sabato
19 Luglio 2025

Casalborsetti ha trovato l’America Porto Reno a un fondo di investimento

Hig Capital di Miami dietro l’acquisto di 218 posti barca, edifici
e terreni per 5 milioni dalla società fallita controllata dalla coop Cmr

I dollari decollano da Miami, fanno tappa a Lussemburgo, girano su Milano e sbarcano a Casalborsetti. Servono per pagare l’acquisto di una bella fetta di Porto Reno dal fallimento dell’omonima società che costruì e gestiva il porticciolo turistico alla foce del canale di bonifica in destra del Reno. C’è il fondo di investimento americano Hig Capital, operatore di private equity con sede in Florida e oltre 19 miliardi di dollari di capitale in gestione, alle spalle della lombarda Gbh Immobiliare 2 diventata proprietaria di 218 posti barca su 264, sei bungalow, undici posti auto, uno specchio d’acqua per ulteriori pontili, un terreno edificabile, un edificio con tredici unità al grezzo da completare e destinare a attività commerciali o uffici. Prezzo totale 5 milioni di euro, l’unica posta attiva realizzata dal fallimento dichiarato a maggio del 2013: il curatore, la commercialista Milena Montini, non rende noto il totale del passivo perché dato riservato ai creditori ma ammette che l’entrata dall’America non potrà coprire tutti i debiti (informalmente si parlò di 12 milioni di indebitamento).

La società Porto Reno fu costituita nel 1993 dalla famiglia Gruber: Alfred, padre della giornalista Lilli, nota conduttrice della trasmissione “Ottoemezzo” su La7, ideò l’insediamento. Nel 2004 partirono i lavori con l’appalto vinto da Cmr che nel 2005 comprò la società da Gruber. Nel 2007 l’inaugurazione alla presenza, tra le varie autorità locali, del governatore regionale Vasco Errani e Pierluigi Bersani, al tempo ministro. Nel 2013, come detto, il fallimento. Che arrivò anche con l’onda lunga del crac 2011 della Cmr.

È stata la Gbh a contattare la curatela manifestando l’interesse all’acquisto proponendo la cifra. Per trasparenza e garanzia dei creditori è stato emanato un bando: tempo fino alla mezzanotte del 10 novembre per presentare offerte superiori con un deposito cauzionale del 10 percento. Nessun’altro si è fatto avanti e nell’udienza in tribunale dell’11 novembre il giudice ha proceduto con l’aggiudicazione provvisoria. Formalmente a presentare l’offerta non è stata però la Gbh ma l’avvocato ravennate Federica Bacigalupo agendo “per persona da nominare”, formula che consente appunto di mantenere riservato il reale investitore. Che ora però dovrà farsi avanti e soprattutto avrà 120 giorni di tempo per il versamento della cifra completa, condizione necessaria per il definitivo trasferimento di proprietà dal fallimento.

Gbh Immobiliare 2 non ha un sito internet. Ha sede in via San Prospero a Milano negli uffici dello studio commercialista Angelelli. Che ha un sito. Nella pagina del personale troviamo il 27enne Andrea Ceschi e il 45enne Gianmario Lazzaroni: sono loro che costituiscono il consiglio di amministrazione della Gbh, Ceschi presidente. Diverse ore dopo l’udienza ci dice che è stato un procuratore a rappresentare Gbh in tribunale: «Non ci siamo ancora sentiti, non so l’esito». Lo informiamo che nessun altro ha presentato offerte: «Lo apprendo ora da lei». Ma quali saranno le intenzioni dei nuovi proprietari? Come è nata la scelta di investire a Casalborsetti? Ceschi si smarca dalle domande: «Al momento non posso ancora rilasciare dichiarazioni di nessuna natura. Dovrò prima consultarmi con la proprietà della società e concordare una linea». Chiediamo conferma del collegamento con la Hig e il manager conferma. Poi quando chiediamo ulteriori informazioni sulla società ci suggerisce di ricorrere a una visura camerale in cui potremo trovare tutto. E così facciamo. Ma nella visura non c’è traccia della Hig Capital. La totalità della proprietà della Srl Gbh è in mano alla Grace Bay III Holdings, società con capitale di 10mila euro e sede in rue Guillaume Kroll a Lussemburgo.

Un ruolo importante nell’affare l’ha avuto il consulente immobiliare Lorenzo Ferrari, dell’Agenzia d’affari l’immobiliare collegata alla rete Soluzioni Real Estate: «Collaboro con Frontis, società milanese di advisor legale nata nel 2010, segnalando investimenti interessanti sul territorio ravennate che amo e cerco di sponsorizzare per favorirne lo sviluppo». È stata poi Frontis a contattare Gbh, ossia Hig. In realtà sugli investitori nemmeno Ferrari fa nomi ufficialmente: «Posso dire che si tratta di un fondo americano ma per motivi interni hanno chiesto di non essere rivelati. Penso che sia perché non hanno interesse a pubblicizzare il loro nome, magari rischiando di essere assaliti da proposte di investimento visto che mettere 5 milioni sul tavolo di questi tempi non è cosa da poco». Sarà Ferrari il referente degli acquirenti sul territorio portando avanti in prima persona le trattative per le vendite immobiliare. E quando mette l’idea di un ristorante con vista panoramica tra i progetti futuri di riqualificazione, si lascia sfuggire un paragone significativo: «Una cena vista porto può essere suggestiva anche se non sarà come la vista di Miami…». Che guarda caso è la città sede di Hig.

Chi presto dovrà avere a che fare con i milanesi che arrivano dall’America passando per il Nord Europa è sicuramente Nadine De Marco: dal 2009 proprietaria di un bungalow nel porticciolo, amministratrice del condominio Porto Reno (93 condomini) che nel 2012 affidò la gestione della struttura al Consorzio Porto Reno (nato dalla riunione di 26 dei condomini e di cui De Marco è presidente). Gli yankee in salsa lombarda avranno la maggioranza dei millesimi in assemblea condominiale ma non potranno comunque fare il bello e il cattivo tempo perché sarà necessaria anche la maggioranza delle teste. I rapporti, finora solamente abbozzati, sono iniziati con ottime prospettive: «L’acquisto da parte della Gbh ha le potenzialità per essere davvero una svolta per il nostro porto che nonostante le difficoltà che si possono immaginare è riuscito comunque in due anni a conservare una sua attrattività come dimostra la percentuale di occupazione dei posti barca che si aggira sul 70-80 percento». Le speranze di De Marco – originaria di Berlino, residente in Svizzera e innamorata della Romagna dopo il matrimonio con un fusignanese – si basano su una circostanza molto precisa: l’acquisto dei beni dal fallimento porta con sé anche gli obblighi che erano in capo alla Porto Reno fallita e cioè il completamento di alcune opere di urbanizzazione e la conseguente consegna al Comune dopo i collaudi. Un esempio: «Stiamo pagando le spese di manutenzione di una rotonda che è destinata al Comune ma fin quando non saranno completate le opere resta a noi. Una volta passata all’amministrazione pubblica saranno spese risparmiate per noi». L’ottimismo tra i proprietari di bungalow e ormeggi è dettato anche da una riflessione a sfondo economico riassunta per sommi capi da De Marco: il business di una società immobiliare è la vendita dei beni acquistati e il loro valore sarà tanto più alto quanto migliore sarà il contesto.

E infatti il piano ideato dagli aquirenti risponde proprio a questa logica, come conferma Ferrari. La missione primaria è ridare vitalità all’insediamento per aumentare l’attrattività e di conseguenza la quotazione. «Per prima cosa dobbiamo favorire l’arrivo e l’avvio di attività commerciali, per farlo siamo disposti a fare offerte con prezzi veramente stracciati perché lo consideriamo un investimento per il futuro. Se portiamo motivi di attrazione poi arriverà la gente e il porto avrà il suo fascino. Per questo pensiamo anche alla possibilità di finanziare eventi». I progetti prevedono un supemercato di 550 metri quadrati, un locale su due livelli con bar sotto e ristorante panoramico sopra, un punto vendita di materiale nautico a servizio degli utenti del porto. Poi sarà tempo di pensare alla club house, il punto di ritrovo dei diportisti: «Stiamo valutando diverse soluzioni costruttive innovative perché siano adatte al contesto e veloci nei tempi». La stima degli investimenti necessari sfiora il milione di euro. Tempi? «Per l’estate vorremmo aver insediato almeno le attività commerciali in modo da presentarci con una nuova immagine alla stagione turistica. E magari nel primo semestre avviare i lavori della club house». In parallelo ci sarà tutta l’attività di vendita dei posti barca e dei bungalow. Per questi ultimi si resterà nel solco dei prezzi bassi: «Non abbiamo ancora un listino prezzi definito ma se prima del fallimento venivano venduti a 200-240mila euro penso si possa ipotizzare un prezzo dimezzato ora».

Ma davvero la Casalborsetti a stelle e strisce potrà raggiungere i successi finora mancati? «Non serve essere come Porto Cervo per avere successo – dice De Marco –. Anzi, Porto Reno deve puntare sulle sue particolarità: una struttura sicura dove le barche non affondano con le mareggiate, la vicinanza alla spiaggia, la natura attorno». Perché allora non è andata così finora? «Non mi esprimo sulle gestioni passate ma di sicuro il fallimento della Cmr (coop che costruì il porto e controllava la società Porto Reno, ndr) è stato un peso». E Ferrari è ottimista: «Alle spalle c’è la solidità di un fondo americano. Cercheremo di evitare errori del passato, prima investiremo per lo sviluppo poi andremo sul mercato a vendere».

Casalborsetti ha trovato l’America Porto Reno a un fondo di investimento

Hig Capital di Miami dietro l’acquisto di 218 posti barca, edifici e terreni per 5 milioni dalla società fallita controllata dalla coop Cmr

I dollari decollano da Miami, fanno tappa a Lussemburgo, girano su Milano e sbarcano a Casalborsetti. Servono per pagare l’acquisto di una bella fetta di Porto Reno dal fallimento dell’omonima società che costruì e gestiva il porticciolo turistico alla foce del canale di bonifica in destra del Reno. C’è il fondo di investimento americano Hig Capital, operatore di private equity con sede in Florida e oltre 19 miliardi di dollari di capitale in gestione, alle spalle della lombarda Gbh Immobiliare 2 diventata proprietaria di 218 posti barca su 264, sei bungalow, undici posti auto, uno specchio d’acqua per ulteriori pontili, un terreno edificabile, un edificio con tredici unità al grezzo da completare e destinare a attività commerciali o uffici. Prezzo totale 5 milioni di euro, l’unica posta attiva realizzata dal fallimento dichiarato a maggio del 2013: il curatore, la commercialista Milena Montini, non rende noto il totale del passivo perché dato riservato ai creditori ma ammette che l’entrata dall’America non potrà coprire tutti i debiti (informalmente si parlò di 12 milioni di indebitamento).

La società Porto Reno fu costituita nel 1993 dalla famiglia Gruber: Alfred, padre della giornalista Lilli, nota conduttrice della trasmissione “Ottoemezzo” su La7, ideò l’insediamento. Nel 2004 partirono i lavori con l’appalto vinto da Cmr che nel 2005 comprò la società da Gruber. Nel 2007 l’inaugurazione alla presenza, tra le varie autorità locali, del governatore regionale Vasco Errani e Pierluigi Bersani, al tempo ministro. Nel 2013, come detto, il fallimento. Che arrivò anche con l’onda lunga del crac 2011 della Cmr.

È stata la Gbh a contattare la curatela manifestando l’interesse all’acquisto proponendo la cifra. Per trasparenza e garanzia dei creditori è stato emanato un bando: tempo fino alla mezzanotte del 10 novembre per presentare offerte superiori con un deposito cauzionale del 10 percento. Nessun’altro si è fatto avanti e nell’udienza in tribunale dell’11 novembre il giudice ha proceduto con l’aggiudicazione provvisoria. Formalmente a presentare l’offerta non è stata però la Gbh ma l’avvocato ravennate Federica Bacigalupo agendo “per persona da nominare”, formula che consente appunto di mantenere riservato il reale investitore. Che ora però dovrà farsi avanti e soprattutto avrà 120 giorni di tempo per il versamento della cifra completa, condizione necessaria per il definitivo trasferimento di proprietà dal fallimento.

Gbh Immobiliare 2 non ha un sito internet. Ha sede in via San Prospero a Milano negli uffici dello studio commercialista Angelelli. Che ha un sito. Nella pagina del personale troviamo il 27enne Andrea Ceschi e il 45enne Gianmario Lazzaroni: sono loro che costituiscono il consiglio di amministrazione della Gbh, Ceschi presidente. Diverse ore dopo l’udienza ci dice che è stato un procuratore a rappresentare Gbh in tribunale: «Non ci siamo ancora sentiti, non so l’esito». Lo informiamo che nessun altro ha presentato offerte: «Lo apprendo ora da lei». Ma quali saranno le intenzioni dei nuovi proprietari? Come è nata la scelta di investire a Casalborsetti? Ceschi si smarca dalle domande: «Al momento non posso ancora rilasciare dichiarazioni di nessuna natura. Dovrò prima consultarmi con la proprietà della società e concordare una linea». Chiediamo conferma del collegamento con la Hig e il manager conferma. Poi quando chiediamo ulteriori informazioni sulla società ci suggerisce di ricorrere a una visura camerale in cui potremo trovare tutto. E così facciamo. Ma nella visura non c’è traccia della Hig Capital. La totalità della proprietà della Srl Gbh è in mano alla Grace Bay III Holdings, società con capitale di 10mila euro e sede in rue Guillaume Kroll a Lussemburgo.

Un ruolo importante nell’affare l’ha avuto il consulente immobiliare Lorenzo Ferrari, dell’Agenzia d’affari l’immobiliare collegata alla rete Soluzioni Real Estate: «Collaboro con Frontis, società milanese di advisor legale nata nel 2010, segnalando investimenti interessanti sul territorio ravennate che amo e cerco di sponsorizzare per favorirne lo sviluppo». È stata poi Frontis a contattare Gbh, ossia Hig. In realtà sugli investitori nemmeno Ferrari fa nomi ufficialmente: «Posso dire che si tratta di un fondo americano ma per motivi interni hanno chiesto di non essere rivelati. Penso che sia perché non hanno interesse a pubblicizzare il loro nome, magari rischiando di essere assaliti da proposte di investimento visto che mettere 5 milioni sul tavolo di questi tempi non è cosa da poco». Sarà Ferrari il referente degli acquirenti sul territorio portando avanti in prima persona le trattative per le vendite immobiliare. E quando mette l’idea di un ristorante con vista panoramica tra i progetti futuri di riqualificazione, si lascia sfuggire un paragone significativo: «Una cena vista porto può essere suggestiva anche se non sarà come la vista di Miami…». Che guarda caso è la città sede di Hig.

Chi presto dovrà avere a che fare con i milanesi che arrivano dall’America passando per il Nord Europa è sicuramente Nadine De Marco: dal 2009 proprietaria di un bungalow nel porticciolo, amministratrice del condominio Porto Reno (93 condomini) che nel 2012 affidò la gestione della struttura al Consorzio Porto Reno (nato dalla riunione di 26 dei condomini e di cui De Marco è presidente). Gli yankee in salsa lombarda avranno la maggioranza dei millesimi in assemblea condominiale ma non potranno comunque fare il bello e il cattivo tempo perché sarà necessaria anche la maggioranza delle teste. I rapporti, finora solamente abbozzati, sono iniziati con ottime prospettive: «L’acquisto da parte della Gbh ha le potenzialità per essere davvero una svolta per il nostro porto che nonostante le difficoltà che si possono immaginare è riuscito comunque in due anni a conservare una sua attrattività come dimostra la percentuale di occupazione dei posti barca che si aggira sul 70-80 percento». Le speranze di De Marco – originaria di Berlino, residente in Svizzera e innamorata della Romagna dopo il matrimonio con un fusignanese – si basano su una circostanza molto precisa: l’acquisto dei beni dal fallimento porta con sé anche gli obblighi che erano in capo alla Porto Reno fallita e cioè il completamento di alcune opere di urbanizzazione e la conseguente consegna al Comune dopo i collaudi. Un esempio: «Stiamo pagando le spese di manutenzione di una rotonda che è destinata al Comune ma fin quando non saranno completate le opere resta a noi. Una volta passata all’amministrazione pubblica saranno spese risparmiate per noi». L’ottimismo tra i proprietari di bungalow e ormeggi è dettato anche da una riflessione a sfondo economico riassunta per sommi capi da De Marco: il business di una società immobiliare è la vendita dei beni acquistati e il loro valore sarà tanto più alto quanto migliore sarà il contesto.

E infatti il piano ideato dagli aquirenti risponde proprio a questa logica, come conferma Ferrari. La missione primaria è ridare vitalità all’insediamento per aumentare l’attrattività e di conseguenza la quotazione. «Per prima cosa dobbiamo favorire l’arrivo e l’avvio di attività commerciali, per farlo siamo disposti a fare offerte con prezzi veramente stracciati perché lo consideriamo un investimento per il futuro. Se portiamo motivi di attrazione poi arriverà la gente e il porto avrà il suo fascino. Per questo pensiamo anche alla possibilità di finanziare eventi». I progetti prevedono un supemercato di 550 metri quadrati, un locale su due livelli con bar sotto e ristorante panoramico sopra, un punto vendita di materiale nautico a servizio degli utenti del porto. Poi sarà tempo di pensare alla club house, il punto di ritrovo dei diportisti: «Stiamo valutando diverse soluzioni costruttive innovative perché siano adatte al contesto e veloci nei tempi». La stima degli investimenti necessari sfiora il milione di euro. Tempi? «Per l’estate vorremmo aver insediato almeno le attività commerciali in modo da presentarci con una nuova immagine alla stagione turistica. E magari nel primo semestre avviare i lavori della club house». In parallelo ci sarà tutta l’attività di vendita dei posti barca e dei bungalow. Per questi ultimi si resterà nel solco dei prezzi bassi: «Non abbiamo ancora un listino prezzi definito ma se prima del fallimento venivano venduti a 200-240mila euro penso si possa ipotizzare un prezzo dimezzato ora».

Ma davvero la Casalborsetti a stelle e strisce potrà raggiungere i successi finora mancati? «Non serve essere come Porto Cervo per avere successo – dice De Marco –. Anzi, Porto Reno deve puntare sulle sue particolarità: una struttura sicura dove le barche non affondano con le mareggiate, la vicinanza alla spiaggia, la natura attorno». Perché allora non è andata così finora? «Non mi esprimo sulle gestioni passate ma di sicuro il fallimento della Cmr (coop che costruì il porto e controllava la società Porto Reno, ndr) è stato un peso». E Ferrari è ottimista: «Alle spalle c’è la solidità di un fondo americano. Cercheremo di evitare errori del passato, prima investiremo per lo sviluppo poi andremo sul mercato a vendere».

Lei non vuole fare sesso e si riveste Lui la aggredisce: arrestato 22enne

Schiaffi e spintoni contro la fidanzata: il giovane colpisce anche la sorella che ha chiamato il 112. Poi se la prende con i militari

Dopo una serata trascorsa insieme a casa, lei ha deciso che non intendeva avere un rapporto con il fidanzato e ha cominciato a rivestirsi. È bastato questo a scatenare la rabbia di un 22enne che ha aggredito al fidanzata coetanea con spintoni, schiaffi e urla arrivando fino a romperle il telefonino con cui la giovane stava tentando di chiamare i carabinieri. I militari però sono arrivati comunque, chiamati dalla sorella del ragazzo che era in casa e ha sentito tutto. In manette a Ravenna alle prime luci dell’alba del 13 noembre un giovane serbo chiamato a rispondere di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e maltrattamenti in famiglia. Giudicato per rito direttissimo nel pomeriggio stesso ha rimediato una condanna a 6 mesi di carcere, pena sospesa.

La coppia aveva trascorso la serata insieme, dopo che lui stesso era andato a prendere la compagna nel Faentino. Una volta giunti a casa le attenzioni del giovane si sono fatte più pressanti e lei gli ha manifestato l’intenzione di non avere un rapporto sessuale. Dal diniego della donna nasceva una discussione che seppur accesa, inizialmente non è sfociato in null’altro che delle urla: quando però per lei si è rivestita per tornare a casa, il ragazzo ha perso la testa ed ha dapprima schiaffeggiato la compagna, in un secondo momento, quando quest’ultima è riuscita a divincolarsi e scappare alla porta, lui le ha bloccato fisicamente l’uscio con il proprio corpo.

Le urla sono state udite anche dalla mamma e dalla sorella del serbo che subito sono accorse in soccorso e distraendo il ragazzo, sempre più fuori di sé, sono riuscite a chiamare il 112. Immediatamente sono giunti i carabinieri del nucleo operativo e tadiomobile ma non è bastato a placare il giovane, che prima ha dato uno schiaffo alla sorella per aver contattato le forze dell’ordine e poi si è scagliato anche contro i militari.

Lega Nord: «Non partecipiamo al buonismo della sinistra per Parigi»

Fiori al consolato di Ravenna poi il segretario prende le distanze
da altre manifestazioni: «Ipocrisia di chi ha permesso l’invasione»

«La Lega Nord non parteciperà alle manifestazioni organizzate dalla sinistra o dalle amministrazioni di sinistra vista la loro vicinanza al mondo islamico al quale loro, per interessi economici ed elettorali hanno svenduto la nostra storia, la nostra cultura, la nostra sicurezza ed il nostro futuro». L’attacco a testa bassa parte da Jacopo Morrone, segretario del Carroccio in Romagna, all’indomani degli attacchi terroristici a Parigi che hanno portato molte amministrazioni locali in Italia a organizzare semplici iniziative simboliche in solidarietà ai francesi.

Il neoeletto segretario esprime il dolore del movimento che rappresenta per i fatti accaduti a Parigi: «Esprimiamo altresì il nostro sostegno e la nostra rabbia ad un popolo vittima di un attacco ignobile delle bestie del terrore». Ma niente da spartire con la sinistra: «Non ci pieghiamo all’ipocrisia di gente che ha permesso l’invasione dell’Europa, di gente che ci ha deriso quando li mettevamo in guardia sui pericoli che si correvano con il loro buonismo peloso».

Alcuni rappresentanti della Lega Nord, tra cui il deputato Gianluca Pini di Fusignano, e di Lista per Ravenna, tra cui il capogruppo Alvaro Ancisi, si sono incontrati davanti al consolato francese in via Oscavia. I politici hanno deposto alcuni fiori davanti al cancello e recitato una preghiera. Particolarmente significativo il testo del biglietto che accompagnava i fiori: «Un referente pensiero alle vittime di un Occidente che non ha capito», firmato Segreteria Lega Nord Romagna.

Tutti i Comuni ravennati, anche quelli non amministrati dal centrosinistra, hanno organizzato iniziative. Così come ricorda Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd: «Esprimiamo la nostra più forte solidarietà alle vittime di questo atto vile e tragico, ai loro familiari, alla città di Parigi e a tutta la Francia. Questo è il tempo di piangere le vittime innocenti di questi barbari attacchi. Ma deve venire subito anche il tempo di reagire con forza per difendere la nostra libertà e quella di tutte le vittime del terrorismo, quelle francesi e quelle in fuga dai paesi dove le organizzazioni terroristiche presidiano i territori. Di fronte a tale violenza c’è bisogno di una reazione ferma dell’Europa democratica e di tutto il mondo civile senza nessun cedimento alla paura e al terrore».

Intanto circola via Whatsapp, soprattutto tra le chat di gruppo tra genitori di compagni di scuola, un passaparolo per un’iniziativa popolare: accendere alle 22 una candela su tutte le finestre delle abitazioni come solidarietà per il popolo francese e condanna per il massacro avvenuto.

I Comuni della provincia di Ravenna e la stessa amministrazione provinciale hanno espresso, con diverse iniziative, solidarietà al popolo francese duramente colpito dai sanguinosi attentati di Parigi. Ecco il riepilogo di quanto organizzato nella giornata odierna, 14 novembre, e di quanto è in programma per domani. A Ravenna il sindaco ha invitato i ravennati alle 12 in piazza del Popolo dove ha issato la bandiera della Francia a mezz’asta sul balcone del Municipio. Alla breve cerimonia erano presenti, fra gli altri, i rappresentanti dell’associazione ravennate Amici di Chartres. La bandiera francese è stata esposta anche dal Palazzo della Provincia di Piazza dei Caduti. A Faenza alle 18 un momento di raccoglimento in piazza del Popolo davanti al Comune. Candele e lumini accesi, inno francese e dell’Europa. All’iniziativa hanno aderito anche gli altri Comuni dell’Unione faentina: Casola Valsenio, Riolo Terme, Brisighella, Castelbolognese e Solarolo. A Cervia bandiera francese al municipio e questa mattina un minuto di silenzio per l’iniziativa con le scuole “la legalità mette radici”. A Lugo il Comune, oltre ad avere esposto la bandiera con i colori della Francia dal balcone del municipio, ha promosso una seduta straordinaria del consiglio comunale che si svolgerà domani, domenica 15 novembre alle 11 ed ha inviato un messaggio di solidarietà alla città gemellata di Choisy-le-Roi. A Russi bandiere francese, italiana ed europea a mezz’asta nel palazzo comunale. Inviato un telegramma al primo cittadino della città gemella di Beaumont. A Cotignola tricolore francese a mezz’asta al municipio. Inviato un messaggio di solidarietà al sindaco della città gemella di Delle. A Bagnacavallo l’amministrazione ha invitato in cittadini per un momento di raccoglimento e di riflessione in Piazza della Libertà oggi pomeriggio alle 18. A Conselice l’amministrazione comunale ha invitato i consiglieri e i conselicesi alle 12 davanti al municipio per un minuto di silenzio ed ha esposto la bandiera della Francia dal balcone della casa comunale. Un messaggio di solidarietà è stato inviato ai gemelli francesi di Bourgoin-Jallieu. A Massa Lombarda il Comune, con un volantino, ha invitato i cittadini a partecipare ad un momento di riflessione che si svolge oggi, alle 16, in piazza Matteotti. A Fusignano esposte le bandiere listate a lutto di Francia, Italia ed Europa dal balcone del municipio e invitato i cittadini in piazza alle 18 per esprimere solidarietà al popolo francese. A Alfonsine bandiere francesi listate a lutto nella sede del municipio e della polizia municipale: i gruppi consiliari si sono ritrovati alle 11 davanti alla sede del Municipio, l’incontro si è concluso con un minuto di silenzio. A Bagnara il Comune ha esposto la bandiera francese e domani, domenica 15 novembre alle 17.15 nel cortile della Rocca si svolgerà un momento di riflessione che si chiuderà con un minuto di silenzio. A Sant’Agata sul Santerno infine, martedì 17 novembre in occasione della riunione della Consulta delle associazioni si svolgerà un momento di riflessione e solidarietà.

Lega Nord: «Non partecipiamo al buonismo della sinistra per Parigi»

Fiori al consolato di Ravenna poi il segretario prende le distanze da altre manifestazioni: «Ipocrisia di chi ha permesso l’invasione»

«La Lega Nord non parteciperà alle manifestazioni organizzate dalla sinistra o dalle amministrazioni di sinistra vista la loro vicinanza al mondo islamico al quale loro, per interessi economici ed elettorali hanno svenduto la nostra storia, la nostra cultura, la nostra sicurezza ed il nostro futuro». L’attacco a testa bassa parte da Jacopo Morrone, segretario del Carroccio in Romagna, all’indomani degli attacchi terroristici a Parigi che hanno portato molte amministrazioni locali in Italia a organizzare semplici iniziative simboliche in solidarietà ai francesi.

Il neoeletto segretario esprime il dolore del movimento che rappresenta per i fatti accaduti a Parigi: «Esprimiamo altresì il nostro sostegno e la nostra rabbia ad un popolo vittima di un attacco ignobile delle bestie del terrore». Ma niente da spartire con la sinistra: «Non ci pieghiamo all’ipocrisia di gente che ha permesso l’invasione dell’Europa, di gente che ci ha deriso quando li mettevamo in guardia sui pericoli che si correvano con il loro buonismo peloso».

Alcuni rappresentanti della Lega Nord, tra cui il deputato Gianluca Pini di Fusignano, e di Lista per Ravenna, tra cui il capogruppo Alvaro Ancisi, si sono incontrati davanti al consolato francese in via Oscavia. I politici hanno deposto alcuni fiori davanti al cancello e recitato una preghiera. Particolarmente significativo il testo del biglietto che accompagnava i fiori: «Un referente pensiero alle vittime di un Occidente che non ha capito», firmato Segreteria Lega Nord Romagna.

Tutti i Comuni ravennati, anche quelli non amministrati dal centrosinistra, hanno organizzato iniziative. Così come ricorda Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd: «Esprimiamo la nostra più forte solidarietà alle vittime di questo atto vile e tragico, ai loro familiari, alla città di Parigi e a tutta la Francia. Questo è il tempo di piangere le vittime innocenti di questi barbari attacchi. Ma deve venire subito anche il tempo di reagire con forza per difendere la nostra libertà e quella di tutte le vittime del terrorismo, quelle francesi e quelle in fuga dai paesi dove le organizzazioni terroristiche presidiano i territori. Di fronte a tale violenza c’è bisogno di una reazione ferma dell’Europa democratica e di tutto il mondo civile senza nessun cedimento alla paura e al terrore».

Intanto circola via Whatsapp, soprattutto tra le chat di gruppo tra genitori di compagni di scuola, un passaparolo per un’iniziativa popolare: accendere alle 22 una candela su tutte le finestre delle abitazioni come solidarietà per il popolo francese e condanna per il massacro avvenuto.

I Comuni della provincia di Ravenna e la stessa amministrazione provinciale hanno espresso, con diverse iniziative, solidarietà al popolo francese duramente colpito dai sanguinosi attentati di Parigi. Ecco il riepilogo di quanto organizzato nella giornata odierna, 14 novembre, e di quanto è in programma per domani. A Ravenna il sindaco ha invitato i ravennati alle 12 in piazza del Popolo dove ha issato la bandiera della Francia a mezz’asta sul balcone del Municipio. Alla breve cerimonia erano presenti, fra gli altri, i rappresentanti dell’associazione ravennate Amici di Chartres. La bandiera francese è stata esposta anche dal Palazzo della Provincia di Piazza dei Caduti. A Faenza alle 18 un momento di raccoglimento in piazza del Popolo davanti al Comune. Candele e lumini accesi, inno francese e dell’Europa. All’iniziativa hanno aderito anche gli altri Comuni dell’Unione faentina: Casola Valsenio, Riolo Terme, Brisighella, Castelbolognese e Solarolo. A Cervia bandiera francese al municipio e questa mattina un minuto di silenzio per l’iniziativa con le scuole “la legalità mette radici”. A Lugo il Comune, oltre ad avere esposto la bandiera con i colori della Francia dal balcone del municipio, ha promosso una seduta straordinaria del consiglio comunale che si svolgerà domani, domenica 15 novembre alle 11 ed ha inviato un messaggio di solidarietà alla città gemellata di Choisy-le-Roi. A Russi bandiere francese, italiana ed europea a mezz’asta nel palazzo comunale. Inviato un telegramma al primo cittadino della città gemella di Beaumont. A Cotignola tricolore francese a mezz’asta al municipio. Inviato un messaggio di solidarietà al sindaco della città gemella di Delle. A Bagnacavallo l’amministrazione ha invitato in cittadini per un momento di raccoglimento e di riflessione in Piazza della Libertà oggi pomeriggio alle 18. A Conselice l’amministrazione comunale ha invitato i consiglieri e i conselicesi alle 12 davanti al municipio per un minuto di silenzio ed ha esposto la bandiera della Francia dal balcone della casa comunale. Un messaggio di solidarietà è stato inviato ai gemelli francesi di Bourgoin-Jallieu. A Massa Lombarda il Comune, con un volantino, ha invitato i cittadini a partecipare ad un momento di riflessione che si svolge oggi, alle 16, in piazza Matteotti. A Fusignano esposte le bandiere listate a lutto di Francia, Italia ed Europa dal balcone del municipio e invitato i cittadini in piazza alle 18 per esprimere solidarietà al popolo francese. A Alfonsine bandiere francesi listate a lutto nella sede del municipio e della polizia municipale: i gruppi consiliari si sono ritrovati alle 11 davanti alla sede del Municipio, l’incontro si è concluso con un minuto di silenzio. A Bagnara il Comune ha esposto la bandiera francese e domani, domenica 15 novembre alle 17.15 nel cortile della Rocca si svolgerà un momento di riflessione che si chiuderà con un minuto di silenzio. A Sant’Agata sul Santerno infine, martedì 17 novembre in occasione della riunione della Consulta delle associazioni si svolgerà un momento di riflessione e solidarietà.

Pronti a salire sul treno con 7mila euro di sigarette rubate

Duemila pacchetti nei bagagli di tre uomini: erano il bottino di un furto in un bar di Classe il 4 novembre. Denunciati

Ognuno con la sua valigia, potevano sembrare tre viaggiatori qualsiasi in partenza col treno: invece nei bagagli dei tre uomini fermati dalla polizia ferroviaria in stazione a Ravenna c’erano circa duemila pacchetti di sigarette, per un valore commerciale di settemila euro, risultati rubati. Dopo gli accertamenti con la partecipazione della squadra mobile per i tre, romeni tra 19 e 27 anni, è arrivato il fermo per ricettazione.

Gli accertamenti svolti sui numeri seriali hanno consentito di verificare che le sigarette sono quasi certamente il bottino di un furto ingente di tabacchi, verificatosi nella notte del 4 novembre a Classe in un bar di via Classense. I ladri si erano introdotti all’interno dell’esercizio commerciale infrangendone la vetrata con la grata di un tombino e avevano asportato tutto quello che avevano trovato sugli scaffali, danneggiando con un piccone le casse, che però erano vuote.

La moschea: «Allah non tollera violenza» La prefettura dispone più controlli in città

La condanna degli attentanti e la solidarietà del centro di cultura islamica per le vittime in Francia: «Ora evitiamo una spirale di odio»

«Il nostro pensiero dolorante va per tutte le vittime innocenti di questi attacco terroristico, e la solidarietà ai loro famigliari e tutta la Francia». Il centro di cultura e di studi islamici della Romagna (Ccsir) che ha costruito e gestisce la mosche di Ravenna in via Rossa, la seconda in Italia per dimensioni, è vicino alle vittime degli attacchi terroristici di Parigi. A parlare è l’architetto Basel Ahmed, presidente del Ccsir, che invia una nota alla stampa. Per gli autori di quelle violenze non c’è alcuna pietà: «La violenza praticata nel nome di Dio non ha nulla a che vedere con l’Islam e i suoi principi. Allah non tollera tale violenza e siamo certi che saranno puniti e castigati, coloro che fanno questi atti, sia in questa vita che nell’altra vita, solo Allah sa come».

L’invito dalla moschea ravennate – che per la prima volta diffonde una nota stampa a commento di episodi di violenza di presunta matrici islamista – è rivolto a tutti i cittadini ravennati di fede musulmana perché «esprimano la loro rabbia e dolore per questo attacco terroristico a Parigi». Condannando «in pieno senza mezzi termini non solo questo ma tutti gli attacchi contro l’umanità. La fede Musulmana come tutte le altre religioni crede nella pace e contro la violenza».

Il presidente dell’associazione è preoccupato di quelle che potranno essere le conseguenze di questi attacchi, il timore «che possano innescare in qualche modo, una spirale di odio e di violenza nelle nostre società». Per questo Ahmed ribadisce che «oggi più che mai abbiamo bisogno di stare insieme, e lavorare per abbattere i muri creati da ignoranza e diffidenza ed aprire le porte al dialogo e alla conoscenza. Solo tutti insieme possiamo portare avanti e diffondere la cultura della pace, solidarietà e la civile convivenza».

Nel frattempo via Twitter il sindaco Fabrizio Matteucci ha annunciato l’avvenuto incontro con il prefetto Francesco Russo: è stato disposto «l’nnalzamento dei servizi di controllo e prevenzione, a Ravenna come in tutte le città italiane». Il primo cittadino ha poi aggiunto un altro tweet: «Il nostro cuore è a Parigi. Ravenna abbraccia Ouidad Bakkali e tutti i ravennati adesso a Parigi. Dobbiamo essere uniti contro il terrorismo». Ricordiamo infatti che l’assessore Bakkali (Cultura e Istruzione) si trova nella capitale francese ed era al bar Carillon nel decimo arrondissement quando è stato assaltato dal commando di terroristi: la 29enne sta bene (vedi articoli correlati).

Lasciano 12mila euro di profumi rubati e fuggono sull’argine: due arrestati

Colpo notturno da Sabbioni: in tre entrano utilizzando un tombino Uno riesce a fuggire nascondendosi in un canneto dei Fiumi Uniti

Per entrare hanno sfondato la vetrata con un tombino e poi hanno arraffato più prodotti possibili: profumi e cosmetici per un valore di circa 12mila euro con cui hanno riempito tre sacchi abbandonati per fuggire alle forze dell’ordine. Verso le 3 del mattino del 14 novembre la polizia a Ravenna ha arrestato due romeni, un 32enne e un 22enne, per il tentato furto appena commesso da Sabbioni in viale Newton. Un terzo uomo è riuscito a fuggire. Questa mattina al processo direttissimo i due sono stati condannati a due anni di reclusione con contestuale divieto di dimora nella provincia di Ravenna: il questore ha emesso nei loro confronti il divieto di ritorno a Ravenna per i prossimi tre anni.

L’intervento della squadra volante è partito dalla segnalazione di un residente in zona che ha sentito i rumori e allertato il 113. Al centro commerciale Galilei i poliziotti sono arrivati mentre i tre tentavano la fuga verso l’argine dei Fiumi Uniti lasciando sul posto tre grossi sacchi già riempiti di profumi di marca. Ne è nato un inseguimento a piedi con i malviventi che tentavano di far perdere le loro tracce all’interno di un canneto. Sul posto anche una pattuglia della guardia di finanza che si trovava in zona. Agenti e militari sono riusciti a catturare due dei ladri.

La merce recuperata è stata restituita ai proprietari anche se gran parte dei prodotti non potranno essere venduti perché rovinati nella fuga.

Il lutto per la Mecnavi finalmente a teatro

Spettacolo profondo e commovente
con Lamri, Dadina e Vicari

Ci sono voluti ventotto anni, un algerino arrivato in città proprio ventotto anni fa, un attore e autore romagnolo fin nel midollo, un giovane rapper e due musicisti per riuscire a raccontare quel 13 marzo del 1987 che ha segnato la storia di Ravenna in modo indelebile. Un racconto il loro, ne “Il volo – la ballata dei picchettini” lontano da ogni tentazione retorica, che muove tuttavia gli spettatori fino alle lacrime, pur facendoli sorridere, riflettere, indignare, arrabbiare.

Spettatori che per la verità sono “gentili convenuti” a cui si rivolgono gli attori che sono “relatori” della “conferenza-spettacolo” capace di passare da un’ironia familiare e mai forzata a momenti di profondo dramma, ad altri di elaborazione e ricerca di un senso, ricorrendo finanche alla filosofia.

La conferenza-spettacolo di Luigi Dadina e Tahar Lamri (scritta insieme a Laura Gambi) diventa così un’elaborazione del lutto, passaggio che è utile a mantenere quella memoria che ci dovrebbe impedire la coazione a ripetere, come ci spiega Lamri stesso dal palco dove impersona un se stesso così come lo conosciamo, colto, raffinato, ironico e mai banale, accanto a un sempre talentuoso Dadina che mette qui in scena il suo lato più sanguigno e istintivo impersonando una sorta di carattere romagnolo universale.

In un gioco sapiente tra due amici che nei rispettivi ruoli di “guida” e “assistito” si prendono gioco l’un l’altro e però allo stesso tempo si ascoltano e sono disposti a cambiare idea, anche quando uno parla arabo e l’altro romagnolo, i due insieme sviluppano un discorso che segue un filo sentimentale di rimandi, mescolando autobiografia e cronaca. Perché in fondo per i ravennati la vicenda della Mecnavi, che costituisce il cuore dello spettacolo, è una vicenda che intreccia questi due elementi. Allora la città, laica e mangiapreti, si raccolse intorno al vescovo Tonini e le sue parole sono oggi affidate a uno straordinario Lanfranco Moder Vicari (che all’epoca dei fatti aveva quattro anni), perfetto nel momento clou grazie anche a una costruzione della conferenza che riesce ad alternare alto e basso, parole e musica, persone e fatti.

E se l’ultima parte dello spettacolo appare forse meno necessaria e urgente delle precedenti, certo aiuta a stemperare la tensione della tragedia e riportare i “concittadini convenuti” ad allargare lo sguardo e in qualche modo a far riposare il cuore, per riattivare la mente seguendo il filo di quel mese di marzo in cui tutto sembra accadere. Mese in cui era morto Domenico, la cui foto sulla lapide in Darsena ha imposto a Luigi Dadina di raccontare la sua storia, la storia di una “vittima del lavoro”, al porto, nel 1947. E così finalmente, dopo 28 anni, dopo tante cerimonie sempre meno partecipate con l’andar del tempo, dopo un bel libro scritto però da un “forestiero” come Angelo Ferracuti, anche Ravenna recupera la memoria attraverso quel linguaggio teatrale qui tanto familiare (anche grazie al lavoro delle Albe, di cui Dadina fa parte) che si contamina con lo straniero, con la musica, con il rap, con la forma conferenza in una “ballata” che mette insieme generazioni diverse. Evidentemente, per riuscire ad a raccontare questa storia non c’era bisogno di nulla di meno.

Lo spettacolo è in replica il 14 novembre alle 21 e il 15 novembre alle 15.30 sul suggestivo palco del teatro Rasi. Domenica pomeriggio alle 17, allo spettacolo seguirà l’incontro su “Porto e profilo terrestre” Intervengono: Franco Farinelli, geografo, Università di Bologna, Stefano Soriani, geografo economico, Università Ca’ Foscari Venezia, Igiaba Scego, scrittrice, Mario Neve, geografo, Università di Bologna, Campus di Ravenna, Franco Masotti, musicologo, direttore artistico di Ravenna Festival. Coordina l’incontro Tahar Lamri.

La bandiera della Francia al municipio Studenti francesi in gita intonano l’inno

Pini (Lega Nord) e Ancisi (Lpr) portano fiori al consolato Ancarani (Fi): «La moschea è un ambiente da non sottovalutare»

Come gesto simbolico di vicinanza al popolo francese ferito dai tragici attentati di Parigi che hanno causato finora 128 vittime, il Comune di Ravenna ha deciso di esporre la bandiera della Francia a mezz’asta al balcone del municipio. Iniziativa adottata anche da altre amministrazioni locali tra cui Cervia. Nella mattinata di oggi il sindaco Fabrizio Matteucci aveva invitato i ravennati a radunarsi in piazza del Popolo: a chi era sotto le finestre di Palazzo Merlato si è unita anche una classe di un liceo francese in gita in città che ha intonato l’inno nazionale della Francia e scambiato alcune battute con il primo cittadino.

Nello stesso momento alcuni rappresentanti della Lega Nord, tra cui il deputato Gianluca Pini di Fusignano, e di Lista per Ravenna, tra cui il capogruppo Alvaro Ancisi, si sono incontrati davanti al consolato francese in via Oscavia. I politici hanno deposto alcuni fiori davanti al cancello e recitato una preghiera. Particolarmente significativo il testo del biglietto che accompagnava i fiori: «Un referente pensiero alle vittime di un Occidente che non ha capito», firmato Segreteria Lega Nord Romagna.

Molti gli esponenti politici locali che hanno voluto commentare i fatti parigini. Tra loro Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Non biasimo l’idea di convocare i ravennati in piazza ed ovviamente unisco a quella di tutti la solidarietà, la vicinanza e il cordoglio del gruppo consiliare Forza Italia. Ma dal sindaco mi sarei aspettato, contestualmente all’invito ai ravennati, la comunicazione circa contatti con prefetto e questore sulla situazione nella nostra città, con particolare riferimento alla moschea e agli ambienti islamici che, come i numerosi guerrigiglieri Isis partiti da Ravenna hanno purtroppo dimostrato, sono tutt’altro che ambienti da sottovalutare».

Pietro Vandini, consigliere del Movimento 5 Stelle, punta il dito su certe ambiguità che emergono nel contrasto al terrorismo: «L’Isis è la conseguenza diretta di un mix esplosivo: estremismo e alimentazione controllata. Nessuna pietà per l’estremismo. Nessuna pietà per chi continua ad alimentare il traffico delle armi come quelle che hanno sparato ieri. Forniamo armi a seconda di come ci fa comodo, li armiamo e poi vogliamo combatterli. Secondo l’ultimo rapporto dell’istituto “Archivio Disarmo” dal titolo “Armi leggere, guerre pesanti”, nel 2014 le esportazioni italiane di pistole, fucili e carabine sono state pari a 453 milioni, lievemente inferiori al 2013, ma superiori alla media del decennio».

Sono invece più aggressive le posizioni su cui si allinea Eugenio Fusignani, segretario provinciale e comunale del Pri: «Credo sia impossibile per chiunque negare che alla guerra si risponde con gli strumenti della guerra. Non per dimenticare secoli di pensiero laico ed illuminista ma per difendere la cultura e i principi che questo pensiero ha seminato in ogni angolo del mondo civile. Anche nella nostra città occorrerà innalzare i livelli di attenzione attraverso un attento monitoraggio delle zone maggiormente sensibili ed intensificando il controllo del territorio».

Non è rimasta insensibile l’Anpi, associazione nazionale dei partigiani. Il presidente provinciale, Ivano Artioli, dice: «La Francia, madre dei diritti civili e civici di tutti i paesi democratici, non va lasciata sola. Intervenga l’Unione Europea e con urgenza. La guerra alla quale ci vogliono portare i nemici della civiltà è sempre l’estrema ratio e, mentre vanno esperiti tutti i tentativi di pace senza rinunciare ai nostri principi costituzionali, vanno assicurati alla giustizia i colpevoli delle stragi: esecutori e mandanti».

L’attacco più sanguinoso, come ormai noto, è stato quello al Bataclan, un teatro dove in 1.500 assistevano al concerto del gruppo americano Eagles of Death Metal: l’assalto, gli spari, gli omicidi a sangue freddo, la presa di ostaggi, poi il blitz delle teste di cuoio. «A vedere gli Eagles of Death Metal poteva esserci ognuno di noi – commenta su Facebook Christopher Angiolini, patron del Bronson a Madonna dell’Albero –. Proprio per questo è importante dimostrare che non si vuole rinunciare per nessun motivo a quell’idea di comunità e valori condivisi che ci lega tutti quanti attraverso la musica che ci piace. Ci vediamo questa sera in tutti i club d’italia».

«Ero a cena fuori altrimenti sarei passato nel punto della sparatoria»

Il racconto di Stefano è una delle storie dei molti ravennati a Parigi Antonella: «Oggi non resto in casa, voglio continuare la mia vita»

Per turismo o per lavoro, da anni o da poche settimane: sono tante le storie di ravennati che si trovano nella Parigi colpita da una serie di attacchi terroristici che nella serata di venerdì 13 novembre hanno causato almeno 120 morti e duecento feriti. In queste ore stiamo contattando alcuni di loro raccogliendo le testimonianze di come hanno vissuto i momenti di terrore e di come stanno vivendo il giorno dopo.

Se vivi in una città con oltre due milioni di abitanti può anche succedere che le notizie sugli attentati terroristici in corso ti arrivino via sms dall’Italia. È quello che è successo a Stefano Pezzi, 30enne che da tre anni lavora come fotografo e educatore nella capitale francese: «Ero fuori per lavoro e sarei dovuto rientrare ma mi sono fermato a cena nel Marais con un’amica. Verso le 22.20 hanno iniziato a tempestarmi di sms e chiamate e ho capito che stava succedendo un macello. Ho cominciato a vedere la gente che tornava a casa preoccupata e mezzi di soccorso ovunque. Alla fine ho deciso di dormire da amici per stare al sicuro». La scelta di restare fuori a cena, col senno di poi, potrebbe avere avuto un peso non da poco: «Abito in una perpendicolare di rue De la fontaine au roi dove hanno sparato in strada, a poca distanza da rue Bichat dove c’è il Carillon, un bar che fino a poco tempo fa frequentavo spesso». Salvato da una cena fuori? «Diciamo che se non mi fossi fermato di sicuro avrei attraversato rue De la fontaine au roi nel punto in cui hanno sparato perché è di strada verso casa. Ma mi rendo conto che la cosa è stata talmente veloce che le probabilità di passarci proprio nel momento preciso sarebbero state comunque basse, ma certo che il pensiero poi l’ho avuto…». Stamattina rientrando a casa uno scenario orribile: «Ovunque c’è sangue coperto da segatura. Sono entrato in un bar e ho avuto la sensazione di un’aria di tranquillità macabra, sono tutti spaesati». Le ore drammatiche sono alle spalle ma lo stato d’animo all’indomani non è certo sereno: «Diciamo che non ho paura a girare ma provo un sentimento di disagio e ovviamente passare e vedere la terrazza di un bar dove vado a bere spesso mitragliata con sangue per terra mi angoscia pesantemente».

A cena con Stefano c’era un’altra ravennate, Antonella Garro. Si è trasferita da diversi mesi per motivi di studio: «Dal ristorante a un certo punto abbiamo sentito degli scoppi ma abbiamo pensato a fuochi d’artificio. Poi siamo andati a casa e mi ha chiamato mia madre». La risposta di Antonella ai terroristi sarà quella di non cambiare i programmi per il sabato: «Avevo deciso di andare a una mostra e così farò, spero che non l’abbiano cancellata. Ho bisogno di uscire di casa, non ce la faccio a restare dentro».

La fiera di fotografia Paris Photo ha attirato nella capitale diversi appassionati e professionisti. Silvia Bigi, titolare dello studio Lilith in via di Roma a Ravenna, è là: «Sono uscita da un concerto e gli amici francesi che mi ospitavano mi hanno telefonato per avvisarmi di cosa stava succedendo. Siamo rientrati subito e abbiamo visto tutto online». Con Silvia erano a Parigi anche Silvia Loddo dell’Osservatorio Fotografico, Valentina Venturi e Emiliano Biondelli di Nasty Nasty.

Poco prima che tutto succedesse c’era stato anche l’incontro casuale a una stazione della metro con l’assessore comunale Ouidad Bakkali. Aveva un tavolo prenotato al ristorante Le Petit Cambodge nel decimo arrondissement e prima della cena è entrata al bar Carillon di fronte per un aperitivo: i due locali sono tra gli obiettivi colpiti dai terroristi. Come già raccontato nella serata di ieri raccogliendo la sua testimonianza (vedi articoli correlati), Bakkali era al Carillon quando sono cominciati gli spari. Si è gettata a terra e ha raccontato di aver visto morire gente a poca distanza da lei.

Anna Zattoni di certo non si aspettava così le prime settimane da parigina. Si è trasferita da poco con il compagno, Roberto Pasini, web designer emigrato in Francia dopo otto anni trascorsi a Ravenna. I due erano a casa e avevano ospiti altri quattro amici ravennati trasferitisi a Parigi. Così la ravennate racconta la serata: «All’improvviso ho ricevuto mille sms ma non ho capito cosa stesse succedendo perché vivo più a sud, nel 15esimo». Poi la situazione si è fatta più chiara e stamattina aprire la finestra è stato desolante: «Mi sono affacciata ed è un deserto. Consigliano di non uscire di casa». I quattro amici hanno trascorso da loro la notte.

Attacchi a Parigi, il sindaco di Ravenna invita i cittadini in piazza del Popolo

Matteucci: «Esporremo la bandiera della Francia al municipio» In un locale colpito c’era l’assessore Bakkali: «Sto bene ma scossa»

Un ritrovo silenzioso in piazza del Popolo a Ravenna a mezzogiorno come simbolico messaggio di solidarietà alla Francia e ai francesi dopo i sette attacchi terroristici ravvicinati che nella serata del 13 novembre hanno causato almeno 120 morti e duecento feriti a Parigi: è l’invito rivolto dal sindaco Fabrizio Matteucci ai cittadini ravennati. Per l’occasione verrà esposto al balcone del municipio la bandiera della Francia.

«Invito i ravennati a scendere in piazza, ci ritroveremo sotto il municipio, senza molte parole perché in questi momenti ci sono poche parole da pronunciare», ha riassunto il primo cittadino. Che si è già messo in contatto con l’assessore Ouidad Bakkali che era in uno dei locali colpiti dagli attentatori: «Ho sentito lei e alcuni degli altri ravennati che sono a Parigi (tra loro anche il consigliere comunale Pd Fabio Sbaraglia, ndr). Sta bene ma è molto scossa, si è gettata a terra e i colpi di pistola sono arrivati sulla parete dietro di lei». Già nelle prime ore di ieri sera R&D era riuscito ad avere un commento a caldo dall’amministratrice.

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