sabato
20 Dicembre 2025

Seduti in strada a litigare, poi aggrediscono i carabinieri: coppia arrestata

La donna ha cercato di sfilare il cinturone di uno dei militari. Il giudice ha disposto l’obbligo di firma nei comuni di residenza

È finito con due arresti – per violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale oltre al rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale – la serata di sabato per una coppia, lei 50enne di Bologna mentre lui 42enne domiciliato a Ravenna, entrambi con precedenti di polizia.

Erano le 22.30 del 6 aprile quando un equipaggio del nucleo operativo radiomobile della compagnia dei carabinieri di Ravenna, mentre transitava nel pieno centro del capoluogo, veniva avvisato da alcuni presenti, preoccupati ed intimoriti, dal fatto che nella adiacente via Gardini vi erano un uomo e una donna che litigavano animatamente, venendo anche alle mani.

A fronte della richiesta di fornire le proprie generalità, la coppia ha aggredito i militari. In particolare la donna tentava di strappare il cinturone di uno dei due carabinieri, ma il suo intento veniva bloccato sul nascere.

Entrambi arrestati, sono stati processati per “direttissima”. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto per entrambi l’obbligo di presentazione al posto di polizia di residenza e contestuale divieto di allontanamento dai loro comuni.

Uno dei 202 naufraghi sulla Life Support: «Non volevo partire, ci hanno minacciato»

La nave della ong Emergency arriverà a Ravenna il 10 aprile dopo 4 giorni di navigazione dal soccorso in acque internazionali. Le parole di un 44enne siriano partito con moglie e due figli due mesi fa

Una foto delle operazioni di soccorso della nave Life Support«La barca su cui dovevamo salire in più di cento a Sabratha era piccolissima, in legno, non ci saremmo mai stati tutti. Insieme a mia moglie abbiamo detto che saremmo tornati indietro. Ci hanno risposto che se non fossimo saliti ci avrebbero sparato». È la testimonianza di un uomo siriano di 44 anni, uno dei 202 naufraghi che arriveranno al porto di Ravenna domani, 10 aprile, a bordo della nave Life Support della ong di Emergency dopo quattro giorni di navigazione dal soccorso in acque internazionali in zona Sar libica. La testimonianza è stata raccolta dal personale di Emergency e resa nota alla stampa tramite una nota scritta. Quello di domani sarà il decimo sbarco a Ravenna in 15 mesi, in totale 1.141 persone. Il nono risale al 21 marzo ed era stata ancora la Life Support.

Il 44enne lavorava in uno studio di design e ha lasciato la città di Homs in Siria due mesi fa con la moglie e due figli. «Ho deciso di lasciare la mia città perché non avevo modo di mandare i miei figli a scuola con la certezza che sarebbero tornati a casa».

Il racconto dell’uomo descrive lo scenario siriano: «Non è un Paese sicuro per vivere. Homs è stata una delle città più colpite dalla guerra. Ci sono ancora tante milizie; molte vengono dal Libano. Ogni giorno venivano a chiederci soldi perché ci lasciassero in pace: ci puntavano contro i fucili ed eravamo costretti a pagare. I miei figli erano in pericolo e non avrebbero avuto un’istruzione. Si svegliavano, tremando, a ogni sparo che sentivano. Mi chiedevano di fare qualcosa per farli stare al sicuro. Abbiamo raccolto i soldi necessari per il viaggio. Abbiamo preso uno zainetto a testa e siamo partiti».

Dalla Siria all’Egitto e poi in Libia, per alcuni giorni a Bengasi poi il trasferimento a Sabratha, a ovest di Tripoli. «L’unico modo per proseguire era pagare più soldi: ci hanno chiesto 1.000 dollari per il viaggio in auto che separa Bengasi e Sabratha. Dopo qualche giorno a Sabratha, alcune persone armate sono venute di notte e ci hanno detto che dovevamo andare».

Il soccorso in mare, svolto dalla Life Support, si è concluso alle 8.30 del 5 aprile. I 202 naufraghi si trovavano su due diverse imbarcazioni precarie tra loro molto vicine. Lunghe circa 12 e 10 metri, erano partite da Sabratha e da Zawiya in Libia. Le imbarcazioni, entrambe sovraffollate, erano state individuate tramite radar. Tra i 202 naufraghi 169 uomini adulti, 15 donne adulte e 18 minori (due di 2 anni, due di 2 e 3 anni, uno di 6 anni, uno di 7 e uno di 9) di cui 6 non accompagnatiLe persone soccorse provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Ghana, Pakistan, Palestina, Siria.

L’attracco è in programma alla banchina di Fabbrica Vecchia (Marina di Ravenna) alle 7 di domani. Saranno fatti sbarcare per primi i nuclei familiari con bambini, poi i minori non accompagnati, le donne singole e i restanti naufraghi. Verranno tutti trasferiti al Circolo dei Canottieri della Standiana dove si svolgeranno le visite sanitarie e tutti gli adempimenti di polizia e dei servizi sociali. I migranti saranno poi ripartiti tra le varie province della Regione Emilia-Romagna secondo un nuovo piano elaborato di concerto con il Viminale e la prefettura di Bologna: 45 a Bologna di cui 6 minori non accompagnati, 11 a Ferrara, 20 a Forlì Cesena, 31 a Modena, 14 a Parma, 8 a Piacenza, 41 a Reggio Emilia, 15 a Rimini, infine a Ravenna ne resteranno 17.

«Per arrivare al porto sicuro assegnato abbiamo impiegato quattro giorni di navigazione – afferma Domenico Pugliese, comandante della Life Support –. La scelta di assegnare un porto lontano espone i naufraghi a ulteriori ingiustificate sofferenze, quando dovrebbero essere fatti sbarcare il prima possibile in un posto sicuro. Ha conseguenze anche sull’operato della flotta civile perché implica che ulteriori risorse sono utilizzate per fare fronte a costi inutili di navigazione».

Sulla Life Support di Emergency opera un equipaggio di 29 persone tra marittimi, medici, mediatori e soccorritori, è alla sua diciottesima missione nel Mediterraneo Centrale. In totale ha portato in salvo 1.542 persone.

Il 19 aprile in via Cavour riaprono le porte dello storico Palazzo Guiccioli

Per celebrare il secondo centenario della morte di Lord Byron. Saranno tre i musei, sotto la direzione di Alberta Fabbri

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Una foto dei lavori degli anni scorsi in via Cavour

Il 19 aprile potranno finalmente essere per la prima volta aperte le porte, chiuse da decenni, di Palazzo Guiccioli, una delle più importati e imponenti residenze storiche di Ravenna, affacciata su via Cavour. Il recupero del palazzo è ormai alla fase conclusiva del lungo, complicato, intervento di restauro che impegna la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna dal 2011 quando si avviò il percorso di interlocuzione con il Comune per l’acquisto dello stabile.

La scelta del 19 aprile, non è casuale: il presidente della Fondazione Ernesto Giuseppe Alfieri l’ha individuata perché coincide con le Celebrazioni del secondo centenario dalla eroica morte di Lord Byron, a Missolungi, in Grecia, il 19 aprile del 1824.

Il grande poeta inglese fu ospite a Palazzo Guiccioli, dove ebbe residenza stabile presso il conte Alessandro Guiccioli e la sua giovanissima consorte Teresa Gamba. In questi giorni nasce a Ravenna la sede italiana della Byron Society, diffusa in oltre 40 paesi nel mondo, con la denominazione di Italian Byron Society.

Lord Byron sarà il protagonista del Museo Byron, che la Fondazione sta realizzando nell’ala nobile e storica del palazzo, proprio nelle stanze che furono abitate dal poeta. Nello stesso edificio prende forma anche il Museo del Risorgimento e troverà accoglienza anche il Piccolo Museo di Bambole e altri Balocchi – Collezione Graziella Gardini Pasini.

Tre musei riuniti nell’appena costituito complesso di Palazzo Guiccioli che la Fondazione ha affidato alla curatela di Alberta Fabbri, ex storica conservatrice del Mar e reduce dall’esperienza all’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia Romagna, a Bologna.

Il 19 aprile, sarà possibile visitare le Sale Byroniane di Palazzo Guiccioli dalle 15 alle 18. Per accedervi sarà necessario premunirsi di prenotazione (www.palazzoguiccioli.it).

Le celebrazioni del Bicentenario di Byron iniziano con questa importate anteprima e con altri eventi pubblici di rilievo. In mattinata, negli Antichi Chiostri, il presidente della Fondazione Giuseppe Ernesto Alfieri, affiancato dal presidente del Gruppo La Cassa di Ravenna e dal sindaco Michele De Pascale, illustrerà in una conferenza stampa alla presenza delle autorità cittadine, lo stato dei lavori di allestimento museale degli ambienti restaurati di Palazzo Guiccioli, insieme alle collaborazioni che si stanno concretizzando intorno al nuovo complesso Museale.

Nel pomeriggio seguiranno le visite a Palazzo, su prenotazione.

In serata, alle 21, nella Basilica di San Francesco, Byron e la sua attività poetica saranno affidate a Franco Nero, che darà voce alla affascinante vicenda byroniana, tratteggiando la sua permanenza in Palazzo Guiccioli a fianco della bellissima Teresa Gamba, poi la sua fuga verso il Granducato di Toscana, la Liguria e infine la Grecia, dove trovò la morte. Ma anche gli infiniti caroselli amorosi, le passioni, gli ideali di un uomo che con il suo mito ha sedotto intere generazioni. E con l’uomo, il poeta, del quale Franco Nero leggerà pagine intense.

La serata, promossa dalla Fondazione, è a ingresso libero, fino a esaurimento posti.

Difficile prevedere la fine dei cantieri in centro, rinviata la fiera biennale

La giunta dell’Unione della Bassa ha deciso anche di non vincolare le nuove amministrazioni che si insedieranno a giugno

La 29esima edizione della fiera biennale di Lugo, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2024, sarà riprogrammata a una data da definirsi. La giunta dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha preso questa decisione in vista dei cantieri di ripristino post-alluvione che a partire dai prossimi mesi interesseranno le aree centrali e le piazze di Lugo, proprio dove si trovava il cuore della manifestazione fieristica (l’ultima si tenne dal 10 al 18 settembre del 2022).

«Oltre alla difficoltà di prevedere la durata e il calendario dei cantieri di ripristino – si legge in una nota diffusa dalla Rocca –, la giunta ha condiviso la necessità di non vincolare le nuove amministrazioni che si insedieranno nel mese di giugno (al voto 8 Comuni su 9, ndr) a un format che andrà necessariamente rivisto nei suoi elementi essenziali, per incrementarne la partecipazione di pubblico ed espositori. Nelle scorse settimane la decisione è stata condivisa anche con le associazioni di categoria della Bassa Romagna e con l’organizzatore».

Un caso di Dengue a Ravenna: disinfestazioni nel raggio di 100 metri

I consigli dell’Ausl contro la diffusione delle zanzare

Nella giornata di oggi (9 aprile) è stato segnalato al Servizio Igiene Pubblica dell’Ausl della Romagna un caso accertato di Dengue in una persona residente a Ravenna e rientrata in Italia dall’estero.

Si tratta di una malattia virale molto diffusa in alcuni Paesi tropicali, che si trasmette attraverso la puntura di zanzare appartenenti al genere Aedes (come le “zanzare tigre”) e nella forma classica si manifesta con febbre elevata, cefalea, dolori articolari e muscolari ed emorragie più o meno gravi.

A scopo precauzionale, per evitare la diffusione del virus, nonostante non sia ancora presente una importante circolazione di zanzare vettore della malattia, il Comune di Ravenna su indicazione del Servizio Igiene Pubblica ha programmato l’esecuzione da parte di operatori specializzati di un intervento straordinario di disinfestazione nel raggio di 100 metri dall’abitazione in cui risiede la persona con sospetta malattia. Si tratta di un intervento previsto dal Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi.

Saranno pertanto eseguiti trattamenti adulticidi nelle aree pubbliche con un prodotto a base di piretroidi per abbattere le zanzare adulte presenti, da ripetere per tre giorni consecutivi nelle prime ore del mattino. Contestualmente durante queste giornate saranno eseguiti trattamenti antilarvali nei tombini, nelle caditoie stradali e anche nelle proprietà private mediante interventi “porta a porta”.

L’Ausl coglie l’occasione per ricordare che la diffusione delle zanzare può essere prevenuta tramite la lotta larvicida, per questo da aprile a novembre occorre usare periodicamente i prodotti larvicidi. Inoltre è importate seguire alcuni semplici accorgimenti preventivi da mettere in atto in aree sensibili come balconi, cortili, giardini, cimiteri e orti:

● Eliminare i sottovasi e, dove non è possibile, evitare il ristagno d’acqua al loro interno

● Pulire accuratamente i tombini e coprirli con una rete zanzariera evitando che si intasino dopo le piogge

● Rimuovere sempre gli sfalci d’erba e tenere il giardino pulito

● Non lasciare gli annaffiatoi e i secchi con apertura rivolta verso l’alto

● Mantenere pulite fontane e vasche ornamentali, introdurre eventualmente pesci rossi che sono naturali predatori delle larve di zanzara

● Controllare periodicamente le grondaie mantenendole pulite e non ostruite

● Svuotare settimanalmente e tenere puliti gli abbeveratoi e le ciotole per l’acqua degli animali domestici

● Coprire le cisterne e tutti i contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana

Gambizzato davanti al bar per un debito di droga, spaccia dall’ospedale: tre arresti

Ordinanza di custodia cautelare per tre persone per i fatti accaduti a Santerno il 15 dicembre 2023: un uomo che ha fatto fuoco contro la gamba di un debitore e il ferito stesso che distribuiva cocaina dal letto dell’ospedale con la complicità della moglie

Il momento della cessione di cocaina in ospedaleHa sparato due colpi di pistola al ginocchio di un cliente che gli doveva dei soldi per della droga e lo ha fatto a volto scoperto davanti a un bar perché il messaggio arrivasse anche a altri debitori. È la ricostruzione fatta dai carabinieri del nucleo investigativo di Ravenna per spiegare le vicende avvenute il 15 dicembre 2023 a Santerno. A distanza di quattro mesi sono state arrestate tre persone di nazionalità albanese residenti nel comune di Russi. Un’ordinanza di custodia cautelare per l’uomo che ha fatto fuoco (un 35enne di Godo) per lesioni e tentata estorsione, ma anche per il ferito e la moglie di quest’ultimo (un 47enne e una 39enne di San Pancrazio). I due coniugi devono rispondere di spaccio: lei portava la droga al compagno e lui la distribuiva dal letto di ospedale con la prima consegna di 50 grammi di cocaina fatta appena un’ora e mezza dopo essere uscito dalla sala operatoria per i colpi di pistola.

I fatti di Santerno

Verso le 22.15 del 15 dicembre scorso due uomini sono entrati in un bar nei pressi dell’incrocio tra via Santerno Ammonite e via della Repubblica nella piccola frazione del forese ravennate e hanno portato fuori un uomo che si trovava all’interno. Due colpi di pistola (arma e bossoli non sono stati trovati, si ipotizza un revolver) e poi la fuga precipitosa. Chi ha premuto il grilletto ha passato un periodo all’esterno tra Svizzera, Germania e Belgio. Sull’accompagnatore nella spedizione di Santerno sono in corso maggiori approfondimenti per eventuali sviluppi investigativi.

SKSP4971La vittima tenta di depistare le indagini

Oltre alla raccolta delle immagini delle telecamere di videosorveglianza del bar e dei dintorni, i carabinieri hanno avviato le indagini interrogando i presenti al bar e la vittima dell’agguato. Ma il 47enne – con precedenti anche per reati contro il patrimonio – inizialmente è stato poco collaborativo e ha provato a indirizzare gli inquirenti su una pista falsa facendo riferimento a vicende personali in ambito sentimentale. Un paio di giorni dopo il cambio di versione.

Spaccio in ospedale

Per raccogliere informazioni, i militari hanno piazzato una microcamera e una cimice nella camera dell’ospedale dove è stato ricoverato l’uomo ferito. Le intercettazioni ambientali hanno permesso di raccogliere le indicazioni date dall’uomo alla moglie su come suddividere la droga e preparare le dosi da spacciare. La donna ha portato lo stupefacente nascosto in un calzino e la prima delle due cessioni da 50 grammi ognuna avvenute in ospedale c’è stata poco dopo quando un uomo da Ferrara è andato a far visita al ferito. Una volta uscito dal nosocomio, il 47enne ha portato avanti l’attività facendosi accompagnare perché impossibilitato a camminare autonomamente.

RAEB0275Giro di spaccio consistente

Alcuni dettagli lasciano intendere che il volume di droga movimentato fosse consistente. Innanzitutto la gravità della spedizione punitiva. Poi i cento grammi venduti in ospedale. E infine i ritrovamenti nelle perquisizioni delle abitazioni: 50 grammi di hashish e 26mila euro in contanti a casa di chi ha sparato, 105 grammi di cocaina lanciati dalla finestra dalla vittima quando ha visto arrivare i carabinieri.

Il commento degli investigatori

«L’episodio di Santerno ha rappresentato una preoccupante escalation nel giro dello spaccio locale – hanno sottolineato il procuratore capo Daniele Barberini e la sostituta procuratrice Lucrezia Ciriello –. Stiamo parlando di due persone che agiscono a volto scoperto in un bar per dare una lezione a una persona e a tutti gli altri con cui avevano affari. Non poteva restare impunito un atto di questa gravità». Allo stesso modo il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Lachi, ha evidenziato che non si gambizza un uomo per un debito di poca importanza, a conferma che la droga movimentata era in grandi quantità.

Controlli antidroga fuori dalle scuole: tre studenti multati per gli spinelli

Segnalati alla prefettura e sanzionati per violazione del regolamento del Comune di Ravenna

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Operatori della Polizia Locale di Ravenna, ieri mattina (8 aprile), nel corso di servizi straordinari davanti ad alcuni istituti scolastici della città (in particolare, nell’area della stazione), hanno sorpreso tre studenti intenti a fumare spinelli contenenti cannabis (equivalenti, in totale, a circa 2,36 grammi).

Oltre alla segnalazione in prefettura, così come prevede la norma per l’uso e la detenzione di modiche quantità, nei confronti dei giovani si è proceduto alla contestazione del relativo verbale per violazione al Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Ravenna.

Conversazioni sul presente con i professori Galli e Pasquino e la reporter Mannocchi

Il 12 e il 13 aprile in collaborazione con “Pandora Rivista”

Mannocchi
Francesca Mannocchi

A Lugo nasce una nuova rassegna culturale, promossa dal Comune in collaborazione con Pandora Rivista, dal titolo “Fratture. Conversazioni sul presente”. Gli incontri si terranno venerdì 12 e sabato 13 aprile.

In un momento storico che vede sorgere nuovi conflitti, in un contesto già segnato da crisi e instabilità, non è mai stato così importante avere strumenti per capire e orientarsi. Come è possibile la forza di uno sguardo lungo e di una visione di ampio respiro? Come cartografare la realtà difficile in cui ci troviamo, trovando anche percorsi per ripensarla e riorientarla?

A partire da queste domande si snoderà un percorso di tre incontri che inizierà venerdì 12 alle ore 17 con Carlo Galli, Professore Alma Mater di Storia delle dottrine politiche, uno dei maggiori filosofi politici italiani. Con il professor Galli ci si interrogherà sulla tensione tra emergenza e normalità in un periodo di sconvolgimenti, a partire dalla sua Lectio dal titolo “Crisi, emergenza, eccezione. Vecchie e nuove sfide alla normalità”.

Subito dopo, alle 18, Francesca Mannocchi – giornalista, reporter, saggista e documentarista, inviata di guerra tra le più note e apprezzate – porterà la sua testimonianza e la sua riflessione su “La guerra infinita: il mondo tra vecchi e nuovi conflitti”.

La rassegna si concluderà il giorno successivo, sabato 13 alle ore 11:45, con una Lectio di Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica Università di Bologna, uno dei più autorevoli politologi italiani, sulla forza e le difficoltà delle democrazie, in un anno in cui molte di esse vanno incontro ad appuntamenti elettorali e sono alle prese con molteplici sfide esterne e interne.

Gli incontri si svolgeranno tutti nel Chiostro del Carmine di Lugo, con ingresso da piazza Fabrizio Trisi. L’ingresso è libero ma la prenotazione è consigliata sul sito https://www.pandorarivista.it/eventi/.

Il cda di Itway nomina Fanelli co-direttore generale dopo due anni da vice

Il presidente Farina: «Il nostro piano industriale che stiamo regolarmente perseguendo è importante, Massimo avrà tutte le deleghe necessarie per raggiungere gli obiettivi»

1696529286321Il consiglio di amministrazione di Itway, società di Ravenna tra i leader nei settori di cybersicurezza, intelligenza artificiale e big data, ha nominato Massimo Fanelli co-direttore generale con poteri di ordinaria amministrazione. Laureato in Economia e Commercio, Fanelli vanta un curriculum più che ventennale di manager nel settore ricoprendo ruoli tecnici, vendita, dirigenziali in importanti società italiane e multinazionali. Fanelli era vice dg da novembre 2022.

La nuova nomina di Fanelli prosegue nel percorso aziendale, con gli investimenti necessari, volto al raggiungimento del Piano Industriale 2022-2027, che vede l’organizzazione interna, secondo il modello di governance adottato dalla Società, conformarsi rapidamente ad un mercato in continua evoluzione.

«Ringrazio per la fiducia di questo importante incarico il presidente e fondatore di Itway, Andrea Farina – commenta Fanelli –. Il brand Itway è molto conosciuto nel mercato IT ed è sinonimo di qualità ed innovazione ed è un protagonista nel mercato cyber. Credo molto nel lavoro di team, nella centralità del cliente e nella buona relazione. Il mio sarà un lavoro incentrato allo sviluppo commerciale, strategico e di marketing orientato alla conquista di nuove quote di mercato continuando nel percorso di crescita del nostro gruppo anche attraverso operazioni di M&A».

Farina non ha dubbi: «Siamo certi che la professionalità, la preparazione, l’empatia e la forte motivazione che contraddistinguono Massimo contribuiranno a dare un ulteriore impulso alla nostra società. Il nostro piano industriale che stiamo regolarmente perseguendo è importante, Massimo avrà tutte le deleghe necessarie per raggiungere gli obiettivi, anche ambiziosi, facendo squadra con la serietà, le competenze e l’unione di tutti i collaboratori della società».

Il magistrato ravennate Alessandro Mancini torna alla procura generale de L’Aquila

Il Csm ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato la decisione del Tar che a sua volta aveva respinto il ricorso di Mancini contro il trasferimento d’ufficio deciso nel 2022 per presunti legami con l’ex parlamentare Gianluca Pini

Alessandro ManciniIl magistrato ravennate Alessandro Mancini, procuratore capo a Ravenna dal 2013 al 2020, torna alle funzioni di procuratore generale alla Corte d’Appello de L’Aquila. Il Consiglio superiore della magistratura (Csm, organo di autogoverno della categoria) infatti si è espresso a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che il 12 marzo scorso ha accolto l’appello di Mancini dopo che il Tar aveva respinto il ricorso di Mancini contro il trasferimento deciso dal Csm deciso a ottobre 2022.

A ottobre 2022 Mancini era stato stato trasferito d’ufficio (11 voti a favore, 8 contrari e 3 astensioni) perché, per il Csm, «non poteva esercitare, in piena indipendenza ed imparzialità» le sue funzioni. Il riferimento era ai rapporti personali tra il magistrato e Gianluca Pini, ex deputato romagnolo della Lega e imprenditore, indagato in un’inchiesta sulla fornitura di mascherine. Era stata la procura di Forlì, dove Mancini ha lavorato in passato, a trasferire al Csm gli atti che sono costati il trasferimento.

«Dalle chat – si leggeva nella delibera di trasferimento –, si evince, un rapporto di consolidata amicizia e frequentazione tra il procuratore generale dell’Aquila e l’ex parlamentare leghista. Pini aveva organizzato anche un incontro tra Mancini e Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa ed ex deputato, perché quest’ultimo appoggiasse la nomina di Mancini alla procura generale aquilana».

Con la sentenza del Consiglio di Stato, recepita dal Csm, si chiude una vicenda giudiziaria che aveva sollevato ombre sui rapporti tra il magistrato e la politica.

Originario di Lugo, in magistratura da aprile 1986, Mancini è subentrato a Roberto Mescolini a capo della procura della Repubblica a Ravenna nel settembre 2013. Nel 1987 ha assunto le funzioni di pretore nella pretura mandamentale di Niscemi (Caltanissetta). Nel 1989 trasferimento a Ravenna alla procura circondariale poi nel 1996 il passaggio a Forlì come sostituto procuratore.

Sciopero generale, Cgil e Uil: «Meno subappalti, più vigilanza»

Giornata di mobilitazione nazionale promossa dai due sindacati per giovedì 11 aprile. A Ravenna previsto un flash mob in piazza XX Settembre dalle 15 alle 16.30. I sindacati rivendicano anche una riforma fiscale e per un nuovo modello sociale e di fare impresa

Pexels Yury Kim 585419I sindacati Cgil e Uil hanno proclamato per tutti i settori privati uno sciopero generale a livello nazionale di 4 ore (le ultime di ogni turno) di tutti i settori privati e di 8 ore per il settore edile per giovedì 11 aprile. In varie parti d’Italia sono previste iniziative e mobilitazioni. A Ravenna si terrà un flash-mob dalle 15 alle 16.30 in piazza XX Settembre.

«Per Cgil e Uil il tema della salute e della sicurezza sul lavoro è sempre stato centrale e protagonista delle rivendicazioni e delle politiche sindacali – spiegano Manuela Trancossi e Carlo Sama, segretari provinciali rispettivamente di Cgil e Uil –. Le cronache ci riportano drammi quotidiani in cui rimangono feriti o perdono la vita lavoratrici e lavoratori. Il territorio di Ravenna presenta forti complessità ed è fondamentale mettere in atto tutte le azioni necessarie per contrastare l’emergenza degli infortuni e della salute nei luoghi di lavoro».

Questo sciopero, secondo i promotori, intende affrontare questa emergenza, contrastando quelle politiche e quelle leggi che hanno reso il lavoro sempre più precario e frammentato. «Occorre superare il meccanismo del subappalto a cascata e rafforzare le attività di vigilanza».

Contemporaneamente, Cgil e Uil rivendicano una riforma fiscale che sappia contrastare anche la vertiginosa evasione che ogni anno contraddistingue l’Italia. «Lavoratori e lavoratrici dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute».

I sindacati chiedono di rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del Governo e delle imprese, il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.

In libreria il nuovo romanzo di Eraldo Baldini, cinque anni dopo

Si chiama “Le lunghe ombre febbre” ed esce ancora per Rizzoli

Eraldo Baldini Le Lunghe Ombre FreddeEsce domani (9 aprile) in libreria il nuovo romanzo del celebre scrittore ravennate Eraldo Baldini. Si chiama Le lunghe ombre febbre ed esce per Rizzoli a distanza di cinque anni dal precedente (sempre su Rizzoli) La palude dei fuochi erranti (senza considerare la sua produzione di saggistica).

«Fausto e Birgit – citiamo la cartella stampa che sintetizza la trama – erano entrambi prigionieri del campo di concentramento di Mauthausen, e proprio lì, durante la liberazione da parte degli americani, si sono conosciuti: lui, soldato italiano, lei, detenuta politica tedesca. Sanno pochissimo l’uno dell’altra, eppure l’urgenza di lasciarsi alle spalle quell’inferno e la forza di un amore salvifico li spingono a costruirsi una nuova vita insieme e mettere su famiglia nel paese natale di Fausto. La loro è una quotidianità fatta di piccole cose, un’esistenza semplice, lontana dalla mondanità, in una casa in mezzo a quel che resta delle selvagge paludi romagnole. Ma ci sono ombre nel cuore di Birgit, silenziose e persistenti, che la tormentano: nessuno sa nulla delle sue origini e della sua vita prima di trasferirsi in Italia, e lei è sempre restìa, anche con suo marito, a rievocare ricordi forse troppo dolorosi. E quando una nuova tragedia si abbatte sulla famiglia, l’acqua fangosa di un passato oscuro porta a galla, poco per volta, un relitto di segreti relegati per troppo tempo nelle stanze di una memoria ferita».

Eraldo Baldini «tratteggia una storia delicata e perturbante, indagando la necessità di confrontarsi con i fantasmi del passato e col riflesso delle ombre che si nascondono dietro chi si ama».

La prima presentazione pubblica del romanzo è in programma il 19 aprile alle 21 al Museo della vita contadina di San Pancrazio.

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