lunedì
15 Settembre 2025

Dal 2 ottobre tornano le limitazioni al traffico contro lo smog

I veicoli a benzina precedenti l’Euro 2, a diesel precedenti l’Euro 4 e i motocicli precedenti l’Euro 1 non possono entrare nel centro abitato

A Ravenna, come in tutta l’Emilia Romagna, stanno per entrare in vigore le misure di regolazione della circolazione veicolare previste dal Piano aria integrato regionale (Pair 2020) contro l’inquinamento atmosferico. Il periodo di validità dell’ordinanza (scaricabile in versione integrale dal link in fondo alla pagina) con la quale il Comune le ha recepite è dall’1 ottobre al 31 marzo. Il primo giorno nel quale saranno effettivamente efficaci sarà però domenica 2 ottobre (la prima di cinque domeniche ecologiche) in quanto al sabato tali provvedimenti non si applicano.

L’ordinanza prevede all’interno del centro abitato (area delimitata da apposita segnaletica, vedi mappa scaricabile dal link in fondo alla pagina) dal lunedì al venerdì (eccetto festività) dalle 8.30 alle 18.30 e in occasione delle domeniche ecologiche (2 ottobre, 6 novembre, 15 gennaio, 5 febbraio, e 5 marzo) il divieto di transito per i veicoli: a benzina precedenti l’Euro 2; diesel precedenti l’Euro 4; ciclomotori e motocicli precedenti l’Euro 1.

Potranno invece circolare liberamente i veicoli: alimentati a gas metano o gpl; con almeno 3 persone a bordo (car pooling) se omologati a 4 o più posti e con 2 persone se omologati a 2 posti; elettrici e ibridi; ciclomotori e motocicli elettrici; per trasporti specifici e per uso speciale, attrezzati per lavorazioni particolari, così come definiti dall’articolo 54 del codice della strada (elenco dettagliato nell’ordinanza allegata); sono poi previste ulteriori deroghe tra le quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, quelle per i mezzi guidati da turnisti e operatori in servizio di reperibilità; per i veicoli a servizio di persone invalide provvisti di contrassegno H; per i veicoli adibiti al trasporto di prodotti deperibili (ad esempio “camion frigo”); per i donatori di sangue; per chi accompagna a scuola o va a prendere alunni dai nidi alle medie inferiori; per chi ha Isee inferiore a 14mila euro; per chi soggiorna in strutture di tipo alberghiero, per arrivare/partire dalla struttura; per i mezzi al servizio di manifestazioni regolarmente autorizzate e guidati da operatori economici che accedono o escono dai posteggi dei mercati o delle fiere autorizzate dal Comune (elenco completo delle deroghe, indicazione delle documentazioni/certificazioni che bisogna avere con sé e condizioni alle quali le deroghe possono essere esercitate sono contenuti nell’ordinanza allegata).

Quale incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico e per venire incontro alle esigenze dei pendolari, cittadini e turisti, che desiderano accedere facilmente e in maniera economica al centro urbano, il Comune, già dallo scorso anno, ha messo in campo alcune azioni tra cui un biglietto speciale che consente di effettuare il viaggio di andata e ritorno (costo totale 1 euro, abbonamento a 18 euro mensili) dal parcheggio scambiatore del Cinemacity a piazza Caduti. Il servizio speciale è attivo sulla linea 1 dalle 7 alle 20.

Dalla Regione un contributo per l’acquisto dei libri di testo: domande on line fino al 30

Venerdì 30 settembre è l’ultimo giorno per presentare domanda di contributo per l’acquisto dei libri di testo per gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado della regione per l’anno scolastico 2016/2017.

La richiesta può essere effettuataesclusivamente on line, registrandosi e utilizzando l’applicativo sul sito https://scuola.er-go.it/, unanuova modalità infatti consentirà di accelerare il pagamento del contributo che verrà effettuato dai Comuni alle famiglie. A disposizione ci sono 3,6 milioni di euro per tutta la regioone.

I destinatari dei contributi sono gli studenti con un reddito famigliare Isee fino a 10.632,94 euro frequentanti le scuole secondarie di I e II grado della regione, sia che siano scuole statali, private paritarie, paritarie degli enti locali e scuole non statali autorizzate a rilasciare titoli di studio con valore legale. Gli studenti devono essere residenti in Emilia-Romagna o frequentare qui la scuola anche se residenti in altre Regioni che erogano il beneficio secondo il criterio “della scuola frequentata”: in questo caso competente all’erogazione del beneficio è il Comune sul cui territorio si trova la scuola.

Nella domanda si deve indicare la spesa effettivamente sostenuta per l’acquisto dei libri di testo per l’anno scolastico 2016/2017, della quale è necessario conservare la documentazione da esibire a richiesta.

Per informazioni di carattere generale è anche disponibile il numero verde dell’Urp regionale 800 955 157 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e lunedì e giovedì dalle 14,30 alle 16,30) e l’indirizzo mail: formaz@regione.emilia-romagna.it.

Per assistenza nella compilazione della domanda on line è possibile contatta l’help desk tecnico di ER.GO 051.0510168 (mercoledì dalle ore 10 alle 13 e giovedì dalle 14,30 alle 16,30).

Libertà di stampa: proiezioni, premi e convegni per un mese a Conselice

Tra gli ospiti anche Elena Stramentinoli di “Presa Diretta”

La città di Conselice celebra il decimo anniversario del Monumento alla libertà clandestina e alla libertà di stampa con un calendario di appuntamenti lungo un mese.

Giovedì 29 settembre alle 21 all’Auditorium comunale, in via Garibaldi 14, si terrà la proiezione del film di Martin Scorsese e David Tedeschi 50 years argument, a cura della Fondazione Cineteca di Bologna.

Venerdì 30 settembre alle 10 al Teatro comunale (via Selice 125) sarà proiettato Vincitori e vinti, pellicola di Stanley Kramer del 1961; la presentazione sarà a cura della regista Rita Bertoncini, con la partecipazione delle scuole medie dell’istituto comprensivo “Felice Foresti” di Conselice e la sezione Anpi di Conselice – San Patrizio.
Si continua alle 20.30, sempre al Teatro comunale, con la presentazione del libro di Pietro Albonetti, Andrea Baravelli e Alessandro Luparini L’eredità della guerra, fonti e interpretazioni per una storia della provincia di Ravenna negli anni 1940-1948; modera l’incontro Fausto Renzi.

Sabato 1 ottobre appuntamento alle 10 in piazza Libertà di stampa per la celebrazione istituzionale dell’anniversario; interverranno Paola Pula, sindaco di Conselice, l’onorevole Giuseppe Giulietti, presidente di Fnsi, e Massimo Vassallo della Fondazione “Angelo Vassallo”. Di seguito, l’Associazione della stampa dell’Emilia Romagna consegnerà il premio “Camillo Galba” all’istituto scolastico comprensivo “Felice Foresti” di Conselice, per la redazione di articoli sul tema della libertà di stampa. Il Comune conferirà inoltre il riconoscimento “Libertà di stampa” a Sabrina Pignedoli, giornalista e scrittrice, per l’inchiesta “Operazione Aemilia”.
Alle 15.30 al Teatro comunale si svolgerà il convegno “Documenti orali della stampa clandestina. Quando i giornalisti pedalavano”, un’analisi sulla situazione del giornalismo che resiste e la libertà di stampa nel mondo; interverranno Elena Stramentinoli (giornalista di Presadiretta – RAI 3) e Riccardo Noury (portavoce della sezione italiana di Amnesty International Italia).
Alle 20.30, sempre al Teatro comunale, sarà proiettato nuovamente il film Vincitori e vinti, nel 70° anniversario del processo di Norimberga.

Domenica 2 ottobre alle 21 all’Auditorium comunale ci sarà la proiezione del film Quarto potere di Orson Welles e a seguire un cineforum con Giovanni Rossi, giornalista e consigliere nazionale di Fnsi e il cinefilo Andrea Bruni.

“Tracce di storia – Strumenti e percorsi per una didattica di storia della resistenza” è il filo conduttore che lega gli appuntamenti che si svolgeranno giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 ottobre al Teatro comunale, a cura della sezione Anpi di Conselice e San Patrizio.
Giovedì 13 ottobre alle 15 ci sarà il convegno “Dalla metodologia storica alla didattica: le competenze per interpretare il mondo contemporaneo”, condotto dal docente Ivo Mattozzi di Clio92, associazione di insegnanti e ricercatori sulla didattica della storia.
Alle 18 ci sarà la proiezione de Il treno va a Mosca, film-documentario del 2014 di Federico Ferrone e Michele Manzolini.
Alle 20.30 il convegno “Il paesaggio e i suoi luoghi. Significare lo spazio sulla linea del tempo”, condotto da Gabriella Bonini (Archivio E. Sereni – Casa Cervi) e Tito Menzani (Università di Bologna).
Venerdì 14 ottobre alle 15 si riparte con il convegno “Temi resistenti. Guerra, lotte sociali e rappresentazioni di una stagione fondante da guardare, da insegnare, da imparare”, condotto dal professore Mirco Dondi dell’Università di Bologna.
Alle 18 una nuova proiezione, questa volta con il film documentario Una nuova scintilla di Rita Bertoncini.
Infine, alle 20.30 il convegno “L’assemblea Costituente: Giuseppe Dossetti e la proposta di inserire il diritto di Resistenza nella costituzione”, con Umberto Mazzone (Università di Bologna) e Daniele Morelli (liceo classico “Dante Alighieri” di Ravenna).
Sabato 15 ottobre alle 15 l’incontro dal titolo “Didattica laboratoriale applicata agli archivi” condotto da Luca Alessandrini dell’istituto storico “Parri Emilia Romagna”.
Seguirà alle 18 il workshop conclusivo a cura di Paolo Papotti, referente nazionale di Anpi per la formazione.
Alle 21 andrà in scena “Mai dimenticherò!”, spettacolo teatrale tratto da “L’istruttoria” di Peter Weiss e altri autori, interpretato dagli allievi del laboratorio condotto da Paolo Parmiani.

Le iniziative riprendono sabato 29 ottobre alle 21 al Teatro comunale: ci sarà la prima teatrale di “Baciami e portami a votare”, spettacolo a cura dell’associazione “Il caffè delle ragazze” di Conselice, in occasione del 70° anniversario del diritto di voto per le donne.

Info: 0545 986970, email urp@comune.conselice.ra.it.

«Colpa medica, la differenza tra lieve e grave è fondamentale nei processi»

In tribunale importante il ruolo dei consulenti: «Ma c’è sempre la sensibilità del giudice»

Come prima mossa si cerca di dimostrare davanti al giudice che il professionista ha fatto tutto quello che i protocolli prevedono per il caso specifico e se così non è stato allora si cerca di provare che le mancanze non avrebbero comunque modificato il corso degli eventi. In sintesi estrema, al netto delle distinzioni che contraddistinguono ogni singola storia, è questa la linea difensiva del legale che assiste il sanitario alle prese con un’indagine per colpa medica.

Abitualmente le accuse sono di lesioni se il paziente ritiene di aver subito un danno oppure omicidio colposo se i parenti del paziente ritengono che la condotta medica abbia causato la morte. Ad aprire il fascicolo in procura può essere la denuncia del diretto interessato o dei suoi congiunti ma anche l’azienda, pubblica o privata, per cui lavora il medico.

A quel punto una fetta importante del lavoro è nelle mani dei consulenti tecnici delle parti, incaricati di elaborare una relazione sull’accaduto e sulla sua gravità. «Poi però ci sono pur sempre il giudice, il pubblico ministero e gli avvocati che sono chiamati a fare le valutazioni giuridiche più opportune – dice l’avvocato Antonio Primiani dello studio Scudellari che ha assistito diversi medici inquisiti –. Altrimenti i processi li faremmo fare ai medici legali e basta. Gli accertamenti tecnici entrano nel processo penale ma poi gli stessi devono essere interpretati alla luce delle regole che lo governano».

Per la sentenza penale la questione derimente è tra colpa lieve e colpa grave, così come introdotta nel 2012 dalla legge Balduzzi (è in discussione in Parlamento una riforma che modifichi proprio questo aspetto). «L’intendimento primario della linea difensiva è dimostrare che non c’è colpa per eliminare il presupposto di responsabilità. Anche se non necessariamente la sussistenza della colpa implica poi una responsabilità».

Ad aiutare consulenti e giudici nella valutazione intervengono una serie di protocolli fissati da organizzazioni nazionali e non solo che delineano le condotte da seguire di fronte a casi che presentano certi sintomi piuttosto che altri: «Se quelle procedure sono state eseguite allora si può ragionevolmente ipotizzare che se di colpa si tratta sia però lieve». Che quindi magari non merita una sanzione penale ma non ha effetti sulla possibilità di un risarcimento dell’eventuale danno sul fronte civile, trattandosi di una procedura diversa che risponde ad altre valutazioni.

L’importanza di dimostrare di aver fatto tutto il possibile comporta un’esplosione della medicina difensiva, con esami e accertamenti aggiuntivi che il medico dispone con il timore di futuri problemi: «Può succedere e in questo caso diventa anche un costo sociale sia perché si allungano le liste di pazienti e sia perché aumentano le spese per la sanità».

Colpa medica: boom di richieste danni

Nel 2015 l’Ausl ha ricevuto 350 denunce: prima del 2010 il 40 percento in meno. E le assicurazioni fuggono dal mercato

Negli ultimi 7-8 anni la sanità pubblica romagnola ha visto aumentare il numero di richieste per risarcimento danni da attività medica del 35-40 percento circa arrivando nel 2015 a 350 casi di sinistri denunciati, in media quasi uno al giorno. Il panorama della responsabilità civile per l’Ausl Romagna è riassunto da Franco Falcini, direttore ammnistrativo dell’azienda sanitaria che dal 2014 ha riunito le aziende di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini. «Non è peggiorata la qualità del personale – osserva Falcini –. Ma è cambiato l’atteggiamento dei pazienti e dei loro parenti nei confronti dei sanitari: si arriva davanti al professionista a volte già prevenuti mentre un tempo c’era più fiducia. E forse incide anche il proliferare di società di assistenza legale specializzate in questo campo, alcune hanno gli uffici proprio accanto agli ospedali. E forse un ruolo l’hanno avuto anche i telefilm…».

La prima conseguenza è la fuga delle compagnie assicurative dal mercato: «Non è più un settore conveniente per chi vende polizze. Il rapporto tra premi incassati e danni liquidati ha messo in crisi molte società e oggi è difficile trovarne». E così la sanità pubblica si è dovuta attrezzare introducendo nel 2012 un regime di autogestione: «Ci stiamo trasformando in delle piccole assicurazioni. La Regione ha avviato una sperimentazione con l’Ausl Romagna che oggi è diventata la formula per tutte le aziende dell’Emilia Romagna: non abbiamo più alcun contratto con compagnie assicurative, le eventuali liquidazioni spettano alle casse dell’azienda fino a 250mila euro e invece oltre ci pensa la Regione. Da quando abbiamo avviato questo percorso abbiamo affrontato 650 sinistri». Questo rende necessario l’accantonamento di risorse economiche nei bilanci per far fronte a eventuali liquidazioni future: una mossa che blocca dei fondi altrimenti utilizzabili per erogare servizi. Ma la disponibilità di un tesoretto è inevitabile per affrontare il lungo periodo con serenità: «Nel 2015 abbiamo avuto 350 denunce ma solo dieci di queste sono già arrivate alla liquidazione per un totale di 130mila euro. Questo perché le altre 340 stanno attraversando i lunghi percorsi giudiziari. Basta pensare che proprio in questi giorni abbia liquidato un sinistro la cui prima sentenza del giudice risale a dieci anni fa». Il risultato? «Pazienti sempre più arrabbiati e sempre meno soddisfatti delle risposte».

L’aumento delle denunce e il passaggio al regime di autogestione si traduce in questi numeri: nel 2010 il totale speso dalle quattro aziende della Romagna per polizze e franchige arrivava a 12,1 milioni di euro; nel 2015 l’Ausl unica ha speso in tutto 17,3 milioni (10 versati nel fondo regionale e 7,3 tra accantonamenti di bilancio e spese legali).

La nuova organizzazione ci avvicina al modello d’oltreoceano: «In America la parte più consistente nell’organizzazione della macchina sanitaria è proprio quella che gestisce i sinistri». Rendendo necessario l’inserimento di nuove figure professionali: «Stiamo preparando un bando per cercare esperti del ramo. Siamo attrezzati per quanto riguarda la medicina legale ma abbiamo bisogno di avvocati che sappiano stimare i danni e gestire la trattativa con le parti dopo che un comitato ha inquadrato l’eventuale risarcimento». La competenza sta anche nel saper ricostruire i contorni del sinistro. Perché si può denunciare il danno entro dieci anni dall’evento ma può benissimo essere che si ricolleghi il sinistro a una prestazione sanitaria molto antecedente.

Le cause civili per risarcimento del danno viaggiano su binari distinti da eventuali querele penali che riguardano il singolo professionista e non l’azienda ma spesso i due percorsi possono incontrarsi con conseguenze del secondo sul primo: «La distinzione fondamentale per la responsabilità del professionista è tra colpa lieve e colpa grave. Nel secondo caso la corte dei conti prevede che l’Ausl si rivalga sul medico per una parte delle spese». Casi rari – «Ne ho viste un paio in tanti anni di carriera» – ma sufficienti per incutere timore: musi lunghi per i sanitari chiamati a pagare una propria assicurazione privata ma anche un proliferare di auella che viene chiamata medicina difensiva. Per evitare la responsabilità della colpa grave occorre dimostrare di aver fatto tutto il possibile: «E così i medici fanno un esame in più per tutelarsi. Ma non è così che dovrebbe andare…». Andrea Alberizia

Dalla coltivazione alla vendita al dettaglio In casa la fabbrica della droga: arrestato

In manette un 44enne, nell’abitazione aveva allestito tutta la filiera per la produzione. Il controllo dei carabinieri in un bar

In una serra, con sistemi di irradiamento ed irrigazione, faceva crescere le piante di marijuana, in un capannone attiguo le faceva essiccare per poi triturare le foglie e confezionare le dosi: un 44enne di Alfonsine aveva organizzato nel giardino di casa tutta la filiera per la produzione di droga. I carabinieri hanno trovato 48 piante, di altezza pari quasi a due metri, della migliore qualità e più di 620 grammi di sostanza stupefacente già pronta per lo spaccio. Nella serata del 25 settembre è arrivato l’arresto. Stamani il giudice ha convalidato l’arresto e, con la richiesta dei termini a difesa, ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fissando una nuova udienza nei prossimi giorni.

L’operazione dei militari diretti dal maresciallo Maurizio Fasulo è cominciata notando il comportamento anomalo di un operaio fuori da un bar di Alfonsine: alla vista dei carabinieri l’uomo ha avuto un sussulto e ha lanciato in aria qualcosa mentre un’altra persona si allontanava velocemente dal luogo. Dalla perquisizione venivano trovate diverse dosi di marijuana.

Sport in Darsena guarda già al poker

Organizzatori soddsifatti della terza edizione. In calendario la quarta a fine settembre 2017. Nel weekend trascorso tanti appassionati hanno messo piede sulle banchine in testata del Candiano

Le banchine e lo specchio d’acqua della testata del canale Candiano hanno fatto da cornice alla terza edizione di Sport in Darsena, la quattro giorni di sport organizzata dal Circolo Velico Ravennate per dare voce alle società sportive della città e contribuire nella rigenerazione del quartiere, che ha attirato tanti appassionati e curiosi: più di mille studenti con i loro insegnanti hanno dedicato una giornata per affiatare la classe attraverso lo sport. Ma anche duecento persone, grazie alla regata Marina alla città, hanno potuto ammirare le architetture industriali del porto da un punto di vista insolito. È già in calendario la quarta edizione: dal 21 al 24 settembre 2017. Nel weekend appena trascorso sono state più di trenta le società sportive che hanno dedicato i propri sforzi alla promozione dello sport, con momenti importanti di attività sportiva e spettacolo come quelli organizzati da Shine Parkour o dalla Ritmica Edera o dal Ravenna Basket.

«Sport in Darsena – spiegano i promotori – è nata per permettere ai bambini, alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze della città di costruirsi una grande cultura sportiva, per garantirsi la possibilità di scelta negli anni e soprattutto la possibilità di ampliare i propri schemi motori. Fondamentale è stato il contributo del Comune di Ravenna insieme al quale è nato l’evento tre anni fa, dell’Autorità Portuale che ha creduto nello sport come strumento di stimolo che ravvivi la storia portuale ravennate e in particolare nel Coni che nel 2016 ha collaborato strettamente con l’evento, organizzando un convegno sull’abbandono sportivo di livello nazionale e affiancando l’organizzazione e garantendo la qualità dell’intero progetto. Un ringraziamento va anche alla Pubblica Assistenza che per tutta la durata dell’evento ha garantito la sicurezza con un proprio mezzo. Un ringraziamento fondamentale infine va a Naviga in Darsena che ha ospitato la parte principale di Sport in Darsena all’interno della sua area Pop Up dando un fondamentale sostegno logistico. Non ultimo è stato importantissimo il ruolo della Capitaneria di Porto che ha garantito il massimo sostegno alla manifestazione».

La rabbia dei genitori della piccola Ester, morta dopo una visita «superficiale»

Il tribunale ha archiviato il caso del decesso della piccola di 10 mesi «Nessuno ci ha risposto su quel controllo di 4 minuti in pediatria…»

Per loro è stato come veder morire Ester una seconda volta. Quella maledetta prima volta, infatti, secondo un giudice, sostanzialmente, non poteva essere evitata. E i tre medici coinvolti, ha deciso il tribunale di Ravenna, non devono neppure essere processati. Fine della storia. L’opposizione della famiglia alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero è stata ritenuta inammissibile (in quanto sostanzialmente volta, a parere del giudice, a confutare nel merito le conclusioni del consulente della Procura) e ora il caso, giuridicamente parlando, è chiuso. Non ci sono responsabili.

La piccola Ester Villa morì a soli dieci mesi il 20 febbraio 2013 per una forma di meningite da pneumococco. Quattro giorni prima i genitori l’avevano portata all’ospedale di Ravenna con la febbre a 40, dopo che la sera precedente si era improvvisamente irrigidita ed era caduta, sbattendo la testa. Ed è su quella prima visita in ospedale, durata solamente 4 minuti – e in particolare sul pediatra che l’ha eseguita – che si è concentrata la battaglia legale della famiglia, dei genitori, Stefano Villa e Maria Filannino, che in una circostanziata nota inviata alla stampa (scaricabile in versione integrale dal link in fondo alla pagina) – definita «un atto di amore per Ester che ha combattuto quattro interi enza ricevere alcun tipo di cura medica fino alle sue ultime 10 ore» – sfogano il proprio dolore senza inutili, per quanto giustificabili, patetismi, ma restando concentrati sulle carte. L’enorme mole di carte – documenti medici compresi – che hanno studiato in questi anni e con cui abbiamo trovato Stefano, il padre, ogni qual volta lo abbiamo incontrato.

«Non ci siamo sentiti garantiti come parte lesa dall’atteggiamento, dall’operato e dalle scelte effettuate dalla procura di Ravenna», scrivono i due senza mezzi termini, senza contestare comunque la correttezza formale e la legittimità delle procedure.

In capo a tutto resta una domanda senza risposta, leggendo le motivazioni dell’ordinanza di archiviazione del giudice, ossia se quella prima visita sia stata adeguata e conforme alle linee guida pediatriche. «A questa domanda di altissima rilevanza pubblica – scrivono i genitori – hanno mancato di rispondere procura, medici legali e tribunale di Ravenna», che si sono invece solo concentrati nel dimostrare che in quell’occasione Ester non mostrasse segni di meningismo. Ma – obietta la famiglia, carte alla mano – stando alle linee guida più avanzate al mondo e che dovrebbero essere una sorta di bibbia anche per i medici italiani, i classici sintomi della meningite sono spesso assenti negli infanti e «sarebbe bastato un breve periodo di poche ore di osservazione più un economicissimo prelievo del sangue, come previsto dalle linee guida italiane, per arrivare a una precoce diagnosi, l’inizio di una terapia antibiotica mirata e avere altissime probabilità di salvare Ester (la stessa consulenza medico legale richiesta dalla procura afferma che se fosse stata anticipata la diagnosi di sole 24 ore con concomitante anticipo della terapia antibiotica le chance di sopravvivenza sarebbero state all’80 percento, ndr)». Invece la visita è durata 4 minuti e la bambina è stata dimessa con una diagnosi di influenza. Per questo motivo lo stesso giudice definisce «superficiale» nelle motivazioni il comportamento del pediatra dell’ospedale, arrivando però alla conclusione che «non vi è prova che ciò abbia svolto un ruolo concausale nella vicenda».

«Se fosse capitato a voi – è la domanda finale dei genitori di Ester, rivolta ai cittadini ravennati ma non solo – accettereste che un tribunale definisca solamente “con tratti di superficialità” un comportamento medico che, di fronte a una bambina di 10 mesi che non sa parlare, che ha sbattuto forte la testa, mogia, con 40° di febbre, non effettui un prelievo del sangue, non una tac, non un periodo di osservazione breve e per giunta, come detto in ordinanza, manchi di rilevare i parametri vitali?».

Ulteriore delusione, per la famiglia, la decisione della procura – dopo la riapertura delle indagini a seguito della prima richiesta di opposizione accolta dei Villa – di riaffidare l’incarico di consulenza allo stesso medico che aveva portato la procura a richiedere l’archiviazione, anche se affiancato in questo caso da un infettivologo, suo collega all’Università di Ferrara. «Come avrebbe potuto un professionista medico legale rivalutare diversamente gli stessi fatti e le stesse carte?», si chiedono i genitori, secondo i quali il grave errore è stato quella di non aver individuato invece «la sola figura medica in grado di valutare correttamente e con le giuste competenze quanto accaduto: un eminente medico pediatra, magari di fuori regione. D’altronde il pronto soccorso al primo accesso richiese visita specialistica pediatrica, non mandò nostra figlia in infettivologia. La mancata nomina del consulente pediatrico, l’unico idoneo al caso da trattare, ha condotto il tribunale a una completamente erronea valutazione».

Ora la famiglia Villa preferisce chiudere qui la propria terribile esperienza in tribunale, senza avvalersi della possibilità di procedere in ambito civile. Piuttosto, continuerà la propria battaglia per cercare di sensibilizzare per quanto possibile la popolazione sul tema, a partire dal tentativo di far conoscere anche a Ravenna l’innovativo test molecolare messo a punto dal gruppo di ricerca della dottoressa Azzari del Meyer di Firenze, utile per la rapida identificazione del batterio causa dell’infezione batterica nel paziente. La battaglia di Stefano e Maria prosegue anche sul web con il blog Il Giardino di Ester.

I genitori di Ester non risparmiano una frecciata finale ai rappresentanti delle istituzioni di Ravenna in carica all’epoca dei fatti (Ester è morta nel febbraio del 2013). Riceviamo e pubblichiamo i (sarcastici) ringraziamenti: «Li ringraziamo per non averci inviato neanche un telegramma di vicinanza e cordoglio a nome della cittadinanza che rappresentano: Ester frequentava un nido comunale. Per averci inviato solo dopo molti mesi e sotto nostro richiesta un messaggio di ringraziamento ufficiale per la donazione effettuata al nido con i soldi raccolti durante il funerale. Per non averci informato e invitato all’affissione nell’asilo di una targa in memoria di nostra figlia (nella foto qui sopra, senza neppure il nome di Ester, ndr). Ringraziamo inoltre l’Ausl per il suo comunicato stampa apparso sui giornali subito dopo la morte di nostra figlia: l’omettere il primo accesso al Pronto soccorso e la diagnosi di influenza. Ci ha fatto apparire come genitori che hanno trascurato il malessere della figlia, portandola al Pronto soccorso solamente troppo tardi. Adesso pensiamo, aldilà dell’esito processuale, che sia chiaro alla cittadinanza chi abbia commesso tale superficialità».

Nasce il comitato locale “Centrosinistra per il no” e invita Massimo D’Alema

Il referente è Alessandro Perini, ex Pd, militante di Ravenna in Comune

PeriniAnche a Ravenna, dopo l’incontro del 5 settembre a Roma, nasce  il comitato “Il centrosinistra per il no“ composto da cittadini che stanno mobilitando per impedire che – si legge nella presentazione alla stampa – «riforme sbagliate e approvate senza larga maggioranza e scritte male  peggiorino le condizioni del  nostro paese». Il referente è Alessandro Perini (ex Pd, candidato nella lista Ravenna in Comune alle scorse amministrative) che spiega: «Stiamo raccogliendo adesioni fuori e dentro il Pd per sostenere convintamente il no. Posizione che non significa che non si vogliano le riforme. Il nostro paese ha visto negli ultimi anni decine di riforme costituzionali e ordinarie che hanno di fatto conseguenze sui principi istituzionali, ma difronte al confuso disegno del Governo che violenta più di 40 articoli, riteniamo  che bisogna agire con più senso di responsabilità e attenzione». Il primo appuntamento sarà lunedì 10 ottobre, alle 21, quando sarà a Ravenna Massimo D’Alema. Si può aderire tramite la pagina facebook  “il centrosinistra per il no”, oppure sul sito nazionale del comitato “Il centrosinistra per il no“.

Per paura dell’alcoltest in auto scappa all’alt e va fuori strada nei campi

In realtà il giovane guidatore è risultato negativo. Aveva bevuto solo una birretta

AlcoltestAlle 3 di notte di sabato 24 settembre, di fonte all’alt di una pattuglia dei Carabinieri di Cesena, un’utilitaria nei pressi della via Cervese si dilegua lungo la strada. Poco dopo una pattuglia del Nucleo Radiomobile di Cervia individua in via Crociarone, in località Tantlon, un’auto in un campo ai margini della carreggiata. Nemmeno il tempo di scendere per prestare soccorso al conducente che la Centrale Operativa diramava le ricerche proprio di quella vettura. L’autista, un 23enne di Forlì – riportano i Carabinieri in una nota stampa – riferiva di avere bevuto un bicchiere di birra e pertanto, temendo di poter risultare positivo all’accertamento etilometrico, era scappato via a velocità talmente elevata da perdere il controllo dell’auto e volare fuori dalla carreggiata. Per lui nessuna ferita, nessuna denuncia, ed essendo peraltro risultato negativo al test dell’alcol, è stato sanzionato “solo” con diverse centinaia di euro in verbali per infrazioni al Codice della Strada.

Torna a ottobre Trilogia d’Autunno tra musica, teatro e cucina a tema

Omaggio alla cultura austroungarica sulle sponde del Danubio, con tre celebri operette e un’orchestra di cento violini zigani

Il pipistrelloDopo il grande successo riscosso nelle tre edizioni precedenti, ritorna al Teatro Alighieri di Ravenna la “Trilogia d’Autunno” di Ravenna Festival, quest’anno intitolata “Lungo il Danubio. L’operetta come non l’avete mai vista”. La felice formula, che sera dopo sera alterna tre opere sullo stesso palcoscenico, porterà in scena dal 14 al 23 ottobre, in esclusiva nazionale, tre capolavori della Vienna austroungarica, Gräfin Mariza (La Contessa Maritza), Die Fledermaus (Il pipistrello) e Die lustige Witwe (La vedova allegra).
La “Trilogia d’Autunno” di quest’anno costituisce un tributo a una forma di teatro musicale, l’operetta, cui si devono capolavori come quelli proposti, firmati dai grandi compositori Emmerich Kálmán, Johann Strauss e Franz Lehár, e portati in scena dai principali teatri ungheresi, ovvero il Teatro dell’Operetta di Budapest, il Teatro Csokonai di Debrecen e il Teatro di Szeged.
L’intenso trittico “danubiano” vuole anche essere un omaggio alla grande civiltà che fu l’Impero Austroungarico al suo tramonto, e che con Vienna e Budapest si fece culla di uno straordinario fermento culturale.
«Abbiamo voluto parlare di un mondo senza confini, vicino all’utopia, dove più tradizioni coesistevano insieme – spiega il direttore artistico del festival Franco Masotti – e abbiamo scelto di farlo attraverso un genere, “l’operetta”, che fonde alla perfezione teatro, musica e danza di altissimo livello, e costituisce l’illustre progenitore del musical di Broadway e del West End».

La Contessa Maritza

A inaugurare la trilogia venerdì 14 ottobre (con replica martedì 18) sarà la Gräfin Mariza di Kálmán, che andò in scena per la prima volta nel 1924, riscuotendo però maggior successo nel secondo dopoguerra; le vicende della ricca Contessa Maritza assediata dai pretendenti hanno come sfondo un possedimento tra Ungheria e Bulgaria, e si dipanano sulle note popolari di musica magiara e zigana, in primo luogo la csárda.
Segue sabato 15 ottobre (con repliche mercoledì 19 e venerdì 21) Die Fledermaus, di Johann Strauss. Tratto dalla commedia Le réveillon di Meilhac e Halévy e rappresentato la domenica di Pasqua del 1874, Il pipistrello racconta i tentativi del notaio Falke di vendicare una burla degli amici, che lo hanno costretto a vagare per la città ubriaco e travestito da pipistrello. La musica del valzer, della csárda e della polka mantengono alta la tensione dello spettatore, coinvolgendolo in un funambolico e intricato gioco delle parti.
La trilogia si chiude con il capolavoro Die lustige Witwe, in scena domenica 16 ottobre (con repliche lunedì 17 e giovedì 20). «Questa non è musica!» furono le parole con cui il direttore del teatro An der Wien accolse La vedova allegra dopo il debutto il 30 dicembre 1902: Lehár volle incidere la frase sulla medaglia che ne celebrava la duecentesima replica. L’opera si svolge a Parigi, e ha per protagonista Hanna Glawari, una ricca vedova del Pontevedro – nome che cela a malapena il Montenegro – i cui connazionali vorrebbero far risposare in patria per evitare il trasferimento all’estero del patrimonio. Ci riusciranno al termine di una partitura in gran parte in tre quarti, il tempo del valzer, grazie ad una vecchia fiamma, Danilo, omonimo del figlio di Nicola I re del Montenegro – ulteriore dettaglio che ha dato luogo a interpretazioni irredentiste dell’opera.

In attesa della “Trilogia d’Autunno”, Ravenna Festival ripropone un titolo che l’anno scorso riscosse un notevole successo, Mimì è una civetta: l’eterna storia d’amore tra Mimì e Rodolfo ispirata alla Bohéme di Puccini, andrà in scena al Teatro Alighieri lunedì 3 ottobre, per poi proseguire una lunga tournée nei principali teatri dell’Emilia Romagna.

Maggiori informazioni sugli orari degli spettacoli e l’acquisto dei biglietti sul sito www.ravennafestival.org, oppure alla biglietteria del Teatro Alighieri in via Mariani 2 (tel. 0544 249244).

Budapest Gypsy Symphony OrchestraTeatro, musica, danza e non solo: durante le prime del trittico, il 14,15 e 16 ottobre, grazie alla collaborazione di “CheftoChef –  emiliaromagnacuochi”, avverrà un vero e proprio incontro delle culture enogastronomiche romagnola e danubiana, attraverso due momenti chiave rivolti alla scoperta della tradizione culinaria ungherese: per tutto il fine settimana con “Ungheria e Romagna a tavola insieme”, saranno serviti vini ungheresi in 27 ristoranti della città, mentre il ristorante Alexander e le osterie L’Acciuga e i Passatelli proporranno un menù a tema con accompagnamento musicale live. Per l’immancabile secondo appuntamento all’insegna della buona cucina, sabato 15 ottobre, alle ore 13, il Museo d’Arte della città di Ravenna aprirà le porte per accogliere la musica e la creatività di tre chef  d’eccellenza: Igles Corelli, Pier Giorgio Parini e Mattia Borroni.
All’ultimo appuntamento della “Trilogia” seguirà invece il “GiovinBacco. Sangiovese in Festa”: l’ormai nota manifestazione enologica dei vini romagnoli, animerà il centro di Ravenna per 3 giorni, il 21, 22 e 23 ottobre, durante i quali, per rimanere nel tema delle operette rappresentate, musicisti zigani e nostrani si esibiranno nelle piazze cittadine.
A concludere il viaggio lungo il Danubio sarà il concerto della Budapest Gypsy Symphony Orchestra, per la prima volta in Italia: domenica 23 ottobre (al teatro Alighieri)  l’orchestra composta da 100 strumentisti tra violini, viole, violoncelli, contrabbassi, clarinetti e cimbalom, alternerà pagine celebri di compositori quali Liszt, Bartók, Kodály, Cajkovskij e Strauss a brani di musica tradizionale ungherese e zigana.

Torna a ottobre Trilogia d’Autunno tra musica, teatro e cucina a tema

Omaggio alla cultura austroungarica sulle sponde del Danubio, con tre celebri operette e un’orchestra di cento violini zigani

Il pipistrelloDopo il grande successo riscosso nelle tre edizioni precedenti, ritorna al Teatro Alighieri di Ravenna la “Trilogia d’Autunno” di Ravenna Festival, quest’anno intitolata “Lungo il Danubio. L’operetta come non l’avete mai vista”. La felice formula, che sera dopo sera alterna tre opere sullo stesso palcoscenico, porterà in scena dal 14 al 23 ottobre, in esclusiva nazionale, tre capolavori della Vienna austroungarica, Gräfin Mariza (La Contessa Maritza), Die Fledermaus (Il pipistrello) e Die lustige Witwe (La vedova allegra).
La “Trilogia d’Autunno” di quest’anno costituisce un tributo a una forma di teatro musicale, l’operetta, cui si devono capolavori come quelli proposti, firmati dai grandi compositori Emmerich Kálmán, Johann Strauss e Franz Lehár, e portati in scena dai principali teatri ungheresi, ovvero il Teatro dell’Operetta di Budapest, il Teatro Csokonai di Debrecen e il Teatro di Szeged.
L’intenso trittico “danubiano” vuole anche essere un omaggio alla grande civiltà che fu l’Impero Austroungarico al suo tramonto, e che con Vienna e Budapest si fece culla di uno straordinario fermento culturale.
«Abbiamo voluto parlare di un mondo senza confini, vicino all’utopia, dove più tradizioni coesistevano insieme – spiega il direttore artistico del festival Franco Masotti – e abbiamo scelto di farlo attraverso un genere, “l’operetta”, che fonde alla perfezione teatro, musica e danza di altissimo livello, e costituisce l’illustre progenitore del musical di Broadway e del West End».

La Contessa Maritza

A inaugurare la trilogia venerdì 14 ottobre (con replica martedì 18) sarà la Gräfin Mariza di Kálmán, che andò in scena per la prima volta nel 1924, riscuotendo però maggior successo nel secondo dopoguerra; le vicende della ricca Contessa Maritza assediata dai pretendenti hanno come sfondo un possedimento tra Ungheria e Bulgaria, e si dipanano sulle note popolari di musica magiara e zigana, in primo luogo la csárda.
Segue sabato 15 ottobre (con repliche mercoledì 19 e venerdì 21) Die Fledermaus, di Johann Strauss. Tratto dalla commedia Le réveillon di Meilhac e Halévy e rappresentato la domenica di Pasqua del 1874, Il pipistrello racconta i tentativi del notaio Falke di vendicare una burla degli amici, che lo hanno costretto a vagare per la città ubriaco e travestito da pipistrello. La musica del valzer, della csárda e della polka mantengono alta la tensione dello spettatore, coinvolgendolo in un funambolico e intricato gioco delle parti.
La trilogia si chiude con il capolavoro Die lustige Witwe, in scena domenica 16 ottobre (con repliche lunedì 17 e giovedì 20). «Questa non è musica!» furono le parole con cui il direttore del teatro An der Wien accolse La vedova allegra dopo il debutto il 30 dicembre 1902: Lehár volle incidere la frase sulla medaglia che ne celebrava la duecentesima replica. L’opera si svolge a Parigi, e ha per protagonista Hanna Glawari, una ricca vedova del Pontevedro – nome che cela a malapena il Montenegro – i cui connazionali vorrebbero far risposare in patria per evitare il trasferimento all’estero del patrimonio. Ci riusciranno al termine di una partitura in gran parte in tre quarti, il tempo del valzer, grazie ad una vecchia fiamma, Danilo, omonimo del figlio di Nicola I re del Montenegro – ulteriore dettaglio che ha dato luogo a interpretazioni irredentiste dell’opera.

In attesa della “Trilogia d’Autunno”, Ravenna Festival ripropone un titolo che l’anno scorso riscosse un notevole successo, Mimì è una civetta: l’eterna storia d’amore tra Mimì e Rodolfo ispirata alla Bohéme di Puccini, andrà in scena al Teatro Alighieri lunedì 3 ottobre, per poi proseguire una lunga tournée nei principali teatri dell’Emilia Romagna.

Maggiori informazioni sugli orari degli spettacoli e l’acquisto dei biglietti sul sito www.ravennafestival.org, oppure alla biglietteria del Teatro Alighieri in via Mariani 2 (tel. 0544 249244).

Budapest Gypsy Symphony OrchestraTeatro, musica, danza e non solo: durante le prime del trittico, il 14,15 e 16 ottobre, grazie alla collaborazione di “CheftoChef –  emiliaromagnacuochi”, avverrà un vero e proprio incontro delle culture enogastronomiche romagnola e danubiana, attraverso due momenti chiave rivolti alla scoperta della tradizione culinaria ungherese: per tutto il fine settimana con “Ungheria e Romagna a tavola insieme”, saranno serviti vini ungheresi in 27 ristoranti della città, mentre il ristorante Alexander e le osterie L’Acciuga e i Passatelli proporranno un menù a tema con accompagnamento musicale live. Per l’immancabile secondo appuntamento all’insegna della buona cucina, sabato 15 ottobre, alle ore 13, il Museo d’Arte della città di Ravenna aprirà le porte per accogliere la musica e la creatività di tre chef  d’eccellenza: Igles Corelli, Pier Giorgio Parini e Mattia Borroni.
All’ultimo appuntamento della “Trilogia” seguirà invece il “GiovinBacco. Sangiovese in Festa”: l’ormai nota manifestazione enologica dei vini romagnoli, animerà il centro di Ravenna per 3 giorni, il 21, 22 e 23 ottobre, durante i quali, per rimanere nel tema delle operette rappresentate, musicisti zigani e nostrani si esibiranno nelle piazze cittadine.
A concludere il viaggio lungo il Danubio sarà il concerto della Budapest Gypsy Symphony Orchestra, per la prima volta in Italia: domenica 23 ottobre (al teatro Alighieri)  l’orchestra composta da 100 strumentisti tra violini, viole, violoncelli, contrabbassi, clarinetti e cimbalom, alternerà pagine celebri di compositori quali Liszt, Bartók, Kodály, Cajkovskij e Strauss a brani di musica tradizionale ungherese e zigana.

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