giovedì
28 Agosto 2025

De Pascale a Hera: «Mai più. Già da tempo i Comuni lamentavano gare al ribasso»

L’intervento del candidato a sindaco del centrosinistra. Il deputato Paglia scarica invece sul Pd le colpe per la gestione della multiutility

Dopo essere stato pungolato in mattinata anche dal parlamentare ravennate di Sinistra Italiana (ex Sel), Giovanni Paglia – che aveva sottolineato il suo silenzio dopo aver addossato al Pd le colpe di una cattiva gestione di Hera (vedi intervento integrale tra gli allegati in fondo all’articolo) – il candidato a sindaco del centrosinistra Michele de Pascale interviene sul caso della gestione dei rifiuti a Ravenna esploso nel weekend del 16-17 aprile.

«La raccolta rifiuti sta continuando a generare disservizi pesanti in tutto il territorio ravennate – scrive quello che è anche il segretario provinciale del Partito democratico – e anche laddove si è superata l’emergenza, è palese un calo significativo della qualità del servizio. Abbiamo appreso dalla stampa che la Procura ha aperto un’indagine sull’accaduto. Purtroppo quanto avvenuto è due volte grave. Grave perché già da tempo Comuni e parti sociali denunciavano una tendenza del Gruppo Hera a premiare quasi esclusivamente i ribassi d’asta rispetto alla qualità del servizio e alla professionalità dei fornitori. Questo atteggiamento ora è deflagrato negli effetti inaccettabili di una gara gestita in maniera inadeguata dalla multiutility, che non ha saputo selezionare esclusivamente fornitori realmente in grado di gestire la raccolta. Questo errore non può passare senza conseguenze, penso che i Comuni debbano pretendere l’applicazione immediata di pesanti penalità per Hera, oltre che vigilare con la massima attenzione sull’evolversi della situazione, collaborando con la magistratura nel mettere a disposizione tutte le informazioni rispetto alle indagini in corso. Non è tollerabile nessuna incertezza da parte di Hera che, in tempi brevi, deve pretendere il ripristino della qualità del servizio o revocarlo. Ciò che è avvenuto è grave una seconda volta perché tra le tante parole spese in questi giorni, sono mancate da parte di Hera quelle più importanti. “Mai più” sono le parole che vogliamo sentire, perché non si verifichi un’incrinatura pesante nei rapporti e per ripartire con un clima di collaborazione».

«Mai più disservizi – attacca ancora De Pascale –, neanche temporanei, nella raccolta rifiuti. Mai più gare gestite in maniera inadeguata. Mai più selezione di fornitori con scarsa professionalità. Mai più sono le parole che vogliamo sentire da Hera».

Vede i carabinieri e ingoia dieci ovuli di coca: ricoverato in prognosi riservata

Un 27enne arrestato dopo due giorni di cure in ospedale: era
ricercato da anni. Nel suo appartamento il fratello nega tutto

Alla vista dei carabinieri, per far sparire le prove, ha ingoiato una decina di ovuli di cocaina, che stava spacciando nella zona calda di Faenza, tra le vie  Nuova Naviglio, Calligherie e Campidori, rischiando anche la vita. Fortunatamente i militari che lo hanno portato in caserma, resisi conto di quanto accaduto, lo hanno fatto trasportare subito in ospedale, dove è stato ricoverato per due giorni (anche con prognosi riservata) per una intossicazione prodotta dalla rottura delle dosi, una volta ingerite.

Costantemente piantonato in ospedale, il giovane – un 27enne marocchino – una volta dimesso è stato arrestato dai carabinieri che nel frattempo avevano trovato il suo nome (Mourad Hamraui) nella lista dei latitanti ricercati in regione dalle forze dell’ordine, in quanto da tre anni stava sfuggendo a un ordine di cattura emesso dalla procura di Bologna per una condanna a quasi otto mesi di carcere per spaccio.

Durante il ricovero, i militari hanno anche perquisito il suo appartamento in via Calligherie, dove era stato notato dagli uomini dell’arma un viavai sospetto. Lì sono stati identificati altri tre giovani, sempre originari del Marocco, fra cui il fratello 28enne del giovane ricoverato, a sua volta clandestino e con numerosi precedenti penali. Non sapendo ciò che era accaduto al fratello più piccolo, ha mentito ai carabinieri dicendo loro che si trovava a Roma. Tutti e tre hanno cercato di fornire generalità false, assicurando di essere residenti in altre città. I tre sono stati portato in questura a Ravenna per le verifiche dell’ufficio immigrazione.

Il 27enne arrestato è invece stato portato in carcere e poi denunciato anche per detenzione illecita di stupefacenti (gli ovuli ingoiati) e resistenza a pubblico ufficiale, avendo tentato la fuga anche aggredendo i carabinieri al momento del controllo.

Rifiuti, il sindaco vuole penalità per Hera riducendo Tari per imprese e famiglie

Matteucci presenta un emendamento alla delibera in discussione in consiglio comunale e promette collaborazione con la magistratura

Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha depositato un emendamento alla delibera sulla Tari che è all’ordine del giorno del consiglio comunale di giovedì 28 aprile: «Di fronte ai gravi disservizi di questi giorni il Comune di Ravenna promuoverà con questo mio emendamento gli atti necessari a decidere una penalizzazione per il gestore del servizio spazzamento e raccolta rifiuti, cioè Hera, e per ridurre di coseguenza la Tari per famiglie e imprese».

Il primo cittadino sottolinea come sia ancora insoddisfacente il servizio di raccolta delle campane: «Vanno svuotate al più presto e comunque in queste ore è indispensabile almeno evitare gli accumuli ai bordi di esse. In generale è indispensabile tornare ai livelli che il servizio di raccolta e spazzamento ha sempre avuto negli ultimi anni nel territorio del Comune di Ravenna. Sono poi ancora in attesa delle garanzie indispensabili per la pulizia della spiaggia».

Come ormai noto i disagi sono emersi in vari punti del territorio provinciale dal 16 aprile, giorno in cui è entrato in servizio il nuovo operatore vincitore della gara bandita dalla multiutility. La stessa Hera già da alcuni giorni sostiene che la situazione stia rientrando alla normalità mentre continuano numerose le segnalazioni di cittadini e lettori che fotografano immagini di accumuli di immondizia a bordo strada.

«Nel consiglio comunale di domani – continua Matteucci – interverrò in maniera più puntuale su questi temi e sulle evidenti responsabilità del gestore del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti. Farò valere le ragioni della comunità ravennate e del Comune, naturalmente nell’ambito delle iniziative che la legge mi consente». Il sindaco sottolinea che «la procedura della gara che è stata effettuata fa capo ad Hera e non coinvolge sotto nessun profilo, neppure oggi, poteri, competenze e responsabilità del Comune di Ravenna».

È notizia di oggi che la procura ha aperto un fascicolo di indagine: «Esprimo come sempre massimo rispetto e manifesto la volontà di una piena collaborazione del Comune».

Maltrattamenti, telecamere all’asilo? Guerra: «Non sull’onda emotiva»

L’avvocato candidata sindaco del movimento Cambierà affronta
il tema: «Prima di tutto serve il controllo del Comune»

«L’amministrazione pubblica deve avere un controllo costante e più stretto sull’operato del personale degli asili e sul benessere dei bambini nelle strutture gestite o accreditate. Inoltre test psicoattitudinali adeguati e frequenti devono rendere più selettivi i criteri nella scelta del personale che si occupa dei bambini». Sono queste le prime mosse da mettere in atto da parte di un Comune, secondo la candidata sindaco Michela Guerra (Movimento civico Cambierà), per un migliore controllo su quanto accade negli asili. «I casi di maltrattamenti nelle scuole materne e nei nidi, di cui l’ultimo a Rimini, ci impongono una riflessione urgente su un problema sempre più sentito dai genitori: la possibilità di maggiori controlli negli asili, per esempio installando telecamere. In molti, in questi giorni, si sono avvicinati ai nostri banchetti in piazza chiedendoci che provvedimenti prenderemmo in tal senso».

E allora Guerra, in campo con una lista civica dopo il no del Movimento 5 Stelle per l’utilizzo del simbolo di Beppe Grillo, riepiloga la sua visione: «L’installazione di telecamere negli asili è una misura che deve essere presa in considerazione e che va valutata con grande attenzione sotto un profilo di legittimità (in primo luogo la tutela della riservatezza), di economicità (i costi intesi anche come spese per affrontare eventuali ricorsi e processi amministrativi di vario genere) e di efficacia (il rapporto degli stessi costi in relazione ai benefici). Nel caso si optasse per l’installazione di telecamere, senza ombra di dubbio, sarebbero telecamere a circuito chiuso e non si tratterebbe dell’introduzione indiscriminata di webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet (provvedimento questo già bocciato dal Garante della Privacy)».

Con una necessaria premessa a favore della lucidità di ragionamento: «Nessun provvedimento, preso sull’onda emotiva di un fatto spiacevole che ci lascia sgomenti, è comunque ben ponderato. Prima di arrivare all’estrema misura delle telecamere dobbiamo procedere per gradi: innanzi tutto incentivare i genitori a segnalare qualsiasi sospetto di maltrattamento o mala gestione alle forze dell’ordine e al Comune».

Maltrattamenti, telecamere all’asilo? Guerra: «Non sull’onda emotiva»

L’avvocato candidata sindaco del movimento Cambierà affronta
il tema: «Prima di tutto serve il controllo del Comune»

«L’amministrazione pubblica deve avere un controllo costante e più stretto sull’operato del personale degli asili e sul benessere dei bambini nelle strutture gestite o accreditate. Inoltre test psicoattitudinali adeguati e frequenti devono rendere più selettivi i criteri nella scelta del personale che si occupa dei bambini». Sono queste le prime mosse da mettere in atto da parte di un Comune, secondo la candidata sindaco Michela Guerra (Movimento civico Cambierà), per un migliore controllo su quanto accade negli asili. «I casi di maltrattamenti nelle scuole materne e nei nidi, di cui l’ultimo a Rimini, ci impongono una riflessione urgente su un problema sempre più sentito dai genitori: la possibilità di maggiori controlli negli asili, per esempio installando telecamere. In molti, in questi giorni, si sono avvicinati ai nostri banchetti in piazza chiedendoci che provvedimenti prenderemmo in tal senso».

E allora Guerra, in campo con una lista civica dopo il no del Movimento 5 Stelle per l’utilizzo del simbolo di Beppe Grillo, riepiloga la sua visione: «L’installazione di telecamere negli asili è una misura che deve essere presa in considerazione e che va valutata con grande attenzione sotto un profilo di legittimità (in primo luogo la tutela della riservatezza), di economicità (i costi intesi anche come spese per affrontare eventuali ricorsi e processi amministrativi di vario genere) e di efficacia (il rapporto degli stessi costi in relazione ai benefici). Nel caso si optasse per l’installazione di telecamere, senza ombra di dubbio, sarebbero telecamere a circuito chiuso e non si tratterebbe dell’introduzione indiscriminata di webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet (provvedimento questo già bocciato dal Garante della Privacy)».

Con una necessaria premessa a favore della lucidità di ragionamento: «Nessun provvedimento, preso sull’onda emotiva di un fatto spiacevole che ci lascia sgomenti, è comunque ben ponderato. Prima di arrivare all’estrema misura delle telecamere dobbiamo procedere per gradi: innanzi tutto incentivare i genitori a segnalare qualsiasi sospetto di maltrattamento o mala gestione alle forze dell’ordine e al Comune».

Maltrattamenti, telecamere all’asilo? Guerra: «Non sull’onda emotiva»

L’avvocato candidata sindaco del movimento Cambierà affronta il tema: «Prima di tutto serve il controllo del Comune»

«L’amministrazione pubblica deve avere un controllo costante e più stretto sull’operato del personale degli asili e sul benessere dei bambini nelle strutture gestite o accreditate. Inoltre test psicoattitudinali adeguati e frequenti devono rendere più selettivi i criteri nella scelta del personale che si occupa dei bambini». Sono queste le prime mosse da mettere in atto da parte di un Comune, secondo la candidata sindaco Michela Guerra (Movimento civico Cambierà), per un migliore controllo su quanto accade negli asili. «I casi di maltrattamenti nelle scuole materne e nei nidi, di cui l’ultimo a Rimini, ci impongono una riflessione urgente su un problema sempre più sentito dai genitori: la possibilità di maggiori controlli negli asili, per esempio installando telecamere. In molti, in questi giorni, si sono avvicinati ai nostri banchetti in piazza chiedendoci che provvedimenti prenderemmo in tal senso».

E allora Guerra, in campo con una lista civica dopo il no del Movimento 5 Stelle per l’utilizzo del simbolo di Beppe Grillo, riepiloga la sua visione: «L’installazione di telecamere negli asili è una misura che deve essere presa in considerazione e che va valutata con grande attenzione sotto un profilo di legittimità (in primo luogo la tutela della riservatezza), di economicità (i costi intesi anche come spese per affrontare eventuali ricorsi e processi amministrativi di vario genere) e di efficacia (il rapporto degli stessi costi in relazione ai benefici). Nel caso si optasse per l’installazione di telecamere, senza ombra di dubbio, sarebbero telecamere a circuito chiuso e non si tratterebbe dell’introduzione indiscriminata di webcam per consentire ai genitori di avere un accesso diretto alla struttura tramite internet (provvedimento questo già bocciato dal Garante della Privacy)».

Con una necessaria premessa a favore della lucidità di ragionamento: «Nessun provvedimento, preso sull’onda emotiva di un fatto spiacevole che ci lascia sgomenti, è comunque ben ponderato. Prima di arrivare all’estrema misura delle telecamere dobbiamo procedere per gradi: innanzi tutto incentivare i genitori a segnalare qualsiasi sospetto di maltrattamento o mala gestione alle forze dell’ordine e al Comune».

La procura indaga sul caos rifiuti Carabinieri negli uffici di Hera

Fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio L’attenzione degli inquirenti anche sulla gara di appalto da 40 milioni

La procura di Ravenna ha aperto un fascicolo d’indagine, per il momento contro ignoti, sul caos rifiuti scoppiato dal 16 aprile in provincia in concomitanza con il passaggio di consegne dal vecchio gestore al nuovo vincitore dell’appalto biennale da 40 milioni bandito da Hera. Secondo quanto si apprende dai quotidiani che riportano la notizia, l’indagine procede con l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio. Ma l’attenzione degli inquirenti si concentrerà anche sulla gara d’appalto. In mattinata i carabinieri del nucleo investigativo, che conducono le indagini coordinate dal procuratore Alessandro Mancini, entreranno negli uffici del Comune, della Provincia e di Hera per l’acquisizione di documentazione sul caso.

Come ormai noto con l’entrate in servizio delle nuove aziende si sono verificati diversi disagi che nei primi giorni avevano assunto i contori dell’emergenza in alcuni punti del territorio. A distanza di una settimana la situazione è in via di miglioramento ma restano molti punti in cui ancora l’immondizia si accumula attorno ai cassonetti. Hera, in veste di stazione appaltante, è intervenuta per rimediare i disagi e ha parlato di mancanze di personale e mezzi da parte del nuovo gestore, il consorzio Ambiente 2.0 guidato dalla Aimeri Ambiente di Milano (società del gruppo Biancamano dei fratelli Pizzimbone).

Da Dell’Utri agli affari con le coop rosse, la scalata dei Pizzimbone tra i rifiuti

Ecco chi ha vinto l’appalto Hera da 40 mln per la raccolta a Ravenna Il business in Sicilia poi il boom comprando un ramo Manutencoop

Hanno le mani nella monnezza, per fare affari, da una trentina d’anni. Prima di mettersi in proprio si sono fatti le ossa entrando entrambi con un diploma da geometra in una cooperativa piemontese vicina al cardinale Tarcisio Bertone. E, sempre in tema di conoscenze altolocate, non è un segreto la loro amicizia con Marcello Dell’Utri, l’ex senatore fondatore di Forza Italia che sta scontando in carcere a Parma una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. I fratelli Pizzimbone – nati a Savona a distanza di tre anni uno dall’altro (Giovanni Battista nel 1966 e Pier Paolo nel 1969) – sono i fondatori del gruppo Biancamano che tiene i fili di Ambiente 2.0, il consorzio decretato vincitore dell’appalto biennale 2016-17 bandito da Hera (rinnovabile per altre due annualità) da 40 milioni di euro in totale per la gestione della raccolta e trasporto rifiuti, delle isole ecologiche, della pulizia spiagge e dello spazzamento strade nei diciotto comuni in provincia di Ravenna. L’aggiudicazione dell’appalto risale a gennaio ma la società consortile ha cominciato la sua piena operatività solo da aprile perché la stazione appaltante in via cautelativa aveva concesso una proroga al precedente gestore – il raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) guidato dalla cooperativa ravennate Ciclat Trasporti Ambiente – che è arrivato secondo nell’ultima gara e ha presentato ricorso per chiedere l’annullamento dell’assegnazione.

Fusione in vista contro la crisi
Dal suo sito internet la Biancamano si definisce «il partner ideale per gli enti locali». Si presenta come «il primo operatore privato nel settore dei servizi di igiene urbana in Italia che svolge ogni giorno attività indispensabili per la qualità di vita dei cittadini, contribuendo allo sviluppo culturale, economico e anche turistico del Paese». Fondata nel 2004, è una società per azioni quotata in Borsa dal 2007 con un fatturato che nel 2014 si è avvicinato a 150 milioni di euro. Il pacchetto di maggioranza è in mano a una società del Lussemburgo riconducibile al maggiore dei fratelli Pizzimbone. «La società con sede a Milanofiori – si leggeva di recente su La Stampa – ha registrato nei primi nove mesi del 2015 un calo dei ricavi da 107,7 a 89,46 milioni di euro. Il patrimonio netto del gruppo è negativo per 6,59 milioni (lo era già per 4,69 nel 2014). Ai danni della società, che ha debiti scaduti per 110,4 milioni di euro, sono state avviate azioni giudiziarie per il recupero di crediti pari a 65,94 milioni di euro. Di questi 45,82 milioni sono stati definiti prima d’ora, 13,65 milioni sono in corso di definizione e contro 6,46 milioni è stata presentata opposizione». Biancamano ha chiesto alle banche una ristrutturazione del debito finalizzata alla fusione con Kinexia, altro big del settore, per dare vita al gruppo Waste Italia. Il closing dell’operazione era atteso nel primo quadrimestre 2016 ma il 31 marzo scorso una nota congiunta delle due società sposta il termine al 31 dicembre prossimo. Tra i motivi dello slittamento c’è proprio l’allungamento delle tempistiche necessaria per la complessità delle trattative avviate da Biancamano con gli istituti finanziatori. Alla luce di questo è stata posticipata a giugno la riunione del consiglio di amministrazione che era in programma il 14 aprile per l’approvazione del bilancio 2015.

Il braccio operativo
I due fratelli Pizzimbone fondarono la Biancamano per l’acquisizione di due società: la Ponticelli e la Aimeri di Cuneo. Quest’ultima in quella operazione venne trasformata in Aimeri Ambiente con sede a Rozzano e da allora è la società principale nonché il vero braccio operativo della Biancamano che la controlla al 100 percento. Nel 2012 la Ponticelli si fonde dentro Aimeri. Che oggi – secondo il suo sito internet – serve 245 comuni sparsi in dieci regioni garantendo servizi per 1,6 milioni di persone con quasi 2.900 mezzi e 1.800 dipendenti. Il suo presidente, Francesco Maltoni, un anno fa durante un’audizione di fronte alla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, parlò di un fatturato 2014 sceso a 135 milioni dai 240 ante crisi. Aimeri Ambiente è la capogruppo del già ricordato consorzio Ambiente 2.0 in cui rientra anche la Pianeta Ambiente (società esterna al gruppo Biancamano ma il cui socio finanziatore risulta la Biancamano) e che si è aggiudicato l’appalto di Hera presentandosi in Rti con la coop sociale Orso Blu. Ma, come detto, la cordata Biancamano-Aimeri dovrà vedersela con il ricorso presentato dalla Ciclat Trasporti Ambiente (identico scenario che si sta proponendo in altre realtà in Sardegna).

La discarica d’oro
Una parte importante nel boom della Biancamano è rappresentata dalla discarica Ponticelli a Imperia, gestita dall’omonima società acquisita come detto dai Pizzimbone. Le vicende di quell’area, dove dai primi anni ’70 vengono stoccati i rifiuti e considerata ormai esaurita, attirano anche l’attenzione de L’Espresso nel 2008 con il lavoro firmato da Gomez-Malagutti intitolato “Premiata ditta monnezza”. Per la Ponticelli, nonosante le perplessità, arrivarono autorizzazioni seguite da una serie di proroghe. La procura aprì anche un’inchiesta: il processo per abuso d’ufficio relativo all’incremento si è chiuso nel 2014 con sette assoluzioni perchè i fatti, risalenti al 2008, non sussistono. Nell’udienza preliminare era già stato prosciolto Pier Paolo Pizzimbone. Secondo la pubblica accusa l’autorizzazione data dalla Provincia all’incremento della discarica sarebbe stata illegittima, perché non preceduta da verifiche sulla stabilità della stessa. La difesa ha, invece, dimostrato che l’autorizzazione regionale era stata data previa valutazione positiva e che la Provincia non aveva fatto altro che recepire questo dato.

Dal profondo sud agli affari con le coop emiliane
I primi affari da fregarsi le mani, quelli che spianarono la strada della Biancamano per diventare l’attuale colosso, arrivarono al Sud, in Sicilia o ancora più giù sull’altra sponda del Mediterraneo. In alcuni casi con uno strascico di sospetti sollevati dalle istituzioni locali. Nel 2008 il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, rese pubbliche tutte le sue perplessita sull’appalto per la gestione dei rifiuti nell’Ato Ambiente Caltanissetta 2: ribasso dello 0,1 percento su una base di 22 milioni di euro e un solo partecipante, il gruppo Biancamano, perché il fatturato richiesto dal bando escludeva le società che in precedenza avevano l’appalto anche se si fossero consorziate. A Caltagirone il ribasso era stato addirittura più sottile: 0,0014 percento sulla stessa base d’asta. È sempre del 2008 una importante commessa estera: lavori a Bengasi, in Libia, poco dopo l’accordo di collaborazione siglato tra l’allora primo ministro Silvio Berlusconi e il colonnello Gheddafi. La svolta nel nord Italia per Biancamano risale al 2009 quando per 30 milioni di euro acquisisce Msa, ramo aziendale di Manutencoop attivo nel settore ambientale, e così facendo duplica il fatturato di allora.

Tra l’amore di Barbara d’Urso e la stima di Marcello Dell’Utri
Giovanni Battista e Pier Paolo sono figli di Emanuele Pizzimbone, ingegnere morto l’anno scorso a 82 anni. Era stato un dipendente pubblico a Vercelli negli anni Ottanta e Novanta ricoprendo anche incarichi nel Partito socialista. Per un appalto in una discarica del nord Italia finì sotto inchiesta ai tempi di Mani Pulite uscendone assolto senza macchie. Pier Paolo, il più giovane dei due Biancamano Boys, vicepresidente del gruppo, è quello che ha goduto di più esposizione mediatica. Per le attività economiche, per la politica e per il gossip. Si è guadagnato le copertine dei rotocalchi per le relazioni con la soubrette Stefania Orlando e la conduttrice Barbara D’Urso. A gennaio 2009 il settimanale Chi mise in copertina le foto di una settimana bianca a Saint Moritz dove l’imprenditore sarebbe andato con un jet privato. Pizzimbone smentì la circostanza del volo e sulla conduttrice di Domenica Live disse: «Ritengo Barbara una cara amica che stimo molto sia a livello professionale che umano. Ho avuto modo di conoscerla e di frequentarla e la ritengo una bella persona, cosa non facile soprattutto nell’ambiente dello spettacolo». Il curriculum di Pier Paolo Pizzimbone vanta anche un’ampia parentesi politica. «La sua vera grande passione – si legge sul sito personale dell’imprenditore dove compare più di una foto in compagnia di Berlusconi – che si concretizza nel 2004, anno in cui fonda insieme al fratello, “Il Circolo di Imperia”, associazione culturale, promossa dal senatore Marcello Dell’Utri, attraverso il quale si realizzano e promuovono importanti avvenimenti culturali e politici. I suoi valori e i forti ideali liberali e democratici lo fanno, quindi, avvicinare sempre di più a Forza Italia». Infatti a luglio 2007 inaugura 33 dei cosiddetti circoli del Buongoverno sulla riviera ligure e viene nominato, da Dell’Utri in persona, tra i trenta membri del direttivo nazionale dei circoli del Buongoverno: «Sono orgoglioso di poterne far parte – disse sulla stampa all’epoca –, anche come dimostrazione che i rapporti di amicizia con il senatore Dell’Utri sono solidi e che godo della sua stima. Spero di ricambiarlo non solo con l’impegno che sto mettendo, ormai da quasi quattro anni, ma anche con risultati soprattutto a livello locale». Nel 2008 si dimette dagli incarichi nelle aziende e si candida al Parlamento con il Pdl nella circoscrizione Sicilia 2. Nel 2012 è proclamato deputato in sostituzione di Antonino Salvatore Germanà. Su Youtube si trovano diversi video di sue interviste e interventi televisivi. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta lamentò una questione con cui più volte il gruppo ha dovuto fare i conti in seguito: l’annoso ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione che stritola le imprese.

Boss in incognito
Anche il fratello maggiore, Giovanni Battista, si è guadagnato il suo momento di celebrità sul piccolo schermo. Nel 2014 partecipò al docu-reality “Boss in incognito” in cui si finse dipendente della sua stessa Biancamano per lavorare fianco a fianco con i veri lavoratori cui spettano le mansioni più umili e ignari del nuovo collega. Poche settimane dopo finì agli arresti domiciliari: si presentò lui stesso alla procura di Trani che indagava per una presunta turbativa d’asta nella gara di appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti del Comune di Andria (Bari). Il tribunale ordinò subito dopo l’immediata revoca della misura cautelare.

La Regione avvia lo sterminio delle nutrie Allarme Coldiretti: una ogni 5 persone

L’Emilia Romagna approva il primo piano in Italia per l’eliminazione totale Si potranno usare trappole e fucili

Con le trappole e con i fucili, in città e in campagna: via libera allo sterminio delle nutrie autorizzato dal piano della Regione Emilia Romagna, il primo in Italia dopo l’entrata in vigore, nel febbraio scorso, del collegato ambientale alla legge di Stabilità che, pur mantenendo la classificazione dei roditori come animali infestanti e non più come fauna selvatica, dà alle Regioni la possibilità di intervenire per garantire un’azione più organica e coordinata.

La delibera della giunta regionale stabilisce che l’attuazione del piano in ambito urbano è in capo ai Comuni, in ambito rurale alla Polizia provinciale e, nei territori di loro competenza, agli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali: «La cattura e la soppressione con metodo eutanasico è consentita con specifiche trappole, sia in città che in campagna, tutto l’anno da parte di polizia provinciale, guardie comunali, personale abilitato dalla Regione, agricoltori sul loro fondo, personale delegato alla tutela delle acque e nei parchi e riserve naturali dal rispettivo personale di vigilanza. L’abbattimento diretto con arma da fuoco può essere effettuato dal personale di vigilanza, dagli agricoltori solo se in possesso di abilitazione all’esercizio venatorio, dai coadiutori durante tutto l’anno e, inoltre, dai cacciatori/coadiutori durante l’esercizio della caccia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, nei territori cacciabili. Nelle zone protette il periodo di caccia è ridotto dal 1 agosto al 31 gennaio. Gli enti parco possono decidere periodi diversi sul loro territorio: nelle zone umide, Sic e Zps l’abbattimento può avvenire dal 1 agosto al 31 gennaio e solo con uso di pallini atossici per salvaguardare la nidificazione degli uccelli acquatici». Per quanto riguarda lo smaltimento degli animali occorre valutare la condizioni dell’habitat in relazione alle quali il capo può essere lasciato in loco, se irrecuperabile. Può essere previsto il sotterramento dove ciò non arrechi danni all’ambiente ovvero deve essere gestito come rifiuto speciale.

«Quella delle nutrie – rileva Coldiretti – è una vera e proprio emergenza in quanto si tratta di animali ormai diffusi per più di due terzi (71 percento) del territorio regionale, fino a raggiungere in tutta l’Emilia Romagna, secondo le stime Coldiretti, il rapporto di una nutria ogni cinque abitanti, con danni all’agricoltura che nel 2014 (ultimo anno rilevato) ha raggiunto i 173mila euro. Dopo che la nutria è stata inserita tra le specie nocive, al pari dei topi e dei ratti c’è stato un periodo di stasi nelle attività di contenimento che erano passati in capo ai Comuni, privi di risorse adeguate. Il ritorno alla Regione degli interventi per combattere questo dannosissimo animale consente di puntare all’obiettivo finale che è, come prevede la delibera, la totale eliminazione di un animale che mette a rischio la biodiversità regionale perché distrugge piante di palude, come le ninfee, altera l’ecosistema, mettendo in forse la sopravvivenza di animali come il falco di palude e il tarabuso, distrugge nidi e mangia uova di volatili come la Gallinella d’acqua, il Germano reale e soprattutto il Mignattino Piombato la cui popolazione italiana è concentrata in Emilia Romagna».

Ultimo giorno per le iscrizioni ai nidi Servizio solo online per i nati dal 2014

E sempre dal 27 aprile si aprono i termini per iscriversi ai centri
ricreativi estivi. Domande entro il 17 maggio. Info sul sito del Comune

Il 27 aprile sarà l’ultimo giorno utile per l’iscrizione dei bambini nati negli anni 2014, 2015 e 2016 ai nidi d’infanzia comunali, nidi convenzionati e allo spazio bimbi per l’anno scolastico 2016-2017. Le iscrizioni sono solamente online, all’indirizzo: http://www.istruzioneinfanzia.ra.it/Iscrizioni-on-line/Iscrizioni-on-line-ai-nidi-d-infanzia-comunali-convenzionati-e-allo-spazio-bimbi-per-l-anno-scolastico-2016-2017.

Sempre domani si aprono i termini per le iscrizioni dei bimbi ai Centri Ricreativi Estivi Scuole dell’Infanzia, Crem e ai Centri Ricreativi Estivi Nidi d’infanzia, Cren, per i mesi estivi. È possibile fare domanda entro il 17 maggio. Possono presentare domanda esclusivamente i genitori dei bambini che stanno già frequentando tali servizi. Tutte le modalità e i requisiti saranno pubblicati nel sito del Comune www.comune.ra.it.

Ultimo giorno per le iscrizioni ai nidi Servizio solo online per i nati dal 2014

E sempre dal 27 aprile si aprono i termini per iscriversi ai centri ricreativi estivi. Domande entro il 17 maggio. Info sul sito del Comune

Il 27 aprile sarà l’ultimo giorno utile per l’iscrizione dei bambini nati negli anni 2014, 2015 e 2016 ai nidi d’infanzia comunali, nidi convenzionati e allo spazio bimbi per l’anno scolastico 2016-2017. Le iscrizioni sono solamente online, all’indirizzo: http://www.istruzioneinfanzia.ra.it/Iscrizioni-on-line/Iscrizioni-on-line-ai-nidi-d-infanzia-comunali-convenzionati-e-allo-spazio-bimbi-per-l-anno-scolastico-2016-2017.

Sempre domani si aprono i termini per le iscrizioni dei bimbi ai Centri Ricreativi Estivi Scuole dell’Infanzia, Crem e ai Centri Ricreativi Estivi Nidi d’infanzia, Cren, per i mesi estivi. È possibile fare domanda entro il 17 maggio. Possono presentare domanda esclusivamente i genitori dei bambini che stanno già frequentando tali servizi. Tutte le modalità e i requisiti saranno pubblicati nel sito del Comune www.comune.ra.it.

Musicista di strada senza autorizzazione Dopo la diffida scatta la sanzione

L’artista controllato già in ottobre ma si esibiva di nuovo in via Cavour E poi controlli stradali: al volante senza patente, multa da 5mila euro

Suonava il cembalo in via Cavour a Ravenna senza autorizzazione ed era già stato diffidato in ottobre: un giovane romeno è stato sanzionato dalla polizia municipale nel corso del weekend del 25 aprile. Da agosto del 2014 infatti il regolamento comunale per gli spettacoli di strada prevede che in caso di prima violazione delle norme se l’artista sospende la sua esibizione non scatti la sanzione (150 euro) che invece arriva alla seconda violazione.

In concomitanza con il fine settimana l’ufficio Polizia commerciale e tutela del consumatore ha intensificato i controlli per contrastare il fenomeno dell’abusivismo in genere. Oltre al musicista di strada è stato multanto anche un venditore di rose abusivo in via Salara: aveva l’autorizzazione ma stava vendendo in una zona vietata dalla specifica delibera del consiglio comunale. In via Da Polenta e piazza Baracca è stata rinvenuta merce abbandonata dai venditori che alla vista degli agenti si sono dati alla fuga. In totale i controlli in centro storico hanno portato a mille euro complessivi di verbali.

Nello stesso weekend nell’ambito dei controlli di polizia stradale sono state accertate quattro violazioni per guida sotto l’influenza dell’alcool di cui due con tasso alcolemico oltre quattro volte il consentito. Gli agenti dell’ufficio Città contestavano in Viale Randi, nell’ambito dei controlli ordinari, la guida in stato di ebbrezza al conducente quarantaduenne di un ciclomotore al quale veniva ritirata la patente di guida. L’ufficio Infortunistica è intervenuto in via di Roma dove era stato segnalato un incidente stradale senza feriti. Coinvolte tre autovetture di cui due in sosta. Il conducente della vettura in movimento, di 40 anni, sottoposto ai controllo del tasso alcolelmico risultava positivo. Inoltre è risultato privo di patente di guida perché mai conseguita e pertanto scattava la nuova sanzione amministrativa di cinquemila euro.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi