domenica
24 Agosto 2025

Il calcio “eretico” di Filippo Galli. «Oggi c’è troppo atletismo. E ignoranza…»

L’ex calciatore del “Milan degli invincibili” a Faenza per presentare il suo libro e le sue ricette per il settore giovanile: «Dobbiamo insegnare ai ragazzi a essere proattivi…»

Filippo Galli Oggi

Difensore centrale di “culto” della serie A degli anni ottanta e novanta, con il Milan in tredici stagioni ha vinto tra le altre cose cinque scudetti e tre Coppe dei Campioni. Filippo Galli sarà l’ospite di eccezione dell’incontro conviviale di oggi, giovedì 21 novembre, del Milan Club Faenza (dalle 19.30 nella sede del Rione Verde di via Cavour 37) durante il quale presenterà il suo libro Il mio calcio eretico. Dai trionfi con il Milan al lavoro con i giovani (Piemme). Al termine della carriera da calciatore, infatti, Galli ne ha intrapresa una altrettanto importante nel settore giovanile, prima da allenatore e poi da responsabile (tra Milan, Figc e l’ultima parentesi nel Parma), diventando una piccola autorità in Italia tra gli addetti ai lavori (ne parla anche sul suo blog).

Copertina Libro GalliFilippo, cosa intende per “eretico”?
«Per il titolo del libro ho scelto una parola un po’ roboante per far capire che il calcio ha bisogno di competenze sempre nuove. Purtroppo in questo mondo si crede che basti aver giocato per poi poter insegnare calcio. E invece tra molti addetti ai lavori c’è davvero troppa ignoranza, manca la voglia di abbracciare qualcosa di nuovo. Bisogna aggiornarsi sempre, attraverso letture, facendo formazione, sperimentando».

Qual è la sua ricetta per far crescere il settore giovanile?
«Il nostro approccio – mio e del mio staff – è di tipo psico-sociale, si basa su studi comportamentali. Bisogna saper osservare i ragazzi; ognuno ha un canale di apprendimento suo e l’allenatore deve trasformarsi in un facilitatore, in grado di inserirli nella complessità di questo gioco».

C’è chi dice che c’è troppa tattica, nei settori giovanili…
«Per noi va allenato tutto insieme: la tattica e la tecnica, che deve essere funzionale allo spazio e al tempo. Dobbiamo allenare i ragazzi a prendere una scelta. Al momento invece, purtroppo, anche nel calcio giovanile si preferisce lavorare molto in palestra, sulla strutturazione, sull’atletismo».

Una scelta che porta poi le squadre prof ad avere in rosa quasi tutti giocatori nati nei primi mesi dell’anno…
«Questo è un grosso problema. Si tende a selezionare giocatori più pronti e quelli nati nei primi mesi spesso hanno di fatto un anno in più, sia dal punto di vista strutturale che cognitivo. Il problema è che si guarda troppo alla prestazione, gli osservatori in primis. È una conseguenza del “risultatismo” esasperato. Non voglio dire che noi non vogliamo vincere, ma bisogna ricercare il risultato attraverso un calcio formativo. Di possesso, di dominio, coraggioso. E non per un esercizio di stile. Sappiamo che la percentuale dei ragazzi che “arriva” è bassissima, ma se noi li mettiamo in condizione di apprendere nella maniera giusta, se li abituiamo a prendere delle scelte, alla responsabilità, dal punto di vista pedagogico trasmetteremo loro qualcosa di importante, comunque vada. Dobbiamo insegnare loro a essere proattivi, non solo reattivi, e questo può essere utile anche nella vita».

Qualche soddisfazione personale, da allenatore o responsabile di settore giovanile?
«Per quanto riguarda i giocatori, potrei citare tra gli altri Donnarumma, Locatelli, Calabria, Gabbia, Pobega, Daniel Maldini, ma magari sarebbero arrivati comunque, non vorrei prendermi il merito. Quello di cui invece sono orgoglioso è di aver portato, nel Milan in particolare, un nuovo approccio metodologico, direi scientifico, l’aver creato nuove professionalità, essere riuscito a far crescere il capitale umano. Al Milan gli allenatori e lo staff hanno imparato a lavorare in team, a confrontarsi, a relazionarsi; abbiamo portato “azienda” nel settore giovanile, a partire dalla formazione continua, con riunioni con 70 persone, che non si erano mai viste».

Inutile chiederle come è cambiato il calcio rispetto ai suoi tempi.
«Già: c’è più atletismo. Semplificando, forse, una volta se non avevi la tecnica non arrivavi a certi livelli, oggi puoi arrivarci lo stesso. È un calcio più veloce, gli atleti hanno più strumenti e mezzi per sfruttare dal punto di vista atletico tutto il loro potenziale. Fuori dal campo, invece, c’è molta più pressione, penso ai social, alle aspettative di famiglie e tifosi».

Qual è stato il suo particolare pregio, da calciatore?
«Probabilmente mi ha aiutato non avere alcun tipo di pressioni, non ho mai pensato che avrei fatto come lavoro il calciatore e sono arrivato al Milan tardi, a 17 anni. Poi mi riconosco una grande qualità, quella di non aver mai mollato nonostante gli infortuni. Ho affrontato sette operazioni grosse ma ho sempre pensato di poter tornare il giocatore che ero e credo che anche questo sia un aspetto del talento».

Qual è il momento che ricorda con più emozione della sua carriera?
«Naturalmente la finale di Coppa dei Campioni vinta contro il Barcellona nel 1994, anche perché ero titolare (Costacurta e Baresi erano squalificati, ndr) e se non avessimo vinto probabilmente nessuno si sarebbe ricordato delle altre 200 e rotte presenze con il Milan (ride, ndr). E poi ricordo con emozione anche la finale vinta cinque anni prima contro lo Steaua Bucarest, lo stadio (il Camp Nou di Barcellona, ndr) era impressionante, la gente sembrava riuscisse a muoverlo».

Quali sono i compagni più forti con cui ha giocato?
«Direi senza dubbio Van Basten. E poi Baresi e Maldini. Ci siamo anche rivisti da poco…».

E gli avversari?
«Ho giocato in un periodo in cui tutti i migliori erano in serie A, come la Premier League oggi, quindi è facile citare i più grandi: Maradona, Platini, Zico… Ma l’avversario che mi metteva più in difficoltà forse è un nome meno conosciuto: Casagrande (ex centravanti del Torino, ndr), aveva una grande protezione di palla».

Quale allenatore ricorda con più piacere?
«Ognuno mi ha dato qualcosa. Ma devo citare Arrigo Sacchi, per l’innovazione che ha portato dal punto di vista tattico»

Filippo Galli E Franco Baresi Milan AC 1985 86
Galli con Franco Baresi

Passione teatro: crescono gli spettatori. In 70mila la scorsa stagione in provincia

Nei vari Comuni attive convenzioni da diverse centinaia di migliaia di euro per la gestione

Goldoni

La provincia di Ravenna non teme paragoni in ambito teatrale, sia per quanto riguarda la produzione, che per l’offerta di stagioni che nel giro di pochi chilometri riescono a portare sui palchi di teatri storici il meglio della prosa e del contemporaneo, della danza e della lirica, del comico e del teatro ragazzi. Ne parliamo tutte le settimane nella sezione Cultura del nostro settimanale R&D (e in maniera “definitiva” nell’annuario delle stagioni della provincia, Palcoscenico, la cui ultima edizione è appena uscita), qui proviamo invece a fornire una panoramica per non addetti ai lavori, riuscendo forse a rendere concreta l’importanza del comparto teatrale nel tessuto culturale (ed economico) del nostro territorio. A partire dal numero di spettatori, circa 70mila nell’ultima stagione, sommando i dati dei vari comuni qui di seguito. Sono ben sette quelli che possono vantare una tradizione di stagioni teatrali, che quest’anno si riducono però a cinque a causa dell’indisponibilità dei teatri di Lugo e Conselice causa alluvione del 2023. Ma andiamo con ordine, partendo dal capoluogo.

RAVENNA. A curare la programmazione più corposa è Ravenna Teatro, Centro di Produzione Teatrale fondato nel 1991 dall’unione delle compagnie Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale. “La stagione dei teatri”, come è stata ribattezzata da alcuni anni, comprende sia appuntamenti legati alla tradizione che affondi nel contemporaneo. Dopo alcuni appuntamenti di prologo, la stagione parte il 22 e 23 novembre con un nome noto del piccolo schermo, Geppi Cucciari, che porta in scena un monologo di Mattia Torre. Oltre venti gli appuntamenti tra Alighieri e Rasi, entrambi recentemente rinnovati: l’Alighieri è diventato il primo teatro di tradizione alimentato dal sole per il 25% del suo consumo energetico grazie al fotovoltaico sul tetto, con un intervento di efficientemente energetico di 900mila euro (in gran parte dal Pnrr) terminato lo scorso gennaio; il Rasi ha riaperto dopo un’importante riqualificazione nel 2022.

A questa stagione si affiancano i titoli di lirica e danza a cura di Ravenna Manifestazioni – la fondazione che ha in gestione l’Alighieri e si occupa tra le altre cose della realizzazione del Ravenna Festival – e un mini cartellone di teatro comico, affidato ad Accademia Perduta. A completare il programma ravennate gli spettacoli all’Almagià (è in corso la rassegna Fèsta della cooperativa E) e quelli al Socjale di Piangipane, promossi sempre da Ravenna Teatro, che con la supervisione di Drammatico Vegetale allestisce anche una rassegna per ragazzi tra Socjale e Rasi. Sempre per famiglie è la storica “Le arti della marionetta” dell’Almagià, a cura del Teatro del Drago.

Il Comune di Ravenna complessivamente investe tramite lo strumento delle convenzioni circa 156mila euro a favore dei soggetti del settore (tra questi anche la compagnia di Beppe Aurilia, che presenta una stagione tra Alighieri e Rasi con gli esiti dei laboratori che tiene in particolare nelle scuole) mentre ammonta a circa 2 milioni di euro all’anno il corrispettivo del Comune per la gestione dei teatri e la direzione delle stagioni, circa 423mila a Ravenna Teatro e il resto a Ravenna Manifestazioni (anche come finanziamento per Ravenna Festival).

Per quanto riguarda gli spettatori, ci viene fornito il dato delle rassegne organizzate da Ravenna Teatro: per dare un’idea, compresi gli spettacoli rivolti alle scuole, alle famiglie, le puntate di “Storie di Ravenna” e i titoli al Socjale di Piangipane – nel periodo compreso tra ottobre ‘23 e giugno ’24 il numero di presenze totali alla Stagione dei teatri ha superato quota 20mila (a cui bisogna aggiungerne circa 11mila tra danza-opera e Trilogia d’autunno del Ravenna Festival 2023). Gli abbonamenti alla stagione di Ravenna Teatro prima della pandemia si erano attestati su quota 2mila, dato che ha avuto un crollo di oltre il 40 percento dopo il Covid, ma che ora è tornato a crescere in maniera vertiginosa: «La stagione che andiamo ad inaugurare – ci dicono da Ravenna Teatro – sta infatti raggiungendo gli stessi numeri pre Covid. Un dato sicuramente da segnalare è che quest’anno ci sono stati molti nuovi abbonati rispetto a quelli considerati storici e si tratta prin- cipalmente di donne».

FAENZA. Il secondo comune per abitanti della provincia ha una tradizione teatrale importante, con l’ultima stagione al Masini che si è chiusa con quasi 21.000 spettatori e ben 2.050 abbonamenti sottoscritti (contro i 1.946 della stagione precedente) a fronte di 65 aperture di sipario per 46 spettacoli. In questo caso a gestire la stagione (che comprende, a differenza di quella di Ravenna Teatro, per evitare paragoni, anche il comico e la danza) è dal 1994 Accademia Perduta/Romagna Teatri, tramite un bando che prevede anche la produzione di nuovi spettacoli a fronte di un corrispettivo da parte del Comune di circa 1,5 milioni di euro complessivi per quattro stagioni (la scadenza è nel 2026). L’Amministrazione ha avviato anche una innovativa formula di coprogettazione con il Teatro Due Mondi per la gestione della piccola Casa del Teatro di via Oberdan, dove è partita da pochi giorni una stagione “alternativa” a quella del Masini, con cui in alcuni casi si incrocia. Il Comune di Faenza sostiene anche l’associazionismo in ambito teatrale attraverso convenzioni per un totale di circa 11.000 euro all’anno.

La stagione di prosa 2024/25 del Masini è già stata inaugurata lo scorso 4 novembre con un riallestimento di Trappola per topi di Agatha Christie e ha registrato un aumento di abbonamenti, qualche decina, arrivando quasi a 1.100 tessere. Devono ancora partire invece le altre rassegne (per cui è ancora aperta la campagna abbonamenti), in particolare contemporaneo, comico e danza, per un totale di 55 eventi tra spettacoli e incontri con gli artisti negli spazi del ridotto.

BAGNACAVALLO. C’è sempre Accademia Perduta (con una convenzione da 120mila euro all’anno) alla “guida” di un altro dei teatri più affascinanti della provincia, il Goldoni di Bagnacavallo, recentemente toccato da diversi interventi di recupero agli arredi e al sipario storico, di riqualificazione energetica, e che nel 2019 ha presentato il recupero del ridotto. Qui la stagione è già iniziata ed è pertanto terminata la possibilità di abbonarsi. «Abbiamo confermato i numeri della passata stagione – ci dicono da Accademia Perduta -, cioè 462 abbonati: nella prima serata 225 su 229; nella seconda serata 237 su 233». Un dettaglio tra prima e seconda serata che al Goldoni è diventato una prassi grazie al Covid: «Ai tempi del distanziamento obbligatorio le serate di rappresentazione sono diventate due (prima era una sola) e quando è cessato il contingentamento abbiamo mantenuto le due serate per permettere a tutti di confermare il loro abbonamento. Pertanto la richiesta e la partecipazione di pubblico non hanno subito flessioni nel post pandemia, anzi…».

L’anno scorso al Goldoni si sono registrati complessivamente 10mila spettatori, 1.300 in più rispetto all’anno precedente.

CERVIA. Per forza di cose più ridotta la proposta di Cervia, terzo (e ultimo) teatro, intitolato a Walter Chiari, gestito in provincia da Accademia Perduta (con una convenzione che prevede 96mila euro annui), in procinto di essere restaurato dal Comune (è stato presentato al bando della Regione per l’ottenimento dei contributi un progetto da 250mila euro). La scorsa stagione si è chiusa con 4.500 spettatori, anche qui in crescita, del 12 percento. Quest’anno la rassegna è iniziata giovedì 14 novembre e a pochi giorni dalla chiusura della campagna, Accademia Perduta comunicava di aver raggiunto una percentuale di conferme del 96 percento sulla prosa (268 su 279 su due serate) e del 98 percento sul comico (143 su 145).

RUSSI. Dopo i tre appuntamenti della stagione concertistica, venerdì 15 novembre si è alzato il sipario sul primo spettacolo di prosa con Giuseppe Battison, per cui i biglietti sono andati velocemente esauriti. La stagione del teatro comunale in questo caso è composta da 12 spettacoli tra prosa, musica e danza ed è realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune e Ater Fondazione. In particolare, è in vigore una convenzione quinquennale (in scadenza nel 2025). Nel 2023 e nel 2024 la cifra stanziata a favore della fondazione è stata di 70.000 euro; per il 2025 (fino al 30 giugno) sono stati impegnati invece 40.000 euro.

Per quanto riguarda gli spettatori, la stagione teatrale 2023-24 ha registrato 3.524 spettatori complessivi, con un incremento di affluenza del 5 percento su quella precedente (che era già tornata ai livelli pre Covid) e un tasso medio di riempimento pari al 72 percento. Quest’anno gli abbonamenti sono risultati in ulteriore crescita (203 contro 171).

Uno spettacolo teatrale per ricordare l’eccidio di Madonna dell’Albero

La rappresentazione di Lady Godiva andrà in scena in due giornate, tra Almagià e Bronson. Al termine della replica del 27 un corteo per commemorare le vittime

Il Sacrario Di Madonna Dellalbero

In occasione dell’80esimo anniversario dell’eccidio di Madonna dell’Albero, la strage nazista avvenuta nel 1944 a pochi chilometri da Ravenna in cui persero la vita 56 civili. La consueta cerimonia istituzionale del 27 novembre sarà preceduta dalla rappresentazione teatrale “Poi sono venuti gli altri” (ore 10, al Bronson), lo spettacolo  sarà in scena anche lunedì 25 alle Artificerie Almagià. Entrambe le repliche sono a ingresso gratuito.

Lo spettacolo, di Lady Godiva Teatro, vedrà in scena Enrico Caravita, Beatrice Cevolani, Letizia Fantini, Carlo Giannelli Garavini e coinvolgerà gli allievi delle classi terze dell’Istituto comprensivo Ricci-Muratori che hanno preso parte al laboratorio teatrale condotto nei mesi scorsi. Testi, drammaturgia e regia sono di Eugenio Sideri.

Al termine della rappresentazione di mercoledì 27 partirà un corteo, preceduto dal Gonfalone della città e accompagnato dalla banda musicale cittadina, che raggiungerà alle 11 la parrocchia di Madonna dell’Albero per l’omaggio alla lapide di Don Domenico Turci. Il corteo arriverà alle 11:15 circa al Sacrario dei Martiri per la deposizione di corone in memoria delle vittime. Lì interverranno con letture e riflessioni anche i bambini delle classi quinte delle scuole primarie Grande albero di Madonna dell’Albero e Gulminelli di Ponte Nuovo, sviluppate nel corso di una serie di incontri formativi sull’argomento seguiti dai ragazzi.

In caso di maltempo l’intera cerimonia di mercoledì 27 novembre si svolgerà al Bronson (via Cella 50, Madonna dell’Albero).

La storia: 

Il 27 novembre 1944 si consumò la più spietata strage nazista avvenuta in provincia di Ravenna, nella quale 56 civili furono barbaramente uccisi da truppe tedesche.

Le vittime furono prese nelle case di via Nuova (oggi via 56 Martiri) e radunate in un vicino capanno di canne dove, dall’esterno, vennero mitragliate a morte e poi nascoste sotto il letame.
Vi fu un unico superstite, che riuscì a scampare al massacro rifugiandosi in una botte incassata nel terreno. Delle 56 vittime 16 erano bambini, 8 anziani, 17 donne, 15 uomini. Dieci giorni prima, il 17 novembre, alla vigilia del suo trentesimo compleanno, don Domenico Turci, parroco di Madonna dell’Albero, venne sorpreso da una pattuglia tedesca mentre segnalava la presenza di mine con ramoscelli. Il religioso venne arrestato, condotto al comando tedesco di Ravenna e fucilato. Da allora di lui non si è saputo più nulla e il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Contributi fino a 20mila euro per le realtà danneggiate dall’ultima alluvione

Al via alle domande sul sito della Regione per professionisti e imprese. Per la prima volta non sarà necessaria la perizia per richiedere il sostegno

Lavori Rotta Traversara

Al via alle richieste da oggi, 20 novembre, fino al 31 marzo 2025, per i contributi di massimo 20mila euro per le imprese e i professionisti danneggiati dall’alluvione di settembre 2024. L’ordinanza è stata firmata dalla commissaria delegata Irene Priolo: «Un provvedimento che snellisce le procedure. Una risposta importante per il ritorno alla normalità in tempi brevi». Per la prima volta infatti non sarà necessaria la perizia per richiedere il sostegno.

Il provvedimento riguarda le attività produttive (fatta eccezione per le imprese agricole), di commercio e i professionisti delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e coprirà le spese relative al ripristino della sede, delle pertinenze, dei beni strumentali, delle scorte, dei beni mobili, degli impianti, gli interventi di pulizia e le spese di delocalizzazione. Sarà inoltre aperto uno sportello telematico per fornire informazioni e supporto alla compilazione delle domande.

È possibile compilare la propria domanda sul sito della regione e, a seguito dell’approvazione, il contributo verrà erogato in due fasi: un anticipo di 10mila euro e un saldo fino a ulteriori 10mila euro. La fase di anticipo è particolarmente snella, basandosi su una dichiarazione dell’impresa danneggiata. Le spese dovranno essere rendicontate e i pagamenti dovranno essere tracciabili. Inoltre, è previsto il riconoscimento delle spese generali, nel limite del 15% dei costi rendicontati.

Geppi Cucciari apre La Stagione dei Teatri con “Perfetta”, in scena dal 22 novembre

Un monologo ironico scritto da Mattia Torre su uno degli ultimi tabù della società moderna, il ciclo mestruale

Schermata 2024 11 20 Alle 16.25.31
Si apre la Stagione dei Teatri a Ravenna, con il primo dei sei spettacoli fissi compresi in abbonamento. “Perfetta”, lo spettacolo scritto da Mattia Torre e interpretato da Geppi Cucciari andrà in scena il 22 e 23 novembre al Teatro Alighieri (ore 21).
Il monologo (scritto paradossalmente sa un uomo) vuole esplorare uno degli ultimi tabù della società contemporanea, ovvero il ciclo mestruale, di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. La storia descrive i martedì di una venditrice di automobili, moglie e madre, nelle quattro settimane che compongono il mese. Giornate identiche nei ritmi, ma diverse nella percezione: a causa delle variazioni delle quattro fasi del ciclo, cambiano gli stati d’animo, le reazioni, le emozioni e gli umori della protagonista, in una spirale che spazia dalla comicità alla satira di costume.

Il 22, in occasione della prima, verrà inaugurata la nuova stagione del progetto “In viaggio verso il Teatro”, che condurrà gratuitamente a Teatro spettatori e spettatrici residenti nell’area della circoscrizione Sud a bordo di un pullman. Lungo il tragitto verranno approfonditi temi legati allo spettacolo. Lo spettacolo di sabato 23 è invece audiodescritto grazie al progetto Teatro no limits del Centro Diego Fabbri di Forlì. Le successive due repliche di Perfetta torneranno in aprile, a conclusione de La Stagione, sabato 12 alle 21:00 e domenica 13 aprile alle 15:30 sempre al Teatro Alighieri.

I biglietti sono in vendita al Teatro Alighieri, sul sito di Ravenna Teatro e nelle agenzie de La Cassa di Ravenna Spa e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto.  Il costo è di 40 euro per platea e palco I, II e III ordine, 35 euro per galleria e palco IV ordine e 20 per il loggione.

La montagna raccontata attraverso la letteratura e i disegni di Luigi Dal Re

Alla Classense una mostra che unisce le collezioni della biblioteca alle illustrazioni dell’ex alpinista. In programma anche eventi collaterali, escursioni e laboratori in collaborazione con il Cai

24 11 20 Immagine Mostra Montagne 2024

Inaugura venerdì 22 novembre nella Manica Lunga della biblioteca Classense la mostra Una “montagna” di voci. Un racconto della montagna come simbolo di sfida e introspezione, indagata attraverso le collezioni classensi e i disegni di Luigi Dal Re, visitabile fino al 25 gennaio 2025.

L’esposizione raccoglie voci iconiche della letteratura italiana e presenta un’antologia di scrittori, poeti, alpinisti e viaggiatori che hanno vissuto e raccontato il fascino e la difficoltà dell’ambiente montano, in un percorso articolato in cinque sezioni dal titolo La poesia delle cime; Oltre i limiti; Gente di montagna; La montagna attraverso le guide; ed è arricchito da una sezione per l’infanzia, con libri e albi illustrati per avvicinare i più piccoli alla montagna. Completano la mostra i disegni a matita e le illustrazioni ad acquarello di Luigi Dal Re. L’artista, tornato al disegno dopo un incidente che ha interrotto per un lungo periodo la sua attività di alpinista, ripercorre con passione e delicatezza i profili e le sfide della montagna, trasmettendo emozioni a chi li osserva.

L’esposizione sarà visitabile a ingresso libero dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18.30 e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.30. Resterà invece chiusa lunedì e festivi, tranne il 24 e il 31 dicembre dalle 10 alle 13. Durante tutto il periodo di esposizione, sarà possibile partecipare a un ricco programma di iniziative collaterali, dedicate a grandi e piccoli, molte delle quali realizzate in collaborazione con il Cai – Sezione Mario Beghi di Ravenna: dai percorsi guidati ai laboratori per le famiglie, passando per incontri, canti di montagna e appuntamenti per le scuole.

Un convegno sull’affermazione del fascismo a Ravenna “Tra colpo di Stato e regime”

Appuntamento sabato 23 novembre in via Guaccimanni per l’incontro con docenti universitari e archivisti sul biennio 1923-1925

Thumbnail Foto Ulderico David – Archivio Fotografico ISR Ravenna
Appuntamento sabato 23 novembre (ore 9.30) alla Sala Nullo Baldini di via Guaccimanni 10, per esplorare la fascistizzazione di Ravenna tra il 1923 e il 1925 “Tra colpo di Stato e regime”. Il convegno, promosso dall’Archivio di Stato e dall’Istituto Storico della Resistenza di Ravenna (con il patrocinio di Comune e Provincia) coinvolgerà cinque docenti universitari e un archivista che, a cento anni dall’omicidio Matteotti, proporranno gli esiti di ricerche dedicate a quegli anni cruciali condotte su fonti archivistiche ancora poco indagate.
Aprirà l’incontro Andrea Baravelli (Università di Ferrara), con una descrizione dell’evoluzione dello squadrismo in Provincia. La parola poi andrà a  Giovanni Focardi e Lidia Celli (Università di Padova), che analizzeranno la posizione della magistratura ravennate nei procedimenti giudiziari adottati nei confronti delle figure più in vista del fascismo locale. Sempre dall’Università di Padova Matteo Millan, che parlerà della difficile riconversione dello squadrismo più violento in Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Infine, gli interventi di Francesco Sanna (Università di Macerata), dedicato agli orientamenti di politica economica degli istituti di credito, e alla figura di Giovanni Frignani, il futuro “banchiere di Mussolini” e di Dario Taborelli (Cooperativa Hibou), curatore del riordino e dell’inventariazione dei fondi giudiziari dell’Archivio di Stato di Ravenna, che darà conto delle nuove fonti ora a disposizione degli studiosi, ed in particolare dei procedimenti giudiziari condotti sullo squadrismo fascista dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La chiusura dell’incontro è prevista per le 13.

Con il prof Rossetti la Storia diventa davvero spettacolare

Un insegnante faentino ha ideato delle conferenze sul calendario civile degli italiani mettendo la sua capacità teatrale al servizio della didattica per gli studenti e non solo

Rossetti Ok

La Storia? Mai stata così appassionante, grazie al teatro. Se a Ravenna già da diverse edizioni la rassegna “Storie di Ravenna” sta portando un folto pubblico al Rasi per assistere a lezioni-spettacolo che mettono insieme l’esperienza di registi e attori di Ravenna Teatro con le competenze di storici e studiosi, nel Faentino, un docente di Italiano e Storia dell’istituto iecnico Oriani, che è anche attore e uomo di teatro, sta sviluppando una sorta di conferenze-spettacolo incentrate sul calendario civile degli italiani.

Inizialmente pensate per gli studenti, sempre più spesso escono dalla aule magne per incontrare anche un pubblico adulto. Luca Rosetti ci racconta come è nata l’idea. «Fu un collega, Michele Orlando, a chiedermi di provarci, perché ci eravamo accorti che spesso quando venivano magari esperti o studiosi per gli incontri di approfondimento e avevano un approccio diciamo tradizionale, i ragazzi si annoiavano in fretta. Così il collega, sapendo della mia esperienza per il teatro, mi suggerì di provare a fare qualcosa di diverso».Erano gli anni del Covid, in cui in generale la didattica dovette spesso reinventarsi e scoprire l’uso di materiali a partire dalle slide. Oggi le conferenze-spettacolo di Rosetti prevedono dunque una parte didattica, naturalmente, ma una parte anche di “drammatizzazione”, con video, immagini e, soprattutto, racconto e interpretazione. «Nella lezione su Moro, per esempio, leggo la lettera che lui scrive quando ormai sa di essere condannato a morte, in quella sulle Foibe la storia incredibile di Norma Cossetto, in quella sulla Resistenza la storia di Silvio Corbari. E devo dire che funziona perché i ragazzi si emozionano e così catturo la loro attenzione». Tra i lavori che hanno riscosso maggior successo quello dedicato a Matteotti, con un montaggio tale per cui agli spettatori sembra a un certo punto di trovarsi nel Parlamento durante il celeberrimo discorso del parlamentare ucciso dai fascisti. «La feci al Sarti per i ragazzi delle scuole superiori e poi facemmo una replica per gli adulti, in centro a Faenza di sera, e venne tantissima gente, molto più di quanto ce ne aspettavamo perché erano stati gli studenti stessi a suggerire ai genitori di venire». E se a breve Rosetti sarà in un istituto tecnico di Torino a portare proprio la lezione su Matteotti e sarà impegnato per il liceo Torricelli sul conflitto arabo-palestinese, oggi tra i suoi maggiori committenti ci sono i Comuni del Faentino.

Tra i prossimi appuntamenti una rassegna a Solarolo, incontri a Riolo, a Castel Bolognese. E la Consulta del Comune di Faenza gli ha appena commissionato un nuovo lavoro sulla storia dell’Unione europea, per la primavera. «Per me c’è sempre un grande lavoro dietro – ci racconta –, innanzitutto di documentazione, e poi di montaggio e minutaggio. Ogni lezione deve essere accurata, ma avere anche un buon ritmo per catturare chi ascolta». Ed è appunto in questo che diventa essenziale il curriculum sicuramente sui generis del prof.

Lunatico
Teatro Lunatico

Dopo studi di arte drammatica, per anni Rosetti con la sua compagnia, Teatro Lunatico, si è dedicato in particolare al teatro di strada, con spettacoli di giocoleria di grande impatto e suggestione. «L’ultimo è stato uno spettacolo di circo teatro dedicato all’Inferno di Dante nel 2019. Lo presentammo a Certaldo, dove si tiene uno dei festival più antichi del teatro di strada, e avevamo già pronta la tourné estiva. In scena c’erano sei attori e molti effetti speciali che avevano attirato tanto pubblico. Ma poi nel 2020 arrivò la pandemia. E dopo la pandemia, l’alluvione. Con i risparmi di una vita avevo comprato un deposito di 55 mq in cui tenere tutti i materiali di scena. Era al secondo piano interrato di un condominio chiamato la “Casa sul fiume”. L’alluvione ci fu il 16 maggio, siamo riusciti a entrare solo il 6 giugno nonostante le tre pompe in azione. Ho dovuto buttare via tutto. 25 anni di lavoro. Oggi porto in giro solo spettacoli più piccoli, insieme alla mia compagna. E poi, appunto, da qualche anno ci sono le conferenze-spettacolo che funzionano e in cui posso mettere a frutto in qualche modo le mie due vocazioni». Tra i prossimi appuntamenti pubblici con il prof. Rosetti, oltre alla diretta streaming dal liceo Torricelli, c’è quello del 16 dicembre su Matteotti alla biblioteca Dal Pane di Castel Bolognese (alle 21) e a gennaio su Moro e la strategia della tensione. Accanto a questi, un nuovo progetto in vista degli 80 anni della Liberazione con un gruppo di musicisti per uno spettacolo di teatro canzone. «Sono convinto che la storia ci possa aiutare a capire e vivere meglio, ma se diventa una roba da imparare a memoria non serve a nulla. Oggi credo che per trasmettere qualcosa alle nuove generazioni non sia sufficiente sapere le cose, bisogna lavorare, e molto, su come renderle fruibili e appassionanti».

Info su: www.calendariociviledegliitaliani.it

Restituiti 40mila euro a un’anziana truffata da un finto operatore bancario

La vittima pensava di seguire le procedure per sbloccare la propria carta di credito, ma stava in realtà inviando un bonifico di quasi 50mila euro al malfattore

FOTO 20.11.2024 Questura Di Ravenna Nota Stampa Truffa Ad Anziana

Recuperati dagli agenti della polizia di Stato di Ravenna circa 40mila euro, sottratti a una anziana vittima di una truffa online, riconsegnati alla donna nel pomeriggio del 18 novembre.

La vicenda ha inizio lo scorso 24 aprile, quando la vittima ha denunciato il raggiro telefonico da parte di un finto operatore bancario. Il giorno precedente alla denuncia, la donna ha infatti ricevuto un messaggio che l’avvertiva del blocco di una delle sue carte di credito, informandola delle procedure online e telefoniche da seguire per riattivarla. L’anziana ha così telefonato al numero indicato, parlando con il finto operatore bancario che l’avrebbe indotta ad effettuare diverse finte operazione di sblocco, tradotte di fatto in un bonifico a favore del truffatore di 49.850 euro.

Gli accertamenti degli investigatori della polizia di Stato hanno permesso di individuare velocemente le coordinate bancarie del malfattore, rintracciando il conto corrente e consentendo all’autorità giudiziaria di emettere un decreto di sequestro e il conseguente blocco in entrata ed in uscita di eventuali movimenti. Nonostante la prontezza dell’intervento però, il truffatore era già riuscito a prelevare circa 10.000 euro.

Le indagini sono poi continuate, con ulteriori analisi bancarie e l’identificazione del presunto autore della truffa. Le perquisizioni effettuate a suo carico hanno poi permesso di rinvenire documentazioni e carte di credito connesse al raggiro, dando ampio riscontro all’ipotesi investigativa. Per questo, nella giornata di lunedì 28 gli agenti della Squadra Mobile hanno notificato all’anziana vittima il decreto di restituzione di circa 40.000.

«Con la nuova raccolta la situazione degli operatori di spazzamento è insostenibile»

Cgil interviene sulle condizioni dei lavoratori dopo l’inserimento del porta a porta: «Personale sottoinquadrato con carico di lavoro aumentato. Serve un cambiamento»

Schermata 2024 11 20 Alle 13.09.25

«Il servizio di spazzamento è essenziale per la società, ma è stato organizzato anni fa sulla base di una situazione che è mutata radicalmente dopo l’inserimento della raccolta porta a porta– commenta Luca Savini, di Fp Cgil Ravenna -. Con la nuova modalità di gestione dei rifiuti urbani, necessaria e inevitabile, ma sicuramente molto migliorabile, sono aumentati in modo esponenziale gli abbandoni di rifiuti in prossimità dei cassonetti in strada, nei parchi e in alcune zone ‘sensibili’. Inoltre, i cestini stradali e dei parchi cittadini sono utilizzati in molti casi come ‘cassonetti dell’indifferenziata’, riempiti all’inverosimile di ogni rifiuto e spesso pieni di sacchetti condominiali».

Su queste basi la Fp Cgil di Ravenna interviene sul tema del servizio di spazzamento manuale, nel territorio ravennate, svolto da alcune decine di lavoratori che ogni giorno, dal primissimo mattino alla sera, sono impegnati a ripulire strade e luoghi pubblici. Le nuove modalità di smaltimento dei rifiuti hanno portato a un maggiore carico di lavoro e forzo fisico richiesto, con tutte le conseguenze a breve e lungo termine sulla salute e sicurezza dei lavoratori, e lasciando la possibilità che alcune zone rimangano sporche per alcuni giorni, con impatti sul decoro.

La Fp Cgil spiega anche che, nonostante l’aumento del carico di lavoro, degli sforzi e dei rischi correlati (oltre che lo stress lavoro-correlato viste le lamentele e gli sfoghi dei cittadini scontenti dell’attuale modalità di gestione dei rifiuti), gli operatori si trovano in una situazione paradossale in quanto la retribuzione percepita non permette di arrivare serenamente a fine mese, anche a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita. Molti di loro hanno infatti contratti part-time da 30 ore in inverno e 36 ore in estate e sono occupati solo 10-11 mesi all’anno, rimediando un reddito medio inadeguato.
Secondo i sindacati, questa situazione economica è ulteriormente aggravata dal fatto che praticamente tutti gli operatori ecologici impiegati nello spazzamento risultano sotto inquadrati rispetto al livello che il contratto nazionale prevede per le loro mansioni e si trovano oggi in una situazione insostenibile e non più sopportabile.

«Chiediamo – conclude Luca Savini – a tutte le società e le istituzioni coinvolte di intervenire con rapidità per riorganizzare il servizio di spazzamento nella nostra provincia, adeguandolo alle mutate esigenze e realtà, aumentando la frequenza di pulizia in certe zone e rivedendo i reparti di spazzamento per conformarli alla realtà attuale ottenendo così il duplice risultato di garantire la piena occupazione per tutto l’anno ai lavoratori coinvolti. Sindacato e lavoratori metteranno in campo tutte le azioni necessarie per ottenere risposte concrete alle loro rivendicazioni».

In mostra a Lugo circa sessanta tele per la personale di Silvano D’Ambrosio

L’esposizione, a ingresso gratuito, ripercorre un decennio di opere del pittore. Inaugurazione sabato 23 novembre

2024 Aiuto!

Silvano D’Ambrosio, pittore nato in Francia nel 1951 (ma romagnolo d’adozione), presenta la sua mostra personale “Fiori d’artificio” nel palazzo ex Fondazione Cassa di risparmio e Banca del monte di Lugo, in piazza Baracca 24. L’inaugurazione è prevista per sabato 23 novembre alle 18.

In mostra nel palazzo razionalista lughese, circa sessanta tele di piccole e medie dimensioni, appartenenti a cicli, temi e stagioni differenti, dipinti realizzati dall’artista nell’arco dell’ultimo decennio, a partire dal 2014 a oggi. Il percorso espositivo, che si articola attraverso sette stanze, non segue un andamento e ordine cronologico tra le opere, e neppure una suddivisione tematica per sale. In “Fiori d’artificio” si affiancano e si incontrano, in stretto e inatteso dialogo, dipinti appartenenti a serie e periodi diversi, accostati tra loro per via di risonanze interne, temperature comuni e dettagli che ritornano nel tempo, riaffiorando come echi, ferite e fantasmi. La mostra, curata dal direttore del museo Baracca e degli spazi espositivi del Comune Massimiliano Fabbri, è a ingresso gratuito e rimarrà allestita fino al 6 gennaio 2025. Gli orari di visita sono giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.

«Ogni differente tema è assunto come paradigma della condizione umana – commenta l’artista -. Dipingere il fuoco, il fumo, il nero e la vita che esplode e si accartoccia. Che forse è tutta la pittura a essere notturna e a combattere per far emergere alla luce qualcosa, per salvarla, prima che questa cosa che grida sia rispedita nell’oscurità e nell’indistinto».

L’Esp si schiera contro la violenza di genere: le iniziative del centro commerciale

Un’installazione di scarpe rosse e dimostrazione di tecniche di autodifesa nel corso del fine settimana

IMG 0925

La sensibilizzazione sul tema della violenza di genere arriva anche all’Esp, con una serie di iniziative nelle giornate del 24 e 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

All’interno del Centro Commerciale sarà allestita una suggestiva installazione di scarpe rosse, simbolo della lotta contro i maltrattamenti e il femminicidio, sarà allestita al centro, accompagnata da pannelli informativi sulla storia di questo importante simbolo. Domenica 24 alcuni istruttori professionisti di arti marziali insegneranno tecniche di autodifesa da attuare in situazioni di pericolo a tutte le donne presenti. Le dimostrazioni verranno riproposte tre volte con cadenza oraria, alle ore 16, 17 e 18. 

Danno il loro sostegno all’iniziativa l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco sezione di Ravenna, per la promozione del progetto “Una Rosa per la Vita. No alla violenza sulle donne” e Linea Rosa ODV Ravenna Cervia Russi, che sarà presente con materiale informativo del centro antiviolenza, operante nei territori dei suddetti comuni da oltre trent’anni. 

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi