L’appello di tre parlamentari al prefetto «Accoglienza per i profughi in strada»

Lettera aperta di Maestri (Possibile), Paglia (Sel) e Pagani (Pd) «Se continua l’inerzia delle istituzioni assumeremo iniziative energiche»

Chiedono una soluzione per i profughi pakistani richiedenti protezione internaziale che sono accampati da settimane sotto i portici di viale Berlinguer, di fronte alla questura altrimenti sono pronti a ricorrere a iniziative energiche: è questo il contenuto di una lettera aperta firmata dai tre parlamentari ravennati – Andrea Maestri (Possibile), Giovanni Paglia (Sel), Alberto Pagani (Pd) – e indirizzata al prefetto di Ravenna Francesco Russo perché prenda in carico la situazione delle persone che stamane si sono presentati in gruppo davanti al portone della prefettura in piazza del Popolo chiedendo risposte.

La condizione giuridica di queste persone (le cui storie vi abbiamo raccontato in un articolo che trovate tra i correlati) è quella di richiedenti asilo ma non essendo inseriti nel piano Mare Nostrum – perché arrivati via terra da nord e non via mare da sud – non sono compresi nella rete di assistenza coordinata dal ministero dell’Interno anche se in attesa di arrivare di fronte alla commissione che dovrà valutare i singoli casi e stabilire se concedere lo status di rifugiato.

Ecco il testo integrale della lettera dei tre parlamentari: «Eccellentissimo signor prefetto della Provincia di Ravenna, Le è certamente noto che in via Berlinguer, sotto i portici dell’Engim e della Circoscrizione, da agosto/ottobre, trascorrono la notte all’addiaccio tra i 20 e i 26 uomini di origine pakistana, i quali hanno avviato la procedura di legge per il riconoscimento della protezione internazionale presso la locale Questura ma non hanno trovato un posto nel sistema di accoglienza in attesa della valutazione delle loro domande da parte della Commissione Territoriale. Queste persone sono aiutate da una rete di volontariato e di cittadinanza attiva senza la quale non avrebbero nemmeno un pasto al giorno, la tutela sanitaria minima e un sacco a pelo con cui ripararsi dal freddo. Venerdì 4 dicembre è stato richiesto l’intervento di un’ambulanza per uno dei giovani che mostrava sintomi di assideramento e denutrizione e che non aveva nemmeno la forza di reggersi in piedi. Questa situazione oltre ad essere intollerabile sotto il profilo etico e civile, è chiaramente in contrasto con il principio solidaristico di cui all’art. 2 della Costituzione. Le condizioni meteo non consentono obiettivamente di dormire fuori la notte e chi lo fa, non avendo alternative praticabili, rischia la vita. Riteniamo che le istituzioni, la Prefettura in primis, abbiano un preciso dovere di attivarsi e di farlo immediatamente per evitare che si verifichino fatti gravi, di cui chi ha omesso gli interventi di assistenza e soccorso dovuti, sarebbe necessariamente chiamato a rispondere. Le rivolgiamo un appello accorato e urgentissimo perché queste persone siano quanto meno accolte nell’hub di Bologna o che ad essi si assicuri almeno un rifugio per la notte. Diversamente, in ipotesi di persistente inerzia istituzionale, assumeremo tutte le iniziative necessarie, anche le più energiche, per assicurare la tutela della dignità e della sopravvivenza di queste persone. Certi di un suo tempestivo e risolutivo intervento, la salutiamo molto cordialmente».

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