venerdì
12 Settembre 2025

Dopo una fuga rocambolesca arrestato e reimpatriato un pregiudicato

L’uomo era entrato illegalmente in Italia ed è stato condannato per associazione a delinquere, rapina, ricettazione e lesioni

Dalla Questura gli hanno organizzato il viaggio: un biglietto da Fiumicino di sola andata per Tirana, dove ad attenderlo troverà la polizia albanese. Il passeggero è un pregiudicato albanese di 34 anni che è stato arrestato nella notte tra venerdì e sabato dalla Polizia di Ravenna per associazione per delinquere finalizzata ai furti in appartamento, rapina, ricettazione e lesioni.

Gli agenti delle volanti lo hanno intercettato a bordo di una lancia Y condotta da un cittadino tunisino senza patente che alla vista della pantera si è diretto in campagna attraversando la frazione di Madonna dell’Albero a tutta velocità .

Dopo una corsa di diversi chilometri su strade sterrate e carraie sempre tallonato dalla volante la piccola autovettura ha sbandato e terminato la corsa in un fosso di scolo. Il cittadino albanese ha tentato una inutile fuga, ma è stato presto raggiunto e bloccato dai poliziotti che hanno verificato come fosse tornato illegalmente in Italia dopo una precedente espulsione. Giudicato per direttissima dal Tribunale, è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione con immediata espulsione dall’Italia.

Anziana maltrattata dal genero A denunciarlo figlio e badanti

Divieto di avvicinamento per l’uomo di 64 anni picchiava e percuoteva la donna, 83 anni in gravi difficoltà fisiche e psicologiche

Sono state le badanti che si sono succedute nell’accudimento della donna, una 83enne con gravi difficoltà fisiche e psichiche, a raccontarlo al figlio: il genero, un uomo di 64 anni di Sant’Agata sul Santerno, picchiava l’anziana suocere con schiaffi e urla e violenti strattoni per farla per camminare nelle ore di riposo delle badanti, quando gli veniva affidata la sua cura. E così il figlio dell’anziana si è rivolto alle forze dell’ordine.

L’attività di indagine è stata curata da agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Lugo coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica dr Bartolozzi. Sono state sentite tutte le badanti che si erano alternate nella assistenza della anziana alcune delle quali erano inizialmente reticenti in quanto intimorite dalla personalità dell’indagato.

Ne è venuto fuori un quadro estremamente allarmante tanto da indurre la Procura della Repubblica a richiedere al GIP del Tribunale di Ravenna una ordinanza di divieto di avvicinamento alla anziana ed alla attuale badante da parte del genero che deve mantenere una distanza minima dalle due donne di 500 metri non potendo comunicare con le stesse in alcun modo.

Sutter vicepresidente e tre commissioni guidate dalll’opposizione

Mentre le new entry Pd sarebbero Marco Turchetti all’Urbanistica e Rudy Gatta alle Attività Produttive

SutterIl consiglio comunale ha decretato all’unanimità, nella seduta di giovedì 28 luglio, l’elezione a vicepresidente dell’assemblea Raffaella Sutter della formazione politica Ravenna in Comune, e la delibera che istituisce le dieci commissioni di lavoro tematiche, mentre il 4 agosto è in calendario l’elezione di tutti i presidenti.

Ecco le competenze delle commissioni previste: Affari istituzionali, partecipazione e sicurezza; Servizi sociali, volontariato, casa e decentramento; Assetto del territorio; Ambiente, sanità pubblica, qualità della vita; Bilancio, partecipate, personale, patrimonio; Istruzione, università, sport e grandi eventi; Cultura, immigrazione, politiche giovanili; Turismo; Lavori pubblici, attività produttive e porto. Ciascuna di esse sarà composta da dodici consiglieri: due per il gruppo Pd e uno per ciascuno degli altri dieci gruppi consiliari (Alberghini, Ama Ravenna, Cambierà, Forza Italia, La Pigna, Lega Nord, Lista per Ravenna, Pri, Ravenna in Comune, Sinistra per Ravenna). La decima commissione, quella elettorale, è già composta da rappresentanti eletti dal Consiglio a scrutino segreto: Alessandro Barattoni, Maurizio Bucci, Mariella Mantovani (membri effettivi) e Learco Tavoni, Patrizia Strocchi, Fiorenza Campidelli (membri supplenti). 

Per la prima volta, in virtù anche di una vittoria più risicata che in passato, il Pd ha deciso di lasciare all’opposizione la guida di tre commissioni (e non di due come in passato): quella degli Affari istituzionali dovrebbe andare a Michela Guerra di CambieRà (secondo gruppo di opposizione per numero di voti), la commissione Salute e Ambiente dovrebbe essere presieduta da Alvaro Ancisi (terzo gruppo di opposizione), mentre quella del Bilancio dovrebbe essre affidata a Samantha Gardin della Lega Nord (primo gruppo di opposizione e che in quanto tale ha potuto scegliere per primo).

A bocca asciutta al momento resterebbero quindi Forza Italia e La Pigna di Maurizio Bucci.
Per quanto riguarda le altre presidenze sembra certa l’elezione di Marco Turchetti (Ecodem) a quella per l’Urbanistica, di Rudy Gatta alle Attività produttive e la conferma di Idio Baldrati ai Servizi sociali e di Fabio Sbaraglia alla Cultura.

Musca e compagna restano in carcere

Lo ha disposto il Tribunale del Riesame che ha respinto l’istanza dei difensori di annullamento o attenuazione delle restrizioni. La dichiarazione della Procura di Ravenna.

Niente Procurada fare per l’istanza di annullamento o comunque per l’attuazione di misure meno restrittive di custodia cautelare presentata al Tribunale del Riesame di Bologna dagli avvocati di Giuseppe Musca, Nicola Musca e Susi Ghiselli, indagati dalla Procura di Ravenna per bancarotta e arrestati l’11 luglio scorso perché sospettati di tentare una fuga in Svizzera (per i dettagli vedi articoli correlati). Il tribunale bolognese ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione per Giuseppe Musca e la compagna Ghiselli e confermato gli arresti domiciliari per il figlio Nicola.

La Procura della Repubblica di Ravenna vista la disposizione del giudice del riesame ha espresso «soddisfazione per il provvedimento… che ha confermato le ordinanze di misura cautelare… attestando così la solidità dell’impianto accusatorio, faticosamente costruito a seguito delle complesse e delicate indagini svolte in collaborazione con la Guardia di Finanza di Ravenna. Le indagini tuttavia proseguono con il massimo impegno per rafforzare ulteriormente un quadro probatorio che si delinea sempre più preciso ed articolato e dal quale emerge la gravità delle condotte poste in essere dagli indagati e la pericolosità degli stessi».

«Pokemon Go? Oggi è come un social, presto diventerà un business»

Alessandra Farabegoli, guru del mondo web, guarda al fenomeno:
«Un punto a favore di Google. Vedremo la contromossa di Facebook»

Cell PokemonModa estiva destinata a eclissarsi in autunno o nuovo fenomeno radicato? Quanto durerà la mania dei Pokemon? Giriamo la domanda a Alessandra Farabegoli, esperta e consulente di web, social network e nuove tecnologie. «Penso che resisterà un po’ ma parliamo di un mondo dove tutto penetra in un modo rapidissimo. Ci sembra che gli smartphone facciano parte della nostra vita da sempre ma il primo Iphone è del 2007».

Come è possibile che in due settimane il gioco Pokemon Go abbia avuto un boom così esteso?
«È un’applicazione nuova di strumenti che già avevamo come il Gps e la realtà aumentata innestata su un universo già noto, non solo ai nostalgici degli anni novanta ma anche agli adolescenti di oggi: la base di fan era già talmente ben consolidata che il gioco ha subito scavallato la soglia di penetrazione per cui è divertente giocarci. Funziona come per un social: se tutti ci sono dentro allora è difficile non entrarci».

Che evoluzioni ci aspettiamo?
«Sarò curiosa di vedere la risposta di Facebook. Alle spalle di Pokemon Go c’è Google che proprio per quella grande base di fan già pronti si è potuta permettere di non inserire il login al gioco con Facebook. Che ha già la geolocalizzazione e investe nella realtà virtuale, dovrà inventarsi qualcosa senza risultare la copia».

FarabegoliE che modello di business avrà?
«Gli acquisti in app saranno sicuramente un canale importante. Poi ci sarà tutta la parte legata alla possibilità di attività commerciali di essere pokestop. Per ora si può fare richiesta e si può ottenere il sì gratuitamente, forse perché per ora non è stata ben definita la gestione».

Sviluppa alienazione o è una nuova forma di socializzazione?
«Non credo sia alienante. Ci fa vivere in una realtà immaginaria ma in un certo senso è una cosa che facciamo comunemente tutti i giorni quando le nostre azioni sono ispirate da modelli che non sono persone vissute realmente. Il professor Keating de L’attimo fuggente è stato un’ispirazione per molti ma non è mai esististo se non nella finzione cinematografica. Allora quella era alienazione?».

È tra i cacciatori di Pokemon?
«L’ho scaricato per vederlo ma personalmente lo trovo noioso perché non sono mai stata tra i fan. Mio figlio di undici anni gioca ogni tanto sul mio telefono ma se avesse uno smartphone e volesse giocarci sarei più contenta di vederlo uscire a cercare Pokemon piuttosto che stare sul divano con un videogioco sul portatile, per una banale questione di attività fisica. E quando esce di casa gli direi di stare attento, come glielo direi se andasse in tanti altri luoghi».

«Pokemon Go? Oggi è come un social, presto diventerà un business»

Alessandra Farabegoli, guru del mondo web, guarda al fenomeno: «Un punto a favore di Google. Vedremo la contromossa di Facebook»

Cell PokemonModa estiva destinata a eclissarsi in autunno o nuovo fenomeno radicato? Quanto durerà la mania dei Pokemon? Giriamo la domanda a Alessandra Farabegoli, esperta e consulente di web, social network e nuove tecnologie. «Penso che resisterà un po’ ma parliamo di un mondo dove tutto penetra in un modo rapidissimo. Ci sembra che gli smartphone facciano parte della nostra vita da sempre ma il primo Iphone è del 2007».

Come è possibile che in due settimane il gioco Pokemon Go abbia avuto un boom così esteso?
«È un’applicazione nuova di strumenti che già avevamo come il Gps e la realtà aumentata innestata su un universo già noto, non solo ai nostalgici degli anni novanta ma anche agli adolescenti di oggi: la base di fan era già talmente ben consolidata che il gioco ha subito scavallato la soglia di penetrazione per cui è divertente giocarci. Funziona come per un social: se tutti ci sono dentro allora è difficile non entrarci».

Che evoluzioni ci aspettiamo?
«Sarò curiosa di vedere la risposta di Facebook. Alle spalle di Pokemon Go c’è Google che proprio per quella grande base di fan già pronti si è potuta permettere di non inserire il login al gioco con Facebook. Che ha già la geolocalizzazione e investe nella realtà virtuale, dovrà inventarsi qualcosa senza risultare la copia».

FarabegoliE che modello di business avrà?
«Gli acquisti in app saranno sicuramente un canale importante. Poi ci sarà tutta la parte legata alla possibilità di attività commerciali di essere pokestop. Per ora si può fare richiesta e si può ottenere il sì gratuitamente, forse perché per ora non è stata ben definita la gestione».

Sviluppa alienazione o è una nuova forma di socializzazione?
«Non credo sia alienante. Ci fa vivere in una realtà immaginaria ma in un certo senso è una cosa che facciamo comunemente tutti i giorni quando le nostre azioni sono ispirate da modelli che non sono persone vissute realmente. Il professor Keating de L’attimo fuggente è stato un’ispirazione per molti ma non è mai esististo se non nella finzione cinematografica. Allora quella era alienazione?».

È tra i cacciatori di Pokemon?
«L’ho scaricato per vederlo ma personalmente lo trovo noioso perché non sono mai stata tra i fan. Mio figlio di undici anni gioca ogni tanto sul mio telefono ma se avesse uno smartphone e volesse giocarci sarei più contenta di vederlo uscire a cercare Pokemon piuttosto che stare sul divano con un videogioco sul portatile, per una banale questione di attività fisica. E quando esce di casa gli direi di stare attento, come glielo direi se andasse in tanti altri luoghi».

Le Famiglie tra le deleghe del sindaco Ma non saranno nelle dieci commissioni

Emendamento presentato da Ancisi (Lpr) per aggiungere l’argomento ai Servizi sociali: a favore tutta l’opposizione, maggioranza contraria

Il sindaco aggiunge le Politiche per le famiglie tra le sue deleghe ma la maggioranza vota contro l’inserimento dello stesso tema tra le competenze delle dieci commissioni consiliari istituite per il mandato 2016-21. È l’esito della prima riunione operativa del consiglio comunale a Ravenna, andata in scena il 28 luglio.

A sollevare il tema è stato Alvaro Ancisi, consigliere di Lista per Ravenna e decano dell’opposizione. «Ho proposto il 21 luglio che la Famiglia fosse introdotta tra le competenze della commissione consiliare Servizi sociali, per la sua pregnanza sociale, nel momento attuale, con i servizi alla persona. Sia nell’assetto delle dieci commissioni consiliari e sia tra le deleghe assegnate dal sindaco De Pascale a se stesso e ai suoi assessori era stato compreso tutto lo scibile politico, sociale ed umano, non esclusi giustamente i diritti degli animali. Mancava solo la famiglia, cellula fondamentale di ogni comunità».

L’iniziativa di Ancisi, dopo due ore di discussione in municipio, ha ottenuto un risultato: «Il sindaco, intervenendo nella discussione, ha annunciato che, ritornando sulla sua decisione iniziale del 29 giugno circa le deleghe assegnate all’interno della giunta comunale, avrebbe recuperato quella ignorata sulla famiglia attribuendo a se stesso la delega sulle Politiche per le famiglie».

A quel punto il consigliere di Lpr ha modificato l’emendamento presentato in apertura di seduta inserendo «tal quale le Politiche per le famiglie tra le competenze della commissione Servizi sociali, casa, volontariato e decentramento». Hanno votato a favore tutti i dodici consiglieri di opposizione (Lega Nord, Cambierà, Lista per Ravenna, Ravenna in Comune, Pigna, Forza Italia), il sindaco e la presidente del consiglio comunale si sono astenuti, Pd, Pri, Ama Ravenna e Sinistra per Ravenna hanno votato contro. «Secondo i geni della maggioranza – punge con sarcasmo Ancisi – le politiche delle famiglie ora dovrebbe trattarle solo il sindaco, ma non il consiglio comunale, massimo organo deliberativo del Comune, agli indirizzi del quale il sindaco per legge è obbligato ad attenersi. In sostanza, hanno bocciato se stessi».

Agricoltori alla guerra del grano «Ricavi inferiori ai costi di produzione»

Legacoop, Coldiretti e Cia lamentano il crollo delle quotazioni
e chiedono misure per un mercato più trasparente

Il prezzo del grano tenero è in picchiata e il mondo dell’agricoltura è in difficoltà. Secondo Legacoop si è passati dagli oltre 260 euro per tonnellata del 2013 ai circa 180 di quest’anno con un calo di oltre il 30 percento, Coldiretti parla di prezzi arrivati a 16 centesimi al chilo cioè al di sotto dei costi di produzione, la Cia parla di ritorno al prezzo di 50 anni fa mentre i costi di produzione sono aumentati quasi del doppio e oggi 100 kg di grano valgono meno di 7 kg di pane. Per sensibilizzare le autorità sulla questione, le associaizoni di categoria stanno portando avanti alcune iniziative.

«Le prime azioni del Ministero per la valorizzazione della filiera italiana, trasparente e di qualità – dice Legacoop – sono un passo avanti importante ma non sufficiente a mettere in sicurezza il comparto. Il problema che si sta abbattendo sulla filiera è molto sentito dal sistema cooperativo, che è particolarmente presente sia in fase di produzione che di trasformazione e dove grazie all’aggregazione, all’innovazione degli stoccaggi e servizi si è riusciti negli anni a proporre liquidazioni competitive e opportunità agli agricoltori». La lega delle cooperative sottolinea che «oggi dopo anni di libero mercato internazionale sugli agricoltori si scaricano le speculazioni finanziarie globali».

Secondo Coldiretti Emilia Romagna serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, «ma è anche necessario estendere i controlli al 100 percento degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale». Solo in Emilia Romagna – informa Coldiretti – sono a rischio 30mila aziende agricole «che producono 357mila tonnellate di grano duro e 782mila tonnellate di grano tenero su una superficie di quasi 200mila ettari».

I produttori di grano di Cia, Confagricoltura e Copagri non ci stanno più e lanciano un aut-aut e se le quotazioni non tornano a salire, riconoscendo al frumento Made in Italy il giusto valore, faranno lo sciopero della semina. A livello provinciale Cia, Confagricoltura e Copagri al momento sono al lavoro per proporre un ordine del giorno ai Sindaci del territorio affinché venga adottato nel corso delle sedute dei prossimi consigli comunali.

Pokemon mania, storie di cacciatori «In pigiama in strada per catturarne uno»

Il 30enne dj a dieta sfrutta il videogioco per camminare, il 16enne al parco di nascosto invece di studiare, il 15enne almeno esce di casa

Si aggirano come moderni rabdomanti per i punti più improbabili della città. Non cercano però un’oasi d’acqua seguendo le vibrazioni di un bastone forcuto, ma buffi animaletti elettronici di un cartone animato giapponese di venti anni fa. Camminano tenendo lo sguardo fisso dentro il telefono, una realtà aumentata (o diminuita?). «Ieri un tizio mi è corso addosso ai giardini pubblici», racconta Francesca. Un altro aneddoto che si aggiunge ai tanti che circolano sul web su persone che camminano in autostrada di notte, che entrano a casa di sconosciuti o che si fanno malissimo per non aver guardato a dove mettevano i piedi. Pokemon Go è la moda virale dell’estate 2016, come lo erano stati a suo tempo i secchio di acqua gelata per l’Ice Bucket Challenge o le foto alle proprie gambe in spiaggia.

Così mentre loro si aggirano per la città a caccia di Pokemon, io mi parto a caccia di cacciatori di Pokemon per chiedere loro cosa li spinga a sfidare le temperature di questi giorni per un videogioco. Non è difficile riconoscerli, vagano con il cellulare all’altezza dello sguardo e gridano frasi tipo «Eccolo!» oppure «Catturato!» seguite da nomi improbabili che sembrano quelli di medicinali per la bronchite come Vaporeon, Snorlax, Magmar.

In piazza dell’Aquila incontro due quindicenni intenti a lanciare sfere virtuali. «Almeno così esce di casa – mi dice un ragazzino prendendo in giro l’amico – prima stava sempre a giocare con videogiochi in camera, adesso gira come un matto tutto il giorno, è più salutare». Non mi dicono i loro nomi perché «dopo mamma fa storie se scopre che sono qui, visto che ho il debito in matematica da recuperare». Uno di loro è un super patito: «Non potevo aspettare il 15 luglio (la data in cui è uscito il gioco in Italia, ndr) così mi sono creato un profilo in Nuova Zelanda e ho scaricato la versione inglese che era già disponibile prima».

Un gruppo di quattro sedicenni a petto nudo si aggira al parco Teodorico correndo come uno stormo a cavallo di biciclette sotto un sol leone: «Questa è una delle zone migliori dove andare a caccia di Pokemon», spiega Stefano. Uno dei suo amici nel frattempo è sceso dalla bici e la sta prendendo a calci, mentre gli altri lo prendono in giro. Gli è sfuggito un mostriciattolo di cui non capisco il nome. «Qui se ne trovano di rari, ma non sempre riusciamo a catturarli perché scappano».

Martino, nome di fantasia, è un giocatore non più ragazzino, ha trent’anni e lavora come barista e dj a Marina di Ravenna. L’ho visto inseguire Pokemon in riva al mare e l’ho fermato per fargli qualche domanda. «Sono a dieta, il nutrizionista mi ha detto che devo camminare molto, ma non ne avevo mai voglia, così ho scaricato il gioco per obbligami a camminare e sta funzionando». Martino dice di non essere uno fissato con il gioco e di utilizzarlo solo un paio di volte alla settimana. Poi confessa: «Una volta l’ho acceso perché non riuscivo a dormire e ho visto che vicino a casa mia c’era Snorlax che mi piace molto. Allora sono uscito in pigiama alle 2 di notte per catturarlo». Martino non ha piacere di rivelare il suo nome: «Il proprietario del locale dove lavoro non ama il gioco e credo che mi farebbe delle storie, però secondo me è un errore. Molti ragazzi seguono i mostri per strada e quando il gioco darà la possibilità di creare luoghi di interesse in cui trovare Pokemon nei pressi di locali privati chi lo farà per primo avrà molti nuovi clienti».

Distruggono una cabina telefonica per noia: 4 minorenni denunciati

Il blitz vandalico in stazione dopo la festa di compleanno di un amico. Incastrati dalle riprese delle telecamere di videosorveglianza

Dopo la festa in un casolare di campagna per il 18esimo compleanno di un amico sono andati in stazione e come passatempo hanno distrutto una cabina telefonica: i carabinieri hanno denunciato quattro studenti minorenni per danneggiamento aggravato in concorso. L’episodio è avvenuto a Solarolo nella notte tra il 6 e il 7 giugno, i protagonisti sono ragazzi di buona famiglia tutti residenti a Imola e ora rischiano un’ulteriore denuncia da Telecom. Fondamentali per individuare gli autori sono state le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona.

Le indagini dei militari hanno preso spunto da una festa che si era svolta quella stessa notte in un casolare di campagna per il 18esimo compleanno di un faentino dove erano affluiti una sessantina di ragazzi. Incrociando le immagini con alcune testimonianze sono riusciti a individuare i possibili autori dell’atto vandalico poi convocati in caserma con i genitori. Hanno ammesso le loro responsabilità dichiarandosi pentiti. Il festeggiato era completamente estraneo ai fatti.

Assegno falso da 56mila euro per due orologi: arrestato

La copertura massima era di 500 euro. Gioielliere ingannato con un complice che ha intercettato una telefonata verso la banca.

Con il gioiellerie aveva trattato l’acquisto di due orologi Hublot arrivando ad accordarsi per 56mila euro dal prezzo di partenza di 68mila da pagare con un assegno circolare: il primo controllo fatto in banca pareva dimostrare che tutto era in regola ma una verifica ulteriore ha permesso di accertare che l’assegno era falso. All’uscita dall’istituto di credito c’erano gli agenti della squadra mobile di Ravenna ad aspettarlo: in manette Antonio Di Martino, 66enne napoletano con precedenti.

La polizia ritiene che il tentativo di truffa sia andato in scena con la complicità di qualcun altro che potrebbe aver intercettato la telefonata partita dalla banca di Ravenna e diretta alla filiale di Napoli che aveva emesso l’assegno. Al cassiere ravennate infati è arrivata la garanzia della copertura ma non è la stessa risposta che il cassiere ha avuto da Roma quando ha chiamato la sede centrale della banca: la matricola appartenente alla serie di quell’assegno circolare aveva una copertura massima di 500 euro. Per questo motivo gli uomini della Mobile sono convinti che la telefonata sia stata intercettata e dirottata su un complice.

Questa mattina, 28 luglio, è stato celebrata la prima udienza con rito direttissimo dove sono stati chiesti i termini a difesa ed il giudice ha stabilito la prosecuzione della carcerazione sino al 9 agosto data in cui si terrà il processo.

Il ministro: «Di Marco via da Ap perché non era più in sintonia con gli enti locali»

Delrio in Parlamento: «Il porto era bloccato dalle polemiche»
Parla di «allontanamento» poi aggiusta con «mancata conferma»

L’ingegnere Galliano Di Marco non è stato confermato a marzo 2016 alla presidenza dell’Autorità portuale di Ravenna per il secondo mandato perché non era più in sintonia con le altre autorità locali e le polemiche in corso negli ultimi mesi prima della scadenza stavano bloccando lo sviluppo dello scalo. È la spiegazione fornita da Graziano Delrio, ministro per i Trasporti e le Infrastrutture, rispondendo in Parlamento a una interrogazione presentata dal deputato ravennate Andrea Maestri (Possibile).

Delrio, nel suo breve intervento, ha affermato che dietro la scelta di affidare l’Autorità portuale al comandante della capitaneria in veste di commissario straordinario non ci sono misteri ma solamente la scelta di perseguire un criterio unico a livello nazionale: «Si è deciso di confermare solo chi era in sintonia con le autorità e non era coinvolto in indagini. Non è quindi un giudizio sull’operato dell’ingegnere Di Marco ma la constatazione che se non c’è collaborazione fra le istituzioni, e a Ravenna era così da mesi, è più opportuno il commissariamento con i comandanti delle capitanerie». Il ministro ha voluto ricordare che fino alla definitiva approvazione della nuova legge di riforma dei porti, attesa per la prossima settimana, la figura del presidente di Ap veniva scelta tra una terna proposta da Provincia, Comune e Camera di Commercio e quindi fosse indispensabile l’esistenza di una sintonia con queste espressioni locali. Per concludere Delrio ha anche ribadito che «la mancata conferma» – espressione utilizzata per correggere un lapsus iniziale in cui aveva invece parlato di «allontanamento» – non è stata dettata dalla volontà di difendere poteri locali.

Vista la spiegazione del ministro, vale la pena ricordare il caso Civitavecchia. Delrio a febbraio 2016 ha riconfermato Pasqualino Monti – nominato presidente la prima volta nel 2011 da Altero Matteoli – come commissario all’Autorità portuale locale nonostante a fine anno la Corte dei Conti avesse bocciato la sua gestione in diversi punti. Inoltre due mesi dopo la conferma, Monti è stato raggiunto da un avviso di conclusione indagini: il manager risulta indagato per falso ideologico in atti pubblici in concorso con il segretario dell’autorità e responsabile del procedimento di gara per l’affidamento delle opere strategiche per il porto (il prolungamento della darsena).

Nella sua controreplica l’onorevole Maestri si è detto del tutto insoddisfatto della risposta ottenuta bollando le parole del ministro come un’arrampicata sugli specchi. Il deputato si chiede come mai il provvedimento di commissariamento sia privo di una motivazione esplicita e poi si augura che il progetto hub portuale possa davvero sbloccarsi quanto prima per l’interesse dello scalo e della città.

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