venerdì
18 Luglio 2025

Codice genetico, intelligenza artificiale e danza si intrecciano con Wayne McGregor

Il 10 e 11 febbraio ad aprire la stagione del teatro Alighieri di Ravenna è la compagnia del grande coreografo inglese

Company Wane McGregor AutobiographyIl percorso danza della stagione 2024 del Teatro Alighieri si apre con una punta di diamante della danza contemporanea, la Company Wayne McGregor, che ritorna a Ravenna per un doppio appuntamento, sabato 10 febbraio alle 20.30 e domenica 11 alle 15.30.

Colto e spregiudicato, Wayne McGregor ha un tratto inconfondibile, con cui esplora una visione distonica del corpo, specchio di un mondo frammentario e disfunzionale. È dall’interesse del coreografo inglese per il corpo come “archivio” che nasce Autobiography, creata in collaborazione con i danzatori della compagnia sulla partitura elettronica di Jlin e sull’algoritmo creato da Nick Rothwell per mettere in relazione i dati del Dna del coreografo con memorie personali e il corpo degli interpreti.

Sempre nuova a ogni spettacolo, la coreografia in scena a Ravenna è una meditazione sul passato e sui futuri possibili; si avvale di Aisoma, un strumento di intelligenza artificiale – messo a punto con Google Arts and Culture – al quale sono stati somministrati cento secondi dall’archivio coreografico di McGregor. Così i danzatori si confrontano con nuove opzioni di movimento, contenuti alieni introdotti nell’ecosistema coreografico: la vita riscrive se stessa, interrogandoci sull’esperienza del corpo nel suo rapporto con la tecnologia attraverso 23 sezioni corrispondenti alle 23 coppie di cromosomi del genoma umano.

«In ogni momento, la tua vita è frammentaria, molteplice, sentita – spiega il coreografo Wayne McGregor – è la somma delle tue impressioni ed esperienze, di quello che stai leggendo o quello a cui stai pensando, delle persone attorno a te. Autobiography è un esperimento che penso si confronti con l’idea della vita come scrittura. La vita si dipana fuori dal nostro controllo e dobbiamo affrontare quelle circostanze. Credo possa essere davvero qualcosa di bellissimo».

Così codice genetico, intelligenza artificiale e coreografia si intrecciano in maniera inedita, sconvolgendo la tradizionale natura della danza. Per quest’innovativa creazione, McGregor e danzatori della sua compagnia hanno collaborato lavorando su vecchi appunti, memorie personali, opere d’arte e musica che sono state importanti nell’esperienza del coreografo. Anche la colonna sonora di Jlin è basata sul genoma di McGregor, mentre scene e proiezioni sono firmate da Ben Cullen Williams, le luci sono curate da Lucy Carter, Uzma Hameed ha messo a punto la drammaturgia e il fashion designer Altor Throup ha creato i costumi attingendo dal proprio archivio.

Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org

Agonizzante per mezz’ora su una panchina del centro, ex insegnante muore in ospedale

I figli di Laura Angelini, 83 anni, denunciano l’indifferenza e «una società incapace di aiutare»

Laura Angelini

È rimasta trenta minuti in agonia su una panchina di via Mazzini, in centro a Ravenna, nell’indifferenza dei passanti. Poi è morta in ospedale, dove è stata trasportata d’urgenza, a causa di un infarto. Cordoglio in città per la scomparsa di Laura Angelini, insegnante in pensione di 83 anni, vedova del baritono Giuliano Bernardi, morto a soli 37 anni nel 1977 in un incidente stradale.

A denunciare l’indifferenza dei ravennati – senza incolpare nessuno, ma cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica su quella che definisce «una società incapace di aiutare» – è uno dei due figli, Alberto Bernardi, in una lettera pubblicata integralmente oggi (9 febbraio) sulle pagine del Carlino Ravenna. A portare in pronto soccorso la donna era stato l’altro figlio, Paolo, dopo essere riuscito a rintracciare la madre solo al termine di quattro chiamate in cui la donna agonizzante non era riuscita a fornire indicazioni chiare.

I funerali di Angelini – insegnante per oltre vent’anni alla Santi Muratori – si sono svolti mercoledì.

Cna: su un campione di 280 imprese alluvionate solo 4 hanno ricevuto rimborsi

Le aziende esaminate dall’associazione di categoria in provincia di Ravenna hanno subito danni per 35 milioni di euro

Il generale Francesco Paolo Figliuolo a RavennaSu un campione di 280 imprese aderenti a Cna in provincia di Ravenna e colpite dall’alluvione solo 4, ovvero l’1,4 percento, hanno ricevuto risorse dal Governo per i danni subiti. Il numero corrisponde alle imprese esportatrici che hanno potuto usufruire di pratiche rapide e semplici, con l’assistenza degli uffici Cna, e hanno già ricevuto nei propri conti correnti 6,13 milioni di euro (le aziende esportatrici, oltre a ristorare i danni subiti ai beni, potevano richiedere contributi anche per il mancato fatturato, possibilità negata alle altre imprese). Sono oltre 35 milioni di euro i danni delle aziende del campione analizzato.

Il tema della ricostruzione post alluvione è tornato alla ribalta nazionale, anche grazie alla lettera che il sindaco d Ravenna, Michele de Pascale, ha scritto al conduttore del Festival di Sanremo, Amadeus, ravvenate di nascita, che nella serata dedicata ai 70 anni di “Romagna Mia” ha lanciato un sentito appello a non lasciare sola la Romagna colpita dall’alluvione. I dati dicono che resta ancora un miraggio lontanissimo il “100% ristori dei danni” alle imprese pronunciato dalla premier Meloni all’indomani dell’alluvione e poi scritto nelle ordinanze del Commissario.

Matteo Leoni, presidente della Cna territoriale di Ravenna, riepiloga gli aiuti ricevuti dai canali della solidarietà: 179 imprese del campione Cna hanno ricevuto 179mila euro dal bando della Camera di Commercio, 280 imprese hanno ricevuto donazioni per 332.612 euro dalla raccolta fondi Cna, 25 imprese prettamente artigiane, 100mila euro dall’ente bilaterale Eber.

«Le imprese stanno cercando di destreggiarsi tra le complicate domande da fare – afferma Massimo Mazzavillani, direttore generale della Cna territoriale di Ravenna – tra dubbi interpretativi dell’ordinanza, casi frequenti non ben disciplinati e difficoltà a trovare o effettuare delle perizie, con la spada di Damocle di poter integrare la pratica una sola volta. Al momento, infatti, si contano sulle dita di una mano, sul nostro campione, le aziende che hanno presentato la pratica, pur riscontrando una grande disponibilità da parte della Struttura Commissariale a fornire i chiarimenti di loro competenza.  Servirebbe però un input forte del Governo sulla volontà di semplificazione e la revisione di alcuni meccanismi di rimborso, come l’obbligo di sottoscrivere un finanziamento e scalare poi le rate con un credito d’imposta».

Cna chiede di smetterla con il rimpallo di responsabilità tra Roma e gli enti locali e di accelerare sui piani di messa in sicurezza strutturale a cura del Commissario: «Riteniamo inoltre un pessimo segnale l’obbligo di copertura assicurativa solo a carico delle imprese per le catastrofi naturali, introdotto dalla legge di stabilità».

Le solite inevitabili pagelline di Sanremo. Ma senza il numerino di fianco ai nomi

A Sanremo 2024 i pezzi buoni ci sono, sono più del solito e sono cantati da artisti che ci credono molto, il che aiuta

Voi non avete idea di quanto faccia schifo a un “critico musicale” mettere i voti numerici. Mettetevi nei suoi panni: si impegna un sacco per scrivere cinque o sei righe che inchiodino un pezzo, che (vi insegnano da piccoli) è come danzare di architettura. Poi la rivista impone di mettere un voto numerico, e quel voto è tutto ciò che la gente leggerà mai della recensione. Non voglio fare questa cosa oggi. Mi scuserete.

421942410 824746049668986 5003865679135281069 NLa Illustre Direzione mi ha affidato comunque il compito di “fare le pagelle” del Festival, dopo la prima serata di ascolti. Mi permetterò di redigere dei semplici pareri, canzone per canzone, e senza il numerino alla fine. La cosiddetta KERMESSE non sarà considerata.

Non ho resistito fino alla fine della serata, non è fisicamente possibile se hai una vita: ho recuperato alcuni pezzi il giorno dopo su RaiPlay. Inizierò dicendo che trovo molto soddisfacente il livello medio di questo festival e che credo che i pezzi buoni ci siano, che siano molti più del solito e che siano cantati da artisti che ci credono molto, il che aiuta. Andiamo!

Ecco le pagelle (senza numerino) della prima serata di Sanremo 2024

CLARA è un mescolone di canzona Elodiana con in mezzo un po’ di inutile Fred Again in rappresentanza di quell’idea – abbastanza condivisa nei piani alti del gotha degli autori sanremesi (l’impressione, se date credito agli annunci, è che se mettete assieme 7 nomi avete il 75% delle canzoni in gara) che se metti due rumori di barattolo campionati puoi rivendere la stessa merda di vigogna per 35 anni senza che nessuno righi l’auto di nessun altro.

SANGIOVANNI alla prima serata sembra la versione senza grassi di Mostro, la canzone con cui gIANMARIA ha rubato la scena lo scorso Sanremo, anche se poi Gianmaria l’anno scorso non ha rubato nessuna scena e credo che questo sia più o meno il destino di Sangiovanni quest’anno.

425848310 925562278939365 2217432552422511349 NFIORELLA MANNOIA l’ho odiata per quasi tutta la vita, poi due o tre anni fa in cui ho scoperto che in realtà prima di fare la cantante aveva iniziato la carriera come stuntwoman. Da allora ogni secondo della sua musica mi sembra nient’altro che la prosecuzione, in qualche modo l’inseguimento di questo eterno dedicarsi al cinema in ogni sua forma. In questo senso geniale quel modo di cantare che sembra sempre in ritardo sulla musica, quel costante correr dietro a qualcosa che è già successo come appunto un corpo-cinema lanciato in aria e governato da inerzia e gravità. Mariposa segue le stesse regole fisiche e lo stesso sprezzo per le suddette regole, la metterei intorno al sedicesimo posto.

La prima sera ascolti LA SAD per capire se puoi usarli le sere successive per programmare la pausa pipì – e indovina un po’? – un testo con un forte messaggio sociale. Non ho niente contro i forti messaggi sociali ma trent’anni e passa di frequentazioni del festival mi hanno insegnato che quel palco è il posto peggiore per veicolarli.

426261697 948245066665588 2716336758984815730 NIRAMA ci crede e a Sanremo crederci conta tanto, non è necessariamente piacevole ma ti trascina (poi in realtà nella pronuncia a me ricorda l’assassino del Silenzio degli Innocenti quando dice alla tizia che deve mettersi la lozione tre volte al giorno).

GHALI non è orrendo ma nella sua versione sanremese sembra tipo il cantante di un gruppo chiamato Ghali a cui gli ex-membri hanno intentato causa per l’appropriazione indebita del nome.

Dei NEGRAMARO ho letto da diverse parti che avrebbero vinto alla grandissima e vorrei che mi portassero chi ha scritto questa cosa e uno di quei palloncini che quando li schiacci viene fuori il rumore delle scorregge; non è che la canzone sia pessima, ma con il non-pessimo non si vince il Festival.

ANNALISA è talmente carica e padrona del palco che tutto quello che succede nella mezz’ora successiva sembra risuonare di quella musica d’arpa che davano quando in Tv c’era ancora l’intervallo. Probabilmente non vincerà, in molti si stanno lamentando della canzone, dicono che è il solito pezzo di Old Annalisa e/o un testo banale, ripetendo a pappardella lo stesso pippone che Morgan fece a X-Factor due o tre mesi fa. Capirai.

Detesto MAHMOOD: è sempre perfetto, sempre da podio, ma spero che arrivi sotto il decimo posto per puro amore d’alternanza.

DIODATO è in una posizione pessima: torna dopo aver vinto e senza aver particolarmente spaccato l’immaginario. Ma la canzone c’è (britpop-Cremonini-diodatismi vari) e lui sta sul palco da dio.

425853947 948325659997995 8574935218649922971 NLOREDANA BERTÈ è un raro esempio di persona pubblica che è riuscita a memare il suo meme e ridiventare una sorta di essere umano di ritorno. Di qui a considerare credibile la sua posizione in classifica dopo la prima serata ce ne passa: non tiratemi la giacca, per favore.

Con GEOLIER ricominciamo l’interessantissimo dibattito sul rap a Sanremo sì/no in un’oggettiva realtà nella quale nessun rapper ha MAI portato a Sanremo un pezzo da storia del rap, e del resto non eravamo qua ad aspettare che ci pensasse Geolier.

ALESSANDRA AMOROSO alla prima partecipazione sta un po’ a metà tra il concorrente e il superospite, uno status che storicamente ti garantisce un ottimo piazzamento ma quasi mai la vittoria. Lei canta la sua cosa, che non è decisamente la mia cosa, ma sul tardi della canzone ti convince di essere venuta con la voglia di fare benissimo.

THE KOLORS non possono che rifare Italodisco e quindi rifanno Italodisco, mi spiace arrivare il giovedì mattina a dirvi una cosa che sapevate già quando avete imparato che i The Kolors sarebbero andati a Sanremo.

Non sono particolarmente fan di ANGELINA MANGO ma ero particolarmente fan di suo padre, lei ha in mano un pugnale per il mio petto, vale a dire che nella sera delle cover eseguirà La Rondine e io sono qua in attesa. Inciso: la serata delle cover non è più una cosa per riempire 5 serate ma un momento fondamentale della gara in cui i vari artisti sono chiamati a costruire la distanza tra loro e quelli simili a loro. Fino a quel momento devono tenere botta e Angelina Mango tiene botta alla grande.

Molto bene IL VOLO, perché anche i più devoti sanremisti hanno bisogno di un nemico e i tre non ci risparmiano una goccia di pacchiano.

BIG MAMA ha un bel pezzo e una bella presenza scenica ma purtroppo è a questa altezza che iniziano i problemi coi pezzi tipo quello di Big Mama, la maggioranza assoluta – diciamo una sorta di deep pop micropolitico da ballare con un break dentro la canzone; a Sanremo essere diversi dagli altri paga spesso, a patto di essere diversi in un modo accettabile – in sostanza se i pezzi sono tutti cassa-pop si danneggeranno a vicenda e le canzoni lagnose, in minor quantità, hanno più probabilità di vincere il festival.

424923187 18411558061049643 6137976540892920575 NI RICCHI E POVERI avevano creato tanta aspettativa grazie a un certo consenso costruito tra i giornalisti che avevano sentito le anteprime ed effettivamente sono una delle migliori quote-anzianotti degli ultimi anni, un po’ sul solco Cugini di Campagna (fanno ballare ma fanno ballare con coscienza).

EMMA bravissima ma forse avevo costruito su di lei un’aspettativa troppo alta (pensavo fosse stato un Sanremo di rinascita alla Mia Martini, è stata solo una bella interpretazione, per un pezzo che si mescola troppo nella media bigmamiana).

NEK&RENGA hanno qualcosa di orgoglioso nel loro porsi ma anche qualcosa di orrendo nel loro continuare a porsi, vestigia di un passato con cui nessuno sembra voler avere a che fare, me compreso, e quindi passo all’inevitabile Supereroi pt II di MR. RAIN, probabile posizione alta in classifica, niente di interessante.

BNKR44 che portano Governo Punk, altra pausa-pipì per le sere a venire, e francamente pure GAZZELLE deludente. Io non amo Gazzelle ma ero convinto che avrebbe fatto una grandissima figura itpop-sanremese e francamente, alla prima uscita, non sembra nel suo ambiente. Spero in un boost di confidenza che lo faccia crescere sul finale, il pezzo secondo me non lo aiuta, non tanto in sé e per sé ma più come insieme di cose.

425756068 932131531604918 3798698482847933860 NDARGEN D’AMICO ha un pezzo molto politico, si è apertamente pronunciato per il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza ed è superiore a quasi tutti gli altri in ogni aspetto: assolutamente da top 5. Poi va detto che il DDA sanremese, se avete sentito i dischi fino a Nostalgia istantanea, è come se uno chef stellato avesse chiuso il ristorante e trovato un lavoro come cuoco alla mensa delle elementari. E non è detto che la mensa delle elementari sia peggio del ristorante stellato e senz’altro la mensa delle elementari beneficia dall’avere DDA in cucina, ed è ragionevole pensare che la sua traccia sarà molto ascoltata e amata. Nondimeno.

ROSE VILLAIN tenta di tenere insieme la canzona lacrima uggiosa e il pezzo dènz, è un frankenstein curioso ma spero non si piazzi sopra il decimo posto.

I SANTI FRANCESI sono dei grandi artisti o almeno sul palco danno l’idea di pensare di esserlo, non ho niente in contrario ma quando è finito il pezzo ti senti come alla fermata nel momento in cui ti rendi conto che l’autobus che stai aspettando passa solo nei festivi e prefestivi.

Per FRED DE PALMA ci si aspettava un momento uber-tamarro che non è arrivato e non so decidere qui se è un bene o un male. MANINNI molto meglio di quel che pensassi, tanto crederci, un pezzo assolutamente salvabile. ALFA e IL TRE no, ma forse l’ora è tarda e suonare la prima sera per ultimo e penultimo non t’aiuta.

* Francesco Farabegoli, tra le altre cose, scrive di musica su Rumore

Lavori di ampliamento al pronto soccorso, ingresso spostato temporaneamente

Dal 12 febbraio per raggiungere il triage del pronto soccorso di Ravenna bisognerà utilizzare la vecchia rampa di accesso

Ospedale RavennaProseguono i lavori di ampliamento al pronto soccorso di Ravenna e da lunedì 12 febbraio saranno introdotte alcune modifiche temporanee all’accesso.

L’ingresso all’attuale “camera calda”, lo spazio in cui entra i veicoli e le ambulanze, verrà interdetto. Gli utenti potranno accedere attraverso la rampa del vecchio pronto soccorso: dall’attuale rampa d’ingresso bisognerà proseguire verso destra per circa 200 metri, seguendo la segnaletica. Il triage non sarà soggetto a trasferimento e rimarrà collocato nell’attuale area dedicata, con un percorso d’accesso opportunamente segnalato. A supporto degli utenti sarà presente personale preposto a fornire indicazioni per l’accesso.

Modifiche agli ingressi dei reparti. Entrando da Via Missiroli (ingresso “vecchio” dell’ospedale) o dall’ingresso di Viale Randi (dove ci sono portineria e bar) sarà possibile raggiungere i reparti di: Ematologia, Oncologia, Radioterapia, Lungodegenza, Medicina Interna 1 e 2, Angiologia, Endocrinologia, Reumatologia, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Dermatologia, Terapia Antalgica, Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva, Dietetica Clinica, Disturbi Nutrizione e Alimentazione, Malattie Infettive, Nefrologia e Dialisi, Neurologia, Pediatria e PS Pediatrico, Ostetricia, Sale Parto, PS Ostetrico- Ginecologico, ambulatori e DH Ginecologia, Pneumologia e Broncoscopia, Ambulatori Cardiologia, Fisiatria, Odontoiatria, DH Multidisciplinare, Trasfusionale, Medicina Legale e Commissione Patenti, Servizio di Prericovero, URP, Piattaforma Amministrativa Ospedaliera.

Gli utenti esterni e i visitatori alle aree di degenza presenti nel Dea (unità operative di Cardiologia e UTIC, Ortopedia e Traumatologia, Medicina d’Urgenza, Terapia Intensiva, Blocco Operatorio Multidisciplinare) dovranno accedere esclusivamente dall’area ascensori del Dea.

Lo stesso ingresso (e percorso tramite gli ascensori del Dea) è stato individuato per gli utenti esterni e visitatori che accedono alle aree di degenza della Palazzina Chirurgica (Chirurgia Generale 1, Chirurgia Generale 2, Chirurgia Toracica, Chirurgia Vascolare, Senologia, Urologia,Ginecologia e Radiologia).

Anche la disponibilità dei parcheggi subirà modifiche. In particolare all’ingresso di via Missiroli saranno garantiti esclusivamente quelli già esistenti per utenti con limiti nella deambulazione, opportunamente segnalati, e per i pazienti dializzati e oncologici. Ci sarà una sola zona per carico e scarico nell’area antistante la Distribuzione Diretta della Farmacia Ospedaliera, con sosta di massimo 30 minuti.

È vietato il posteggio delle auto lungo il percorso interno all’area ospedaliera che da viale Randi giunge alla rampa da cui unicamente si potrà accedere al pronto soccorso e, ovviamente, l’area antistante l’ingresso, riservata esclusivamente ai mezzi di soccorso. Le auto in sosta saranno rimosse, ad eccezione dei mezzi privati con cui i cittadini e gli accompagnatori giungono in pronto soccorso per il tempo utile all’accettazione di triage, dopodiché anche in quel caso dovranno essere posteggiate nell’adiacente parcheggio pubblico di viale Randi.

Un video racconta i giorni di Conselice sott’acqua

Il filmato mette in luce uno dei Comuni più danneggiati del territorio attraverso le testimonianze e immagini della casa protetta “Jus Pascendi”

Conselice Sott Acqua

In occasione del primo bilancio sociale delle 36 Aps della regione, lo scorso 24 gennaio, è stato presentato un video relativo a Conselice nei giorni dell’alluvione di maggio 2023. Il filmato, realizzato da Cispel (associazione che riunisce le Asp e le Acer della regione Emilia-Romagna) vuole ricordare la criticità della situazione di uno dei comuni più colpiti sul territorio e lanciare un messaggio di coesione e fiducia.

La narrazione avviene attraverso le immagini e le testimonianze della responsabile della casa protetta Jus Pascendi di Conselice, Nadia Samorini, delle operatrici e degli ospiti della struttura, viene raccontata l’alluvione vissuta dall’interno del Rsa, con i momenti drammatici e gli aspetti di oggettiva difficoltà e di inevitabile disagio, ma anche con la dedizione e l’impegno degli operatori, che nonostante tutto hanno garantito l’assistenza agli anziani ospiti della struttura, accogliendo anche sfollati dalle proprie abitazioni.
«Quei giorni particolarmente difficili – ricorda l’amministratrice unica dell’Asp dei Comuni della Bassa Romagna, Emanuela Giangrandi – sono stati la conferma di quanto la Casa Protetta e la comunità di Conselice siano coese. La Jus Pascendi, oltre ad aver ospitato decine di sfollati nei giorni dell’alluvione, ha avuto infatti la riprova di essere parte integrante della sua comunità e di esserne particolarmente amata.»

Il video:

A Godo è aperto al traffico il nuovo collegamento tra la Faentina e la San Vitale

Conclusi i lavori pubblici a Godo di Russi per la rotonda che unisce la Faentina e via dei Mestieri alla Sp 253 San Vitale nella zona Monaldina

CS 21 Inaugurazione Rotonda MonaldinaSi sono conclusi i lavori per la nuova rotatoria a Godo di Russi che collega la strada provinciale 253 San Vitale con il prolungamento di via dei Mestieri e via Faentina. I nuovi tratti stradali, a nord e sud della Sp 253, consentono di far fluire il traffico dei mezzi che interessa l’area denominata “Monaldina Artigianale” e a l’area dove è situato anche lo stabilimento Eurocompany.

Nel 2021 il Comune ha stipulato un accordo con la società proprietaria dell’area, la Epi del consorzio ravennate Arco Lavori, di cui fa parte anche la società Mmt che ha realizzato rotonda e strade.

«La prima convenzione con il Comune di Russi risale al 2003, convenzione poi decaduta perché nel frattempo l’allora proprietà ha fatto altre valutazioni. Nel 2020 l’area è stata acquisita da Arco Lavori. «Nel 2021 abbiamo stipulato un nuovo accordo con il Comune – spiegano Giancarlo Trifirò di Arco Lavori e il progettista nonché direttore dei lavori Enrico Conti –. Ci siamo impegnati a eseguire le opere di pubblico interesse nell’ambito di un accordo più ampio, che prevede un diverso utilizzo della superficie del comparto, di 18.500 metri quadri, che vedrà la realizzazione di alloggi socio-residenziali di comunità, un’area commerciale di mille metri quadri a fronte dei 22mila metri quadri previsti nel progetto originario, un parcheggio da circa 120 posti auto al servizio delle strutture della frazione, che consentirà anche di decongestionare la via Faentina. Infine, è previsto uno spazio di 1.500 metri quadri per un eventuale nuovo centro civico, dotato di sale per le esigenze della frazione». Il progetto è ora al vaglio della Conferenza dei servizi. I lavori potrebbero partire anche a inizio 2025.

Tra le imprese che beneficeranno in primis della nuova viabilità ci sono Studio T, Art e Parquet House, Elettronica Valmori, arrivate a Godo attorno al 2007-2008, quando erano in progetto la realizzazione di una nuova area commerciale-artigianale e le relative opere di urbanizzazione. Progetto che però è rimasto nel cassetto assieme ai lavori che avrebbero dovuto adeguare la viabilità ai nuovi insediamenti produttivi.

«L’Europa non può rinunciare alla sua produzione alimentare in favore dell’import»

Il commento del presidente regionale di Confcooperative Fedragripesca di fronte alle rivolte degli agricoltori in vari Paesi dell’Ue

Raffaele Drei Presidente Confcoop Fedagripesca ER 1«Il fatto che gli agricoltori manifestino un malcontento così forte e così esteso non può essere attribuito a soli fattori contingenti dei singoli Paesi. Più probabilmente è invece il frutto di una politica europea che, ormai da diversi anni, prende orientamenti sul settore agricolo senza confrontarsi con i produttori». È il commento di Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna, a poche ore dall’annuncio dell’Unione Europea del ritiro della proposta del Sur, il regolamento sull’uso dei fitofarmaci da tempo contrastato dal sistema agricolo di tanti paesi europei e in particolare da Confcooperative Fedagripesca.

Secondo Drei l’Ue segue spesso un’ideologia ambientalista, espressa in modo particolare dalla Commissione Ambiente, «che non tiene conto dei danni che la riduzione drastica delle superfici coltivate e dei mezzi tecnici necessari all’agricoltura avrebbe sugli approvvigionamenti alimentari e sulla tenuta ambientale del nostro continente. Occorre rivedere completamente la strategia dell’Europa in tema di politica agricola, una strategia che va avanti da alcuni anni e che esclude dal dibattito gli operatori del settore».

Il malessere degli agricoltori è esploso in tutta Europa e, come sottolinea il presidente di Confcooperative Fedagripesca regionale, «il fatto che ci sia un movimento così ampio non può essere attribuito esclusivamente ai problemi di oggi. Il costo del gasolio per i francesi, l’Irpef per il nostro Paese o i problemi di mercato di alcune filiere sono problemi reali che oggi emergono comprensibilmente nella protesta e che fanno parte della grave difficoltà delle aziende agricole a raggiungere una sostenibilità economica. Tuttavia siamo davanti ad un problema politico ben più grave. Da anni l’Europa legifera senza nemmeno interpellare le parti in causa».

Il dirigente definisce un errore credere all’equazione “terreno non coltivato uguale terreno migliore dal punto di vista ambientale”. «Ma l’errore ancora più grave sarebbe credere che un’Europa che abdica alla propria capacità di fornire cibo al proprio continente in favore di prodotti provenienti da altri continenti sia sostenibile».

Alleanza Verdi-Sinistra sostiene Missiroli (Pd), ma non avrà ruoli in giunta

Accordo raggiunto sulla base di alcuni temi considerati fondamentali: ambiente, sicurezza del territorio, sanità pubblica

Mattia MissiroliIl candidato sindaco scelto dal Pd per Cervia, Mattia Missiroli, avrà il sostegno di Alleanza Verdi-Sinistra (Avs). «Si tratta di un accordo elettorale e non politico – afferma Avs – infatti non entremo in giunta e non accetteremo deleghe. L’accordo raggiunto si basa sulla condivisa iniziativa antifascista e sulla difesa  dell’ordinamento costituzionale della nostra Repubblica parlamentare».

L’ accordo è frutto di un confronto su alcune questioni: il consumo di suolo, la tutela ambientale, la programmazione del territorio, la messa in sicurezza del territorio, la programmazione di casse di espansione in caso di nuove alluvioni, la contrarietà ad opere come il rigassificatore previsto a Ravenna, politiche che mirino alla prevenzione primaria e al rafforzamento della sanità pubblica, unitamente alle politiche per il diritto alla casa, quindi alla promozione dell’edilizia popolare.

«Abbiamo aperto da mesi un dialogo con la lista civica “Cervia ti amo” condividendo diversi punti che porteremo comunque avanti; e ci stupisce che di fronte a quelle convergenze si possano invece trovare adesso accordi nel campo avverso, dopo aver condiviso importanti valori nel campo del centrosinistra. Il nostro proposito è l’affermazione del campo progressista in contrapposizione a chi sta perseguendo una graduale e consapevole modifica del nostro assetto costituzionale, spingendoci verso un modello autoritario alla Orban. Il nostro intento è quello di mantenere un bilanciamento a sinistra, per questo alleanza Verdi-Sinistra darà il suo contributo».

L’Ospedale di comunità di Russi avrà 20 letti, in funzione entro giugno 2025

Presentato il progetto per il primo piano della Casa della Salute, lavori già partiti: sarà una risposta intermedia tra degenza ospedaliera e domicilio

CS 23 Presentazione OSCOCon l’investimento di un milione di euro, finanziato dal Pnrr, verrà riqualificato il primo piano della Casa della Salute di piazza Farini a Russi, con la creazione di 20 posti letto e un accesso indipendente. Il progetto del nuovo Ospedale di comunità (Osco), in corso di realizzazione a Russi, è stato presentato ieri, 7 febbraio, durante l’incontro pubblico organizzato dal Coordinamento provinciale di Ravenna del Cupla (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo), in collaborazione con le associazioni di categoria.

La struttura risponderà alla necessità di assicurare alla popolazione anziana o, più in generale non autosufficiente, l’ampliamento della cosiddetta rete delle “cure intermedie”: l’Ospedale di Comunità costituisce, infatti, l’anello di congiunzione tra la degenza ospedaliera e le strutture aventi caratteri di residenzialità permanente come ad esempio le case residenza anziani (Cra) e case-famiglia. L’Osco di Russi avrà una funzione interdistrettuale, al servizio dei cittadini di Russi, ma anche di Ravenna, Faenza e Lugo.

All’Osco accederanno anziani in dimissione dalla struttura ospedaliera, che richiedono assistenza infermieristica continuativa; pazienti non acuti che necessitano di riattivazione motoria o di supporto riabilitativo/educativo; pazienti in condizione di medio-alta complessità assistenziale, per i quali è necessario un periodo di autoaddestramento prima del ritorno a domicilio, pazienti fragili e/o cronici provenienti dal domicilio per prevenire la riacutizzazione della condizione clinica preesistente. Sono invece esclusi i pazienti che necessitano di assistenza medica continuativa o di una diagnosi, i pazienti neoplastici in trattamento radioterapico, i pazienti con gravi disturbi psichiatrici e/o con dipendenze patologiche.

«Per Russi – ha sottolineato la sindaca Valentina Palli – si tratta di un’opera ad alta valenza strategica, sotto molteplici punti di vista. I lavori sono iniziati a gennaio e, da cronoprogramma, si concluderanno alla fine del 2024. L’obiettivo è far sì che la struttura entri in funzione entro il primo semestre del 2025. Il progetto sarà integrato anche con tre uffici in comodato d’uso gratuito dedicati ai Servizi sociali comunali, per favorire la sinergia con l’assistenza sanitaria. A fronte di ciò, il Comune si impegna a ristrutturare la pavimentazione dell’area esterna alla Casa della Salute».

Un nuovo «borgo ecosostenibile» a due passi dal centro di Ravenna

La riqualificazione di via Mingaiola verrà presentata pubblicamente al mercato coperto il 15 febbraio

MiRa Rendering Cortile InternoUn nuovo borgo eco-sostenibile a pochi passi dal centro di Ravenna, costituito da ville esclusive e appartamenti di pregio per un’esperienza abitativa green.

Si tratta della riqualificazione urbanistica di via Mingaiola, traversa di via Fiume Abbandonato a ridosso di piazza Baracca e Porta Adriana, un progetto di Ala Immobiliare Srl in collaborazione con Gabetti Home Value, affidato allo studio di architettura ravennate Nuovostudio.

Un vero e proprio piccolo borgo che ospiterà 17 soluzioni abitative con spazi ampi e confortevoli, edifici al top della classe energetica, aree verdi pensate come una sorta di ampliamento degli stessi spazi abitativi, garage e parcheggi privati, con l’obiettivo di unire alla bellezza dell’abitare la comodità della città, «all’insegna della sostenibilità ambientale e cercando di massimizzare la qualità della vita», si legge in una nota inviata alla stampa.

MiRa Rendering Generale

L’innovativo progetto – ribattezzato Mi.Ra. Exclusive Residence e commercializzato da Fabrizio Savorani di Gabetti Franchising Ravenna e Gruppo Savorani – verrà presentato alla città nel corso di un incontro pubblico in programma giovedì 15 febbraio (dalle 17) al mercato coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa.

A introdurre il tema, l’assessora all’Urbanistica ed Edilizia privata del Comune di Ravenna, Federica Del Conte, che lascerà poi la parola a Gianluca Bonini di Nuovostudio e ai protagonisti dell’investimento, Enrico Cestari, direttore di Gabetti Home Value, e Giacomo Sebastiani, amministratore unico di Ala Immobiliare.

Ho fatto la comparsa con Fabio De Luigi: tre notti a fingere un rave senza musica

Nel film “50 km all’ora” c’è una scena girata sotto la mitica cupola del Woodpecker di Milano Marittima. Uno dei figuranti ha dato “lezioni di recitazione” a Stefano Accorsi sugli effetti dell’assunzione di un acido

50 Km All'ora F. De Luigi, S.Accorsi DSC08164 Ph.Loris T. Zambelli

Quando ero bambina avevo pochi dubbi su cosa avrei fatto “da grande”: la giornalista, la scrittrice o l’attrice. Magari allo stesso tempo. Crescendo mi sono trovata ad abbandonare la terza ipotesi, cercando comunque di prendere parte al fascinoso mondo della “settima arte“ ogni volta che se ne è presentata l’occasione, tra video musicali, serie tv Netflix e Prime e film indipendenti girati nel territorio. Insomma, se c’è una chiamata per un casting nel Ravennate, io rispondo.

L’ultima volta è stato in occasione delle riprese del film “50 km all’ora” di Fabio De Luigi. Il giorno del casting a Cervia, lo scorso aprile, mi sono messa in fila con gli amici tra centinaia di persone. Avevamo deciso di presentarci come “giovani ravers”, secondo quanto richiesto dalla call. Nessuno di noi in realtà era mai stato a un rave party, ma il nostro abbigliamento rock-alternativo, in aggiunta a qualche piercing e tatuaggio deve aver comunque sortito il suo effetto, e un mese dopo ci trovavamo sul set allestito nella discoteca Woodpecker a Milano Marittima.

Credo che il mondo del cinema abbia un fascino magnetico per i profani: non ho idea delle difficoltà e delle contraddizioni che si incontrino vivendolo ogni giorno, ma trovarcisi in mezzo “per caso” fa sembrare ogni cosa un’avventura: dopo il tampone Covid di rito ci dirigiamo verso la zona costumi dove De Luigi, appena sceso dal suo camper ci accoglie con un saluto. Un «Ciao, ragazze!» che, detto con un gran sorriso dall’idolo della nostra infanzia, basta a ripagare le ore di attesa del casting e vincere qualsiasi timidezza iniziale.

Quando tutte le comparse sono pronte ci si mette “in linea”, per le foto di costumisti e truccatori e ci si sposta sul set. I più fortunati sono già in posizione dietro ai protagonisti, gli altri dovranno aspettare che attori e camere entrino all’interno della celebre cupola per ballare. Nei “5 minuti” di pausa si fuma una sigaretta e ci si scambia qualche indiscrezione: «De Luigi deve fingere di far su una canna» o «Credo abbiano con loro le ceneri del padre, chissà cosa c’entrano». Poi ognuno torna alla sua postazione, e al suono del ciak si balla con convinzione ma senza musica. Quando l’audio degli attori viene registrato con presa diretta, le figurazioni intorno camminano senza far rumore e muovono la bocca senza mai davvero parlare, come in un gioco di mimi.

Balliamo per ore tra il buio e gli effetti strobo delle luci e iniziamo a pensare che sullo schermo saremo irriconoscibili. Allo stesso tempo però mi ritengo fortunata, perché alle riprese del party partecipano giocolieri, mangiafuoco e performer: siamo tutti giovani, vestiti in modo eccentrico e, tra le torce a pelo d’acqua installate nelle pozze della discoteca, le luci, le gigantesche macchine da presa montate su rotaie e piattaforme sembra davvero di vivere la magia del cinema d’altri tempi, quella raccontata in capolavori come “Babylon”, dove persone comuni affascinate dal mondo del cinema si ritrovano all’improvviso a vivere lo sfarzo e la concitazione di un set.

A metà riprese, il responsabile delle comparse chiede se qualcuno ha mai provato un acido: «Stefano (Accorsi, ndr) ha bisogno di un consiglio per rendere più realistica la sua reazione». Un ragazzo accanto a me risponde di sì ridendo e passa qualche minuto parlottando con il protagonista. Nella vita anche lui vorrebbe fare l’attore, studia recitazione e ha partecipato a diverse produzioni, al suo ritorno è emozionatissimo: «Posso dire di aver dato una lezione di recitazione a Accorsi, è il giorno più bello della mia vita, ma come lo racconto a mia mamma?».

Si gira fino alle 3 del mattino, e così via per i due giorni seguenti a partire dal tramonto, tra panoramiche, riprese dall’alto e carrelli, con De Luigi che, protagonista e regista, al termine di ogni scena esce dal personaggio per controllare il girato. A fine serata è stanco, qualche volta un po’ arrabbiato, ma concede a tutti un minuto per scambiare due chiacchiere o fare una foto. Forse, il mio unico ripianto in questa esperienza, è non avergliene chiesta una.

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