mercoledì
27 Agosto 2025

Metalmeccanici in sciopero Presidio anche davanti a Confindustria

Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno proclamato uno sciopero unitario per mercoledì 20 aprile. I sindacati e i lavoratori dell’industria metalmeccanica si mobilitano per ottenere il rinnovo del contratto visto che la trattativa con Federmeccanica ha subìto una secca battuta d’arresto nello scorso marzo.

Lo sciopero nazionale sarà di 4 ore e, in alcune aziende del territorio provinciale, le Rsu hanno deciso di estenderlo all’intero turno di lavoro. I sindacati e i lavoratori daranno inoltre vita, sempre mercoledì 20 aprile, dalle 9 alle 11 a un presidio di fronte alla sede della Confindustria di Ravenna.

«Vogliamo un nuovo contratto di lavoro – commentano i tre segretari provinciali di Fim, Fiom e Uil, rispettivamente Davide Tagliaferri, Milco Cassani e Filippo Spada -. Il 20 aprile ci sarà una giornata di mobilitazione in tutta Italia per fare capire che le proposte, per ora giunte da Federmeccanica, sono irricevibili. È evidente che Federmeccanica intende rompere il modello contrattuale fino ad ora applicato, mettendo in discussione il doppio livello di contrattazione. Vogliono rendere marginale il contratto nazionale di lavoro. Federmeccanica ha intenzione di mettere le mani in tasca ai lavoratori, li vuole colpire sotto il profilo economico».

La proposta di Federmeccanica mira a introdurre un salario di garanzia. «Si tratta di una proposta dirompente, in maniera negativa per i lavoratori, che bloccherebbe qualsiasi aumento contrattuale per i prossimi 10-15 anni – dicono Fim, Fiom e Uilm -. È un’operazione furbesca che nasconde tante insidie e non riconosce al 95 percento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale».

Metalmeccanici in sciopero Presidio anche davanti a Confindustria

Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno proclamato uno sciopero unitario per mercoledì 20 aprile. I sindacati e i lavoratori dell’industria metalmeccanica si mobilitano per ottenere il rinnovo del contratto visto che la trattativa con Federmeccanica ha subìto una secca battuta d’arresto nello scorso marzo.

Lo sciopero nazionale sarà di 4 ore e, in alcune aziende del territorio provinciale, le Rsu hanno deciso di estenderlo all’intero turno di lavoro. I sindacati e i lavoratori daranno inoltre vita, sempre mercoledì 20 aprile, dalle 9 alle 11 a un presidio di fronte alla sede della Confindustria di Ravenna.

«Vogliamo un nuovo contratto di lavoro – commentano i tre segretari provinciali di Fim, Fiom e Uil, rispettivamente Davide Tagliaferri, Milco Cassani e Filippo Spada -. Il 20 aprile ci sarà una giornata di mobilitazione in tutta Italia per fare capire che le proposte, per ora giunte da Federmeccanica, sono irricevibili. È evidente che Federmeccanica intende rompere il modello contrattuale fino ad ora applicato, mettendo in discussione il doppio livello di contrattazione. Vogliono rendere marginale il contratto nazionale di lavoro. Federmeccanica ha intenzione di mettere le mani in tasca ai lavoratori, li vuole colpire sotto il profilo economico».

La proposta di Federmeccanica mira a introdurre un salario di garanzia. «Si tratta di una proposta dirompente, in maniera negativa per i lavoratori, che bloccherebbe qualsiasi aumento contrattuale per i prossimi 10-15 anni – dicono Fim, Fiom e Uilm -. È un’operazione furbesca che nasconde tante insidie e non riconosce al 95 percento dei lavoratori alcun aumento, rendendo così inutile e residuale il contratto nazionale».

Alberghini: «Cultura, così non va Serve un profilo internazionale»

Il candidato di Lega, LpRa, FI e Fdi accetta l’invito al confronto pubblico di Mirada e dichiara: «Con noi Komikazen tornerà a Ravenna»

«È finita l’epoca dei finanziamenti a pioggia per la cultura, basta con i soldi elargiti a centinaia di associazioni tra le quali si trova pure chi con la cultura non c’azzecca proprio nulla» dichiara Massimiliano Alberghini, candidato sindaco sostenuto da Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia. «Ravenna merita un progetto di rilancio che sappia coniugare cultura e turismo, un programma pensato e gestito da persone competenti e affidabili, scelte per le loro capacità professionali e per il loro curriculum, non per la tessera di partito che hanno in tasca o le parentele che possono vantare. La gestione delle politiche culturali del Pd si è dimostrata fallimentare con la sconfitta di Ravenna a capitale europea della cultura 2019; è arrivato il momento di voltare pagina e smetterla con la distribuzione di mance elettorali che hanno il solo obiettivo di mantenere il consenso prescindendo dal merito delle iniziative e da un progetto culturale più organico».

Anche il candidato Alberghini interviene dunque nel dibattito di fatto aperto dall’associazione Mirada e poi infiammato da La Pigna sulle poliche culturali del Pd e si dice pronto ad accettare l’invito a un dibattito pubblico tra tutti i candidati sindaco avanzato via Facebook dall’associazione culturale Mirada. “Per quanto politicamente i promotori di questa associazione siano lontani dalla nostra coalizione – dice il commercialista – non solo aderisco volentieri a questo dibattito dicendomi sin da subito disponibile a concordare con gli organizzatori una data, ma comunico anche che per dare un segnale di serietà e coerenza, il mio primo atto da sindaco sulle politiche culturali sarà proprio quello di riportare a Ravenna il festival del fumetto di realtà, Komikazen”.

In conclusione, il candidato sindaco Massimiliano Alberghini annuncia:«La gestione delle politiche e degli eventi culturali a Ravenna deve fare un salto di qualità. Ciò è possibile solamente se all’interno di una squadra di governo questa delega viene affidata a un professionista esperto ed estremamente competente, conosciuto e capace di veicolare attenzione e investimenti verso gli straordinari tesori della nostra città. Per questo ho intenzione di coinvolgere le eccellenze che il panorama italiano offre per valutare chi può essere la persona migliore cui affidare l’incarico di assessore alla Cultura, con l’obiettivo strategico di rilanciare l’immagine di Ravenna». Alberghini fa inoltre sapere che «insieme al mio staff stiamo valutando diversi profili di alto livello, anche di fama internazionale; si tratta di persone capaci di riportare Ravenna al centro della scena culturale italiana e internazionale».

 

Referendum Trivelle, a Ravenna i Sì si fermano al 66 percento

In Italia superata la soglia dell’85 percento. Quorum
comunque lontanissimo e votazione non valida

Quasi 1.500 tra schede bianche e nulle, 58.352 voti per il Sì e 24.298 voti per il no. Sono questi i risultati definitivi ottenuti in provincia di Ravenna al referendum sulle trivelle del 17 aprile, quando è andato a votare da queste parti solo il 28,6 percento degli aventi diritto.

Rispetto al dato nazionale, quello ravennate è come detto ancora più netto se si considera che in Italia l’affluenza è stata pari al 31,2 percento (con il quorum comunque molto lontano) e i Sì hanno come prevedibile stravinto (una vittoria, chiaramente, inutile) con l’85,8 percento. In provincia, invece, la percentuale dei Sì scende fino al 70,6. Ancora meno Sì nel solo comune di Ravenna, dove si sono fermati addirittura al 66,3 percento.

Referendum Trivelle, a Ravenna i Sì si fermano al 66 percento

In Italia superata la soglia dell’85 percento. Quorum
comunque lontanissimo e votazione non valida

Quasi 1.500 tra schede bianche e nulle, 58.352 voti per il Sì e 24.298 voti per il no. Sono questi i risultati definitivi ottenuti in provincia di Ravenna al referendum sulle trivelle del 17 aprile, quando è andato a votare da queste parti solo il 28,6 percento degli aventi diritto.

Rispetto al dato nazionale, quello ravennate è come detto ancora più netto se si considera che in Italia l’affluenza è stata pari al 31,2 percento (con il quorum comunque molto lontano) e i Sì hanno come prevedibile stravinto (una vittoria, chiaramente, inutile) con l’85,8 percento. In provincia, invece, la percentuale dei Sì scende fino al 70,6. Ancora meno Sì nel solo comune di Ravenna, dove si sono fermati addirittura al 66,3 percento.

Rifiuti fuori controllo nel weekend? Ecco le foto. È partito il nuovo appalto

Intanto il sindaco di Cervia invita i cittadini a fare segnalazioni: «Da
ditte locali conosciute siamo passati a ditte che vengono da lontano»

Sabato 16 aprile è partito il nuovo corso della gestione dei rifiuti sul territorio ravennate, con il consorzio lombardo Ambiente 2.0 che ha vinto l’appalto – a discapito delle cooperative locali al lavoro in precedenza – e che se ne occuperà per conto di Hera per i prossimi due anni.

Dopo il primo weekend sono già diversi i ravennati che su Facebook stanno postando indignati foto di cassonetti stracolmi e in redazione è arrivata anche la mail di un presunto lavoratore che, in maniera anonima, denuncia mancanze nella nuova organizzazione di lavoro e nei mezzi utilizzati.

Qui sotto tra gli allegati una gallery di foto di come si presentavano nel weekend o si presentano stamattina alcune zone del Ravennate, centro storico compreso.

In occasione del cambio di servizio, sabato il sindaco di Cervia Luca Coffari aveva pubblicato su Facebook le info utili per segnalazioni, che qui riportiamo. «Da oggi sono cambiate le ditte che svolgono per conto di Hera la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento – scriveva Coffari –. Da ditte locali conosciute siamo passati a ditte che vengono da molto lontano e per me non è mai una buona cosa. Comunque come ho già avuto modo di scrivere ad Hera, vigileremo affinché le nuove ditte non peggiorino i servizi e li svolgano al meglio specie all’inizio della stagione, visto anche i nostri sforzi per far trovare ai turisti decoro e cura su strade e verde. Chiedo quindi a tutti i cittadini in particolare in queste settimane di collaborare con noi ed inviarci delle segnalazioni in caso si verifichino disservizi nella raccolta dei rifiuti o pulizia stradale». Per il Comune di Cervia è possibile effettuare la segnalazione a questo link.

Rifiuti fuori controllo nel weekend? Ecco le foto. È partito il nuovo appalto

Intanto il sindaco di Cervia invita i cittadini a fare segnalazioni: «Da ditte locali conosciute siamo passati a ditte che vengono da lontano»

Sabato 16 aprile è partito il nuovo corso della gestione dei rifiuti sul territorio ravennate, con il consorzio lombardo Ambiente 2.0 che ha vinto l’appalto – a discapito delle cooperative locali al lavoro in precedenza – e che se ne occuperà per conto di Hera per i prossimi due anni.

Dopo il primo weekend sono già diversi i ravennati che su Facebook stanno postando indignati foto di cassonetti stracolmi e in redazione è arrivata anche la mail di un presunto lavoratore che, in maniera anonima, denuncia mancanze nella nuova organizzazione di lavoro e nei mezzi utilizzati.

Qui sotto tra gli allegati una gallery di foto di come si presentavano nel weekend o si presentano stamattina alcune zone del Ravennate, centro storico compreso.

In occasione del cambio di servizio, sabato il sindaco di Cervia Luca Coffari aveva pubblicato su Facebook le info utili per segnalazioni, che qui riportiamo. «Da oggi sono cambiate le ditte che svolgono per conto di Hera la raccolta dei rifiuti e lo spazzamento – scriveva Coffari –. Da ditte locali conosciute siamo passati a ditte che vengono da molto lontano e per me non è mai una buona cosa. Comunque come ho già avuto modo di scrivere ad Hera, vigileremo affinché le nuove ditte non peggiorino i servizi e li svolgano al meglio specie all’inizio della stagione, visto anche i nostri sforzi per far trovare ai turisti decoro e cura su strade e verde. Chiedo quindi a tutti i cittadini in particolare in queste settimane di collaborare con noi ed inviarci delle segnalazioni in caso si verifichino disservizi nella raccolta dei rifiuti o pulizia stradale». Per il Comune di Cervia è possibile effettuare la segnalazione a questo link.

La gaffe del Pd con i musulmani: «Non rubare, niente alcol o bugie»

Donato un decalogo durante il tour elettorale alla moschea in Darsena
Ravenna in Comune: «Offensivo». L’autore: «De Pascale non sapeva»

Non uccidere, non rubare, non utilizzare droghe ed alcolici e non dire bugie. Sono alcune delle “regole universali di civiltà” che il Partito democratico ha consegnato in dono alla moschea di via Spadolini (la piccola sala di preghiera frequentata dai musulmani dissidenti rispetto a chi gestisce invece il più grande luogo di culto delle Bassette) nel corso del tour in bicicletta in darsena di sabato mattina del candidato a sindaco Michele de Pascale, che si è però dichiarato ignaro di tutto.

Un messaggio che su Facebook la candidata a sindaco di Ravenna in Comune, Raffaella Sutter, ha definito fin da subito «profondamente offensivo e discriminatorio, nella forma e nel contenuto».

«Come cittadina ravennate, musulmana, e frequentarice della moschea di via Spadolini – commenta invece rivolgendosi direttamente “al Pd e al suo candidato”, sempre su Facebook, Marisa Iannucci, presidente dell’associazione Life delle donne musulmane e tra i candidati in lista con Ravenna in Comune alle prossime amministrative –, mi aspetto delle scuse per questo gesto offensivo e discriminatorio. Andare ad offendere le persone nel loro luogo di culto, persone che vi hanno accolto con il sorriso e vi hanno offerto datteri, portandogli un oggetto come questo, ha messo in luce il vostro pregiudizio, l’etnocentrismo, l’incapacità di dialogare con i cittadini nella loro pluralità. Spero vivamente che si voglia cambiare approccio e che dalla gaffe si impari qualcosa. Prima di tutto che siamo cittadini e non bestie da civilizzare. Anzi se proprio la vogliamo dire tutta, questa moschea si è distinta negli anni scorsi per avere dato un grande esempio di impegno civile nel denunciare la mancanza di trasparenza nella comunità e qui ha visto la fondazione e ha la sua sede il Comitato una moschea per la città, che ha lottato a lungo perchè fossero rispettate non le vostre fantasiose regolette universali, ma principi costituzionali quali la libertà di espressione, il rispetto di processi democratici nella gestione delle associazioni, la parità di genere. Una storia ravennate, che forse il candidato sindaco non conosce, ma di cui doveva informarsi prima di venire proprio qui, a dirci di denunciare chi spaccia, non uccidere e di non usare droghe. Questo quadretto, se vi piace tanto, attaccatevelo nel vostro salotto».

A prendersi la responsabilità dell’accaduto è, sempre su Facebook, un militante del Pd del quartiere darsena, Guerrino Gatta. «Ho preso parte all’organizzazione dell’iniziativa di sabato con il candidato de Pascale – scrive rispondendo alla stessa Sutter –, che prevedeva una visita nella zona sigarone con tappa al centro islamico. Tale incontro è stato da me auspicato e curato nei giorni antecedenti tramite contatti con i referenti del centro, i quali hanno visto in anteprima il quadretto sotto accusa. Tale quadretto fu da me scritto circa 5 anni fa con l’intento di trovare punti comuni di dialogo, questo il mio unico intento. Mi dispiace se tale dono che ho fatto in assoluta buona fede e a totale insaputa di Michele de Pascale, abbia urtato la sensibilità di qualcuno e mi dispiace inoltre che un gesto che speravo fosse colto come simbolo di amicizia sia stato strumentalizzato a fini elettorali».

La gaffe del Pd con i musulmani: «Non rubare, niente alcol o bugie»

Donato un decalogo durante il tour elettorale alla moschea in Darsena Ravenna in Comune: «Offensivo». L’autore: «De Pascale non sapeva»

Non uccidere, non rubare, non utilizzare droghe ed alcolici e non dire bugie. Sono alcune delle “regole universali di civiltà” che il Partito democratico ha consegnato in dono alla moschea di via Spadolini (la piccola sala di preghiera frequentata dai musulmani dissidenti rispetto a chi gestisce invece il più grande luogo di culto delle Bassette) nel corso del tour in bicicletta in darsena di sabato mattina del candidato a sindaco Michele de Pascale, che si è però dichiarato ignaro di tutto.

Un messaggio che su Facebook la candidata a sindaco di Ravenna in Comune, Raffaella Sutter, ha definito fin da subito «profondamente offensivo e discriminatorio, nella forma e nel contenuto».

«Come cittadina ravennate, musulmana, e frequentarice della moschea di via Spadolini – commenta invece rivolgendosi direttamente “al Pd e al suo candidato”, sempre su Facebook, Marisa Iannucci, presidente dell’associazione Life delle donne musulmane e tra i candidati in lista con Ravenna in Comune alle prossime amministrative –, mi aspetto delle scuse per questo gesto offensivo e discriminatorio. Andare ad offendere le persone nel loro luogo di culto, persone che vi hanno accolto con il sorriso e vi hanno offerto datteri, portandogli un oggetto come questo, ha messo in luce il vostro pregiudizio, l’etnocentrismo, l’incapacità di dialogare con i cittadini nella loro pluralità. Spero vivamente che si voglia cambiare approccio e che dalla gaffe si impari qualcosa. Prima di tutto che siamo cittadini e non bestie da civilizzare. Anzi se proprio la vogliamo dire tutta, questa moschea si è distinta negli anni scorsi per avere dato un grande esempio di impegno civile nel denunciare la mancanza di trasparenza nella comunità e qui ha visto la fondazione e ha la sua sede il Comitato una moschea per la città, che ha lottato a lungo perchè fossero rispettate non le vostre fantasiose regolette universali, ma principi costituzionali quali la libertà di espressione, il rispetto di processi democratici nella gestione delle associazioni, la parità di genere. Una storia ravennate, che forse il candidato sindaco non conosce, ma di cui doveva informarsi prima di venire proprio qui, a dirci di denunciare chi spaccia, non uccidere e di non usare droghe. Questo quadretto, se vi piace tanto, attaccatevelo nel vostro salotto».

A prendersi la responsabilità dell’accaduto è, sempre su Facebook, un militante del Pd del quartiere darsena, Guerrino Gatta. «Ho preso parte all’organizzazione dell’iniziativa di sabato con il candidato de Pascale – scrive rispondendo alla stessa Sutter –, che prevedeva una visita nella zona sigarone con tappa al centro islamico. Tale incontro è stato da me auspicato e curato nei giorni antecedenti tramite contatti con i referenti del centro, i quali hanno visto in anteprima il quadretto sotto accusa. Tale quadretto fu da me scritto circa 5 anni fa con l’intento di trovare punti comuni di dialogo, questo il mio unico intento. Mi dispiace se tale dono che ho fatto in assoluta buona fede e a totale insaputa di Michele de Pascale, abbia urtato la sensibilità di qualcuno e mi dispiace inoltre che un gesto che speravo fosse colto come simbolo di amicizia sia stato strumentalizzato a fini elettorali».

Sequestri a Ravenna, un sospettato di terrorismo

Un cittadino quarantenne di origine curda che da tempo vive a Ravenna con la famiglia, è stato indagato dalla Dda di Bologna in seguito a specifica informativa dell’Antiterrorismo della polizia. All’uomo – come riportato da Corriere e Carlino di domenica – nei giorni scorsi sono stati sequestrati computer e altri apparecchi tecnologici.

Nel decreto a firma del pm bolognese Antonello Gustapane si fa riferimento a una non meglio specificata organizzazione terroristica attiva in Iraq. Nel documento sono contenuti pure riferimenti per un possibile soldo (la paga del soldato) da 2.500 euro e per parte di un bottino di guerra. Determinante per le verifiche in tal senso delle Digos di Ravenna e Bologna, sarà l’imminente analisi dei file contenuti nel computer.

«Un confronto pubblico sulla cultura tra tutti i candidati a sindaco»

L’appello di Mirada, che chiede il coinvolgimento delle associazioni
della città, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Il 27 o il 29 aprile?

Dopo le polemiche dei giorni scorsi (vedi articoli correlati), l’associazione Mirada di Ravenna, che organizza il festival Komikazen (in programma per la prima volta in maggio a Rimini dopo 11 edizioni a Ravenna), chiede ai candidati a sindaco di partecipare a un confronto pubblico sul tema della cultura.

«Crediamo che il dialogo, la trasparenza e la chiarezza siano il presupposto per qualsiasi progetto, qualsiasi relazione, qualsiasi possibile azione – si legge nell’appello dell’associazione su Facebook –. Vorremmo quindi dialogare pubblicamente, coinvolgendo anche le altre associazione culturali, quelli che come noi dal basso operano in questa città producendo quell’humus non quantificabile che si chiama cultura, con i e le candidati e candidate sindaco di Ravenna. Vorremo un confronto vero, non una sfilata. Proponiamo come date il 27 o il 29 aprile. Se non sono disponibili cercheremo alternative in maggio».

Come funzionerà: «Raccoglieremo domande (vere, precise, reali) tra gli operatori culturali – scrivono da Mirada – che sottoporremo ai candidati. Coordineremo l’incontro, ma tutto il pubblico presente potrà presentare in una scatola domande che abbiano sempre le stesse caratteristiche, non siano “ma siete buoni”, ma chiedano posizioni specifiche e impegni reali. Le domande saranno estratte a sorte e sottoposte ai nostri invitati. Se lo vorranno al termine dell’incontro si potrà anche pensare ad un documento comune di impegni sul fronte della cultura tra candidati su singole questioni. Che la politica in democrazia non è “decide chi prende più voti”, ma un dialogo continuo e positivo con l’opposizione».

Finora all’appello hanno risposto positivamente su Facebook Raffaella Sutter e Gian Battista Neri.

«Un confronto pubblico sulla cultura tra tutti i candidati a sindaco»

L’appello di Mirada, che chiede il coinvolgimento delle associazioni
della città, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Il 27 o il 29 aprile?

Dopo le polemiche dei giorni scorsi (vedi articoli correlati), l’associazione Mirada di Ravenna, che organizza il festival Komikazen (in programma per la prima volta in maggio a Rimini dopo 11 edizioni a Ravenna), chiede ai candidati a sindaco di partecipare a un confronto pubblico sul tema della cultura.

«Crediamo che il dialogo, la trasparenza e la chiarezza siano il presupposto per qualsiasi progetto, qualsiasi relazione, qualsiasi possibile azione – si legge nell’appello dell’associazione su Facebook –. Vorremmo quindi dialogare pubblicamente, coinvolgendo anche le altre associazione culturali, quelli che come noi dal basso operano in questa città producendo quell’humus non quantificabile che si chiama cultura, con i e le candidati e candidate sindaco di Ravenna. Vorremo un confronto vero, non una sfilata. Proponiamo come date il 27 o il 29 aprile. Se non sono disponibili cercheremo alternative in maggio».

Come funzionerà: «Raccoglieremo domande (vere, precise, reali) tra gli operatori culturali – scrivono da Mirada – che sottoporremo ai candidati. Coordineremo l’incontro, ma tutto il pubblico presente potrà presentare in una scatola domande che abbiano sempre le stesse caratteristiche, non siano “ma siete buoni”, ma chiedano posizioni specifiche e impegni reali. Le domande saranno estratte a sorte e sottoposte ai nostri invitati. Se lo vorranno al termine dell’incontro si potrà anche pensare ad un documento comune di impegni sul fronte della cultura tra candidati su singole questioni. Che la politica in democrazia non è “decide chi prende più voti”, ma un dialogo continuo e positivo con l’opposizione».

Finora all’appello hanno risposto positivamente su Facebook Raffaella Sutter e Gian Battista Neri.

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