L’ex legale rappresentate della cooperativa Deltambiente di Ravenna, il 69enne Renato Baldassarri di Bagnacavallo, ha patteggiato un anno e dieci mesi in tribunale per omicidio colposo aggravato (pena sospesa) per la morte di un dipendente, l’operaio 44enne Pierantonio Ferraresi di Comacchio deceduto nel 2022 mentre potava i pini del verde pubblico del Comune di Cervia. La notizia è riportata dai quotidiani locali, Resto del Carlino e Corriere Romagna, nell’edizione del 12 dicembre.
La stessa coop, sotto contratto con il Comune per la gestione del verde, è stata invece rinviata a giudizio e affronterà il processo a dibattimento per l’illecito amministrativo previsto da una legge del 2001 proprio in ragione della contestazione di omicidio colposo mossa all’allora presidente del suo Cda.
L’infortunio mortale avvenne nella tarda mattinata del 18 febbraio 2022 in via Capua a Cervia: il 44enne era al lavoro su una piattaforma sospesa quando il braccio della gru si spezzò facendolo precipitare da un’altezza di 8-10 metri a una velocità di 50 km orari.
Secondo quanto contestato sulla base delle verifiche coordinate dalla procura, l’ex presidente di Deltambiente avrebbe omesso la manutenzione della piattaforma aerea costruita nel 2007, sulla quale lavorava il giardiniere al momento dell’incidente, per negligenza e in violazione alla specifica norma del 2008: in questo modo avrebbe impedito alla macchina di operare in maniera conforme al progetto di costruzione. Insomma, la tragedia si sarebbe potuta evitare perché causata da manutenzioni inesistenti e preceduta da segnalazioni e confidenze fatte dalla stessa vittima.
Sulle condizioni di scarsa manutenzione del mezzo, Ferraresi aveva avuto un’animata discussione con il datore di lavoro nelle settimane precedenti e un mese e mezzo prima di morire, il 44enne aveva inviato alla moglie un messaggio vocale nel quale denunciava le condizioni precarie del macchinario con cui lavorava.
Le indagini hanno rivelato che la documentazione di manutenzione si fermava al 2016, fatta eccezione per due fatture relative a interventi del 2021. Nonostante ciò, il macchinario presentava un gravissimo stato di usura. Secondo il consulente tecnico incaricato dalla procura, tali condizioni richiedevano almeno due anni per arrivare a quel livello di degrado. Scarsa manutenzione era emersa anche dalle verifiche su altre piattaforme di Deltambiente.
Nella misura cautelare del divieto di esercitare l’attività professionale per otto mesi emessa a suo tempo a carico dell’ex presidente, la giudice per le indagini preliminari aveva accennato a «macroscopici profili di colpa specifica» legati a un «gravissimo stato di incuria» alimentato da crepe, saldature eseguite in modo scorretto e spesso arrugginite.