giovedì
24 Luglio 2025

Città a 30 chilometri all’ora? Il vicesindaco: «Meglio solo in determinate zone»

Fusignani: «I limiti devono avere un senso e soprattuto deve essere possibile controllarli»

Zone 30 In La Malagueta (Málaga, Spain) 02

Il vicesindaco (con delega alla Polizia locale) Eugenio Fusignani entra nel dibattito sul tema della Città 30, che tanto sta facendo discutere in particolare a Bologna, il primo grande comune in Italia ad aver abbassato il limite in città a 30 km all’ora.

«Non sono un fautore di tale soluzione ma mi corre l’obbligo e la responsabilità di dire che le Zone 30 sono un’opportunità e non un obbligo per Ravenna – scrive Fusignani -. Soprattutto sono un’opportunità da utilizzarsi in determinate situazioni e non da prevedere indiscriminatamente in maniera estesa. Per fare un esempio, un conto è istituire una Zona 30 in via Mariani, altra cosa sarebbe istituirla in via Dismano a Ponte Nuovo. Occorre individuare zone dove quei limiti abbiano un senso e, soprattutto, dov’è possibile controllarli. Perché non c’è niente di peggio dell’istituire un vincolo, o emanare un’ordinanza (penso ad esempio a quella sui botti di capodanno) che poi non si è in grado di far rispettare».

All’Alighieri un concerto benefico per i pazienti ematologici

FOTO 1 (1)Mercoledì 24 gennaio, alle 20,45, si terrà un concerto benefico per Ail a Ravenna, alla Sala “Corelli” del Teatro “Alighieri”.

Il programma verterà sull’esecuzione di celebri colonne sonore di film, intercalate dalla lettura di celebri poesie. Protagonisti Antonio Rolfini al pianoforte, Simone Montanari al violoncello ed Angela Felisati come voce narrante. Gli arrangiamenti strumentali sono opera dello stesso Maestro Rolfini.

Gli artisti, che si esibiranno per la prima volta al teatro di Ravenna, sono presenti da anni in prestigiose sale con composizioni e percorsi narrati interamente composti e creati da Rolfini.

Tutto il ricavato verrà interamente destinato per i progetti a sostegno dei pazienti ematologici della provincia. L’ingresso è ad offerta minima a partire da 10 euro.

Telecamere, aree verdi, bike sharing: a Lugo un patto per la sicurezza

Un progetto da 106mila euro finanziato anche dalla Regione tra la stazione e il parco del Loto

Playground Bach 1
Il playground di via Bach

Il progetto “Azioni per una città coesa – la sicurezza urbana a Lugo” che il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Davide Ranalli hanno firmato nel salone Estense della Rocca prevede una serie di azioni che si sviluppano in modo coordinato a diversi livelli combinando riqualificazione urbana dei luoghi, prevenzione sociale e comunitaria, il coinvolgimento attivo delle comunità, la mediazione dei conflitti, la promozione culturale e l’intervento sulle relazioni sociali.

Il costo totale del progetto è di 106.000 euro e la Regione assicura un contributo di 84.000 euro.

Accordo Sicurezza 1Il progetto è stato approvato dalla Regione Emilia-Romagna all’inizio di settembre ed è in pieno svolgimento. Alla presentazione dei contenuti dell’accordo e della successiva firma era presente il Prefetto Castrese De Rosa.

L’ambito cittadino nel quale si concentra il progetto è nell’area tra la stazione ferroviaria, il centro storico, il parco del Tondo fino all’area verde del parco del Loto e di via Bach.

La complessiva azione di prevenzione ambientale prevede il potenziamento del sistema comunale di videosorveglianza del centro storico con telecamere moderne già installate che sono andate a sostituire mezzi più antiquati nella zona del Tondo, della stazione e dell’autostazione, e nell’area del parco del Loto.

La riqualificazione dell’area verde di via Bach, con il completo restyling del playground che è quasi completato, e il posizionamento di nuovi arredi e punti di illuminazione.

A queste azioni concrete seguono le attività sociali e, in particolare, l’intervento di prossima attuazione di educativa di strada a cura degli operatori di Casa Novella. Un’azione rivolta a gruppi informali di adolescenti e giovani nei luoghi di abituale ritrovo.

Alle famiglie e ai bambini è rivolta in particolare l’azione (in svolgimento) che riguarda il gioco libero da promuovere attraverso incontri nei parchi cittadini con operatori della cooperativa Kaleidos: un modo per promuovere la socialità, la relazione sociale, la cura per l’ambiente.

Infine, l’azione già attuata con il finanziamento del bike sharing con biciclette a pedalata assistita all’interno dello spazio Book&Bike nei locali dell’Autostazione gestito dalla cooperativa San Vitale.

Ravenna Holding distribuirà un dividendo straordinaro di 10,8 milioni di euro

Approvato il preconsuntivo 2023 e il budget previsionale per il 2024 della “cassaforte” del Comune di Ravenna

Mara Roncuzzi
Mara Roncuzzi

Il consiglio di amministrazione di Ravenna Holding ha approvato il preconsuntivo 2023 e il budget previsionale per l’anno 2024 della società capogruppo e delle controllate, all’interno del più articolato programma triennale 2024-26. Il documento verrà sottoposto nel mese di gennaio all’approvazione dei soci.

Ravenna Holding, come noto, è una società nata nel 2005 come “cassaforte” del Comune di Ravenna per gestire i pacchetti dell’Amministrazione di azioni di società pubbliche e misto pubbliche-private. Nel tempo sono entrati altri soci, conferendo parte delle loro partecipazioni. Oggi la società è così partecipata: il Comune di Ravenna ne ha il 77,08%, il Comune di Cervia il 10,08%, la Provincia di Ravenna il 7,01%, il Comune di Faenza il 5,17 % e il Comune di Russi lo 0,66 %. I dividendi ogni anno così come i proventi delle azioni di riduzione di capitale vengono ovviamente suddivisi tra i soci in proporzione alla loro percentuale.

A livello di preconsuntivo, il conto economico presenta un risultato netto di quasi 11 milioni e 800 mila euro, superiore al budget di quasi 1 milione e 300 mila euro, grazie alle migliori performance registrate dalle società partecipate.

Per far fronte alle difficoltà del territorio, acuite in particolare dalla recente alluvione, i soci hanno già invitato il Consiglio di Amministrazione della società a programmare, anche nel corso del 2024, una maggiore distribuzione di dividendi: confermando l’obiettivo di distribuire un dividendo “potenziato” in sede di approvazione del bilancio d’esercizio 2023, come già avvenuto negli esercizi precedenti. Sulla base degli evidenziati indirizzi dei soci, si ipotizza dunque di distribuire un dividendo straordinario nel 2024 di circa 10,8 milioni di euro (0,026 euro per azione).

Per quanto riguarda il budget 2024, Il totale dei ricavi previsto è di oltre 20 milioni; il risultato della gestione previsto si attesta intorno a 11,5 milioni di euro. Il patrimonio netto per il 2024 è di poco superiore ai 480 milioni.

Nell’ambito dei principali investimenti per il 2024, è prevista la progettazione e la realizzazione, di impianti fotovoltaici per la sede della società e in alcuni terreni di proprietà, mirati a favorire la produzione di energia rinnovabile.

Il Piano 2024-2026 conferma poi alcuni degli interventi già̀ previsti nella precedente pianificazione per interventi immobiliari, per i quali però è stato necessario aggiornare l’ammontare delle opere, anche a seguito dei rincari inflazionistici del costo dei beni e dei materiali da costruzione.

In particolare, sono in corso le procedure di gara per l’affidamento dei lavori dell’immobile di Ravenna Holding situato in viale Farini di fronte alla stazione che, grazie all’accordo con Comune di Ravenna e Fondazione Flaminia, diverrà uno studentato al servizio della città. Se tutto andrà come previsto, la partenza del cantiere è attesa all’inizio dell’estate.

«Al di là dei dati di budget, che vanno comunque considerati con prudenza dato il contesto locale e internazionale – sottolinea la presidente Mara Roncuzzi – il conto economico continua ad evidenziare in modo strutturale risultati positivi per tutto il periodo preso in considerazione. Voglio però soprattutto sottolineare le significative attività svolte da tutte le nostre società nel delicatissimo periodo dell’alluvione, con grande professionalità e attenzione alla comunità. Un esempio su tutti, il grande aiuto operativo fornito da Azimut al cimitero di Faenza, gravemente colpito dagli eventi di maggio».

L’autovelox di Mezzano fa 6mila multe al mese. Ancisi: «Si può pagare solo la prima»

Il consigliere comunale cita un recente articolo del codice della strada, per i casi di sanzioni accumulate

autovelox mezzano

L’autovelox installato dal Comune di Ravenna a Mezzano – lungo la Reale, in prossimità del chilometro 141 – ha fatto oltre 18mila multe in tre mesi, di cui circa l’80 percento nei confronti di automobilisti che facevano tra i 55 e 60 km all’ora.

Lo rivela il consigliere Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, dati ufficiali alla mano, che parla di «una specie di strage degli innocenti». Ancisi riporta le lamentele di molti automobilisti che di multe ne hanno raccolte una serie, avendo ricevuto la notifica circa un mese dopo la prima, singola, infrazione (il codice della strada prevede comunque un tempo limite di 90 giorni).

«L’autovelox di Mezzano – attacca Ancisi – è stato posizionato nella periferia sud del paese in un punto dove non è facile percepire il passaggio dal limite dei 70 km/h a quello dei 50 in vigore in quel centro abitato, come in ogni altro. Aggrava la mancata percezione il fatto che, molto spesso, a tutte le ore, le auto arrivano in lunga fila nel paese, insieme a numerosi mezzi pesanti tipici di una superstrada, marciando forzatamente, essendo sconsigliabili i sorpassi, tra i 60 e i 65.  Venendo da sud verso il paese, si vedono a destra solo dei campi e a sinistra una larga pista ciclabile, con le prima case situate solo sul retro. Venendo da nord, il primo cartello indicatore di “velocità controllata elettronicamente” è praticamente coperto dal fogliame di un albero. Dall’una e dall’altra parte non è presente alcun cartello a colori col limite dei 50 appena superato quello, molto meno evidente, dell’autovelox».

Ancisi invita poi il Comune a rendere noto pubblicamente come i cittadini che abbiano compiuto violazioni reiterate della stessa fattispecie con la propria auto possano beneficiare, dopo aver pagato la prima multa, del diritto, stabilito dall’articolo 192-bis del codice stradale, di non pagare quelle successive non ancora notificate, versando per ciascuna soltanto le spese modeste di notifica. Si tratta del decreto legge n. 68 del governo Draghi, entrato in vigore nell’agosto del 2022 che Ancisi cita: «Nel caso di accertamento di più violazioni senza contestazione immediata, l’illecito amministrativo oggetto della prima notifica assorbe quelli accertati nei novanta giorni antecedenti alla medesima notifica e non ancora notificati […], fermo restando il pagamento delle spese di accertamento e notificazione relative a ciascuna violazione».

Entro l’anno dormitorio e nuovi alloggi alla “Casa della carità” di Santa Teresa

Raccolta fondi per il progetto da mezzo milione di euro. Ospitate persone e famiglie in difficoltà e che non possono permettersi un affitto

Volley All'Opera 2

Il 2024 sarà un anno molto importante per l’Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna perché si concluderanno i lavori, già iniziati, per l’ampliamento della Casa della Carità, al cui interno, come sezione separata, sarà realizzato il nuovo dormitorio cittadino. Nel corso del nuovo anno, infatti, la capacità ricettiva della Casa della Carità verrà raddoppiata, portando gli attuali 25 alloggi a 50.

Con l’approvazione da parte dei vigili del fuoco del progetto di adeguamento della struttura alla normativa sulla prevenzione incendi, Santa Teresa potrà utilizzare tutte le camere disponibili in un’ala del secondo e terzo piano della struttura.

Per realizzare l’opera di carità sono partite campagne di raccolta fondi, tra cui quella della lotteria del Carnevale (per info operasantateresa.it), il cui ricavato quest’anno andrà a sostegno del progetto. Anche il mondo del volley ravennate si unisce alla causa: dopo aver partecipato circa un anno fa a un’iniziativa dell’Opera, dove i giocatori della prima squadra hanno cucinato e servito i pasti per gli ospiti della Mensa dei Poveri, domenica 21 gennaio, in occasione della partita Porto Robur Costa Ravenna-Santa Croce al Pala De Andrè, e prima del fischio d’inizio (ore 18), avverrà lo scambio delle maglie tra la dirigenza della società sportiva e quella di Santa Teresa. All’entrata del Pala De Andrè, i tifosi troveranno un banchetto informativo allestito dai volontari della Fondazione per la raccolta fondi destinata alla Casa della Carità e al nuovo dormitorio.

«Il progetto di ampliamento della Casa della Carità – spiega Filippo Botti, responsabile delle attività istituzionali dell’Opera – nasce dalle necessità sociali e umane che tocchiamo con mano tutti i giorni e che provengono direttamente dalle persone indigenti che si rivolgono a noi per richieste di aiuto di vario genere. Con questo investimento la nostra Fondazione vuole diventare un punto di riferimento per la comunità ravennate e per coloro che, provenendo da fuori, qui vengono accolti. Un ringraziamento particolare al presidente Matteo Rossi del Porto Robur Costa con il quale nel tempo stiamo consolidando un grande rapporto di amicizia».

La Casa della Carità è una piccola comunità all’interno di Santa Teresa, gestita da religiosi e volontari, dove sono ospitate gratuitamente e per un periodo di circa tre mesi, individui e famiglie in difficoltà. Per queste persone, non è solo un posto in cui vivere in attesa di trovare una sistemazione definitiva: l’Opera, infatti, in sinergia con la Caritas diocesana e i Servizi sociali del Comune di Ravenna, attiva per ciascuno degli ospiti percorsi utili al loro reinserimento nella società. I bambini sono seguiti nell’inserimento scolastico, gli adulti nella ricerca di un’occupazione lavorativa o di una casa. Nel 2023 la Fondazione ha accolto circa 70 persone, prevalentemente donne e bambini.

Il nuovo dormitorio aprirà al terzo piano della Fondazione: dei 25 nuovi alloggi della Casa della Carità, 14 saranno infatti utilizzati per questo servizio. Oggi il povero è anche quel lavoratore che percependo uno stipendio minimo, non può permettersi un affitto. Per rispondere a questa grave emergenza abitativa, il nuovo dormitorio di Santa Teresa supporterà lo storico dormitorio di San Rocco, che ha una capacità ricettiva di 21 posti letto.

L’investimento per il progetto di ampliamento della Casa della Carità, con annesso dormitorio, è di circa 500mila euro; le operazioni dovrebbero concludersi entro il 2024.

Chi vuole partecipare alla raccolta fondi, può farlo online alla pagina operasantateresa.it/dona-ora/ , con bonifico bancario o C/C postale.

Per bonifici: CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA (iban IT13 F062 7013 100C C000 0007 384) oppure CREDITO COOPERATIVO Ravennate e Imolese (iban IT71 G085 4213 1030 0000 0100 900).

Per C/C POSTALE facendo un versamento sul conto n. 14251482.

Chiude Maisons du Monde, persi 12 posti di lavoro. La direttrice critica i ravennati

Ai dipendenti la scelta tra trasferimento e buonuscita. I sindacati: «Le multinazionali dovrebbero valutare meglio la capacità di spesa in provincia»

Maisons Du Monde
Il negozio letteralmente “svuotato” con gli sconti

Dopo più di cinque anni di attività all’interno del centro commerciale dell’Esp, Maisons du Mondecome annunciato – chiude i battenti, lasciando senza un luogo di lavoro i 12 dipendenti del negozio ravennate.

Stando a quanto riportato dalla responsabile del punto vendita, la multinazionale di arredo francese ha riscontrato nell’ultimo anno una significativa riduzione del fatturato per lo store di Ravenna. Il calo, sommato all’aumento dei costi delle materie prime e all’innalzamento dei prezzi dei container di stoccaggio della merce avrebbe spinto l’azienda a cessare l’attività di via Bussato. «Il carovita e l’inflazione hanno causato drastici tagli sull’acquisto dei beni che non sono di prima necessità, causando su un’attività come la nostra importanti ripercussioni», ci dice Valentina Pupeschi, direttrice del negozio.

Per quello che riguarda la sorte dei 12 lavoratori invece, rassicura immediatamente: «Nessuno di loro è stato licenziato in tronco. A tutti i dipendenti è stato proposto un trasferimento in un diverso punto vendita della catena. Gli store più vicini però (a Faenza e Savignano, ndr) sono realtà storiche con uno staff già rodato e assunto a tempo indeterminato, ad alcuni dipendenti sono quindi stati proposti trasferimenti più impegnativi e, nel caso di rifiuto, Maisons du Monde è venuta incontro all’uscita del lavoratore dall’azienda con eleganza e generosità, prevedendo accompagnamenti e buonuscite».

Al fianco di commessi e addetti vendite i sindacati Fisascat-Cisl e Filcams-Cgil, che sono intervenuti sia a livello nazionale (occupandosi contemporaneamente della chiusura di un altro punto vendita della catena a Lodi, avvenuta nello stesso periodo con dinamiche analoghe) sia a livello territoriale nella sigla dei verbali individuali degli ex dipendenti.

«Come Fisascat Cisl Romagna, al momento della notizia della chiusura abbiamo immediatamente convocato un’assemblea unitaria coinvolgendo tutti i lavoratori per illustrare dettagliatamente il percorso che si sarebbe intrapreso – dichiara Vanessa Paglialunga -. Durante il confronto con l’azienda, è stato chiaro fin da subito che il trasferimento non rappresentava un’opzione praticabile per tutti, considerate le condizioni personali dei dipendenti. In seguito, abbiamo avviato le trattative, evidenziando le esigenze e le richieste dei lavoratori. Le istanze che abbiamo presentato a nome loro sono state accolte dall’azienda, consentendo così di raggiungere un risultato conciliativo positivo».

La Cgil aggiunge: «Assistiamo all’ennesima chiusura di una catena importante sul territorio, questo dovrebbe preoccupare il tessuto commerciale della provincia – dichiara Cinzia Folli, segretaria della Filcams – questa dinamica non va bene né per l’offerta commerciale né per gli stessi lavoratori. Quando le performance di un punto vendita non raggiungono determinati standard, le grandi catene si spostano rapidamente, e non sempre dando possibilità di trasferimenti e buone uscite come in questo caso. Sarebbe interessante ragionare con le istituzioni sulla costruzione di una rete commerciale solida nel ravennate e, al tempo stesso, le multinazionali dovrebbero riflettere più accuratamente sulla capacità di spesa della provincia e sulla presenza di realtà analoghe alla propria in zona».

La chiusura ufficiale del punto vendita è stata annunciata a metà dicembre, accompagnata dalla notizia di una liquidazione totale in corso fino al 27 gennaio, giorno della cessazione definitiva dell’attività. «La drastica decisione da parte della casa madre è stata fonte di tristezza e delusione, sia per l’ambiente di lavoro intimo e disteso che si era creato tra i colleghi negli anni, sia per la reazione della città di Ravenna alla notizia della fine dell’attività – commenta ancora la direttrice Pupeschi -: si sono subito formate immense file davanti alla porta del negozio, da persone che con poca umanità guardavano solo alle scontistiche, rivolgendosi ai lavoratori con arroganza e pretenziosità, senza valutare il dramma di quello che stava succedendo nelle loro vite. Ci sono state anche persone gentili che hanno cercato di risollevare il morale del team con pensieri e biscotti, ma non si tratta della maggioranza».

Concerti rock: al Bronson tornano i Bachi da Pietra

Bachi Da Pietra

Al Bronson di Madonna dell’Albero arriva uno dei gruppi meno catalogabili della scena rock alternativa italiana, i Bachi da Pietra, “vecchi amici” del club ravennate, con in formazione anche Bruno Dorella (qui alla batteria), che a Ravenna ci ha vissuto per anni (il video in fondo all’articolo è stato registrato al Cisim di Lido Adriano).

I Bachi presenteranno questa sera (20 gennaio), inizio ore 21.30, il nuovo album Accetta & Continua, ottavo in studio, uscito nel novembre scorso.

Con Dorella sul palco il leader della band Giovanni Succi (ex Madrigali Magri), autore di musica e testi, e il nuovo membro Marcello Batelli (ex Il Teatro Degli Orrori, attualmente Non Voglio Che Clara).

Ad aprire la serata la rock band ravennate The Manifesto.

Picchia l’anziana madre, 61enne arrestato dalla polizia

A lanciare l’allarme i vicini, spaventati dalle urla

1902910 Anziana Truffata

Un uomo di 61 anni è stato arrestato, nel Lughese, per aver picchiato l’anziana madre. Ora l’uomo – con diversi precedenti – dovrà rispondere di maltrattamenti e lesioni personali.

I poliziotti lo hanno colto in flagrante nell’abitazione della madre, allertati dai vicini, spaventati dalle urla della donna. Il figlio l’avrebbe colpita con pugni al viso e alla nuca.

L’anziana – visibilmente impaurita e con vistose tumefazioni intorno agli occhi a causa anche di percosse subite alcuni giorni prima – è stata trasportata con un’ambulanza all’ospedale di Lugo, dove è stata trattenuta in osservazione.

Nel 2023 in provincia nascite quasi dimezzate rispetto a dieci anni prima

I dati provinciali dell’Ausl. Il tasso di natalità ravennate è inferiore alla media regionale, nazionale e europea. Le previsioni Istat: nel 2031 un terzo della popolazione avrà almeno 65 anni, quella under 14 sarà un decimo

Pexels Vidal Balielo Jr 3376801In provincia di Ravenna si può nascere in due ospedali (Ravenna e Faenza, a Lugo non più da marzo 2020) e nel 2023 i parti sono stati in totale 1.763. Il numero è in calo costante negli ultimi dieci anni: rispetto al 2013, quando ci furono 3.116 nascite, il calo è del 43 percento. I numeri sono forniti annualmente dall’Ausl Romagna, tenendo conto delle nascite a prescindere dalla residenza delle famiglie dei neonati.

L’Istat, invece, conteggia i nati vivi residenti nel comune dove si trova l’Anagrafe in cui gli stessi vengono iscritti. In altre parole, se una madre è residente in provincia di Ravenna ma partorisce fuori provincia, non risulta nelle statistiche Ausl ma in quelle Istat. L’ultimo aggiornamento disponibile sul sito dell’istituto di statistica è al 2022 con 2.308 nascite. Erano state 3.148 dieci anni fa. In questo caso il calo è del 26 percento. Secondo i dati Istat, i numeri ravennati attuali sono in linea con i primi anni del terzo millennio. Poi c’è stato un incremento fino ai picchi del 2008 e 2009, con 3.692 e 3.661 parti, per poi discendere nuovamente.

L’Istat calcola il tasso di natalità (il numero di nati vivi ogni mille persone residenti nel territorio di riferimento): nel 2022 in provincia di Ravenna è stato 6,3 quindi più basso della media regionale e nazionale (6,7). Il tasso in Italia è passato da quasi 10 alla fine degli anni 2000, a circa 8 del 2015 ai meno di 7 attuali, quota raggiunta a partire dal 2020, primo anno dell’emergenza Covid. L’Italia è in fondo alla graduatoria dell’Unione europea: nel biennio 2020-2021 per la nostra Penisola il tasso è stato 6,8 e la media Ue è stata 9,1.

Il servizio Statistica della Provincia di Ravenna ha aggiornato le previsioni demografiche da qui al 2031 con una doverosa premessa: i dati, soprattutto nel lungo periodo, vanno trattati con estrema cautela perché le previsioni demografiche diventano  più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza. Le previsioni sono prodotte da tremila simulazioni per ciascun Comune, più uno scenario mediano che li rappresenta. Quest’ultimo è il solo diffuso da Istat.

Per la provincia di Ravenna si prevede un tasso di natalità costante a 6,4 fino al 2026 e poi in crescita per arrivare a 6,9 nel 2031.

Nell’anno 2021 in provincia di Ravenna la popolazione di 65 anni e più rappresentava il 25,6 percento del totale, quella fino a 14 anni di età il 12,3. Nel 2031 si prevede che siano rispettivamente il 29 percento e il 10,5 sebbene nello scenario mediano si preveda una fecondità in recupero.

Nel complesso si valuta che tra il 2021 e il 2031 la popolazione della provincia di Ravenna possa registrare un leggero calo (-0,4 percento): si prevede una leggera diminuzione della popolazione fino all’anno 2024, seguita da anni di stabilità.

Gli scenari previsti misurano la tendenza a registrare annualmente saldi negativi per il movimento naturale: il numero proiettato di nascite, seppure in aumento, non andrà a compensare i decessi (il tasso di mortalità a livello provinciale passerà al 2031 a 12,4 per mille dal 13,3 del 2021).

I flussi migratori con l’estero, contrassegnati da profonda incertezza, governati da normative suscettibili di modifiche, da fattori socio economici interni/esterni di non facile interpretazione (politiche di integrazione degli immigrati, modulazione del mercato del lavoro, emigrazione di cittadini residenti in Italia), avranno la potenzialità di dare luogo a scenari migratori assai diversificati. Si prevede una graduale diminuzione degli ingressi in provincia di Ravenna. Il saldo migratorio rimarrà comunque ampiamente positivo, anche se dal 2021 in cui si riporta il valore di 6,2 per mille, seguirà una regolare flessione che condurrà l’indicatore a 5,5.

Dopo un calo registrato durante la pandemia di Covid-19, l’aspettativa di vita torna gradualmente, ma molto lentamente ad aumentare. In nessun ambito si ripristinano i livelli di vita media attesa del 2019, sebbene si recuperino buona parte degli anni di vita persi durante i due anni di pandemia. Gli indicatori relativi alla speranza di vita alla nascita, in base alle stime 2022, superiori per Ravenna agli altri contesti (83,4 in provincia di Ravenna, 83,1 in regione Emilia-Romagna, 82,6 a livello nazionale), mostrano valori in generale allineati all’anno precedente in tutti gli ambiti territoriali. (and.a.)

Erbacce sulla terra rossa e abbandono: la triste fine del tennis a Piangipane

I due campi sono stati costruiti negli anni ’80, sono di proprietà del Comune di Ravenna insieme all’adiacente campo da calcio e alla bocciofila: ad agosto 2023 revocata la gestione di tutto alla società di calcio femminile Ravenna Women e affidamento temporaneo alla Coyotes. Ora si attende un nuovo bando

420164454 1944953239234511 606007055915676297 NLe erbacce infestanti hanno ormai preso il posto della terra rossa, il parcheggio per le auto è coperto da uno strato di foglie secche, le recinzioni hanno tratti abbattuti. Sono alcuni dettagli dello stato di abbandono totale in cui si trova l’ex circolo tennis di Piangipane con due campi da gioco in via Maccalone, fuori dal centro abitato della frazione del comune di Ravenna.

«Quella struttura non meritava una fine così, il paese non meritava di vedere andare tutto in malora». Il grido di dolore viene dal 75enne Vanni Cuffiani che quell’impianto sportivo ha contribuito a farlo nascere negli anni ’80 e del circolo è stato presidente dal giorno zero fino a qualche anno fa. «È nato tutto su iniziativa di un gruppo di persone di Piangipane che decise di mettere dei soldi e dell’impegno volontario per tirare su tutto da zero per avere uno spazio per lo sport». Il Comune mise a disposizione il lotto di terreno e un contributo economico: oltre ai campi da tennis ne venne realizzato uno da calcio e una bocciofila con le loro gestioni indipendenti.

Cuffiani è passato a vedere i luoghi che per tanti anni sono stati la sua seconda casa e il senso di tristezza lo ha portato a scattare alcune foto poi pubblicate su Facebook: «Tutti devono essere a conoscenza della triste fine del circolo. Incuria, menefreghismo delle istituzioni, mancanza di impegni da parte dei conduttori. Colpa di qualcuno? Io direi di sì, ma come al solito la colpa è di nessuno».

L’ex presidente ricorda quando il consiglio direttivo del circolo decise di fare un passo indietro: «I costi erano diventati insostenibili, il contributo del Comune per la gestione era sempre più misero e decidemmo di riconsegnare le chiavi all’amministrazione comunale che è proprietaria». Era aprile 2018: l’associazione Tennis Club Piangipane, a cui il Comune aveva dato in concessione il circolo nell’agosto 2017, decise di rinunciare a tutto, senza aspettare la scadenza contrattuale del 2 agosto 2019.

Nel 2019 il Comune assegnò tutta l’area con un bando vinto da Ravenna Women. La società di calcio femminile, in sintonia con Palazzo Merlato, aveva un progetto di totale ristrutturazione con la creazione di una foresteria e spazi di aggregazione per i settori giovanili». Di fatto è rimasto tutto solo sulla carta. Anzi, peggio: l’attività tennistica, che il bando assegnava al gestore unico, non è mai partita ed è iniziato l’abbandono dei campi in terra rossa.

A agosto del 2023 il Comune ha ritirato la concessione a Ravenna Women, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della gara, e ha dato le chiavi temporaneamente alla locale polisportiva Coyotes che milita in terza categoria ed era stata estromessa dalla graduatoria iniziale del bando per alcune pendenze con l’Agenzia dell’Entrate. Le foto scattate da Cuffiani ieri, 18 gennaio, parlano chiaro: la parte tennis è sopraffatta da un degrado che mostra i segni di un abbandono totale che va avanti da anni. Entro qualche mese dovrebbe arrivare il nuovo bando per la ricerca di un nuovo gestore, in un momento in cui il movimento tennistico italiano è particolarmente fiorente.

Rimettere in sesto quello spazio non può che essere una priorità per la giunta comunale, alla luce di quanto affermato dal sindaco Michele de Pascale pochi giorni fa quando ha annunciato due interventi per un totale di 900mila euro (80 percento dalla regione) a Sant’Alberto e San Zaccaria: «I nostri centri sportivi sono veri e propri luoghi di aggregazione giovanile, ma anche sociale e soprattutto nel forese sono molto vissuti dall’intera comunità; per questo ci teniamo particolarmente a potenziarli e riqualificarli, per renderli ancora più attrattivi e fruibili dal maggior numero di persone possibile».

Si chiude un’epoca in darsena: «Anni bellissimi che non dimenticheremo»

Inizia lo sgombero dei container al Pop Up. In futuro potrebbe nascere un hotel

Darsena Pop Up

Si chiude un’epoca in Darsena a Ravenna, con i primi container del cosiddetto “Pop Up” che sono stati portati via. Si tratta come noto dell’area affacciata sulla banchina a ridosso della testata del Candiano, che dal 2016 è stata protagonista di un “riuso temporaneo”, trasformandosi in locali polivalenti che hanno rappresentato un luogo di aggregazione per tanti ravennati. Un esperimento terminato però a fine 2023, con la proprietà che ha annunciato trattative in stato avanzato per la nascita di una struttura ricettiva di alto livello.

Lo sgombero dei container è salutato con nostalgia dai protagonisti dell’impresa, tra cui Marco Luongo di Akamì, che ora gestisce invece il bar-ristorante della Rocca Brancaleone. «Un grandissimo grazie a tutti quelli che in questi anni sono passati da Pop Up – scrive sui social -. Anni bellissimi che non dimenticherò mai!». Così come non lo faranno i tanti frequentatori del luogo, come si evince anche dai commenti sui social di queste settimane…

Darsena Pop Up Container

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi