mercoledì
20 Agosto 2025

Il deputato Paglia (Sel) contro il collega Pini: «Spero che Vendola lo quereli»

Dopo le dichiarazioni del leghista sulla paternità dell’ex governatore

Non si fa attendere la replica di Giovanni Paglia a Gianluca Pini. Il tema è quello del figlio di Nichi Vendola, con il deputato leghista ravennate Pini che si è scagliato contro la sua scelta di ricorrere al cosiddetto “utero in affitto” (vedi articoli correlati) e il collega di Sel che difende il suo ormai ex leader.

«Il deputato Pini – scrive il deputato Paglia – riesce sempre ad emergere per squallore. Le frasi sconnesse che infila su una questione tanto delicata, quanto privata, quale è la scelta della genitorialità, si commentano da sé. Mi auguro che Nichi Vendola scelga di querelarlo. La qualifica di deputato non significa infatti la licenza di sparare qualsiasi sciocchezza passi per la mente, senza rispetto per la dignità e l’intelligenza umana».

Litigano per una mancata precedenza. Poi l’inseguimento, il pugno e pure uno sparo

Un rappresentante faentino costretto a utilizzare la pistola per far
scappare l’altro automobilista che l’aveva inseguito fino a casa

Ha sparato in aria un colpo di pistola, detenuta con regolare porto d’armi, sentendosi minacciato durante una lite provocata da un mancata precedenza.

Protagonista, la notte tra domenica e lunedì a Forlì, un rappresentante di commercio che nel fare rientro a casa, nei pressi di Faenza, ha avuto un diverbio verbale con il conducente di un’altra vettura. Il rappresentante ha poi proseguito, senza accorgersi che l’altro conducente si era messo al suo inseguimento.

Giunto sotto casa, il rappresentante faentino, appena sceso dalla macchina, è stato affrontato dall’altro automobilista che, infuriato, lo ha subito colpito al volto con un pugno. A questo punto l’uomo ha estratto l’arma sparando un colpo a scopo intimidatorio. Obiettivo raggiunto, in quanto l’aggressore è velocemente risalito sulla sua auto allontanandosi a tutto gas.

E’ stato lo stesso rappresentante di commercio ad avvisare la polizia, che ora sta indagando sull’accaduto. (fonte ANSA.it)

Scade la presidenza di Autorità portuale Bucci (Pigna): «Di Marco deve restare» Alberghini (Ln-Lpr): «Dragare prima delle elezioni»

I due candidati sindaco commentano l’imminente scadenza del 2 marzo. L’ipotesi più accreditata sembra quella di un commissariamento affidato al comandante della Capitaneria

Mancano ormai 48 ore alla scadenza ufficiale del primo mandato dell’ingegnere Galliano Di Marco alla presidenza dell’Autorità portuale di Ravenna, prevista per il 2 marzo, e i destini dell’ente di via Antico Squero smuovono le prese di posizione dei candidati sindaci. Maurizio Bucci (Pigna) auspica la riconferma per altri quattro anni mentre Massimiliano Alberghini (Lpr-Lega) si augura che si cominci a scavare per approfondire i fondali senza perdere tempo sui singoli nomi.

«Nel periodo di presidenza di Di Marco il nostro porto ha visto incrementare il traffico delle merci movimentate da 21,7 milioni di tonnellate del 2012 a 24,3 del 2015 – dice Bucci –. Il porto e la logistica portuale rappresentano l’unico settore dell’economia ravennate che in questi anni è sempre stato in continua crescita, coordinato da Di Marco, guarda caso uno non condizionabile dal Pd». Secondo il consigliere comunale del gruppo misto, dopo l’uscita da Forza Italia, «i conflitti d’interessi presenti in Sapir e gli intrecci politici ed economici che riguardano soprattutto gli operatori privati, quali la Pir di Ottolenghi e la Setramar di Poggiali, quest’ultimo ora a supporto del Pd con una lista civica, sono di fatto minacciati dall’azione trasparente ed efficace del presidente Di Marco».

Il futuro della presidenza potrebbe essere in un riconferma di Di Marco (ipotesi piuttosto remota) o la nomina di un commissario ad interim in attesa di arrivare ai decreti attuativi della legge di riforma dei porti in modo da poter nomianre il nuovo presidente in un quadro normativo definito. «Nel caso il ministro scelga la soluzione di una non riconferma o proroga all’attuale presidente, e proceda alla nomina di un commissario diverso, così come auspicato guarda caso concordemente dal leghista Pini e dal piddino De Pascale, ci troveremmo di fronte a un’altra espressione di arroganza volta solo a tutelare gli interessi degli operatori portuali amici alleati del Pd, e non gli interessi della città e della sua economia», dice Bucci (al link in fondo alla pagina il testo integrale del suo intervento).

L’allusione di Bucci a una rivalità solo di facciata tra Lega e Pd non poteva lasciare indifferente Pini: «Leggo di strampalate ricostruzioni fantapolitiche. Concordo con il nostro candidato a sindaco, Massimiliano Alberghini, quando dice che è più importante il destino strutturale del porto rispetto a quello di una singola persona. Aggiungo che per quanto mi consta, il Ministro Del Rio sarebbe propenso ad un commissario, ma anche fosse in arrivo una proroga ponte di pochi mesi il dato politico è uno e solo uno: l’arroganza politica del Pd e del suo zerbino, il vicesindaco Mingozzi, sono comunque sconfitte. Poche settimane fa davano per certa la nomina di un nuovo presidente dell’autorità portuale di loro gradimento, oggi si devono accontentare o di una soluzione istituzionale di un commissario o peggio ancora di una proroga di un soggetto che prima hanno fortemente, fortissimamente sponsorizzato ed ora rinnegano solo perchè non ha voluto stare al loro gioco al massacro».

Non va dimenticato che in occasione della presentazione ufficiale, proprio Alberghini (candidato dell’alleanza tra Lega e Lpr) ha annunciato un documento per lo sviluppo del porto affidato a un gruppo di esperti: «Non mi appassiona il dibattito sul futuro di una singola persona, mi interessa invece il futuro del porto – dice Alberghini –. Il buon senso dovrebbe consigliare a tutti di rinviare la nomina del presidente dell’Autorità Portuale a dopo il voto del 5 giugno e dopo il varo della riforma del sistema. Se questo comporterà una proroga o l’intervento di un commissario fino a tal data a me poco importa: la cosa fondamentale è che in entrambi i casi inizino al più presto, e comunque non oltre le elezioni, i lavori di abbassamento dei fondali fermi da 4 anni anche per colpa dell’attuale amministrazione comunale».

Scade la presidenza di Autorità portuale Bucci (Pigna): «Di Marco deve restare» Alberghini (Ln-Lpr): «Dragare prima delle elezioni»

I due candidati sindaco commentano l’imminente scadenza del 2 marzo. L’ipotesi più accreditata sembra quella di un commissariamento affidato al comandante della Capitaneria

Mancano ormai 48 ore alla scadenza ufficiale del primo mandato dell’ingegnere Galliano Di Marco alla presidenza dell’Autorità portuale di Ravenna, prevista per il 2 marzo, e i destini dell’ente di via Antico Squero smuovono le prese di posizione dei candidati sindaci. Maurizio Bucci (Pigna) auspica la riconferma per altri quattro anni mentre Massimiliano Alberghini (Lpr-Lega) si augura che si cominci a scavare per approfondire i fondali senza perdere tempo sui singoli nomi.

«Nel periodo di presidenza di Di Marco il nostro porto ha visto incrementare il traffico delle merci movimentate da 21,7 milioni di tonnellate del 2012 a 24,3 del 2015 – dice Bucci –. Il porto e la logistica portuale rappresentano l’unico settore dell’economia ravennate che in questi anni è sempre stato in continua crescita, coordinato da Di Marco, guarda caso uno non condizionabile dal Pd». Secondo il consigliere comunale del gruppo misto, dopo l’uscita da Forza Italia, «i conflitti d’interessi presenti in Sapir e gli intrecci politici ed economici che riguardano soprattutto gli operatori privati, quali la Pir di Ottolenghi e la Setramar di Poggiali, quest’ultimo ora a supporto del Pd con una lista civica, sono di fatto minacciati dall’azione trasparente ed efficace del presidente Di Marco».

Il futuro della presidenza potrebbe essere in un riconferma di Di Marco (ipotesi piuttosto remota) o la nomina di un commissario ad interim in attesa di arrivare ai decreti attuativi della legge di riforma dei porti in modo da poter nomianre il nuovo presidente in un quadro normativo definito. «Nel caso il ministro scelga la soluzione di una non riconferma o proroga all’attuale presidente, e proceda alla nomina di un commissario diverso, così come auspicato guarda caso concordemente dal leghista Pini e dal piddino De Pascale, ci troveremmo di fronte a un’altra espressione di arroganza volta solo a tutelare gli interessi degli operatori portuali amici alleati del Pd, e non gli interessi della città e della sua economia», dice Bucci (al link in fondo alla pagina il testo integrale del suo intervento).

L’allusione di Bucci a una rivalità solo di facciata tra Lega e Pd non poteva lasciare indifferente Pini: «Leggo di strampalate ricostruzioni fantapolitiche. Concordo con il nostro candidato a sindaco, Massimiliano Alberghini, quando dice che è più importante il destino strutturale del porto rispetto a quello di una singola persona. Aggiungo che per quanto mi consta, il Ministro Del Rio sarebbe propenso ad un commissario, ma anche fosse in arrivo una proroga ponte di pochi mesi il dato politico è uno e solo uno: l’arroganza politica del Pd e del suo zerbino, il vicesindaco Mingozzi, sono comunque sconfitte. Poche settimane fa davano per certa la nomina di un nuovo presidente dell’autorità portuale di loro gradimento, oggi si devono accontentare o di una soluzione istituzionale di un commissario o peggio ancora di una proroga di un soggetto che prima hanno fortemente, fortissimamente sponsorizzato ed ora rinnegano solo perchè non ha voluto stare al loro gioco al massacro».

Non va dimenticato che in occasione della presentazione ufficiale, proprio Alberghini (candidato dell’alleanza tra Lega e Lpr) ha annunciato un documento per lo sviluppo del porto affidato a un gruppo di esperti: «Non mi appassiona il dibattito sul futuro di una singola persona, mi interessa invece il futuro del porto – dice Alberghini –. Il buon senso dovrebbe consigliare a tutti di rinviare la nomina del presidente dell’Autorità Portuale a dopo il voto del 5 giugno e dopo il varo della riforma del sistema. Se questo comporterà una proroga o l’intervento di un commissario fino a tal data a me poco importa: la cosa fondamentale è che in entrambi i casi inizino al più presto, e comunque non oltre le elezioni, i lavori di abbassamento dei fondali fermi da 4 anni anche per colpa dell’attuale amministrazione comunale».

Il deputato Pini: «Se il figlio di Vendola a 20 anni farà una strage avrà attenuanti»

Dichiarazioni pesantissime del parlamentare ravennate: «Gente
di merda comprava schiavi, oggi i Nichi comprano neonati…»

Ad alimentare la polemica sulla paternità dell’ex Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, in queste ore è in prima fila anche Gianluca Pini, parlamentare ravennate della Lega Nord. A far discutere è, come noto, la tecnica della maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”) utilizzata per far nascere in una clinica californiana (dove la pratica è legale da anni) Tobia Antonio, il figlio di Vendola e del suo compagno 38enne, l’italo-canadese Ed Testa.

«Non sapevo che comprare un figlio fosse legale», ha commentato inizialmente Pini su Facebook, aggiungendo poi al suo post un «che mondo di merda».

«Nel 18esimo secolo gente di merda comprava gli schiavi. Al giorno d’oggi i NichiVendola comprano i neonati. Differenze?», sono state ancora le parole del deputato di Fusignano, che poi si è avventurato anche in una riflessione più articolata.

«Ricapitoliamo – ha scritto Pini sempre sui social network, noi riportiamo testualmente –: questo povero bambino poteva avere il passaporto americano, vivere in California (California, non Puglia, cazzo!!!) con sua madre, crescere guardando il tramonto sul pacifico, surfare, magari andare a studiare in qualche università di livello e diventare qualcuno. E invece sarà destinato ad avere un passaporto italiano (…), crescere a orecchiette e cime di rapa e vivere con due busoni anziani a Molfetta. Se poi a 20 anni fa una strage di sta “famiglia arcobaleno”, immagino si trovi qualche giudice che gli dia tutta una serie di attenuanti e applichi la legittima difesa…».

Il deputato Pini: «Se il figlio di Vendola a 20 anni farà una strage avrà attenuanti»

Dichiarazioni pesantissime del parlamentare ravennate: «Gente di merda comprava schiavi, oggi i Nichi comprano neonati…»

Ad alimentare la polemica sulla paternità dell’ex Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, in queste ore è in prima fila anche Gianluca Pini, parlamentare ravennate della Lega Nord. A far discutere è, come noto, la tecnica della maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”) utilizzata per far nascere in una clinica californiana (dove la pratica è legale da anni) Tobia Antonio, il figlio di Vendola e del suo compagno 38enne, l’italo-canadese Ed Testa.

«Non sapevo che comprare un figlio fosse legale», ha commentato inizialmente Pini su Facebook, aggiungendo poi al suo post un «che mondo di merda».

«Nel 18esimo secolo gente di merda comprava gli schiavi. Al giorno d’oggi i NichiVendola comprano i neonati. Differenze?», sono state ancora le parole del deputato di Fusignano, che poi si è avventurato anche in una riflessione più articolata.

«Ricapitoliamo – ha scritto Pini sempre sui social network, noi riportiamo testualmente –: questo povero bambino poteva avere il passaporto americano, vivere in California (California, non Puglia, cazzo!!!) con sua madre, crescere guardando il tramonto sul pacifico, surfare, magari andare a studiare in qualche università di livello e diventare qualcuno. E invece sarà destinato ad avere un passaporto italiano (…), crescere a orecchiette e cime di rapa e vivere con due busoni anziani a Molfetta. Se poi a 20 anni fa una strage di sta “famiglia arcobaleno”, immagino si trovi qualche giudice che gli dia tutta una serie di attenuanti e applichi la legittima difesa…».

La pro loco di Marina punta sul bacino pescherecci. E riapre il Mercato del pesce

In calendario eventi prima e dopo la stagione turistica

Ci saranno 26 eventi in programma nell’area del bacino pescherecci a Marina di Ravenna, da marzo a maggio e in settembre e ottobre. Il calendario di marzo è stato presentato dalla Pro Loco di Marina di Ravenna. Il presidente Marino Moroni ha illustrato le iniziative che partiranno il 6 con la Segavecchia e la festa della Polenta. Il 13 e il 20 marzo è in programma la Sagra del Baccalà.

«Abbiamo avuto in concessione mille metri di banchina con un esborso non indifferente – ha spiegato Moroni –. In programma ci sono diverse fiere che presenteremo di volta in volta».

Ad aprile sarà visitabile il Mercato del Pesce di Marina, per il quale la Pro Loco di Marina di Ravenna è impegnata in un progetto di rilancio e riqualificazione, e «stiamo lavorando affinché il mese successivo si possa fare visita al faro».

Moroni ha infine espresso disappunto per il ritardo con cui si sta affrontando il problema del Marina Bay: «Penso che a questo punto anche per il 2017 si possa escludere una riapertura». Infine un auspicio: «Ci piacerebbe che l’amministrazione allungasse il tragitto del bus Navetto fino al traghetto, in modo da servire anche la località. È una richiesta che facciamo da diversi anni, speriamo di essere accontentati».

La pro loco di Marina punta sul bacino pescherecci. E riapre il Mercato del pesce

In calendario eventi prima e dopo la stagione turistica

Ci saranno 26 eventi in programma nell’area del bacino pescherecci a Marina di Ravenna, da marzo a maggio e in settembre e ottobre. Il calendario di marzo è stato presentato dalla Pro Loco di Marina di Ravenna. Il presidente Marino Moroni ha illustrato le iniziative che partiranno il 6 con la Segavecchia e la festa della Polenta. Il 13 e il 20 marzo è in programma la Sagra del Baccalà.

«Abbiamo avuto in concessione mille metri di banchina con un esborso non indifferente – ha spiegato Moroni –. In programma ci sono diverse fiere che presenteremo di volta in volta».

Ad aprile sarà visitabile il Mercato del Pesce di Marina, per il quale la Pro Loco di Marina di Ravenna è impegnata in un progetto di rilancio e riqualificazione, e «stiamo lavorando affinché il mese successivo si possa fare visita al faro».

Moroni ha infine espresso disappunto per il ritardo con cui si sta affrontando il problema del Marina Bay: «Penso che a questo punto anche per il 2017 si possa escludere una riapertura». Infine un auspicio: «Ci piacerebbe che l’amministrazione allungasse il tragitto del bus Navetto fino al traghetto, in modo da servire anche la località. È una richiesta che facciamo da diversi anni, speriamo di essere accontentati».

La pro loco di Marina punta sul bacino pescherecci. E riapre il Mercato del pesce

In calendario eventi prima e dopo la stagione turistica

Ci saranno 26 eventi in programma nell’area del bacino pescherecci a Marina di Ravenna, da marzo a maggio e in settembre e ottobre. Il calendario di marzo è stato presentato dalla Pro Loco di Marina di Ravenna. Il presidente Marino Moroni ha illustrato le iniziative che partiranno il 6 con la Segavecchia e la festa della Polenta. Il 13 e il 20 marzo è in programma la Sagra del Baccalà.

«Abbiamo avuto in concessione mille metri di banchina con un esborso non indifferente – ha spiegato Moroni –. In programma ci sono diverse fiere che presenteremo di volta in volta».

Ad aprile sarà visitabile il Mercato del Pesce di Marina, per il quale la Pro Loco di Marina di Ravenna è impegnata in un progetto di rilancio e riqualificazione, e «stiamo lavorando affinché il mese successivo si possa fare visita al faro».

Moroni ha infine espresso disappunto per il ritardo con cui si sta affrontando il problema del Marina Bay: «Penso che a questo punto anche per il 2017 si possa escludere una riapertura». Infine un auspicio: «Ci piacerebbe che l’amministrazione allungasse il tragitto del bus Navetto fino al traghetto, in modo da servire anche la località. È una richiesta che facciamo da diversi anni, speriamo di essere accontentati».

Dopo 98 anni dalla morte a Nervesa spunta la cloche dello Spad di Baracca

Pezzo forte di una mostra sulla Grande Guerra a Monza. Cimelio da 15-20mila euro. Il museo di Lugo la farà visionare da esperti

Dopo 98 anni da quel combattimento aereo nei cieli di Nervesa della Battaglia, in cui fu abbattuto e perse la vita il celebre aviatore Francesco Baracca, è spuntata fuori il 4 febbraio scorso la cloche dello Spad pilotato dall’asso di Lugo. O così almeno l’hanno presentata gli organizzatori della mostra di Monza, l’associazione arma aeronautica, dedicata alla prima guerra mondiale. Il grande ritardo e la mancanza di elementi che ne possano provare con certezza la provenienza lasciano qualche perplessità sull’autenticità del cimelio: «Se davvero fosse come dicono – spiega Daniele Serafini, direttore del museo Baracca di Lugo – sarebbe qualcosa di grandissimo valore storico».

E non solo storico visto che lo stesso Serafini ne ipotizza un valore sui 15-20mila euro: «È solo una stima molto teorica sulla base delle esperienze passate quando abbiamo fatto polizze di assicurazione per il prestito di alcuni cimeli che sono in nostro possesso». Un team di esperti andrà a visionare il reperto per stabilire intanto se davvero apparteneva a uno Spad di quel periodo, «se poi fosse quella di Baracca forse un ragionevole dubbio rimarrà per sempre…».

Ma potrebbero essere anche altri i cimeli collegati all’aviatore ancora da rintracciare: «Abbiamo la sensazione che forse qualcosa in case private esista ancora, vecchi ricordi tramandati. Ad esempio qualche tempo fa siamo stati contattati da una persona che ci ha consegnato un cuscino utilizzato in cabina di pilotaggio». Di sicuro circa 600 cimeli, di varia natura, sono conservati nei tre piani della casa natale di Baracca divenuta museo: «Il più prezioso è di certo il suo medagliere. Ma personalmente sono molto affezionato a un cavallino su un pannello di legno che fece fare da un amico ed è considerato un po’ il padre del suo simbolo poi divenuto celebre con la Ferrari».

Il museo ha riaperto a maggio 2015 dopo un anno di riallestimento che ha aggiunto un prezioso simulatore di volo che riproduce proprio lo Spad. Un riallestimento da 560mila euro (compreso l’adeguamento antisismico) che ha dato i suoi frutti: in sette mesi diecimila visitatori, quelli che di solito il museo totalizzava in un anno, con un incasso di circa 3.200 euro.

Avis, nel 2015 in calo le donazioni di sangue ma crescono i nuovi donatori

Quasi mille persone in provincia hanno donato per la prima volta Il volontario medio: uomo, 46-55 anni. A Lugo una seconda postazione

Per il secondo anno consecutivo sono in calo donatori e donazioni di sangue all’Avis in provincia di Ravenna ma i dati del 2015 aprono uno spiraglio di ottimismo nell’associazione di volontari: la diminuzione è minore rispetto a quella registrata tra 2013 e 2014 e soprattutto sono in aumento i nuovi donatori cioè coloro che nei dodici mesi hanno fatto la prima donazione, 995 rispetto a 603.

Complessivamente nell’anno da poco concluso le donazioni in provincia non hanno subito cali significativi. Questi i dati comunicati da Avis: in tutto sono state 19.100, per un totale di oltre 10.400 donatori (con un aumento dell’indice medio di donazione, il numero di donazioni per donatore, che ora raggiunge l’1,84 ed era 1,77 nel 2014). Nel 2014 si erano registrate 19.386 donazioni da 10.970 donatori: un calo dell’1,5 percento (3 percento il calo regionale).

«La maggior parte dei nuovi donatori – si legge nel comunicato dell’Avis che riassument l’attività annuale – appartiene alla fascia di età più giovane (18-25 anni), dato che conferma il processo di ringiovanimento del popolo dei donatori e, contestualmente, gli ottimi risultati della campagna di promozione dell’Associazione nelle scuole della provincia, dove vengono incontrati gli studenti ed effettuate verifiche di idoneità per avvicinarli alla donazione. Tra le sezioni, Faenza è quella con il maggior numero di nuovi donatori (255), seguita da vicino da Ravenna (227)».

Per quanto riguarda la tipologia di donatore, gli uomini restano nettamente in maggioranza (70 percento circa). Per entrambi i sessi, la fascia d’età più attiva è quella tra i 46 ed i 55 anni: quasi 3mila donatori che contribuiscono in totale al 42 percento delle donazioni, seguita da quella tra i 36 ed i 45 (37 percento). È tra i 18-24enni che si registra una maggiore percentuale di donatori rispetto alla popolazione di riferimento (ossia coloro che hanno i requisiti per donare). Quasi la metà dei donatori (47 percento) ha gruppo sanguigno 0. I donatori esteri sono 589, per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco ed Albania.

Il servizio di raccolta Avis nel territorio provinciale è stato riorganizzato portando alla razionalizzazione dei centri trasfusionali della Bassa Romagna, parallelamente all’acquisizione, ad agosto, della gestione diretta del centro prelievi di Lugo. Due i punti di raccolta (Bagnacavallo e Fusignano) che sono stati accorpati con Lugo, scelto come punto di riferimento per l’area; il nuovo assetto ha permesso di ampliare il servizio del centro lughese grazie a nuove dotazioni e ad orari di apertura prolungati, iniziativa che ha avuto come effetto immediato un aumento del numero delle donazioni giornaliere proprio nella città del Pavaglione. Proprio per questo, alla luce anche delle richieste dei donatori e le loro potenzialità, dal 1 febbraio è stata implementata una seconda postazione per la donazione di plasma.

Per ulteriori informazione su Avis Ravenna e sulla donazione di sangue: www.avis.it/ravenna oppure tel. 0544/421180 (dal lunedì al venerdì 8-13; sabato 8-12) – Facebook: Avis Provinciale Ravenna facebook.com/avisravenna.

Mario Adinolfi arriva anche a Ravenna «Non serve una legge per le unioni civili»

Ne parla il ravennate Mirko De Carli, responsabile nazionale dei circoli
La Croce. «Il Family Day ha provato che siamo maggioranza»

Impegnato in un tour per le principali città d’Italia, Mario Adinolfi non poteva che far tappa anche a Ravenna dove vive Mirko De Carli, referente nazionale della rete dei circoli La croce e stretto collaboratore del politico di fama nazionale noto per le posizioni nettamente contrarie a qualsiasi ipotesi di Ddl sulle unioni civili, con o senza stepchild adoption. «Sì, è cosa nota – ci conferma De Carli, che sta appunto preparando la data a Ravenna del 19 marzo – noi siamo sempre stati per il ritiro in toto della legge perché anche senza gli articoli sulla stepchild adoption, ci penserebbero le sentenze nei prossimi mesi di fatto a rendere possibile l’adozione del figliastro, anche qualora fosse stato concepito tramite l’utero in affitto, per coloro che sono uniti tramite questo vincolo molto simile a quello matrimoniale».

Una posizione, quella di De Carli e Adinolfi, che pare per certi versi addirittura più conservatrice di quella del vescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni che in occasione del Family Day aveva inviato una nota in cui  apriva alla possibilità di una tutela alle coppie omossessuali, pur ribadendo l’assoluta contrarietà all’ipotesi che queste coppie potessero crescere figli ed essere considerate famiglie a tutti gli effetti.

«Per la verità, ognuno nel proprio ruolo, il vescovo e la Curia hanno aiutato i tanti ravennati che lo desideravano a partecipare al Family Day di Roma. Noi diciamo che se proprio è necessario si può intervenire per coprire le falle delle leggi esistenti nella tutela di due persone conviventi, anche eterosessuali, senza bisogno di una legge ad hoc». E a proposito di Family Day, De Carli ci tiene a precisare che erano davvero tantissimi e non, come molti hanno più o meno ironicamente sostenuto, molti meno dei 70mila del concerto dei Rolling Stones. «La verità – dice De Carli – è che riempire il Circo Massimo di famiglie, persone non abituate alle piazza, è stata un’impresa incredibile. E che invece al cosiddetto movimento arcobaleno non è riuscito: molto più facile infatti scendere nella piazza di casa, senza doversi spostare (il movimento arcobaleno la settimana precedente aveva organizzato manifestazioni in una settantina di piazze italiane, ndr) a riprova che noi rappresentiamo la maggioranza del paese. Bisogna ritirare la legge, anche per riportare il dibattito a toni più civili». Come quelli del direttore di Radio Maria che augura la morte all’onorevole Cirinnà? «Conosco personalmente Don Fanzaga e lo stimo, so che è fatto a modo suo ed è già stato vittima delle Iene, non voglio aggiungere nulla. Ma certo, appunto, c’è bisogno di riportare il dibattito a toni più pacati».

Anche per questo De Carli auspica che non ci siano contestazioni, come successo in altre città, alla conferenza di Adinolfi all’hotel Mattei alle 17 del 19 marzo che è aperta a tutti e dove gli organizzatori, tra cui il circolo La croce e il comitato “Difendiamo i nostri figli” di Ravenna, auspicano un confronto fruttuoso e pacato.

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