mercoledì
10 Settembre 2025

Morto schiacciato da un escavatore, stava lavorando in nero. Indagati i titolari

La procura ha notificato due avvisi di chiusura inchiesta per omicidio colposo in cooperazione per il decesso del 41enne Luca Ferretti

Luca Ferretti
Luca Ferretti

Quello che poteva sembrare in prima battuta un incidente in un piazzale di una ditta di una persona di passaggio, durante le indagini si è trasformato in un infortunio mortale sul lavoro di un operaio che da mesi lavorava là dentro in nero.

Per il decesso del 41enne Luca Ferretti avvenuto il 28 aprile 2023 a Faenza, la Procura ha di recente notificato due avvisi di chiusura inchiesta per omicidio colposo in cooperazione.

Sotto accusa ci sono il titolare della ditta e datore di lavoro del defunto, un 61enne che noleggia macchine da lavoro, e il titolare 57enne della società di costruzioni che aveva noleggiato il mini-escavatore fatalmente collassato addosso al 41enne.

Secondo quanto ricostruito grazie alla indagini della polizia del locale Commissariato e della medicina del Lavoro dell’Ausl Romagna, coordinate dal Pm Stefano Stargiotti, il 41enne, che per l’accusa dal gennaio 2023 lavorava là dentro senza regolare contratto, in quel pomeriggio di un anno fa – come riportato dal Resto del Carlino – si apprestava a scaricare il mini-escavatore restituito dalla società di costruzioni al termine del periodo di noleggio.

E così aveva sistemato due rampe in metallo e si era posizionato alla guida del mezzo da scaricare. La struttura si era però rivelata improvvisamente instabile: il 41enne si era allora lanciato fuori dall’abitacolo del mini-escavatore ma il mezzo gli era caduto addosso provocandogli un trauma cranico mortale.

Secondo l’accusa, entrambi gli indagati avevano violato le normative di prevenzione degli infortuni: il datore di lavoro di fatto, per non avere stilato l’apposito documento sui rischi e per non avere formato il lavoratore su quelle manovre specifiche. E il titolare dell’impresa di costruzioni, per avere fornito un autocarro del tutto inidoneo a trasportare e scaricare un mini-escavatore. (fonte Ansa.it)

Due indagati per violenza sessuale di gruppo ai danni di una turista americana

I fatti risalirebbero al 25 agosto, dopo una festa in spiaggia a Punta Marina

Violenza Sessuale Aggravata
Foto di repertorio

Due ravennati poco più che ventenni sono stati indagati per violenza sessuale di gruppo nell’ambito dell’inchiesta sulla studentessa americana di 19 anni che sarebbe stata violentata la notte del 25 agosto scorso, una domenica, a Ravenna.

La decisione della Procura è arrivata alla luce delle consulenze tecniche avviate – come riportato dal Resto del Carlino – per capire se sulla ragazza fosse stata usata la cosiddetta “droga dello stupro”. I due sospettati sono difesi dagli avvocati Giovanni Scudellari e Maria Teresa Rizzo.

La vicenda era maturata nel corso di una festa in uno stabilimento balneare a Punta Marina Terme; il contestato abuso era stato collocato in città a Ravenna. La ragazza si era prima confidata con la padrona di casa e poi aveva chiamato i suoi genitori in America. Su loro consiglio, il lunedì notte era andata in ospedale a farsi visitare. E poi era ripartita subito per gli Stati Uniti. La giovane è tutelata dall’avvocato Angelo Stirone. Le indagini dei carabinieri dell’Investigativo sono coordinate dal Pm Lucrezia Ciriello. (fonte Ansa.it)

Il Ravenna torna a vincere nel derby di Imola. Domenica big-match con il Piacenza

Dopo due sconfitte consecutive i giallorossi risalgono la classifica del girone D di serie D

tifosi ravenna fc imolese
I tifosi del Ravenna a Imola

Dopo due sconfitte consecutive, il Ravenna vince 1-0 in trasferta (gol di Onofri) un già fondamentale derby contro l’Imolese (sospinto da quasi 400 tifosi) e risale la classifica nel girone D del campionato nazionale di calcio di serie D.

Dopo sei giornate ora i giallorossi sono a 9 punti, a 9 di distanza dalla capolista, il sorprendente Tau Altopascio che è ancora a punteggio pieno. Domenica prossima al Benelli un altro snodo di importanza assoluta contro il Piacenza (terzo in classifica a quota 11) per una sfida tra le due squadre che questa estate erano date come grandi favorite per la promozione (in serie C va solo la prima in classifica, come noto).

 

Il ballerino di 15 anni scelto dalla Scala di Milano: «Un sogno che si realizza»

Il ravennate Federico Depasquale è uno dei due ammessi quest’anno all’accademia del prestigioso teatro: «La danza è una passione con cui si nasce. Alle medie venivo ritenuto debole dai miei coetanei…»

Una vita dedicata alla danza, che l’ha portato a soli 15 anni a lasciare Ravenna, la sua famiglia, i suoi amici e i compagni del liceo scientifico-sportivo per trasferirsi a Milano e inseguire il sogno di diventare ballerino classico.

Federico Depasquale, classe 2009, è uno dei due candidati ammessi quest’anno al quinto corso dell’Accademia Teatro La Scala di Milano. Il suo percorso inizia a tre anni e mezzo, con le lezioni di ginnastica artistica all’Edera di Ravenna. A sei si avvicina al mondo della danza classica, ottenendo un notevole riscontro dagli insegnanti. Da lì 7 anni di formazione alla Cecchetti Academy («una scuola che mi ha formato molto, nella danza contemporanea come nella vita, ma che ho sentito il bisogno di lasciare per una formazione ancora più specifica») e l’inizio degli studi al Laboratorio Danza e Teatro di Heidi Pasini di Longiano: «Una scelta impegnativa, che mi ha portato a dividermi per un anno tra gli studi all’Oriani e le lezioni nel Cesenate», ma che ha ripagato con l’ammissione ad alcune delle più prestigiose accademie a livello europeo, come l’European School Of Ballet di Amsterdam e la John Crank Schule di Stoccarda. Quella di scegliere l’accademia milanese però è stata «una decisione semplice e istintiva: la Scala è un sogno fin dall’infanzia, il simbolo del balletto in Italia».

Oggi Federico si divide tra la vita in convitto, gli intensi allenamenti in accademia e le lezioni al liceo coreutico. La sua vita non assomiglia a quella dei suoi coetanei, ma ci racconta che non avrebbe potuto essere diversamente: «Uno con la voglia di ballare ci nasce, è un modo di esprimersi, diventa inevitabile e necessario seguire questa passione».

Come si svolge una tua giornata tipo a Milano?
«Sveglia alle 6.45, doccia e via in accademia, a piedi o in bus. Alle 9.30 iniziano le lezioni di danza, dai due ai quattro corsi al giorno divisi tra classico, contemporaneo e preparazione atletica. Io però cerco di arrivare sempre qualche ora prima, per iniziare il riscaldamento e fare qualche esercizio mirato: credo che il successo nella danza non si raggiunga solo con le ore trascorse in palestra con il maestro, ma con tutto quello che c’è dietro. Al termine dell’allenamento pranzo in accademia, o in convitto, faccio un’altra doccia e mi preparo per le lezioni del liceo: quattro ore al giorno a partire dalle 16.15. La cena è sempre in convitto, seguita dai compiti e da una notte di riposo in vista della nuova giornata».

Una routine impegnativa. Come vivi la differenza tra la tua quotidianità e quella dei tuoi coetanei?
«È la vita del ballerino. Sapevo a cosa sarei andato incontro, l’avevo già capito durante l’anno trascorso su e giù tra Ravenna e Longiano. Il confronto con le abitudini dei miei coetanei è inevitabile, soprattutto attraverso i social. Vedo i miei amici proseguire con le loro vite a Ravenna, frequentare i posti di sempre, dove ci si conosce tutti, e passare tanto tempo in famiglia. A Milano non è così semplice fare nuove amicizie, un po’ per la routine serrata, un po’ per le dimensioni della città… Anche il liceo scientifico mi manca, ero abituato a studiare molto duramente, mentre il liceo coreutico presenta un programma più leggero per dare modo agli studenti di concentrarsi sulla danza».

E il distacco dalla famiglia invece si fa sentire?
«Mi mancano, indubbiamente. Mi manca l’odore di casa e cucinare insieme alla mia mamma, ma mi reputo fortunato ad aver lasciato i miei genitori così tardi. Ci sono ballerini che entrano in accademia molto prima, portando l’intera famiglia a trasferirsi, se c’è la possibilità, o affrontando un distacco davvero prematuro. Il convitto è sicuramente la parte più dura: il primo giorno il rettore ci ha detto che da una parte c’è San Vittore, dall’altra un hotel, e il convitto è nel mezzo… e per certi aspetti sembra proprio così!».

La scelta di una disciplina poco consueta nel mondo maschile ha mai portato a episodi di bullismo o emarginazione da parte dei tuoi coetanei?
«Si, soprattutto alle medie. Alle elementari eravamo piccoli, e si dava poco peso a queste cose. Alle medie invece venivo sempre escluso dai gruppi maschili per via della danza. Anche durante le lezioni di educazione fisica ero sempre l’ultimo ad essere messo in squadra dai compagni, perché ritenuto “debole”, eppure risultavo più bravo e allenato di altri ragazzi scelti per primi. Credo che Ravenna sia una città molto prevenuta sull’argomento e, purtroppo, anche su molti altri».

C’è qualche icona della danza che ti ha ispirato durante il tuo percorso?
«Sicurmente Michail Baryšnikov. Un ballerino che fisicamente non è perfetto, ma che compensa con la sua grande espressività. Il suo modo di danzare trasmette emozioni intense e me l’ha fatto adorare fin dal primo momento».

Guardando al futuro, quali sono i tuoi progetti?
«Quello della danza è un mondo in cui è impossibile fare progetti a lungo termine. L’Accademia della Scala dura 8 anni, io ho passato le selezioni per entrare al quinto anno di corso, e ne ho davanti altri quattro. Non è detto però che riesca ad accedervi! Alla fine di ogni anno ci sono selezioni molto dure che ti permettono di passare al corso successivo. In caso di fallimento però non si ripete l’anno, ma si torna a casa. La danza non è per tutti, è una dinamica che va oltre al semplice impegno: il paragone che mi riesce più facile è quello con la scuola, dove con tanto studio e dedizione i risultati arrivano con certezza. La danza richiede passione e sacrificio, ma se il tuo fisico non risponde o non riesce a superare certi limiti non puoi progredire, e questo non dipende da te. Lavoriamo ogni giorno per superare le nostre debolezze fisiche, con screening, sedute di fisioterapia mirate e esercizi appositi».

Un sogno nel cassetto però ci sarà…
«Uscire dalla Scala per ballare in tre teatri: l’Opèra di Parigi, la Royal Opera House di Londra e il Teatro Bol’šoj di Mosca. Ovviamente disapprovo la guerra russa, ma credo sia impossibile per un ballerino classico non sognare quel palco. Le compagnie che si esibiscono in questi teatri sono composte da una ventina di ballerini al massimo, i migliori del mondo. È un sogno ambizioso, ma continuerò ad impegnarmi per provare a renderlo reale».

Gatti da tutta Europa per due giorni alla mostra felina del Pala De André

451
Un esemplare Maine Coon

Il 19 e il 20 ottobre (dalle 10 alle 18.30) al Pala De André di Ravenna si terrà la mostra internazionale felina con tantissimi gatti da tutta Europa di razze pregiate.

Si terranno i Campionati Internazionali ed Europei di bellezza. Tutti i gatti saranno esposti al pubblico e i migliori saranno fatti sfilare in passerella (dalle 17 di entrambi i giorni). Premiazioni con coppe, coccarde e croccantini.

Nelle due giornate saranno presenti: Persiani, esotici, Sacri di Birmania, Rag Doll, Turkish Van, Bengal, British, Burmilla, Burmese, Certosino, Kurilean, Egyptian Mau, American Curl, Maine Coon (nella foto), Neva Masquerade, Siberiani, Abissini , Cornish Rex, Devon Rex, Blu di Russia, Sphinx, Thai, Siamesi, Orientali, Gatti di casa.

All’interno anche diversi stand per fare shopping, con accessori tecnici, o per una corretta alimentazione, giochi e accessori per i gatti e per la casa. Sarà operativo il bar con tavola calda per il pranzo.

In tanti in centro a Ravenna per la Notte d’oro – FOTO

Il clou in piazza con Giacobazzi, ma tutti in fila anche al museo

Successo a Ravenna per la Notte d’oro, con migliaia di persone che si sono riversate in centro storico già dal pomeriggio di ieri, sabato 12 ottobre. Il clou è stato lo spettacolo comico di Giacobazzi in piazza (accompagnato da iMasa) ma sono stati presi d’assalto anche i locali e le iniziative culturali tra monumenti, musei (lunghe file si sono registrate al Mar nella giornata di apertura della mostra sul mosaico) e palazzi storici.

«Una serata magica», l’ha definita il sindaco Michele de Pascale, pubblicando sui social una foto in compagnia proprio di Giacobazzi.

Le fotografie della serata sono di Massimo Argnani.

Il 41enne morto nel tamponamento su via Sant’Alberto lascia due figlie piccole

La vittima dell’incidente a Sant’Antonio era l’operaio di 41 anni Marco Capozza

Marco Capozza

Si chiamava Marco Capozza il 41enne morto nella giornata di ieri (sabato 12 ottobre) in un tamponamento avvenuto lungo via Sant’Alberto, tra l’omonima località e Ravenna, all’altezza di Sant’Antonio. Si tratta di uno dei tre incidenti mortali (qui il terzo) registrati nel corso di un pomeriggio nero per le strade del Ravennate.

Capozza – originario del Salento – era un operaio della Marcegaglia e abitava con la famiglia a Sant’Alberto. Lascia la moglie e due figlie di 9 e 4 anni.

Un lavoro come alternativa al carcere: «Nessun pregiudizio dalle imprese»

Il progetto ha visto la partecipazione di 61 persone e altrettante saranno prese in carico nel 2025

Group Of Volunteers Joining Hands Together Outdoors On Sunny Day
Group of volunteers joining hands together outdoors on sunny day

A Ravenna è entrato nella fase operativa Territori per il reinserimento, il progetto biennale che supporta il reinserimento nella società delle persone che si trovano in esecuzione penale esterna o in misura alternativa alla detenzione.

Il progetto è finanziato da Cassa Ammende e dalla Regione Emilia-Romagna e sul territorio ravennate è gestito dal Comune e dal Consorzio Solco Ravenna, con la partnership del Consorzio Fare Comunità, dell’associazione Farsi Prossimo Odv e dell’ente di formazione Cefal.

«Obiettivo di questo progetto è creare opportunità sociali e lavorative per le persone che possono godere di misure alternative alla detenzione – spiega il coordinatore del progetto Massimo Caroli, del Consorzio Fare Comunità -. Con la stessa rete di soggetti avevamo già gestito il medesimo progetto nel biennio precedente, con risultati al di sopra degli obiettivi: il numero di beneficiari previsto era di 43 persone, siamo riusciti a prenderne in carico 61. Ciò che ci ha permesso di raggiungere questo risultato è stata la capacità di mettere in rete soggetti diversi, più di quelli previsti dal progetto, e presenti non solo nel comune di Ravenna, ma in tutta la provincia. Sono stati coinvolti infatti anche i servizi sociali della Unioni dei Comuni della Bassa Romagna e della Romagna faentina e i servizi specialistici dell’Ausl, Dsm e Serd».

Il progetto consiste nel costruire, per ogni persona segnalata dai servizi di riferimento (Ufficio per l’esecuzione penale esterna – Uepe, uffici di servizio sociale per minorenni – Ussm, Istituti penitenziari – Ip), un progetto personalizzato che preveda: valutazione delle competenze individuali; progettazione di percorsi individualizzati di orientamento; formazione; inserimento lavorativo; attività formative, culturali e di socializzazione; percorsi per il raggiungimento di un’autonomia abitativa quando necessario. La costruzione del piano personalizzato viene fatta dall’equipe di lavoro del progetto composta da professionalità provenienti da tutti i soggetti e gli enti coinvolti nell’iniziativa.

Con la collaborazione delle cooperative sociali di Solco Ravenna e delle imprese del territorio, nello scorso biennio il 76% delle persone prese in carico ha trovato un lavoro con un contratto a tempo determinato, il 15% con un contratto a tempo indeterminato.

«I risultati raggiunti col primo progetto sono la prova di come di fronte a situazioni complesse bisogna rispondere mettendo in rete più soggetti, con tavoli di lavoro operativi e non generici e alzando lo sguardo oltre al proprio operato – continua Caroli -. Essere riusciti a coinvolgere i servizi sociali di comuni diversi, le imprese e le opportunità di territori diversi ci ha permesso di avere uno sguardo più ampio sulle possibilità presenti sul territorio. Un altro aspetto molto importante da sottolineare è che, quando siamo partiti, dai servizi penitenziari c’era preoccupazione. Si pensava che le persone prese in carico non sarebbero state accettate dalle imprese, nel mondo del lavoro, per pregiudizio. Noi non abbiamo avvertito niente del genere, da nessuna impresa coinvolta. Il bisogno di occupazione è forte e gli aspetti che vengono valutati dalle imprese riguardano le competenze, non il vissuto della persona. È un segnale positivo che va colto e su cui lavorare».

Il progetto avviato quest’anno ha l’obiettivo di prendere in carico almeno 61 persone in tutta la provincia di Ravenna. Le prime segnalazioni sui partecipanti sono arrivate e l’equipe di lavoro sta predisponendo i piani personalizzati e il lavoro di rete per creare opportunità di formazione, orientamento, lavoro e socializzazione, per poter avviare con l’inizio del 2025 i primi inserimenti presso le imprese individuate.

Tampona un’auto sulla Naviglio: muore motociclista. È la terza vittima in un giorno

Scontro fatale per un 40enne

Un motociclista di 40 anni è morto in un incidente lungo la “Naviglio”, alle porte di Bagnacavallo. Si tratta del terzo sinistro mortale avvenuto nello stesso pomeriggio sulle strade della provincia di Ravenna dopo quelli di Sant’Alberto e Glorie di Mezzano.

Il terzo incidente è avvenuto attorno alle 18.30: per cause in corso di accertamento da parte della polizia locale della Bassa Romagna, il motociclista avrebbe tamponato un’auto, finendo poi nella corsia opposto dove si sarebbe scontrato con un’altra auto, con a bordo una famiglia.

Violentissimo l’impatto. I sanitari del 118, giunti sul posto, hanno tentato di rianimare l’uomo per diversi minuti, invano. Via Naviglio è rimasta chiusa, con i conseguenti disagi al traffico.

La vittima si chiamava Ahmed Mazouzi, di origini marocchine, faceva il meccanico e abitava a Fusignano.

Le foto sono di Massimo Argnani.

Due incidenti mortali in neanche due ore: vittime un 41enne e una 80enne – FOTO

Tamponamento a catena a Sant’Antonio e frontale sulla Reale, all’altezza di Glorie

Due morti nel giro di poche ore in altrettanti incidenti avvenuti nelle strade del territorio comunale di Ravenna nel pomeriggio di oggi (sabato 12 ottobre).

Il primo si è verificato poco dopo le 14 a Sant’Antonio, dove un 41enne (Marco Capozza) ha avuto la peggio (dopo i primi soccorsi sul posto è morto una volta arrivato al Bufalini di Cesena) in un tamponamento che ha visto più mezzi coinvolti, tra cui un carro attrezzi e un furgone. Stando alle prime informazioni, l’uomo stava rientrando dopo il lavoro a Sant’Alberto, dove viveva con due figli. L’uomo era alla guida di una Ford finita nel fosso per gli sviluppi del tamponamento, lungo via Sant’Alberto, all’altezza dell’incrocio con via Alberete.

Il secondo è invece un frontale avvenuto verso le 16 sulla “Reale”, tra Mezzano e Alfonsine, all’altezza dell’incrocio con via Folicaldi, a Glorie. La statale è stata chiusa, con conseguenti gravi disagi anche sul traffico. Qui ad avere la peggio è stata una 80enne, morta sul colpo. Si chiamava Giovanna Graziani e abitava ad Alfonsine. Niente di grave invece per le due persone a bordo dell’altra auto.

Una 22enne ravennate tra i protagonisti della serie sugli 883

Ludovica Barbarito: «Mio padre ha cantato Come mai a mia mamma il giorno del loro matrimonio»

Tra i protagonisti dell’attesa serie di Sydney Sibilia sulla storia degli 883, che ha debuttato nei giorni scorsi su Sky (e in streaming su Now) c’è anche la 22enne ravennate Ludovica Barbarito, attrice emersa dalla locale Accademia Tam.

Barbarito interpreta il personaggio di Silvia, l’unico completamente inventato della serie, che mescola infatti diverse suggestioni femminili di cui parla nel suo libro Max Pezzali.

La serie di Sibilia (che l’ha anche co-diretta insieme a Alice Filippi e Francesco Ebbasta) si intitola Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, ed è composta da 8 episodi che usciranno a coppie di due, per quattro settimane (i primi sono appunto usciti l’11 ottobre), ogni venerdì.

In un’intervista concessa a Vogue, Barbarito ha dichiarato di aver sentito subito in comune con il proprio personaggio l’idea soffocante della provincia (la serie è ambientata a Pavia) «essendo io nata e cresciuta a Ravenna».

«Gli 883, sono nel mio cuore da sempre», ha dichiarato l’attrice a Vogue, rivelando inoltre: «Mio padre ha cantato Come mai a mia mamma il giorno del loro matrimonio e da quando io e mia sorella siamo nate ha iniziato a cantarcela e a farcela ascoltare in continuazione. Da sempre è una delle canzoni più in grado di emozionarmi, e che ovviamente ha dato il via alla scoperta di tutte le altre canzoni di Max Pezzali e degli 883, che fieramente posso dire di conoscere a memoria e di amare alla follia».

Disabilità, un innovativo progetto per favorire autonomia e inclusione

Piani personalizzati, abitazioni accessibili e opportunità lavorative per dodici persone selezionate da servizi sociali e Ausl

AAD1

L’Unione della Romagna Faentina, in collaborazione con l’Asp, ha annunciato un nuovo progetto, primo in provincia, volto a promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Il progetto si concentrerà sulle seguenti tre aree chiave.

  • Piani personalizzati: ogni persona con disabilità riceverà un piano di supporto su misura, definito insieme a un team di professionisti, per raggiungere obiettivi speci ci nel campo dell’abitazione e del lavoro.
  • Abitazioni accessibili: saranno messe a disposizioni due abitazioni, all’interno del condominio di via Fornarina 10, personalizzate e dotate di tecnologie assistive per permettere alle persone con disabilità di vivere in modo più autonomo e indipendente.
  • Opportunità lavorative: grazie ai percorsi di formazione e all’utilizzo di strumenti digitali, le persone con disabilità potranno acquisire le competenze necessarie per accedere al mondo del lavoro e svolgere attività lavorative anche da remoto. L’iniziativa coinvolgerà diverse figure professionali, tra cui assistenti sociali, medici, psicologi ed educatori, per garantire un supporto completo e personalizzato.

Inoltre, verrà data grande importanza al coinvolgimento diretto delle persone con disabilità nella definizione e nel monitoraggio del proprio percorso.

Il progetto della durata di tre anni prevede il coinvolgimento di 12 persone con disabilità selezionate dal servizio sociale e dall’Ausl che, in virtù del proprio progetto personalizzato, saranno avviate al percorso di autonomia abitativa nel gruppo appartamento costituito e al percorso di avviamento al lavoro.

L’iniziativa è stata finanziata anche attraverso i fondi del Pnrr, in particolare nell’ambito della missione che comprende l’inclusione e comprende anche la riqualificazione di due appartamenti in via Cavour, nel complesso che oggi ospita il Rione Verde che saranno pronti entro gennaio.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi