Sciopero generale, Cgil e Uil: «Meno subappalti, più vigilanza»

Giornata di mobilitazione nazionale promossa dai due sindacati per giovedì 11 aprile. A Ravenna previsto un flash mob in piazza XX Settembre dalle 15 alle 16.30. I sindacati rivendicano anche una riforma fiscale e per un nuovo modello sociale e di fare impresa

Pexels Yury Kim 585419I sindacati Cgil e Uil hanno proclamato per tutti i settori privati uno sciopero generale a livello nazionale di 4 ore (le ultime di ogni turno) di tutti i settori privati e di 8 ore per il settore edile per giovedì 11 aprile. In varie parti d’Italia sono previste iniziative e mobilitazioni. A Ravenna si terrà un flash-mob dalle 15 alle 16.30 in piazza XX Settembre.

«Per Cgil e Uil il tema della salute e della sicurezza sul lavoro è sempre stato centrale e protagonista delle rivendicazioni e delle politiche sindacali – spiegano Manuela Trancossi e Carlo Sama, segretari provinciali rispettivamente di Cgil e Uil –. Le cronache ci riportano drammi quotidiani in cui rimangono feriti o perdono la vita lavoratrici e lavoratori. Il territorio di Ravenna presenta forti complessità ed è fondamentale mettere in atto tutte le azioni necessarie per contrastare l’emergenza degli infortuni e della salute nei luoghi di lavoro».

Questo sciopero, secondo i promotori, intende affrontare questa emergenza, contrastando quelle politiche e quelle leggi che hanno reso il lavoro sempre più precario e frammentato. «Occorre superare il meccanismo del subappalto a cascata e rafforzare le attività di vigilanza».

Contemporaneamente, Cgil e Uil rivendicano una riforma fiscale che sappia contrastare anche la vertiginosa evasione che ogni anno contraddistingue l’Italia. «Lavoratori e lavoratrici dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute».

I sindacati chiedono di rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del Governo e delle imprese, il valore del lavoro a partire dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza, la centralità della salute e della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.

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