sabato
26 Luglio 2025

In arrivo manager per attrarre turisti E poi quel bando a fine mandato…

L’assessore: «Vogliamo coinvolgere gli operatori: se vinceremo
le elezioni continueremo, altrimenti gli altri potranno pure cestinare»

Le parole d’ordine per il rilancio del turismo ora per il Comune di Ravenna sono coordinamento e partecipazione. Coordinare tutti gli enti coinvolti e far partecipare gli operatori nelle scelte strategiche. È la ricetta dell’assessore Massimo Cameliani, che la delega al Turismo l’ha ricevuta solo a inizio anno (dopo il passaggio di Andrea Corsini in Regione), ma su cui sta concentrando molte energie, anche in vista del futuro, nonostante sia in scadenza di mandato.

E così nel bilancio comunale del 2016, che in via eccezionale quest’anno verrà chiuso in dicembre, saranno stanziati 200mila euro per la cosiddetta Dmo, in italiano “Organizzazione di gestione della destinazione turistica”, un organismo che avrà il ruolo chiave di gestire il turismo anche a Ravenna (l’esempio più vicino è forse quello di Bologna, dove negli ultimi due anni pare aver portato i risultati sperati). Si tratta di un progetto che dovrà coinvolgere Comune e privati, istituzioni locali e associazioni di categoria e che si dovrà porre obiettivi e risultati comuni da raggiungere attraverso un’ottica manageriale (e risorse di tutti i soggetti coinvolti). Proprio per questo, è facile presumere che servirà l’ausilio di un manager privato esterno in grado di rilanciare la “destinazione Ravenna”, un esperto (o un’azienda esperta) di turismo e marketing.

Ma prima ancora, il Comune di Ravenna sta selezionando in questi giorni l’azienda (tra le 12-13 che hanno partecipato al bando pubblico) che si dovrà occupare di organizzare nella prima metà del 2016 un percorso di partecipazione, con focus group tematici in particolare su tre filoni (città d’arte, mare e ambiente), aperto esclusivamente agli operatori del turismo ravennati. «Grazie a questo percorso consegneremo alla prossima amministrazione un dossier di idee e progetti realizzato dagli stessi operatori – commenta Cameliani –, se dovesse vincere le elezioni il centrosinistra sarà di sicuro un punto di partenza, se dovessero vincere i grillini, per esempio, saranno pur sempre liberi di ignorarlo, ma si dovranno prendere la responsabilità di ignorare così le idee degli stessi operatori. Sono consapevole che il mandato è in scadenza, ma non potevamo perdere tempo, visti anche i dati non proprio entusiasmanti del turismo a Ravenna di questi anni, che comunque – voglio sottolinearlo – restano positivi, almeno per la città d’arte, se confrontati con quelli di dieci anni fa (vedi dettagli nell’articolo tra i correlati, ndr), in un orizzonte più largo». Ma quest’anno cosa non ha funzionato in una città d’arte che poteva anche fregiarsi del titolo di Capitale italiana della cultura? «Il titolo credo che sia comunque servito o servirà anche in futuro – commenta Cameliani –, abbiamo fatto promozione a livello nazionale, ma spesso ci sono variabili imprevedibili da tenere in considerazione: quest’anno per esempio è stato molto caldo e la gente magari ha preferito il mare piuttosto che la cultura…».

L’assessorato al Turismo, a Ravenna, quest’anno ha dovuto far fronte a un calo di risorse del 30 percento a causa delle scelte del Comune in seguito ai tagli della Legge di stabilità, a cui si deve aggiungere un ulteriore taglio del 15 percento nei contratti di servizi esterni come l’accoglienza turistica, che deve così essere garantita ma con meno soldi. «Abbiamo in particolare ridotto le risorse per le pro loco, mentre “Ravenna Bella di sera” per esempio questa estate si è svolta in tono minore, ma siamo stati costretti a fare delle scelte, e così sarà anche per il 2016», commenta Cameliani che rivela: «Senza più l’aiuto di Ravenna Capitale 2015 (che quest’anno aveva finanziato alcune manifestazioni, ndr) come assessorato sosterremo alcune iniziative che hanno anche un chiaro ritorno turistico come per esempio Giovinbacco in centro e il festival musicale Beaches Brew a Marina di Ravenna». E per questo verranno utilizzati gli introiti dell’imposta di soggiorno, che a Ravenna in questi primi anni di introduzione (dal febbraio 2013) e considerando già le previsioni anche per il 2016, oscillano tra 1,5 e 1,7 milioni di euro all’anno. «Finora sono stati utilizzati anche per interventi che poco o nulla avevano a che fare con il turismo, come gli sfalci d’erba – ammette l’assessore –, ma ora basta: utilizzeremo gli introiti dell’imposta di soggiorno solo a scopi turistici o per finanziare eventi culturali con ricadute dal punto di vista turistico. E per lanciare appunto la Dmo». Uno strumento che l’assessore ritiene davvero fondamentale: «A Ravenna c’è questa anomalia che vede il Comune fare promozione senza essere proprietario dei beni, il ministero non sempre sulla stessa linea tra manutenzione e promozione, la Curia che è un mondo a parte… Serve un coordinamento, anche con la presenza di istituzioni culturali come Ravenna Festival e RavennAntica».

Infine, si avvicina Natale e ancora una volta Ravenna, a differenza della vicina Cervia per esempio, per non parlare di Rimini e Riccione, non propone un calendario di iniziative in grado di attrarre turisti, in genere poco presenti in città in questo periodo dell’anno. «Anche questo sarà compito della Dmo – conclude l’assessore –: individuare i periodi dell’anno per la promozione. Io continuo a credere che prima di promuovere il Natale e comunque il periodo invernale, per la città d’arte si potrebbe fare ancora di più in autunno e primavera…».

Un’altra lista dei grillini alternativa a quella della candidata Michela Guerra?

Potrebbe presentarla la consigliera comunale Santarella: in quel caso
sarebbe la rete a decidere a chi assegnare il simbolo delle 5 Stelle  

Il suo è un “no comment” rotondo, ma i suoi gesti degli ultimi giorni sono stati per certi versi più espliciti di tante parole. Francesca Santarella, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle attivissima in questi anni su vari fronti e varie battaglie (in particolare molti l’hanno conosciuta per il lavoro fatto sull’archeologia industriale in Darsena e l’ex Sir) non si è presentata né come candidato sindaco né è entrata in lizza per il secondo mandato da consigliera comunale alle primarie che hanno eletto Michela Guerra candidata sindaco (vedi articoli correlati).

Ma immaginare Francesca Santarella fuori dai giochi, anche alla luce delle dichiarazioni che ci aveva recentemente rilasciato (sempre tra i correlati), pare difficile. «Può darsi che più avanti ci sia qualcosa da dire, come può darsi non accada nulla», si limita a risponderci alle nostre (in effetti ripetute) insistenze di questi ultimi giorni. E cosa potrebbe accadere? Gli scenari sono diversi. Santarella non ha mai nascosto l’apprezzamento, per esempio, per il lavoro svolto da Alvaro Ancisi con la sua Lista per Ravenna, ma l’opzione che appare più probabile è quella di una lista concorrente a quella di Michela Guerra (che è invece sponsorizzata anche dal capogruppo attuale Pietro Vandini) sempre con il marchio 5 Stelle. A quel punto lo scenario che potrebbe aprirsi è quello di un voto on line tra gli iscritti al portale (presumibilmente qualche centinaio nel comune di Ravenna) per scegliere quale delle due liste debba correre con il simbolo.

A far propendere per questa ipotesi anche la notizia secondo cui sarebbero stati richiesti molti certificati in tribunale (necessari a chiunque si voglia candidare con il Movimento per provare di non essersi mai macchiati di una serie di reati) negli ultimi giorni proprio da attivisti grillini. A quel punto dunque il voto on line sarebbe decisivo e i perdenti potrebbero eventualmente decidere di formare una lista autonoma, ma senza le cinque stelle.

M5s, Michela Guerra vince le primarie I grillini hanno la candidata sindaco

È avvocato, ex pallavolista, figlia dello storico allenatore
della Teodora e dirigente della clinica privata San Francesco

L’avvocato Michela Guerra, ex pallavolista e figlia di quel Sergio che allenò la Teodora degli undici scudetti di fila nonché consigliere delegato della clinica privata San Francesco, ha vinto le primarie del Movimento 5 stelle a Ravena per la scelta del candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2016. Perché possa essere ufficialmente lei la candidata grillina occorrerrà ora attendere dalla direzione centrale del movimento la certificazione del risultato.

Il risultato delle primarie, svolte in versione live e non online, è arrivato poco dopo l’1 della notte tra il 14 e il 15 dicembre. Gli aventi diritto al voto erano circa una ottantina ma ancora non è noto quanti abbiano effettivamente preso parte alla consultazione fatta in modo che ogni votante potesse esprimere una sorta di gradimento in modo da stilare una classifica. Guerra ha superato gli altri due candidati: Fabrizio Martelli e Fausto Geminiani.

E così sale a quattro il numero dei candidati in corso per la poltrona di primo cittadino a Palazzo Merlato: finora erano già stati ufficializzati i nomi di Raffaella Sutter (Ravenna in Comune), Maurizio Bucci (La Pigna) e di recente Michele de Pascale (Pd).

Cade dal balcone al secondo piano mentre fa manutenzioni e muore

La vittima è Giancarlo Farinacci, poliziotto in pensione, trovato a terra con pinze e guanti. Accertamenti su una impalcatura

L’hanno trovato a terra sotto il balcone di casa che ancora indossava i guanti da lavoro e accanto aveva un paio di pinze, dettagli che fanno pensare a una caduta accidentale mentre stava facendo delle manutenzioni sul terrazzino di casa al secondo piano: così ha perso la vita a Ravenna nel tardo pomeriggio di oggi, 14 dicembre, il 69enne Giancarlo Farinacci, poliziotto in pensione. L’uomo, secondo le prime ricostruzioni, pare che stesse facendo dei lavori alla facciata esterna del palazzo all’angolo tra via Pietro Alighieri e via Girolamo Rossi. L’attenzione delle autorità si sta concentrando sul trabattello trovato proprio accanto al balcone. Si cercherà di fare chiarezza per capire come possano essere andate le cose. L’uomo è stato trovato a terra da una vicina di casa che stava rientrando. I soccorsi del 118 non hanno potuto salvarlo.

«Ancisi vuole far vincere il Pd, i veri leghisti votino Pigna e Fratelli d’Italia»

L’attacco a Lista per Ravenna e al deputato del Carroccio Pini
del responsabile provinciale del partito di destra alleato con Bucci

Pesante attacco di Luciano Fosci, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, ad Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna e all’alleanza stretta con la Lega Nord, in particolare rappresentata dall’ex segretario romagnolo e al momento deputato del Carroccio, Gianluca Pini.

Fosci nel ribadere l’appoggio – avallato anche dal coordinamento regionale del suo partito – alla lista civica La Pigna di Maurizio Bucci (vedi articoli correlati), definisce Ancisi «parte integrante del centro-sinistra, e non da oggi» e ricorda la sua appartenenza all’Udc, «partito alleato di governo del Pd renziano».

«Il suo appoggio convinto agli ex comunisti – attacca Fosci – risale ormai al 1994, quando al ballottaggio non sostenne il candidato a sindaco di Alleanza per Ravenna, permettendo la vittoria dell’ex Pci nella figura di D’Attorre. Oppure anche di recente, quando si è fatto nominare presidente della commissione di inchiesta sui buchi del Consorzio per i servizi sociali su indicazione addirittura dal sindaco Matteucci, dividendo ancora una volta l’opposizione. Non abbiamo mai sentito Ancisi prendere pubblicamente le distanze dalla linea politica dell’Udc: se davvero fosse un incallito oppositore del “partitone” si dimetterebbe dal suo partito, ma questo significherebbe la perdita della vice presidenza dell’Anci. Così, come da buon “casiniano” aderente al centro sinistra, Ancisi non ha partecipato, unitamente a Pini, alla manifestazione di novembre tra Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni. A Ravenna guarda a caso l’Udc non si presenta, dando campo libero alla Lista per Ravenna, a cui l’Udc di centro sinistra dà pieno appoggio».

È quindi più che evidente, secondo Fosci, «che Ancisi e la Lega di Pini siano l’altra faccia della medaglia del Pd ravennate: alleanza auspicata da via della Lirica quale opportunità per non perdere le elezioni amministrative e frammentare così una grande area di alternativa al loro sistema di potere. Il tanto decantato candidato a sindaco di Ancisi e Pini, Elio Bagnari, dopo mesi di silenzio ha declinato l’invito con evidente imbarazzo. A questo proposito i due dicono che c’è ancora tempo per trovare un candidato, tanto l’obiettivo è solo quello di far rivincere il Pd anche con il loro indiretto appoggio».
Fosci si rivolge quindi ai ravennati che hanno simpatie elettorali per la Lega Nord «affinché non cadano nel “trappolone” di Ancisi e Pini e invece orientino la loro scelta verso l’alleanza tra “La Pigna” e “Fratelli d’Italia”. Invitiamo invece Forza Italia a rompere gli indugi e a entrare nell’alleanza con Fratelli D’Italia e La Pigna: in questo senso si è già espresso l’esponente locale Mauro Bertolino e sollecitiamo il coordinatore regionale a unirsi al nostro progetto».

Commercio auto usate: chiuse 20 aziende dei bigliettini nei parabrezza su 21

I titolari irreperebili: chiesta la cancellazione dal registro delle imprese

Nel 2015 la Guardia di Finanza ha svolto 21 accertamenti nei confronti di imprese, attive a Ravenna, operanti nel settore del commercio di auto e moto usate. I risultati hanno consentito di constatare irregolarità in 20 casi.

I titolari delle aziende chiuse sono risultati irreperibili tanto presso il domicilio eletto quanto presso il luogo di svolgimento dell’attività.

Per tale motivo la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Ravenna, su proposta del Comando della Guardia di Finanza, ha disposto la cessazione d’ufficio delle 20 partite Iva. Analoga richiesta è stata avanzata alla Camera di Commercio per la cancellazione delle aziende dal registro delle imprese attive.

L’attività svolta dai militari è iniziata dall’esame dei numerosi bigliettini da visita distribuiti sui parabrezza delle auto in sosta nel centro cittadino. Dopo aver ricostruito, con le banche dati in uso al Corpo, le posizioni dei soggetti operanti nel settore, sono stati effettuati sopralluoghi, ricerche e redatti verbali di operazioni compiute, constatando il mancato esercizio delle attività e contestando le irregolarità con conseguente proposta di chiusura delle partite Iva.

Sono in corso ulteriori controlli nei confronti di altri soggetti dello stesso settore commerciale che, almeno da quanto risulta da analisi statistiche provinciali, sembra siano in constante aumento anche nel periodo di crisi economica.

Commercio auto usate: chiuse 20 aziende dei bigliettini nei parabrezza su 21

I titolari irreperebili: chiesta la cancellazione dal registro delle imprese

Nel 2015 la Guardia di Finanza ha svolto 21 accertamenti nei confronti di imprese, attive a Ravenna, operanti nel settore del commercio di auto e moto usate. I risultati hanno consentito di constatare irregolarità in 20 casi.

I titolari delle aziende chiuse sono risultati irreperibili tanto presso il domicilio eletto quanto presso il luogo di svolgimento dell’attività.

Per tale motivo la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Ravenna, su proposta del Comando della Guardia di Finanza, ha disposto la cessazione d’ufficio delle 20 partite Iva. Analoga richiesta è stata avanzata alla Camera di Commercio per la cancellazione delle aziende dal registro delle imprese attive.

L’attività svolta dai militari è iniziata dall’esame dei numerosi bigliettini da visita distribuiti sui parabrezza delle auto in sosta nel centro cittadino. Dopo aver ricostruito, con le banche dati in uso al Corpo, le posizioni dei soggetti operanti nel settore, sono stati effettuati sopralluoghi, ricerche e redatti verbali di operazioni compiute, constatando il mancato esercizio delle attività e contestando le irregolarità con conseguente proposta di chiusura delle partite Iva.

Sono in corso ulteriori controlli nei confronti di altri soggetti dello stesso settore commerciale che, almeno da quanto risulta da analisi statistiche provinciali, sembra siano in constante aumento anche nel periodo di crisi economica.

L’appello di tre parlamentari al prefetto «Accoglienza per i profughi in strada»

Lettera aperta di Maestri (Possibile), Paglia (Sel) e Pagani (Pd) «Se continua l’inerzia delle istituzioni assumeremo iniziative energiche»

Chiedono una soluzione per i profughi pakistani richiedenti protezione internaziale che sono accampati da settimane sotto i portici di viale Berlinguer, di fronte alla questura altrimenti sono pronti a ricorrere a iniziative energiche: è questo il contenuto di una lettera aperta firmata dai tre parlamentari ravennati – Andrea Maestri (Possibile), Giovanni Paglia (Sel), Alberto Pagani (Pd) – e indirizzata al prefetto di Ravenna Francesco Russo perché prenda in carico la situazione delle persone che stamane si sono presentati in gruppo davanti al portone della prefettura in piazza del Popolo chiedendo risposte.

La condizione giuridica di queste persone (le cui storie vi abbiamo raccontato in un articolo che trovate tra i correlati) è quella di richiedenti asilo ma non essendo inseriti nel piano Mare Nostrum – perché arrivati via terra da nord e non via mare da sud – non sono compresi nella rete di assistenza coordinata dal ministero dell’Interno anche se in attesa di arrivare di fronte alla commissione che dovrà valutare i singoli casi e stabilire se concedere lo status di rifugiato.

Ecco il testo integrale della lettera dei tre parlamentari: «Eccellentissimo signor prefetto della Provincia di Ravenna, Le è certamente noto che in via Berlinguer, sotto i portici dell’Engim e della Circoscrizione, da agosto/ottobre, trascorrono la notte all’addiaccio tra i 20 e i 26 uomini di origine pakistana, i quali hanno avviato la procedura di legge per il riconoscimento della protezione internazionale presso la locale Questura ma non hanno trovato un posto nel sistema di accoglienza in attesa della valutazione delle loro domande da parte della Commissione Territoriale. Queste persone sono aiutate da una rete di volontariato e di cittadinanza attiva senza la quale non avrebbero nemmeno un pasto al giorno, la tutela sanitaria minima e un sacco a pelo con cui ripararsi dal freddo. Venerdì 4 dicembre è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza per uno dei giovani che mostrava sintomi di assideramento e denutrizione e che non aveva nemmeno la forza di reggersi in piedi. Questa situazione oltre ad essere intollerabile sotto il profilo etico e civile, è chiaramente in contrasto con il principio solidaristico di cui all’art. 2 della Costituzione. Le condizioni meteo non consentono obiettivamente di dormire fuori la notte e chi lo fa, non avendo alternative praticabili, rischia la vita. Riteniamo che le istituzioni, la Prefettura in primis, abbiano un preciso dovere di attivarsi e di farlo immediatamente per evitare che si verifichino fatti gravi, di cui chi ha omesso gli interventi di assistenza e soccorso dovuti, sarebbe necessariamente chiamato a rispondere. Le rivolgiamo un appello accorato e urgentissimo perché queste persone siano quanto meno accolte nell’hub di Bologna o che ad essi si assicuri almeno un rifugio per la notte. Diversamente, in ipotesi di persistente inerzia istituzionale, assumeremo tutte le iniziative necessarie, anche le più energiche, per assicurare la tutela della dignità e della sopravvivenza di queste persone. Certi di un suo tempestivo e risolutivo intervento, la salutiamo molto cordialmente».

L’ottimismo della Camera di Commercio «Buoni segnali, 2015 anno della svolta»

Dati Proemetia: «Valore aggiunto analogo al Pil in provincia
aumenterà dello 0,6 percento rispetto al 2014»

Dalla Camera di Commercio di Ravenna arriva una ventata di ottimismo per l’economia alle prese con la crisi: «Molti segnali lasciano sperare che il 2015 possa essere ricordato, in futuro, come l’anno della svolta». L’anno agli sgoccioli si chiude in provincia con i principali indicatori di segno positivo: «Complessivamente l’istituto di ricerca Proemetia stima che nel 2015 il valore aggiunto, analogo al Pil, in provincia di Ravenna aumenterà dello 0,6 percento rispetto all’anno prima. Nel 2016 la tendenza espansiva si dovrebbe rafforzare portando la variazione all’1,5 percento. A tale incremento contribuirebbero positivamente tutti i settori produttivi: manifatturiero 2,5 percento, servizi 1,5 percento, costruzioni 1,1 percento e agricoltura 0,4 percento».

È tornata a crescere la produzione industriale. Nei primi nove mesi del 2015 le piccole e medie imprese manifatturiere mostrano una variazione della produzione dell’1,5% su base annua. Dopo anni durissimi il settore delle costruzioni segnala un aumento medio del fatturato che nei primi tre trimestri è risultato del 1,2% trainato da un rilancio del mercato immobiliare soprattutto nell’edilizia residenziale. La ripresa della attività produttive è prevalentemente legata ad una espansione della domanda interna. Anche il porto ha mostrato una buona capacità di tenuta, perdendo lo 0,3 percento dei traffici nel periodo gennaio settembre, «nonostante i ben noti problemi strutturali a cui si spera venga data una risposta in tempi brevi per avviare una nuova fase di sviluppo». Nel turismo c’è lo 0,4 percento delle presenze, deludendo solo in parte le aspettative di flussi più consistenti rispetto al 2014. «Accanto ai segnali di uscita dalla crisi permangono elementi di preoccupazione legati al mercato del lavoro, ai consumi e al tessuto imprenditoriale, ambiti che probabilmente scontano uno sfasamento temporale rispetto alla ripresa delle attività produttive».

Sul fronte del lavoro, in positivo, si riducono i disoccupati: «Il tasso di disoccupazione si è portato dal 9,2 percento del 2014 all’8,7 percento del secondo trimestre del 2015. Nello stesso tempo tuttavia, sono diminuiti di 1.600 gli occupati e sono ancora 2.000 i lavoratori interessati dalle varie forme di cassa integrazione».

I consumi stentano a ripartire, «almeno a giudicare dall’andamento del fatturato della piccola distribuzione commerciale che nei primi nove mesi dell’anno si è ridotto dello 0,8 percento».

Infine continua a diminuire il numero delle imprese. Tra settembre 2014 e settembre 2015 il saldo tra iscrizioni e cessazioni al Registro delle imprese della nostra provincia mostra un passivo di 250 unità. Se da un lato l’andamento delle cessazioni si è normalizzato, dopo la forte crescita a cavallo tra il 2012 e il 2013, dall’altro, la percezione di un rischio di impresa ancora alto e le difficoltà di accesso al credito, continuano a frenare l’avvio di nuove attività.

Il consiglio della Camera di commercio ravennate ha approvato venerdì 11 dicembre il preventivo 2016 e le linee strategiche che orienteranno le politiche camerali finalizzate ad affiancare e sostenere il tessuto imprenditoriale provinciale. «Il principio che ha guidato l’amministrazione camerale di Ravenna nella predisposizione della programmazione economico-finanziaria dei prossimi anni è stato quello di tentare, nonostante il susseguirsi delle norme sulla spending review e dei tagli sulla principale fonte di entrate dell’ente camerale (il diritto annuale pagato dalle imprese, è diminuito del 35 percento per l’anno 2015, diminuirà del 40 percento per l’anno 2016, e del 50 percento per l’anno 2017), di incidere il meno possibile sugli interventi economici destinati al territorio e alle imprese, puntando alla massima efficienza nella gestione della struttura».

«Cinquemila persone a Palazzo Rasponi: esperimento esaltante, mai visto in città»

Il coordinatore di Ravenna 2015, Alberto Cassani: «Ora la cultura
continui a essere fattore di sviluppo, da Dante al contemporaneo»

«Il Rasponi Open Space, dopo l’evento in Darsena del 18 luglio, ha rappresentato un’altra esperienza straordinaria per la nostra città».

Sono le parole di Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna Capitale italiana della cultura 2015, che ha organizzato la tre giorni di eventi del weekend.

«Migliaia di persone, non meno di 5 mila, di ogni età, estrazione sociale e preferenze culturali – continua la nota di Cassani – hanno varcato la soglia di Palazzo Rasponi per partecipare ai 47 appuntamenti, organizzati insieme a una quarantina di realtà culturali, che per tre giorni hanno animato le tante sale del magnifico palazzo. Non era ancora successo nulla di simile a Ravenna, e l’esito esaltante di questo vero e proprio esperimento deve riempire di soddisfazione tutti i ravennati e divenire un’altra tessera preziosa per il futuro della nostra città».

«A mio avviso – spiega il coordinatore –, il significato più autentico di questa grande esperienza collettiva sta nella dimostrazione che la cultura, quando porta in campo aperto il suo potenziale di creatività e di stimolo alla socialità, può essere il più efficace ricostituente per il tessuto civile di una comunità, soprattutto in tempi dominati da paure e diffidenze. L’altro insegnamento che può venire dalla tre giorni di Palazzo Rasponi riguarda l’opportunità di tentare sempre nuove strade: per non tornare indietro, bisogna avere il coraggio di sperimentare, di battere i sentieri dell’innovazione, di scommettere sulla voglia di fare delle forze più vitali della nostra città. Questo era il senso del nostro percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura e questo è stato lo spirito con cui abbiamo interpretato l’anno da Capitale Italiana della Cultura».

Adesso, secondo Cassani, «tocca a tutti coloro che credono nella cultura come fattore strategico di sviluppo fare in modo che quel patrimonio di energie, talenti e progetti produca altri frutti e aiuti Ravenna ad affrontare le grandi sfide che l’accompagneranno nei prossimi anni e che avranno proprio nella cultura un baricentro essenziale: dalla preparazione dell’anniversario dantesco del 2021 alla piena valorizzazione del patrimonio storico-archeologico-monumentale, fino alla questione, che tutte le attraversa, del fondamentale dialogo con la cultura e le culture contemporanee. Per ora, un doveroso grazie a tutti coloro che si sono impegnati perché la Capitale Italiana della Cultura non fosse solo un titolo da celebrare, ma una opportunità per continuare a guardare avanti e a costruire nuove esperienze».

«Cinquemila persone a Palazzo Rasponi: esperimento esaltante, mai visto in città»

Il coordinatore di Ravenna 2015, Alberto Cassani: «Ora la cultura
continui a essere fattore di sviluppo, da Dante al contemporaneo»

«Il Rasponi Open Space, dopo l’evento in Darsena del 18 luglio, ha rappresentato un’altra esperienza straordinaria per la nostra città».

Sono le parole di Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna Capitale italiana della cultura 2015, che ha organizzato la tre giorni di eventi del weekend.

«Migliaia di persone, non meno di 5 mila, di ogni età, estrazione sociale e preferenze culturali – continua la nota di Cassani – hanno varcato la soglia di Palazzo Rasponi per partecipare ai 47 appuntamenti, organizzati insieme a una quarantina di realtà culturali, che per tre giorni hanno animato le tante sale del magnifico palazzo. Non era ancora successo nulla di simile a Ravenna, e l’esito esaltante di questo vero e proprio esperimento deve riempire di soddisfazione tutti i ravennati e divenire un’altra tessera preziosa per il futuro della nostra città».

«A mio avviso – spiega il coordinatore –, il significato più autentico di questa grande esperienza collettiva sta nella dimostrazione che la cultura, quando porta in campo aperto il suo potenziale di creatività e di stimolo alla socialità, può essere il più efficace ricostituente per il tessuto civile di una comunità, soprattutto in tempi dominati da paure e diffidenze. L’altro insegnamento che può venire dalla tre giorni di Palazzo Rasponi riguarda l’opportunità di tentare sempre nuove strade: per non tornare indietro, bisogna avere il coraggio di sperimentare, di battere i sentieri dell’innovazione, di scommettere sulla voglia di fare delle forze più vitali della nostra città. Questo era il senso del nostro percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura e questo è stato lo spirito con cui abbiamo interpretato l’anno da Capitale Italiana della Cultura».

Adesso, secondo Cassani, «tocca a tutti coloro che credono nella cultura come fattore strategico di sviluppo fare in modo che quel patrimonio di energie, talenti e progetti produca altri frutti e aiuti Ravenna ad affrontare le grandi sfide che l’accompagneranno nei prossimi anni e che avranno proprio nella cultura un baricentro essenziale: dalla preparazione dell’anniversario dantesco del 2021 alla piena valorizzazione del patrimonio storico-archeologico-monumentale, fino alla questione, che tutte le attraversa, del fondamentale dialogo con la cultura e le culture contemporanee. Per ora, un doveroso grazie a tutti coloro che si sono impegnati perché la Capitale Italiana della Cultura non fosse solo un titolo da celebrare, ma una opportunità per continuare a guardare avanti e a costruire nuove esperienze».

«Cinquemila persone a Palazzo Rasponi: esperimento esaltante, mai visto in città»

Il coordinatore di Ravenna 2015, Alberto Cassani: «Ora la cultura continui a essere fattore di sviluppo, da Dante al contemporaneo»

«Il Rasponi Open Space, dopo l’evento in Darsena del 18 luglio, ha rappresentato un’altra esperienza straordinaria per la nostra città».

Sono le parole di Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna Capitale italiana della cultura 2015, che ha organizzato la tre giorni di eventi del weekend.

«Migliaia di persone, non meno di 5 mila, di ogni età, estrazione sociale e preferenze culturali – continua la nota di Cassani – hanno varcato la soglia di Palazzo Rasponi per partecipare ai 47 appuntamenti, organizzati insieme a una quarantina di realtà culturali, che per tre giorni hanno animato le tante sale del magnifico palazzo. Non era ancora successo nulla di simile a Ravenna, e l’esito esaltante di questo vero e proprio esperimento deve riempire di soddisfazione tutti i ravennati e divenire un’altra tessera preziosa per il futuro della nostra città».

«A mio avviso – spiega il coordinatore –, il significato più autentico di questa grande esperienza collettiva sta nella dimostrazione che la cultura, quando porta in campo aperto il suo potenziale di creatività e di stimolo alla socialità, può essere il più efficace ricostituente per il tessuto civile di una comunità, soprattutto in tempi dominati da paure e diffidenze. L’altro insegnamento che può venire dalla tre giorni di Palazzo Rasponi riguarda l’opportunità di tentare sempre nuove strade: per non tornare indietro, bisogna avere il coraggio di sperimentare, di battere i sentieri dell’innovazione, di scommettere sulla voglia di fare delle forze più vitali della nostra città. Questo era il senso del nostro percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura e questo è stato lo spirito con cui abbiamo interpretato l’anno da Capitale Italiana della Cultura».

Adesso, secondo Cassani, «tocca a tutti coloro che credono nella cultura come fattore strategico di sviluppo fare in modo che quel patrimonio di energie, talenti e progetti produca altri frutti e aiuti Ravenna ad affrontare le grandi sfide che l’accompagneranno nei prossimi anni e che avranno proprio nella cultura un baricentro essenziale: dalla preparazione dell’anniversario dantesco del 2021 alla piena valorizzazione del patrimonio storico-archeologico-monumentale, fino alla questione, che tutte le attraversa, del fondamentale dialogo con la cultura e le culture contemporanee. Per ora, un doveroso grazie a tutti coloro che si sono impegnati perché la Capitale Italiana della Cultura non fosse solo un titolo da celebrare, ma una opportunità per continuare a guardare avanti e a costruire nuove esperienze».

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