I carabinieri sono riusciti a risalire alla reale identità di un 27enne, con precedenti
I carabinieri della stazione di Massa Lombarda hanno denunciato un 27enne, ritenuto essere il presunto responsabile di una tentata truffa ai danni di una tabaccheria della zona.
Il giovane, al fine di reperire denaro, avrebbe creato un profilo Whatsapp con l’immagine di una donna che effettivamente è tra le amicizie del tabaccaio. E attraverso questo falso profilo avrebbe più volte richiesto ricariche telefoniche al titolare dell’esercizio pubblico che, fortunatamente, ha preferito contattare direttamente la conoscente, scoprendo così di essere vittima di un tentativo di truffa.
A questo punto, sia la donna che il tabaccaio hanno sporto denuncia ai carabinieri che, attraverso l’esame tecnico del numero telefonico utilizzato, sono riusciti a identificare il 27 enne, di origine marchigiana, già noto alle Forze dell’Ordine per diversi precedenti anche specifici. È stato denunciato per tentata truffa e sostituzione di persona.
L’inaugurazione a Tebano, nel Faentino, frutto di un concorso di idee organizzato dalla presidenza del consiglio del Comune di Faenza
Un dipinto murale prende vita a Tebano, sulla facciata dell’ex pesa, oggi parte del complesso universitario di Viticoltura ed Enologia. Il murale, intitolato Sogno di libertà, vuol essere un omaggio alla Resistenza italiana e a tutte le vittime delle stragi nazifasciste che insanguinarono il territorio faentino nel 1944.
L’opera, frutto di un concorso di idee organizzato dalla Presidenza del Consiglio del Comune di Faenza in collaborazione con il Liceo artistico Torricelli-Ballardini, è stata realizzata dagli studenti della 5BA sotto la guida della professoressa Laura Dalmonte. Un’immagine potente, quella di una giovane staffetta in bicicletta, che si staglia sullo sfondo delle colline faentine, accompagnata da una strofa di Bella Ciao.
La scelta di Tebano come location non è casuale. Proprio in questa frazione, insieme alla vicina Pergola, si consumarono alcune delle pagine più buie della Seconda guerra mondiale.
Nel fango dentro e all’esterno della recinzione le tracce dei selvatici. Quarto attacco in due settimane tra i colli di Brisighella e le prime colline faentine
Un altro attacco di lupi contro animali domestici nei pressi di abitazioni nell’area Faentina. È successo a Fognano nella notte tra il 25 e il 26 ottobre: due capre uccise. Anche in questo caso è Coldiretti a segnalare la cosa all’opinione pubblica. È il quarto episodio in due settimane, prima era successo con un cane a San Ruffillo, alcuni ovini a Brisighella e delle oche a Marzeno. L’ipotesi, ormai più che credibile, è che ci sia un branco numeroso di lupi che si muove tra le prime colline faentine e i colli di Brisighella.
L’ultimo attacco a Fognano ha colpito la proprietà di Daniele Valli, olivicoltore per passione. A protezione delle caprette c’era un recinto elettrificato: «Purtroppo i lupi hanno saltato il recinto e portato via i miei animali, le tracce lasciate sul fango sono evidenti. Ora, non lo nascondo, abbiamo paura anche per i nostri cani e anche per noi stessi, tanto che in questi giorni di raccolta olive non appena arriva l’imbrunire ci chiudiamo in casa».
Cresce la paura sulle prime colline faentine: «La presenza massiccia del lupo sta minando il lavoro di pastori, allevatori, agricoltori, ma anche la sicurezza pubblica perché questi selvatici sembrano non temere la presenza dell’uomo e si avvicinano anche ad aree densamente abitate – denuncia Coldiretti Ravenna che nel frattempo sta segnalando i vari casi ad Ausl e Prefettura – la situazione va affrontata e anche rapidamente perché c’è già un problema evidente di sicurezza del territorio e oggi come oggi a rischio di scomparsa, alla luce anche delle conseguenze dei ripetuti eventi meteoclimatici estremi non è più il lupo, bensì la presenza dell’uomo e di quell’agricoltura di montagna e alta collina che, oltre a rappresentare il fulcro dell’economia di questi luoghi evitandone lo spopolamento, è garanzia di cura del paesaggio e tutela della biodiversità».
Lo stabilimento che produce pelli sintetiche per l’automotive si è allagato due volte con 1,5 milioni di euro di danni. Il presidente Roberto Bozzi, al vertice anche di Confindustria Romagna, teme che il territorio diventi meno appetibile per le persone per il rischio idrogeologico: «Se vanno via i lavoratori, andranno via anche le imprese»
«Alzare un muro attorno all’azienda avrà un costo, ma vogliamo farlo perché l’esperienza ci insegna che costerà sempre meno dei danni che avremmo con un altro allagamento». Il presidente della Vulcaflex, Roberto Bozzi, è convinto che un’opera di difesa sia meglio di una polizza di assicurazione per lo stabilimento di Cotignola dove si producono pelli sintetiche per il settore automotive.
L’impresa nel 2023 ha fatturato circa 170 milioni di euro e in via De Gasperi si è allagata il mese scorso, restando ferma cinque giorni, e peggio andò a maggio 2023. «In totale stimiamo danni diretti per circa 1,5 milioni di euro, di cui 200mila euro per gli eventi di settembre 2024». Poi ci sono i danni indiretti per il fermo dell’attività: «Per un’azienda che lavora a turni è pesante dover interrompere la produzione. Il nostro è un settore dove un rallentamento nella filiera mette in crisi il flusso. Nel 2024 abbiamo avuto una settimana e mezzo di stop per questioni meteo. Dovremo cominciare a tenere conto di questi numeri quando faremo l’analisi del rischio».
Roberto Bozzi
Il progetto per il muro di difesa è ancora in fase embrionale. La prima questione è legata al contesto in cui sorge l’azienda: «Se l’acqua non potrà entrare da noi andrà da altre parti, ci sarà da ragionare con le attività circostanti e gli uffici del Comune. E poi se le strade si allagano siamo comunque isolati, avremmo meno danni ma non potremmo lavorare comunque. Per questo l’autodifesa non può bastare».
A proposito di danni, Vulcaflex ha ottenuto indennizzi dall’assicurazione e ha scelto di non chiedere rimborsi allo Stato: «Dalle assicurazioni abbiamo avuto un anticipo e attendiamo il saldo. Ci sono state questioni legate alle clausole e la copertura ha avuto dei limiti, ma ci accontentiamo di questo, anche se poco, ma almeno rapido. Preferiamo non gravare sulle casse dello Stato anche perché chissà se e quando arriveranno quei rimborsi». In tema di copertura assicurativa si apre il tema dei costi: «I premi sono già aumentati dal 2023 al 2024. Ora attendiamo il decreto che stabilisce i dettagli dell’obbligo per le imprese dal 2025 per sapere cosa succederà e che territori riguarderà».
La terza alluvione in provincia sta alimentando lo sconforto di molti, cittadini e imprenditori: «Posso capire che a un piccolo artigiano, con spazi ridotti, venga l’idea di trasferire l’attività. Ma per le imprese più strutturate è difficile». Il rischio desertificazione potrebbe essere però indiretto: «Questo territorio continuerà a essere attrattivo per i cittadini? Se la gente non lo sceglierà più per viverci ma andrà altrove, è ovvio che poi anche le aziende si troveranno costrette a fare lo stesso perché hanno bisogno delle persone. L’attrattività di un territorio e lo sviluppo delle imprese vanno a braccetto».
Dal 2021 Bozzi è presidente di Confindustria Romagna. L’associazione di categoria ha espresso chiaramente la sua proposta per la ricostruzione: la situazione è straordinaria e richiede strumenti straordinari, l’esempio da seguire è la procedura adottata per autorizzare il rigassificatore al largo di Ravenna, dove 120 giorni sono bastati a fronte di un iter ordinario che avrebbe richiesto anni. «Negli ultimi 70 anni non sono state fatte opere aggiuntive per la difesa del territorio, il clima è cambiato in peggio e l’acqua non fa altro che riprendere le sue vie naturali. La protezione del territorio ha bisogno di interventi così importanti che potrebbero volerci tempi trentennali. Non possiamo permetterci di aspettare, servono subito le vasche di laminazione che contengano le acque in eccesso a monte ed evitino le piene massime in pianura. Poi si ragionerà su una ripianificazione complessiva».
Tra le richieste sottoscritte dal Tavolo delle associazioni imprenditoriali, di cui Confindustria fa parte, c’è anche la revisione dei limiti di sviluppo edilizio imposti da un decreto: «Nove mesi fa avevamo trovato un punto di incontro per modificare questi limiti. Poi non si è saputo nulla di quelle modifiche concordate. Ci dicano sì o no, almeno sapremo regolarci».
Dallo spettacolo all’Almagià alla festa celtica di Riolo, dall’esperienza estrema alla rocca di Bagnara fino agli appuntamenti per i più piccoli di Lugo
Mentre sui social c’è ancora chi fa polemica contro una festa “importata” e “sconveniente”, il fenomeno Halloween continua a dilagare ogni anno di più anche in provincia di Ravenna. In questa pagina una panoramica degli eventi più interessanti e attesi in programma in provincia di Ravenna giovedì 31 ottobre (e anche nei giorni precedenti). Consapevoli di non poter essere esaustivi…
A Ravenna in centro da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembre Piazza Kennedy sarà animata dalla presenza di giostre e giochi, letture animate e laboratori e la oramai consueta caccia al tesoro del 31 ottobre, per bambini e bambine di tutte le età. Torna poi, tra le altre la sempre attesa festa di Borgo Montone, alle porte della città, mentre la novità è al quartiere dello stadio Benelli, dove oltre al solito “dolcetto o scherzetto” si potrà partecipare anche a iniziative culturali nella sala e alla galleria Buzzi di via Berlinguer, con una mostra e incontri letterari a tema. Tra le feste di quartiere da segnalare anche quella a Porto Fuori, con il coinvolgimento dei locali e i residenti.
Le Streghe, lo spettacolo in scena all’Almagià
Per i bambini imperdibile la festa con laboratori e spettacolo all’Almagià nell’ambito della stagione “Le arti della marionetta”: dalle 16.30 partiranno una serie di attività dedicate ai bambini e ai genitori, rigorosamente tutti in maschera; alle 17.30 spazio alla giovane compagnia Progetto g.g. che porterà in scena lo spettacolo Streghe, liberamente ispirato al romanzo di Roald Dahl. Al termine dello spettacolo giochi e laboratori creativi, danze e merenda, per poi partire per fare “Dolcetto o scherzetto?” nel quartiere.
Sempre per famiglie con figli in età scolare è l’appuntamento di giovedì 31 ottobre dalle 18 al planetario di Ravenna con la “Grande festa di Halloween alla reggia di Cassiopea”, uno spettacolo sotto la cupola con Laura Saba.
Halloween fa tappa anche a Cervia, dal 31 ottobre al 3 novembre: mercatini, giostre, spettacoli e divertimenti, escape room e animazione per grandi e piccoli in piazza Garibaldi e in altri luoghi del centro storico. Tornano mostri e brividi, zucche e dolcetti, truccabimbi e giochi da tavolo per una delle feste più frequentae della provincia.
Restando sulla costa, naturalmente è confermata l’apertura speciale di Mirabilandia, fino al 3 novembre, con il parco completamente tematizzato, spettacoli per adulti e bambini (tra cui anche quello del mago Casanova) e l’horror zone più grande d’Italia con attori e figuranti da far invidia a quelli dei film.
Per quanto riguarda il resto della provincia, tra gli eventi più attesi, capaci di attirare pubblico anche da fuori, c’è quello del 31 ottobre a Riolo Terme, dove si festeggia il Capodanno celtico. La notte riolese, la prima in Italia, riscopre sempre più il significato delle sue origini. Per tutto il paese si troverà una dimensione un po’ fuori dal tempo reale, con ricostruzioni di antichi villaggi dei celti e dei loro riti. Giovedì 31 ottobre, inoltre, la Rocca si trasformerà in un teatro di paura con “Il Castello degli Orrori”, una visita-spettacolo carica di tensione, tra ombre inquietanti e presenze sinistre; contemporaneamente, per i più piccoli, si terrà “Junior Rocca Escape – Speciale Halloween”, una divertente escape room a tema per bambini e famiglie.
Passando a un’altra rocca, quella di Bagnara di Romagna, il 31 ottobre dalle 18 a mezzanotte va in scena “Cannibal Town”, un’esperienza dal vivo definita di “extreme horror”. Si potrà scegliere tra una versione “soft” e una “raw” in cui si potrà anche essere afferrati, trascinati, incatenati e in alcuni casi isolati dal resto del gruppo (posti limitati, info e prenotazioni al 338 3792523 oppure 388 5657815).
Anche quest’anno per la notte di Halloween il Comune di Lugo organizza invece “Lughino Allouino” una serie dei eventi per i più piccoli nella cornice della Rocca estense (ne avevamo già parlato a questo link, dove è possibile consultare il programma completo).
A Cotignola Halloween si trasforma invece nella “Piligrèna” con tre giorni di festa, dal 31 ottobre al 2 novembre: tutte le sere dalle 17,30 spettacoli di burattini, Escape Room, laboratori a tema, re show, street food, creative market, djset, spettacoli e anche una parata tra le strade del paese…
A Fusignano l’appuntamento è dal pomeriggio tra piazza Corelli e parco Piancastelli con spettacoli, trucca bimbi, percorsi stregati che culmineranno alle 22 con il rogo della strega in piazza.
A Bagnacavallo il 31 ottobre torna la festa in piazza della Libertà, dalle 15 l’apertura dei mercatini e dalle 19 apre lo stand gastronomico. Dalle 17 letture e tunnel degli orrori, seguirà baby dance dj-set e dalle 21 il concerto degli Aironi Bianchi, tribute band dei Nomadi.
Ad Alfonsine mercoledì 30 ottobre alla biblioteca Orioli dalle 16.30 letture a cura delle volontarie Nati per leggere, per bambini da 3 a 6 anni; giovedì 31 ottobre dalle 19 in piazza Gramsci e corso Matteotti grande festa con una miriade di appuntamenti: spettacoli itineranti, macchine mostruose steampunk, laboratorio creativo, sbandieratori del rione Cento e il tradizionale concorso in maschera a premi. Per tutta la serata saranno aperti stand di leccornie e piatti della tradizione. I partecipanti sono invitati a indossare costumi a tema.
Halloween alla’azienda agricola Galassi
All’azienda agricola Galassi, sempre nel territorio alfonsinese, celebre per il suo labirinto di mais estivo, saranno allestiti tre percorsi spaventosi, da provare dalle 19.30 no a notte fonda (dalle 18 apertura bar e bistrot).
Nel Faentino, oltre alle iniziative in città, da segnalare l’appuntamento di giovedì 31 ottobre a Brisighella, dove le strade del centro storico verranno animate tra misteri, paure, scherzi, spettacoli trainati dalle brillanti idee dei giovani e dai tamburi medioevali di Brisighella.
Il 31 ottobre scontro diretto di alta classifica al Pala De André contro Porto Viro
La Consar Ravenna vince in rimonta (18-16 al tie-break) anche a Pordenone, contro la Tinet Prata, e resta al comando del campionato di A2 di volley dopo le prime quattro giornate.
«Un match emozionante e coinvolgente con una Consar eccellente in tenuta mentale e con una fase break da squadra solidissima – si legge nel posto pubblicato dalla società, Porto Robur Costa -. Grande carattere e consapevolezza dei nostri ragazzi nel proprio sistema di gioco. Tesoretto da 2 punti molto prezioso».
Giovedì 31 ottobre si ritorna in campo e sarà una partita di cartello quella al Pala De André, dove arriva Porto Viro, solo 2 punti dietro a Ravenna.
Il gesto della ditta Stiga, in collaborazione con la Comag
La ditta Stiga di Castelfranco Veneto, in collaborazione con il concessionario di zona, la ditta Comag Srl di Lugo, ha donato 23 motoseghe ai gruppi di protezione civile comunali coordinati dal servizio di Protezione civile dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Una delegazione della Protezione civile ha ritirato la donazione nei giorni scorsi nella sede della Comag, alla presenza dei vertici dell’azienda.
Le motoseghe, di varia tipologia e potenza, saranno utili in caso di emergenza per contrastare i danni del maltempo, in particolare per consentire la rapida rimozione dalle strade di alberi caduti.
Gli strumenti resteranno in dotazione a tutti i gruppi di protezione civile presenti sul territorio: i cinque gruppi comunali di Bagnacavallo, Conselice, Cotignola, Fusignano e Massa Lombarda e le quattro associazioni convenzionate (Pubblica assistenza di Alfonsine, Gives Bagnara, Aari-Cb e le Aquile di Lugo).
Buon debutto del nuovo mister. Mercoledì di nuovo al Benelli contro il Piacenza
Il Ravenna del nuovo mister Marchionni torna alla vittoria in campionato, battendo in rimonta al Benelli il Victor San Marino (2-1 con gol giallorossi di Milan e del neoentrato Manuzzi).
Un risultato che permette al Ravenna di risalire a -9 dal primo posto (il sorprendente Tau Altopascio capolista ha lasciato i primi punti per strada pareggiando contro il Cittadella Vis Modena) e piazzarsi in sesta posizione a pari merito con l’altra “nobile decaduta” Piacenza, attesa al Benelli nel recupero di mercoledì (30 ottobre), dalle 18, per una partita che conterà davvero più dei 3 punti in palio.
Al debutto, mister Marchionni è riuscito a cambiare la squadra dopo l’intervallo, passando con i cambi da un prevedibile 3-5-2 a un più frizzante 3-4-1-2 che diventava spesso 3-4-3.
A Faenza, su iniziativa dell’associazione Disabili, per far giocare insieme ragazzi normodotati e diversamente abili
È stato inaugurato nei giorni scorsi il campo polifunzionale di “baskin” e pallacanestro nell’area all’aperto del palazzetto dello sport “Dino Bubani” di piazzale Pancrazi, a Faenza.
Si tratta di una novità che vuole rispondere alle esigenze di inclusione nello sport portata avanti dall’associazione sportiva dilettantistica Disabili assieme alla Nuova Co.G.I.Sport, che gestisce nella zona le piscine comunali, e in collaborazione col Faenza Basket Project, il palasport e il campo di pallacanestro all’aperto, oggetto di recente riqualificazione.
Cinzia Amorino
«La nostra è un’associazione di volontariato dove tutti si impegnano con spontaneità e passione – ha sottolineato Cinzia Amorino della Asd Disabili -. Michele Montevecchi fa parte della nostra famiglia ed ha messo a disposizione il suo tempo da libero professionista e ha progettato, sulla base delle idee che gli ho riportato, due canestri laterali all’altezza di metri 2,20: uno è fisso installato a terra con la sua fondazione e si può aprire e chiudere con una leggera pressione; l’altro in acciaio è collocato sul muro esterno del palasport ed è ugualmente innovativo, perché si aprirà e si chiuderà con un sistema alimentato con un pannello solare. È un anno che lavoriamo a questo progetto e finalmente siamo arrivati all’inaugurazione. Ha fatto un lavoro egregio, e a livello volontario, Cristiano Tarlazzi della C.S.T. che ha realizzato tutto nella sua officina sul progetto di Montevecchi, poi è arrivato con una gru per montare uno dei due canestri. Questo è il primo campo in Italia – ha precisato Amorino -: ha dei canestri fissi con questo adattamento, perché di canestri laterali da baskin ce ne sono in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto, però non sono nati con questo sistema, ma sono nati con lo scopo di creare un campo da baskin all’interno di un campo all’aperto di una società sportiva. Qui invece il progetto parte in maniera diversa. Il concetto è: lo spazio è pubblico, lo sport è salute, lo sport è di tutti, il baskin è l’emblema di tutto questo».
Baskin significa “basket integrato”. È un nuovo sport pensato, studiato e realizzato affinché ragazzi normalmente abili e ragazzi diversamente abili possano giocare insieme nella stessa squadra (composta sia da maschi sia da femmine). Prende spunto dalla pallacanestro, della quale utilizza la struttura generale, ne mantiene gli obiettivi ma ne cambia le regole, adattandole ai vari tipi di disabilità presenti.
Viene innalzata ogni anno per proteggere stabilimenti e centri abitati dalle mareggiate. Ma le conseguenze di questa movimentazione artificiale di sabbia sono sottovalutate e poco studiate
Un’illustrazione fornita dal professor Enzo Pranzini: la duna invernale viene costruita spostando la sabbia dal mare verso l’interno. Così facendo, si abbassa il livello dell’arenile nel tratto più esposto alle onde e si alza quello che viene raggiunto durante le mareggiate più forti
In questi giorni, sulle spiagge ravennati, le ruspe sono al lavoro per innalzare la lunga duna invernale di sabbia (a Cervia è già stata completata in anticipo). Si tratta di un argine artificiale che viene realizzato ogni anno in molti litorali italiani, al fine di proteggere gli stabilimenti balneari dalle mareggiate. L’usanza è nata molti decenni fa, quando sono sorte le prime strutture balneari in muratura, che avevano un valore da difendere dalla violenza dell’acqua.
Durante i mesi freddi, le onde di burrasca possono facilmente arrivare ad allagare e danneggiare i bar e le cabine, e così i titolari degli stabilimenti balneari si fanno carico dei costi di questa operazione. La Cooperativa spiagge di Ravenna dichiara un investimento di 700 mila euro all’anno, la Cooperativa bagnini di Cervia 300 mila euro.
In questi tempi di crisi climatica e allagamenti sempre più frequenti ed estesi, la duna contribuisce a proteggere anche gli alberghi, gli edifici residenziali e i centri abitati in prima linea sulla costa. Ma le dune invernali sono davvero efficaci? E soprattutto, realizzare questi argini di sabbia comporta solo dei vantaggi, oppure ha anche dei lati negativi per l’ambiente?
Secondo il geologo Enzo Pranzini, professore di dinamica e difesa dei litorali all’Università di Firenze e tra i massimi esperti al mondo in gestione delle coste, «la costruzione degli argini invernali si è affermata senza che mai si fosse studiato se fossero realmente efficaci, o se invece non potessero recare danno alla spiaggia, magari nei settori adiacenti (ovvero le spiagge libere), dove la natura viene lasciata libera di operare come le stagioni hanno deciso». Per realizzare la duna artificiale, le pale meccaniche ridisegnano il profilo della spiaggia raschiando la sabbia dal lato del mare, spesso sin dai primi metri della battigia. Dunque la creazione di questo argine comporta l’abbassamento della spiaggia nella parte esterna, ma questo – evidenzia Pranzini – «fa sì che le onde penetrino più in profondità e raggiungano con maggiore frequenza ed energia la parte più alta della spiaggia, dove trovano un argine costruito accumulando materiali che non hanno avuto modo di compattarsi e franano all’arrivo della prima onda. Alla fine, quindi, non si sa se il vantaggio di un debole argine compensi gli effetti negativi di un’onda che può risalire con più intensità».
Oltretutto, con l’innalzamento del livello del mare e l’intensificarsi degli eventi climatici estremi a causa del riscaldamento globale, gli argini invernali di sabbia vengono abbattuti sempre più facilmente dalle onde. Perciò le ruspe devono intervenire sempre più spesso per ripararli, comportando un aumento dei costi di anno in anno. Più efficace sarebbe favorire il ripristino delle dune naturali costiere, che sono delle barriere di difesa più solide e compatte, come avevamo già spiegato a questo link.
Foto di Alex Giuzio
C’è anche un altro aspetto controverso, che riguarda l’indebolimento dei tratti di spiaggia non protetti dalla duna artificiale. Questa opera, infatti, non è un cordone unico lungo tutto il litorale, bensì si interrompe in alcuni tratti di spiaggia libera, lasciati privi della barriera invernale di protezione. Sono proprio questi tratti a rischiare di essere più erosi dalle onde, nel caso di una mareggiata. Spiega a questo proposito Pranzini: «La sabbia che va a formare l’argine invernale viene sottratta, seppure per un breve periodo, al bilancio sedimentario dell’arenile. Dunque, durante le mareggiate invernali che tendono a sottrarre spiaggia, dove viene realizzato l’argine si “mette in banca” della sabbia che verrà rimessa in gioco prima dell’estate, quando i flussi dovuti al moto ondoso sono minori. Tale quantità di sabbia rimarrà a vantaggio del tratto dove è stato fatto il cumulo, ma a danno del tratto dove non è stato fatto».
Dal punto di vista normativo, le dune invernali in riviera romagnola sono autorizzate sia dall’ordinanza balneare regionale, sia da quelle locali. In Emilia-Romagna l’altezza massima deve essere di 2,5 metri sul medio mare e la pendenza non inferiore a 1 su 4. Tuttavia, non esistono tecnici incaricati di valutare se queste opere siano più dannose o benefiche per la spiaggia. Anzi, sulle “Linee guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici”, sottoscritte nel 2018 dal Ministero della transizione ecologica e dalle Regioni, ci sono poche indicazioni in merito a questo argomento e si mettono in evidenza anche gli aspetti che ne sconsiglierebbero la realizzazione. Tuttavia il tema è ancora poco studiato dal punto di vista scientifico. Vista l’importanza di preservare le fragili aree costiere attraverso opere sensate ed eco-compatibili, sarebbe utile che l’argomento fosse oggetto di una maggiore attenzione.
Attesi spazi e servizi per la sosta dei camion. Il consigliere Ancisi (LpRa): «Era stato promesso entro il 2023»
Un rendering del progetto originario
Una deliberazione dell’Autorità portuale di Ravenna, adottata all’inizio di ottobre, esprime l’intenzione dell’ente di cedere l’area di centomila metri quadrati in zona Bassette, a lato di via Canale Magni, dove è prevista la realizzazione del cosiddetto autoparco, un’area di sosta con servizi annessi per gli autotrasportatori che gravitano sull’area del porto.
Si trattava inizialmente di un progetto da 18 milioni di euro a carico di privati, per cui Ap avrebbe dovuto contribuire con 3,9 milioni di euro. La concessione dell’area sarebbe stata di 40 anni, i mezzi ospitati ogni anno circa 22mila, i ricavi totali stimati quasi 400 milioni di euro. L’autoparco sarebbe stato fornito di 199 stalli per la sosta dei tir, un hotel, servizi di ristorazione, un piccolo market e una foresteria.
Alla gara per l’affidamento della “progettazione, costruzione e gestione” dell’opera partecipò solo una cordata di imprenditori di Bolzano e di Brescia che se la aggiudicò nel luglio 2023. Nella delibera di Ap, di cui il consigliere comunale Alvaro Ancisi ha reso noti alcuni passaggi, si legge che appena quattro mesi dopo l’aggiudicazione il raggruppamento di imprese vincitore della gara ha comunicato l’impossibilità da concludere la stipula del contratto per sopraggiunte difficoltà economiche. Nel novembre 2023 Ap ha revocato l’aggiudicazione dell’appalto, affermando di voler rivedere, «anche alla luce delle mutate condizioni economiche generali, la strategia per la realizzazione dell’Area di sosta e servizio dell’autotrasporto nell’ambito di un investimento privato sostenibile». Da qui la decisione attuale di avviare una procedura pubblica di vendita dell’area allo scopo di rendere più appetibile l’intervento del privato dandogli modo di acquisirne la proprietà.
La destinazione dell’area resta vincolata al Progetto Urbanistico Attuativo approvato dal Comune di Ravenna “per la realizzazione dell’area di sosta e servizi all’autotrasporto”, anche se i concorrenti (dato e non concesso che siano più di uno), a fronte di un’asta che parte da 2,1 milioni di euro e caricandosi oltre 400mila euro di oneri di urbanizzazione, potranno dotarsi di un nuovo proprio progetto. Quello originale può dunque definirsi fallito. «Anche se tutto potrebbe essere stato già concordato – dice Ancisi –, non sarà comunque facile che l’autoparco 2.0 vada in porto, tanto meno in tempi brevi. Era stato promesso entro il 2023. È invece certo che i camionisti in arrivo tumultuoso al porto di Ravenna dovranno ancora attendere, se tutto andrà bene, non pochi altri anni per poter sostare e pernottare in zona dignitosamente, anziché in luoghi e modi di fortuna, privi di qualsiasi servizio a misura umana».
Il 25enne sorpreso lungo la Faentina era stato condannato a 5 anni nel 2022
Quattro anni fa aveva rapinato un uomo in zona Darsena, a Ravenna, arrivando a puntargli contro una pistola per farsi consegnare il portafoglio con 400 euro in contanti. Arrestato alcuni giorni dopo, ma poi tornato in libertà, era stato condannato definitivamente a 5 anni e 3 mesi a fine 2022 – come riporta il Carlino Ravenna in edicola oggi (27 ottobre). Da allora però si era reso irreperibile. Fino alla notte di venerdì scorso, quando è stato fermato per un controllo dai carabinieri sulla Faentina, alle porte della città di Ravenna.
Il giovane – un 25enne di origni gambiane entrato in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari nel 2018 – si trovava a bordo di un’auto con altre tre persone. Addosso gli è stato trovato un panetto di hashish e altro mezzo chilo della stessa sostanza stupefacente era nascosto in auto, insieme a 4mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
Tutto è stato sequestrato, mentre il 25enne è stato arrestato e portato in carcere per scontare la precedente pena, in attesa poi di un nuovo processo.