martedì
26 Agosto 2025

L’enoteca itinerante che porta il vino tra la gente «al giusto prezzo»

Il food truck di Giorgia e Daniele protagonista nei nuovi aperitivi “social” di via Cilla e questa estate in villa a Mezzano. «Lo facciamo anche per valorizzare la fatica dei vignaioli…»

Vino
Il food truck di Vino al Vino

Hanno restaurato e attrezzato una roulotte Lander 401 degli anni settanta, trasformandola in un’enoteca itinerante. Un’avventura partita neanche un anno fa in sordina e che pian piano si è rivelata un successo con già una trentina di partecipazioni a eventi in tutta Italia («da Roma in su…») e un’agenda fittissima per i prossimi mesi, «tanto che siamo stati costretti per la prima volta a rifiutare diversi inviti». A parlare è Giorgia De Bastiani, protagonista del progetto Vino al Vino insieme al compagno (anche nella vita) Daniele. «Siamo due persone con una profonda passione per il vino, per quel vino buono che abbiamo cercato per anni in giro per l’Italia e non solo e che adesso vogliamo portare per le strade, nelle piazze e alla gente», scrivono su Facebook.

L’obiettivo, aggiunge al telefono Giorgia, «è promuovere le piccole cantine non presenti per scelta nella grande distribuzione, valorizzare così vini di vitigni quasi tutti autoctoni e il lavoro dei vignaioli: cerchiamo di essere una vetrina per queste persone, di trasmettere il messaggio che dietro al vino c’è anche fatica. E soprattutto vogliamo regalare piccoli momenti di felicità, occasioni di socializzazione lontano da internet, di fronte a un calice di vino».

Per Giorgia, veneta di origine, c’è poi anche la questione del «buon vino al giusto prezzo». «Quando sono arrivata a Ravenna sono rimasta impressionata dai prezzi di un calice di vino, la nostra intenzione in realtà era quella di aprire per questo motivo una vera e propria osteria per proporre l’òmbra, lo spritz (al momento unico cocktail servito dalla roulotte itinerante, ndr), ma poi abbiamo deciso di andare noi tra la gente, per portare in giro la nostra concezione di bere bene e bere insieme, mantenendo per scelta i prezzi bassi».

E da un’idea di Vino al Vino partiranno questa sera (mercoledì 5 aprile) gli “aperitivi social” nella piazzetta di via Cilla (vicino al parco della Fratellanza), in collaborazione con i commercianti della zona e con il supporto di Confesercenti. «Abitiamo da quelle parti e ci è sembrato interessante cercare di ridare vita a questa zona di Ravenna, portare i cittadini in piazza e supportare i commercianti (che resteranno aperti fino a tarda sera, ndr)». L’appuntamento è per dieci mercoledì, dalle 17 alle 22.

Terminati gli aperitivi in via Cilla, Vino al Vino si sposterà per il periodo estivo a Villa Rosa, a Mezzano, il mercoledì.

Casadio spinge la Bunge: «Tornare in Europa? Perché non provarci»

Superlega/ Con la vittoria di ieri la Bunge si è portata sul 2-0 nella serie dei quarti di finale dei playoff che valgono il quinto posto. Se l’appetito vien mangiando, il presidente Casadio non pone limiti: «Sarebbe bello realizzare un sogno chiamato Europa»

RAVENNA 31/05/16. VOLLEY PALLAVOLO. MARCO BONITTA PRESENTA IL PROGETTO PORTO ROBUR COSTA OLIMPIA
A destra il presidente del Porto Robur Costa, Luca Casadio, assieme al Dg Bonitta

Era da quasi quaranta giorni che la Bunge non giocava una partita ufficiale in casa e questo ritorno in campo è combaciato con una “emigrazione” forzata al Pala Fiera di Forlì, palazzetto in cui i ravennati avevano disputato la loro ultima gara un anno fa. L’occasione, in realtà, non era delle più ghiotte, in quanto ieri la formazione di Soli ha affrontato e battuto in quattro set la Tonno Callipo Vibo Valentia nel secondo match valevole per i quarti di finale dei playoff per il quinto posto. Nonostante la posta in palio non fosse molto alta, sulle tribune tuttavia non sono mancati momenti di entusiasmo, in quanto le due squadre non si risparmiate, regalando agli spettatori alcuni sprazzi di spettacolo.

Grazie a questo successo la Bunge si è portata sul 2-0 in suo favore e domenica in terra calabrese avrà la possibilità di chiudere la serie. A fine match, ieri sera, il presidente Luca Casadio ha ribadito quanto sia importante fare bella figura in questo finale di stagione. «Era molto importante vincere questa gara – inizia – per far capire a tutto l’ambiente ravennate quanto sia importante raggiungere il quinto posto. Il campionato non è finito in quella brutta giornata in cui abbiamo perso proprio contro Vibo, ma anzi dobbiamo continuare ad allenarci con serietà e a giocare come oggi (ieri, ndr) ».

La parola d’ordine numero uno nello spogliatoio è “lottare”, un motto che i giovani giallorossi (il più “vecchio” del gruppo è il 27enne Van Garderen) hanno dimostrato di seguire sempre. «Il giorno della presentazione del coach Soli – riprende Casadio – abbiamo detto che questa è una squadra che non deve mollare mai. I ragazzi lo hanno capito, metabolizzato e messo in pratica in ogni partita. A volte il risultato non è stato a nostro favore, ma è fondamentale che il gruppo abbia sempre cercato di realizzare questo proposito».

Anche se a Forlì non c’era sulle tribune del palazzetto il seguito delle grandi occasioni (circa ottocento spettatori in tutto), il calore non è mancato attorno alla Bunge. «Devo fare un pubblico ringraziamento ai nostri tifosi, davvero encomiabili per come hanno sempre sostenuto la squadra, accompagnandola in giro per l’Italia con passione e sacrificio e in talune occasioni anche affiancandosi alla società. Nel Dna delle realtà che hanno creato il Porto Robur Costa ci sono le vittorie e c’è l’Europa, un traguardo che noi vogliamo continuare a inseguire. Sarebbe bello – termina Casadio – realizzare questo sogno».

L’azienda tedesca investe in Germania e in sei perdono il lavoro a Ravenna

Il caso della Duravit di Fornace Zarattini: due mesi di preavviso e poi la buonuscita

DuravitÈ scaduto in questi giorni il termine ultimo per sei lavoratori (su una trentina in tutto) della Duravit di Fornace Zarattini che con una lettera recapitata il 17 gennaio sono stati invitati ad abbandonare l’azienda entro appunto un paio di mesi. Licenziati senza alcun preavviso, dopo oltre un decennio – chi anche vent’anni – di lavoro nella sede ravennate dell’azienda tedesca che si occupa di arredo bagno e che vanta stabilimenti e punti vendita in tutto il mondo.

Il motivo? Una sorta di delocalizzazione al contrario, agli occhi dei ravennati, con l’azienda che punta a incrementare il lavoro in Germania, anche la gestione della logistica dell’area italiana, a fronte di investimenti importanti nel comparto magazzino.

Tre impiegati e tre magazzinieri ravennati sono stati così licenziati, anche se dai sindacati ci tengono a sottolineare come siano stati trovati accordi soddisfacenti per i lavoratori con tanto di buonuscita e come l’azienda abbia collaborato fattivamente.

Saviano: «Ora la camorra è fatta di ragazzini che vogliono soldi e donne»

Lo scrittore sarà a Ravenna l’11 aprile al teatro Alighieri per presentare il suo ultimo libro, La paranza dei bambini. Dieci anni fa il caso letterario Gomorra, da allora vive sotto scorta: «Ma non sono cambiato»

Saviano5Da dieci anni Roberto Saviano vive sotto scorta. Mangia, dorme, scrive, va a prendere il gelato, va a fare le presentazioni dei suoi libri seguito da cinque carabinieri armati. Roberto Saviano ha 37 anni e da quando ne aveva 27 non conosce più una vita normale. La sua colpa è quella di aver portato alla luce un mondo nascosto, un mondo che si credeva periferico, che ingenuamente o maliziosamente, si voleva confinato solo a Scampia, Secondigliano, Casal di Principe, e altri luoghi che per molti italiani non avevano una geografia, ma solo una fama. Saviano per primo con la potenza delle sue parole ha ricordato a un Paese assopito che quella storia era la storia di tutti gli italiani. Ma Saviano non è solo questo. Saviano è tra gli autori italiani più letti nel mondo. Gomorra ha venduto oltre cinque milioni di copie. È stato invitato a parlare all’Accademia di Stoccolma, il tempio della letteratura dove si assegna il Premio Nobel. Da quando nel 2006 uscì Gomorra la sua vita è molto cambiata, ma anche quella della camorra. Per questo ha deciso di raccontarla nuovamente nel suo ultimo romanzo La paranza dei bambini (Feltrinelli) che presenterà al teatro Alighieri l’11 aprile in un incontro pubblico (ingresso gratuito fino a esaurimento posti, non sarà possibile prenotare) inserito nel cartello del festival letterario Scrittura.

Dieci anni dopo Gomorra è tornato a raccontare il mondo della camorra a Napoli, come è cambiata la criminalità organizzata in questo decennio?
«Ha cambiato completamente volto, soprattutto quella “cittadina”. È diventata una criminalità bambina, con affiliati giovanissimi che non sono più “muschilli” ma boss. Che non vogliono nessuno sopra di loro, che non hanno famiglie da sfamare e figli per i quali sognare un avvenire migliore, ma che cercano il potere fine a se stesso. Un potere che porta tutto: soldi, donne, rispetto».

I protagonisti de La paranza dei bambini sono giovanissimi, ma già hanno un ruolo fondam entale per il sistema. Perché per una organizzazione potente come la camorra sono così importanti i ragazzini?
«Ora la camorra sono i ragazzini. Per anni abbiamo assistito a proclami televisivi in cui ci veniva detto che i clan erano stati sgominati, le teste decapitate, i capi arrestati, ma non si è mai raccontato che i clan camorristici hanno teste molteplici perché sono un sistema. E quando esiste un sistema, un sistema organizzato, che miete denaro oltre che vittime, non lo si ferma arrestando i capi ma eliminando le condizioni esterne che lo rendono inattaccabile, che lo nutrono e che portano i giovanissimi a scegliere l’affiliazione. Ecco, nonostante gli arresti quelle condizioni non sono mai cambiare. Forze dell’ordine e magistrati fanno un lavoro titanico, ma sono moderni Sisifo, se la politica non interviene».

Cosa seduce questi ragazzi della vita pericolosa della criminalità?
«La possibilità di avere potere e quindi denaro. La necessità di essere loro, una volta per tutte, a guardare il mondo dall’alto in basso».

A Ravenna incontrerà anche 1.500 studenti delle scuole, che hanno la stessa età dei personaggi del romanzo, ma vivono una realtà molto diversa da loro. Come si può far comprendere quell’orrore che accade così vicino a noi a un ragazzino che vive in una provincia ricca come la nostra? E come fargli capire che lo riguarda direttamente?
«Per un adolescente oggi la comprensione delle dinamiche criminali, che coinvolgono i loro coetanei, è immediata. Gli strumenti e i modelli, per certe fasce d’età, direi per ogni fascia d’età, oggi più che mai sono gli stessi a ogni latitudine, ciò che cambia è il contesto sociale. Dove la scuola funziona, le immagini dei Rich Kids of Instagram sono recepite e metabolizzate diversamente rispetto a contesti un cui c’è una dispersione scolastica che raggiunge proporzioni drammatiche. Dove l’istruzione è un valore positivo, lo sono anche impegno, sacrificio e consapevolezza che tutto ha un costo e delle conseguenze».

Saviano3Da quando è uscito Gomorra vive sotto scorta, una vita difficile, che spesso ha raccontato. C’è però un altro giogo che deve portare, quello della fama che limita ulteriormente la sua libertà di agire. Come mai secondo lei “il personaggio” Roberto Saviano divide così tanto l’opinione pubblica? Le pesano queste continue pressioni mediatiche?
«Mi pesano, ma sono io che consapevolmente le provoco. Non uso i social media come esche per avere consenso, non credo che chi naviga nel web sia un pesce da prendere all’amo. Provo a ragionare e ad approfondire, sempre. Se questo genera polemica, bene. A volte noto che sui social, per contraddirmi, si studia un argomento in maniera certosina: questo è un bene, stimolare lo studio e l’approfondimento è lo scopo del mio lavoro. Adoro leggere “non sono mai stato d’accordo con te, ma questa volta hai ragione”. Mi piace mettere insieme chi la pensa diversamente. Mi piace creare punti di contatto con persone diversissime da me e diversissime tra loro».

Un gruppo di 27 ragazzi del liceo scientifico Oriani di Ravenna (che tiene un blog “Tessere di Inchiostro”, su cui si occupano di letteratura, in particolare lavorando sugli autori ospiti a Scrittura) mi ha chiesto di farle questa ultima domanda: dopo tutte le cose che le sono successe negli ultimi dieci anni cosa rimane in lei di quel ragazzo sconosciuto di 26 anni che scrisse nella sua stanza Gomorra?
«Nonostante tutto attorno a me sia cambiato e nonostante io stesso abbia costruito una corazza per schermarmi dal mondo, al fondo sento di essere sempre lì. Si cresce, si matura, si peggiora, ma il nucleo resta quello originario».

Via Baracca cambia volto, partiti i lavori. Parcheggio temporaneo alla Collegiata

Il primo stralcio si chiuderà il 30 giugno e interessa il tratto da via Codazzi a via Fratelli Cortesi. Durante le opere strada chiusa al traffico

Un nuova illuminazione pubblica, nuovi marciapiedi e rifacimento dell’asfalto: il 3 aprile sono partiti i lavori di riqualificazione di via Baracca a Lugo (in cui verrà anche realizzata la sostituzione della rete idrica, fognaria e del gas». Il cantiere proseguirà fino al 30 giugno e interessa il tratto da via Codazzi a via Fratelli Cortesi. Il secondo stralcio di lavori, che interesserà invece il tratto di via Baracca da via Fratelli Cortesi a viale degli Orsini, verrà eseguito dal primo agosto al 30 novembre. Durante i lavori la strada sarà chiusa al traffico.

Per garantire ai cittadini i 32 parcheggi della strada (10 nel primo tratto e 22 nel secondo), il Comune di Lugo ha stipulato un accordo con la Parrocchia dei Santi Francesco et Ilaro (Collegiata), che metterà a disposizione fin dalla prima fase dell’intervento (dal 3 aprile al 30 giugno) 22 posti all’interno del suo parcheggio privato, con accesso da via Fratelli Cortesi.

Il sindaco Davide Ranalli, consapevole dei disagi che vivrà la città durante i lavori, l’1 aprile ha consegnato personalmente a Chiara Babini, referente dei commercianti di via Baracca, i buoni parcheggio di un’ora che saranno distribuiti ai clienti degli esercizi della strada. Tutte le attività commerciali rimarranno aperte nei consueti orari.

Il Codacons: «Manca uno dei vaccini obbligatori»

I consumatori ricorrono al Tar: «La Regione impone l’esavalente ma non ha acquistato dall’estero quello contro la difterite, come aveva chiesto il Ministero»

Vaccini obbligatori: il Codacons ha fatto ricorso

La Regione ha imposto l’obbligo di vaccinazione dei bambini ma manca quello contro la difterite e ciò renderebbe di fatto impossibile ottemperare alla legge. A segnararlo è il Codacons che ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento della legge regionale: «L’Emilia-Romagna ha imposto l’obbligo come requisito per l’ingresso agli asili nido senza tuttavia far pervenire dall’estero il vaccino antidifterico che non è commercializzato in Italia, così come previsto dal Ministero della Salute», scrive in una nota l’associazione dei consumatori.

In queste condizioni, «è impossibile ottemperare alla legge che prevede l’obbligo quando manca uno dei vaccini obbligatori e i cittadini e le mamme non possono essere costretto a sottoporre i loro bambini alla vaccinazione esavalente». Il Codancons ricorda che tale vaccino «comprende anche due vaccini non obbligatori e presenta secondo alcune tesi scientifiche rischi maggiori di conseguenze sfavorevoli sulla salute a causa del cumulo e del mix dei vaccini».

Il nuovo Ravennaedintorni.it, l’evoluzione della specie nata nel 2005

Un portale articolato in quattro testate: più ricco di notizie, approfondimenti, commenti, recensioni, curiosità, immagini e, confidiamo, più amichevole per i lettori e più efficace per gli inserzionisti. Il 4 aprile presentazione ufficiale con Bonini (Repubblica) e Bosetti (Presa Diretta)

RavennaedintorniCari lettori,

da oggi, 4 aprile, è online il rinnovato sito web Ravennaedintorni.it. È un’ulteriore tappa nell’evoluzione della specie, nata nel 2005 per dare spazio in formato digitale ai contenuti del settimanale di informazione Ravenna&Dintorni, pubblicato dal 2002 dalla società editrice e di comunicazione Reclam.

Nel 2010 la testata si evolve in un vero e proprio quotidiano online, il primo – nel panorama locale – strutturato in più colonne e suddiviso per importanza e genere di notizie pubblicate. In evidenza compare anche il “Bombolone”, breve commento agrodolce ai fatti del giorno: ne abbiamo “sfornati” finora duemila e duecento.
Nel 2012 ravennaedintorni.it si perfeziona in versione 2.0: è connesso a Facebook e Twitter, indicizzato su Google, e registra una “esplosione” di commenti dei lettori (anche in questa modalità siamo pionieri a Ravenna). Presto ci seguono milioni di visitatori l’anno.

Ora abbiamo intrapreso un adeguamento tecnologico e formale del sito – così sarà più affidabile e maneggevole – però non si tratta solo di un “tagliando” operativo o di un maquillage. Certo sarà più bello di prima ma le novità sono strutturali e riguardano un potenziamento della quantità e qualità dei contenuti. Una crescita frutto delle sinergie fra carta stampata e web, da sempre al centro del nostro lavoro giornalistico e dell’impresa editoriale.

Ravennaedintorni.it sarà più ricco di notizie, approfondimenti, commenti, recensioni, curiosità, immagini e, confidiamo, più amichevole per i lettori e più efficace per gli inserzionisti. Un portale articolato in quattro testate nel quale pubblicheremo gli articoli di una redazione professionale e di decine di autorevoli collaboratori. Nell’home page del quotidiano di informazione – oltre alle due sezioni dedicate all’attualità – si amplierà lo spazio dei blog e delle opinioni (Bombolone in testa) e, novità assolutà, si apre una sezione autonoma incentrata sullo sport locale. Tre le altre testate collegate: R&DCult (cultura e spettacoli in Romagna); Casa Premium (architettura, urbanistica, design e storia del territorio); R&DGusto (enogastronomia e benessere a tavola in Romagna).

Nonostante l’informazione “fai da te”, le notizie false e tendenziose, i fattoidi e i dati farlocchi, fonti incerte e dichiarazioni irrilevanti, commenti insulsi o ingiuriosi – continueremo a portare avanti la sfida di un giornalismo intraprendente, accurato, responsabile. Nei limiti delle nostre capacità – verificando i fatti, separandoli dalle opinioni, senza infingimenti o (auto)censure – cercheremo di essere critici e indipendenti, e nel caso, sagaci e divertenti.

Eppure, visto i tempi che corrono, sempre più frenetici, non abbiamo nè certezze nè pregiudizi. Per questo, con il lancio del nuovo sito abbiamo deciso di discutere e confrontarci in un incontro pubblico con colleghi esperti come Carlo Bonini di Repubblica e Giulia Bosetti di Presa Diretta, a cui cari lettori siete tutti invitati il 4 aprile (dalle 18 alla sala D’Attorre di via Ponte Marino). Buona lettura.

Esce a raccogliere cicoria, annega nel canale

La vittima è una signora di 82 anni, trovata senza vita nel canale Destra Reno nella serata  di lunedì. Secondo i carabinieri è scivolata raccogliendo erbe selvatiche

Il 118 ha constatato il decesso
Il 118 ha constatato il decesso

È scivolata nel fosso ed è morta annegata.  Una donna di 82 anni nel pomeriggio di ieri, lunedì 3 aprile, attorno alle 17.30, era uscita dalla sua abitazione a Sant’Alberto per fare una passeggiata e raccogliere asparagi e cicoria. Alle 21, però, la donna non era ancora rientrata e la figlia ha dato l’allarme. Il corpo della signora è stato trovato nel canale Destra Reno a Sant’Alberto, dopo circa un’ora e mezza.

Ad avvalorare la tesi della tragica fatalità alcune tracce di scivolamento e il bastone e la borsa vicino al canale, a circa un chilometro di distanza. Secondo i carabinieri, è probabile che la donna abbia perso l’equilibrio mentre era intenta a raccogliere cicoria. Insieme all’Arma sono intervenuti i vigili del fuoco, la Protezione Civile e il 118 ed era stato attivato il protocollo di ricerca.

Sequestrati 55 chili di vongole a pescatori di frodo

La Capitaneria ha elevato multe per un totale di 4.128 euro. I molluschi erano stati raccolti in una zona non lontano da Largo Trattaroli

Sequestrati 55 chili di vongole al porto
La capitaneria con i molluschi sequestrati

Stavano pescando vongole e lumachine di mare non lontano da Largo Trattaroli, nella zona antistante l’area portuale. Nella mattinata di oggi, martedì 4 aprile, la Capitaneria di Porto ha sequestrato 55 chili di molluschi che erano state raccolte in una zona dove la pesca è vietata. Multa da 4.128 euro ai pescatori e sequestro dell’attrezzatura.

Le attrezzature da pesca sequestrate

Così commenta il sequestro il capitano di vascello Pietro Ruberto, comandante della Capitaneria: «L’operazione rientra tra i controlli a tutela dei cittadini sulla filiera della pesca, una competenza che gli uomini della Guardia Costiera sentono propria ben oltre il dovuto impegno istituzionale. Noi tutti, per primi, siamo consumatori, ed in quanto tali riteniamo prezioso ed importantissimo il ruolo assegnatoci a garanzia della qualità del prodotto e della tutela del cittadino».

Cinghiali dalla collina verso la città, Coldiretti: «Un’invasione»

Gli agricoltori chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici «a tutela del territorio»

Cinghiali
Cinghiali sulle colline faentine

Negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali è raddoppiato raggiungendo in Italia il milione di esemplari e almeno le 100mila unità in tutta l’Emilia-Romagna. Difficile fare una stima precisa dei capi presenti sulle colline ravennati, in gran parte concentrati nelle zone faentine di Ceparano e Pietramora. Una «vera e propria invasione», secondo Coldiretti, che in una nota inviata alla stampa parla di «piaga sempre più difficile da debellare, con danni in aumento alle coltivazioni e una diffusione che ormai si estende dalle colline e dalle campagne sino alle città».

L’escalation della presenza degli ungulati e il loro avvicinamento alle zone di pianura, spinti dalla necessità di reperire quel cibo che nell’alta collina, sempre meno coltivata, scarseggia o perché braccati dai lupi, «a oggi – secondo Coldiretti – non è più purtroppo una curiosità, ma un rischio concreto per la sicurezza stradale e quindi per i cittadini».

Secondo un’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Asaps, nel 2015, in tutta Italia, si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali (cinghiali in testa) dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite. Davanti a questa situazione gli agricoltori chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. «Non è infatti più solo una questione di risarcimenti ma è diventato – precisa il presidente di Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – un fatto di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne, ma anche nelle aree periferiche delle città. Tornando alle colline faentine, qui l’Atc sta lavorando con impegno per gestire al meglio la situazione ungulati, anche se la situazione è molto complicata al confine col territorio forlivese».

Dal 15 aprile, nell’area “Brisighella bassa – Faenza alta”, l’Atc opera mediante caccia di selezione, mentre nell’area più bassa vicino alla pianura, dove la densità abitativa è maggiore, con la cosiddetta ‘braccata’ in squadre più piccole. «L’azione dell’Atc – termina la Coldiretti – serve ad alleviare per quanto possibile il problema dei danni al mondo agricolo, con gli uomini delle squadre che oltre a cacciare possono occuparsi anche del montaggio e della manutenzione dei recinti elettrificati acquistati dalle aziende agricole, uniche misure di difesa in grado di proteggere, almeno in parte, le coltivazioni».

Bottaro: «Un nuovo legame tra la città e le società sta portando entusiasmo»

Oggi è responsabile organizzativo delle 18 Nazionali italiane di calcio, ma la carriera del dirigente ravennate ha toccato tutte le squadre locali e non solo: «Era giusto riportare il volley al Pala De Andrè. Azzurri al Benelli? Forse per l’Europeo U21 del 2019. Il boom del basket? Applausi al presidente»

Giorgio Bottaro a Coverciano

Dal Basket Ravenna al Porto Volley Messaggero, dalla Teodora al Parma Calcio, dalla Lube Macerata alla Sparkling Milano Volley, dalla Virtus Pallacanestro Roma per approdare oggi alla Figc, passando dal Ravenna Calcio e dalla Piero Manetti Basket. Chissà quante volte nella sua carriera avrà girato l’Italia, Giorgio Bottaro, apprezzato dirigente ravennate nel settore dello sport. «E adesso – sottolinea – ho ricominciato a girare per il mondo. La settimana scorsa sono stato in Corea, mentre in futuro dovrò andare alle Bahamas, in Polonia e in Olanda. In un anno le nostre nazionali giocano circa 180 partite, in pratica una ogni due giorni. È necessario organizzare tutto, nei minimi dettagli».

Bottaro, dal 2015 lei è il responsabile organizzativo del “Club Italia”, cioè dell’organismo che racchiude tutte le squadre azzurre, dalle maggiori alle giovanili. Come è questa esperienza?
«Tra maschile, femminile, beach e calcio a 5, sono 17 le formazioni da seguire, 18 quando ci sono le Universiadi. È una bella avventura, molto impegnativa, in quanto bisogna curare degli aspetti gestionali e amministrativi molto complessi. Per fortuna posso contare su una struttura fatta da persone giovani, competenti, brave. Si tratta di uno staff di alto livello, stimato in tutta Europa».

Dopo essere tornato a Ravenna per qualche anno, ha deciso di ritornare anche a Roma. Come è cambiata la sua vita?
«Mi ero ripromesso di non venire più a Roma e la prima cosa che ho fatto quando sono arrivato di nuovo qui è stato di prendere un appartamento a trecento metri dalla sede della Figc (ride, ndr). È un lusso, ma non volevo più ripetere l’esperienza ai tempi della Virtus Pallacanestro, dove passavo gran parte della giornata in auto o nei mezzi pubblici. Comunque, passando da un contenitore a misura d’uomo come Ravenna a uno enorme e dispersivo come quello della capitale, la mia vita si è rivoluzionata. Appena posso il venerdì sera prendo la macchina, scappo e vengo a casa. È da un mese, però, che non lo riesco a fare».

La sua ultima attività professionale a Ravenna è stato alla Piero Manetti Basket. Come giudica il boom che sta vivendo la squadra ora in A2?
«È stata un’esperienza molto bella, durante la quale ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. Sono stato a contatto con gente competente e seria, e il frutto di tutto ciò è stato raggiungere la Serie A2 e soprattutto consolidarsi come società. Gran parte del merito è del presidente Roberto Vianello, bravissimo a tenere dritta e ben salda la barra del comando quando, nelle categorie minori, si era lontano dai riflettori. Adesso, quando vedo le partite su Sky o gli articoli sulla Gazzetta, mi rendo conto davvero dove questa realtà sia arrivata».

Secondo lei cosa ha provocato tutto questo seguito da parte della città?
«Il segreto sta nel dialogo che c’è stato e che continua a esserci da parte del club con le famiglie ravennati. Questo ha portato a un altissimo numero di praticanti, facendo diventare la pallacanestro un fenomeno sociale. Solo il settore giovanile del Basket Ravenna conta circa 450 ragazzi tesserati: un’enormità in una città piccola come la nostra. È uno sport che piace e lo si vede dal proliferare di campi e campetti che ci sono a Ravenna, dalla Darsena fino alle altre zone del centro e della periferia».

Passando al calcio, anche attorno alla squadra della città sta rinascendo un certo entusiasmo. Se lo sarebbe aspettato, solo qualche anno fa?
«L’ultima volta che sono venuto a Ravenna non ho perso l’opportunità di assistere alla partita con l’Adriese, vinta 2-0. Mi è piaciuto come ha giocato la squadra, ma soprattutto l’ambiente. Non è facile mantenere stabile un’organizzazione societaria e il presidente Alessandro Brunelli lo sta facendo già da cinque anni, che non sono pochi. Questo, più che i risultati sul campo, è il traguardo più importante, perché è solo dalla continuità della gestione che nascono i progetti duraturi».

È possibile, un giorno non troppo lontano, vedere una squadra azzurra disputare una partita allo stadio Benelli?
«Questo faccio fatica a prevederlo, ma la città può giocarsi le sue carte in vista dell’Europeo Under 21 che si terrà un’Italia nel 2019. Si tratta di una manifestazione molto importante e Ravenna ha tutte le caratteristiche per diventare la sede del ritiro e degli allenamenti di una nazionale partecipante».

Ravenna, storicamente parlando, è soprattutto “volley city”, con la Bunge che è l’unica squadra della città a partecipare a un massimo campionato.
«L’avvento di Marco Bonitta come direttore generale ha portato competenza e una maggiore identità territoriale al Porto Robur Costa. È un piacere vedere un ravennate al comando: sta ricoprendo un ruolo nuovo per lui, ma mi sembra che lo stia facendo con impegno e passione, anche se non è facile fare i conti con i costi e l’organizzazione globale di un club. A differenza di chi l’ha preceduto, Marco ha un’ottica diversa nel vedere le cose, in quanto Ravenna fa parte di lui. È una persona che ha le qualità per raggiungere ottimi traguardi e faccio il tifo per lui».

Come giudica la scelta di riportare la squadra a disputare le partite al Pala De André?
«Tornare a Ravenna era un passo necessario, quasi obbligato, perché va bene intraprendere sinergie con altre piazze o club, ma la squadra deve giocare nella sua città. Non so quali siano state le scelte che hanno spinto a trasferirsi negli anni passati a Forlì, ma di sicuro il ritorno a Ravenna ha riportato un grande entusiasmo».

Cosa ha spinto il Bottaro giovane, quello che appena ventenne iniziò una carriera giornalistica a Radio Sound e al Nuovo Ravennate, a diventare il Bottaro di oggi?
«La prima cosa, quella più importante, è stata sempre la curiosità di guardare avanti, di guardare cosa c’è dietro l’angolo, senza fermarsi mai. Non mi ha mai spaventato andare via dalla mia città o, in seguito, dal mio posto di lavoro, per guardare cosa c’è da un’altra parte. E poi ho sempre mantenuto un approccio umile alle nuove situazioni, con tanta voglia di imparare e di ascoltare. Me lo ho insegnato lo sport a 17 anni, me lo ha insegnato il mio vecchio coach Lelli. Quando, giocando a basket, vedeva che io e miei compagni sbuffavamo perché ci obbligava a palleggiare a lungo con la mano sinistra, ci diceva “guardate i giocatori di Serie A, i Riva, i Marzorati e vedrete che sono quelli che si allenano di più”. Si può continuare a imparare indipendentemente dall’età, se si vuole restare i tra i più bravi».

Playoff, la Bunge concede il bis contro la Callipo e ora può chiudere la serie

Superlega/ I ravennati battono in quattro set Vibo Valentia al termine di un match combattuto in particolare nei primi tre periodi e centra il secondo successo in altrettante gare nei quarti playoff per il quinto posto. Decisiva ai fini del punteggio la terza frazione, vinta dai padroni di casa grazie a un finale firmato dall’mvp Torres. Domenica prossima la squadra di Soli ha la possibilità di chiudere la serie in terra calabrese

Ravenna-Vibo Valentia 3-1
(25-22, 23-25, 25-23, 25-18)
BUNGE RAVENNA: Lyneel 13, Ricci 10, Torres 23, Van Garderen 24, Bossi 6, Leoni 6, Goi (L); Raffaelli, Marchini, Grozdanov 2. Ne: Kaminski, Spirito. All.: Soli.
TONNO CALLIPO CALABRIA VIBO VALENTIA: Thiago Alves 4, Diamantini 4, Coscione, Geiler 18, Deivid Costa 9, Michalovic 23, Marra (L); Barone 8, Corrado 4, Torchia. Ne: Izzo, Maccarone. All.: Kantor.
ARBITRI: Zavater di Roma e L. Saltalippi di Perugia.
NOTE – Ravenna: bs 11, bv 12, errori 8, muri 9; Vibo Valentia: bs 9, bv 3, errori 9, muri 15. Spettatori: 800. Durata set: 28’, 28’, 30’, 29’ (tot. 115’). Mvp: Torres.

VOLLEY PALLAVOLO. BUNGE RAVENNA TONNO CALLIPO VIBO VALENTIA
L’mvp Torres mentre supera il muro di Thiago

Il ritorno al palazzetto di Forlì porta bene alla Bunge, che batte in quattro set la Tonno Callipo al termine di un match combattuto in particolare nei primi tre periodi. I calabresi hanno infatti lottato su ogni pallone, pareggiando il conto delle frazioni dopo aver perso la prima, ma la forza dell’mvp Torres e dei suoi compagni alla fine ha prevalso sulla generosità degli ospiti. La squadra di Soli si rivela implacabile soprattutto al servizio (ben 12 ace, uno in più degli errori), e sfrutta la buona giornata anche di Van Garderen e di Leoni, lucido in regia anche nei momenti di difficoltà. Grazie a questo successo i ravennati si portano sul 2-0 e domenica a Vibo Valentia hanno la possibilità di chiudere la serie dei quarti di finale dei playoff che valgono il quinto posto.

Nel primo set gli ace di Lyneel e Torres portano al primo break per la Bunge (5-3), che scatta sul +3 grazie alla schiacciata in rete di Diamantini: 10-7 e time out Kantor. Alla ripresa del gioco Van Garderen mette a terra la palla, mentre Lyneel piazza un’altra battuta vincente per il 12-7. Il martello olandese aumenta il gap in campo (14-8), che Deivid Costa e Michalovic a muro riducono a -3: 16-13. Il net aiuta Michalovic nell’ace del 17-15, ma Lyneel realizza la sua terza battuta vincente, per il 20-16 dei ravennati. Una conclusione fuori di Ricci avvicina i calabresi (20-18), che si distanziano di nuovo a causa di un errore di Geiler: 22-19. Van Garderen e Torres non sbagliano, Michalovic sì dalla linea del servizio e la Bunge si aggiudica il primo set: 25-22. Parte meglio Vibo nella seconda frazione, subito avanti 2-4 grazie alla schiacciata in rete di Torres, ma Van Garderen lo raggiunge in battuta: 7-7. Al muro di Thiago Alves (7-9) risponde con la stessa moneta Ricci (9-9), che da il là al break della Bunge, che va in corsia di sorpasso grazie agli errori di Diamantini e Thiago Alves: 11-9 e time out Kantor. Si riparte con un altro muro di Ricci, seguito dall’ace di Bossi (13-9), ma la Tonno Callipo pareggia il conto con il servizio vincente di Barone e i due muri di fila di Deivid Costa: 14-14. Geiler firma il contro-sorpasso (15-16) e si prosegue a stretto contatto fino al 21-21, quando Barone e ancora il francese spingono gli ospiti sul 21-23. Michalovic mette a terra la palla del 22-24 e al secondo set ball Lyneel spara lunga la battuta: 23-25 e pareggio.

Una schiacciata out di Deivid Costa scava subito un piccolo solco (5-2) nel terzo periodo, che aumenta grazie a un muro di Bossi e all’ace di Torres: 8-3. Una battuta vincente di Leoni fa scappare la Bunge sul 12-6, ma il neoentrato Corrado dimezza il vantaggio: 15-12. Ricci mette a terra il muro del 19-14, che obbliga Kantor a fermare il match, e Vibo risponde subito bene portandosi a -2 con Geiler: 19-17 e time out Soli. Il francese non sbaglia la palla del 19-18, entra Grozdanov per Torres e il bulgaro realizza due punti di fila per 21-18. Ricci fa esultare ancora i tifosi di casa (22-18), ma Diamantini ferma Bossi e Grozdanov fa invasione: 23-22 e Soli chiama i suoi in panchina. Michalovic pareggia il conto, rientra Torres e con rabbia realizza il 24-23 e poi chiude il set con un ace: 25-23 e Bunge in vantaggio 2-1. Il quarto set inizia con l’ace di Van Garderen che vale il 6-4, ma Geiler raggiunge sul 7-7 i ravennati, che provano a scattare di nuovo grazie a un fallo in palleggio di Coscione: 12-10. La Bunge preme sull’acceleratore con Torres (16-13), Barone non fallisce il break del 16-15, Van Garderen piazza il muro del 19-16, subito imitato dal portoricano: 21-17 e time out Kantor. Van Garderen trova il muro-fuori del 22-17 e il punto del 23-18, poi c’è solo Ravenna e Bossi realizza il primo match point che sancisce il successo dei ravennati.

Le dichiarazioni del dopo-gara

Maurice Torres (giocatore Bunge Ravenna): “Era fondamentale vincere gara2, perché non è mai facile giocare e Vibo Valentia ed è meglio andarci con un vantaggio di due successi. I nostri avversari non hanno mai mollato, ma noi siamo stati bravi a spingere sempre e a reagire nei momenti in cui loro ci stavano raggiungendo. Nel terzo set ero un po’ arrabbiato per il mio rendimento e quando sono rientrato in campo ho messo tutta la mia rabbia, realizzando i due punti decisivi. Adesso proveremo ad aggiudicarci anche la partita di domenica prossima, anche se non sarà semplice per niente”.

Waldo Kantor (allenatore Tonno Callipo Vibo Valentia): “Noi siamo un po’ rimaneggiati, ma nonostante questo proviamo a mettere in campo tutto quello che abbiamo, tirando fuori tutto il nostro spirito di combattimento. Siamo stati bravi, giocando bene in alcuni momenti, ma in questo momento Ravenna è un gradino sopra di noi e può contare su attaccanti in gran forma. Peccato per il terzo set, che eravamo riusciti a rimettere in piedi dopo uno svantaggio importante e che alla fine si è rivelato decisivo. Noi comunque ci crediamo ancora e proveremo a vincere gara3: sarebbe bello allungare la serie e possiamo farcela”.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi