sabato
15 Novembre 2025

Alla scuola di Roncalceci apre una “biblioteca” aperta a tutta la comunità

Grazie alla raccolta fondi post alluvione

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La scuola di Roncalceci

È in programma sabato 14 settembre alle 10 a Roncalceci l’inaugurazione pubblica, alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, della biblioteca scolastica Iqbal Masih, che sarà anche punto di lettura aperto alla comunità, nei locali della scuola primaria Martiri del Montone, in via Sauro Babini 113.

L’intervento, a seguito dell’alluvione, è stato realizzato grazie alla raccolta fondi “Un aiuto subito Emilia-Romagna” promossa da Corriere della Sera e La 7, con il contributo di Banca Mediolanum-Mondadori Media e Unione proprietari bagni di Forte dei Farmi e le donazioni di Coconino Press e Associazione nazionale bersaglieri-sezione di Ravenna.

Interverranno il sindaco Michele de Pascale, la dirigente scolastica Pierangela Izzi, la presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense Patrizia Ravagli e la presidente del consiglio territoriale di Roncalceci Susanna Tassinari. Per allietare la mattinata sono previsti l’accompagnamento musicale di Ester Marta Venturi e una merenda per i bambini offerta dall’associazione di volontariato Volontari per la solidarietà.

La giornata di festa proseguirà nel pomeriggio, alle 16.30, con l’iniziativa “Tu leggi a me io leggo a te”, letture per bambini e bambine dai 3 ai 6 anni, con le loro famiglie, a cura delle volontarie del progetto “Nati per leggere”.

Concessioni balneari, la nuova legge fa acqua da tutte le parti

La proroga al 2027 non è un favore per nessuno, se non per la politica, ancora una volta incapace di risolvere la questione. L’altro aspetto controverso riguarda gli indennizzi per i gestori uscenti: se ne dovrà occupare un decreto attuativo

Spiagge Ravenna

Sulle concessioni balneari, il governo Meloni ha spiazzato tutti. Le norme inserite nel decreto Infrazioni, licenziato il 4 settembre dal consiglio dei ministri, sono riuscite a scontentare ogni parte in causa: i balneari che si sono sentiti presi in giro, i Comuni che non hanno ancora le regole definitive per avviare i bandi, l’opinione pubblica che è contraria alle proroghe. Ma andiamo con ordine.

Dopo decenni di rinnovi automatici agli stessi titolari, nel 2022 il governo Draghi ha imposto la scadenza delle concessioni il 31 dicembre 2023 e l’avvio delle procedure selettive per riassegnarle. L’Italia è sotto procedura d’infrazione per la mancata applicazione della direttiva europea Bolkestein, che impone i bandi periodici sui servizi pubblici come quelli di spiaggia. Il Consiglio di Stato e la Corte di giustizia Ue hanno bocciato le proroghe approvate dai precedenti governi (quella fino al 2020 di Monti e quella al 2033 di Conte), dichiarando l’illegittimità di qualsiasi forma di rinnovo automatico sulle concessioni balneari. Perciò tutto ci si aspettava, tranne che l’ennesima estensione. Ma con un colpo di scena degno delle migliori telenovele, quelle che durano anni senza mai finire, il governo Meloni ha proposto un ulteriore rinvio fino al 30 settembre 2027. E ha ricevuto persino il beneplacito dalla Commissione Ue, che fino al giorno prima si opponeva alle proroghe, mentre la sera stessa dell’approvazione ha diffuso un comunicato di appoggio al provvedimento.

La norma è stata inserita nel decreto Infrazioni, che deve ancora essere approvato dal Parlamento e perciò potrà subire modifiche. Nelle leggi, anche il cambio di una sola parola può essere determinante; ma per ora non si può che commentare il testo licenziato da Palazzo Chigi.

Tre sono i punti salienti: la possibilità di estendere le concessioni fino al 30 settembre 2027, i criteri per selezionare i nuovi gestori e le regole per calcolare gli indennizzi agli uscenti.

La “finta proroga” al 2027

Il governo non ha disposto un rinnovo generalizzato, che come detto, sarebbe illegittimo. Il decreto scarica la scelta sui Comuni, che avranno la facoltà di applicare la proroga al 2027 oppure avviare i bandi. Non è detto che i sindaci e i funzionari si prenderanno la responsabilità di applicare una norma che rappresenta comunque un’estensione automatica, per quanto a livello locale e non nazionale. Già quest’anno l’Autorità garante della concorrenza ha diffidato tutti i Comuni che hanno usufruito della “proroga tecnica” di un anno, fino al 31 dicembre 2024, prevista dalla legge Draghi. Nel mirino dell’Agcm sono finiti anche Ravenna e Cervia: il capoluogo per ora ha evitato la denuncia al Tar, mentre la città delle saline si è opposta e ha fatto ricorso, su cui il tribunale si esprimerà a gennaio.

I balneari non sono stati affatto contenti del rinvio al 2027. Per loro la proroga significa altri due anni di agonia prima delle gare, che la premier Meloni aveva promesso di evitare e che invece ha disciplinato. In realtà, finché l’Italia è in Ue deve rispettare il diritto comunitario, e chi ha creduto possibile il contrario, forse ha peccato di ingenuità. Tuttavia, a fronte della strenua difesa fatta in passato dalla leader di Fratelli d’Italia, anche gli imprenditori più realisti si aspettavano un provvedimento più favorevole alla categoria. Invece, il rinvio al 2027 alimenta ulteriore caos e i criteri delle gare fanno acqua da tutte le parti. Inoltre, per i balneari oltre al danno c’è pure la beffa: la proroga è passata tra i media e l’opinione pubblica come l’ennesimo favore ai concessionari storici, che in realtà non lo hanno mai chiesto. Il governo ha deciso tutto da solo, senza confrontarsi con le associazioni del settore. In definitiva la proroga non è un favore per nessuno, se non per la stessa politica, che si è dimostrata ancora una volta incapace di affrontare e risolvere una volta per tutte questa annosa questione.

E la mappatura?

Gli osservatori più attenti si chiederanno che fine abbia fatto la mappatura dei litorali, a cui Palazzo Chigi ha lavorato per tutta l’estate 2023. La tesi del governo era questa: la direttiva Bolkestein impone le gare solo in caso di “scarsità della risorsa”, perciò è possibile dimostrare che in Italia esistono ancora spiagge libere in abbondanza, per affidare nuove concessioni e far aprire più stabilimenti balneari, garantendo la concorrenza senza toccare le imprese esistenti.

Secondo i calcoli del governo, solo il 33% delle coste italiane sarebbe occupato; tuttavia la Commissione Ue ha contestato sia i dati che le idee di Palazzo Chigi. Secondo Bruxelles, la mappatura avrebbe dovuto essere qualitativa e non quantitativa, distinguendo per esempio le spiagge basse e sabbiose dalle coste alte, rocciose e irraggiungibili, dove è improbabile far aprire nuovi stabilimenti balneari. Inoltre, al netto della scarsità o meno della risorsa, a imporre i bandi sulle concessioni esistenti c’è il Trattato sul funzionamento dell’Ue. Perciò il Governo ha dovuto cestinare il lavoro e ricominciare da capo.

La difficoltà di calcolare gli indennizzi

L’altro aspetto controverso riguarda gli indennizzi per i gestori uscenti, che saranno a carico dei nuovi concessionari, in base a una perizia asseverata a cura di un commercialista nominato dal Comune. Calcolarli non è facile: i balneari sono titolari di un’impresa privata, seppure situata su suolo pubblico, e rivendicano il diritto a un indennizzo pari all’intero valore aziendale, compreso di avviamento, investimenti e brand. Tuttavia la legge attuale prevede che al termine della concessione, il balneare debba riconsegnare l’area nuda allo Stato, che diventa proprietario a titolo gratuito delle strutture in muratura. Si tratta di una norma risalente al Codice della navigazione del 1942, che da tempo le associazioni di categoria chiedono di cambiare. Il decreto del governo rappresenta un primo tentativo in questo senso; tuttavia propone di riconoscere solo «il valore degli investimenti effettuati e non ammortizzati» nei cinque anni precedenti al bando e «di quanto necessario a garantire un’equa remunerazione». Negli ultimi cinque anni i balneari hanno investito poco o nulla, a causa dell’imminente scadenza delle concessioni, perciò le cifre degli indennizzi calcolati solo su questo parametro sarebbero molto basse. Resta da definire il «quanto necessario a garantire un’equa remunerazione», di cui dovrà occuparsi un decreto attuativo da approvare entro il 31 marzo 2025. Il che significa che gli enti locali dovranno aspettare ancora qualche mese per regolamentare questo aspetto determinante nei bandi. A meno che non vogliano avviare le gare subito e senza indennizzi, come hanno già fatto alcuni Comuni in Veneto e Friuli.

In sostanza, sindaci e funzionari sono tra due fuochi: se si prenderanno ancora tempo per attendere il decreto attuativo sugli indennizzi, rischieranno denunce dall’Agcm che si oppone alle proroghe; se invece avvieranno subito i bandi senza indennizzi, potranno arrivare ricorsi dai balneari. Decidere le regole in autonomia a livello locale non è possibile, poiché la Corte costituzionale ha più volte ribadito che la materia è di esclusiva competenza statale. Dunque la situazione dei prossimi mesi sarà di stallo e caos, a causa dell’irresponsabilità di un Governo che non ha voluto decidere fino in fondo.

Come saranno le gare

Per quanto riguarda i criteri delle gare, il decreto stabilisce che gli enti locali debbano tenere conto dei progetti più virtuosi in termini di pratiche sociali e ambientali, assunzione di giovani lavoratori, accessibilità ai disabili e rispetto delle tradizioni enogastronomiche e folkloristiche locali. Inoltre impone di privilegiare chi ha esperienza tecnica e professionale nel settore e chi, nei cinque anni precedenti al bando, ha tratto da una concessione balneare l’unica fonte di reddito per sé e la propria famiglia. Tuttavia, al primo punto c’è la possibilità di favorire chi presenta la maggiore offerta sull’indennizzo calcolato dal commercialista. Oltre a non chiarire se il surplus andrà al concessionario o al Comune, questa parte del provvedimento apre alle gare al rialzo economico. Se la norma fosse confermata, sarebbe un assist ai grandi capitali: catene di alberghi e villaggi, multinazionali del turismo e della ristorazione potrebbero accaparrarsi gli stabilimenti più redditizi, che in riviera romagnola non mancano. L’applicazione della Bolkestein in Italia sarebbe così un pretesto per nascondere, dietro ai concetti patinati di “liberalizzazione” e “concorrenza”, una grande cessione di patrimonio pubblico al mercato.

In conclusione

La direttiva avrebbe potuto essere occasione per una nuova possibile gestione della spiaggia, che non impedisca la fruizione turistica né le piccole concessioni, ma che al contempo interrompa i rinnovi automatici in corso da decenni e agevoli la rinaturalizzazione della spiaggia, con il ripristino delle dune costiere (sul modello di Marina di Ravenna, dove convivono con gli stabilimenti) che rappresentano una barriera di difesa contro l’erosione costiera sempre più intensa. Invece, l’applicazione all’italiana è la semplice sostituzione dei vecchi concessionari con altri, più grandi e ricchi. Il che significherebbe omologare e privatizzare ancora di più. I Comuni, a cui il decreto lascia ampia discrezionalità, potranno impedirlo. Resta da vedere come e se lo faranno.

Il Popolo della Famiglia in festa a Marina con Alemanno e (in video) Vannacci

Il 14 settembre atteso in piazza Dora Markus anche il leader nazionale Adinolfi

Gianni Alemanno
Gianni Alemanno

Sabato 14 settembre, piazza Dora Markus a Marina di Ravenna ospiterà la festa del Popolo della Famiglia con ospiti e stand gastronomici.

Mirko De Carli, consigliere nazionale del Pdf delegato all’Emilia Romagna e consigliere comunale a Riolo Terme, dichiara: «Daremo vita a Marina di Ravenna a una festa dai grandi contenuti valoriali, in cui il filo conduttore sarà la difesa della vita e della famiglia e dell’identità nazionale. I dibattiti, che partiranno alle 17 circa, saranno animati da grandi ospiti».

Nel dettaglio si comincia con Gianfranco Stella e Stefano Pierucci con l’incontro dal titolo “Compagno Mitra”, mentre il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il consigliere comunale ravennate Alvaro Ancisi e il bolognese Giorgio Gorza parleranno di “sfida civica per il buon governo locale”

Alle 20.30 sarà la volta del leader nazionale del Popolo della Famiglia Mario Adinolfi, seguito da Gianni Alemanno del partito di destra Indipendenza! (ex volto noto di Alleanza nazionale, oggi con posizioni più a destra di Fdi); in collegamento video ci sarà il generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, al centro di molte polemiche per le sue posizioni espresse nel volume Il mondo al contrario (dove, per esempio, definisce anormali gli omosessuali) che sarà seguito dal parlamentare romangolo della Lega Jacopo Morrone.

Intervistatore e moderatore della serata sarà il giornalista ravennate Simone Ortolani.

In piazza anche lo stand gastronomico a partire dalle 17.

Torna la festa del quartiere Alberti di Ravenna

Festa Quartiere Alberti

Domenica 22 settembre, dalle 10 alle 19, torna l’attesa festa del quartiere Alberti di Ravenna. Le aree coinvolge sono viale Alberti, piazza Bernini, viale Brunelleschi e via Le Corbusier, che saranno animate da attività per tutte le età. Per l’occasione, i negozi resteranno aperti e molte attività del quartiere allestiranno postazioni aggiuntive nei sottostrada, che saranno chiusi al traffico per garantire la sicurezza dei partecipanti.

Diverse associazioni sportive dilettantistiche si esibiranno in dimostrazioni e attività coinvolgenti, mentre numerose Onlus saranno presenti con gazebi e pesche di beneficenza. I più piccoli potranno divertirsi con gonfiabili, giochi e laboratori che animeranno l’intera giornata.

Tra gli appuntamenti più attesi, torna quest’anno la lotteria legata al tour nelle varie attività commerciali: partecipando con la propria cartella timbrata, sarà possibile concorrere all’estrazione dei premi, prevista per le ore 18.30, con in palio una bicicletta come primo premio.

Con le opere di Ettore Frani si va “verso la gioia” all’ex convento di San Francesco

Dal 14 settembre al 10 novembre la mostra a Bagnacavallo

Sabato 14 settembre alle ore 18, all’interno delle antiche sale dell’Ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo, apre al pubblico la mostra Ettore Frani. Verso la gioia a cura di Paola Feraiorni e Massimo Pulini. L’esposizione, promossa dal Comune di Bagnacavallo e organizzata dal Museo Civico delle Cappuccine in occasione della Festa di S. Michele, rappresenta l’esito ultimo di una riflessione maturata negli ultimi tre anni di ricerca di Ettore Frani. L’artista, oltre a riprendere in maniera più approfondita alcuni temi e soggetti emblematici della sua poetica, presenta una serie di opere inedite, molte delle quali realizzate appositamente per i suggestivi spazi dell’ex convento di San Francesco.

La mostra vede esposti ottanta lavori su carta, oltre quaranta dipinti e, per la prima volta, cinque installazioni pittoriche. Opere che vanno dal disegno, realizzato a grafite su molteplici e sovrapposti strati di carta, alla pittura ad olio su tavola laccata e, tra queste, cinque installazioni dal suggestivo titolo Offerta, dove l’artista si appropria anche di materiali atipici all’interno del suo percorso artistico, ma dal significativo valore simbolico: sassi, polvere, cenere, vetro, quaderni d’appunti, stracci e pennelli.

Nelle otto sale e nei due corridoi dell’Ex Convento Frani orchestra in maniera corale molti dei soggetti presenti nella sua poetica – la figura umana, il paesaggio, la natura morta – e ne fa un mezzo potente attraverso il quale indagare ed interrogare l’indicibile Oltre. Il percorso, concepito come una sorta di partitura polifonica, è stato suddiviso in quattro “paesaggi” dagli evocativi titoli Di polvere e luce, Nello sguardo, Nel silenzio e Verso la gioia, dove lo spettatore è chiamato a un ascolto attivo e contemplativo.

La mostra è accompagnata da un catalogo che include le fotografie di tutte le opere esposte.

Una sezione della mostra, intitolata Luminosa, è allestita negli spazi del Museo Diocesano di Faenza.

Fino al 10 novembre; orari di apertura: giovedì e venerdì 17-21, sabato e domenica 10-12 e 16-19 (dal 26 al 28 settembre, in occasione della Festa di San Michele, orario ampliato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 23; 29 settembre orario continuato 10-23; 30 e 31 ottobre aperto con orario 17-21; 1° novembre aperto con orario 10-12 e 16-19). Ingresso gratuito.

Biografia
Ettore Frani nasce a Termoli (CB) nel 1978. Vive e lavora a Lido di Ostia. Si diploma in Pittura presso le Accademie di Belle Arti (Urbino 2002 e Bologna 2007). Nel 2010 vince il Premio Arti Visive San Fedele ed è finalista al LXI Premio Michetti (Museo Michetti). Nel 2011 la prima monografia in occasione della personale Limen (L’Ariete, Bologna), è selezionato per l’Evento Speciale Padiglione Italia Lo Stato dell’Arte|Padiglione Accademie 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, è invitato a Giorni Felici a Casa Testori 2011 e vince la 1° edizione del Premio Ciaccio Broker per la Giovane Pittura Italiana. Nel 2012 partecipa a Con gli occhi alle stelle. Giovani artisti si confrontano col Sacro (Raccolta Lercaro, Bologna) ed è invitato a Critica in Arte 12 (MAR, Ravenna). Nel 2013 realizza la personale e l’omonima monografia Attrazione Celeste (Casa Raffaello/Bottega Giovanni Santi, Urbino – L’Arca, Teramo), espone a Un’Etica per la Natura (Fienili del Campiaro, Grizzana Morandi) e vince la I edizione degli Espoarte awards – Artista under 45 dell’anno. Nel 2014 la personale Respiri al Museo Nazionale (Ravenna). Nel 2015 prende parte a Macrocosmi Ordnungen anderer Art Berlin-Bologna (Spazio Arte CUBO, Bologna e Altes Postfuhramt West, Berlino), è finalista al 16° Premio Cairo e realizza la personale Composizioni. Ettore Frani e Lorenzo Cardi (Santa Maria della Vita, Bologna). È del 2016 la personale Requiem (L’Ariete). Nel 2017 progetta le personali Ricucire il cielo (NGM, Milano) e L’ombra e la grazia (Spazio Aperto San Fedele, Milano). Con la collettiva itinerante Il profumo del pane presenta il dittico Arca, attesa (S. M. dell’Angelo, Faenza – GASC Milano – Ex-Oratorio San Lupo, Bergamo – Monastero di Camaldoli). Apre il 2019 con la personale La pietà della luce (PAN, Napoli), per Selvatico [14] realizza l’installazione Piccola apocalisse (Ex-Ospedale Testi, Cotignola) e la grande personale Le dimore del pittore | Cap. I-II-III – Un’esposizione in fieri che prosegue anche nel corso del 2020. Conclude l’anno con la doppia personale Nigrum nigrius nigro | Ettore Frani Luca Pianella (Galleria Paolo Maria Deanesi, Trento) e la collettiva La Ferita tra umano e divino. Arta antica e contemporanea da Francesco da Rimini a Lucio Fontana con un’opera commissionata per l’occasione. Nel 2020 inaugura la personale Nel lucido buio (Fondazione La Verde La Malfa, Catania) ed esce la seconda monografia Lo splendore del nero (the painter’s room | Vanillaedizioni). Nel 2022 è invitato come relatore al convegno Quale arte Sacra oggi? (Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, Napoli) la cui relazione (La pittura come preghiera. Una testimonianza) è contenuta nella pubblicazione omonima (Àncora Editrice), conclude l’anno con la collettiva Paesaggi. Percorso, confronti e nuove tendenze (Museo Cappuccine, Bagnacavallo). Nel 2023 partecipa alla collettiva Crossing. Da Klimt a Basilé, da Sironi a Bauermeister (CuBo, Bologna). Un suo contributo scritto, dal titolo Arte e Fede. Una testimonianza, figura nel primo volume di Arti e Teologie (Pazzini Editore). Nello stesso anno inaugura due importanti mostre personali: Salvifica. Il Sassoferrato ed Ettore Frani. Tra luce e silenzio (Palazzo degli Scalzi a Sassoferrato) e Di polvere e luce. Ettore Frani in dialogo Cattaneo, Ferroni, Kiarostami e Morandi (Galleria San Fedele, Milano). Nel 2024 partecipa alla collettiva Timelessness (Frascione Gallery in collaborazione con Aria art Gallery, Palm Beach Florida) e inaugura la mostra personale Luminosa (Cappella dello Spirito Santo, Monastero di Camaldoli).
Le sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche e private quali: Museo San Fedele Milano, MAR Ravenna, Museo Michetti Francavilla a Mare, Patrimonio d’Arte Unipol Bologna, Fondazione Cassa Risparmio Jesi, Fondazione G.L. – Raccolta Lercaro Bologna, Fondazione Casa della Divina Bellezza Forza d’Agrò e Collezione AMC Coppola Vicenza.

Port Hub, anche Salvini a Ravenna per celebrare la fine dei lavori della prima fase

Fondali a -12,5 metri con l’obiettivo di arrivare a 14,5 entro il 2026. Un progetto da 1 miliardo di euro

Ravenna Port Hub RV 53

Ci sarà anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, alla presentazione a Ravenna della prima fase del progetto di potenziamento infrastrutturale del porto. Le opere compiute del cosiddetto Ravenna Port Hub riguardano: il rifacimento delle banchine esistenti; la costruzione di oltre un chilometro di nuova banchina dove sorgerà il futuro Terminal Container; l’approfondimento dei fondali del porto canale a 12,5 metri, con l’obiettivo di raggiungere i 14,5 metri di profondità entro il 2026 e la realizzazione di oltre 200 ettari di aree attrezzate per la logistica e le imprese.

Si tratta di un progetto infrastrutturale da 1 miliardo di euro, con importanti opere complementari di Snam, Rfi, Anas, Eni, Progetto Agnes e ulteriori investimenti privati per una somma complessiva di oltre 5 miliardi di euro.

Se ne parlerà alla prima edizione di Adria Shipping Summit, l’evento dedicato al mondo marittimo, portuale, logistico e produttivo dell’Alto Adriatico, in programma il 19 e 20 settembre nella Sala Cavalcoli della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna.

Per raccontare la complessità del progetto, al tavolo dei relatori si avvicenderanno i suoi principali sostenitori e fautori con gli interventi, tra gli altri, dello stesso Salvini, del suo viceministro Galeazzo Bignami, di Giorgio Guberti, presidente Camera di Commercio, Giorgio Bellipanni (Ad di Fincantieri Infrastructure), Riccardo Sabadini (presidente Sapir), Giannantonio Mingozzi (presidente del Terminal Container Ravenna), Antonio Marcegaglia e Aldo Fiorini, rispettivamente presidentee Chief Operations Officer di Marcegaglia, e Carlo Mangia di Snam Fsru Italia.

«L’investimento effettuato dall’Autorità Portuale nel Porto di Ravenna – sottolinea il presidente Daniele Rossi – rappresenta un potenziale punto di svolta per l’intera portualità italiana. Si tratta di un’opera tra le più importanti del Paese, la cui prima fase si conclude con un anno di anticipo sul cronoprogramma, che ha l’obiettivo di consolidare uno scalo in grado di gestire volumi crescenti sia di traffico merci che di crocieristi. Le opere realizzate garantiranno un flusso operativo a pieno regime e costante, oltre che un ancora maggiore livello di sicurezza della navigazione, sicurezza dei lavoratori, digitalizzazione dei processi e sostenibilità ambientale ed energetica. Credo sia un ottimo risultato per un’opera pubblica in Italia».

Ad aprire questa prima edizione di Adria Shipping Summit il 19 settembre sarà la sessione dedicata al Ravenna Port Hub: Infrastructural Works il progetto di potenziamento infrastrutturale del porto di Ravenna, del quale si vuole celebrare la conclusione.

Nel secondo panel della mattina – Il porto di Ravenna: hub strategico per il sistema industriale – l’attenzione si sposterà sull’architettura portuale ravennate che rappresenta il microcosmo dell’intero sistema marittimo del Paese e racchiude tutte le tipologie di traffico: container, rinfuse solide e liquide, project cargo, ro-ro e ro-pax e crociere. Non solo, il sistema portuale dell’adriatico centro-settentrionale vuole posizionarsi tra i principali driver italiani della transizione energetica.

Al pomeriggio, la sessione Il nord-Adriatico laboratorio nazionale per direttrici innovative di sviluppo dello shipping si articolerà in due panel. Nel primo centrale saranno i seguenti temi: la vicinanza fra gli scali del nord-Adriatico, un’opportunità ma anche una sfida; la digitalizzazione e la relativa integrazione dei flussi di dati; la vocazione energetica dei porti, sia lato mare, con lo sviluppo delle rinnovabili offshore e delle infrastrutture del gas, sia a terra. Il secondo panel si focalizzerà invece sul tema dell’adeguamento e del rinnovamento infrastrutturale, dighe, dragaggi e collegamenti di ultimo miglio.

Venerdì 20 settembre mattina sarà dedicato alla visita in navigazione del porto di Ravenna, durante la quale si vedranno le opere del progetto Hub concluse.

Anche Jury Chechi all’inaugurazione della scuola ristrutturata dopo l’alluvione

Taglio del nastro al plesso “Ungaretti” con il generale Figliuolo. L’intervento è stato reso possibile da Reale Foundation

inaugurazione scuola solarolo

Si è svolta oggi (12 settembre) la cerimonia di inaugurazione del plesso scolastico della scuola media “G. Ungaretti” di Solarolo, completamente ristrutturato e riqualificato a seguito dei danni causati dall’alluvione dell’anno scorso.

L’intervento di riqualificazione è stato reso possibile grazie al supporto di Reale Foundation, fondazione corporate di Reale Group, che promuove iniziative di interesse sociale con un approccio mutualistico.

Alla cerimonia hanno partecipato la sindaca di Solarolo Maria Diletta Beltrani, il presidente della Provincia di Ravenna Michele De Pascale, il commissario straordinario per la ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, il presidente di Reale Mutua e di Reale Foundation Luigi Lana, il direttore generale di Reale Group Luca Filippone e il campione olimpico Jury Chechi, che ha portato un messaggio di speranza e di determinazione.

«Questa scuola – ha spiegato la sindaca Beltrani – è un simbolo di ricostruzione e di rinascita per la nostra comunità, un segno tangibile di quanto la solidarietà e l’impegno collettivo possano fare la differenza in momenti difficili. Grazie a Reale Foundation, i nostri ragazzi avranno un luogo sicuro e accogliente dove praticare sport e crescere insieme, rafforzando quel legame di comunità che ci rende più forti».

«Questa iniziativa – ha dichiarato il generale Figliuolo – si affianca al mio impegno, in qualità di commissario straordinario, per ripristinare i servizi scolastici vitali nelle aree colpite dalle alluvioni del maggio 2023. Ritengo fondamentale il ruolo di queste iniziative benefiche che vedono operare in uno sforzo corale istituzioni e privati, nel contesto post-emergenziale che stiamo vivendo, poiché testimoniano lo straordinario spirito di solidarietà che contraddistingue il nostro popolo di fronte alle più gravi calamità e alle sfide più complesse. Ai giovani, futuri leader di domani, rivolgo il mio più sincero augurio affinché questo progetto possa restituire alla collettività quegli spazi essenziali per l’educazione e la crescita».

«‘Taking care of people for a better world, together” è il nostro purpose aziendale – ha dichiarato il presidente di Reale Foundation, Luigi Lana – e rappresenta la bussola con cui affrontiamo le sfide del futuro. Siamo impegnati non solo a garantire la sostenibilità economica, ma anche a partecipare attivamente a un processo di trasformazione che generi valore intenzionale, portando cambiamento e impatti positivi. L’intervento sulla scuola “G. Ungaretti” ne è un esempio concreto, che rispecchia l’impegno di Reale Foundation e di Reale Group a costruire comunità resilienti e a sviluppare progetti che contribuiscano al benessere collettivo».

Alessandro Renda e uno smarrimento esistenziale dai toni surreali

«Vita e morte in un gioco buffo»

Alessandro Renda (ph. Marco Parollo)
Alessandro Renda – Foto di Marco Parollo

Da lunedì 16 a domenica 22 settembre (ore 21, mercoledì 18 ore 20, venerdì 20 e domenica 22 ore 19) il ridotto del teatro Rasi ospita HereThereWhere, spettacolo ideato, diretto e interpretato da Alessandro Renda delle Albe insieme a Mark Anderson e Isabelle Kralj, fondatori della compagnia statunitense Theatre Gigante. È lo stesso Renda a raccontarci com’è nato questo spettacolo – co-prodotto da Albe/Ravenna Teatro – e di un altro nuovo progetto in arrivo a ottobre.

Alessandro, HereThereWhere ha una genesi le cui origini hanno ormai una decina d’anni. Com’è andata?
«Il lavoro è in effetti l’approdo, un po’ strano, di un progetto che viene da lontano. Ho conosciuto Theatre Gigante nel 2014, durante la tournée statunitense di Rumore di acque delle Albe, a New York, nel New Jersey e a Chicago. Proprio a Chicago, grazie all’invito di Thomas Simpson (traduttore in inglese di molti importanti autori italiani, tra i quali Marco Martinelli), Isabelle Kralj e Mark Anderson, co-direttori di Theatre Gigante, assistono allo spettacolo e decidono di ospitarlo a Milwaukee, nel Wisconsin. I due se ne innamorano e mi chiamano per farne una sorta di rielaborazione – che diventa Noise in the Waters – con la collaborazione del compositore e fisarmonicista americano Guy Klucevsek. Da lì è nata una grande amicizia e poi anche la voglia di fare un lavoro insieme. Ragionavamo spesso di questioni politiche, lì c’era Trump che stava avanzando, qui Salvini, volevamo parlare di quanto alcune paure nella società diventano poi una carta da utilizzare per certa politica, e comunque il passaggio dalla paura alla violenza ci sembrava così tanto globalizzato, nelle forme e nei modi, che ci sembrava interessante. Iniziammo allora a lavorare a un’opera che si doveva chiamare In the Belly of the Beast, ed era un lavoro in cui si fondevano vari testi, da Hannah Arendt a Dostoevskij a Proudhon; abbiamo lavorato facendo residenze ovunque, poi, nel 2020, quando doveva debuttare, è arrivata la pandemia, quindi, con i biglietti dell’aereo in mano, il progetto è saltato».
Ma la voglia di collaborare è rimasta.
«Sì, alla fine il tempo passava e abbiamo accantonato quell’idea, poi sono successe varie vicende di vita a ognuno di noi tre, e il tempo trascorso ha modificato le nostre esigenze. Quando ci siamo ritrovati per capire cosa fare ci sentivamo da “un’altra parte”, non che fossero esaurite le questioni politiche che ci animavano, tutt’altro, ma c’era qualcosa di più personale; smarrimento, ansia, ma anche questioni più individuali, profonde, ed è in quel momento che ci siamo imbattuti nella drammaturgia dello sloveno Rok Vilcnik, che scrive molto anche per il cinema e testi di canzoni, che Isabelle e Mark avevano già messo in scena in uno spettacolo dal titolo Tarzan, molto ironico. Rok gli aveva dato anche una serie di testi mai pubblicati e quindi ci siamo trovati dentro questa drammaturgia “aperta” che sembrava il punto di contatto perfetto tra me e loro, anche per le diverse modalità di stare sulla scena. Ne è uscito un paesaggio sospeso tra nonsense e significato profondo che è diventato, due anni fa, il motivo della ripartenza».

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Mi descriveresti lo spettacolo?
«La drammaturgia di Vilcnik ci è piaciuta perché è un mondo completamente aperto che inquadra uno smarrimento esistenziale in un modo per noi interessante, per niente retorico, e racconta un po’ quello che è successo anche a noi tre in questi anni. La storia è molto esile e basilare e si rifà a quei modelli di teatro dell’assurdo come Ionesco, Beckett, Karl Valentin: i tre protagonisti hanno ricevuto un enigmatico invito a una festa di cui ignorano giorno, luogo e orario. Non conoscono il mittente o il motivo dell’invito. E poi la grande domanda che si fanno è “da dove dobbiamo partire per andare a questa festa?”.
Queste domande non trovano risposte e i tre iniziano a scervellarsi per capire se il non andare potrebbe offendere qualcuno, ma chi?, iniziano a parlare di presenze divine, di dèi, di un mondo parallelo, un qui e ora o mai, parlano di morte, di cosa è reale o non lo è, arrivano temi esistenziali ma dentro un gioco molto buffo. Da qui il titolo, HereThereWhere, per spiegare questa bussola che si è completamente bloccata, la perdita di una direzione da prendere».
Lo spettacolo ha debuttato negli Stati uniti lo scorso maggio, com’è andata?
«A Milwaukee è andata benissimo, e lì è stato inquadrato chiaramente all’interno di una dinamica di slap-stick comedy. La stampa l’ha definito «un mondo, parallelo a questo, alla fratelli Marx». Il pubblico americano ha riso molto per l’apparente insensatezza della situazione, ma poi in certi passaggi lo spettacolo è anche evocativo e delicato, perché a tratti non si capisce nemmeno se i tre personaggi siano ancora vivi, rimane questa ambiguità del testo. Dunque una situazione sì comica, ma con un velo di malinconia».
In ottobre arriverà poi un altro tuo spettacolo, Nephesh. Proteggere l’ombra.
«Esatto. Abbiamo raccolto l’invito di Azimut a Ravenna Teatro di pensare a uno spettacolo per il cimitero. Sappiamo benissimo quanto il cimitero, indipendentemente dai diversi approcci che ognuno di noi può avere, è il luogo ideale per farsi attraversare da questioni che ci riguardano da vicino e nel profondo, riflessioni esistenziali che tutti possiamo avere, passaggi della vita in cui si attraversano momenti oscuri. Quindi l’idea di partenza era proprio di parlare del senso di vuoto, della paura, del rapporto che abbiamo con il tempo e quindi del tipo di priorità che diamo alle cose che facciamo quotidianamente, un tema, quello del tempo, che avevo già messo molto in discussione in un altro progetto teatrale sul tema del lavoro fatto insieme ai milanesi Zona K. Anche lì si parlava di qualità del tempo che viviamo e di quanto spesso lo sperperiamo facendo cose che non ci piace fare con persone con cui non ci piace stare».
Perché il cimitero?
«Perché è già un teatro. Lo spettacolo è una drammaturgia sonora in cuffia per venti spettatori, al tramonto, ma è teatro, non una guida del cimitero, né un podcast sul tema della morte, è proprio una strana conversazione che avviene tra la figura protagonista – che in qualche modo diventa poi il flusso di pensiero dello spettatore – e un’entità che si chiama Nephesh, parola che esiste in ebraico, in arabo e in tante altre lingue, una parola diamantina, che muta significato a seconda di come la usi: vuol dire soffio, essere vivente, gola, spiriti, tantissime cose. Il testo l’ho scritto con Tahar Lamri, mentre ho lavorato su tutti gli altri aspetti musicali e del suono con Francesco Tedde. È un evento che si vive insieme, un attraversamento del cimitero in cui emergono tante questioni, esistenziali, sì, ma anche legate all’architettura, alle immagini fotografiche.
È uno spettacolo pensato perché possa stare al cimitero di Ravenna così come in quello, che so, di Faenza, Milano o Palermo, non è specifico. È pensato come una carezza, con una sua sacralità. È un lavoro in cui c’è molto di mio, un flusso di coscienza di questioni varie. La cosa particolare – di cui mi sono accorto dopo – è che le questioni sono simili a quelle di HereThereWhere: si parla di ombre, di morte, seppur in termini completamente diversi, come due facce della stessa medaglia».

Pd, la segretaria nazionale Elly Schlein alla festa dell’Unità di Casola Valsenio

Il 19 settembre. Il giorno dopo appuntamento con Bonaccini-De Pascale

Elly Schlein 7

Da giovedì 19 a domenica 22 settembre, a Casola Valsenio si svolgerà la 76esima Festa dell’Unità. La giornata inaugurale vedrà, alle 18, la presenza della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, che non è invece riuscita a partecipare alla festa appena conclusa di Ravenna.

A seguire, il 19 settembre, alle 21, lo scrittore casolano Cristiano Cavina presenterà il suo ultimo lirbo “L’ananas no” (di cui abbiamo parlato a questo link).

Tra gli altri dibattiti politici, il 20 settembre alle 21 è in programma un confronto con il neoparlamentare europeo Stefano Bonaccini, il segretario regionale del Pd Luigi Tosiani e il candidato alla presidenza della Regione, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale.

Le farmacie comunali assumono due “collaboratori” a tempo indeterminato

Nei comuni di Ravenna, Alfonsine, Fusignano, Cotignola, Cervia e non solo

Farmacia Interno

Ravenna Farmacie Srl ha indetto una selezione finalizzata all’instaurazione di due rapporti di lavori a tempo indeterminato per “Farmacista Collaboratore” livello 1 delle tabelle nazionali delle qualifiche del personale nell’ambito del Ccnl Assofarm vigente.

Le competenze di base richieste sono “le capacità tecnico professionali del farmacista, la propensione a porsi al servizio del cliente, la predisposizione alla vendita di prodotti farmaceutici e non, con un accentuato orientamento al risultato di vendita e al fatturato programmato”. La capacità di lavorare in gruppo e lo spirito di iniziativa completano il profilo.

L’attività lavorativa potrà essere prestata in tutte le farmacie comunali di Ravenna, Alfonsine, Fusignano, Cotignola, Cervia e altre in convenzione o nuove che potranno essere gestite da Ravenna Farmacie Srl anche al di fuori dei citati ambiti comunali.

Questo il link al bando: https://www.ravennaholdingspa.it/file/pagine_contenuti/pagine_contenuti_allegati_15675.pdf

La Stagione del Goldoni tra teatro classico, contemporaneo e per i piccoli

Ad aprire il cartellone Lodo Guenzi e Sara Putignano, con la loro interpretazione di Molto rumore per nulla di Shakespeare

Giovanni Scifoni Fra

Il Teatro Goldoni di Bagnacavallo presenta la Stagione 2024/2025, sotto la direzione artistica di Claudio Casadio e Ruggero Sintoni. In cartellone 7 spettacoli (tutti in doppia replica, per un totale di 14 rappresentazioni) accompagnati da 7 incontri con gli artisti. Alla Stagione si affiancano le rassegne di Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea (6 spettacoli, di cui 2 in scena al Ridotto) Favole (5 spettacoli dedicati ai più piccoli).

Ad aprire il cartellone principale della stagione, Lodo Guenzi (frontman de Lo stato sociale) e Sara Putignano, per la prima del loro Molto rumore per nulla di Shakespeare, adattato e diretto da Veronica Cruciani. Dopo un’anteprima nell’ambito dell’estate veronese, lo spettacolo inizierà proprio da Bagnacavallo la sua tournée teatrale, sabato 2 e domenica 3 novembre. Ancora Shakespeare, mercoledì 20 e giovedì 21 novembre ma in versione “trasversale” con Alessandro Benvenuti e  il suo Falstaff a Windsor, liberamente adattato da Le allegre comari di Windsor da Ugo Chiti. Martedì 7 e mercoledì 8 gennaio seguirà Racconti disumani, interpretato da Giorgio Pasotti e diretto da Alessandro Gassmann: due straordinari artisti che si misurano con le parole di Kafka per parlare agli uomini degli uomini.

Il malato immaginario di Molière, interpretato da Tindaro Granata, andrà invece in scena mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio. Si tratta di una nuova co-produzione di Accademia Perduta la cui regia è affidata a Andrea Chiodi. Sarà poi la volta di Paolo Cevoli (mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio) con il nuovo spettacolo Figli di Troia, in cui il celebre comico romagnolo racconta in chiave ironica e contemporanea il mitico viaggio di Enea, paragonandolo ad altri viaggi che hanno segnato la storia dell’umanità.

Martedì 25 e mercoledì 26 marzo ore 2  Enrico Guarneri e Nadia De Luca saranno impegnati nel bellissimo Storia di una capinera, itinerario spirituale e terreno di Giovanni Verga, con la regia di Guglielmo Ferro. La Stagione si chiuderà tra martedì 8 e mercoledì 9 aprile con Fra’. San Francesco la superstar del Medioevo di Giovanni Scifoni: monologo estremamente divertente sulla figura del Santo d’Assisi, orchestrato con laudi medievali e strumenti antichi. Per tutti i protagonisti della Stagione, si confermano gli Incontri con gli Artisti al Ridotto alle ore 18 del secondo giorno della loro permanenza in città. Tutti gli spettacoli andranno invece in scena alle 21.

Teatri D'Inverno Barbablù

Il cartellone “più giovane” del Goldoni, Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea, sarà quest’anno composto da sei appuntamenti sempre alle ore 21, in scena tra Ridotto e sala principale, tra i quali due “Prime” di riallestimento di produzioni di Accademia Perduta.

Apre il sipario venerdì 8 novembre Barbablù, spettacolo diretto da Giulia Paoletti e interpretato da Edoardo Frullini: un monologo intenso, dai toni forti, sulla violenza di genere e sui labili confini di dipendenza reciproca tra vittime e carnefici. Segue venerdì 22 novembre la giovane formazione Bluestocking con Io che amo solo te, uno spettacolo sulla scoperta di sentimenti inaspettati tra due adolescenti e il coraggio di vivere quelle emozioni, a dispetto della paura di essere scoperti o derisi. Lunedì 2 dicembre un’altra “Prima”: il riallestimento di Autoritratto, il nuovo spettacolo di Davide Enia, co-prodotto da Accademia Perduta con Piccolo Teatro di Milano, CSS Udine e Festival dei Due Mondi di Spoleto che nell’edizione 2024 ne ha ospitato la “Prima assoluta”, con enorme successo di pubblico e critica. Uno spettacolo intimo e collettivo in cui Enia affronta Cosa Nostra attraverso un processo di autoanalisi.

Dissonorata, interpretato da Saverio La Ruina,  sarà in scena venerdì 28 febbraio. Partendo dalla piccola storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione più ampia sulla condizione della donna. Accademia Perduta presenta poi, mercoledì 5 marzo, una terza nuova produzione con Bianco, spettacolo di Giuseppe Tantillo che ne è anche interprete con Valentina Carli, in cui si racconta l’incontro tra due anime nel momento sbagliato, due anime dentro corpi deboli, due anime che si trovano davanti al dubbio di una vita forse breve. Luigi D’Elia sarà protagonista giovedì 27 marzo di Caravaggio, un testo di Francesco Niccolini, diretto da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, in cui si delinea un ritratto a tutto tondo del grande pittore, tra peste, fame, povertà, successo. Il cartellone sarà chiuso, il 5 e 6 aprile, da Ombrelloni, nuovo testo di Iacopo Gardelli, interpretato da Lorenzo Carpinelli, presentato in “Anteprima” al Ridotto e nuova co-produzione di Accademia Perduta e Studio Doiz.

Favole Bella Bellissima

L’avvio della stagione dei “piccoli”, tra Favole e Teatro Scuola, sarà anticipato in occasione della festa di San Michele, con spettacolo Granny e Lupo della compagnia Tcp tanti Cosi Progetti in scena domenica 29 settembre, alle 18. Gli altri spettacoli in cartellone andranno in scena sempre di domenica alle 17, a partire da Alice nel paese delle meraviglie della compagnia Fratelli di taglia (17 novembre). Il 1 dicembre appuntamento con il teatro di figura per Bella, bellissima, la storia di una strega allestita da Accademia Perduta/Romagna Teatri per riflettere sugli standard di bellezza e la percezione di sè. Si prosegue il 15 dicembre con L’acciarino magico di Andersen della compagnia Il baule volante. Si prosegue il 12 gennaio con Carlo Lupo di Drogheria Rebelot, un’occasione per esplorare il teatro d’ombre. Gli appuntamenti di Teatro Scuola saranno invece in doppia replica, (7 spettacoli, 14 rappresentazioni). nLa rassegna sarà inaugurata il 28 e 29 novembre da Lumache del Teatro Città Murata, spettacolo per le Scuole Primarie che, tra avventure e incontri speciali, pone l’attenzione sul valore della lentezza e sull’importanza di riconoscerla come qualità.

Segue, il 12 e 13 dicembre, per i ragazzi e le ragazze delle Scuole Secondarie di I grado, Sono solo parole di Zerocomma ZeroUno: in un segretissimo laboratorio gli agenti speciali D e D raccolgono tutte le parole e ne decidono il destino: “approvata” o “respinta”. Provano, testano, catalogano. Ma un giorno le regole usate fino a quel momento non basteranno più… Sarà poi la volta di un grande classico: L’usignolo e l’Imperatore, una fiaba in musica tratta da Hans Christian Andersen, portata in scena il 21 e 22 gennaio dalla Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus per le Scole Primarie. La giovane compagnia Progetto g.g. presenterà poi, il 13 e 14 febbraio, una nuova produzione di Accademia Perduta: Rosaluna e i lupi, uno spettacolo quasi senza parole che, attraverso i corpi delle attrici e i pupazzi mossi a vista, stimolerà l’immaginario dei piccolissimi esplorando i temi della cura, del coraggio, ma anche della diffidenza e della paura. Il Baule Volante tornerà poi al Teatro Goldoni, il 6 e 7 marzo, con Nico cerca un amico, una riflessione sull’amicizia e sulla diversità tratto da un poetico racconto di Matthias Hoppe destinata ai bambini e alle bambine delle Scuole Materne e Primarie. Briciole di felicità della Fondazione Sipario Toscana, porterà in scena il 20 e 21 marzo uno spettacolo tra teatro di figura e videoproiezioni ispirato a Il venditore di felicità di Davide Cali e Marco Somà. Chiuderà il cartellone, il 3 e 4 aprile, Storia di un no della Compagnia Arione De Falco, spettacolo destinato alle Scole Secondarie di I grado, storia di un incontro, di un primo bacio, di famiglie che non sono come le vorremmo, della necessità di considerare l’altra metà della coppia come essere funzionale a noi e ai nostri bisogni, dell’amore confuso con il possesso.

Il festival “Manualetto” torna in darsena, nella sede della Compagnia Portuale

Tra teatro, musica e cinema, nel padiglione realizzato da Denara con quindici artisti selezionati da Studio Doiz

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Alice e Davide Sinigaglia

Fin dalla sua prima edizione, Manualetto ha avuto l’obiettivo di far scoprire e abitare temporaneamente, grazie all’architettura e alla cultura, spazi abbandonati o dimenticati della città. Le prime due stagioni del festival, curato da Denara e Studio Doiz, giovani associazioni ravennati under 35, si concentravano sulle banchine del lato sinistro della Darsena, disseminate di vecchie fabbriche abbandonate.

Quest’anno Manualetto si sposta nel cuore simbolico della Darsena, nella sede della Compagnia Portuale (grazie alla fattiva collaborazione del direttore Denis Di Martino), all’angolo fra via Antico Squero e via Teodorico, dove Denara (gruppo d’architetti formato da Nicolò Calandrini, Francesco Rambelli, Mirko Boresi e Federico Lucchi) realizzerà un padiglione a forma di ponte che per due fine settimana sarà abitato da più di quindici artisti, selezionati fra le proposte più fresche e originali in Italia da Studio Doiz.

«Come nelle passate edizioni, anche quest’anno abbiamo deciso di dare la precedenza a giovani artisti, quasi tutti under 35 e spesso per la prima volta a Ravenna, senza rinunciare a un’alta qualità dell’offerta culturale. Abbiamo selezionato i lavori più innovativi sia dal punto di vista formale che contenutistico», spiegano i direttori artistici Lorenzo Carpinelli e Iacopo Gardelli, fondatori di Studio Doiz assieme a Lorenzo Basurto e Giacomo Bertoni. «In particolare, abbiamo deciso di valorizzare opere in grado di ridefinire i rapporti fra linguaggi diversi, che ibridassero stili e immaginari. Il teatro si mescola al concerto, la musica diventa parte integrante del testo, in spettacoli che colpiscono per originalità e profondità. Artisti come Alice e Davide Sinigaglia, Leo Fulcro e Matteo Sintucci mostrano come il teatro possa adattarsi ai tempi, affrontando questioni cruciali per la nostra società».

«Dall’altro lato, l’offerta musicale, imprescindibile per noi fin dalla prima edizione del festival, è quest’anno ricchissima e tocca tanti generi: indie, rap, funk, elettronica. In particolare siamo molto contenti di portare, per la prima volta in Italia, Montee, compositore di musica elettronica da Colonia, una delle giovani promesse della scena europea. Infine, siamo onorati del ritorno a Manualetto di Alessandro Gori, aka Lo Sgargabonzi, quest’anno protagonista di un inedito incontro assieme alla gloria locale Eraldo Baldini».

Pizza, fritti e dolci saranno a cura di Orto Gourmand. In caso di pioggia gli eventi saranno cancellati.

IL PROGRAMMA 

PRIMO WEEKEND
✦ venerdì 20 settembre
ore 19.30 – Inaugurazione dell’edizione 2024
ore 20 – Portuali Magical Mystery Show (evento a cura della Compagna Portuale di Ravenna)
ore 21 – Leo Fulcro – Boy on Earth (teatro/concerto)
ore 22.30 – LEI (live set)

✦ sabato 21 settembre
ore 19.30 – live set a cura di New Ira
ore 21 – Alice e Davide Sinigaglia – Concerto fetido su quattro zampe (teatro/concerto)
ore 22.30 – Cupido Club (live set)

✦ domenica 22 settembre
ore 18.30 – Manualetto, perché? – Talk con DENARA, Studio Doiz, sponsor e cittadinanza
ore 21 – Matteo Sintucci – r/Place. Uno screenshot dell’umanità (teatro)
ore 22.30 – Sesso sfortunato o follie porno (Romania/2021) di Radu Jude (106′) – a cura di Filippo Perri – V.M. 18

SECONDO WEEKEND
✦ venerdì 27 settembre
ore 19.30 – live set a cura di Colmipedro
ore 21 – Studio Doiz – La spiaggia più lunga del mondo (teatro)
ore 22.30 – Gobbi (concerto)
ore 23.30 – Radio Ultima Spiaggia (live set)

✦ sabato 28 settembre
ore 19.30 – live set a cura di New Ira
ore 21 – Ananhash (concerto)
ore 22.30 – Montee (live set from Colonia/GER) – Prima nazionale
ore 23.30 – Karaoke

✦ domenica 29 settembre
ore 19.30 – Massimiliano Venturi – Burattini all’improvviso (teatro di figura)
ore 21 – Confessioni di una bicicletta blu a un leprecauno rurale. Incontro fra Eraldo Baldini e Alessandro Gori (talk)
ore 22.30 – Hausu (Giappone/1977) di Nobuhiko Obayashi (88′) – a cura di Filippo Perri

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