Due ore di sciopero il 19 novembre, con il coinvolgimento di tutti i 900 lavoratori del gruppo. È quanto deciso dalle Rsu e le segreterie di Cgil, Cisl e Uil del settore chimico, e in particolare delle società dell’Eni Versalis e Ravenna Servizi Industriali. Un’iniziativa di protesta al piano di disimpegno di Eni dalle attività industriali in Italia: «La preoccupazione verso le incertezze sul futuro e la ferma contrarietà alle strategie di Eni sono gli stati d’animo e la posizione che accomuna tutti i lavoratori e i loro rappresentanti».
Ferma è la contrariteà, in particolare, al piano di progressivo abbandono evidenziato dall’Ad Descalzi, emerso dall’incontro del 30 di ottobre con le segreterie nazionali, «dove appare molto chiaro – si legge nella nota dei sindacati – il disegno che configurerà l’Eni del futuro solo come una Oil Company internazionale con la quasi totalità delle attività e dei dipendenti rivolta all’estero».
In discussione, secondo i sindacati, «c’è l’intero sistema della Perforazione, Raffinazione, Gas e Produzione di Energia Elettrica e della Chimica, che con la conferma di concrete e reali trattative per la cessione della quota di maggioranza ad un fondo di investimento straniero, rappresenta l’operazione più controversa e preoccupante con il maggior impatto per le possibili ripercussioni occupazionali di rilevanza nazionale».
«Eni deve rimanere società di maggioranza in Versalis – continua la nota – mantenendo una sua presenza forte e capace di garantire una prospettiva occuapazionale per i suoi 5mila addetti, ma soprattutto una prospettiva industriale strategica per il paese. Per far questo è necessario che Versalis garantisca il piano di investimenti previsti su petrolchimica tradizionale e rispetti tutti gli impegni presi su chimica verde, obiettivi importanti e ambiziosi che se interrotti rischierebbero di buttare anni di ricerca e milioni di euro di investimenti».
Nel pomeriggio del 13 novembre i sindacati incontreranno le istituzioni locali per fare il punto anche in vista dell’incontro con Eni richiesto dalla Regione Emilia-Romagna previsto per il 17 novembre, dove si chiederà l’apertura di un confronto al Mise per chieder conto ad Eni su chimica ed estrazioni a livello nazionale e nel nostro territorio. Questa prima fase si apre con una grande assemblea pubblica nazionale, prevista a Roma per il 28 novembre.
«Il nostro obiettivo chiaro e determinato è di far cambiare idea ad Eni – terminano i sindacati – perché in gioco non c’è solo un’azienda chimica, ma una parte strategica dell’industria manifatturiera di questo paese ed è per questo che metteremo in atto tutte le forme di azione e di protesta utili alla difesa di questo grande patrimonio produttivo e professionale rappresentato dalla chimica italiana».