venerdì
12 Settembre 2025

«In arrivo 24 velox fissi invece sarebbe meglio pensare a limitare furti e rapine»

Confartigianato critica l’intervento dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna per le strade provinciali

L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna sta installando 24 postazioni per autovelox fissi sulle strade provinciali del territorio di sua competenza e Confartigianato esprime il proprio disappunto, «ritenendo che sarebbe opportuno valutare altre scelte in grado di contemperare l’obiettivo del contenimento della velocità dei veicoli, con quello di aumentare la sicurezza dei cittadini in tema di criminalità». Le postazioni potranno essere pronte in autunno.

Pur comprendendo le finalità dell’introduzione di queste postazioni autovelox e riconoscendo la necessità di interventi tesi a verificare la velocità dei veicoli che circolano sulle strade della Bassa Romagna, il segretario della Confartigianato di Lugo Luciano Tarozzi ritiene che «la sicurezza dei cittadini, del proprio patrimonio e delle proprie imprese, abbia una priorità assoluta visti i frequenti casi di furti e rapine». Confartigianato, quindi, chiede all’Unione dei Comuni di affrontare questo tema fondamentale con prontezza e tempestività attraverso la realizzazione di interventi orientati alla prevenzioni dei reati contro le cose e le persone, adottando nel proprio territorio un sistema di telecamere tecnologicamente avanzate (che siano in grado di leggere le targhe ed elaborare i dati in tempo reale) al fine di garantire la sorveglianza delle zone urbane, delle aree produttive e delle principali vie di comunicazione.

Inoltre secondo l’associazione di categoria, «alla luce dei miglioramenti tecnologici attivi e passivi dei nostri veicoli, certi limiti di velocità sono spesso incomprensibili per gli utenti della strada e l’installazione di autovelox, in quei punti, viene percepita quindi come una mera trappola, riducendo di fatto il rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni».

«Non risultano contatti tra i romagnoli a Cracovia e il caso di meningite»

Dopo il decesso di una 18enne romana al rientro dalla Gmg, l’Ausl ricostruisce gli spostamenti dei gruppi e non raccomanda alcuna profilassi

«In base alla ricostruzione degli spostamenti che il gruppo dei ragazzi provenienti dalla Romagna ha effettuato durante il soggiorno in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù, risulta altamente improbabile che possano esserci state occasioni di contatto con i gruppi di giovani provenienti da Roma», di cui faceva parte la 18enne Susanna Rufi morta per meningite meningococcica, «e di conseguenza non si ritiene raccomandata alcuna profilassi». Il dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, tramite il referente che ha coordinato il viaggio delle diocesi della Romagna, ha diramato un’informativa alle famiglie dei partecipanti e ha informato della situazione tutti i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.

ta avere visitato Casa Italia nella mattinata di mercoledì 27 luglio, mentre i ragazzi romagnoli erano impegnati in attività di catechesi in altra località. Chi si è recato a Casa Italia, lo ha fatto nel pomeriggio di mercoledì 27 o di giovedì 28». Nei casi di meningite meningococcica, come quella che ha colpito la giovane Susanna, la chemioprofilassi è raccomandata soltanto per chi nei dieci giorni precedenti la comparsa dei sintomi abbia avuto contatti stretti, ravvicinati e non momentanei, con la persona ammalata, soprattutto in ambienti chiusi (come viaggi sullo stesso pullman, dormito negli stessi locali), in quanto la trasmissione dell’infezione avviene attraverso le goccioline di saliva. La profilassi non risulta invece utile per chi ha avuto solamente contatti occasionali di breve durata con il caso di malattia, tanto più se gli eventuali contatti sono avvenuti in spazi aperti.

La diffusione della notizia del decesso ha determinato preoccupazioni per le possibili conseguenze sulla salute dei ragazzi che si sono recati a Cracovia in quel periodo fino alla convinzione per alcuni che tutti coloro che hanno visitato in quei giorni Casa Italia – punto di coordinamento organizzativo e logistico per chi proveniva dal nostro Paese – dovrebbero sottoporsi a profilassi farmacologica, circostanza infondata. L’Ausl precisa comunque che chiunque abbia effettuato percorsi diversi da quello seguito dal gruppo romagnolo o voglia comunque rappresentare una situazione particolare, può rivolgersi al servizio Igiene Pubblica competente per territorio di residenza ai seguenti numeri telefonici: 0547-352090 per Cesena, 0543-733540 per Forlì, 0544-286671 per Ravenna, 0541-707290 per Rimini.

«Pokemon Go funziona perché si presta bene per la realtà aumentata»

Il fenomeno visto dal fondatore del blog Leganerd.com: «Vedo cartelli nei bar “Entrate per consumare e non per giocare”, messaggio stupido»

Il blog Leganerd.com è un punto di riferimento per molte questioni nerd/geek in Italia. La sua pagina Facebook conta quasi 140mila fan che contribuiscono in prima persona alla produzione dei contenuti pubblicati sul sito dopo il vaglio di un team di editor. Il fondatore e caporedattore è il ravennate Antonio Moro, aka Itomi. A lui abbiamo rivolto alcune domande per un commento da addetto ai lavori sul fenomeno Pokemon Go.

Pokemon Go ha stabilito nuovi record per quanto riguarda la sua velocità di diffusione e, soprattutto, di utilizzo. Non solo viene scaricato ad una frequenza mai vista prima, ma chi gioca lo fa per ore e ore ogni giorno. Si erano già visti esempi simili, ma mai applicati ad un grande franchise e mai soprattutto ad uno che così bene si presta alla realtà aumentata.

Lo sviluppatore del gioco (Niantic) è di Google e le mappe (e i punti di interesse soprattutto) su cui si poggia sono quelle di Google Maps ma non credo che Google abbia partecipato a questo progetto con in testa l’idea di rubare utenti a Facebook. Che poi sia di fatto successo, perché chi gioca passa meno tempo su Facebook vedendo quindi meno pubblicità e con conseguente perdita economica per il social network, è un graditissimo effetto collaterale per Google.

Per Niantic sarà un grande business se sapranno sviluppare dinamiche all’interno del gioco che portino alla spesa i giocatori. Per ora si sa che non ci sono stati grandi guadagni e quel poco che è arrivato è andato a Niantic, cioè a Google (Niantic è nata come startup interna a Google e solo nel 2015 è diventata una vera società, sempre controllata da Google).

I privati possono tentare svariate strategie commerciali sfruttando il successo del gioco. Sono già comparsi i primi allenatori (il primo italiano a Ravenna) che offrono i loro servizi ai giocatori. Ma più interessante è come gli esercenti possono sfruttare questa mania: è infatti semplice attirare giocatori nel proprio negozio approfittando di palestre e altri luoghi importanti del gioco magari vicini al proprio esercizio. Girano su internet cartelli appesi nei bar con scritto “Entrate per consumare, non per giocare a Pokemon Go”: messaggio davvero stupido e ben poco lungimirante, i baristi invece dovrebbero forse attirare i giocatori che poi, come si sa, magari qualcosa consumano, scoprono un locale nuovo, attirano altre persone. I primi negozi o locali che sfrutteranno questa cosa, ora che è al massimo dell’hype ovunque, sicuramente ne trarranno giovamento.

Antonio “Itomi” Moro, fondatore Leganerd.com

«Pokemon Go funziona perché si presta bene per la realtà aumentata»

Il fenomeno visto dal fondatore del blog Leganerd.com: «Vedo cartelli nei bar “Entrate per consumare e non per giocare”, messaggio stupido»

Il blog Leganerd.com è un punto di riferimento per molte questioni nerd/geek in Italia. La sua pagina Facebook conta quasi 140mila fan che contribuiscono in prima persona alla produzione dei contenuti pubblicati sul sito dopo il vaglio di un team di editor. Il fondatore e caporedattore è il ravennate Antonio Moro, aka Itomi. A lui abbiamo rivolto alcune domande per un commento da addetto ai lavori sul fenomeno Pokemon Go.

Pokemon Go ha stabilito nuovi record per quanto riguarda la sua velocità di diffusione e, soprattutto, di utilizzo. Non solo viene scaricato ad una frequenza mai vista prima, ma chi gioca lo fa per ore e ore ogni giorno. Si erano già visti esempi simili, ma mai applicati ad un grande franchise e mai soprattutto ad uno che così bene si presta alla realtà aumentata.

Lo sviluppatore del gioco (Niantic) è di Google e le mappe (e i punti di interesse soprattutto) su cui si poggia sono quelle di Google Maps ma non credo che Google abbia partecipato a questo progetto con in testa l’idea di rubare utenti a Facebook. Che poi sia di fatto successo, perché chi gioca passa meno tempo su Facebook vedendo quindi meno pubblicità e con conseguente perdita economica per il social network, è un graditissimo effetto collaterale per Google.

Per Niantic sarà un grande business se sapranno sviluppare dinamiche all’interno del gioco che portino alla spesa i giocatori. Per ora si sa che non ci sono stati grandi guadagni e quel poco che è arrivato è andato a Niantic, cioè a Google (Niantic è nata come startup interna a Google e solo nel 2015 è diventata una vera società, sempre controllata da Google).

I privati possono tentare svariate strategie commerciali sfruttando il successo del gioco. Sono già comparsi i primi allenatori (il primo italiano a Ravenna) che offrono i loro servizi ai giocatori. Ma più interessante è come gli esercenti possono sfruttare questa mania: è infatti semplice attirare giocatori nel proprio negozio approfittando di palestre e altri luoghi importanti del gioco magari vicini al proprio esercizio. Girano su internet cartelli appesi nei bar con scritto “Entrate per consumare, non per giocare a Pokemon Go”: messaggio davvero stupido e ben poco lungimirante, i baristi invece dovrebbero forse attirare i giocatori che poi, come si sa, magari qualcosa consumano, scoprono un locale nuovo, attirano altre persone. I primi negozi o locali che sfrutteranno questa cosa, ora che è al massimo dell’hype ovunque, sicuramente ne trarranno giovamento.

Antonio “Itomi” Moro, fondatore Leganerd.com

Lascia il cane in macchina al sole e va in spiaggia: 23enne denunciata

Rischia un’ammenda fino a 10mila euro per maltrattamento L’animale sta bene: è sotto sequestro affidato al canile municipale

Ha lasciato il cane, un meticcio di piccola taglia, nell’auto parcheggiata al sole ed è andata in spiaggia con i familiari. La polizia municipale ha denunciato una 23enne straniera per maltrattamento di animali. L’episodio risale a domenica 31 luglio. Il cane è stato sottoposto a sequestro e affidato al canile municipale, in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria. Il reato contestato alla donna è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda fino a 10mila euro. La norma prevede tale sanzione per chi abbandona animali o comunque ne provoca gravi sofferenze.

Coinvolto in un assalto in villa finito con un morto: arrestato a Mirabilandia

Rapina sedici anni fa, deve scontare 9 anni di carcere. Era nella località omonima al parco giochi. Con lui altri tre: 133 identità diverse

Per un assalto in villa a Monselice avvenuto sedici anni fa, finito con un imprenditore ferito da un colpo di pistola e un rapinatore uccido da una fucilata, è stato condannato nel 2014 a quasi nove anni di carcere con un mandato di arresto europeo per la estradizione: i carabinieri l’hanno trovato a bordo di un’Alfa Romeo 156 nel parcheggio del McDonald’s nella località Mirabilandia che prende il nome dal parco divertimenti in zona. A bordo con il 35enne c’erano altri tre uomini: in totale il gruppo ha più identità diverse che anni. Infatti i quattro hanno 128 anni e 133 alias.

I militari del Radiomobile della compagnia di Cervia Milano Marittima, nel corso di servizio perlustrativo per il controllo del territorio finalizzato alla verifica dei nomadi in transito, hanno proceduto al controllo di alcuni mezzi in sosta nel parcheggio del fastfood. Con gli accertamenti fotodattiloscopici in caserma sono stati identificati: gli italiani M.M. (38enne, 53 alias) e M.V. (18enne, 11 alias) e i croati I.D. (17enne, 12 alias) e il 35enne già ricordato (57 alias). I primi tre sono nomadi stanziali nei campi dell’hinterland milanese (Muggiano e Baranzate di Bollate).

Per il quarto, come ricordato, pende un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso nel 2014 dall’ufficio esecuzioni penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Venezia, dovendo espiare la pena di otto anni di reclusione per concorso nei reati di tentata rapina aggravata, tentato omicidio, lesioni personali aggravate e ricettazione di armi, commessi nelle province di Padova e Rovigo nel 2000.

Il 12 marzo di sedici anni fa a casa Carturan ci sono Walter, imprenditore tessile, con la moglie Mirella Bianchi, suo fratello Flavio e la cognata in attesa di ospiti per la cena. All’assalto di un commando ne nasce un conflitto a fuoco tra malviventi e il padrone di casa armato di fucile da caccia. A terra resta uno dei rapinatori, gli altri scappano e uno viene abbandonato ferito al pronto soccorso.

Nomine cda Sapir: Confindustria contro la scelta della Camera di Commercio

L’ente camerale era solito indicare un Industriale ma questa volta metterà un suo dirigente. Si scalda il clima per la riunione dei soci

Il rinnovo del consiglio di amministrazione di Sapir, società terminalista a maggioranza pubblica operativa nel porto di Ravenna dove possiede vaste aree di superficie e immobili, diventa un terreno di scontro tra i poteri della città e le loro rappresentenze. Alla vigilia dell’assemblea dei soci che dovrà nominare i consiglieri e il presidente, Confindustria Romagna attacca la scelta della Camera di Commercio di Ravenna (proprietaria dell’11 percento di quote) che ha annunciato agli azionisti l’intenzione di nominare una propria dirigente nel cda e non più un esponente de mondo industriale, rompendo una consuetudine che durava da lungo tempo.

Gli Industriali in una nota scritta inviata alla stampa l’1 agosto parlano di «vivo rammarico» per la rottura «unilaterale di una lunga tradizione di scelte condivise, richiamata anche al Tavolo delle associazioni di categoria il 22 luglio scorso». Confindustria ricorda che le Camere di Commercio «sono state istituite per promuovere gli interessi commerciali e industriali, al loro interno si coordinano le associazioni imprenditoriali con l’obbiettivo dello sviluppo del territorio e nel rispetto di questo clima di collaborazione leale, è sempre stato un principio condiviso che all’interno del consiglio di amministrazione di Sapir fosse indicata dall’ente camerale di Ravenna una figura espressione di Confindustria, che è l’associazione più rappresentativa del porto».

Motivo del cambio di rotta? Secondo Confindustria Romagna, che parla attraverso il presidente Paolo Maggioli, «non sono stati dati validi motivi, se non un richiamo alla possibile fusione dell’ente camerale di Ravenna con quello di Ferrara, che non ha alcuna concreta attinenza con Sapir e che è tra l’altro una scelta non condivisa da Confindustria».

Tra i diplomati al master di Alma-Ais per sommelier la migliore è una ravennate

La 31enne Ilaria Di Nunzio ha superato la prova finale della Scuola internazionale di cucina italiana di cui è rettore Gualtiero Marchesi

Tra i venti studenti, provenienti da tutta Italia, che hanno superato l’esame finale all’ottavo master per sommelier promosso da Alma (Scuola internazionale di cucina italiana di cui è rettore Gualtiero Marchesi) in collaborazione con Ais (Associazione italiana sommelier) una ravennate è risultata tra le due migliori in assoluto. Si tratta della 31enne Ilaria Di Nunzio.

Dopo aver lavorato come impiegata amministrativa per aziende pubbliche e di informazioni turistiche, la trentunenne ravennate si è avvicinata prima al mondo della ristorazione, occupandosi di marketing nel settore del catering e del banqueting, e poi a quello della sommellerie. Nell’ambito del master ha svolto l’esperienza di stage al ristorante Uliassi dello chef Mauro Uliassi, a Senigallia (Ancona).

Il diploma è arrivato dopo un percorso della durata di nove mesi, tra fase residenziale (sette mesi di aula e uscite didattiche) e due mesi di stage in prestigiose strutture legate al mondo del vino. Il master si caratterizza per il suo focus sulla comunicazione e sul marketing del vino e del mondo del beverage in generale. In totale, se si considerano le prime sette edizioni gli studenti diplomati sono stati 113. L’avvio della nona edizione è previsto il prossimo 19 settembre: il gruppo classe è già al completo.

Come spiega Ciro Fontanesi, coordinatore di Alma Wine Academy, «l’obiettivo del master è formare delle figure tecniche di livello superiore, che oltre alla conoscenza e al servizio, sappiano padroneggiare tutti gli aspetti inerenti la gestione, il marketing e la comunicazione dell’azienda produttrice o delle strutture a essa affini».

Tra i diplomati al master di Alma-Ais per sommelier la migliore è una ravennate

La 31enne Ilaria Di Nunzio ha superato la prova finale della Scuola internazionale di cucina italiana di cui è rettore Gualtiero Marchesi

Tra i venti studenti, provenienti da tutta Italia, che hanno superato l’esame finale all’ottavo master per sommelier promosso da Alma (Scuola internazionale di cucina italiana di cui è rettore Gualtiero Marchesi) in collaborazione con Ais (Associazione italiana sommelier) una ravennate è risultata tra le due migliori in assoluto. Si tratta della 31enne Ilaria Di Nunzio.

Dopo aver lavorato come impiegata amministrativa per aziende pubbliche e di informazioni turistiche, la trentunenne ravennate si è avvicinata prima al mondo della ristorazione, occupandosi di marketing nel settore del catering e del banqueting, e poi a quello della sommellerie. Nell’ambito del master ha svolto l’esperienza di stage al ristorante Uliassi dello chef Mauro Uliassi, a Senigallia (Ancona).

Il diploma è arrivato dopo un percorso della durata di nove mesi, tra fase residenziale (sette mesi di aula e uscite didattiche) e due mesi di stage in prestigiose strutture legate al mondo del vino. Il master si caratterizza per il suo focus sulla comunicazione e sul marketing del vino e del mondo del beverage in generale. In totale, se si considerano le prime sette edizioni gli studenti diplomati sono stati 113. L’avvio della nona edizione è previsto il prossimo 19 settembre: il gruppo classe è già al completo.

Come spiega Ciro Fontanesi, coordinatore di Alma Wine Academy, «l’obiettivo del master è formare delle figure tecniche di livello superiore, che oltre alla conoscenza e al servizio, sappiano padroneggiare tutti gli aspetti inerenti la gestione, il marketing e la comunicazione dell’azienda produttrice o delle strutture a essa affini».

Rio 2016, cinque ravennati ai Giochi Nella storia delle Olimpiadi sono 53

La prima volta nel 1932: a Los Angeles andarono in quattro. L’ultimo podio nel 2008 con Idem. In totale 18 medaglie: due ori per Maenza

Ci saranno cinque ravennati tra i 297 atleti della spedizione italiana a Rio de Janeiro per la trentunesima edizione dei Giochi olimpici estivi (dal 5 al 21 agosto). Un manipolo composto da Marcello Miani (canottaggio), Daigoro Timoncini (lotta), Serena Ortolani (pallavolo), Carlotta Zofkova (nuoto) e Sara Errani (tennis). Proveranno a portare una medaglia a Ravenna quattro anni dopo il nulla conquistato dai quattro ravennati a Londra: nel Regno Unito si spezzò una striscia di cinque edizioni consecutive con medagliati bizantini, da Barcellona 1992 a Pechino 2008 passando per Atlanta, Sidney e Atene. Nella pattuglia ravennate in Brasile vanno ricordati anche i nomi di tecnici o atleti ravennati di adozione: Davide Cassani ct del ciclismo, Marco Bonitta e Massimo Taglioli ct e scoutman nella pallavolo, Francesco Damiani allenatore nella boxe, Matteo Manzi massaggiatore nella mountain bike, Jessica Rossi nel tiro a volo e Marta Menegatti nel beach volley.

NUMERI La presenza ravennate ai prossimi Giochi sarà in buona sostanza in linea con il recente passato: già detto di Londra, andando a ritroso troviamo gli otto di Pechino, i quattro di Atene, i nove di Sydney (con la curiosità di ben quattro residenti a Madonna dell’Albero), i dieci di Atlanta (il record), i sette di Barcellona, i sei di Seul, i cinque di Los Angeles, i quattro di Mosca, i tre di Montreal, i tre di Monaco, i due di Città del Messico e uno solo a Tokyo. In totale, comprese le presenze precedenti all’appuntamento giapponese del 1964, fanno 92 presenze con 54 atleti diversi.

MEDAGLIERE BIZANTINO In totale il medagliere ravennate recita cinque ori, sette argenti e sei bronzi. La prima edizione che fruttò una medaglia ad atleti ravennati fu quella di Los Angeles 1932. Si presentarono in quattro in California e tutti e quattro andarono sul podio: Renzo Morigi oro e Domenico Matteucci bronzo nella pistola automatica, Omero Bonoli argento nella ginnastica specialità cavallo con maniglia e Ercole Gallegati bronzo nella lotta grecoromana. Sedici anni dopo è ancora Gallegati a gioire con un altro bronzo. Dovranno poi passare ventiquattro anni per un’altra medaglia e sarà di nuovo un bronzo nella lotta con Gian Matteo Ranzi. Nel 1984 la kermesse torna a Los Angeles e Ravenna torna a tingersi d’oro: è ancora la lotta il forziere ravennate, questa volta con il faentino Vincenzo Maenza. Nella stessa edizione Francesco Damiani nella boxe è costretto ad arrendersi in finale portando a casa l’argento (l’ex pugile di Bagnacavallo oggi è allenatore della nazionale presente a Rio). Il nome di Maenza tornerà ancora: di nuovo oro a Seul 1988 e argento a Barcellona 1992. I Giochi americani del ’96 vedono il primo podio di una 32enne canoista Josefa Idem, l’argento per Andrea Gardini e Vigor Bovolenta nella pallavolo ma anche gli ori nella scherma per il lughese Guido Marzari (allenatore della squadra maschile di spada) e nel ciclismo per Andrea Collinelli (inseguimento su pista). In Australia quattro anni più tardi Gardini si ferma un gradino più sotto mentre Idem arriva all’oro. Per la canoista arriveranno altri due argenti consecutivi.

NOTTI IN BIANCO Ecco il calendario degli esordi dei ravennati a Rio. Il primo ravennate sarà Davide Cassani, ct del ciclismo su strada: il 6 agosto dalle 19.30 (ora italiana, in Brasile saranno le 14.30) è in programma la prova in linea. Il 10 agosto invece sarà il momento della prova a cronometro. Sempre dal 6 agosto cominciano gli appuntamenti della boxe: ad allenare gli azzurri c’è Francesco Damiani. Anche il torneo olimpico di tennis parte il 6 agosto con i primi incroci: Sara Errani in doppio con Roberta Vinci tenterà l’assalto a una medaglia. Il 7 agosto sarà una giornata ricca di esordi per gli atleti di Ravenna: in campo alle 3.35 (le 22.35 del 6 agosto in Brasile) la pallavolo femminile che vedrà impegnati il coach Marco Bonitta, la schiacciatrice Serena Ortolani e lo scoutman Massimo Taglioli per la prima partita del girone contro la Serbia. Alle 14 italiane sarà la volta di Jessica Rossi che proverà a difendere l’oro di Londra nel trap femminile del tiro a volo. Poi appuntamento con il canottaggio: cominciano le batterie maschili e alle 16.20 italiane ci sarà Marcello Miani in coppia con Andrea Micheletti per il doppio pesi leggeri. L’esordio di Marta Menegatti arriverà quando in Italia sarà già l’8 agosto: alle 3 di notte (le 22 del 7 per il Brasile) la beacher sarà sulla sabbia brasiliana in coppia con Viktoria Orsi Toth contro Canada. Il 12 agosto alle 18 italiane scende in vasca la lughese Carlotta Zofkova con la staffetta del nuoto 4×100 misti. Il 15 agosto alle 15 sul tappeto il lottatore Daigoro Timoncini. Negli ultimi due giorni di Olimpiade, 21 e 22 agosto, sarà la volta della mountain bike: il massaggiatore degli atleti azzurri è Matteo Manzi.

Rio 2016, cinque ravennati ai Giochi Nella storia delle Olimpiadi sono 53

La prima volta nel 1932: a Los Angeles andarono in quattro. L’ultimo podio nel 2008 con Idem. In totale 18 medaglie: due ori per Maenza

Ci saranno cinque ravennati tra i 297 atleti della spedizione italiana a Rio de Janeiro per la trentunesima edizione dei Giochi olimpici estivi (dal 5 al 21 agosto). Un manipolo composto da Marcello Miani (canottaggio), Daigoro Timoncini (lotta), Serena Ortolani (pallavolo), Carlotta Zofkova (nuoto) e Sara Errani (tennis). Proveranno a portare una medaglia a Ravenna quattro anni dopo il nulla conquistato dai quattro ravennati a Londra: nel Regno Unito si spezzò una striscia di cinque edizioni consecutive con medagliati bizantini, da Barcellona 1992 a Pechino 2008 passando per Atlanta, Sidney e Atene. Nella pattuglia ravennate in Brasile vanno ricordati anche i nomi di tecnici o atleti ravennati di adozione: Davide Cassani ct del ciclismo, Marco Bonitta e Massimo Taglioli ct e scoutman nella pallavolo, Francesco Damiani allenatore nella boxe, Matteo Manzi massaggiatore nella mountain bike, Jessica Rossi nel tiro a volo e Marta Menegatti nel beach volley.

NUMERI La presenza ravennate ai prossimi Giochi sarà in buona sostanza in linea con il recente passato: già detto di Londra, andando a ritroso troviamo gli otto di Pechino, i quattro di Atene, i nove di Sydney (con la curiosità di ben quattro residenti a Madonna dell’Albero), i dieci di Atlanta (il record), i sette di Barcellona, i sei di Seul, i cinque di Los Angeles, i quattro di Mosca, i tre di Montreal, i tre di Monaco, i due di Città del Messico e uno solo a Tokyo. In totale, comprese le presenze precedenti all’appuntamento giapponese del 1964, fanno 92 presenze con 54 atleti diversi.

MEDAGLIERE BIZANTINO In totale il medagliere ravennate recita cinque ori, sette argenti e sei bronzi. La prima edizione che fruttò una medaglia ad atleti ravennati fu quella di Los Angeles 1932. Si presentarono in quattro in California e tutti e quattro andarono sul podio: Renzo Morigi oro e Domenico Matteucci bronzo nella pistola automatica, Omero Bonoli argento nella ginnastica specialità cavallo con maniglia e Ercole Gallegati bronzo nella lotta grecoromana. Sedici anni dopo è ancora Gallegati a gioire con un altro bronzo. Dovranno poi passare ventiquattro anni per un’altra medaglia e sarà di nuovo un bronzo nella lotta con Gian Matteo Ranzi. Nel 1984 la kermesse torna a Los Angeles e Ravenna torna a tingersi d’oro: è ancora la lotta il forziere ravennate, questa volta con il faentino Vincenzo Maenza. Nella stessa edizione Francesco Damiani nella boxe è costretto ad arrendersi in finale portando a casa l’argento (l’ex pugile di Bagnacavallo oggi è allenatore della nazionale presente a Rio). Il nome di Maenza tornerà ancora: di nuovo oro a Seul 1988 e argento a Barcellona 1992. I Giochi americani del ’96 vedono il primo podio di una 32enne canoista Josefa Idem, l’argento per Andrea Gardini e Vigor Bovolenta nella pallavolo ma anche gli ori nella scherma per il lughese Guido Marzari (allenatore della squadra maschile di spada) e nel ciclismo per Andrea Collinelli (inseguimento su pista). In Australia quattro anni più tardi Gardini si ferma un gradino più sotto mentre Idem arriva all’oro. Per la canoista arriveranno altri due argenti consecutivi.

NOTTI IN BIANCO Ecco il calendario degli esordi dei ravennati a Rio. Il primo ravennate sarà Davide Cassani, ct del ciclismo su strada: il 6 agosto dalle 19.30 (ora italiana, in Brasile saranno le 14.30) è in programma la prova in linea. Il 10 agosto invece sarà il momento della prova a cronometro. Sempre dal 6 agosto cominciano gli appuntamenti della boxe: ad allenare gli azzurri c’è Francesco Damiani. Anche il torneo olimpico di tennis parte il 6 agosto con i primi incroci: Sara Errani in doppio con Roberta Vinci tenterà l’assalto a una medaglia. Il 7 agosto sarà una giornata ricca di esordi per gli atleti di Ravenna: in campo alle 3.35 (le 22.35 del 6 agosto in Brasile) la pallavolo femminile che vedrà impegnati il coach Marco Bonitta, la schiacciatrice Serena Ortolani e lo scoutman Massimo Taglioli per la prima partita del girone contro la Serbia. Alle 14 italiane sarà la volta di Jessica Rossi che proverà a difendere l’oro di Londra nel trap femminile del tiro a volo. Poi appuntamento con il canottaggio: cominciano le batterie maschili e alle 16.20 italiane ci sarà Marcello Miani in coppia con Andrea Micheletti per il doppio pesi leggeri. L’esordio di Marta Menegatti arriverà quando in Italia sarà già l’8 agosto: alle 3 di notte (le 22 del 7 per il Brasile) la beacher sarà sulla sabbia brasiliana in coppia con Viktoria Orsi Toth contro Canada. Il 12 agosto alle 18 italiane scende in vasca la lughese Carlotta Zofkova con la staffetta del nuoto 4×100 misti. Il 15 agosto alle 15 sul tappeto il lottatore Daigoro Timoncini. Negli ultimi due giorni di Olimpiade, 21 e 22 agosto, sarà la volta della mountain bike: il massaggiatore degli atleti azzurri è Matteo Manzi.

Nasce lo Juventus Club Ravenna «Non poteva esserci solo per l’Inter…»

Intitolato all’Avvocato, la fondazione a Punta Marina il 3 agosto, primo presidente un 23enne di Mandriole: «È ora di festeggiare un triplete»

Nel sondaggio tra i fan della pagina Facebook ha superato la bandiera Alessandro Del Piero, forse anche per scaramanzia visto che l’ex capitano è ancora vivo e vegeto, e così sarà intitolato all’avvocato Gianni Agnelli lo Juventus Club Ravenna che nascerà il 3 agosto a Punta Marina, il traguardo che Andrea Battani insegue da un paio di anni. «Ci troveremo alle 18 alla birreria Baia dei Pirati in piazza Saffi, firmeremo lo statuto per la costituzione dell’associazione e inizieremo a fare i tesseramenti. Chiunque è interessato può venire a prendere un aperitivo», spiega il 23enne di Mandriole che si candiderà per essere il primo presidente del club.

Perché creare uno Juve club a Ravenna? «Mi sono detto, c’è quello dell’Inter è non può esserci quelo della Juve? E poi per comprare i biglietti ero costretto ad andare a quello di Faenza». Al centesimo tesseramento (25 euro quota annuale, fissata dalla società di Torino) si potrà richiedere il riconoscimento come club ufficiale: «A quel punto avremo la possibilità di fare i biglietti solo per i soci e organizzare i viaggi per le partite. Ho chiesto qualche preventivo alle società di autobus per essere pronto. Sarebbe bello essere già pronti per la prima di campionato il 20 agosto contro la Fiorentina ma i tempi sono molto stretti e non credo ci riusciremo».

Se lo striscione “Juve Club Ravenna” non sventolerà nella gara contro la Viola sugli spalti del tempio bianconero vorrà dire che ci si troverà a guardarla in tv: «Per le partite in cui non andremo organizzati magari faremo serate con birra e salsiccia aperte a tutti, per stare insieme. Stiamo pensando anche a questo in base alla disponibilità organizzativa».

Il sondaggio, si diceva, qualche tempo fa ha visto prevalere Agnelli. Se fatto oggi forse ci sarebbe stato anche già Higuain tra i papabili per il primo club a suo nome? «Voglio vederlo prima giocare. Io mi ricordo ancora Diego che arrivò dal Wolfsburg che doveva essere un fenomeno e poi è finito male. Certo che con questa squadra sarebbe ora di festeggiare un triplete per dimenticare quello dell’Inter nel 2010 di cui ancora si parla». Idolo di una vita per Battani, manco a dirlo, Del Piero: «Sono cresciuto con le sue giocate, è stato con noi in serie B, sarà lui per sempre il mio idolo».

Non è ancora entrato allo Juventus Stadium ma Battani, responsabile del Ravenna Calcio Balilla che milita nel campionato Uisp, ricorda bene un Bologna-Juve di qualche anno fa giocata in anticipo al venerdì proprio nel giorno del suo compleanno: «Ho chiesto alla mia ragazza di venire con me allo stadio dicendo che il mio compleanno potevo scegliere io come passarlo ma lei si è messa a dire che era troppo freddo e io sono andato da solo. La Juve viene prima, ogni tanto almeno». E assicura che la relazione è tuttora stabile.

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