mercoledì
23 Luglio 2025

Luminarie e decori natalizi cinesi potenzialmente pericolosi: blitz dei Nas

Sequestri anche nel Ravennate. Ritirati in totale 20mila articoli

I carabinieri del Nas hanno sequestrato circa 20mila articoli di importazione cinese tra decori natalizi, luminarie, accessori per cellulari, portachiavi e bigiotteria nel corso di controlli in oltre trenta negozi tra le province di Bologna, Ravenna, Ferrara, Rimini e Forlì-Cesena. Si tratta di prodotti privi delle previste indicazioni in lingua italiana nell’etichette, per un valore complessivo di oltre 50mila euro, ritenuti potenzialmente pericolosi per la salute.

Nel corso dell’operazione sono stati anche sequestrati puntatori laser la cui vendita in Italia è vietata.

Al termine degli accertamenti sono state deferite alle competenti Autorità Giudiziaria tre persone di nazionalità cinese e contestate 10 sanzioni amministrative per un importo complessivo pari a 20.000 euro circa.

Grande Fratello, la vittoria a Faenza A Federica Lepanto vanno 200mila euro

L’aspirante infermiera trionfa al Gf14: la città delle ceramiche fa il bis in un altro reality dopo la vittoria di Caridi tra i pasticceri

La 22enne Federica Lepanto, studentessa di Scienze infermieristiche di Faenza, è la vincitrice del Grande Fratello 14. La ragazza ha conquistato la finale del 10 dicembre con l’annuncio dato dalla conduttrice Alessia Marcuzzi quando era già passata l’1 di notte. La ragazza è arrivata alla vittoria del reality nonostante tra i coinquilini della casa non godesse di particolari simpatie. Ma è tra il pubblico di casa che invece ha saputo conquistare sostegno e tifo.

Nel videoclip con cui si presentò all’ingresso nella casa il 25 settembre scorso, tra un sorriso mentre lanciava indietro la chioma corvina e una posa in bikini sugli scogli, Federica ci aveva detto che per fare l’infermiera «è indispensabile il sorriso» mentre in discoteca «indossi abiti in cui ti senti più donna rispetto alla divisa da infermiera». E lei, 22enne trapiantata da tempo a Faenza da Salerno, non aveva ancora capito quale dei due mondi abitare stabilmente. Chissà che la vittoria non l’aiuti nella scelta. Nella sua scheda pubblicata sul sito della trasmissione si legge che «avrebbe voluto studiare moda ma poi ha cambiato idea e si è iscritta a Infermieristica e oggi è contenta della scelta». Per arrotondare fa anche la baby sitter. Si descrive come una persona «simpatica, intraprendente, volubile e permalosa». Appena maggiorenne stava per sposarsi ma poco prima del matrimonio ha scoperto che il fidanzato la tradiva.

E così per la città delle ceramiche c’è da festeggiare un primo posto in un altro reality, forse il più noto e longevo della tv italiana, a solo una settimana di tempo dalla vittoria di Sebastiano Caridi ne Il più grande pasticcere (vedi articoli correlati).

Ma è anche il secondo anno consecutivo in cui Faenza fornisce concorrenti al Gf: nell’edizione numero 13 (da marzo a maggio 2014) fu il turno di Veronica Graf, modella 25enne: rimase in gara appena due settimane. Ma i quindici giorni davanti alle telecamere per la bionda Veronica sembrano aver comunque aiutato la sua popolarità: 23mila follower su Instagram dove abbondano le foto dei suoi frequenti viaggi, soprattutto in costume sulle spiagge di Ibiza, tra scollature, baci e pose sexy. Ma se si parla di ravennati al Grande Fratello tocca citare colei che per prima portò la esse romagnola sul set di Cinecittà. Era settembre del 2001 e Mascia Ferri faceva parte della seconda edizione. Bionda, sorriso aperto, modi spicci, quarta di seno rifatta (la destra da lei stessa battezzata Wanda, la sinistra Luisa), all’epoca aveva 28 anni e faceva la barista nelle notti a Milano Marittima: fu lei a sdoganare le maggiorate nei reality, per andare oltre nel Gf si dovrà attendere fino alla nona (edizione) con la sesta (misura) di Cristina Del Basso. In pochi giorni si aggiudicò il titolo di “Panterona”, nei 78 trascorsi in totale nella casa doppi sensi maliziosi e battute le fecero guadagnare la splendida imitazione di Paola Cortellesi.

Risultavano al lavoro invece erano in bici, al mare o dall’estetista: ispettori arrestati

Funzionari pubblici dell’ispettorato accusati anche di corruzione Soffiate a ristoranti e discoteche in cambio di cene e regali

Al mare o dall’estetista, ad allenarsi in bici o a ristrutturare casa, in visita da amici o dal dentista: è variegato l’elenco di dove fossero per davvero durante le ore in cui invece risultavano sul posto di lavoro proprio negli uffici di chi dovrebbe verificare il rispetto delle normative: l’ispettorato del lavoro di Ravenna. Truffa allo Stato per assenteismo è l’accusa mossa dagli inquirenti a carico di due funzionari pubblici. Chiamati a rispondere anche di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione perché quando erano sul serio al lavoro sarebbero stati, secondo i carabinieri del nucleo investigativo che hanno condotto le indagini, tutt’altro che ligi al dovere: in cambio di cene, pranzi, bevande e altri favori di varia natura avrebbero soffiato a ristoranti e locali notturni le date delle ispezioni programmate dalle forze dell’ordine in modo da farsi trovare in ordine al momento dei controlli. Secondo quanto appurato finora non ci sarebbe stato il passaggio di denaro come ricompensa dei favori.

Per Gianfranco Ferrara (59 anni, responsabile dell’ufficio ispezioni, originario di Salerno e residente a Ravenna) e Massimo Siviero (43, addetto alle pratiche ispettive e protocollo, nato a Forlì e residente a Lugo) nella mattinata odierna, 10 dicembre, è arrivato l’arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari per il rischio di reiterazione del reato: secondo i magistrati infatti le assenze dal lavoro erano quasi una costante quotidiana. O per lo meno così è stato negli ultimi tre mesi in cui – con intercettazioni telefoniche, pedinamenti e filmati di quattro telecamere nascoste negli uffici della Direzione territoriale del lavoro – hanno messo sotto controllo le vite dei due funzionari. Tra il 7 ottobre e il 16 novembre Ferrara avrebbe accumulato oltre 75 ore di assenze ingiustificate con dei picchi di 7 ore di assenza in un unica giornata. A Siviero invece vengono contestate 18 ore di assenze. Tutto ricostruito nelle 108 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Piervittorio Farinella.

Nei mesi scorsi la cronaca nazionale aveva riportato il caso di assenteismo scoperchiato a Sanremo e al telefono i due ravennati ne hanno pure parlato: «Avevano commentato come se si sentissero immuni da controlli», sottolinea il procuratore capo Alessandro Mancini che coordina le indagini insieme al sostituto procuratore Angela Scorza. «La frequenza degli episodi contestati nel periodo sotto osservazione – continuano i magistrati – fa pensare che si tratti di una condotta consolidata. Il contenuto di alcune intercettazioni fornisce elementi inequivocabili, come i riferimenti a pranzi o cene da fare in certi ristoranti come ricompensa di favori fatti in passato».

Le indagini dell’Arma – partite da un esposto anonimo inviato a dicembre 2014 al ministero del Lavoro firmato genericamente da «imprenditori e lavoratori dipendenti di Milano Marittima» – proseguono per stabilire da quanto il presunto assenteismo andasse avanti e se altre persone di quegli uffici avessero la stessa abitudine di passare il badge per registrare l’entrata al lavoro ma poi andarsene altrove. Siviero e Ferrara avevano instaurato una vera e propria complicità: frequenti i casi in cui uno dei due avrebbe strisciato il badge anche del collega per farlo risultare al lavoro. I militari hanno perquisito gli uffici dell’ispettorato ma anche i locali che avrebbero beneficiato dei favori.

Ed è qui che si innesta il filone della presunta corruzione favorendo ristoranti e locali notturni, tra i più noti del territorio tra Ravenna e Cervia: si parla di sei o sette locali interessati. Sono in corso verifiche sulle loro posizioni. I due ispettori avevano mansioni d’ufficio e non svolgevano le ispezioni in prima persona ma Ferrara per il ruolo ricoperto veniva puntualmente informato di ogni attività e, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, passava la notizia a Siviero perché fosse quest’ultimo a preavvisare il giorno dell’ispezione messa in calendario dalle forze dell’ordine in modo da dare il tempo di regolarizzare posizioni fuori legge. Nelle conversazioni telefoniche si fa ricorso a una sorta di linguaggio in codice in cui l’ispezione diventa «la raccomandata». E quando un’ispezione viene annullata perché era stata preannunciata, Siviero chiama il ristoratore: «Sono andato a vedere alle poste, la raccomandata non ti è arrivata perché è stata rinviata a data da destinarsi».

E balza all’occhio il caso di sei lavoratori in nero assunti proprio il giorno del controllo o la comunicazione del lavoro intermittente di una barista mandata appena poche ore prima di un blitz. In entrambi i casi nella zona di Milano Marittima. «Lui aveva uno in nero, l’ho salvato», è una delle frasi intercettate e pronunciate da uno degli arrestati a proposito di un ristoratore che però si sarebbe dimostrato poco grato per quel favore: «Mai che abbia detto Siviero ti devo…».

Ma tutto ciò in cambio di cosa? Cene e regalie varie. «Ti ha dato almeno una bottiglia di champagne?», chiede Siviero a Ferrara nel suo ufficio. «No, due bottiglie di vino. Un Traminer e un Cabernet, dobbiamo berli insieme», risponde Ferrara. «Tu sei un amante del Traminer», ride l’altro. Ma ci sarebbero anche favori di altra natura come ad esempio l’assunzione di amici nei ristoranti o la concessione di ferie ad amici che lavoravano nelle ditte preavvisate. Il gip riporta anche le scene osservate dagli investigatori nei pedinamenti: quando l’imprenditore arrivava in via Alberoni per l’incontro faceva una telefonata, Ferrara scendeva e fingeva di non conoscere l’altro in attesa incamminandosi verso l’angolo della strada seguito dall’imprenditore, una volta girato l’angolo, lontani da possibili sguardi di colleghi, si stringevano la mano e andavano al bar.

Ladri di nuovo al deposito delle Poste Due furti di corrispondenza in sei giorni

Il magazzino di via Meucci non ha telecamere e non ha allarmi Rubate lettere e plichi in attesa di essere distribuiti ai cittadini

A meno di una settimana dal primo furto, mentre gli inquirenti sono ancora al lavoro per definirne i contorni, un altro colpo al deposito centrale delle poste di Ravenna: la notte scorsa, tra il 9 e il 10 dicembre, ignoti si sono introdotti nel magazzino di via Meucci e hanno portato via la corrispondenza in attesa di essere distribuita, la stessa cosa accaduta nella notte tra il 4 e il 5 dicembre. In entrambi i casi i malviventi sono entrati forzando una delle porte di ingresso potendo agire di fatto indisturbati in quanto il centro smistamento non ha telecamere e non ha allarmi. L’attività di indagine, con la collaborazione di Poste, dovrà ricostruire cosa è stato prelevato.

E Ravenna è l’unica provincia senza stelle Michelin dell’Emilia-Romagna

Ha chiuso la Frasca di Milano Marittima: ecco le sentenze della guida

Ravenna è l’unica provincia dell’Emilia-Romagna a non poter vantare neppure un ristorante stellato. È quanto emerge dalla presentazione dell’edizione 2016 della Guida Michelin, il maggiore riferimento mondiale per la valutazione della qualità dei ristoranti .

Negli ultimi due anni la nostra provincia poteva contare sulla presenza a Milano Marittima de La Frasca, storico ristorante di Castrocaro trasferitosi nel cervese, che però nonostante la stella Michelin ha chiuso i battenti. E così Ravenna resta a bocca asciutta, come spesso capitato in passato.

Restando in Romagna, da segnalare invece la stella Michelin di due ristoranti di Cesenatico (La Buca e Magnolia) e di tre del riminese (Il Povero Diavolo di Torriana, Il Piastrino di Pennabilli e Guido di Miramare). Nella nostra regione l’unico locale ad aver conquistato le tre stelle è come da previsioni l’Osteria Francescana di Modena. L’unico due stelle è invece il San Domenico di Imola. Gli altri si fermano a una (l’Emilia-Romagna con 25 ristoranti stellati complessivi si piazza al settimo posto tra le regioni italiane).

E Ravenna è l’unica provincia senza stelle Michelin dell’Emilia-Romagna

Ha chiuso la Frasca di Milano Marittima: ecco le sentenze della guida

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Negli ultimi due anni la nostra provincia poteva contare sulla presenza a Milano Marittima de La Frasca, storico ristorante di Castrocaro trasferitosi nel cervese, che però nonostante la stella Michelin ha chiuso i battenti. E così Ravenna resta a bocca asciutta, come spesso capitato in passato.

Restando in Romagna, da segnalare invece la stella Michelin di due ristoranti di Cesenatico (La Buca e Magnolia) e di tre del riminese (Il Povero Diavolo di Torriana, Il Piastrino di Pennabilli e Guido di Miramare). Nella nostra regione l’unico locale ad aver conquistato le tre stelle è come da previsioni l’Osteria Francescana di Modena. L’unico due stelle è invece il San Domenico di Imola. Gli altri si fermano a una (l’Emilia-Romagna con 25 ristoranti stellati complessivi si piazza al settimo posto tra le regioni italiane).

Anziano morto a Bertinoro: è omicidio Fermato un 33enne residente a Ravenna

La procura di Forlì e i carabinieri del comando provinciale hanno fermato e interrogato un 33enne tunisino residente a Ravenna per l’omicidio di Rino Benini, anziano di 84 anni, il cui corpo era stato trovato parzialmente carbonizzato in un incendio scoppiato nella sua casa di Santa Maria Nuova di Bertinoro (Forlì) il 3 dicembre scorso. L’uomo non è però stato ucciso dal fumo come inizialmente ipotizzato. L’autopsia – come ha rivelato ieri l’Ansa con questa agenzia che qui riportiamo – ha rivelato che l’uomo è stato strangolato.

Il tunisino, noto a Ravenna per i suoi precedenti per droga, era ospite dell’anziano da qualche settimana.

Il capo messo del Comune di Ravenna grave a Villa Maria dopo un infarto

Guido Dirani colpito da un attacco cardiaco in piazza del Duomo

Sono stazionarie ma sempre molto gravi le condizioni di salute di Guido Dirani, capo messo del Comune di Ravenna, colpito da un infarto martedì 8 dicembre mentre stava lavorando in piazza Duomo, in vista della cerimonia di intitolazione dell’area verde a San Guido Maria Conforti.

Dirani è stato trasferito ieri dall’ospedale di Ravenna a Villa Maria Cecilia per essere operato.

Sessantenne, Dirani è molto conosciuto in città non solo per il suo ruolo in Municipio ma anche per la sua passione per il calcio e in particolare per il suo ruolo all’interno dell’associazione Noi Giallorossi con gli ex calciatori del Ravenna Calcio.

Il sindaco Fabrizio Matteucci pubblica costantemente su Facebook aggiornamenti sullo stato di salute di Dirani che anche sul celebre social network era molto seguito: sono tantissimi i messaggi di solidarietà sulla sua bacheca.

Vede nella rastrelliera la bici che gli avevano rubato. Era stata rivenduta a 20 euro

I vigili gli restituiscono il velocipede, il cui furto era stato denunciato

Passa a piedi in via Tombesi Dall’Ova e nota, parcheggiata nella rastrelliera di via Sant’Agata, la bicicletta che gli era stata rubata lo scorso mese di ottobre.
Immediata la segnalazione a una pattuglia della Municipale, di servizio in zona, che dopo aver raccolto una descrizione dettagliata di alcuni particolari, riguardanti il mezzo, già contenuti nella denuncia, di cui solo il legittimo proprietario poteva essere a conoscenza, ha proceduto alla restituzione del velocipede.

Le successive indagini, effettuate anche visionando le immagini delle telecamere presenti, hanno consentito poi di individuare l’utilizzatrice della bicicletta, più volte ripresa mentre prelevava e riponeva, nello stesso punto, il velocipede.

Pochi giorni dopo, alcuni agenti, impegnati in controlli di routine nel Quartiere Sant’Agata, l’hanno riconosciuta e l’hanno invitata a seguirli presso il Comando, per procedere alla sua identificazione, in collaborazione con personale dell’Ufficio Polizia Giudiziaria.

Interrogata in merito ai fatti, la stessa, una cittadina macedone residente a Ravenna, ha dichiarato che il marito aveva acquistato la bicicletta per venti euro da uno sconosciuto nei paraggi della stazione. Nei suoi confronti, ultimate le formalità di rito, è scattata la denuncia per ricettazione.

Arrestati per truffa aggravata ispettori del lavoro assenteisti

Si tratta di due dipendenti della direzione provinciale di Ravenna

Due dipendenti della direzione provinciale del lavoro di Ravenna – un capoufficio e un impiegato amministrativo addetti alle ispezioni esterne – sono stati arrestati di prima mattina dai carabinieri per truffa aggravata ai danni dello Stato nell’ambito di una vicenda di presunto assenteismo sul lavoro sulla quale da qualche tempo sta indagando la Procura della città romagnola. Lo rivela un’agenzia dell’Ansa, mentre in tarda mattinata è stata convocata una conferenza stampa in prefettura per i dettagli.

Sono tuttora in corso diverse perquisizioni dei militari, sia domiciliari che in ufficio.

Ruba borsa e telefonino in discoteca Ma i carabinieri in borghese lo arrestano

In manette un 20enne colto in flagrante dai militari

Carabinieri in borghese in discoteca. È successo a Brisighella, dove i militari hanno arrestato in flagranza di reato un 20enne lughese, notato mentre tra la folla ha tentato di rubare una borsa lasciata su un tavolino da una 34enne. La donna si è accorta di quanto stava succedendo e ha lanciato l’allarme: per sua fortuna i carabinieri in borghese erano a poca distanza e sono riusciti a bloccare il ragazzo. Perquisito, oltre alla borsa della 34enne, addosso al ragazzo è stato trovato uno smartphone ultimo modello. Verificati i precedenti del 20enne, i carabinieri hanno ritenuto potesse essere rubato anche il telefono e, nonostante le rassicurazioni del ragazzo, hanno provato a telefonare al numero registrato nella rubrica come quello di “Mamma”. Ha risposto una signora che ha confermato il furto del telefono subìto dal figlio, nel frattempo rincasato. Il telefono gli è stato riconsegnato, mentre il 20enne è stato arrestato per entrambi gli episodi.

Il giudice nella mattinata di ieri, mercoledì 9 dicembre, ha convalidato l’arresto e concesso gli arresti domiciliari fino al giorno del processo, fissato nella prima decade del 2016.

Michele De Pascale eletto all’unanimità candidato a sindaco di Ravenna del Pd

Il segretario provinciale del partito prende così il posto di Liverani

Come anticipato, Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd, è stato eletto all’unanimità dall’assemblea comunale del partito come candidato sindaco per Ravenna nel 2016, dopo la tragica e improvvisa scomparsa di Enrico Liverani, il 20 novembre scorso.

Trentenne, cervese, De Pascale ha raccolto il consenso dell’intero partito anche di chi, nel 2013, lo aveva sfidato nella corsa a segretario provinciale. Danilo Manfredi infatti ha pubblicamente dichiarato che De Pascale ha le doti di leadership che in questo momento servono.

Tra le prime dichiarazioni su Facebook quella del segretario regionale Paolo Calvano che ha dichiarato: «Michele de Pascale è all’unanimità il candidato a sindaco del Pd e del centrosinistra a Ravenna. Ha la passione, le capacità e le competenze per essere un ottimo sindaco di una città che lui per primo ama. In bocca al lupo!».

A gioire di questo risultato a cui aveva lavorato in prima persona (insieme al segretario comunale Gianandrea Baroncini e Ouidad Bakkali) anche il neoassessore Roberto Fagnani: «La persona giusta e competente per portare avanti il progetto innovativo di governo della città».

Una serata di entusiasmo e festa in casa Pd, dunque. E il tema della nuova segreteria del partito (difficile se non impossibile pensare che De Pascale possa mantenere l’incarico di segretario se verrà eletto e tanto meno se non dovesse venire eletto) è per ora sospesa e rimandata a dopo il voto.

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