«Cinquemila persone a Palazzo Rasponi: esperimento esaltante, mai visto in città»

Il coordinatore di Ravenna 2015, Alberto Cassani: «Ora la cultura continui a essere fattore di sviluppo, da Dante al contemporaneo»

«Il Rasponi Open Space, dopo l’evento in Darsena del 18 luglio, ha rappresentato un’altra esperienza straordinaria per la nostra città».

Sono le parole di Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna Capitale italiana della cultura 2015, che ha organizzato la tre giorni di eventi del weekend.

«Migliaia di persone, non meno di 5 mila, di ogni età, estrazione sociale e preferenze culturali – continua la nota di Cassani – hanno varcato la soglia di Palazzo Rasponi per partecipare ai 47 appuntamenti, organizzati insieme a una quarantina di realtà culturali, che per tre giorni hanno animato le tante sale del magnifico palazzo. Non era ancora successo nulla di simile a Ravenna, e l’esito esaltante di questo vero e proprio esperimento deve riempire di soddisfazione tutti i ravennati e divenire un’altra tessera preziosa per il futuro della nostra città».

«A mio avviso – spiega il coordinatore –, il significato più autentico di questa grande esperienza collettiva sta nella dimostrazione che la cultura, quando porta in campo aperto il suo potenziale di creatività e di stimolo alla socialità, può essere il più efficace ricostituente per il tessuto civile di una comunità, soprattutto in tempi dominati da paure e diffidenze. L’altro insegnamento che può venire dalla tre giorni di Palazzo Rasponi riguarda l’opportunità di tentare sempre nuove strade: per non tornare indietro, bisogna avere il coraggio di sperimentare, di battere i sentieri dell’innovazione, di scommettere sulla voglia di fare delle forze più vitali della nostra città. Questo era il senso del nostro percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura e questo è stato lo spirito con cui abbiamo interpretato l’anno da Capitale Italiana della Cultura».

Adesso, secondo Cassani, «tocca a tutti coloro che credono nella cultura come fattore strategico di sviluppo fare in modo che quel patrimonio di energie, talenti e progetti produca altri frutti e aiuti Ravenna ad affrontare le grandi sfide che l’accompagneranno nei prossimi anni e che avranno proprio nella cultura un baricentro essenziale: dalla preparazione dell’anniversario dantesco del 2021 alla piena valorizzazione del patrimonio storico-archeologico-monumentale, fino alla questione, che tutte le attraversa, del fondamentale dialogo con la cultura e le culture contemporanee. Per ora, un doveroso grazie a tutti coloro che si sono impegnati perché la Capitale Italiana della Cultura non fosse solo un titolo da celebrare, ma una opportunità per continuare a guardare avanti e a costruire nuove esperienze».

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