sabato
06 Settembre 2025

Mareggiata, bagni allagati Chiesto lo stato di calamità

Confesercenti e Confcommercio chiedono l’intervento delle autorità a sostegno degli operatori. Evento causato da scirocco e alta marea

Le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti, in rappresentanza dei molti stabilimenti balneari dei lidi ravennati colpiti dall’improvvisa mareggiata nel tardo pomeriggio del 16 giugno, chiedono al Comune, alla Regione e a tutte le realtà preposte «di tenere conto di questa situazione, degli aiuti che sono necessari e di attivarsi con le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale della costa al fine di mettere in condizione gli operatori di poter proseguire la stagione turistica, già complicata che non è certo iniziata nel migliore dei modi».

Il Comune di Ravenna ha voluto sottolineare che «a differenza di precedenti situazioni non ci è stata comunicata nessuna allerta meteo che ci consentisse di attivare misure di prevenzione e di contenimento dei danni. Questo lascia pensare ad un evento anomalo di innalzamento del mare, non prevedibile con gli attuali criteri di monitoraggio e che merita uno studio e un approfondimento». I tratti di costa più colpiti sono quelli in corrispondenza di Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano e Lido di Dante. A causare l’evento è stata la combinazione di vento di scirocco con alta marea.

I funzionari delle due associazioni hanno seguito gli eventi atmosferici anche recandosi in tutti i lidi colpiti per verificare la situazione degli stabilimenti balneari dopo gli allagamenti e le ingressioni marine che hanno interessato diverse strutture e spiagge: «Si è senza dubbio trattato di una situazione anomala, inusuale e imprevista per il periodo che non si verificava da tempo. I danni sono ingenti, gravi e per superare questa fase abbiamo da subito richiesto interventi di somma urgenza che di ripristino degli arenili erosi». Si stanno stimando in queste ore l’entità dei danni. Gli imprenditori e i lavoratori dei bagni da subito si mobilitati nel tentativo di far trovare pronte già da questa mattina le strutture ai turisti.

La Cassa di Risparmio di Ravenna ha deliberato un plafond di due milioni di euro per consentire agli operatori turistici di fruire di finanziamenti volti a ripristinare i beni mobili ed immobili danneggiati dalle intemperie.

È già arrivata anche una dichiarazione di Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd e candidato sindaco del centrosinistra al ballottaggio: «Dal primo giorno, se toccherà a noi, lavoreremo al fianco degli operatori per recuperare i danni, superare le rigidità normative e rivedere i regolamenti nazionali, regionali e comunali che limitano la possibilità di difesa degli stabilimenti balneari. Lo straordinario lavoro dei bagnini e l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco hanno consentito di arginare danni gravissimi. Oltre a esprimere la mia piena solidarietà agli operatori, rivolgendo loro un caloroso ringraziamento per quello che hanno fatto questa notte, invito tutti i ravennati ad andare al mare il prossimo week-end per sostenerli. Insieme ce la possiamo fare».

Mareggiata, bagni allagati Chiesto lo stato di calamità

Confesercenti e Confcommercio chiedono l’intervento delle autorità a sostegno degli operatori. Evento causato da scirocco e alta marea

Le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti, in rappresentanza dei molti stabilimenti balneari dei lidi ravennati colpiti dall’improvvisa mareggiata nel tardo pomeriggio del 16 giugno, chiedono al Comune, alla Regione e a tutte le realtà preposte «di tenere conto di questa situazione, degli aiuti che sono necessari e di attivarsi con le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale della costa al fine di mettere in condizione gli operatori di poter proseguire la stagione turistica, già complicata che non è certo iniziata nel migliore dei modi».

Il Comune di Ravenna ha voluto sottolineare che «a differenza di precedenti situazioni non ci è stata comunicata nessuna allerta meteo che ci consentisse di attivare misure di prevenzione e di contenimento dei danni. Questo lascia pensare ad un evento anomalo di innalzamento del mare, non prevedibile con gli attuali criteri di monitoraggio e che merita uno studio e un approfondimento». I tratti di costa più colpiti sono quelli in corrispondenza di Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano e Lido di Dante. A causare l’evento è stata la combinazione di vento di scirocco con alta marea.

I funzionari delle due associazioni hanno seguito gli eventi atmosferici anche recandosi in tutti i lidi colpiti per verificare la situazione degli stabilimenti balneari dopo gli allagamenti e le ingressioni marine che hanno interessato diverse strutture e spiagge: «Si è senza dubbio trattato di una situazione anomala, inusuale e imprevista per il periodo che non si verificava da tempo. I danni sono ingenti, gravi e per superare questa fase abbiamo da subito richiesto interventi di somma urgenza che di ripristino degli arenili erosi». Si stanno stimando in queste ore l’entità dei danni. Gli imprenditori e i lavoratori dei bagni da subito si mobilitati nel tentativo di far trovare pronte già da questa mattina le strutture ai turisti.

La Cassa di Risparmio di Ravenna ha deliberato un plafond di due milioni di euro per consentire agli operatori turistici di fruire di finanziamenti volti a ripristinare i beni mobili ed immobili danneggiati dalle intemperie.

È già arrivata anche una dichiarazione di Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd e candidato sindaco del centrosinistra al ballottaggio: «Dal primo giorno, se toccherà a noi, lavoreremo al fianco degli operatori per recuperare i danni, superare le rigidità normative e rivedere i regolamenti nazionali, regionali e comunali che limitano la possibilità di difesa degli stabilimenti balneari. Lo straordinario lavoro dei bagnini e l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco hanno consentito di arginare danni gravissimi. Oltre a esprimere la mia piena solidarietà agli operatori, rivolgendo loro un caloroso ringraziamento per quello che hanno fatto questa notte, invito tutti i ravennati ad andare al mare il prossimo week-end per sostenerli. Insieme ce la possiamo fare».

Ballottaggio: cosa faranno il banchiere, il manager, l’ex pornostar, la showgirl…

In un clima da caccia all’endorsement abbiamo raccolto le opinioni di alcune personalità legate a Ravenna ma senza ruoli diretti in politica

Gli amici si vedono nel momento del bisogno, recita l’adagio. E negli ultimi giorni che precedono il ballottaggio per la scelta del sindaco di Ravenna, circostanza che in città non accadeva dal 1993 quando si sfidarono Ezio Fedele Brini (Alleanza per Ravenna) e Pierpaolo D’Attorre (Pds) con la vittoria del secondo 56-44, sono stati molti i privati cittadini ma anche le associazioni e le organizzazioni che hanno scelto di manifestare il proprio appoggio per uno dei due. In ballo la poltrona di sindaco occupata dal 2006 da Fabrizio Matteucci: con una coalizione di centrosinistra c’è Michele de Pascale (46,5 percento al primo turno) e con una coalizione di centrodestra c’è Massimiliano Alberghini (28 percento il 5 giugno).

Tra coloro che hanno scelto di manifestare apertamente davanti all’opinione pubblica il proprio appoggio si registra una maggioranza di endorsement per il centrosinistra, una corsa a sostenere il candidato che parte favorito. Se ci si ferma all’umore di chi si espone – tra cui anche realtà importanti della città non così propense a dichiarazioni politiche esplicite – si legge una maggioranza per il centrosinistra. Un sentimento riscontrato non solo basandosi sulle iniziative di chi ha alzato la mano spontaneamente ma anche sulla base di quanto raccolto quando abbiamo sondato il terreno tra esponenti non politici dei più diversi settori. Ma occorre tenere a mente che questa è solo la misurazione fatta tra coloro che sono usciti allo scoperto, chiaramente una minoranza rispetto al corpo elettorale che conta 123mila persone. Quindi un termometro che potrebbe non restituire l’esatta temperatura dell’elettorato. Perché è noto che passi parecchia strada tra (non) dichiarare il proprio voto alla vigilia e la croce che effettivamente (non) si andrà a tracciare sulla scheda.

A far discutere, raccogliendo critiche sia da destra che da sinistra, è stato soprattutto l’endorsement per il centrosinistra da cento imprenditori del turismo (vedi correlati). Polemiche accese attorno a una iniziativa senza precedenti in città.

Del medesimo orientamento anche la posizione presa dalla Cgil: un accorato invito a non disertare le urne e «scongiurare con fermezza il rischio che Ravenna possa essere amministrata da forze politiche che nulla hanno a che fare con la sua tradizione antifascista».

Ancora più esplicite le parole dell’Arcigay provinciale: «Chiediamo a chi condivide i valori dell’antifascismo e della pari dignità di tutte e tutti, di votare Michele de Pascale». Per dovere di cronaca va ricordato che, di fronte alla precisa domanda, Alberghini ha dichiarato in campagna elettorale che non opporrà alcuna obiezione di coscienza alla registrazione di unioni civili fra persone dello stesso sesso.

Non meno esplicita l’Anpi di Ravenna: «Invitiamo a votare e a far votare Michele De Pascale. Alberghini è a capo di un centrodestra sostenuto anche dalla Lega, quella Lega di Salvini che va sul palco con i fascisti di Casa Pound». Ma diversa la posizione dell’Anpi di Alfonsine rappresentanta da un candidato di Ric: «Sono stato contattato da un esponente legato a De Pascale chiedendomi di prendere posizione in favore di quel candidato. L’Anpi non si schiera, men che meno se l’Anpi è di Alfonsine e si vota a Ravenna».

La notte tra il 19 e il 20 giugno metterà in fuga i dubbi. Intanto noi abbiamo messo in fila sei opinioni andando a pescare tra personalità note in città provenienti da settori più disparati che attualmente non hanno incarichi o mansioni direttamente inseriti nel contesto politico comunale. Sei cittadini, un paio dei quali non hanno residenza a Ravenna ma a Ravenna sono legati eccome, per un punto di vista diverso sulla scelta di domenica.

L’INDUSTRIALE
Guido Ottolenghi, presidente Confindustria
«Voto a Bologna. Ma non mi esprimo»
Per il presidente di Confindustria Ravenna, Guido Ottolenghi, i ballottaggi con cui fare i conti sono addirittura due: quello di Bologna dove ha la residenza e quello di Ravenna dove ha i suoi interessi economici. Ma nemmeno una indicazione: «Rappresento imprenditori che voteranno per ognuno degli schieramenti, credo non sarebbe corretto esprimere la mia posizione. Di sicurò però andrò a votare come ho fatto anche al primo turno. Per la situazione di Ravenna mi sento di dire che chiunque vincerà potrà contare su una opposizione consistente e capace ma al tempo stesso avrà una solidità numerica con cui governare».

IL BANCHIERE
Antonio Patuelli, presidente Carira e Abi
«Devo essere distante da ogni candidato»
Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna dell’Abi e deputato Pli dal 1983 al 1987, si chiude in un blindatissimo riserbo e non lascia trapelare nulla in nessun senso: «Nel mio ruolo mi sento in dovere di essere il più distante possibile da ogni indicazione di qualunque natura. La Cassa ha vinto la gara pubblica per la tesoreria del Comune, è una gara già fatta e chiusa ma credo che questo sia un motivo ulteriore per non prendere posizioni». Trincerato nel suo silenzio non si lascia sfuggire nemmeno se andrà alle urne o meno: «Mi lusinga che mi venga chiesta la mia opinione ma non dirò nulla».

IL MANAGER
Galliano Di Marco, ex presidente Autorità portuale
«Voterei De Pascale perché sono di sinistra»
L’ex presidente dell’Autorità portuale non ha preso la residenza ravennate nei quattro anni del suo mandato: «Al ballottaggio di Ravenna non avrei dubbi: voterei De Pascale, anche se sul porto continua a dire cose senza senso, perché ha dei cattivi consiglieri. Io sono sempre di sinistra, nonostante Matteucci e Delrio. A Milano ho votato al primo turno per Basilio Rizzo di Milano in Comune, il Sutter di Milano, e al ballottaggio voterò per Sala senza se e senza ma. Per questo non potrei mai votare per Alberghini. Quest’ultimo poi ha detto che entro sei mesi inizierà il dragaggio del porto: ma dove e come? Purtroppo, temo che il porto di Ravenna abbia perso la sua occasione storica ed i candidati fanno solo propaganda, cosa comprensibile dal loro punto di vista».

LA SHOWGIRL
Elenoire Casalegno, attrice e conduttrice
«Non accetto chi mette scheda bianca»
La conduttrice televisiva e attrice Elenoire Casalegno non vive stabilmente a Ravenna da tempo ma è tornata il 5 giugno per il primo turno e tornerà a votare per il ballottaggio del 19: «Per chi voterò? Non me lo farete dire nemmeno sotto tortura perché faccio un lavoro pubblico e non vorrei che la mia posizione potesse influenzare qualcuno, invece io mi sento responsabile solo per me stessa». La 40enne ex modella su una cosa non ha dubbi: «Trovo assurda la scelta della scheda bianca, rispetto di più chi non va proprio a votare a patto che poi non si lamenti».

L’EX PORNOSTAR
Luce Caponegro, titolare di un centro benessere
«Alberghini è il mio commercialista, uomo corretto»
Il bisogno di alternanza e cambiamento è la filosofia che guiderà la scelta di Luce Caponegro nella cabina elettorale il 19 giugno: «Certo che andrò a votare – dice la 49enne che dal 2012 è imprenditrice con un centro benessere in città e prima fu la celebre pornostar Selen –. Abbiamo bisogno di aria nuova in città, una mentalità diversa. Ravenna è un po’ fredda al cambiamento ma non mi pare che questo abbia dato risultati esaltanti». Per fare la scelta, Caponegro potrà contare su una conoscenza diretta di uno dei candidati: «Alberghini è il mio commercialista, una persona di una correttezza morale straordinaria con grande sensibilità per le questioni femminili e infatti in studio ha molte collaboratrici donne».

L’ALLENATORE
Andrea Mandorlini, ex calciatore
«Non ho votato al primo turno ma ora sì»
Il 56enne Andrea Mandorlini, vincitore di uno scudetto con l’Inter nel 1989 ed ex allenatore del Verona (esonerato alcuni mesi fa dopo tre stagioni in serie A), non è venuto nella sua città natale per il voto del primo turno ma lo farà il 19: «Al primo turno non ho avuto modo di venire il 5 giugno. Ora il momento è decisivo, verrò a votare». Chi? «Non posso esprimermi, sono ancora tesserato con il Verona e per il nostro contratto non siamo autorizzati a dare indicazioni che riguardano questioni politiche, non possiamo esprimere pareri di fronte a tornate elettorali».

Ballottaggio: cosa faranno il banchiere, il manager, l’ex pornostar, la showgirl…

In un clima da caccia all’endorsement abbiamo raccolto le opinioni di alcune personalità legate a Ravenna ma senza ruoli diretti in politica

Gli amici si vedono nel momento del bisogno, recita l’adagio. E negli ultimi giorni che precedono il ballottaggio per la scelta del sindaco di Ravenna, circostanza che in città non accadeva dal 1993 quando si sfidarono Ezio Fedele Brini (Alleanza per Ravenna) e Pierpaolo D’Attorre (Pds) con la vittoria del secondo 56-44, sono stati molti i privati cittadini ma anche le associazioni e le organizzazioni che hanno scelto di manifestare il proprio appoggio per uno dei due. In ballo la poltrona di sindaco occupata dal 2006 da Fabrizio Matteucci: con una coalizione di centrosinistra c’è Michele de Pascale (46,5 percento al primo turno) e con una coalizione di centrodestra c’è Massimiliano Alberghini (28 percento il 5 giugno).

Tra coloro che hanno scelto di manifestare apertamente davanti all’opinione pubblica il proprio appoggio si registra una maggioranza di endorsement per il centrosinistra, una corsa a sostenere il candidato che parte favorito. Se ci si ferma all’umore di chi si espone – tra cui anche realtà importanti della città non così propense a dichiarazioni politiche esplicite – si legge una maggioranza per il centrosinistra. Un sentimento riscontrato non solo basandosi sulle iniziative di chi ha alzato la mano spontaneamente ma anche sulla base di quanto raccolto quando abbiamo sondato il terreno tra esponenti non politici dei più diversi settori. Ma occorre tenere a mente che questa è solo la misurazione fatta tra coloro che sono usciti allo scoperto, chiaramente una minoranza rispetto al corpo elettorale che conta 123mila persone. Quindi un termometro che potrebbe non restituire l’esatta temperatura dell’elettorato. Perché è noto che passi parecchia strada tra (non) dichiarare il proprio voto alla vigilia e la croce che effettivamente (non) si andrà a tracciare sulla scheda.

A far discutere, raccogliendo critiche sia da destra che da sinistra, è stato soprattutto l’endorsement per il centrosinistra da cento imprenditori del turismo (vedi correlati). Polemiche accese attorno a una iniziativa senza precedenti in città.

Del medesimo orientamento anche la posizione presa dalla Cgil: un accorato invito a non disertare le urne e «scongiurare con fermezza il rischio che Ravenna possa essere amministrata da forze politiche che nulla hanno a che fare con la sua tradizione antifascista».

Ancora più esplicite le parole dell’Arcigay provinciale: «Chiediamo a chi condivide i valori dell’antifascismo e della pari dignità di tutte e tutti, di votare Michele de Pascale». Per dovere di cronaca va ricordato che, di fronte alla precisa domanda, Alberghini ha dichiarato in campagna elettorale che non opporrà alcuna obiezione di coscienza alla registrazione di unioni civili fra persone dello stesso sesso.

Non meno esplicita l’Anpi di Ravenna: «Invitiamo a votare e a far votare Michele De Pascale. Alberghini è a capo di un centrodestra sostenuto anche dalla Lega, quella Lega di Salvini che va sul palco con i fascisti di Casa Pound». Ma diversa la posizione dell’Anpi di Alfonsine rappresentanta da un candidato di Ric: «Sono stato contattato da un esponente legato a De Pascale chiedendomi di prendere posizione in favore di quel candidato. L’Anpi non si schiera, men che meno se l’Anpi è di Alfonsine e si vota a Ravenna».

La notte tra il 19 e il 20 giugno metterà in fuga i dubbi. Intanto noi abbiamo messo in fila sei opinioni andando a pescare tra personalità note in città provenienti da settori più disparati che attualmente non hanno incarichi o mansioni direttamente inseriti nel contesto politico comunale. Sei cittadini, un paio dei quali non hanno residenza a Ravenna ma a Ravenna sono legati eccome, per un punto di vista diverso sulla scelta di domenica.

L’INDUSTRIALE
Guido Ottolenghi, presidente Confindustria
«Voto a Bologna. Ma non mi esprimo»
Per il presidente di Confindustria Ravenna, Guido Ottolenghi, i ballottaggi con cui fare i conti sono addirittura due: quello di Bologna dove ha la residenza e quello di Ravenna dove ha i suoi interessi economici. Ma nemmeno una indicazione: «Rappresento imprenditori che voteranno per ognuno degli schieramenti, credo non sarebbe corretto esprimere la mia posizione. Di sicurò però andrò a votare come ho fatto anche al primo turno. Per la situazione di Ravenna mi sento di dire che chiunque vincerà potrà contare su una opposizione consistente e capace ma al tempo stesso avrà una solidità numerica con cui governare».

IL BANCHIERE
Antonio Patuelli, presidente Carira e Abi
«Devo essere distante da ogni candidato»
Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna dell’Abi e deputato Pli dal 1983 al 1987, si chiude in un blindatissimo riserbo e non lascia trapelare nulla in nessun senso: «Nel mio ruolo mi sento in dovere di essere il più distante possibile da ogni indicazione di qualunque natura. La Cassa ha vinto la gara pubblica per la tesoreria del Comune, è una gara già fatta e chiusa ma credo che questo sia un motivo ulteriore per non prendere posizioni». Trincerato nel suo silenzio non si lascia sfuggire nemmeno se andrà alle urne o meno: «Mi lusinga che mi venga chiesta la mia opinione ma non dirò nulla».

IL MANAGER
Galliano Di Marco, ex presidente Autorità portuale
«Voterei De Pascale perché sono di sinistra»
L’ex presidente dell’Autorità portuale non ha preso la residenza ravennate nei quattro anni del suo mandato: «Al ballottaggio di Ravenna non avrei dubbi: voterei De Pascale, anche se sul porto continua a dire cose senza senso, perché ha dei cattivi consiglieri. Io sono sempre di sinistra, nonostante Matteucci e Delrio. A Milano ho votato al primo turno per Basilio Rizzo di Milano in Comune, il Sutter di Milano, e al ballottaggio voterò per Sala senza se e senza ma. Per questo non potrei mai votare per Alberghini. Quest’ultimo poi ha detto che entro sei mesi inizierà il dragaggio del porto: ma dove e come? Purtroppo, temo che il porto di Ravenna abbia perso la sua occasione storica ed i candidati fanno solo propaganda, cosa comprensibile dal loro punto di vista».

LA SHOWGIRL
Elenoire Casalegno, attrice e conduttrice
«Non accetto chi mette scheda bianca»
La conduttrice televisiva e attrice Elenoire Casalegno non vive stabilmente a Ravenna da tempo ma è tornata il 5 giugno per il primo turno e tornerà a votare per il ballottaggio del 19: «Per chi voterò? Non me lo farete dire nemmeno sotto tortura perché faccio un lavoro pubblico e non vorrei che la mia posizione potesse influenzare qualcuno, invece io mi sento responsabile solo per me stessa». La 40enne ex modella su una cosa non ha dubbi: «Trovo assurda la scelta della scheda bianca, rispetto di più chi non va proprio a votare a patto che poi non si lamenti».

L’EX PORNOSTAR
Luce Caponegro, titolare di un centro benessere
«Alberghini è il mio commercialista, uomo corretto»
Il bisogno di alternanza e cambiamento è la filosofia che guiderà la scelta di Luce Caponegro nella cabina elettorale il 19 giugno: «Certo che andrò a votare – dice la 49enne che dal 2012 è imprenditrice con un centro benessere in città e prima fu la celebre pornostar Selen –. Abbiamo bisogno di aria nuova in città, una mentalità diversa. Ravenna è un po’ fredda al cambiamento ma non mi pare che questo abbia dato risultati esaltanti». Per fare la scelta, Caponegro potrà contare su una conoscenza diretta di uno dei candidati: «Alberghini è il mio commercialista, una persona di una correttezza morale straordinaria con grande sensibilità per le questioni femminili e infatti in studio ha molte collaboratrici donne».

L’ALLENATORE
Andrea Mandorlini, ex calciatore
«Non ho votato al primo turno ma ora sì»
Il 56enne Andrea Mandorlini, vincitore di uno scudetto con l’Inter nel 1989 ed ex allenatore del Verona (esonerato alcuni mesi fa dopo tre stagioni in serie A), non è venuto nella sua città natale per il voto del primo turno ma lo farà il 19: «Al primo turno non ho avuto modo di venire il 5 giugno. Ora il momento è decisivo, verrò a votare». Chi? «Non posso esprimermi, sono ancora tesserato con il Verona e per il nostro contratto non siamo autorizzati a dare indicazioni che riguardano questioni politiche, non possiamo esprimere pareri di fronte a tornate elettorali».

«Contessi non è un nostro esponente Cambierà non si schiera al ballottaggio»

La candidata Guerra e il capogruppo M5s Vandini prendono le distanze dalle dichiarazioni di voto di un rappresentante di lista

Il capogruppo uscente del Movimento 5 Stelle, Pietro Vandini, e la candidata sindaco della lista civica Cambierà, Michela Guerra, prendono nettamente le distanze con fermezza da quanto dichiarato con un comunicato inviato alla stampa da Matteo Contessi, rappresentante di lista per Cambierà al seggio elettorale della scuola Mordani nonché consigliere territoriale uscente per M5s, che ha espresso il suo voto a favore del centrodestra al ballottaggio: «Il Movimento e Cambierà – ribadiscono in coro Guerra e Vandini – non fanno dichiarazioni di voto per nessuno dei due candidati al secondo turno, Contessi parla solo a titolo personale e la sua posizione non va considerata come rappresentativa di nessuna delle due realtà in cui è stato coinvolto».

Vale la pena sottolineare che non è stata smentita la circostanza che Contessi fosse rappresentante di lista ai seggi per Cambierà ma Guerra ci tiene a precisare che Contessi «si è offerto per fare il rappresentante di lista alle ultime elezioni ma non è da considerare un nostro esponente». Era stato peraltro Contessi stesso ad autoproclamarsi tale. Vandini, tra i sostenitori di Cambierà ma anche capogruppo uscente dei grillini in consiglio comunale dove entrò nel 2011 dopo essersi candidato a sindaco, invece ricorda che dal movimento cinquestelle era stato già allontanato ad agosto 2015 quando gli fu comunicato che da quel momento nei consigli territoriali non avrebbe più rappresentato i pentastellati.

Le parole di Contessi, espresse con una nota inviata alle redazioni (vedi articoli correlati), hanno agitato il clima dell’antivigilia del ballottaggio tra Massimiliano Alberghini (centrodestra) e Michele de Pascale (centrosinistra) arrivando a ruota di quanto ribadito in mattinata dal deputato leghista Gianluca Pini in una conferenza stampa: l’onorevole elencava lo stesso Contessi tra i contatti che assicura sono avvenuti in questi giorni tra la coalizione di centrodestra e rappresentanti delle tre liste rimaste escluse dal secondo turno per rastrellare voti a favore di Alberghini.

Vandini replica così al centrodestra: «La coalizione a sostegno di Alberghini ha quindi dimostrato che, si, ci sono stati contatti tra quelli che hanno deciso di sabotare il percorso del Movimento e chi evidentemente avrebbe giovato dalla mancata certificazione del Movimento a Ravenna». Poi prova a ricostruire il cursus honorum di Contessi: «È subentrato in consiglio territoriale a seguito delle dimissioni di un consigliere che lo precedeva. Lo scorso agosto venne allontanato dal gruppo consiliare tramite una comunicazione del gruppo consiliare. Inoltre Contessi non partecipò nemmeno al percorso messo in piedi dal meetup per la scelta del candidato sindaco perché venne ritenuto senza i necessari requisiti (sulla base del regolamento del meetup) per poter votare».

La scelta di non schierarsi apertamente a favore di uno o dell’altro era emersa anche andando a sondare l’opinione tra i componenti del team di esperti che ha elaborato il programma elettorale di Michela Guerra (lista civica Cambierà). Tra loro c’era la giornalista Viviana Cippone, fondatrice di Romagnamamma.it: «Il 19 andrò a votare e metterò scheda bianca». Non si esprime invece Giovanni Morgese, luogotenente dei carabinieri finito nel mirino delle accuse della Lega Nord proprio per la divisa che indossa: «Non mi sento di fornire alcuna indicazione per rispetto dell’apartiticità che sento di rappresentare». Ancora in preda all’incertezza invece Marcello Landi, ex preside del liceo artistico che sarebbe stato il futuro assessore alla Cultura della giunta Guerra: «Non ho ancora deciso, spero che entro il giorno del voto uno dei due candidati riesca a convincermi con qualcosa di concreto. Io vorrei proprio andare a votare ma vorrei che mi dessero un motivo valido per farlo». E non si lascerà influenzare da legami familiari visto che il figlio milita nelle fila di Forza Italia: «Non mi tocca minimamente la posizione di mio figlio. In campo politico prendo le distanze anche da lui e da qualunque altro membro di famiglia»

La crociera del sesso arriva a Ravenna A bordo scambio di coppie e nudismo

Biglietti fino a 11mila dollari a persona, ammessi solo adulti in coppia, l’equipaggio non si tocca. Attracco a Porto Corsini a settembre 2017

È stata ribattezzata “la crociera del sesso” o ancora più esplicitamente “la crociera degli scambisti” e il 27 settembre 2017 farà scalo a Ravenna, uno dei sei porti dell’Alto Adriatico toccati in otto giorni da una nave che può ospitare fino a settecento passeggeri. Amessi a bordo solo adulti in coppia.

L’ambientazione sarà tutta a sfondo sessuale giocando con provocazioni e offrendo ai partecipanti più di una possibilità per soddsifare le proprie fantasie: nella presentazione sul sito internet si parla di piccanti notti a tema. Leggiamo dal sito web: «Offriamo spazi di lusso fedeli alla filosofia del viaggio come piscine con abbigliamento opzionale e stanze dei giochi: angoli erotici e provocanti pensati per le coppie che vogliono mischiarsi con altre coppie di larghe vedute». Ma alcune regole devono essere ben chiare a chi si imbarca: ci saranno sì zone della nave in cui l’abbigliamento è opzionale e quindi consentito presentarsi nudi ma per garantire la sicurezza del viaggio e la privacy di tutti si potranno fare foto o video solo nelle stanze private e l’equipaggio è da considerare off limit.

Ufficialmente la crociera viene venduta con il nome Desire Cruise. A fornirla è Original Group, società messicana specializzata in intrattenimento per adulti, che noleggerà per otto giorni (dal 26 settembre al 3 ottobre) la nave di proprieta della Azamara del gruppo statunitense Rccl. Il prezzo del biglietto a persona va da tremila dollari fino a 11mila a seconda del livello di lusso scelto per l’alloggio. Partenza e arrivo a Venezia, nel mezzo gli attracchi a Ravenna, Spalato, Dubrovnik, Zadar e Koper. Una curiosità tutta ravennate: sul sito di prenotazione Ravenna viene indicato fra parentesi come riferimento per Bologna. L’arrivo al terminal crociere di Porto Corsini è previsto per le 7 del 27 settembre, ripartenza alle 18.

La crociera del sesso arriva a Ravenna A bordo scambio di coppie e nudismo

Biglietti fino a 11mila dollari a persona, ammessi solo adulti in coppia, l’equipaggio non si tocca. Attracco a Porto Corsini a settembre 2017

È stata ribattezzata “la crociera del sesso” o ancora più esplicitamente “la crociera degli scambisti” e il 27 settembre 2017 farà scalo a Ravenna, uno dei sei porti dell’Alto Adriatico toccati in otto giorni da una nave che può ospitare fino a settecento passeggeri. Amessi a bordo solo adulti in coppia.

L’ambientazione sarà tutta a sfondo sessuale giocando con provocazioni e offrendo ai partecipanti più di una possibilità per soddsifare le proprie fantasie: nella presentazione sul sito internet si parla di piccanti notti a tema. Leggiamo dal sito web: «Offriamo spazi di lusso fedeli alla filosofia del viaggio come piscine con abbigliamento opzionale e stanze dei giochi: angoli erotici e provocanti pensati per le coppie che vogliono mischiarsi con altre coppie di larghe vedute». Ma alcune regole devono essere ben chiare a chi si imbarca: ci saranno sì zone della nave in cui l’abbigliamento è opzionale e quindi consentito presentarsi nudi ma per garantire la sicurezza del viaggio e la privacy di tutti si potranno fare foto o video solo nelle stanze private e l’equipaggio è da considerare off limit.

Ufficialmente la crociera viene venduta con il nome Desire Cruise. A fornirla è Original Group, società messicana specializzata in intrattenimento per adulti, che noleggerà per otto giorni (dal 26 settembre al 3 ottobre) la nave di proprieta della Azamara del gruppo statunitense Rccl. Il prezzo del biglietto a persona va da tremila dollari fino a 11mila a seconda del livello di lusso scelto per l’alloggio. Partenza e arrivo a Venezia, nel mezzo gli attracchi a Ravenna, Spalato, Dubrovnik, Zadar e Koper. Una curiosità tutta ravennate: sul sito di prenotazione Ravenna viene indicato fra parentesi come riferimento per Bologna. L’arrivo al terminal crociere di Porto Corsini è previsto per le 7 del 27 settembre, ripartenza alle 18.

Alberghini: «Mi aspetto di essere votato da chi crede nel valore dell’alternanza»

Il candidato del centrodestra: «Sono contro ogni estremismo e
favorevole alle unioni civili gay. Ecco i nomi della mia giunta»

Comunque andrà il 19 giugno, Massimiliano Alberghini una partita l’ha già vinta: ha costretto al secondo turno il superfavorito Michele de Pascale, segreterio del Pd e candidato di una coalizione di centrosinistra di sette liste. Lui, Alberghini, è invece un “civico”, cioè senza tessere di partito, nuovo alla politica, sostenuto da una coalizione composta da Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il commercialista cinquantenne ha ottenuto il 28 percento dei voti e deve ora riuscire nell’impresa di colmare quel gap di 13mila voti che lo separa dal concorrente.

Naturale per lui rivolgersi a quel quasi 40 percento dei ravennati che non sono andati votare al primo turno. Una sua vittoria, comunque la si pensi, sarebbe un’impresa senza precedenti.

Alberghini, perché chi non l’ha votata al primo turno, dovrebbe farlo al secondo? E che sensazione sta raccogliendo nei suoi incontri?
«Perché magari c’è chi ha pensato che tanto qui non sarebbe cambiato nulla e invece questa volta c’è l’occasione storica di avere un’alternanza di governo della città, che è un bel segnale di salute per la democrazia. E devo dire che ricevo molti attestati di stima e incoraggiamento».
Si fatica tuttavia a trovare persone con un ruolo pubblico in città al di fuori degli schieramenti politici che dichiarino di votare per lei.
«Perché purtroppo in questa città c’è molta paura di esporsi. E questo dovrebbe far riflettere. Ma con il ballottaggio tanta gente ha rialzato la testa».
Vi aspettate un consenso dall’elettorato delle altre liste escluse dal ballottaggio?
«Ci aspettiamo che chi per tutta la campagna elettorale ha invocato il cambiamento ora sia coerente…».
Però non avete voluto l’apparentamento con la Pigna di Maurizio Bucci che si era detto disponibile…
«Per la verità non ho mai ricevuto nessuna chiamata di Maurizio Bucci».
Nè ne ha fatte lei, par di capire.
«Noi ci rivolgiamo agli elettori che ritengono l’alternanza un principio democratico fondamentale».
Tra questi ci sono sicuramente quelli di CambieRà, più distanti per contenuti e sensibilità quelli di Ravenna in Comune e Raffaella Sutter. Non ritiene oggi che sia stato poco tattico da parte della Lega Nord attaccare Michela Guerra così duramente nei mesi scorsi?
«Mi limito a dire che noi chiediamo i voti di chiunque pensi che il Pd debba restare a casa».
La presenza della Lega Nord, tuttavia, è fondamentale quanto ingombrante. Gli avversari fanno molto leva sul fatto che “Ravenna non è leghista”…
«Posso dire, per citare Alvaro Ancisi, altro membro fondamentale della coalizione, che Ravenna non è sovietica, come invece la vuole chi in questi anni l’ha governata, dove il partito tutto ha deciso. La nostra è una coalizione compatta, io sono un cittadino senza tessere di partito e che non intende prenderne. Non sarà un governo con una singola impronta politica, ma civica anche perché in giunta la maggioranza dei membri sarà appunto di provenienza “civica”».
Ci fa qualche nome? Il suo avversario ha scelto di non farne nessuno, almeno in questo lei può andare incontro alle richieste di molti…
«Lui non può farne perché rischierebbe di far capire che il cambiamento che annuncia nei fatti non ci sarà. Per quanto mi riguarda la giunta si farà ovviamente da lunedì e con noi ci sarà certamente la campionessa di pugilato Terry Gordini che potrebbe essere assessore allo Sport e alle Politiche giovanili, e personalità come Claudio Angeli e Massimo Fico. Samantha Gardin al bilancio mi darebbe molta sicurezza. Inoltre, tra i possibili assessori o consulenti per la sanità collaboreremo con il dottor Alberto Fussi (consigliere uscente del Pri, ndr). La delega a Sicurezza e Immigrazione di cui mi sono personalmente riservato la nomina sarà affidata a persona di altissimo profilo che ha lavorato fino a poco tempo fa nell’ordine pubblico».
Samantha Gardin è la segretaria della Lega Nord, unico membro del Carroccio in giunta?
«Direi di sì, per le proporzioni che dicevo».
E Alvaro Ancisi sarà nella squadra?
«Ad Alvaro qualcosa faremo fare sicuramente, è la cassaforte della conoscenza…»
Ha fatto i nomi di due donne, ce ne saranno altre in giunta?
«(Ridendo, ndr) Certo che no, sono maschilista non lo sa?»
Sembra dunque di capire che le donne sarano di più… La polemica sulle quote rosa è particolarmente recente. Lei si dice contrario, ma vuole forse negare che esista una disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro?
«Nelle aziende di cui mi occupo questa disparità non c’è. E nella scelta delle persone intendo affidarmi al criterio della meritocrazia, che siano uomini o donne non mi interessa. Non credo che questo voglia dire essere maschilisti».
Ma ci sarà una delega alle Pari opportunità nella sua giunta?
«Sì, ma Pari opportunità nel senso più ampio del termine, non solo rispetto al tema uomini-donne».
Dunque lei non ritiene che il Comune debba mettere in atto politiche attive rispetto a questo argomento? E che futuro avrebbe la Casa delle donne?
«Come ho detto, non ci devono essere discriminazioni, ma neanche estremismi. La Casa delle donne resterà dov’è, se ne è parlato anche troppo, ma non vedo ragioni per mandare via nessuno».
E quindi non dovremo temere un lista di libri prescritti perché favorevoli a un’idea di famiglia alternativa alla tradizionale come fece Brugnaro a Venezia, all’indomani della sua elezione?
«Vietare un libro è una forma di debolezza politica e culturale per me inaccettabile. Sono contrario a qualsiasi estremismo, che sia religioso o di qualunque tipo. Ci hanno accusato di maschilismo, razzismo e altre vaneggiamenti simili solo perché sono a corto di argomenti. Ma io sono favorevole alle unioni civili anche tra persone omosessuali e non sono né maschilista, né razzista: dico solo che chi viene qui deve rispettare leggi e regole, che qualcuno provi a dire il contrario!».
E però lei ha detto anche di voler chiudere lo Sprar, che senso avrebbe? Il problema semmai è che può accogliere solo ormai una minoranza dei profughi. Perché rinunciare a quei fondi e a quei posti di lavoro di una cooperativa molto stimata, peraltro?
«L’immigrazione è un tema delicato e forse se ne è parlato anche troppo. Posso dire che non deve essere un business. Quando saremo al governo della città andremo a verificare nel dettaglio e valuteremo le diverse situazioni, non tutte così trasparenti. Noi siamo per accogliere chi davvero fugge da guerre, ma la maggior parte di quelli che fanno richiesta di richiedente asilo non la ottengono, fanno ricorso solo per restare a nostre spese sul territorio a 35 euro al giorno, mentre abbiamo tanti pensionati bisognosi».
Per la verità però quei 35 euro vengono dallo Stato, non potrebbero comunque andare ai pensionati. Ma a prescindere dal merito, cosa può fare effettivamente il sindaco?
«Lo Sprar non è per i pensionati? Vero, ma i soldi dello Stato magari sì. Il tema è molto complesso, ma noi faremo tutto ciò che è in nostro potere. Lo vedrete».
Un’altra vostra proposta che fa discutere è la vendita di Romagna Acque. Perché privatizzare l’acqua? E a chi poi si potrebbe vendere, agli altri Comuni soci?
«Il regime di monopolio, va detto, non ha mai avvantaggiato i consumatori. Anche lì vedremo, di certo è uno di quei casi in cui Ravenna non ha il peso che dovrebbe avere rispetto alla percentuale di proprietà. Sarà una delle prime questioni che valuteremo».
Ha promesso una “giunta errante” per il forese che in effetti ha manifestato, anche nel voto, una disaffezione crescente per il Pd. Da dove nasce l’idea?
«Mah, sinceramente, vista la condizione in cui versa il forese mi pare che siano arrivate fin troppe conferme per il Pd. Sì, l’idea è di una giunta che senza costi aggiuntivi si riunisca nelle varie frazioni per toccare con mano le situazioni e capire i problemi su cui intervenire. Abbiamo fatto anche molto proposte concrete da attuare fin da subito».
Ha annunciato anche una efficientazione della macchina comunale. Ma c’è invece chi dice che lei non ha il personale e non avrà la forza di farlo, peraltro con una forza come il Pd contro…
«Efficientare e far funzionare al meglio i sistemi e le organizzazioni aziendali è il mio lavoro. Una macchina della pubblica amministrazione non è poi molto diversa. Naturalmente non si tratta di licenziare nessuno, ma solo di riorganizzare. Mi chiedo invece come possa promettere di farlo chi non sa di cosa sta parlando…»
E i sindacati, che ruolo avranno? Immagina un modello di concertazione?
«Come tutti saranno ascoltati e ognuno dovrà fare il suo, perché da questa situazione di pantano si esce solo tutti insieme».
Una curiosità: il busto di Boldrini e Zaccagnini rimarrano dove sono? Nella sua coalizione c’è chi protestò, allora, per la collocazione del monumento a Bulow…
«Mi pare che abbiamo questioni ben più importanti di cui occuparci».
Al ballottaggio è possibile che l’astensione cresca ancora, questo la preoccupa? Chiunque sarà eletto sarà stato votato da una minoranza degli elettori…
«Non so cosa accadrà, dico solo che chi non va a votare poi non potrà lamentarsi e a decidere chi sarà il prossimo sindaco saranno solo coloro che alle urne ci vanno ed esprimono un voto».
Se sarà eletto continuerà a fare il commercialista?
«Di certo non chiuderò lo studio, dovrò ovviamente riorganizzarlo, ma ho collaboratrici molto valide di cui mi fido ciecamente».
E se invece non sarà eletto sindaco, in consiglio comunale farà gruppo a sé?
«Non accadrà perché vincerò. Non ho tessere in tasca e non intendo prenderne dopo le elezioni, comunque vadano».

Alberghini: «Mi aspetto di essere votato da chi crede nel valore dell’alternanza»

Il candidato del centrodestra: «Sono contro ogni estremismo e favorevole alle unioni civili gay. Ecco i nomi della mia giunta»

Comunque andrà il 19 giugno, Massimiliano Alberghini una partita l’ha già vinta: ha costretto al secondo turno il superfavorito Michele de Pascale, segreterio del Pd e candidato di una coalizione di centrosinistra di sette liste. Lui, Alberghini, è invece un “civico”, cioè senza tessere di partito, nuovo alla politica, sostenuto da una coalizione composta da Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il commercialista cinquantenne ha ottenuto il 28 percento dei voti e deve ora riuscire nell’impresa di colmare quel gap di 13mila voti che lo separa dal concorrente.

Naturale per lui rivolgersi a quel quasi 40 percento dei ravennati che non sono andati votare al primo turno. Una sua vittoria, comunque la si pensi, sarebbe un’impresa senza precedenti.

Alberghini, perché chi non l’ha votata al primo turno, dovrebbe farlo al secondo? E che sensazione sta raccogliendo nei suoi incontri?
«Perché magari c’è chi ha pensato che tanto qui non sarebbe cambiato nulla e invece questa volta c’è l’occasione storica di avere un’alternanza di governo della città, che è un bel segnale di salute per la democrazia. E devo dire che ricevo molti attestati di stima e incoraggiamento».
Si fatica tuttavia a trovare persone con un ruolo pubblico in città al di fuori degli schieramenti politici che dichiarino di votare per lei.
«Perché purtroppo in questa città c’è molta paura di esporsi. E questo dovrebbe far riflettere. Ma con il ballottaggio tanta gente ha rialzato la testa».
Vi aspettate un consenso dall’elettorato delle altre liste escluse dal ballottaggio?
«Ci aspettiamo che chi per tutta la campagna elettorale ha invocato il cambiamento ora sia coerente…».
Però non avete voluto l’apparentamento con la Pigna di Maurizio Bucci che si era detto disponibile…
«Per la verità non ho mai ricevuto nessuna chiamata di Maurizio Bucci».
Nè ne ha fatte lei, par di capire.
«Noi ci rivolgiamo agli elettori che ritengono l’alternanza un principio democratico fondamentale».
Tra questi ci sono sicuramente quelli di CambieRà, più distanti per contenuti e sensibilità quelli di Ravenna in Comune e Raffaella Sutter. Non ritiene oggi che sia stato poco tattico da parte della Lega Nord attaccare Michela Guerra così duramente nei mesi scorsi?
«Mi limito a dire che noi chiediamo i voti di chiunque pensi che il Pd debba restare a casa».
La presenza della Lega Nord, tuttavia, è fondamentale quanto ingombrante. Gli avversari fanno molto leva sul fatto che “Ravenna non è leghista”…
«Posso dire, per citare Alvaro Ancisi, altro membro fondamentale della coalizione, che Ravenna non è sovietica, come invece la vuole chi in questi anni l’ha governata, dove il partito tutto ha deciso. La nostra è una coalizione compatta, io sono un cittadino senza tessere di partito e che non intende prenderne. Non sarà un governo con una singola impronta politica, ma civica anche perché in giunta la maggioranza dei membri sarà appunto di provenienza “civica”».
Ci fa qualche nome? Il suo avversario ha scelto di non farne nessuno, almeno in questo lei può andare incontro alle richieste di molti…
«Lui non può farne perché rischierebbe di far capire che il cambiamento che annuncia nei fatti non ci sarà. Per quanto mi riguarda la giunta si farà ovviamente da lunedì e con noi ci sarà certamente la campionessa di pugilato Terry Gordini che potrebbe essere assessore allo Sport e alle Politiche giovanili, e personalità come Claudio Angeli e Massimo Fico. Samantha Gardin al bilancio mi darebbe molta sicurezza. Inoltre, tra i possibili assessori o consulenti per la sanità collaboreremo con il dottor Alberto Fussi (consigliere uscente del Pri, ndr). La delega a Sicurezza e Immigrazione di cui mi sono personalmente riservato la nomina sarà affidata a persona di altissimo profilo che ha lavorato fino a poco tempo fa nell’ordine pubblico».
Samantha Gardin è la segretaria della Lega Nord, unico membro del Carroccio in giunta?
«Direi di sì, per le proporzioni che dicevo».
E Alvaro Ancisi sarà nella squadra?
«Ad Alvaro qualcosa faremo fare sicuramente, è la cassaforte della conoscenza…»
Ha fatto i nomi di due donne, ce ne saranno altre in giunta?
«(Ridendo, ndr) Certo che no, sono maschilista non lo sa?»
Sembra dunque di capire che le donne sarano di più… La polemica sulle quote rosa è particolarmente recente. Lei si dice contrario, ma vuole forse negare che esista una disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo del lavoro?
«Nelle aziende di cui mi occupo questa disparità non c’è. E nella scelta delle persone intendo affidarmi al criterio della meritocrazia, che siano uomini o donne non mi interessa. Non credo che questo voglia dire essere maschilisti».
Ma ci sarà una delega alle Pari opportunità nella sua giunta?
«Sì, ma Pari opportunità nel senso più ampio del termine, non solo rispetto al tema uomini-donne».
Dunque lei non ritiene che il Comune debba mettere in atto politiche attive rispetto a questo argomento? E che futuro avrebbe la Casa delle donne?
«Come ho detto, non ci devono essere discriminazioni, ma neanche estremismi. La Casa delle donne resterà dov’è, se ne è parlato anche troppo, ma non vedo ragioni per mandare via nessuno».
E quindi non dovremo temere un lista di libri prescritti perché favorevoli a un’idea di famiglia alternativa alla tradizionale come fece Brugnaro a Venezia, all’indomani della sua elezione?
«Vietare un libro è una forma di debolezza politica e culturale per me inaccettabile. Sono contrario a qualsiasi estremismo, che sia religioso o di qualunque tipo. Ci hanno accusato di maschilismo, razzismo e altre vaneggiamenti simili solo perché sono a corto di argomenti. Ma io sono favorevole alle unioni civili anche tra persone omosessuali e non sono né maschilista, né razzista: dico solo che chi viene qui deve rispettare leggi e regole, che qualcuno provi a dire il contrario!».
E però lei ha detto anche di voler chiudere lo Sprar, che senso avrebbe? Il problema semmai è che può accogliere solo ormai una minoranza dei profughi. Perché rinunciare a quei fondi e a quei posti di lavoro di una cooperativa molto stimata, peraltro?
«L’immigrazione è un tema delicato e forse se ne è parlato anche troppo. Posso dire che non deve essere un business. Quando saremo al governo della città andremo a verificare nel dettaglio e valuteremo le diverse situazioni, non tutte così trasparenti. Noi siamo per accogliere chi davvero fugge da guerre, ma la maggior parte di quelli che fanno richiesta di richiedente asilo non la ottengono, fanno ricorso solo per restare a nostre spese sul territorio a 35 euro al giorno, mentre abbiamo tanti pensionati bisognosi».
Per la verità però quei 35 euro vengono dallo Stato, non potrebbero comunque andare ai pensionati. Ma a prescindere dal merito, cosa può fare effettivamente il sindaco?
«Lo Sprar non è per i pensionati? Vero, ma i soldi dello Stato magari sì. Il tema è molto complesso, ma noi faremo tutto ciò che è in nostro potere. Lo vedrete».
Un’altra vostra proposta che fa discutere è la vendita di Romagna Acque. Perché privatizzare l’acqua? E a chi poi si potrebbe vendere, agli altri Comuni soci?
«Il regime di monopolio, va detto, non ha mai avvantaggiato i consumatori. Anche lì vedremo, di certo è uno di quei casi in cui Ravenna non ha il peso che dovrebbe avere rispetto alla percentuale di proprietà. Sarà una delle prime questioni che valuteremo».
Ha promesso una “giunta errante” per il forese che in effetti ha manifestato, anche nel voto, una disaffezione crescente per il Pd. Da dove nasce l’idea?
«Mah, sinceramente, vista la condizione in cui versa il forese mi pare che siano arrivate fin troppe conferme per il Pd. Sì, l’idea è di una giunta che senza costi aggiuntivi si riunisca nelle varie frazioni per toccare con mano le situazioni e capire i problemi su cui intervenire. Abbiamo fatto anche molto proposte concrete da attuare fin da subito».
Ha annunciato anche una efficientazione della macchina comunale. Ma c’è invece chi dice che lei non ha il personale e non avrà la forza di farlo, peraltro con una forza come il Pd contro…
«Efficientare e far funzionare al meglio i sistemi e le organizzazioni aziendali è il mio lavoro. Una macchina della pubblica amministrazione non è poi molto diversa. Naturalmente non si tratta di licenziare nessuno, ma solo di riorganizzare. Mi chiedo invece come possa promettere di farlo chi non sa di cosa sta parlando…»
E i sindacati, che ruolo avranno? Immagina un modello di concertazione?
«Come tutti saranno ascoltati e ognuno dovrà fare il suo, perché da questa situazione di pantano si esce solo tutti insieme».
Una curiosità: il busto di Boldrini e Zaccagnini rimarrano dove sono? Nella sua coalizione c’è chi protestò, allora, per la collocazione del monumento a Bulow…
«Mi pare che abbiamo questioni ben più importanti di cui occuparci».
Al ballottaggio è possibile che l’astensione cresca ancora, questo la preoccupa? Chiunque sarà eletto sarà stato votato da una minoranza degli elettori…
«Non so cosa accadrà, dico solo che chi non va a votare poi non potrà lamentarsi e a decidere chi sarà il prossimo sindaco saranno solo coloro che alle urne ci vanno ed esprimono un voto».
Se sarà eletto continuerà a fare il commercialista?
«Di certo non chiuderò lo studio, dovrò ovviamente riorganizzarlo, ma ho collaboratrici molto valide di cui mi fido ciecamente».
E se invece non sarà eletto sindaco, in consiglio comunale farà gruppo a sé?
«Non accadrà perché vincerò. Non ho tessere in tasca e non intendo prenderne dopo le elezioni, comunque vadano».

Mareggiata e bagni allagati, il Comune: «Nessuna allerta della Protezione civile»

Evento anomalo e imprevedibile per Palazzo Merlato che assicura:
«Metteremo a punto ogni possibile forma di aiuto alle imprese»

Il Comune di Ravenna è intervenuto nella serata di giovedì, nei lidi maggiormente colpiti dalla mareggiata, attivando la Protezione Civile e coordinando la propria azione con i Vigili del Fuoco.

«A differenza di precedenti situazioni – scrivono da Palazzo Merlato – non ci è stata comunicata nessuna allerta meteo che ci consentisse di attivare misure di prevenzione e di contenimento dei danni. Questo lascia pensare ad un evento anomalo di innalzamento del mare, non prevedibile con gli attuali criteri di monitoraggio e che merita uno studio e un approfondimento».

I danni, il cui elenco e la cui entità si stanno stimando in queste ore, riguardano alcuni stabilimenti balneari finiti sott’acqua e alcuni tratti di spiaggia che al momento risultano erose (nella gallery qui sotto la situazione in alcuni bagni di Marina alla mattina di venerdì 17 giugno).

«Da ieri sera siamo in costante contatto con la Cooperativa degli stabilimenti balneari e le associazioni di categoria – scrivono ancora dal Comune –. La Regione attiverà le procedure necessarie al ripristino urgente dei tratti di spiaggia erosa e nel prossime metteremo a punto ogni possibile forma di aiuto alle imprese balneari che hanno subito i danni maggiori».

Il Comune ringrazia «tutto il personale impegnato nell’opera di ripristino dell’agibilità della spiaggia, gli imprenditori, i volontari e i lavoratori degli stabilimenti balneari che in queste ore si stanno prodigando per rendere agibili e accogliente la situazione della spiaggia nei lidi più colpiti».

Mareggiata e bagni allagati, il Comune: «Nessuna allerta della Protezione civile»

Evento anomalo e imprevedibile per Palazzo Merlato che assicura: «Metteremo a punto ogni possibile forma di aiuto alle imprese»

Il Comune di Ravenna è intervenuto nella serata di giovedì, nei lidi maggiormente colpiti dalla mareggiata, attivando la Protezione Civile e coordinando la propria azione con i Vigili del Fuoco.

«A differenza di precedenti situazioni – scrivono da Palazzo Merlato – non ci è stata comunicata nessuna allerta meteo che ci consentisse di attivare misure di prevenzione e di contenimento dei danni. Questo lascia pensare ad un evento anomalo di innalzamento del mare, non prevedibile con gli attuali criteri di monitoraggio e che merita uno studio e un approfondimento».

I danni, il cui elenco e la cui entità si stanno stimando in queste ore, riguardano alcuni stabilimenti balneari finiti sott’acqua e alcuni tratti di spiaggia che al momento risultano erose (nella gallery qui sotto la situazione in alcuni bagni di Marina alla mattina di venerdì 17 giugno).

«Da ieri sera siamo in costante contatto con la Cooperativa degli stabilimenti balneari e le associazioni di categoria – scrivono ancora dal Comune –. La Regione attiverà le procedure necessarie al ripristino urgente dei tratti di spiaggia erosa e nel prossime metteremo a punto ogni possibile forma di aiuto alle imprese balneari che hanno subito i danni maggiori».

Il Comune ringrazia «tutto il personale impegnato nell’opera di ripristino dell’agibilità della spiaggia, gli imprenditori, i volontari e i lavoratori degli stabilimenti balneari che in queste ore si stanno prodigando per rendere agibili e accogliente la situazione della spiaggia nei lidi più colpiti».

Turista di 50 anni annega cercando di salvare il figlio

Stavano facendo il bagno nonostante il mare in burrasca, prima della mareggiata che ha allagato gli stabilimenti

Si chiamava Luigi Marchi l’uomo di 50 anni morto nel pomeriggio di ieri (giovedì 16 giugno) a Punta Marina, tentando di salvare il figlio di 8 anni dalle onde. Il mare era in burrasca e poco dopo avrebbe inghiottito molti bagni dei lidi ravennati, alle prese ancora oggi con i danni ingenti.

L’uomo – come riportano i quotidiani in edicola oggi – era in vacanza con la famiglia e un gruppo di amici e abitava a Riva del Garda, dove era presidente della pro loco della frazione di Varone, assicuratore e volontario dei vigili del fuoco.

Nonostante le condizioni del mare e la bandiera rossa issata già dal mattino, ha accompagnato il figlio più grande (l’altro ha 6 anni ed è rimasto a guardare sotto l’ombrellone) e la figlia di un’amica a fare il bagno. Il bambino indossava un giubbotto salvagente ma la corrente lo ha trascinato velocemente al largo, mentre l’altra piccola è rimasta vicino a riva. Il padre, visto il figlio in difficoltà, ha cercato di soccorrerlo, ma probabilmente un malore (sui quotidiani si parla di congestione, visto che aveva mangiato da poco) gli è stato fatale. Inutili i tentativi di rianimarlo in spiaggia (per una quarantina di minuti) così come l’intervento di un gruppo di bagnini praticamente immediato.

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