sostenibile, che sia sufficientemente integrato con le infrastrutture esistenti o in divenire, con gli strumenti pianificatori e con le necessità materiali e di sviluppo delle comunità locali». Il progetto di Rfi ha infatti ricevuto le critiche di alcuni comitati locali, in particolare dal comitato “Alta velocità Solarolo”, che denuncia il possibile impatto dannoso dell’opera per il territorio. Gli esponenti del comitato hanno chiesto di essere ricevuti da Priolo.
Secondo quanto rende noto la Regione, «le amministrazioni, in maniera condivisa, sono già al lavoro per produrre osservazioni puntuali al documento di fattibilità delle alternative progettuali realizzato da Rfi, che attualmente non ha trovato la condivisione sui tracciati proposti. Come previsto dalla normativa nazionale, sono in questo momento oggetto di un dibattito pubblico avviato lo scorso 8 maggio e che si concluderà il 28 gennaio 2025. Tutte le osservazioni che perverranno saranno un contributo e un punto di partenza per la discussione che si avvierà con le istituzioni per definire quello che sarà il progetto e il tracciato futuro di questa importante infrastruttura».
Conclude Priolo: «Si tratta di un progetto importante per i territori di Bologna, Ravenna e per tutta la mobilità ferroviaria regionale, nazionale ed europea, che dovrà portare al miglioramento di una linea oggi fortemente congestionata e che impedisce un potenziamento dei servizi passeggeri e merci. Ovviamente andrà trovata la soluzione migliore e lo faremo insieme ai territori e ai sindaci, facendoci carico delle preoccupazioni emerse in questi mesi».
La lista civica Cervia ti amo ha chiesto il passo indietro in polemica col centrodestra
Acque agitate tra le forze di opposizione in consiglio comunale a Cervia. Quella avvenuta ieri è una profonda spaccatura interna, avvenuta tra accese polemiche e conclusasi con le dimissioni di Alain Conte da capogruppo della lista civica Mazzolani sindaco. A richiedere il passo indietro era stata Cervia ti amo, che nel corso della precedente legislatura era in coalizione con il centrosinistra, e che ora si trova invece all’opposizione.
Il candidato sindaco Massimo Mazzolani aveva ottenuto il 43% dei voti, uscendo sconfitto dall’attuale primo cittadino Mattia Missiroli. Conte era stato comunque eletto in consiglio comunale e aveva accettato di diventare capogruppo per la lista Mazzolani sindaco. Tuttavia, ha denunciato Cervia ti amo, «l’accordo alla base di questo sostegno si poggiava su valori civici imprescindibili, senza simboli di partito all’interno della stessa lista civica. Dopo la sconfitta alle elezioni amministrative e la comprensiva delusione, Alain Conte ha accettato l’incarico di capogruppo alla luce delle preferenze prese e legando il suo impegno proprio a quei principi di civismo e indipendenza che ci avevano fatto scegliere coraggiosamente di appoggiare la persona di Massimo Mazzolani».
«Abbiamo atteso sei mesi per esprimere un giudizio sull’operato della lista di opposizione in consiglio comunale e sull’effettiva rappresentanza di questi valori», ha precisato Silvia Elena Berlati di Cervia ti amo. «In questo lasso di tempo l’unico evento degno di nota, però, riguarda uno dei consiglieri eletti nella lista civica di Massimo Mazzolani. Francesco Ferrini, infatti, si è candidato alle elezioni regionali nelle file di Forza Italia, senza un preventivo confronto con il capogruppo della lista e contravvenendo a quello che era il principio fondante dell’accordo che questa associazione e lista aveva sottoscritto con il candidato sindaco. Al termine delle elezioni, perse in maniere inequivocabile dalla candidata di centrodestra Elena Ugolini, nulla è stato fatto per chiarire questa contraddizione interna, tanto meno la lista ha prodotto un’azione di opposizione utile al nostro territorio. Appurato che la libertà di candidarsi è un diritto sancito dalla Costituzione, era però assolutamente necessario da parte dei fondatori di questo progetto politico mantenere serietà e correttezza sugli impegni presi».
Nel frattempo, ha rimarcato la lista civica, «in assenza di un’opposizione credibile, la giunta ha approvato l’aumento dell’Irpef comunale, della tassa di soggiorno e della sosta a pagamento», in aggiunta ai rincari che «peseranno sulle tasche dei cittadini per quanto riguarda la Tari e il servizio di raccolta puntuale». Infine, ha concluso Cervia ti amo, «sono mancate parole chiare sul tema della tutela del territorio, a fronte del numero di eventi calamitosi che hanno colpito anche il cervese. Rimane sul tavolo, parimenti, la spinosa questione della spiaggia, dove attualmente sembra possibile svolgere ogni genere di attività. Inoltre le gare dettate dalla Bolkestein si terranno senza un piano dell’arenile che ne affronti tutte le criticità».
Per tutte queste ragioni, nella riunione del 7 gennaio Cervia ti amo ha chiesto al suo rappresentante Alain Conte di rimettere il suo mandato di capogruppo della lista civica di Massimo Mazzolani e di effettuare conseguenti valutazioni politiche in consiglio comunale. Conte in ogni caso resterà consigliere comunale, ma potrebbe aderire a un altro gruppo consiliare.
Partiranno nel 2025 alcuni interventi diffusi per migliorare i collegamenti dedicati ai ciclisti
A Lugo arriva un milione di euro per migliorare la viabilità delle biciclette in centro. il Comune ha in programma tre interventi diffusi di mobilità ciclabile urbana di collegamento ai percorsi esistenti e al percorso d’interesse regionale della ciclovia Bologna-Ravenna, di prossima attuazione. I comparti interessati dai progetti sono i seguenti:
via Brunelli (Lugo centro), dove sarà realizzata una connessione con le scuole Capucci e Gherardi, allo scopo di scongiurare il parcheggio selvaggio delle auto;
via Malerbi (Lugo centro), per la connessione tra la scuola Garibaldi, l’istituto Sacro cuore e la scuola di musica Malerbi;
a Lugo ovest e Lugo nord sarà realizzata una connessione tra la scuola Corelli e la futura scuola La Filastrocca, ora in costruzione, che interesserà le vie Canaletto, De’ Brozzi, Corelli, Da Ponte.
I progetti saranno realizzati grazie al bando regionale 2024-2027 per la promozione della mobilità ciclabile rivolto ai Comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti, attraverso il quale la città di Lugo si è aggiudicata un contributo di 656.191 euro. La restante quota di 343.808 euro sarà invece a carico del Comune.
«Questi interventi sono finalizzati a favorire la mobilità ciclabile urbana e a incentivare gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro tramite il miglioramento e il completamento dei percorsi esistenti», sottolineano il vicesindaco Luigi Pezzi e l’assessora ai lavori pubblici Veronica Valmori. «I percorsi individuati oggi risultano di difficile percorrenza per chi soffre di disabilità motoria, perciò si interverrà anche sull’abbattimento delle barriere architettoniche in linea con il Pau (Piano accessibilità urbana)».
Nel 2025 saranno realizzati gli interventi necessari sui sottoservizi, mentre i lavori saranno realizzati nel corso del 2026.
Una nota dell’amministrazione condivide i dubbi espressi dai cittadini sulla struttura controllata da Snam
L’amministrazione comunale di Faenza ha espresso preoccupazioni in merito al progetto di ampliamento e trasformazione dell’impianto di biogas sito in via Fabbra a Granarolo, di recente acquisito da Bys società agricola impianti srl, controllata al 100% da Snam. Il progetto sta suscitando dubbi e perplessità tra i cittadini e il Comune ha diramato una nota per fare chiarezza e condividere i dubbi dei residenti, che riguardano in particolare l’aumento del traffico di mezzi pesanti e il rischio di sicurezza in caso di nuove alluvioni.
«Occorre innanzitutto evidenziare che gli iter autorizzativi di ampliamento e riconversione a biometano degli impianti già destinati alla produzione di biogas godono di corsie preferenziali», sottolinea il Comune. «Se da una parte ciò non sorprende, vista l’importanza strategica a livello nazionale di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e pulite in alternativa al gas fossile, dall’altra le procedure semplificate riducono la possibilità di confronto tra le parti. Il progetto è stato in ogni caso più volte oggetto di incontri con diversi residenti del posto, tenuti costantemente aggiornati. Nessuna reticenza, quindi, come qualcuno ha voluto far intendere; bensì la semplice necessità, in tempi ristrettissimi, di maturare una posizione non pregiudiziale circa la compatibilità del nuovo impianto con il contesto territoriale».
«Da questo punto di vista risultano due, in particolare, gli aspetti maggiormente critici del progetto di riconversione e ampliamento presentato», prosegue la nota. «In primo luogo, la viabilità. L’attuale impianto fu pensato e realizzato anni fa in aperta campagna a servizio dell’economia locale e con una previsione di traffico di mezzi limitato. Si tratta di un equilibrio che verrebbe alterato dall’aumento dei mezzi pesanti della nuova centrale in transito dal centro abitato, rendendo contestualmente inadeguato il reticolo di strade di campagna, molto strette e di difficile manutenzione, che caratterizzano l’area».
«In secondo luogo, non possono essere esclusi a priori problemi di sicurezza in caso di nuove alluvioni», conclude la nota. «Come per tutte le aree censite come allagate a seguito degli eventi meteorologici dell’ultimo anno e mezzo, anche per le zone a valle di Faenza come quella di via Fabbra, compresa tra i canali di scolo, la massicciata ferroviaria e il canale emiliano-romagnolo, mancano le indicazioni degli enti sovraordinati su come realizzare opere e investimenti garantendo la piena sicurezza idraulica. L’amministrazione comunale riconosce il contributo derivante dallo sviluppo di tecnologie che incrementano la produzione di energia rinnovabile e pulita e giudica positivamente ogni investimento diretto a migliorare la sostenibilità ambientale presente e futura. Allo stesso tempo non può sottovalutare l’impatto dei nuovi impianti di produzione di biometano rispetto ai biodigestori agricoli, che rischiano di peggiorare le condizioni di vita dei residenti».
Il Comune ha reso noto che il parere dell’ufficio tecnico dell’Unione della Romagna faentina dovrà essere formalizzato entro poche settimane.
Il monumento è stato oggetto di alcuni lavori di adeguamento alla normativa antincendio
Dopo quattro mesi di chiusura, il Palazzo di Teodorico riapre al pubblico ogni lunedì a partire dal 13 gennaio. L’edificio all’angolo tra via di Roma e via Alberoni, risalente all’ottavo secolo, è stato oggetto di una serie interventi di adeguamento alla normativa antincendio, che hanno reso necessaria la chiusura temporanea al pubblico. I lavori sono stati avviati lo scorso 17 settembre e si sono conclusi entro i termini previsti.
Il monumento sarà aperto ogni lunedì dalle 8.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 13.15). In occasione della riapertura del 13 gennaio, il personale dei Musei nazionali di Ravenna accoglierà il pubblico con visite guidate a partire dalle ore 9.
Il candidato sindaco di Ravenna incontra il sociologo degli spazi urbani
Il circolo D’Attorre del Partito democratico di Ravenna organizza un incontro dedicato alle trasformazioni urbane e sociali. L’appuntamento è lunedì 13 gennaio alle ore 20.30 nella Sala Strocchi (via Maggiore 71). Protagonisti della serata saranno Vittorio Martinelli, sociologo e autore del libro Tracce della città che cambia, e Alessandro Barattoni, candidato sindaco di Ravenna.
Nel suo libro, Martinelli esplora come gli spazi urbani siano plasmati dai comportamenti delle persone. Secondo il sociologo le città non sono solo luoghi fisici, ma anche ecosistemi complessi che evolvono attraverso nuove esigenze, linguaggi e relazioni sociali. Barattoni approfondirà come queste analisi possano orientare le politiche per Ravenna, avanzando proposte per affrontare le sfide della crescita urbana e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Nel tratto del cantiere tra via Savini e via Faentina si viaggia su una carreggiata sola con una corsia per senso di marcia e i delimitatori al centro si staccano e invadono gli spazi di transito dei veicoli
Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un lettore che riguarda una situazione di potenziale pericolo per chi è alla guida e transita nel tratto della statale 16 Adriatica a Ravenna interessato dal cantiere stradale per l’ampliamento della carreggiata.
Da tempo, per ragioni di lavoro, percorro il tratto ravennate della statale Adriatica quotidianamente e più volte al giorno e vorrei segnalare una situazione di potenziale rischio per gli utenti in transito all’altezza del cantiere tra gli svincoli di via Faentina e via Savini. Sono in corso i lavori per l’ampliamento della strada e da alcune settimane c’è un salto di carreggiata: chi viaggia verso Rimini, all’altezza del cavalcavia sulla Faentina, deve inserirsi nella carreggiata opposta e per un breve tratto viaggia su una corsia mentre sull’altra transitano i veicoli in direzione di Ferrara. In buona sostanza il doppio senso di marcia non è separato dal new-jersey. A terra è stata dipinta la segnaletica orizzontale gialla e sulla riga che divide le due corsie sono posizionati quella specie di birilli piatti e fluorescenti tipici dei cantieri, credo si chiamino delineatori stradali.
Dovrebbero stare sulla riga, forse fissati all’asfalto con qualche sistema che ignoro, ma la realtà dei fatti è che le corsie sono talmente strette, soprattutto per i camion, che le ruote sfrecciano aderenti a quei birilli che si staccano e finiscono per spargersi sulle corsie del transito. Creando qualche situazione di pericolo: non sono certo fatti per essere sormontati dagli pneumatici e non mancano auto e camion che scartano all’improvviso per evitare oggetti sull’asfalto che distraggono l’attenzione del guidatore. Non solo: venendo a mancare dalla sede in cui dovrebbero stare, viene a mancare anche la loro funzione di delimitazione rispetto all’altro senso di marcia.
A dicembre ho segnalato la cosa alla polizia locale tramite l’apposito numero telefonico, mi è stato risposto che altre segnalazioni erano giunte e pochi giorni dopo i delineatori sono stati ricollocati in maniera corretta. Il tutto è durato meno di una manciata di giorni.
Consapevole che non si tratta di una questione vitale, resta il fatto che uno di questi birilli potrebbe essere sollevato da una ruota e finire sul parabrezza di altri veicoli. Ed è vero che la sicurezza stradale passa dal rispetto dei limiti e dai controlli per farli rispettare, ma è troppo facile sanzionare chi ha il piede pesante e non garantire strade sicure e cantieri in sicurezza.
Allego una foto scattata da un collega in auto. Grazie per l’attenzione.