giovedì
07 Agosto 2025

«L’ora alternativa alla religione a scuola è un diritto per tutti»

L’unione degli atei e degli agnostici ricorda le scadenze e gli obblighi delle scuole: «Devono garantire i docenti per legge»

Fino al 22 febbraio sono aperte le iscrizioni in tutte le scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2016/2017. In tale circostanza si dovrà comunicare alla segreteria della propria scuola, e comunque anche in futuro nel mese di febbraio di ogni anno, se accettare l’insegnamento della religione cattolica (Irc) oppure avvalersi della cosiddetta ora alternativa. In quest’ultimo caso sono previste attività didattico formative di gruppo, oppure attività individuali con un docente. I Dirigenti scolastici sono obbligati per legge a garantire un insegnante di ora alternativa anche ad un solo studente – sottolinea in una nota il circolo ravennate della Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) – «così come la stessa garanzia viene offerta a chi frequenta l’ora di religione».

Inoltre – sottolineano gli atei – esiste un preciso impegno da parte del Ministero delle’Economia e delle Finanze per un apposito capitolo di spesa cui accedere per i fondi necessari a tale scopo.

La Uaar di Ravenna è disponibile a fornire ulteriori informazioni e chiarimenti in merito, scrivendo a: ravenna@uaar.it oppure collegandosi al sito: http://www.uaar.it/uaar/campagne/progetto-ora-alternativa/faq/

«Scegliere l’ora alternativa è un diritto, non una concessione – termina la nota –. Sta a noi rivendicarlo».

Omicidi, dal sopralluogo all’autopsia Così il dottore fa parlare i morti

Il medico legale: «Scordatevi i miracoli che vedete nelle serie tv. Il Dna è uno strumento potente per le indagini ma gli errori esistono»

Un termometro nel retto del cadavere, «nella parte più nascosta ai raggi solari…». Così si comincia un corretto sopralluogo sulla scena di un omicidio. E così ha fatto lei, nei tanti casi affrontati in oltre vent’anni di professione da medico legale sul territorio provinciale e non solo: «La rilevazione della temperatura corporea – dice la dottoressa che preferisce restare anonima – è un dato fondamentale per avvicinarsi a stabilire l’orario del decesso ma avremo sempre un intervallo di tempo, scordatevi Csi che fissa la morte alle 10.02 precise».

Partiamo con le critiche alle serie tv che celebrano la categoria?
«Raccontano sciocchezze e la gente comune poi si aspetta i miracoli da noi».

Niente miracoli, annotato. Allora cosa fate?
«Siamo liberi professionisti a disposizione per sopralluoghi sia diurni che notturni in occasione di rinvenimenti di cadaveri sulle cui cause di morte non ci sia chiarezza immediata».

Il medico legale si presenta sulla scena del crimine e…
«Prima di dedicarsi alla scena va fatta la registrazione delle temperature corporea e ambientale. Esiste una formula che associando queste misurazioni al peso della vittima può indicare l’orario di morte approssimativo. Ma dopo le 12 ore la precisione cala molto».

Come ci si muove sulla scena?
«Cristallizzare tutto è l’espressione che si usa, evitando contaminazioni nella raccolta dei reperti. Il medico lavora a stretto contatto con la scientifica e la polizia giudiziaria. Guarda tutto l’ambiente, anche le cose che sembrano stupide come lo stato delle porte per capire se erano chiuse o aperte. Poi si torna al cadavere».

Da dove si comincia?
«L’esame esterno in molti casi è più importante di quell’interno. Sul posto si fa solo l’indispensabile che occorre fare prima possibile. Il resto si fa in obitorio dove si può spogliare il corpo e la luce è migliore. Sulla scena si cerca di capire se è stato spostato: dopo la morte il sangue si ferma perché finisce l’effetto pompa del cuore e si deposita sul fondo dei vasi e poi entra nei tessuti evidenziando macchie rosse, quella che si chiama ipostasi da reflessione. Se questi segni sono sia davanti che dietro allora è stato girato».

Quali parti del corpo possono parlare al medico legale?
«I distretti da esaminare sono sostanzialmente due: il tronco e il capo. Poi tra questi due c’è un segmento molto importante che è il collo e va guardato nell’immediatezza anche se possono esserci dei piccoli segni che si vedono male subito ma diventano più visibili dopo qualche ora, i lembetti cutanei da escoriazioni si notano meglio quando evapora l’acqua dai tessuti corporei e ci possono dire se c’è stato lo sfregamento di qualcosa, magari una corda…».

E le mani?
«La causa di morte non starà certo lì ma le mani dicono se c’è stato contatto con l’assassino, se ci sono le caratteristiche lesioni da difesa di chi porta le mani avanti per proteggersi da coltellate con ferite sul dorso o tagli profondi al palmo se si cerca di afferrare la lama. Poi eventuali segni di costrizione a polsi e caviglie indicano che potrebbero essere state legate».

Fatto l’indispensabile arriverà il momento dell’autopsia giudiziaria…
«Andrebbe fatta anche questa prima possibile. È il naturale completamento verso l’interno dell’esame cominciato all’esterno. Ci consente di vedere lo stato degli organi. E si prelevano i liquidi corporei per le analisi».

È a questo punto che entra in gioco il Dna?
«Il Dna è roba da genetica forense, non spetta al medico legale. Se ne occupano i laboratori dei Ris o magari un istituto all’interno di una università: il medico legale preleva campioni che invia e il genetista ricava un profilo genetico da comparare con quello di un eventuale sospettato. Un esempio: il medico taglia le unghie del cadavere da inviare al laboratorio per rintracciare Dna estraneo».

Si risolve tutto con il Dna?
«La genetica ha fatto un grosso balzo in avanti. Però bisona maneggiare con cura il Dna. E se manca un sospetto per la comparazione diventa inutile. Senza dimenticare che le macchine non fanno tutto da sole: dietro c’è sempre l’uomo e l’errore dell’uomo esiste sempre». Andrea Alberizia

Escono dalla disco e tentano di rubare quattro casse di birra al supermercato

Arrestati due ventenni di Rimini, trovati anche con della droga in casa

Usciti da una discoteca di Pinarella, intorno alle 4.30, hanno ben pensato di prendere qualcosa da bere dal vicino supermercato, naturalmente a quell’ora di notte chiuso. Così, una coppia di ventenni di Rimini, entrambi gravati da alcuni precedenti, ha scavalcato la recinzione del Conad prendendo dal magazzino quattro casse di birra. Il supermercato, però, alla luce di una serie di furti notturni, è dotato di un sistema di allarme che ha portato in pochi minuti sul posto una guardia giurata, che a sua volta ha contattato i carabinieri.

I due giovani ladri sono stati bloccati ancora all’interno del Conad. In seguito, a casa della ragazza è stato trovato mezzo grammo di metanfetamina mentre in quella del ragazzo una pianta di marijuana e due bilancini di precisione. I due – arrestati per il furto – sono stati quindi segnalati alla prefettura anche per la violazione amministrativa in materia di stupefacenti.

Gli Europei di calcio femminile Under 17 tra Ravenna, Cervia e San Zaccaria

In marzo la fase Elite della competizione targata Uefa

La Romagna torna ad accogliere il calcio femminile azzurro con un calendario di gare ed eventi che interesseranno diverse aree del territorio per culminare con la disputa, dal 13 al 20 marzo, della Fase Elite del Campionato Europeo Uefa Under 17 Femminile.

Il calendario è stato illustrato a Milano Marittima. «La Romagna – ha dichiarato il Responsabile Organizzativo delle squadre nazionali Giorgio Bottaro – è una collocazione ideale sia per la qualità degli impianti presenti sia per il rapporto di collaborazione ottimale con gli enti locali e con le strutture alberghiere e sportive. Vogliamo trasmettere ai giovani le emozioni, gli ideali ed i valori azzurri».

Accompagnata dal capitano Beatrice Merlo, dal portiere Nicole Lauria, dal difensore Erika Santoro, dai centrocampisti Benedetta Brignoli e Maddalena Porcarelli e dall’attaccante Linda Casadio, tutte giovani promesse del vivaio romagnolo, il tecnico Rita Guarino ha chiamato a raccolta i tifosi: «Vogliamo portare allo stadio tantissime persone. Ci teniamo ad arrivare alla fase finale dell’Europeo, ci aspettano partite di altissimo livello e per questo motivo abbiamo bisogno del sostegno di tutti».

Il percorso di avvicinamento al torneo internazionale che vedrà le Azzurrine, vincitrici a punteggio pieno della Fase preliminare, opposte a Grecia (15 marzo al Benelli di Ravenna), Olanda (17 marzo al Todoli di Cervia) e Finlandia (20 marzo di nuovo a Ravenna) nella corsa alla qualificazione per la Fase Finale, sarà articolato nell’arco dei prossimi due mesi.

La squadra si è radunata lunedì a Milano Marittima per un primo stage di preparazione nel corso del quale disputerà due test amichevoli a San Zaccaria contro la formazione locale (oggi – martedì – alle 14.30), e quindi a Cervia con la Riviera di Romagna (giovedì alle 14.30). A febbraio la prima prova generale del torneo europeo: le Azzurrine sosterranno una doppia amichevole contro le pari età della Norvegia martedì 9 a San Zaccaria (ore 15) e giovedì 11 a Castiglione di Ravenna (ore 11).

Poi la fase Elite degli Europei con anche il campo di San Zaccaria che ospiterà due partite: Finlandia-Grecia e Olanda-Grecia. Completa il quadro Finlandia-Olanda che aprirà la manifestazione la mattina del 15 marzo a Cervia.

Gli Europei di calcio femminile Under 17 tra Ravenna, Cervia e San Zaccaria

In marzo la fase Elite della competizione targata Uefa

La Romagna torna ad accogliere il calcio femminile azzurro con un calendario di gare ed eventi che interesseranno diverse aree del territorio per culminare con la disputa, dal 13 al 20 marzo, della Fase Elite del Campionato Europeo Uefa Under 17 Femminile.

Il calendario è stato illustrato a Milano Marittima. «La Romagna – ha dichiarato il Responsabile Organizzativo delle squadre nazionali Giorgio Bottaro – è una collocazione ideale sia per la qualità degli impianti presenti sia per il rapporto di collaborazione ottimale con gli enti locali e con le strutture alberghiere e sportive. Vogliamo trasmettere ai giovani le emozioni, gli ideali ed i valori azzurri».

Accompagnata dal capitano Beatrice Merlo, dal portiere Nicole Lauria, dal difensore Erika Santoro, dai centrocampisti Benedetta Brignoli e Maddalena Porcarelli e dall’attaccante Linda Casadio, tutte giovani promesse del vivaio romagnolo, il tecnico Rita Guarino ha chiamato a raccolta i tifosi: «Vogliamo portare allo stadio tantissime persone. Ci teniamo ad arrivare alla fase finale dell’Europeo, ci aspettano partite di altissimo livello e per questo motivo abbiamo bisogno del sostegno di tutti».

Il percorso di avvicinamento al torneo internazionale che vedrà le Azzurrine, vincitrici a punteggio pieno della Fase preliminare, opposte a Grecia (15 marzo al Benelli di Ravenna), Olanda (17 marzo al Todoli di Cervia) e Finlandia (20 marzo di nuovo a Ravenna) nella corsa alla qualificazione per la Fase Finale, sarà articolato nell’arco dei prossimi due mesi.

La squadra si è radunata lunedì a Milano Marittima per un primo stage di preparazione nel corso del quale disputerà due test amichevoli a San Zaccaria contro la formazione locale (oggi – martedì – alle 14.30), e quindi a Cervia con la Riviera di Romagna (giovedì alle 14.30). A febbraio la prima prova generale del torneo europeo: le Azzurrine sosterranno una doppia amichevole contro le pari età della Norvegia martedì 9 a San Zaccaria (ore 15) e giovedì 11 a Castiglione di Ravenna (ore 11).

Poi la fase Elite degli Europei con anche il campo di San Zaccaria che ospiterà due partite: Finlandia-Grecia e Olanda-Grecia. Completa il quadro Finlandia-Olanda che aprirà la manifestazione la mattina del 15 marzo a Cervia.

Traffici porto: in crescita per il quarto anno di fila. E nei container è record

In totale movimentati 24,7 milioni di tonnellate e 244mila teu
Di Marco (Ap): «Presentati i tre progetti per i lavori di dragaggio»

Il 2015 è il quarto anno consecutivo in cui il porto di Ravenna registra traffici in aumento rispetto all’anno precedente e segna il nuovo record ravennate nei container. È il riassunto fatto dall’Autorità portuale a corredo dei dati di dicembre che consentono il bilancio consuntivo dei traffici. «Non posso che esprimere grande soddisfazione – di Galliano Di Marco, presidente di Ap – perché i numeri fanno giustizia delle parole e dimostrano che il porto di Ravenna è tutt’altro che abbandonato, come qualcuno ha osato dire di recente, e noi non ci siamo mai seduti sugli allori né ci siamo depressi dopo i quotidiani attacchi che abbiamo subito su stampa locale e nazionale dai soliti noti».

Nel dettaglio il 2015 ha totalizzato una movimentazione di 24,7 milioni di tonnellate (1,14 percento in più rispetto al 2014): gli sbarchi hanno avuto una crescita, rispetto al 2014 del 3,2 percento, arrivando a 21 milioni di tonnellate mentre gli imbarchi ammontano a 3,7 (-9 percento) «in linea con il trend sia italiano che regionale sull’export». Con 244.813 teu, 22.265 in più del 2014 (+10 percento), Ravenna supera il record precedente del 2013 di circa 226mila. «La crescita si è registrata sia al terminal Tcr che a quello Setramar, dove evidentemente il management è riuscito a trovare il modo di superare il problema dei fondali».

Ora in agenda la necessità di definire le modalità per i lavori di dragaggio. «Abbiamo inviato al tavolo tecnico del ministero il 19 gennaio scorso, esattamente a due mesi dalla riunione del 19 novembre 2015 nella quale erano presenti anche gli enti locali, la relazione di rimodulazione per il Cipe con tre soluzioni, due con casse a mare e una senza casse a mare. Di ogni soluzione sono stati studiati vantaggi e svantaggi, analizzati costi e benefici. Adesso il Mit invierà il documento alla Regione Emilia Romagna e al Comune di Ravenna per poi convocare nuovamente il tavolo tecnico anche con gli enti locali, al fine di decidere al più presto quale soluzione adottare per il dragaggio del porto. Quella è ormai la sede delle decisioni e bisogna decidere senza perdere altro tempo: rispetto al Comitato del 21 ottobre scorso abbiamo già perso tre mesi ed altri ne perderemo. Questo tempo purtroppo non si può recuperare».

Il mandato di Di Marco scade il prossimo 2 marzo. La scadenza si intreccia con la campagna elettorale per le comunali ma anche con l’approvazione della legge di riforma del porto che è avviata verso una modifica, tra le altre, degli enti coinvolti nella designazione: sarà una questione Stato-Regione senza che gli enti locali (Comune, Camera di Commercio e Provincia) presentino la terna di nomi come è stato finora. «Quanto alla Riforma Delrio, ancora una volta vediamo che alcune Regioni ed enti locali italiani si arrogano il diritto di decisione, dopo anni ed anni di blocco causati proprio dalla politica locale e speriamo che stavolta il Governo non abbia ripensamenti. Aldilà del numero delle Autorità Portuali, contano i contenuti del provvedimento, che è solo il primo passo verso una Riforma più radicale e che spinge le 15 Autorità di Sistema ad allearsi tra di loro. Stiamo lavorando con Venezia cui abbiamo proposto un’alleanza strategica sulla falsariga di importanti esperienze internazionali di successo. La riforma deve essere l’occasione per azzerare definitivamente quella politica marittima che non vuole la crescita, influenzata eccessivamente dalla politica locale, poco innovativa e molto consociativa, e vittima delle rendite di posizione di pochi contro l’interesse di tutti. In tal senso, la nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema avrà un valore paradigmatico. Altrimenti sarà l’ennesima occasione persa per il nostro Paese».

Arbitro minacciato dai baby calciatori La società di casa: «Noi estranei ai fatti»

La Compagnia dell’albero precisa: «Da noi nessun insulto al direttore di gara, nessun ammonito o espulso». Dito puntato contro il Marina

«La Compagnia dell’Albero precisa che è rimasta totalmente estranea ai fatti. Nessuno dei suoi giocatori è stato ammonito o espulso né, tantomeno, ha insultato il direttore di gara». È la precisazione diffusa dalla società sportiva ravennate dopo che la partita della sua formazione Juniores contro il Marina è stata sospesa dall’arbitro che si è rifugiato negli spogliatoi da dove ha chiesto l’intervento dei carabinieri perché pesantemente insultato e minacciato. La vicenda è accaduta il 23 gennaio al campo di via Dismano Vecchio.

«Per la Compagnia dell’Albero – prosegue la nota della società – la sportività, il rispetto per l’avversario e per il direttore di gara costituiscono principi fondanti ai quali non vuole venire meno in nessuna occasione». La società poi ricostruisce gli eventi fornendo una versione che coincide con quella dei carabinieri intervenuti sul posto: «Dopo una prima espulsione avvenuta durante la partita che ha coinvolto un giocatore del Marina Calcio, l’incontro è proseguito finché a seguito di un episodio ritenuto dubbio, la squadra ospite ha protestato accerchiando l’arbitro che ha ritenuto non ci fossero più i presupposti per continuare la gara».

Arbitro minacciato dai baby calciatori La società di casa: «Noi estranei ai fatti»

La Compagnia dell’albero precisa: «Da noi nessun insulto al direttore di gara, nessun ammonito o espulso». Dito puntato contro il Marina

«La Compagnia dell’Albero precisa che è rimasta totalmente estranea ai fatti. Nessuno dei suoi giocatori è stato ammonito o espulso né, tantomeno, ha insultato il direttore di gara». È la precisazione diffusa dalla società sportiva ravennate dopo che la partita della sua formazione Juniores contro il Marina è stata sospesa dall’arbitro che si è rifugiato negli spogliatoi da dove ha chiesto l’intervento dei carabinieri perché pesantemente insultato e minacciato. La vicenda è accaduta il 23 gennaio al campo di via Dismano Vecchio.

«Per la Compagnia dell’Albero – prosegue la nota della società – la sportività, il rispetto per l’avversario e per il direttore di gara costituiscono principi fondanti ai quali non vuole venire meno in nessuna occasione». La società poi ricostruisce gli eventi fornendo una versione che coincide con quella dei carabinieri intervenuti sul posto: «Dopo una prima espulsione avvenuta durante la partita che ha coinvolto un giocatore del Marina Calcio, l’incontro è proseguito finché a seguito di un episodio ritenuto dubbio, la squadra ospite ha protestato accerchiando l’arbitro che ha ritenuto non ci fossero più i presupposti per continuare la gara».

Una discesa all’inferno nei tristi tropici di Malindi

cover malindi pasiDa tempo Malindi non è più la stessa mare blu, spiagge bianche, palme al vento. Il sogno di Briatore – già sbertucciato da Crozza – è evaporato, nell’enclave italo-africana sulle rive dell’Oceano indiano, fra crisi finanziaria, rapinatori e terrorismo. Addio celebrità, vip di seconda fila, attricette, paraculati e pensionati d’oro… La cittadina turistica del Kenya resta però rifugio e covo di falliti ed evasori fiscali, ex terroristi e mafiosi come ci informano anche le cronache. E come ci racconta, declinando al peggio questa decadenza, Guido Pasi nel suo recente romanzo noir Malindi senza via d’uscita (2015, Edizioni Moderna, 190 pp., 15 euro). Un titolo programmatico per una trama che è una vertiginosa discesa nell’inferno dei tristi tropici.

Sventurato protagonista della narrazione è tal Pierangeli, quarantenne fighetto velleitario che, nella Milano Marittina “da bere”, si gioca reputazione, soldi e fedina penale fra calcio-scommesse, spaccio di coca, donnine e bella vita. Incalzato da inquirenti e creditori, si nasconde a Malindi, ma è ossessionato dall’eccessiva esuberanza vegetale, animale e umana, dall’opprimente clima afoso e dalle piogge torrenziali dell’Africa equatoriale.
Senza arte ne parte, trova modo di sopravvivere grazie a uno dei tanti faccendieri italiani del luogo che lo ingaggia per spiare una donna, Daina, tanto spregiudicata sessualmente, quanto cinica e avida. Ma è solo un’illusione: Pierangeli inizierà il suo gioco su una scacchiera sempre più fitta di mosse a sorpresa, ignaro dell’intrigo in cui fatalmente verrà travolto.
A insinuarsi nelle trame con intelligenza e tenacia c’è anche un commissario di polizia locale, Madiga, idealista e africanista, consapevole del brodo di coltura della corruzione che sta marcendo la sua Africa, fra post colonialisti e indigeni compiacenti.

La narrazione incalzante e nervosa porta in primo piano altri spregevoli personaggi senza scrupoli, crimini e soprusi – dal commercio di organi umani a quello di scorie tossiche (chi si ricorda di Port Koko?) – in una nefasta ma anche beffarda deriva del racconto.
Dopo tre opere noir, rivolte al passato e a tormentati retroscena umani e politici della sinistra italiana, Guido Pasi ci propone ora la visione di un’umanità globalizzata, senza confini ma perdutamente spietata e immorale, che ha come epilogo una crudele e sanguinaria ecatombe shakespeariana. Dove non c’è scampo per nessuno. O quasi.

«La Tomba di Dante? Un fossile» Parola di Cees Nooteboom

Tumbas«La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare». Nel suo libro Tumbas, apparso nelle librerie italiane il mese scorso, lo scrittore olandese più volte candidato al Nobel e considerato l’erede di Borges e Calvino, Cees Nooteboom, ha viaggiato per il mondo visitando le tombe dei poeti che hanno ispirato la sua opera da Joyce a Proust, da Cortázar a Nabokov.

Nato all’Aia nel ’33 Nooteboom è diventato noto giovanissimo nel 1955 per aver raccontato il viaggio in autostop attraverso l’Europa in Philip e gli altri, che precorse i libri on the road della beat generation. Negli anni si è imposto nel panorama letterario internazionale come una voce fuori dal coro. La sua vita è sempre stata segnata dal viaggio e un viaggio è all’origine anche di Tumbas che ha fatto tappa anche a Ravenna, per rendere omaggio alla tomba di Dante Alighieri. Giunto in città nell’anonimato nel 2003, visitò la tomba di Dante che descrive come «una tomba all’interno di una tomba, dietro massicce porte di bronzo».

Allo sguardo dello scrittore il sacello disegnato dal Morigia appare come «una conchiglia fossile. Ti respinge perché non riesci a credere che quella pietra un tempo fosse un animale vivo in un mare vivo e mosso». Nooteboom racconta che si appassionò alla Commedia grazie a Jorge Luis Borges. Anche lo scrittore argentino visitò la tomba e la città senza che (quasi) nessuno se ne accorgesse. Conclude il suo racconto di alcune pagine citando il canto quindicesimo dell’Inferno, quando Dante incontra il suo venerato maestro Brunetto Latini, ma è poi costretto a lasciarlo lì dove l’ha trovato, e ripartire. Allo stesso modo Dante dovrà abbandonare anche Virgilio e rimarrà solo senza più maestri ad affrontare il suo cammino. Così deve essersi sentito anche Nooteboom lasciandosi alle spalle le spoglie del maestro Dante Alighieri racchiuse dietro quelle massicce porte di bronzo.

«Nel parcheggio ex Aci si cercheranno reperti romani? E quanti alberi salvati?»

L’interrogazione di Rubboli (Fds) sui lavori in corso in via Port’Aurea

«In occasione dei lavori per la riqualificazione del parcheggio ex Aci in via Port’Aurea a Ravenna con la trasformazione parcheggio pubblico, il Comune farà gli interventi necessari a riportare alla luce reperti romani che si ipotizza siano nel sottosuolo in quell’area?». È il contenuto dell’interrogazione al sindaco presentata dal consigliere comunale della Federazione della sinistra, Diego Rubboli.

Il capogruppo Fds, uscito dalla maggioranza nei mesi scorsi, chiede anche informazioni a proposito dell’abbattimento di alberi previsto nell’ambito dei lavori: «Nel corso dei lavori, a cominciare dall’estate 2015, sono stati eliminati numerosi alberi sulla base di una perizia in data 16.08.2013 che sancisce l’abbattimento di ben 24 alberi su 37, con varie motivazioni quali: malattia fungina (3), un ramo potenzialmente pericoloso (1), rischio sradicamento (1 albero sano), presenza di rami secchi (10), chioma sbilanciata, a rischio in caso di neve (9). Se gli stessi criteri venissero usati per tutte le zone alberate della città otterremmo una desertificazione generale». E così a Rubboli viene spontanea una considerazione: «Quando il parcheggio era gestito dall’Aci gli alberi non erano pericolosi oppure no, la situazione era irregolare, pericolosa ma perfettamente tollerata nell’indifferenza istituzionale?».

Ma quali reperti potrebbero affiorare dal sottosuolo? «In questa zona compresa fra le vie Oberdan, Rasponi, Port’Aurea ed Ercolana, già orto dei frati Cappuccini, sorgeva il Monastero di Sant’Andrea e nel 1825 era iniziata una serie di ritrovamenti archeologici notevoli fra cui, alla profondità di tre metri, un sarcofago di marmo greco, databile al periodo augusteo, e più in profondità alcuni pavimenti mosaicati, lasciati in loco per innalzamento della falda acquifera, di cui Santi Muratori, direttore della Biblioteca Clasense dal 1914 al 1943, ci lascia i disegni commentando con queste parole: “è passato un secolo e la zona è ancora lì inesplorata ed aspettante, immune da costruzioni, sicura di rendimento nel bel mezzo della città romana”».

Al via Ravenna Musica con 12 grandi concerti

All’Alighieri a partire dal 28 gennaio

Uto Ughi foto SerraDodici appuntamenti fra sinfonica e cameristica con formazioni e solisti di rilievo nazionale ed europeo segnano il cartellone di “Ravenna Musica 2016”, la stagione di punta dell’associazione musicale Angelo Mariani, in programma al Teatro Alighieri. Si tratta di una rassegna concertistica che riserverà certamente piacevoli sorprese: nonostante la crisi che erode ancora le risorse disponibili, specie in ambito artistico, la Mariani consegna alla città un’offerta musicale di respiro internazionale, capace di arrivare a vette notevoli per la varietà dei repertori e l’eccellenza degli interpreti.
L’inaugurazione della stagione sarà affidata all’Orchestra Sinfonica Gioacchino Rossini guidata dalla bacchetta del proprio direttore principale, Daniele Agiman, con il quale il 28 gennaio affronterà tutte le più belle sinfonie operistiche del grande musicista di ascendenza lughese, Gioacchino Rossini. Il 13 febbraio sarà la volta dell’interessantissima Orchestra Leonore, compagine formata da giovani provenienti da esperienze di altissimo livello (Berliner Philharmoniker su tutti) che eseguirà, sotto la guida di Daniele Giorgi, un programma interamente dedicato a Schumann nel quale spicca il concerto per violoncello che vedrà impegnato il solista Alban Gerhardt.

Federico ColliOltre alle pagine sinfoniche la stagione propone importanti appuntamenti con la musica da camera che si presenta al terzo appuntamento, il 18 febbraio, che vedrà il giovane e pluripremiato pianista Federico Colli affrontare capisaldi della letteratura tastieristica. Molto interessante sarà ascoltare le letture del Concerto italiano di Bach e del Preludio, Corale e Fuga di Franck.
Il 22 febbraio sul palco dell’Alighieri l’orchestra Europa Galante ed il suo direttore-violinista Fabio Biondi rinverdiranno i fasti del barocco settecentesco italiano non trascurando di omaggiare il più grande violinista che tutta la provincia ravennate abbia mai avuto, Arcangelo Corelli.
Il 29 febbraio sarà quindi la volta del pianista argentino Nelson Goerner che regalerà un’anteprima della sua prossima registrazione, i Préludes di Debussy. Quella settimana vedrà anche la coppia Leonidas Kavakos-Enrico Pace, duo violino e pianoforte, impegnata nell’esecuzione della sonata di Strauss, bella ma assai trascurata dai musicisti, che concluderà, il 2 marzo, la prima metà della stagione, che si riaprirà il 14 marzo con la voce di Cristina Zavalloni, impegnata nelle Folk Songs di Berio, accompagnata dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius.

Ritorna protagonista la musica da camera il 17 marzo con il trio Serino-Dressler-Petrushansky che proporranno un programma tutto improntato sul romanticismo tedesco.
Sarà invece la Salzburg Chamber Soloists, il 23 marzo, insieme a Lavard Skou-Larsen ad eseguire una pagina raramente suonata quale il concerto per violino, pianoforte ed archi del francese Chausson. Non poteva mancare un appuntamento col quartetto, il 14 aprile, quando le note di ben tre quartetti beethoveniani risuoneranno nel teatro Alighieri grazie all’esecuzione del Quartetto di Venezia. Il 22 aprile la Filarmonica Marchigiana, diretta da David Crescenzi, dialogherà col violoncello di Alberto Casadei nel concerto di Saint-Saëns e nel Notturno di Cajkovskij, mentre chiuderà la stagione, il 28 aprile, il celeberrimo Uto Ughi alla guida dei Filarmonici di Roma, impegnandosi in un programma da vero virtuoso, da Tartini a Paganini.
Sipario per tutti i concerti alle 20.30.
Info e abbonamenti:  0544 39837 e associazione@angelomariani.it

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