venerdì
18 Luglio 2025

Vandali alla Ca’ Rossa: rapaci in fuga E dopo lo sfratto, il Cra ora trasloca

Caos al Centro di recupero animali selvatici di via Canale Molinetto
ma l’accordo è vicino: si trasferirà alla cooperativa La Casa

Alla mattina lo sfratto, di notte i vandali, il giorno dopo la protesta in piazza e la discussione in consiglio comunale. Due giornate decisamente intense per il Centro Recupero Avifauna Selvatica (Cra) di Ravenna che da circa 15 anni opera (ospitando e curando animali selvatici sotto sequestro o feriti, ritrovati nel territorio) nello stabile di proprietà comunale Ca’ Rossa, in via Destra Canale Molinetto, «acquisito dal Comune – come sottolinea nel question time discusso a Palazzo Merlato il Movimento 5 Stelle – grazie al lascito Zappaterra, le cui finalità erano quelle di ospitare attività senza fini di lucro destinate agli animali in difficoltà».

Dal 1991 il Comune ha concesso in uso la Ca’ Rossa alla associazione San Francesco che ne cura totalmente la gestione e la manutenzione – come ha sottolineato l’assessore competente in materia del Comune, Giovanna Piaia – e che ha deciso di allargare la propria attività di volontariato in difesa degli animali (senza fini di lucro) anche negli spazi del Cra, a cui aveva affittato un’area, da cui ora è stato per questo motivo sfrattato. Con l’ufficiale giudiziario inviato mercoledì mattina dal tribunale è stato raggiunto un accordo – come riporta il Corriere Romagna – e il Centro potrà restare alla Ca’ Rossa fino al termine del mese di febbraio. Nel frattempo, però – come riporta invece il Carlino – sarebbe già stato trovato un altro accordo con la cooperativa La Casa per il suo trasferimento negli stabili vicino al centro iperbarico, dove già è stato realizzato negli anni scorsi il dormitorio per i senzatetto.

Intanto però nella notte tra mercoledì e giovedì il centro è stato, come detto, visitato da alcuni vandali che hanno aperto e divelto tutte le gabbie e le voliere dove erano ospitati circa duecento animali, soprattutto volatili. In totale ne sarebbero rimasti un’ottantina, mentre gli altri sono fuggiti, per la disperazione dello storico gestore che ai quotidiani oggi assicura che faranno una brutta fine, essendo animali o feriti oppure non più abituati alla vita in natura. Tra gli oltre cento uccelli in fuga anche diversi rapaci tra cui gufi, civette, barbagianni e falchi.

Vandali alla Ca’ Rossa: rapaci in fuga E dopo lo sfratto, il Cra ora trasloca

Caos al Centro di recupero animali selvatici di via Canale Molinetto ma l’accordo è vicino: si trasferirà alla cooperativa La Casa

Alla mattina lo sfratto, di notte i vandali, il giorno dopo la protesta in piazza e la discussione in consiglio comunale. Due giornate decisamente intense per il Centro Recupero Avifauna Selvatica (Cra) di Ravenna che da circa 15 anni opera (ospitando e curando animali selvatici sotto sequestro o feriti, ritrovati nel territorio) nello stabile di proprietà comunale Ca’ Rossa, in via Destra Canale Molinetto, «acquisito dal Comune – come sottolinea nel question time discusso a Palazzo Merlato il Movimento 5 Stelle – grazie al lascito Zappaterra, le cui finalità erano quelle di ospitare attività senza fini di lucro destinate agli animali in difficoltà».

Dal 1991 il Comune ha concesso in uso la Ca’ Rossa alla associazione San Francesco che ne cura totalmente la gestione e la manutenzione – come ha sottolineato l’assessore competente in materia del Comune, Giovanna Piaia – e che ha deciso di allargare la propria attività di volontariato in difesa degli animali (senza fini di lucro) anche negli spazi del Cra, a cui aveva affittato un’area, da cui ora è stato per questo motivo sfrattato. Con l’ufficiale giudiziario inviato mercoledì mattina dal tribunale è stato raggiunto un accordo – come riporta il Corriere Romagna – e il Centro potrà restare alla Ca’ Rossa fino al termine del mese di febbraio. Nel frattempo, però – come riporta invece il Carlino – sarebbe già stato trovato un altro accordo con la cooperativa La Casa per il suo trasferimento negli stabili vicino al centro iperbarico, dove già è stato realizzato negli anni scorsi il dormitorio per i senzatetto.

Intanto però nella notte tra mercoledì e giovedì il centro è stato, come detto, visitato da alcuni vandali che hanno aperto e divelto tutte le gabbie e le voliere dove erano ospitati circa duecento animali, soprattutto volatili. In totale ne sarebbero rimasti un’ottantina, mentre gli altri sono fuggiti, per la disperazione dello storico gestore che ai quotidiani oggi assicura che faranno una brutta fine, essendo animali o feriti oppure non più abituati alla vita in natura. Tra gli oltre cento uccelli in fuga anche diversi rapaci tra cui gufi, civette, barbagianni e falchi.

In piazza Kennedy riapre ai veicoli il tratto di via Rasponi

A breve lavori per il marciapiede. Verrà invece chiusa via Fantuzzi

Termineranno nella mattinata di venerdì, 13 novembre, in piazza Kennedy, in centro a Ravenna, i lavori di asfaltatura nel tratto di via Rasponi compreso tra via D’Azeglio e via Fantuzzi, in fregio a palazzo Rasponi Murat, che tornerà ad essere percorribile dai veicoli autorizzati dal pomeriggio di domani in direzione via D’Azeglio.

Il ripristino della viabilità su questo tratto di via Rasponi – interrotto in giugno in occasione dell’avvio dei lavori, fungendo unicamente da collegamento pedonale – coinciderà con la chiusura di via Fantuzzi, utilizzata precedentemente come viabilità in uscita.

La prossima settimana, sempre su questo tratto, inizieranno i lavori per la realizzazione del marciapiede.

Per quanto riguarda le opere nella piazza, l’impresa Cbr prosegue la posa dei sottoservizi lungo il perimetro sotto la sorveglianza degli archeologi.

Poggiali (Setramar): «Sì, sto col Pd. Qui purtroppo centrodestra non all’altezza»

L’imprenditore prepara la lista civica a sostegno di Liverani. La Pigna
lo attacca, ma lui assicura: «Non mi faccio strumentalizzare»

Potrebbe anche essere la volta di una vittoria del centrodestra alle amministrative 2016 di Ravenna ma in quella coalizione non vorrebbe starci: «Non saprei da che parte farmi il giorno dopo la vittoria, nel centrodestra di Ravenna chi sono gli uomini che comandano e dirigono?». Ecco perché il 43enne Giovanni Poggiali, noto imprenditore del settore portuale con l’azienda di famiglia Setramar, ha scelto di schierarsi accanto al Pd
nel momento in cui ha deciso di impegnarsi in prima persona «per il futuro della città». È dei giorni scorsi, dalle pagine de Il Resto del Carlino, la notizia di una lista civica in appoggio al candidato dem Enrico Liverani: «A casa alla mia famiglia ho manifestato la mia intenzione, dovendo metterci la faccia penso che valga la pena fare il capolista. Ma al momento nulla è ancora deciso».

Non è ancora nata ma la lista civica di Poggiali attira già aspre critiche. Arrivano dalla Pigna, lista civica che aveva lanciato un appello per una grande coalizione unita di centrodestra e ora correrà da sola proponendo Maurizio Bucci, consigliere comunale ex Forza Italia, come candidato sindaco. Imprenditore contro imprenditore. Ecco l’affondo della Pigna: «Finte liste civiche che nascono non dall’iniziativa di liberi cittadini che pensano di impegnarsi per offrire soluzioni, uomini e programmi per la città, ma direttamente dalle stanze del Pd al fine di catalizzare voti che mai andrebbero a loro. La lista di Poggiali ha un duplice scopo: quella di cercare di aggregare il voto cattolico, in veloce uscita dal Pd dopo le dichiarazioni di Liverani sulla trascrizione delle nozze gay, e quello degli industriali». Poggiali respinge tutto: «Credo di non essere così ingenuo da farmi strumentalizzare. Molto più banalmente penso sia un momento in cui bisogna unire le forze e nel momento in cui ho deciso che a 43 anni ho voglia di fare qualcosa per la politica della mia città credo che, pur essendo un’area che storicamente non mi appartiene, attorno al Pd ci sia un know-how che nel centrodestra manca. E lo dico con rammarico dopo aver provato in passato a fare qualcosa in questo senso».

Non è un caso che la Pigna ricordi le passate simpatie di Poggiali per la Lega Nord. L’imprenditore del porto e della viticoltura in Toscana non ne fa mistero: «Vengo dall’autonomismo di don Sturzo, nel momento in cui si fece avanti un movimento federalista mi sono interessato». Ma oggi quella Lega non attira più Poggiali, almeno non a Ravenna: «Da fuori mi piace il consigliere comunale Paolo Guerra ma per quello che posso vedere da esterno. Il problema resta quello di prima: chi sono gli uomini del centrodestra?». E per chi ancora potrebbe stupirsi di un imprenditore che appoggia il centrosinistra, c’è una risposta precisa: «Una volta che certe posizioni marxiste o neomarxiste sono concentrate in un soggetto politico come Ravenna in Comune, per semplificare diciamo che nel Pd non mi risulta ci sia qualcuno che considera la proprietà privata come un furto».

La Pigna punge Poggiali attribuendogli una dichirazione del 2011 in cui si sarebbe definito un perfetto cattolico: «Il perfetto cattolico oggi si allea col perfetto ateo, che in caso di elezione a sindaco provvederà senza indugi alla trascrizione dei matrimoni tra omosessuali contratti all’estero». Il manager resta spiazzato: «Davvero Bucci ha scritto queste cose? Non mi sono mai definito un perfetto cattolico, sarebbe il modo migliore per dimostrare di non esserlo».

Il ministro ammira la Classense E la Oriani ci resta male…

Franceschini su Twitter: «Gioiello di efficienza e bellezza» L’altra biblioteca a rischio chiusura: «Poteva passare anche da noi»

«Gioiello di efficienza e bellezza»: così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha definito in un tweet – con una foto dell’aula magna in cui i due aspetti di biblioteca e di monumento si coniugano – la Classense di Ravenna durante la visita del 6 novembre scorso quando era in città in occasione delle cerimonie in ricordo dell’onorevole Benigno Zaccagnini. Al tweet di Franceschini ha risposto l’account ufficiale della Fondazione Oriani che gestisce l’omonima biblioteca a poca distanza dalla Classense: «Poteva passare anche alla Casa Oriani».

Lo scorso giugno il direttore della Fondazione Oriani, Alessandro Luparini, aveva lanciato un grido dall’allarme proprio da queste pagine (vedi intervista completa tra gli articoli correlati): «Se non ci sarà un’inversione di tendenza è a rischio il futuro della Fondazione Oriani e quindi della biblioteca Oriani stessa». Il tutto nasce da un bilancio di previsione per il 2015 in passivo rispetto a un conto economico di poco più di 480mila euro, in costante calo negli ultimi anni.

Franceschini ha visitato la Classense accompagnato dal sindaco Fabrizio Matteucci e dalla presidente dell’Istituzione Classense Livia Zaccagnini. Guidato dalla direttrice Claudia Giuliani ha potuto ammirare le sale recentemente restaurate della biblioteca di pubblica lettura e l’antica biblioteca Camaldolese. A tale proposito Franceschini ha sottolineato la progettualità futura del ministero nell’ambito della valorizzazione del patrimonio monumentale che caratterizza molte biblioteche italiane.

L’ultimatum del Woodstock: «Apertura fino alle 2 o chiudiamo per sempre»

Per rumore e incolumità pubblica un’ordinanza del sindaco impone la chiusura alle 23. I gestori: «70 euro di incasso a serata non bastano». Confesercenti: «Esiste un problema tanto che hanno installato telecamere»

«Se entro domani non avremo buone notizie per ampliare l’apertura del locale almeno sino e non oltre alle 2 nei giorni settimanali e alle 3 nel weekend credo che sabato chiuderemo per sempre». È il grido d’allarme in versione ultimatum lanciato dai gestori del pub Woodstock di Ravenna a cui un’ordinanza del Comune impone la chiusura alle 23 per ragioni di pubblica sicurezza e eccessivo rumore.

Lavorare fino alle 23 non consente l’afflusso di clientela necessario per garantire un incasso che mandi avandi il locale: «Non possiamo stare aperti per incassare 70 euro al giorno come ieri sera – scrivono oggi, 12 novembre, i gestori sulla propria pagina Facebook –. Spero nella saggezza del sindaco che si è reso disponibile a trovare una soluzione. Anche noi gestori abbiamo figli piccoli e siamo persone che lavoriamo onestamente 16 ore al giorno umilmente. Se non vi saranno novità saremo costretti a chiudere e a fallire non pagando più nulla. Ad oggi noi paghiamo tutto e tutti: giusto per essere chiari, facciamo a tutti lo scontrino».

L’ordinanza firmata dal sindaco Fabrizio Matteucci è in vigore dal 10 novembre ed è già arrivata la prima sanzione per una presunta infrazione delle disposizioni: la polizia municipale ha staccato un verbale da 400 euro sostenendo che alle 23.30 il locale era ancora in attività, i gestori sostengono che invece la chiusura era avvenuta all’orario prestabilito e le luci fossero accese all’interno per le pulizie di fine serata mentre alcuni clienti si era soffermati all’esterno dopo essere usciti alle 23.

Uno dei gestori ha incontrato il primo cittadino in municipio nel pomeriggio di ieri. Inviando inseguito una richiesta di modifica dei vincoli imposti nell’ordinanza spostando l’orario di chiusura dalle 23 alle 3 per venerdì e sabato e alle 2 per le altre serate. Per ottenere questi nuovi orari avanzano una serie di proposte e impegni: «Con effetto immediato, non saranno più utilizzati tavoli esterni, non saranno servite bibite all’ esterno né cibo, sarà monitorata la situazione esterna sia dal personale sia da telecamere istallate solamente all’esterno del locale, verranno allontanati clienti troppo rumorosi, il servizio di somministrazione di alimenti e bevande avverrà solamente ed unicamente all’interno. Stiamo valutando la possibilità, se sarà concessa, di un ampliamento ammesso e concesso che i condomini lo concedano, con tutti crismi di insonorizzazione ed autorizzazioni Arpa e edilizie. Faremo molta attenzione in rumori eccessivi interni ed esterni, e non saranno tollerati, il nostro intento è lavorare con studenti universitari e clientela selezionata».

Matteucci prende tempo: «Esaminerò. Soprattutto valuterò insieme alla polizia municipale e le forze dell’ordine, perché questo è il contesto dopo le decine e decine di sanzioni di questi mesi e soprattutto dopo le denunce per fatti che riguardano l’incolumità delle persone: oggetto di queste denunce non sono né i clienti, ne i vicini, né passanti occasionali».

Intanto sulla vicenda arriva il commento di Confesercenti, attraverso il presidente comunale Gianluca Gasperoni: «Bastava leggere l’ordinanza e ascoltare quanto ha dichiarato il gestore del locale. E rendersi conto che questa storia non ha niente a che vedere con le polemiche sui rumori nei locali del centro. L’ordinanza parte da segnalazioni sia da parte di attività che di residenti ed avvisa che la sicurezza urbana è compromessa; il gestore del pub riconosce che un problema esiste tanto che ha installato telecamere ed assunto un bodyguard. Questi sono i fatti e le cose avvenute».

La chimica in sciopero anche a Ravenna per «far cambiare idea a Eni»

I sindacati sulla vendita di Versalis: «In gioco c’è una parte
strategica dell’industria manifatturiera di questo paese»

Due ore di sciopero il 19 novembre, con il coinvolgimento di tutti i 900 lavoratori del gruppo. È quanto deciso dalle Rsu e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil del settore chimico, e in particolare delle società dell’Eni Versalis e Ravenna Servizi Industriali. Un’iniziativa di protesta al piano di disimpegno di Eni dalle attività industriali in Italia: «La preoccupazione verso le incertezze sul futuro e la ferma contrarietà alle strategie di Eni sono gli stati d’animo e la posizione che accomuna tutti i lavoratori e i loro rappresentanti».

Ferma è la contrariteà, in particolare, al piano di progressivo abbandono evidenziato dall’Ad Descalzi, emerso dall’incontro del 30 di ottobre con le segreterie nazionali, «dove appare molto chiaro – si legge nella nota dei sindacati – il disegno che configurerà l’Eni del futuro solo come una Oil Company internazionale con la quasi totalità delle attività e dei dipendenti rivolta all’estero».

In discussione, secondo i sindacati, «c’è l’intero sistema della Perforazione, Raffinazione, Gas e Produzione di Energia Elettrica e della Chimica, che con la conferma di concrete e reali trattative per la cessione della quota di maggioranza ad un fondo di investimento straniero, rappresenta l’operazione più controversa e preoccupante con il maggior impatto per le possibili ripercussioni occupazionali di rilevanza nazionale».

«Eni deve rimanere società di maggioranza in Versalis – continua la nota – mantenendo una sua presenza forte e capace di garantire una prospettiva occuapazionale per i suoi 5mila addetti, ma soprattutto una prospettiva industriale strategica per il paese. Per far questo è necessario che Versalis garantisca il piano di investimenti previsti su petrolchimica tradizionale e rispetti tutti gli impegni presi su chimica verde, obiettivi importanti e ambiziosi che se interrotti rischierebbero di buttare anni di ricerca e milioni di euro di investimenti».

Nel pomeriggio del 13 novembre i sindacati incontreranno le istituzioni locali per fare il punto anche in vista dell’incontro con Eni richiesto dalla Regione Emilia-Romagna previsto per il 17 novembre, dove si chiederà l’apertura di un confronto al Mise per chieder conto ad Eni su chimica ed estrazioni a livello nazionale e nel nostro territorio. Questa prima fase si apre con una grande assemblea pubblica nazionale, prevista a Roma per il 28 novembre.

«Il nostro obiettivo chiaro e determinato è di far cambiare idea ad Eni – terminano i sindacati – perché in gioco non c’è solo un’azienda chimica, ma una parte strategica dell’industria manifatturiera di questo paese ed è per questo che metteremo in atto tutte le forme di azione e di protesta utili alla difesa di questo grande patrimonio produttivo e professionale rappresentato dalla chimica italiana».

E nel nuovo video con Fedez e Mika spunta il carillon del ravennate Grassi

«Un onore essere scelto e una grande emozione, dopo 17 anni
che porto il mio spettacolo itinerante in giro per il mondo»

Il celebre spettacolo itinerante del carillon vivente dell’artista ravennate Mauro Grassi finirà nell’atteso video di Fedez e Mika, che il regista Mauro Russo ha girato ieri, mercoledì 11 novembre, a Milano.

Si tratta del video della canzone “Beautiful Disaster” della popstar britannica che vede la partecipazione appunto del rapper milanese. I due – divenuti ulteriormente famosi in questi anni anche per il loro ruolo di giudici a X Factor, la cui nona edizione è attualmente in corso su Sky – lo hanno realizzato con la collaborazione appunto anche di Grassi. Nelle foto postate sulla pagina Facebook ufficiale di Mika si nota infatti il suo inconfondibile pianoforte bianco e la ballerina del carillon vivente (vedi foto qui a fianco), la bolognese Francesca Pellegrini, storica collaboratrice di Grassi.

«Nel video – ci conferma l’artista ravennate, che è solito suonare il pianoforte in tenuta bianca settecentesca – ci sarà Francesca che balla e Mika che suona al mio posto il carillon. È stata una bella soddisfazione e mi sono emozionato ancora dopo 17 anni che porto questo spettacolo in giro per il mondo. Per me è un onore che una star internazionale come Mika e tutto il suo entourage abbiano scelto il mio spettacolo per il video della loro nuova hit in duetto con Fedez».

Il pub costretto a chiudere alle 23 multato per non aver rispettato l’ordinanza

Visita dei vigili dopo l’orario prestabilito: verbale da 400 euro
I gestori: «Era chiuso, faremo ricorso». E incontrano il sindaco

Il Woodstock è stato multato dai vigili per non aver rispettato l’ordinanza che ne impone la chiusura alle 23. Lo rivelano gli stessi gestori del locale di via Maroncelli, vicino alla stazione di Ravenna, annunciando su Facebook di voler fare ricorso. La conferma arriva poi dalla Polizia municipale di Ravenna, secondo la quale intorno alle 23.30 di martedì, primo giorno di “coprifuoco”, l’ordinanza non era rispettata. Fuori dal pub poco dopo le 23 sarebbero rimasti alcuni clienti, ma – secondo i gestori – a locale chiuso. I vigili invece hanno riscontrato irregolarità e hanno compilato un verbale da 400 euro, come previsto nell’ordinanza

Intanto gli stessi gestori hanno incontrato il sindaco Fabrizio Matteucci, che descrivono come persona intelligente, «solare, generosa e capace», con il dono «di saper ascoltare» e auspicano una soluzione positiva della vicenda entro pochi giorni. Così, con l’orario ridotto, assicurano di non poter andare avanti e di essere costretti a chiudere. Si tratta di un locale infatti che lavora soprattutto con il dopo-cena e con i ragazzi universitari, che sono soliti frequentarlo dalle 22 all’1 circa.

L’ordinanza è scaturita da un esposto dei residenti, infuriati per i rumori notturni che ne impedirebbero il riposo. A questo problema se ne aggiunge uno più grave – come ha sottolineato più volte Matteucci –, che metterebbe a rischio la «sicurezza urbana» e «l’incolumità pubblica», con episodi di risse e aggressioni che vedono coinvolti (secondo quanto scritto nel testo della stessa ordinanza) in particolare i gestori. Che però hanno smentito, annunciando querele e ritenendosi piuttosto vittime di aggressioni.

Il sindaco conferma di aver incontrato i gestori e si riserva di valutare la loro proposta, anche confrontandosi con la Municipale e i responsabili delle forze dell’ordine. «Loro si vogliono autoimporre delle regole e quindi non posso non prenderle in esame, vedremo», si limita a dire Matteucci che poi lancia un messaggio ai giovani frequentatori del locale: «Io sono con loro, sono con gli universitari, una città viva di sera è anche più bella». Ma in questo caso, come ha ribadito più volte, «c’è in ballo la sicurezza».

Ora Matteucci aspetta una sorta di protocollo firmato dai titolari del pub in cui gli stessi dovranno prendersi impegni precisi. Alcuni sono già stati annunciati: limitazione della musica interna, un buttafuori per frenare gli schiamazzi all’esterno e l’attivazione di un impianto di videosorveglianza.

Il pub costretto a chiudere alle 23 multato per non aver rispettato l’ordinanza

Visita dei vigili dopo l’orario prestabilito: verbale da 400 euro
I gestori: «Era chiuso, faremo ricorso». E incontrano il sindaco

Il Woodstock è stato multato dai vigili per non aver rispettato l’ordinanza che ne impone la chiusura alle 23. Lo rivelano gli stessi gestori del locale di via Maroncelli, vicino alla stazione di Ravenna, annunciando su Facebook di voler fare ricorso. La conferma arriva poi dalla Polizia municipale di Ravenna, secondo la quale intorno alle 23.30 di martedì, primo giorno di “coprifuoco”, l’ordinanza non era rispettata. Fuori dal pub poco dopo le 23 sarebbero rimasti alcuni clienti, ma – secondo i gestori – a locale chiuso. I vigili invece hanno riscontrato irregolarità e hanno compilato un verbale da 400 euro, come previsto nell’ordinanza

Intanto gli stessi gestori hanno incontrato il sindaco Fabrizio Matteucci, che descrivono come persona intelligente, «solare, generosa e capace», con il dono «di saper ascoltare» e auspicano una soluzione positiva della vicenda entro pochi giorni. Così, con l’orario ridotto, assicurano di non poter andare avanti e di essere costretti a chiudere. Si tratta di un locale infatti che lavora soprattutto con il dopo-cena e con i ragazzi universitari, che sono soliti frequentarlo dalle 22 all’1 circa.

L’ordinanza è scaturita da un esposto dei residenti, infuriati per i rumori notturni che ne impedirebbero il riposo. A questo problema se ne aggiunge uno più grave – come ha sottolineato più volte Matteucci –, che metterebbe a rischio la «sicurezza urbana» e «l’incolumità pubblica», con episodi di risse e aggressioni che vedono coinvolti (secondo quanto scritto nel testo della stessa ordinanza) in particolare i gestori. Che però hanno smentito, annunciando querele e ritenendosi piuttosto vittime di aggressioni.

Il sindaco conferma di aver incontrato i gestori e si riserva di valutare la loro proposta, anche confrontandosi con la Municipale e i responsabili delle forze dell’ordine. «Loro si vogliono autoimporre delle regole e quindi non posso non prenderle in esame, vedremo», si limita a dire Matteucci che poi lancia un messaggio ai giovani frequentatori del locale: «Io sono con loro, sono con gli universitari, una città viva di sera è anche più bella». Ma in questo caso, come ha ribadito più volte, «c’è in ballo la sicurezza».

Ora Matteucci aspetta una sorta di protocollo firmato dai titolari del pub in cui gli stessi dovranno prendersi impegni precisi. Alcuni sono già stati annunciati: limitazione della musica interna, un buttafuori per frenare gli schiamazzi all’esterno e l’attivazione di un impianto di videosorveglianza.

Il pub costretto a chiudere alle 23 multato per non aver rispettato l’ordinanza

Visita dei vigili dopo l’orario prestabilito: verbale da 400 euro I gestori: «Era chiuso, faremo ricorso». E incontrano il sindaco

Il Woodstock è stato multato dai vigili per non aver rispettato l’ordinanza che ne impone la chiusura alle 23. Lo rivelano gli stessi gestori del locale di via Maroncelli, vicino alla stazione di Ravenna, annunciando su Facebook di voler fare ricorso. La conferma arriva poi dalla Polizia municipale di Ravenna, secondo la quale intorno alle 23.30 di martedì, primo giorno di “coprifuoco”, l’ordinanza non era rispettata. Fuori dal pub poco dopo le 23 sarebbero rimasti alcuni clienti, ma – secondo i gestori – a locale chiuso. I vigili invece hanno riscontrato irregolarità e hanno compilato un verbale da 400 euro, come previsto nell’ordinanza

Intanto gli stessi gestori hanno incontrato il sindaco Fabrizio Matteucci, che descrivono come persona intelligente, «solare, generosa e capace», con il dono «di saper ascoltare» e auspicano una soluzione positiva della vicenda entro pochi giorni. Così, con l’orario ridotto, assicurano di non poter andare avanti e di essere costretti a chiudere. Si tratta di un locale infatti che lavora soprattutto con il dopo-cena e con i ragazzi universitari, che sono soliti frequentarlo dalle 22 all’1 circa.

L’ordinanza è scaturita da un esposto dei residenti, infuriati per i rumori notturni che ne impedirebbero il riposo. A questo problema se ne aggiunge uno più grave – come ha sottolineato più volte Matteucci –, che metterebbe a rischio la «sicurezza urbana» e «l’incolumità pubblica», con episodi di risse e aggressioni che vedono coinvolti (secondo quanto scritto nel testo della stessa ordinanza) in particolare i gestori. Che però hanno smentito, annunciando querele e ritenendosi piuttosto vittime di aggressioni.

Il sindaco conferma di aver incontrato i gestori e si riserva di valutare la loro proposta, anche confrontandosi con la Municipale e i responsabili delle forze dell’ordine. «Loro si vogliono autoimporre delle regole e quindi non posso non prenderle in esame, vedremo», si limita a dire Matteucci che poi lancia un messaggio ai giovani frequentatori del locale: «Io sono con loro, sono con gli universitari, una città viva di sera è anche più bella». Ma in questo caso, come ha ribadito più volte, «c’è in ballo la sicurezza».

Ora Matteucci aspetta una sorta di protocollo firmato dai titolari del pub in cui gli stessi dovranno prendersi impegni precisi. Alcuni sono già stati annunciati: limitazione della musica interna, un buttafuori per frenare gli schiamazzi all’esterno e l’attivazione di un impianto di videosorveglianza.

Il video di Ravenna e del suo Festival che sta facendo il giro del mondo

Presentato ufficialmente “DayDreaming”, visto su Youtube già oltre
7mila volte, una volta su quattro dall’estero. I prossimi appuntamenti

Ha già oltre 7mila visualizzazioni il video del Ravenna Festival presentato in anteprima a Londra nell’evento promosso dalla Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Apt Servizi e Enit, per presentare Ravenna e il suo Festival come meta di turismo culturale.

Il video (visibile qui in fondo all’articolo) commissionato dal Festival (progetto creativo di Mikaela Bandini per Can’t Forget Italy, diretto da Alberto Gelpi con la collaborazione di Richard Davies e la musica “DayDream” di Giovanni Sollima) sceglie di narrare Ravenna partendo dal mare, risalendo il porto canale fino a riemergere nel cuore del centro storico, librandosi sulla zona dantesca e San Vitale, riscoprendo i tesori della città dai mosaici agli spettacoli del Festival, dalla gastronomia ai volti dei suoi abitanti. “DayDreaming Ravenna” in pochi giorni ha fatto il giro del mondo e il 25 per cento delle oltre 7mila visualizzazioni arriva da paesi esteri per una speciale classifica che ai primi posti vede il Regno Unito, seguito da Stati Uniti, Canada, Spagna, Francia, Svezia, Paesi Bassi, Australia, Giappone, Thailandia, Argentina, Brasile…

«Il Festival è un treno ad alta velocità che corre per tutti e con tutti – dichiara la presidente Cristina Mazzavillani Muti –. Questa è la massima che ci accompagna dalla prima edizione». Una riflessione condivisa anche dal Sindaco Fabrizio Matteucci commentando il video presentato in questi giorni nel corso di una conferenza stampa: «Il Ravenna Festival è volato a Londra per promuoversi e per promuovere la nostra città. Cultura e patrimonio artistico sono due dei tratti fondamentali di Ravenna e della nostra offerta turistica. Oltre al mare abbiamo un mare di eccellenze, come appunto il Festival, i nostri preziosi monumenti, i mille fiori della nostra cultura, le nostre tradizioni eno-gastronomiche, le oasi ambientali uniche. Il cuore di questa promozione è il bellissimo video che proiettiamo oggi, una perfetta sintesi dei tesori di Ravenna. Ringrazio il Festival, la sua Presidente Cristina Muti, che ancora una volta ha voluto sottolineare il legame forte che c’è fra il Festival e la città, facendoci questo bellissimo regalo. Ringrazio la Regione Emilia Romagna e in particolare l’Assessore Andrea Corsini».

«Ma il video e la presentazione di Londra sono solo il primo passo – aggiunge il Sovrintendente del Festival Antonio De Rosa – di un intenso piano di collaborazione pluriennale con Regione e APT che mira a valorizzare, rilanciandolo, il potenziale attrattivo della città e del Festival come meta di turismo culturale a livello internazionale». Il prossimo appuntamento è fissato per 10, 11 e 12 dicembre quando Ravenna e la Trilogia d’Autunno del Festival dedicata a Puccini saranno al centro dell’eductour che porterà in città 25 tra operatori e giornalisti europei specializzati in turismo culturale. A loro sarà offerto un programma dedicato di visite esclusive alla città ed ai suoi monumenti, la partecipazione agli spettacoli della Trilogia e la presentazione del programma 2016 di Ravenna Festival. «Un’edizione della manifestazione che vuole celebrare con un’importante novità la speciale relazione del Festival con la città e con i suoi monumenti più importanti, di cui ben otto patrimonio Unesco – sottolinea ancora De Rosa –. Dal 13 maggio al 10 luglio infatti un doppio appuntamento scandirà quotidianamente le giornate del Festival nei due luoghi che sono meta imprescindibile di ogni visita alla città: la tomba di Dante, al centro della zona del silenzio, che ogni mattina ospiterà un momento di spettacolo ispirato al grande poeta, e la Basilica di San Vitale, nella quale ogni pomeriggio si rinnoverà l’appuntamento musicale con i Vespri».

Le prossime tappe saranno la presentazione del 28 gennaio all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, la partecipazione alla Bit in febbraio e l’evento organizzato all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo in marzo.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi