venerdì
18 Luglio 2025

All’Almagià torna “Cantine in città” con oltre 150 vini da degustare

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I membri dell’associazione Ricreazione durante la presentazione dell’evento

Torna sabato 2 marzo a Ravenna “Cantine in città”, fiera mercato di vini promossa dall’associazione Ricreazione.

L’appuntamento è dalle 12 alle 19 alle Artificerie Almagià, con 40 cantine provenienti da tutta Italia per oltre 150 vini da degustare liberamente, una volta pagato il biglietto d’ingresso da 25 euro (comprensivo di calice, taschina e un buono sconto spendibile ai banchi dei produttori di vino). È possibile acquistare i biglietti scontati in prevendita a questo link.

Qui sotto il manifesto con tutte le cantine partecipanti.

Locandina

 

La Regione conferma lo screening gratis per Epatite C: finora 1,9 positivi su mille

Campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione che può fare il test (un esame del sangue) per individuare la presenza del virus Hcv

Ospedale OscoLa Regione Emilia-Romagna ha confermato anche per il 2024 il test di screening gratuito dell’epatite C – un esame del sangue, senza ticket né prescrizione medica – con l’obiettivo di intercettare la patologia in tempo e fornire le giuste terapie a tutti i casi positivi identificati.

Complessivamente, al 31 dicembre 2023, sono 434.846 i test effettuati, attraverso i quali sono stati individuati 816 casi di positività (1,9 per mille) al test di conferma eseguito sullo stesso campione di sangue in caso di positività dell’esame di screening. 748 sono stati inviati ai centri di cura specialistici e 570 hanno iniziato il trattamento terapeutico. Esiste infatti un’efficace terapia antivirale, semplice da assumere e sicura: circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione. Ad oggi, invece, non esiste un vaccino.

Un dato importante riguarda la partecipazione: nel 2023, infatti, sono quasi raddoppiate le adesioni all’iniziativa di prevenzione da parte dei cittadini target, passate dal 17,9% del 2022 al 32,0% dello scorso anno. In Emilia-Romagna la proporzione tra i casi di positività riscontrati e il numero di persone, tra i 35 e i 55 anni, che si sono sottoposte al test, ovvero il “detection rate”, è dunque pari a 1: ciò significa che per ogni mille persone testate, ne viene identificata 1 positiva, che può così essere assistita e curata.

Sono tre le tipologie di destinatari, individuati dal ministero della Salute, a cui è rivolta la campagna di screening, che è stata avviata a inizio 2022: i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 (quindi di un’età compresa tra i 35 e i 55 anni) iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – Stp); le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente da età e Paese di provenienza.

L’epatite C è una malattia causata dal virus Hcv che può rimanere latente anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato. Chi la sviluppa in forma cronica, nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma l’infezione può evolvere in forme molto gravi.

Una persona che, se non avesse aderito alla campagna di screening regionale, non avrebbe scoperto di aver contratto il virus dell’Hcv, né avrebbe effettuato una visita specialistica o iniziato un trattamento terapeutico. Anche per questo, per promuovere consapevolezza rispetto all’importanza di aderire allo screening e far conoscere ai cittadini le modalità per partecipare, il Servizio sanitario regionale ha rilanciato anche quest’anno la campagna di comunicazione “C devi pensare”, con spot video e radio, informazioni sui social e materiale cartaceo.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Regione www.screeningepatitec.it.

I capannisti balneari chiedono un bando per le concessioni senza dover demolire

L’associazione che riunisce i proprietari delle 75 casette in legno tipiche della spiaggia ravennate ha ricevuto un’ordinanza di demolizione ma ha sempre pagato le quote di concessione. Ora rischiano anche una denuncia penale. «Perché siamo accusati di abusivismo?». Il Comune disponibile a un incontro

CapanniL’associazione dei Capannisti balneari di Ravenna, che riunisce i 94 proprietari delle 75 casette in legno sparse tra le dune e la spiaggia sui lidi ravennati di cui sono una peculiarità storica riconosciuta, vorrebbe un bando pubblico per il rilascio delle concessioni demaniali senza dover demolire le strutture esistenti.

Sarà questa la prima richiesta che i vertici dell’associazione faranno al Comune di Ravenna in un incontro che si svolgerà nei prossimi giorni. La proposta del consiglio direttivo è emersa ieri sera, 26 febbraio, in occasione della partecipata assemblea dei soci. Alle 15.30 di oggi alcuni capannisti andranno in consiglio comunale dove è previsto un question time sul tema.

Il sindaco Michele de Pascale e l’assessore al Turismo Giacomo Costantini erano stati invitati ma non sono intervenuti e hanno preferito inviare una lettera (il testo integrale in fondo alla pagina) con la disponibilità per un incontro in cui affrontare la questione capanni su cui pende un’ordinanza comunale di demolizione perché abusivi.

Ma è proprio lo stato di abusivismo che lascia perplessi i capannisti. In buona sostanza si ritrovano accusato di occupazione abusiva di suolo demaniale senza sapere come sia accaduto. Pur avendo sempre pagato la concessione annuale – utilizzando il bollettino F24 che il Comune ha sempre inviato puntualmente –, l’associazione ha scoperto che a un certo punto il Comune non aveva rinnovato il titolo. Perché? Nessuno l’ha spiegato ai capannisti. Che si sono visti recapitare l’ordinanza di demolizione.

Ordinanza segnata da un vizio di forma. «L’associazioni riunisce i capannisti ma non è proprietaria dei capanni, ogni capanno ha un suo proprietario – ha spiegato il presidente dell’associazione Giorgio De Lorenzi –. L’ordinanza quindi andava notificata a ogni singolo proprietario e non a noi». Una imprecisione che secondo il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi, a cui è stata data la parola nell’assemblea, sarebbe già sufficiente per far decadere quell’atto per essere riformulato.

In buona sostanza i capannisti vorrebbero solo capire perché ora vengono chiamati abusivi – con il rischio concreto di un procedimento penale in caso di sopralluoghi della capitaneria di porto – pur avendo sempre pagato quanto il Comune chiedeva e pur essendo presenti in quei luoghi da ben prima che venisse istituito il Parco del Delta con le tutele ambientali.

In molti casi si tratta di anziani che non hanno voglia e risorse per affrontare battaglie legali. E così qualcuno ha già smantellato il capanno e quindi di fatto ha eliminato dal paesaggio ravennate un elemento che lo stesso Comune definisce peculiare al punto da averlo riprodotto anche a Natale in piazza attorno all’albero per il mercatino. Paradossi della burocrazia.

C’è un ulteriore paradosso nella vicenda. Per diversi dei proprietari attualmente è impossibile andare a smantellare il proprio capanno visto che si trova a ridosso del cantiere per la riqualificazione dello stradello dei bagni nel progetto Parco Marittimo (l’ordinanza di demolizione non è però connessa a questo intervento). «Se volessimo abbattere, come dovremmo fare se c’è un cantiere e quella zona è vietata ai veicoli? Usiamo gli elicotteri?».

 

Di seguito il testo della lettera inviata ai capannisti dal sindaco Michele de Pascale e dall’assessore Giacomo Costantini:

Gentile presidente,

siamo rimasti molto stupiti nel leggere diverse vostre dichiarazioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa che non corrispondono a quanto più volte illustratovi.

Negli articoli viene da voi dichiarata la totale assenza di informazione e di confronto con l’amministrazione. Siete consapevoli che questa affermazione è falsa. Sono stati organizzati e formalizzati tre incontri ufficiali alla presenza di assessori e dirigenti nelle date 10 dicembre 2021, 8 giugno 2022 e 22 gennaio 2024. Anche il direttore del Parco del Delta del Po’ vi ha incontrato formalmente il 13 febbraio 2024. In quella occasione vi sono state mostrate le mappature digitali, sovrapponendo il censimento dei capanni alle aree di vincolo ambientale.

Siete altresì consapevoli, perché comunicatovi in maniera inequivocabile da queste amministrazioni, che ci sono alcuni capanni collocati illegittimamente in zone del demanio in cui vi è un divieto per vincoli ambientali e che, come vi è stato chiarito più volte, non è facoltà del Comune derogare in tal senso. Il demanio è un ambito statale su cui il Comune opera nel rispetto delle leggi dello Stato.

Siete a conoscenza, inoltre, che purtroppo a oggi viene fatto spesso un uso dei capanni non compatibile con la legge e la storicità delle condotte. In questo senso come sapete esiste un ordine del giorno del consiglio comunale del 19 settembre 2023 che individua nei capanni balneari storici del litorale ravennate un patrimonio culturale di Ravenna e della Romagna di riconosciuto e documentato valore storico e testimoniale.

Ma è altresì necessario che questa realtà si allinei con l’evoluzione dell’impianto normativo che regola gli ambiti demaniali, questo indipendente dall’intervento del Parco marittimo come invece è stato erroneamente supposto sulla stampa.

L’ordine del giorno del consiglio comunale chiede dunque di valorizzare e attualizzare la situazione dei capanni storici, trovando nuove forme di salvaguardia con modalità innovative, diverse da quelle che abbiamo conosciuto in passato che oggi non sono più legittime.

Restiamo disponibili a convocare un nuovo incontro per chiarire e approfondire ulteriormente quanto sopra esplicitato.

Ad Alfonsine è ufficiale la ricandidatura del sindaco uscente Riccardo Graziani

Con il sostegno del Pd e del centrosinistra. «Raggiunti molti obiettivi che ci eravamo posti cinque anni fa»

Riccardo Graziani

Il sindaco uscente Riccardo Graziani si ricandida alla poltrona di Primo cittadino del Comune di Alfonsine alle prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. La conferma ufficiale arriva dal gruppo dirigente del Partito democratico, che lo sostiene.

Quarantaduenne, da sempre residente ad Alfonsine, iscritto all’Albo degli Avvocati del Foro di Ravenna dal 2009, Graziani ha maturato una consolidata esperienza nell’ambito della pubblica amministrazione, avendo ricoperto per dieci anni l’incarico di assessore e, nell’ultimo quinquennio, quello di sindaco.

«Veniamo da anni in cui le difficoltà non sono certo mancate: dall’emergenza Covid, fino alle più recenti alluvione e tornado – spiega Graziani -. La macchina amministrativa del Comune e dell’Unione della Bassa Romagna è massimamente impegnata per far fronte a queste gravi criticità, sempre con l’auspicio, soprattutto per quanto attiene il tornado, di un più significativo ausilio da parte dell’Esecutivo nazionale. Ritengo, in ogni caso, che alla luce di questi fenomeni estremi, il tema della sicurezza del territorio debba avere la massima priorità. Dunque, nonostante questi frangenti non semplici, forti di una comunità coesa, è stato possibile condurre a termine molti degli obiettivi che ci eravamo posti nel 2019: cito, solo per fare qualche esempio, la ristrutturazione di Via Borse, il potenziamento della rete di piste ciclopedonali della nostra città, la nuova palestra presso le scuole di Longastrino, il rinnovamento del Cinema Gulliver e del Museo del Senio, l’accrescimento della sicurezza antincendio del nostro Istituto comprensivo di via Murri, la valorizzazione del complesso di Casa Monti, il rifacimento delle facciate del Municipio e la realizzazione della rotonda tra Reale e Raspona. Un punto di forza del nostro Comune, particolarmente sviluppatosi in questi ultimi anni, è costituito dalla capacità di intercettare contributi pubblici da destinare agli investimenti sul territorio: almeno 10 milioni di euro sono stati reperiti per queste finalità nel corso del mandato».

«Altri progetti stanno andando avanti – continua il sindaco -: anche qui a titolo esemplificativo, la ristrutturazione degli alloggi di edilizia popolare di via Tranvia che termineranno entro la primavera; e, se devo citare tre nuove opere che mi stanno particolarmente a cuore, non posso non richiamare il nuovo Mercato Coperto, i cui lavori hanno avuto inizio nell’autunno scorso dopo un significativo percorso partecipato con la nostra cittadinanza, e la nuova scuola dell’infanzia di Corso Matteotti per la quale abbiamo ottenuto 4,6 milioni dal Pnrr; anche in questo caso, l’inizio dei lavori è imminente; infine voglio menzionare il Centro socio occupazionale “L’Inchiostro” che potrà fruire di spazi più adeguati. Senza dimenticare un ulteriore percorso partecipativo che sta volgendo al termine in questo periodo, quello relativo all’Area Samaritani, con spunti davvero interessanti emersi dalla nostra città. Al contempo, mantenere e potenziare i servizi alla comunità, a partire da quelli sociali ed educativi deve permanere una delle principali finalità da perseguire; cultura e sport saranno altri aspetti su cui pure continueremo ad impegnarci. Una particolare attenzione sarà da riservare ai temi dello sviluppo economico e del sostegno alle attività imprenditoriali: dalle piccole e medie imprese, al commercio, all’ artigianato fino all’agricoltura, grande connotazione del nostro Comune, non solo sotto il profilo economico ma anche del presidio territoriale».

In queste settimane, oltre alle componenti che fanno parte della attuale coalizione, «saremo aperti ad ogni confronto con ogni forza che si riconosca nei valori del centrosinistra, mantenendo come costanti principi di riferimento quelli espressi dalla Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo: e coerentemente a quanto abbiamo sempre fatto, grande rilievo continuerà ad avere la partecipazione attiva dei cittadini».

Al Ravenna Festival l’unica data italiana di Anohni (ex Antony) and the Johnsons

La band presenterà il nuovo album il 15 giugno al Pala De André

ANOHNI MEDITERRANEAN ATHENS MADRID SANSEBASTIAN RAVENNA Credit By NOMI RUIZ (1)Dopo l’annuncio del programma generale del Ravenna Festival – che con il titolo E fu sera e fu mattina include oltre cento alzate di sipario fra l’11 maggio e il 9 luglio – arriva la conferma di un altro speciale appuntamento. Anohni ha infatti scelto Ravenna come sola tappa italiana del tour europeo con la sua band The Johnsons; quello al Festival sarà il secondo concerto della tournée, dopo Atene e prima di Madrid, Parigi, Londra, Gent, Berlino e Copenhagen.

Sabato 15 giugno, alle 21 al Pala De André, Anohni and the Johnsons (ex Antony and the Johnsons, rinominati l’anno scorso) proporranno brani dal nuovo album My Back Was a Bridge for you to Cross accanto a canzoni del repertorio.

Sul palcoscenico la celebre artista transgender sarà accompagnata da nove musicisti fra cui Julia Kent al violoncello, Maxim Moston al violino, il multi-strumentalista Doug Wieselman e Jimmy Hogarth – che è anche produttore – alla chitarra. Dopo due giorni di prevendita esclusiva sul sito anohni.com (mercoledì 28 e giovedì 29 febbraio), i biglietti del concerto a Ravenna saranno disponibili da venerdì 1 marzo attraverso i consueti canali di prevendita del Festival (attivi per tutti gli altri spettacoli già a partire da giovedì 29).

Nell’anno in cui Ravenna Festival ha scelto di riflettere sulle conseguenze del cambiamento climatico sul pianeta, l’appuntamento non potrebbe essere più a tema: Anohni è stata nominata ai premi Oscar 2016 per la canzone “Manta Ray”, vero e proprio inno ambientalista creato per il film Racing Extinction, diretto da Louie Psihoyos. E con il suo sesto album, My Back Was a Bridge for You to Cross, uscito l’anno scorso e coronato disco dell’anno dal New Yorker, l’artista continua a incoraggiare una trasformazione del nostro approccio alla spiritualità, alle strutture sociali e alle relazioni all’interno della biosfera.

Nata nel Regno Unito e cresciuta ad Amsterdam e in California, ANOHNI – pseudonimo di Anohni Hegarty – si è trasferita a New York prima dei vent’anni, creando la sua band nel 1998 e disegnando una traiettoria unica nella musica. Il suo viaggio ha attraversato generi diversi, dall’elettronica sperimentale all’avant-classical, la dance e la soul. La svolta è arrivata con il successo, nel 2005, di I Am a Bird Now (2005) e il Mercury Music Prize in Gran Bretagna.

Investita a piedi da un furgone: muore una donna di 48 anni

 

Una donna di 48 anni è morta, investita da un furgone mentre stava percorrendo a piedi via San Severo, alle porte dell’omonima frazione di Cotignola.

I dettagli dell’incidente sono riportati dal Resto del Carlino in edicola oggi, 27 febbraio.

La vittima si chiamava Tetyana Lotoshynsca, era di origini ucraine e abitava a poca distanza da dove è avvenuto l’incidente, un tratto rettilineo e privo di illuminazione della strada provinciale 62. Alla guida del furgone c’era un 47enne residente nel Faentino, risultato negativo al test alcolemico e tossicologico.

Una birra ravennate tra le migliori dell’anno secondo una giuria internazionale

birrificio bajone premio birra anno

Per il secondo anno di fila una birra prodotta nel Ravennate si laurea tra le migliori dell’anno alla fiera Beer & Food Attraction (svoltasi a Rimini lo scorso febbraio).

Si tratta della Selva, del birrificio Bajon di Porto Corsini (dove è attivo anche il pub-ristorante omonimo), seconda classificata in una delle 45 categorie del premio “Birra dell’anno”, a cura di Unionbirrai, quella delle Pils, ossia quella delle “Birre chiare, bassa fermentazione, basso grado alcolico, caratterizzate da evidente presenza di luppolo da aroma e da amaro, di ispirazione tedesca“.

Al concorso che premia le migliori birre artigianali quest’anno erano iscritte 2.153 birre a fronte di 255 birrifici. Ad assegnare i premi una giuria composta da 84 giudici provenienti da tutto il mondo.

Il birrificio Bajon è l’unico della provincia di Ravenna tra i premiati. «Una vittoria che gratifica i nostri sforzi quotidiani», commentano con entusiasmo i titolari, in un post pubblicato sulla pagina Facebook.

In 4mila alla pinacoteca di Faenza per il polittico di Lorenzetti: mostra prorogata

Il capolavoro è in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze

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Oltre 4mila visitatori per la mostra della Pinacoteca Comunale di Faenza dedicata al polittico di Pietro Lorenzetti, uno dei capolavori della pittura gotica italiana, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi.

L’esposizione, aperta a fine ottobre, avrebbe dovuto terminare il 3 marzo, ma il Comune di Faenza ha deciso di prorogarla. Le storie di Santa Umiltà dipinte da Pietro Lorenzetti, uno dei protagonisti dell’arte gotica in Italia, si potranno ammirare fino al 26 maggio. La giornata della santa, co-patrona di Faenza, ricorre il 22 maggio: la volontà del Comune di Faenza è stata quella di proseguire la mostra fino a includere questa data, visto il grande legame che la mostra ha portato in luce tra la città, il comune sentire dei faentini e questa figura forte di donna e religiosa vissuta in tempi molto lontani ma la cui memoria è tuttora viva e forte in città. Quest’anno, grazie alla presenza del polittico di Pietro Lorenzetti in città, ci sarà un motivo in più per celebrarla e ripercorrerne le vicende davanti all’opera che ne descrive le gesta e i miracoli.

Il grande polittico, composto da ben 21 pannelli, è stato esposto per la prima volta nella Pinacoteca Comunale dopo quasi quattro anni di restauro. Una toccante sinfonia di rosa, di bruni, e d’oro.

«Alla luce del grande successo della mostra – commenta il sindaco Massimo Isola – l’esposizione della Pala d’altare della Beata Umiltà viene prolungata. Sarà l’occasione per rafforzare il legame con il museo fiorentino ma anche per dare ai faentini e agli amanti dell’arte che non ne hanno avuto la possibilità di ammirare questo capolavoro. Questi mesi sono il racconto di un grande successo: la nostra città e tanti visitatori, arrivati anche da fuori Faenza, hanno risposto positivamente alla mostra. Il dialogo costruito assieme alle Gallerie degli Uffizi è stato un accordo importante ma anche l’occasione per avvicinare centinaia di persone al progetto artistico e a rinsaldare il rapporto di Faenza con uno dei simboli della nostra comunità».

Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Info: 0546 680251.

Stefano Sangiorgi inizia il tour di incontri per presentare la candidatura a sindaco

Il 43enne imprenditore informatico ha dieci anni di carriera come assessore. Il 27 e il 29 febbraio incontra i cittadini in due assemblee pubbliche

Stefano Sangiorgi Massa LombardaA Massa Lombarda cominciano gli incontri pubblici di presentazione del candidato sindaco Stefano Sangiorgi per la lista del centrosinistra “Massa Lombarda Futura”. Due gli appuntamenti in claendario: martedì 27 febbraio alle 20.45 al Centro di Quartiere di Fruges e giovedì 29 febbraio alle 20.45 alla sala Zaccaria Facchini di Massa Lombarda.

Entrambi gli incontri saranno aperti dal segretario comunale del Pd, Alberto Carnelos, poi il sindaco uscente Daniele Bassi farà il bilancio della sua amministrazione.

Sangiorgi è originario di Massa, ha 43 anni, imprenditore di una azienda di informatica con sede a Ravenna, per dieci anni è stato assessore con delega all’ambiente, protezione civile, digitalizzazione. Sangiorgi è spostato con due figli e al momento è presidente di Avis comunale di Massa Lombarda e dal 1999 nel volontariato.

Coldiretti da Ravenna a Bruxelles alla manifestazione per sostenere gli agricoltori

L’associazione di categoria chiede risposte tempestive alle necessità delle aziende «e scardinare quei regolamenti che non hanno senso»

Coldiretti A BruxellesAnche una delegazione di Coldiretti Ravenna era presente a Bruxelles stamani, 26 febbraio, alla manifestazione degli agricoltori scesi in piazza con un corteo che dalla stazione Luxembourg ha raggiunto Rue de la Loi, a pochi passi dal Parlamento europeo, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac, la politica agricola comunitaria. Da Ravenna erano presenti il presidente provinciale Nicola Dalmonte e il delegato provinciale Giovani Impresa Marco Sforzini.

Coldiretti Ravenna A BruxellesAlcune delle proposte del piano presentato da Coldiretti sono: stop all’invasione di cibo straniero, alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani; incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse; garantire una moratoria sui debiti; rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti.

«Nel mirino – spiega Dalmonte – anche l’import selvaggio di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Occorre lavorare per aumentare la produzione agricola agendo sul fronte dell’innovazione, con nuove tecnologie di miglioramento genetico per recuperare le produzioni in termini non solo di sostenibilità, ma anche in termini quantitativi e su quello dei contratti di filiera, fondamentali per aumentare il livello di aggregazione dell’offerta, caratterizzando e valorizzando qualitativamente il prodotto nazionale».  Il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero nel 2023 hanno raggiunto il record di 65 miliardi di euro. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non aderiscono alle stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.

Il prodotto simbolo è il grano. In Italia nel 2023 sono più che raddoppiate per un totale di ben oltre il miliardo di chili – denuncia la Coldiretti – le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato secondo modalità vietate a livello nazionale. Ma se il Paese dell’acero resta il primo fornitore, la vera invasione che ha segnato il 2023 è quella di grano russo e turco aumentati rispettivamente del +1164% e del +798% secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga. Un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, che ha fatto calare in maniera significativa le quotazioni del prodotto italiano.

Porto Robur Costa: «Al prossimo coro razzista la squadra lascerà il campo»

Un giocatore di origini nigeriane di Ravenna bersagliato di ululati dai tifosi avversari. La società di volley scriverà alla Lega

VOLLEY PALLAVOLO. Consar RCM Ravenna BCC Castellana Grotte 3 1.Al prossimo episodio di cori razzisti dagli spalti dei palazzetti all’indirizzo di un giocatore in campo la squadra Porto Robur Costa sospenderà immediatamente la partita e farà rientro negli spogliatoi. È la decisione comunicata dal club di pallavolo di Ravenna dopo quanto accaduto al Pala De Andrè ieri, 25 febbraio, durante la partita del campionato di A2 con la Yuasa Battery Grottazzolina,

Il centrale della Robur di origini nigeriane Martins Arasomwan, dopo una battuta sbagliata, è stato bersagliato da una parte della tifoseria avversaria (una trentina in tutto gli ospiti) di ululati, chiaramente riferiti al verso della scimmia, che si sono sentiti in tutto il palazzetto e che hanno generato da parte della panchina e di tutto il pubblico una reazione in difesa del giocatore.

«Minimizzare certi episodi – scrive oggi il presidente della società ravennate Matteo Rossi in una nota – vuol dire accettarli e se questa è la cultura che dobbiamo trasmettere ai giovani e soprattutto a quelli che praticano il nostro sport, è evidente che non intendiamo farne parte».

Rossi in rappresentanza di tutto il club, esprime il grande disappunto per i cori di razzismo: «Il Porto Robur Costa 2030 si fa interprete anche del disappunto della città di Ravenna e annuncia che invierà una lettera alla presidenza di Legavolley, alla presidenza federale e alla Commissione arbitrale, per esternare tale disappunto».

Arasomwan ha scelto di non rilasciare alcuna dichiarazione in merito all’episodio.

La diga del rigassificatore di fronte a Punta Marina sarà lunga 900 metri e alta 6,5

Autorità portuale ha firmato l’accordo con Snam per la realizzazione dell’opera, sostenuta da Cassa Depositi e Prestiti, a 8,5 km dalla costa di Ravenna a protezione della piattaforma Petra dalle mareggiate

Il rendering del rigassificatore al largo di Punta MarinaL’Autorità portuale di Ravenna realizzerà la diga frangiflutti a protezione della piattaforma al largo di Ravenna, 8,5 km di fronte a Punta Marina, dove verrà attraccato il rigassificatore. Ap e una società del gruppo Snam hanno firmato l’accordo per la realizzazione.

La diga, opera sostenuta da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), servirà per proteggere l’impianto e le navi metaniere dalle mareggiate, sarà lunga complessivamente circa 900 metri, alta 6,5 metri e avrà una larghezza di 23,5 metri che arriveranno a 38 metri in corrispondenza delle due testate. La configurazione è frutto di una serie di indagini ingegneristiche dettagliate e del continuo confronto con le autorità tecniche marittime. L’entrata in funzione del rigassificatore è prevista nel primo trimestre del 2025.

I lavori per ospitare il nuovo il terminale di rigassificazione al largo della costa di Ravenna sono iniziati il 19 giugno 2023 e vedranno interventi in mare e a terra (qui maggiori dettagli sul metanodotto da 40 km a terra). Come noto, il rigassificatore sarà ormeggiato in corrispondenza dell’esistente piattaforma comunemente chiamata il “Ragno”, una struttura lunga 350 metri e alta 11,5 metri, che veniva utilizzata per ricevere le navi petroliere.

I rigassificatori galleggianti, noti anche con l’acronimo Fsru dall’inglese Floating Storage and Regasification Unit, non sono altro che navi ormeggiate a una piattaforma alle quali vengono attraccate navi metaniere che trasportano gas naturale liquefatto (Gnl) a una temperatura di -162 gradi C per riportarlo allo stato gassoso e immetterlo nella rete nazionale di trasporto del gas. Il processo di trasformazione dallo stato liquido allo stato gassoso prevede di sfruttare la temperatura del mare.

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