giovedì
18 Dicembre 2025

Multati e denunciati per aver infranto la “zona del silenzio” con musica e casse

I giovani stavano ascoltando frequenze ad alto volume in piazza San Francesco, dopo svariati avvertimenti gli agenti sono intervenuti con una sanzione e il sequestro dell’amplificatore
Potere al Popolo: «Un fatto gravissimo che si lega a un clima di repressione voluto e cercato»

Ravenna Basilica San Francesco Archivio Comune Ravenna

Nel pomeriggio del 22 marzo la polizia locale ha multato (per una cifra di 250 euro) e denunciato alcuni ragazzi  che si trovavano in piazza San Francesco (la “Zona del silenzio” della città) ad ascoltare musica a tutto volume, sequestrando l’impianto stereo. La notizia è stata riportata dal Corriere di Romagna in edicola oggi, sabato 23 marzo.

Secondo quanto specificato dal quotidiano, prima di intervenire le forze dell’ordine avrebbero rivolto vari avvertimenti ai ragazzi, arrivando a un momento di tensione durante il sequestro dell’amplificatore, ripreso via smartphone da alcuni presenti.

A commento della vicenda, una dichiarazione Potere al Popolo che critica l’intervento delle forze armate, considerandolo un atto reprensivo e sconsiderato: «Come Potere al Popolo Ravenna vogliamo portare la nostra massima solidarietà ai due ragazzi che ieri sera in Piazza San Francesco sono stati multati  solo per ascoltare musica come facevamo in gruppo abitualmente. Di fronte a una situazione che i ragazzi presenti ci dicono sembrava risolta si è voluta applicare senza un senso logico l’ottusa ordinanza comunale sul decoro dello “sceriffo” e vice Sindaco Fusignani, ordinanza assurda che denunciamo da sempre, facendo intervenire in massa forze della polizia municipale. I video sono raggelanti e preoccupanti per la nostra città. Il fatto gravissimo è sintomatico e si lega a nostro avviso a un clima di repressione voluto e cercato, ovunque e per qualsiasi motivo. Diventa necessario non chinare la testa o rassegnarsi, ma anzi riteniamo sia ora che  ci si ritrovi tutti assieme a breve per riaffermare il diritto all’utilizzo degli spazi comuni e pubblici nella nostra città lanciando la proposta di un’Assemblea cittadina sulla questione».

Gli “Amici Fiamme Gialle” regalano un uovo di Pasqua ai bambini ricoverati

Un dono per i piccoli pazienti del reparto pediatria di Ravenna e per i loro famigliari per compiere un passo in più verso «una comunità accogliente e includente»

donazione uova di pasqua

Un uovo di Pasqua per ogni bambino e famigliare ricoverato. È il regalo di Pasqua che l’associazione “Amici Fiamme Gialle (Afigi) per la Solidarietà” della sezione di Ravenna-Bologna ha fatto ai degenti del reparto Pediatria dell’Ospedale di Ravenna. Un gesto di sensibilità molto apprezzato dai piccoli pazienti.

Tra gli obiettivi dell’associazione c’è il desiderio di «una comunità accogliente e includente». E, spiegano, «tenere insieme una comunità è frutto della cura e dell’impegno di chi ne fa parte, di ogni suo singolo membro». Per questo, anche il valore simbolico del dono e della sorpresa acquisisce, tra le mura del reparto, un grande significato in momenti non facili come quelli del ricovero.

Un sentito grazie è stato riportato da tutto il personale medico e infermieristico della Pediatria e Neonatologia di Ravenna e dalla Direzione Sanitaria dell’Ospedale.

«Linkedin piace ai servizi segreti per reclutare informatori con offerte di lavoro»

«I più bravi a corrompere le fonti sono i cinesi» L’ex deputato Alberto Pagani (Pd) è un consulente di sicurezza: «Israele preferisce uccidere scienziati in Iran piuttosto che bombardare i siti dove si lavora alla atomica»

pagani

«I servizi segreti usano anche Linkedin per reclutare informatori». Parola di Alberto Pagani, esperto di sicurezza internazionale. L’ex segretario provinciale del Pd, e poi deputato, è titolare del corso “Terrorismo internazionale in epoca contemporanea” all’università di Ravenna.

Pagani, cosa sono i servizi segreti in parole povere?
«Sono degli uffici statali che raccolgono informazioni su altri soggetti, ad esempio aziende o istituzioni di altri Stati, e le interpretano per aiutare il decisore politico a capire quello che non potrebbe capire basandosi solo sulle informazioni ufficiali. La missione principale è la raccolta di informazioni, per agire anche operativamente nell’interesse nazionale, ove possibile e quando il potere politico lo decida. In Italia i servizi segreti non hanno funzioni di polizia giudiziaria, come l’Fbi americana, e quindi non arrestano nessuno. Semplicemente, come diceva Altan in una sua vignetta: le spie spiano».

Dove sono custodite queste informazioni?
«Non dobbiamo pensare solo a documenti segreti chiusi nella cassaforte di un ambasciatore. L’80 percento delle informazioni utilizzate proviene da fonti aperte, accessibili a tutti, ma non tutti sono dotati degli strumenti per poterle raccogliere e per metterle in collegamento e interpretarle. Per esempio i social network sono una miniera di informazioni utili, ma non c’è una persona che scorre tra i post, si usano software. E poi ci sono le informazioni che sono occultate apposta, e in questo caso l’intelligence è spionaggio».

Qual è l’obiettivo della raccolta informazioni?
«Garantire la sicurezza dello Stato. Non solo quella militare: c’è anche la sicurezza economica o la difesa della Costituzione e della stabilità delle istituzioni democratiche. Questo consiste nell’individuare e contrastare eventuali strategie di disinformazione, basate sulle menzogne, messe in atto da altri Paesi che vogliono accentuare e divaricare le divisioni sociali per destabilizzare la democrazia».

Un esempio?
«È successo in Francia con i gilet gialli, c’è stata anche una manipolazione informativa mossa da altri Paesi, la Russia di sicuro».

La disinformazione è una strategia dei tempi moderni in cui la quantità di informazioni in circolazione è così tanta?
«In realtà è sempre stata parte delle guerre. Sono cambiati gli strumenti e l’efficacia: i volantini lanciati da D’Annunzio su Vienna
nel 1918 per demotivare gli austriaci non hanno la stessa efficacia di un bot sui social.
Su Netflix c’è un bel documentario, The Great Hack, che racconta la storia di Cambridge Analytica, la società che ha fatto attività di propaganda indirizzando opinioni di molte persone. Questa nuove tecnologie, che combinano big data, nuovi algoritmi analitici, neuroscienze e intelligenza artificiale generativa, sono armi potentissime».

Che differenza c’è tra un agente segreto e un analista dei servizi segreti?
«Chirurgo e ortopedico sono entrambi medici, ma fanno lavori diversi, a volte sovrapponibili, a volte distinti. L’analista lavora in ufficio e fa analisi sulle informazioni che raccoglie, o raccolte da altri. L’ufficiale dei servizi sul campo invece si occupa di costruire e gestire una rete di fonti o informatori».
Come?
«Tradizionalmente il reclutamento di una fonte necessitava del rapporto interpersonale e richiedeva pazienza e prudenza. Nei nostri tempi è frequente anche l’uso dei social network, soprattutto di Linkedin, perché è una piattaforma con orientamento più professionale. Per reclutare una fonte si può cominciare offrendo un lavoro ben remunerato. E poi si cerca di ottenere anche informazioni riservate, con la corruzione o con il ricatto; in questo i cinesi sono particolarmente bravi».

Per reclutare fonti è consentita ogni mossa?
«Per i servizi italiani la violazione di leggi richiede un’autorizzazione specifica, che offre garanzie funzionali di fronte alla magistratura italiana. Corrompere una persona o violare un domicilio per installare una microspia sono operazioni che non si possono fare. Un operatore di intelligence può avere l’autorizzazione per farlo. Ma ovviamente se lo fa in uno Stato estero e gli apparati di sicurezza di quel Paese se ne accorgono, può essere arrestato, oppure dichiarato persona non grata ed espulso, se ha un passaporto diplomatico».

Cosa succede se un ufficiale dei servizi segreti si accorge di una possibile minaccia criminale?
«Se c’è un rischio concreto deve informare le forze di polizia che poi si muovono sotto il coordinamento delle procure della Repubblica. Quando viene arrestato un nucleo di terroristi o aspiranti tali, molte volte è un’operazione nata da attività di intelligence e conclusa dai Ros dei carabinieri o dalla Digos della polizia che devono raccogliere le prove per un eventuale processo».

Il fatto che gli Stati abbiano strutture con il compito di carpire informazioni che altri Stati non vogliono divulgare, non è la plastica smentita dei discorsi di collaborazione internazionale e obiettivi di pace?
«La pace si costruisce anche così, se sappiamo di più gli uni degli altri forse siamo anche più sicuri. Nelle relazioni internazionali
non ci sono amici, ci sono alleati e ci sono avversari, ma anche tra Paesi alleati possono esserci divergenze di visione o di interessi».

Però le operazioni di intelligence possono essere anche poco pacifiche…
«Rispondo con un esempio forte, ma credo chiaro. Nel tempo molti scienziati che
lavorano alla bomba atomica dell’Iran sono stati uccisi da gruppi di fuoco. Non ci sono
rivendicazioni, ma è chiaro a tutti che dietro ci sia il Mossad israeliano. È lo scalino prima del bombardamento aereo sui siti segreti dove gli iraniani arricchiscono l’uranio per ottenere armi nucleari. Dal punto di vista di Israele è vitale che l’Iran non abbia l’atomica e rallentare la sua produzione uccidendo gli scienziati è meno drammatico di un’azione che scatenerebbe una guerra».

Come si studia per diventare agente segreto? A chi si manda il cv?
«Dipende dai Paesi. La Russia aveva una università del Kgb, nel Regno Unito c’è una lunga tradizione di formazione a Cambridge
e Oxford. In Italia per molto tempo si attingeva dalle forze armate e di polizia. Poi le esigenze sono cambiate e oggi per difendersi
dagli hacker non basta fare un corso di informatica. Chi vuole candidarsi può inviare la domanda al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e poi è lo Stato a valutare i profili»

Il Mar propone un abbonamento annuale che consente visite illimitate al museo

La tessera, con validità di un anno, permette l’ingresso a tutte le mostre permanenti e offre uno sconto sulle temporanee

Mar

Dal mese di marzo è possibile acquistare al bookshop del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna la “Mar Card” una tessera che da diritto all’ingresso illimitato alle collezioni permanenti della galleria, al costo di 10 euro, con validità di un anno.

La card è nominativa e, una volta presentata in biglietteria al proprio ingresso, consentirà di visitare tutte le collezioni permanenti esposte: da quella antica con il nuovo allestimento delle cellette, alla sezione contemporanea con le opere di Zorio, Banksy e Cattelan, oltre che il piano terra con la sua collezione dei mosaici contemporanei, le nuove acquisizioni delle opere musive e Sacral, l’installazione nel chiostro del museo di Edoardo Tresoldi. Per quello che riguarda le esposizioni temporanee invece, sarà garantita una riduzione sul prezzo di ingresso

Riaperti gli uffici della Cgil alluvionata, danni da oltre 400mila euro

Il totale delle perdite materiali non tiene conto del valore storico dell’archivio distrutto

CGIL UFFICI

Sabato 16 marzo sono stati inaugurati, a dieci mesi dalla devastazione dell’alluvione, gli uffici ricostruiti al piano terra della sede della Cgil di Faenza, in via Chiarini, che hanno aperto al pubblico.
L’acqua mista a fango aveva raggiunto l’altezza di 3,5 metri sommergendo completamente piano terra e seminterrato, arrivando anche al primo piano. Tutte le attrezzature e gli archivi storici presenti sono stati distrutti. Con l’aiuto dei volontari e dei propri operatori, la Cgil è riuscita ad aprire gli uffici al primo piano dopo 3 settimane dall’alluvione, con spazi fortemente limitati.
Solo pochi giorni fa, invece, il 16 marzo, è stato ripristinato il piano terra, con la ricostruzione di parte della struttura muraria, della tinteggiatura e la predisposizione di impianto elettrico, di riscaldamento e delle postazioni con tutta la strumentazione necessaria. I lavori sono stati finanziati, a oggi, solo grazie al contributo solidaristico di tutte le altre sedi della Cgil, con risorse provenienti da un contributo volontario sulle ore di lavoro di tutti gli operatori dell’organizzazione e raccolte fondi tra gli iscritti. I danni materiali, che non tengono conto del valore storico dell’archivio, sono stimati in una cifra superiore ai 400.000 euro.

Vacanze “gratis” a Milano Marittima grazie alla nuova card di welfare aziendale

Tra i bonus per i dipendenti arriva una tessera che può essere utilizzata per pagare i soggiorni negli hotel convenzionati del cervese, si tratta di un progetto unico in Italia

Spiaggia Ombrellone

I “fringe benefit” sono una forma di retribuzione non in denaro regolamentata dallo stato, sempre più diffusa nel mondo aziendale per premiare i propri dipendenti, con il vantaggio di offrire un bonus non tassato (fino a 2000 euro per chi ha figli a carico e fino a 1000 per chi non ne ha) spendibile sulle principali piattaforme di welfare aziendale. Con l’introduzione della nuova “Cervia e Milano Marittima Card” sarà possibile acquistare anche dei buoni spendibili negli hotel della “Città del sale”.

La tessera nasce  come metodo di pagamento per i futuri turisti e può essere acquistata sulle principali piattaforme di welfare aziendale italiane, in tagli da 30, 50 e 100 euro (cumulabili) e utilizzata per pagare in una qualsiasi delle strutture alberghiere convenzionate.

«Un vero e proprio progetto unitario di promozione della località unico in Italia – commenta Luca Sirilli Presidente della Fondazione Cervia In promotrice dell’iniziativa in collaborazione con Mediatip, azienda leader nel sistema del welfare aziendale. -Un prodotto che sarà visto da oltre 6 milioni di dipendenti di aziende del nord Italia che adottano il welfare aziendale per i propri collaboratori. Quando Comune, associazioni e privati fanno sistema è possibile raggiungere obiettivi importanti senza spendere denaro. Un progetto che si svilupperà su più anni. In questa prima fase è stato creato il circuito tra gli hotel e veicolato il prodotto nelle piattaforme, dal prossimo abbiamo un programma di sviluppo che ci permetterà anche di vendere molte gift card per portare turisti nuovi nelle nostre località».

Il mondo commerciale dei fringe benefit e del welfare aziendale è una novità degli ultimi anni ed è arrivata a generare un mercato stimato di 50 miliardi di euro, in continua espansione.

Presentato il piano di riqualifica dell’asilo nido dopo i danni dell’alluvione

Il progetto, dal valore di oltre 774.000 euro è stato reso possibile grazie a due raccolte fondi e servirà a implementare la funzionalità e la classe energetica del nido

Game Room In The Kindergarten

Nel corso di un incontro aperto alla cittadinanza, l’Amministrazione Comunale di Solarolo ha presentato il progetto finalizzato al recupero e al miglioramento dell’asilo nido “Lo Scarabocchio”, necessario per ripristinare i danni causati dalle alluvioni dello scorso maggio. L’intervento è stato reso possibile grazie alle raccolte fondi  “Un aiuto Subito” (promossa dal Corriere della sera e Tg La7,) e “Romagna Nostra” (promossa da Fondazione della Comunità Bresciana, Associazione Comuni Bresciani e Giornale di Brescia), che hanno raccolto un totale di 774.000 euro per finanziare l’intervento.

“Lo Scarabocchio”, realizzato negli anni Settanta, rappresenta per la comunità di Solarolo una importante risorsa a sostegno delle famiglie e per lo sviluppo dei bambini. Negli anni, l’edificio è stato oggetto di constanti interventi di manutenzione, tra i quali il consolidamento sismico che ne garantisce la solidità, ma gli eventi catastrofici della scorsa primavera hanno prodotto danni importanti agli impianti elettrici, tecnologici, idrico-sanitari e di riscaldamento, oltre che alle pavimentazioni, alle pareti e alle aree esterne all’edificio.

Il progetto di riqualificazione presentato non vuole essere solo un rifacimento della struttura, ma è stato pensato con per implementare e migliorare le prestazioni energetiche dell’asilo, che diventerà un moderno edificio di classe A4, rientrante nei parametri della normativa per essere considerato un edificio nZeb (Nearly Zero Energy Building), richiedendo una quantità di energia minima per il suo funzionamento e rispettando i principi della progettazione sostenibile e bioclimatica.
Tra le migliorie proposte si elencano l’isolamento termico dell’intero edificio; l’installazione di pannelli fotovoltaici; l’utilizzo di illuminazione a Led; l’installazione di un impianto di riscaldamento/raffrescamento/produzione acqua calda sanitaria a pompa di calore e l’impianto di riscaldamento a pavimento.

Dalla Playstation ai biscotti a forma di Pac-man: a Cervia il primo hotel per gamer

L’iniziativa di due fratelli, che hanno rilevato il Madison e stanno ultimando una ristrutturazione a tema, da 600mila euro «Ci piacerebbe che il nostro “The Match” diventasse un vero e proprio punto di incontro anche per i cervesi»

The Match Hotel Consolle e maxi schermi, cabinati, giochi di società, arredi a tema retrogaming e colazioni con biscotti di Batman e Pac-Man. Quello che sembra essere il sogno di ogni “nerd” prende forma nell’idea di due giovani imprenditori cervesi che hanno deciso di ristrutturare il loro albergo trasformandolo nel primo game-hotel della Romagna. Quella dei fratelli Filippo e Perri Giacometti (29 e 26 anni) è una famiglia di imprenditori da tre generazioni, e dall’età di 19 anni Filippo aiuta la madre nella gestione dell’Hotel Monica: «Quando ho capito che c’era da dare una mano nell’albergo di famiglia non mi sono tirato indietro, ho abbandonato il sogno del pallone per dedicarmi a tempo pieno al lavoro di gestore. A seguito della pandemia abbiamo rilevato l’hotel Madison, sapendo che avremmo dovuto ristrutturarlo. L’idea era quella di un rinnovo ma poi, anche grazie all’aiuto di un consulente, abbiamo deciso di fare qualcosa che rispecchiasse davvero noi stessi, e da veri appassionati di videogame, manga e Lucca Comics non poteva che essere un hotel a tema gioco, anche se sappiamo che in una cittadina come Cervia può rappresentare una sfida».

Il Madison diventa quindi “The Match” (la sfida) grazie a una ristrutturazione dal valore di oltre 600.000 euro, che interesserà inizialmente solo una parte dell’hotel, a partire dall’esterno della struttura, hall e zone comuni, e il primo piano che ospiterà nove nuove camere tematizzate: «In questa prima fase di rinnovo ci siamo concentrati sulle aree più sfruttate dalla clientela, come la game room da otto postazioni che permetterà agli ospiti di sfidarsi con Play 5, e in futuro anche Switch, computer e cabinati, la zona dedicata ai giochi di società, la hall e la sala colazioni, ma anche e soprattutto nelle nuove stanze “Match”, con arredamenti a tema e, nel caso della suite, una Play 5 a disposizione in camera. Le camere tradizionali ai piani superiori resteranno disponibili e avranno un prezzo minore». Le aree esterne sono pensate per ospitare campi da basket e zone dedicate allo sport: «Vogliamo valorizzare il gioco a tutto tondo, anche nei suoi aspetti più dinamici».

The Match aprirà il 25 aprile, ma l’inaugurazione ufficiale è prevista intorno alla metà di maggio. Tra le novità rispetto alle stagioni precedenti, l’abbandono della pensione completa in favore del B&B: «Sappiamo che questo rivoluzionerà il nostro target – spiegano i fratelli – abbiamo sempre lavorato con le famiglie, ma nonostante il tema ludico il nostro hotel non è pensato per bambini, piuttosto per coppie e gruppi di amici. Gestire un hotel con pensione completa inoltre è davvero impegnativo, abbiamo optato per la formula più giovane del B&B offrendo al posto della colazione un brunch servito fino a mezzogiorno, preparato da Perri e ovviamente in tema: con biscotti a forma di Pac-Man e simboli dei supereroi».

Il brunch, così come le zone comuni dell’hotel saranno accessibili anche da chi non alloggia nella struttura: «Abbiamo creato The Match con l’idea di portare qualcosa di nuovo a Cervia: amiamo la nostra città ma crediamo sia rimasta un po’ ferma nel tempo per quel che riguarda l’accoglienza turistica e il servizio alberghiero. Anche per questo ci siamo affidati ad agenzie esterne al territorio per l’ideazione del progetto e la campagna di comunicazione. Un’altra delle idee che vogliamo rivoluzionare è quella dell’hotel come luogo privato e inaccessibile: il gioco unisce e vogliamo che The Match diventi un vero punto di incontro e aggregazione. Invitiamo tutti i cervesi a provare la nostra colazione “All you can breakfast” e a sfidarsi a una partita alla Play nella nostra game-room. Vorremmo sfruttare questo cambiamento anche per superare i limiti della “stagione”, organizzando nei periodi di minor affluenza tornei di giochi di società e videogame, scambi di carte e, perchè no, raduni a tema cosplay. Si tratta di un modo diverso di pensare la ricezione alberghiera e sappiamo che in una cittadina tanto legata alle tradizioni del suo turismo sarà letteralmente una sfida, ma non ci spaventa».

Sonia Davis e John Calzolari finalisti a “The Voice Senior”

L’ultima puntata del talent dedicato ai cantanti over 60 andrà in onda il 5 aprile e vedrà in scena i due artisti di origine ravennate e faentina

The voice senior finalisti

Dopo il primo traguardo raggiunto con la selezione per la semifinale, Sonia Zanzi (in arte Sonia Devis) e Gianluca “John” Calzolari sono ufficialmente finalisti dell’ultima edizione di The Voice Senior, il talent show canoro firmato Rai dedicato agli artisti over 60.

I due cantanti, scelti per il proprio team da uno dei quattro giudici del programma, il rapper napoletano Clementino, sfideranno per l’ultima volta gli altri concorrenti nella puntata finale di venerdì 5 aprile,  in onda alle 21.30 su Rai 1.

Sonia Zanzi (61enne ravennate) lavora in un fast food, ma è già nota in zona e non solo come cantante con il nome d’arte Sonia Davis, mentre il 62enne faentino Gianluca “John” Calzolari è un agente della polizia locale di Imola.

Spiragli per l’ex Farmografica: via libera al risarcimento danni per l’alluvione

Il commissario Figliuolo si è impegnato a riconoscere il contributo in caso di cessione

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La struttura commissariale per la Ricostruzione post alluvione è pronta a valutare positivamente il risarcimento dei danni provocati dall’alluvione del maggio scorso alla ex Farmografica di Cervia, oggi proprietà dell’austriaca Mayer-Melnhof Packaging che nei mesi scorsi ha deciso di chiudere l’azienda. È stato valutato possibile, quindi, riconoscere il contributo previsto dall’ordinanza 11 nel caso di cessione del ramo d’azienda in continuità aziendale (a essere interessato all’acquisto è il gruppo Focaccia).

La protesta per l’ex Farmografica di Cervia

L’impegno è del commissario alla Ricostruzione, generale Paolo Francesco Figliuolo, che a Bologna ha incontrato nella sede della Regione l’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, insieme al prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, al presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, al sindaco di Cervia, Massimo Medri, alla Rsu aziendale e ai segretari generali di Slc Cgil Ravenna, Saverio Monno, Fistel Cisl Romagna, Stefano Gregnanin, e Uilcom Uil, Ryan Paganelli.

«Oggi abbiamo registrato una novità importante – ha dichiarato Colla -. Se da una parte stiamo trovando una soluzione al precipizio dei licenziamenti, attraverso l’accordo fra i sindacati e l’azienda austriaca che può portare alla cassa integrazione per sei mesi e quindi a “comprare” tempo per trovare un imprenditore disponibile a rilevare l’azienda, dall’altra abbiamo tracciato un percorso di chiarezza sul tema dei risarcimenti per i danni alluvionali. Ringraziamo il commissario Figliuolo e la sua struttura per aver accolto la richiesta delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali a riconoscere i risarcimenti a un nuovo imprenditore, in caso di continuità del ramo d’azienda, sia per quanto riguarda la disponibilità a ristorare l’eventuale divario fra il danno asseverato per i macchinari e la quota già versata dall’assicurazione austriaca, che per aver garantito un canale preferenziale per velocizzare il più possibile i tempi dell’erogazione».

«Se l’apertura di oggi ci consente di guardare con speranza al futuro dell’ex Farmografica di Cervia, evitando la chiusura di un’azienda a causa dell’alluvione – ha aggiunto l’assessore regionale -, lo dobbiamo alla responsabilità dei lavoratori, dei loro rappresentanti e delle organizzazioni sindacali, che con grande civiltà hanno saputo difendere non solo i posti di lavoro, ma l’esistenza stessa di un’attività industriale su un territorio difficile come quello di Cervia».

Vede la polizia e scappa sul monopattino: arrestato con 28 involucri di cocaina

In manette anche un altro spacciatore sorpreso a vendere in borgo San Rocco

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Polizia in piazza Baracca

Due arresti nel giro di pochi giorni della polizia a Ravenna. Nello scorso fine settimana, in zona Borgo San Rocco, a finire in manette è stato un cittadino straniero, irregolare in Italia e con precedenti, sorpreso a vendere una dose di cocaina a un giovane italiano. Lo spacciatore era già stato espulso dal territorio nazionale. Dopo la convalida dell’arresto, nei suoi confronti è stato emesso un nuovo provvedimento di espulsione dall’Italia.

In piazza Baracca all’inizio di questa settimana, invece, i poliziotti hanno individuato (e poi arrestato) un cittadino straniero destinatario di un ordine di carcerazione per quasi due anni di reclusione per reati inerenti gli stupefacenti. Dopo un breve tentativo di fuga a bordo di un monopattino, il ricercato è stato fermato e trovato in possesso di 28 involucri di cocaina per un peso complessivo lordo di circa 14 grammi.

Lite in strada fra due uomini, uno lancia una bici contro i vigili urbani: arrestato

Controlli della polizia locale: l’altro uomo è stato denunciato perché trovato con uno storditore elettrico

Foto 1La polizia locale è intervenuta ai giardini Speyer, in zona stazione ferroviaria, per sedare una lite in strada fra due uomini e uno di loro ha lanciato una bicicletta contro gli agenti. È scattato l’arresto. L’episodio è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 20 marzo. L’altra persona partecipante alla lite è stata denunciata per inosservanza delle norme sulla permanenza dello straniero e per porto di oggetti atti ad offendere senza giustificato motivo in quanto sorpreso, durante le fasi dell’identificazione, nel tentativo di disfarsi di uno storditore elettrico. Entrambi gli uomini sono di nazionalità marocchina.

Nella caserma di piazza Mameli uno dei due ha proseguito nella condotta violenta provocando danni alle dotazioni delle camere di sicurezza (rottura dei lavabi e dei rubinetti), motivo per il quale è stato altresì denunciato per danneggiamento aggravato.

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