martedì
26 Agosto 2025

I progetti dello zoo Safari di Ravenna per aiutare le specie in via di estinzione

Il 3 marzo è la giornata mondiale della vita selvatica e il parco faunistico accanto a Mirabilandia ricorda i progetti e le iniziative portati avanti da anni

Emu ZoosafariIn occasione della giornata mondiale della vita selvatica (World wildlife day) che cade il 3 marzo, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare animali e piante selvatiche del mondo e il contributo che danno alla salute del pianeta, lo zoo Safari di Ravenna ricorda i progetti e le collaborazioni nazionali e internazionali in linea con lo spirito della giornata.

All’interno del parco accanto a Mirabilandia infatti, tra gli altri esemplari, si possono ammirare elefanti indiani, siamanghi, gibboni, gaur, addax, antilope roane e lichi del Nilo, tutti appartenenti a programmi con l’obiettivo di preservare la conservazione di specie minacciate in natura attraverso il regolare scambio tra giardini zoologici.

Dal parco poi ricordano il progetto Pan Italia finalizzato alla conservazione degli scimpanzé. Sempre rivolto alla tutela degli scimpanzé , il sostegno attivo al  progetto promosso da Pasa (Pan African Sanctuary Alliance) finalizzato a salvare quattro scimpanzé tenuti in condizioni non idonee  in Guinea-Bissau. «I quattro esemplari sono stati trasferiti con successo e in totale sicurezza nel santuario in Liberia , concludendo così positivamente una operazione senza precedenti a livello internazionale».

Da tre anni il Safari Ravenna è partner di Turtle Island, centro di eccellenza per la difesa, il mantenimento e la salvaguardia di esemplari rari di tartarughe. Si tratta di un’istituzione scientifica che con oltre 160 specie, rappresenta una vera e propria Arca di Noè per le specie in via di estinzione.

Da quest’anno è attiva la collaborazione con Matthias Otto, consulente e trainer specializzato in elefanti di fama internazionale che affiancherà periodicamente i keeper addetti al reparto per una ottimale gestione di questi esemplari così complessi.

A livello locale, da anni il Safari Ravenna affianca l’Università di Bologna nella formazione di giovani futuri veterinari attraverso workshop formativi, attività di tirocinio e stage, nonché nell’avvio di progetti di ricerca volti a misurare il benessere delle specie ospitate.

Inoltre lo zoo sostiene Cestha di Marina di Ravenna, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat, ente di ricerca senza scopo di lucro la cui finalità è la protezione ambientale. Nello specifico, grazie al  contributo del Safari, Cestha si dota dell’Ecg per il monitoraggio durante le anestesie, garantendo una maggior tutela.

Al bar Moog le testimonianze di due autentici animatori e girovaghi

Nel locale di vicolo Padenna a Ravenna, sabato 4 marzo (alle ore 18) dialogo sull’arte di strada e in baracca con Monticelli e Palma

Mauro Monticelli Gianluca Palma
Mauro Monticelli e Gianluca Palma

Sabato 4 marzo alle 18 al Moog Slow Bar di Ravenna (vicolo Padenna 5), si tiene il diciassettesimo incontro della rassegna curata da Ivano Mazzani. Mauro Monticelli, storico burattinaio e animatore dell’omonima Famiglia d’arte ravennate, dialogherà con Gianluca Palma, artista di strada, fisarmonicista e marionettista sulla tradizione e l’attualità di una forma spettacolare dalle radici antiche ma ancora capace di soprprende il pubblico di piccoli e adulti.

Mauro Monticelli è burattinaio e marionettista professionista dal 1979. Ha intrapreso questo cammino proseguendo il mestiere dei suoi avi e della sua una famiglia di burattinai e marionettisti attiva alla prima metà dell’800. La famiglia d’Arte Monticelli  è una delle più longeve formazioni artistiche italiane, riuscendo a tramandare fino a oggi il lavoro artistico di padre in figlio e coinvolgendo in questo mestiere i propri collaboratori che, in alcuni casi, sono diventati essi stessi parte integrante della compagnia. Così si è tramandato il patrimonio teatrale e materiale, costituito da sapere ma anche da oltre cinquecento pezzi antichi (marionette, burattini, copioni manoscritti, scenografie, materiali fotografici attrezzistici e pubblicitari) conservati al Museo La casa delle Marionette di Ravenna.
Gianluca Palma, classe 1985, faentino, formato in psicomotricità è artista di strada, trampoliere, fisarmonicista autodidatta e marionettista curioso. Interessato alla musica popolare e a tutto ciò che è costruire ed inventare, dopo un decennio di collaborazioni con diverse compagnie, fonda insieme a Mariasole Brusa la compagnia All’InCirco con l’obiettivo di approfondire l’utilizzo delle tecniche di teatro di figura nei contesti di strada. Da alcuni anni collabora strettamente con Teatro del Drago di Ravenna in diverse produzioni spettacolari.

“La cura attraverso l’arte”: viaggio nella storia ospedaliera a Palazzo Rasponi

Dal 5 marzo al 16 aprile le opere più significative del patrimonio di Ausl Romagna esposte a Ravenna. In calendario anche una serie di incontri sull’idea di “museo diffuso”, con visite guidate nei poli sanitari di interesse storico e culturale

Il Comune di Ravenna e l’Ausl Romagna presentano, negli spazi di Palazzo Rasponi delle Teste a Ravenna, la mostra “La cura attraverso l’arte”, un racconto della storia ospedaliera del territorio e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Si tratta di un’occasione per ammirare i pezzi più significativi del patrimonio storico e artistico stratificato nei seicento anni di storia di una delle più grandi aziende sanitarie italiane. L’inaugurazione è prevista sabato 4 marzo alle ore 17, e le opere resteranno esposte al pubblico dal 5 marzo al 16 aprile.

La rassegna, curata da Sonia Muzzarelli (Conservatrice Patrimonio Storico Artistico Ausl Romagna) e Paolo Trioschi (Mar) si divide tra un percorso articolato in sei sezioni (ognuna dedicata alla città d’origine delle opere) e una serie di eventi collaterali all’insegna della cultura sanitaria, tra incontri conviviali a Palazzo Rasponi e visite guidate all’interno degli ospedali della regione alla scoperta dei padiglioni dedicati all’arte. L’intera iniziativa è promossa congiuntamente da Comune di Ravenna, Ausl Romagna, Mar (Museo d’Arte della città di Ravenna) e Acosi (Associazione culturale ospedali storici italiani).

All’interno di Palazzo Rasponi il viaggio alla scoperta del tesoro artistico di Ausl Romagna parte da Rimini, in una sala che vede esposte alcune opere provenienti dal Museo della città  (che conta al suo interno oltre cinquanta opere di proprietà dell’azienda sanitaria). Tra i pezzi di maggior interesse in questa sala troviamo La Vocazione di San Matteo di Guido Cagnacci, Sant’Ubaldo che libera un’ossessa di Gian Francesco Nagli e il Crocefisso Ligneo di Johannes Teutonico.

La seconda sala è invece dedicata alla proiezione di un video: Non ti potrò scordar… Romagna mia, presentato nel 2021 alla quinta edizione dell’Alzheimer Fest, caratterizzato da testi semplici, letti da psicologhe dei centri Ausl per Disturbi Cognitivi e Demenze, che vuole presentare la Romagna alle persone con demenza stimolando, anche attraverso le opere d’arte di proprietà aziendale, il risveglio di ricordi e emozioni.

Si prosegue poi con lo spazio dedicato a Forlì che, grazie alla sua importante storia ospedaliera iniziata nel XIV secolo con l’hospitale Domus Dei, proseguita nel 500 con l’unione dei poli assistenziali nello Spedale Maggiore, la costruzione dell’Ospedale Morgagni nel Novecento e la creazione del blocco ospedaliero di Vecchiazano nel 2004, offre alla mostra pezzi come La Divina Commedia illustrata di Amos Nattini, le due tele dei Santi Andrea e Bartolomeo e i ritratti dei grandi donatori Delfina Cima e Rambaldo Bruschi.

Lo spazio che conduce alla sala cesenate – dove si trovano tra gli altri pezzi un raro ritratto frontale di Malatesta Novello, signore della città e artefice della sua storia ospedaliera e i due calendari liberty parte del complesso architettonico della Tomba Roverella – è dedicato agli ospedali storici italiani, al tempo stesso luoghi di cura e produzione medico-scientifica e straordinari compendi artistici.

In ultimo, si arriva infine alle stanze dedicate al Ravennate, che per via del nutrito numero di pellegrini che attraversava la città in direzione di Roma, annovera un elevato numero di ospitali nella storia del suo territorio. Qui è visibile quella che Muzzarelli ha definito la “regina” delle opere del patrimonio Ausl: il Grande Vaso di Pietro Melandri, oltre che al dipinto di Luigi Folli Saffo sulla rupe di Leucade, l’Abele Morente di Gian Battista Bassi (collezione di Massa Lombarda) e la Natura morta con libri (Francesco Verlicchi), il dipinto di San Girolamo, l’insegna storica del vecchio ospedale e la stampa fotografica del dottor Giuseppe Gotti (tutti provenienti dal museo San Rocco – ex Ospedale – di Fusignano).

In merito all’allestimento della mostra, i curatori Muzzarelli e Trioschi hanno voluto sottolineare l’intrinseco legame tra medicina e arte, in un contesto storico che ha portato i piccoli ospitali (strettamente legati alla religiosità) alla creazione dei grandi centri di cura polifunzionali odierni.
Le opere d’arte della collezione Ausl Romagna provengono dalle cappelle affiancate agli ospitali, dai monasteri dove alcuni avevano sede, e non ultimo dalle donazioni di abbienti benefattori che «ci ricordano come un tempo una buona assistenza medica non fosse un diritto di tutti, e chi veniva curato si sentiva in dovere di riconoscenza» come precisa Muzzarelli.
Per Trioschi, l’aspetto più importante è da ricercarsi nel profilo psicologico del legame tra arte e medicina, nell’attenzione al bello anche e soprattutto nei luoghi di sofferenza, quasi a voler curare il corpo attraverso lo spirito.
Questa connessione continua a mantenersi viva anche oggi, testimoniata dalle aree e dai reparti dedicati all’esposizione storica artistica e culturale all’interno degli ospedali del territorio – si pensi solo alle quattro teste mummificate di briganti giustiziati e alla biblioteca pubblica, nell’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna – da cui il progetto di “museo diffuso” che prevede, collateralmente alla mostra, visite guidate a poli universitari e padiglioni ospedalieri di interesse culturale (dai sotterranei alle aree espositive), il cui calendario è consultabile a questo link.

Obiettivo “Amianto Zero”: al via una mappatura dei fabbricati

Se ne parla ad Alfonsine sabato 4 marzo in un assemblea pubblica organizzata da Cgil e altre associazioni per la tutela della salute e dell’ambiente

Amianto Inquinamento RimozioneSabato 4 marzo è in programma ad Alfonsine, dalle 15 alle 18 al cinema Gulliver in piazza della Resistenza, l’assemblea pubblica “Amianto zero: un risultato possibile. Mappature, bonifiche, salute” organizzato dalla Cgil di Ravenna, dall’AFeVa (associazione familiari e vittime amianto Emilia Romagna), dal comitato “Salviamo le api, salviamo noi” e con la collaborazione del Comune di Alfonsine.
L’assemblea si propone di analizzare il fatto che il rischio, dovuto all’utilizzo massiccio dell’amianto fino al 1994 nell’edilizia civile e industriale, rappresenta un problema di salute pubblica ancora oggi, a causa del progressivo degrado dei manufatti contenenti amianto. Nel corso dell’assemblea si daranno informazioni ai cittadini su come segnalare la sospetta presenza di manufatti di cemento amianto ai Comuni e all’Ausl.

«Senza creare allarmismi – dicono gli organizzatori – è necessario avviare rapidamente programmi di mappatura dei fabbricati contenenti amianto per incentivare le bonifiche. Eventi come grandinate, terremoti, incendi possono disperdere nell’ambiente l’amianto».

Riapre il parco naturale di Cervia, con laboratori ed escursioni tra gli animali

Parco Naturale CerviaSabato 4 marzo riapre dalle 9.30 (fino alle 17) il parco naturale di Cervia.

Per l’occasione, è in programma l’iniziativa “Risveglio al Parco”, al via dalle 14 con i saluti istituzionali. Alle 15 il truccabimbi e alle 16 il laboratorio creativo “Che animale sei?” per costruire una maschera da portare a casa.

Le stesse attività verranno riproposte anche domenica, con in più alle 15 un’escursione lungo i sentieri del parco per conoscere gli animali autoctoni.

Nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 marzo l’ingresso è gratuito per i residenti del Comune di Cervia.

Per informazioni 0544 995671 | parconaturale@atlantide.net

La deputata ravennate Bakkali spiega come fare comunicazione politica sui social

Bakkali Festa PdIl giusto tono di voce, i messaggi più incisivi e corretti, gli obiettivi e i tempi entro cui raggiungerli, la coerenza estetica e la chiarezza quando si vuole fare comunicazione politica. Saranno alcuni dei temi che verranno presentati sabato 11 marzo alle 14 al Mama’s di via S. Mama 75, a Ravenna, all’evento di formazione gratuito e aperto a chiunque, organizzato dall’associazione Agenda in collaborazione con la deputata ravennate Ouidad Bakkali. Durante il breve corso – rivolto a tutti – verranno mostrate strategie, buone pratiche, aspetti legali e consuetudini di una corretta ed efficace comunicazione attraverso i social da applicare sia durante una campagna elettorale che durante la comunicazione ordinaria.

Sparge bocconi con i chiodi nel cortile, poi denuncia la vicina. E insulta i vigili

Una donna faentina denunciata per calunnia dalla polizia locale

Polizia Locale FaenzaNei mesi scorsi una 40enne faentina si era rivolta al comando della polizia locale dell’Unione raccontando di aver visto una sua vicina cospargere bocconi di cibo contenenti chiodi destinati ai cani dei condomini. Ne era seguita una denuncia-querela.

Dopo qualche giorno, la donna si è lamentata sui social di un presunto immobilismo della stessa polizia locale, incassando centinaia di “like” e provocando molti messaggi contro il Corpo dei vigili manfredi.

Le indagini, in realtà, erano partite immediatamente – assicurano dalla polizia locale – ma dopo i primi servizi di appostamento e controllo da parte dei vigili sono emerse evidenze che stridevano con la versione della 40enne. Dall’indagine successiva, supportata da testimonianze e filmati, è quindi emerso che proprio la donna che aveva denunciato l’accaduto aveva disseminato, con l’aiuto del fratello, il cortile condominiale di “bocconi-esca”; probabilmente per screditare la vicina con la quale aveva avuto degli screzi condominiali.

La donna e il fratello 45enne in questi giorni sono stati quindi denunciati alla Procura della Repubblica per il reato di calunnia.

Si cercano volontari per ritirare le eccedenze dei negozi ed evitare gli sprechi

Il progetto di Stadera ha permesso di raccogliere in un mese 80 kg di prodotti. Il 10 marzo un incontro pubblico

Ce Ne Facciamo CargoRaccolti in un mese oltre 80 kg di prodotti grazie a Ce ne facciamo Cargo, progetto di volontariato che recupera, grazie a dei rider volontari che si muovono in bicicletta, gli alimenti avanzati dalle attività aderenti, che altrimenti finirebbero sprecati, per destinarli a usi solidali.

Con l’obiettivo di estendere il servizio, venerdì 10 marzo, allo Spazio Mercato Cooperativo di Stadera in via Cesari a Ravenna, si terrà una serata per presentare il progetto, approfondire il tema e sensibilizzare la cittadinanza a partecipare.

Vengono raccolti soprattutto prodotti della panificazione: pane, pizze, ciambelle, dolci, ma anche frutta, verdura e alimenti confezionati, oltre a qualche capo di abbigliamento per i profughi della nave Ocean Viking, consegnato alla Caritas diocesana di Ravenna-Cervia.

«Abbiamo tarato i ritiri sulle disponibilità delle prime attività che hanno convintamente aderito – spiega il referente del progetto Riccardo Ricci Petitoni -, il forno Nuovo Brunelli di via Santucci e il forno Tre Sorelle di via Bovini, a cui siamo grati, oltre alla cooperativa Stadera che è il nostro campo base oltre che la promotrice del progetto. Se potessimo contare su altri rider volontari e coprire altre giornate, potremmo letteralmente moltiplicare questi volumi».

«Abbiamo chiesto al Comune di Ravenna – afferma Massimiliano Miccoli, uno dei rider volontari di Stadera -, che patrocina il progetto, di coinvolgere anche le mense degli istituti scolastici primari, che per loro natura sono grandi produttori di eccedenze, ma per esprimere queste potenzialità, abbiamo bisogno dell’aiuto di altri volontari».

Per contribuire al progetto è possibile scrivere alla mail cenefacciamocargo@gmail.com, collegarsi alla pagina Facebook oppure contattare il numero 392 1136268.

Il Campus di Ravenna nello studio rivelatore sull’era glaciale

Il laboratorio di Osteoarcheologia di Beni Culturali ha contribuito a riscrivere la storia genetica dei nostri antenati

1. Gravettien Credit Tom BjoerklundIl laboratorio di Osteoarcheologia e Paleoantropologia del campus universitario della città di Ravenna, il cosiddetto Bones Lab, è tra i protagonisti dello studio pubblicato sulla rivista Nature che ha riscritto la storia genetica dei nostri antenati, con il più grande set di genomi di cacciatori-raccoglitori europei preistorici mai generato.

Lo studio ha coinvolto 125 scienziati internazionali, tra cui appunto anche studiosi dell’Università di Bologna, coordinati da ricercatori dell’Università di Tubinga (Germania), dell’Università di Pechino (Cina) e del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia (Germania).

Cosa è stato analizzato insieme al campus universitario della città di Ravenna

Il gruppo di ricerca internazionale, insieme ai ricercatori della Regione, ha analizzato i genomi di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici di diverse culture archeologiche, inclusi nuovi set di dati di 116 individui provenienti da 14 diversi paesi europei e dell’Asia centrale.

Lo studio si concentra sui popoli vissuti tra 35.000 e 5.000 anni fa che sono, almeno in parte, gli antenati di chi oggi vive nell’Eurasia occidentale, includendo per la prima volta i genomi di persone vissute nell’Ultimo Massimo Glaciale, la fase più fredda dell’ultima era glaciale.

3. Oberkassel Credit Jürgen Vogel, LVR LandesMuseum Bonn (1)Sorprendentemente, il team di ricerca ha scoperto che le popolazioni che si stabilirono nel continente europeo tra 32.000 e 24.000 anni fa (cultura gravettiana) non erano strettamente imparentate tra loro. Erano legati da una cultura archeologica comune: usavano armi simili e producevano manufatti dello stesso tipo. Geneticamente, tuttavia, le popolazioni dell’Europa

occidentale e sudoccidentale (l’odierna Francia e la penisola iberica) erano differenti dalle popolazioni contemporanee dell’Europa centrale e meridionale (l’odierna Repubblica Ceca e l’Italia).

Il patrimonio genetico dei cacciatori-raccoglitori di questo periodo da sud-ovest si trova ininterrottamente per almeno 20.000 anni: i loro discendenti rimasero nell’Europa sud-occidentale durante il periodo più freddo dell’ultima era glaciale (tra 25.000 e 19.000 anni fa) dando vita alla cultura solutreana e magdaleniana, e successivamente si spostarono verso nord-est nel resto d’Europa.

«Con questi risultati, possiamo per la prima volta supportare direttamente l’ipotesi che l’Europa sud-occidentale abbia offerto condizioni climatiche più favorevoli durante l’Ultimo Massimo Glaciale affinché popoli di cacciatori-raccoglitori trovasse rifugio qui», afferma il primo autore della ricerca Cosimo Posth (Università di Tubinga).

Tuttavia, le popolazioni di cacciatori-raccoglitori associate alla cultura gravettiana che erano presenti nell’Europa centrale e meridionale scomparvero dopo l’Ultimo Massimo Glaciale. Questo significa che un nuovo pool genetico si insediò in queste aree. «Abbiamo scoperto che gli individui associati a una cultura successiva, l’Epigravettiano, erano geneticamente distinti dai precedenti abitanti dell’area», afferma il coautore He Yu (Università di Pechino). «Presumibilmente, queste persone provenivano dai Balcani, arrivarono prima nel nord Italia intorno al periodo del massimo glaciale e si diffusero verso il sud fino alla Sicilia».

Fondamentale per chiarire questi aspetti è stato il ruolo del Bones Lab di Ravenna, che ha documentato, studiato e campionato i resti umani dei siti archeologici di Riparo Tagliente (Verona) e Grotte di Pradis (Pordenone).

«Nell’ambito di questa ricerca abbiamo studiato in particolare il dente deciduo di Grotte di Pradis, nel Comune di Clauzetto, in provincia di Pordenone», spiega Stefano Benazzi, professore al Dipartimento di Beni culturali dell’Alma Mater, direttore del Bones Lab e co-autore dello studio. «Il reperto ha infatti rivestito un ruolo fondamentale nel retrodatare l’arrivo di nuovi gruppi umani dai Balcani nel nord-est della penisola italiana tra 24.000 e 20.000 anni fa: questi gruppi si sono poi diffusi nell’intera penisola, rimpiazzando la popolazione precedente e sostituendo quindi la cultura gravettiana con quella epigravettiana».

Insieme al professor Benazzi, il lavoro del Bones Lab ha coinvolto Matteo Romandini, Eugenio Bortolini e Gregorio Oxilia, tutti attivi al Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna).

I genomi analizzati mostrano anche che i discendenti di questi abitanti epigravettiani della penisola italiana si diffusero in tutta Europa circa 14.000 anni fa, sostituendo le popolazioni associate alla cultura magdaleniana. Il team di ricerca descrive un rimpiazzamento genetico su larga scala che potrebbe essere stato causato, in parte, dai cambiamenti climatici che hanno costretto le persone a migrare.

I risultati ottenuti dagli studiosi mostrano inoltre che per più di 6.000 anni non ci fu alcuno scambio genetico tra popolazioni contemporanee di cacciatori-raccoglitori nell’Europa occidentale e orientale. Le interazioni tra popoli dell’Europa centrale e orientale possono essere rilevate di nuovo solo a partire da 8.000 anni fa. «A quel tempo, cacciatori-raccoglitori con profili genetici e aspetto diversi iniziarono a mescolarsi tra loro. Erano diversi in molte caratteristiche, tra cui la pelle e il colore degli occhi», dice He Yu.

Quello di Ravenna è l’ultimo in regione nella classifica dei migliori ospedali

Il Santa Marina delle Croci solo 95esimo in Italia secondo la rivista Newsweek

Ospedale RavennaL’ospedale di Ravenna è l’ultimo in regione tra quelli della città capoluogo di provincia nella classifica della rivista Newsweek, realizzata in collaborazione con la società Statista.

Sono ancora una volta tutti americani (la Mayo Clinic di Rochester, la Cleveland Clinic di Cleveland e il Massachusetts General Hospital di Boston) i tre migliori al mondo secondo la “World’s Best Hospitals 2023”, classifica che elenca i migliori ospedali in 28 paesi, selezionati sulla base di molteplici fattori di comparabilità, come standard di vita, dimensioni della popolazione, numero di strutture e disponibilità di dati.

I punteggi sono stati calcolati per ciascun ospedale in base a quattro indicatori ponderati: valutazioni tra pari (49% nazionale, 5% internazionale); esperienza del paziente (14,5%); metriche di qualità ospedaliera (29%); implementazione delle valutazioni di esito su riscontri dei pazienti-PROM (2,5%).

Il primo ospedale italiano in classifica per il terzo anno consecutivo è il Policlinico Gemelli di Roma che si piazza al 38° posto nella classifica globale. Il primo in Emilia-Romagna, quarto in Italia, è il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna con una percentuale di preferenza pari all’86,57%.

Il Santa Maria delle Croci di Ravenna si piazza solo al 95esimo posto in Italia (su 127 complessivi), perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno con il 72,43%. Restando in Romagna, l’Infermi di Rimini è al 65esimo posto e il Bufalini di Cesena al 71esimo

Approdo a Cervia per l’Orchestra Cherubini con il violoncello di Sollima

Parte il 3 marzo la serie di tre concerti alla Darsena del Sale con la compagine giovanile del Ravenna Festival e solisti d’eccezione

Giovanni Sollima Violoncellista
Giavanni Sollima (credits Shobha)

Nel solco della collaborazione tra Comune e Ravenna Festival che in questi anni si è concretizzata nella serie di eventi estivi “Il Trebbo in musica”, Cervia accoglie per la prima volta l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini: venerdì 3 marzo, venerdì 14 aprile e mercoledì 17 maggio – sempre alle 20 – l’orchestra residente del Festival è alla Darsena del Sale per tre concerti di primavera con solisti eccellenti.

Venerdì 3 marzo, solista del concerto di apertura della rassegna “La musica che sale” è Giovanni Sollima: se nelle proprie origini siciliane può vantare una naturale simpatia per l’identità marittima e salina di Cervia, il suo legame con l’Orchestra Cherubini si è cementato nel tempo (la prima collaborazione risale al 2008) – dopo tutto lui stesso l’ha definita “una compagine unica” per l’intensa e continua attività che ne fa un’eccellenza italiana. La Cherubini e Sollima tornano a fare musica insieme per il celeberrimo Concerto in do maggiore di Haydn, racchiuso fra due composizioni dello stesso violoncellista. Mentre la ciclicità e le ramificazioni dei sei movimenti di When We Were Trees, con i suoi richiami vivaldiani, ci ricordano che il violoncello era un tempo un albero (in questo caso affianca Sollima un secondo violoncello solista, Ilario Fantoni della Cherubini), The N-Ice Cello Concerto è stato originariamente concepito per un violoncello di ghiaccio… Ma in questo caso sarà eseguito su un violoncello altrettanto inaspettato – di cartone.

La seconda data, in aprile, è impreziosita invece dalla fisarmonica di Simone Zanchini, con Giovanni Conti alla direzione dell’rochestra, per le atmosfere tango dei brani di Richard Galliano, Roberto Di Marino e Astor Piazzolla.

A completare il trittico, in maggio, il trombettista Flavio Boltro e il suo quartetto uniscono le proprie forze a quelle del Decimino di fiati della Cherubini per un programma interamente dedicato a composizioni jazzistiche.

Prevendite (anche online orchestracherubini.it) al Teatro Alighieri di Ravenna e allo Iat di Cervia (0544 974400). Biglietto per singolo concerto 15 euro; per i residenti nel Comune di Cervia, un biglietto omaggio per ogni biglietto acquistato. Info 0544 249244.

Cervia rinnova la sua comunicazione turistica con atmosfere evocative e sognanti

Collage dal sapore vintage e frasi romantiche, questa la nuova linea pubblicitaria che la cittadina marittima ha messo a punto con AB Comunicazioni. Al via una campagna diretta ai turisti di prossimità ma anche ai tedeschi

In vista della stagione turistica 2023, Cervia rilancia l’immagine del suo territorio con una campagna promozionale studiata dall’agenzia pubblicitaria milanese AB Comunicazioni e approvata dal Tavolo del Turismo.

Manifesto2

La promozione (che interessa anche Milano Marittima, Pinarella, Tagliata) unisce un collage di immagini che gioca con richiami vintage e sognanti a un evocativo slogan: “Cervia, una vacanza, mille estati – qui a Cervia c’è tutto ciò che si può desiderare… e la scelta diventa subito naturale” con il fine di valorizzare la capacità della località marittima di trasformarsi nella meta ideale per qualsiasi tipo di viaggiatore, grazie all’ampio ventaglio di possibilità offerto dalla località marittima in termini di svago, natura, cibo tradizionale e attrazioni da visitare.

L’immagine verrà promossa attraverso una campagna social diretta agli utenti italiani e tedeschi, sulle pagine Visit Cervia e Visit Milano Marittima e tramite affissioni di locandine collocate nei capoluoghi emiliani, ma anche nei territori dell’alta Toscana più vicini alla cittadina e meglio e collegati dalle reti viarie.

 

 

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