Succede all’istituto Guerra di Cervia. Valorizzati movimento e socializzazione
L’istituto superiore Tonino Guerra di Cervia è la prima scuola dell’Emilia Romagna ad aver attivato il modello Dada.
Si tratta dell’acronimo di Didattiche per ambienti di apprendimento.
Il primo dei cinque pilastri di cui si compone è quello che vede le aule come un ambiente attivo di apprendimento: queste infatti vengono personalizzate per ogni materia, per cui non sono assegnate alla classe, bensì ai docenti. Ogni aula rispecchia una disciplina e gli alunni si spostano da un’aula all’altra nel cambio di lezione (sullo stile delle scuole degli Stati Uniti).
Inoltre, viene valorizzata e potenziata la funzione del movimento, quale motore dell’apprendimento. Questo perché, secondo il modello Dada, il movimento del corpo è funzionale al processo di insegnamento-apprendimento, e alla riattivazione della concentrazione e delle capacità cognitive.
Altro aspetto fondamentale è quello della socializzazione: processo facilitato dal fatto che gli alunni non hanno più il loro banco ma cambiano posto e compagno di banco in ogni nuovo spostamento.
Il Tonino Guerra ha attivato questo modello a partire dal primo settembre di quest’anno, dipingendo la scuola con percorsi colorati che facilitano gli spostamenti dei ragazzi e l’individuazione delle aule attraverso l’associazione colore-area didattica.
Fino al 40 percento dell’investimento, che dovrà essere come minimo di 50mila euro. I dettagli
Venti milioni di euro per finanziare gli investimenti delle imprese emiliano-romagnole, del settore manifatturiero e dei servizi alla produzione, che puntano a implementare tecnologie e sistemi per innovazioni di processo, di prodotto, di servizio. Il tutto contribuendo alla lotta al cambiamento climatico.
Il contributo è stato stanziato dalla Regione che, con risorse del nuovo Programma regionale Fesr 2021-2027, ha approvato un bando per il sostegno degli investimenti produttivi finalizzati all’innovazione delle Pmi. Così viale Aldo Moro andrà a sostenere i progetti delle imprese, delle filiere e delle attività professionali, incentivandone il rafforzamento e la crescita.
Le risorse, a fondo perduto, serviranno alle imprese per rendere più produttivi e sostenibili i processi aziendali interni. Ma anche per favorire la crescita e il consolidamento dell’impresa all’interno delle filiere di appartenenza, così come il posizionamento in mercati e filiere produttive diverse.
Saranno premiati i progetti che abbiano una ricaduta positiva sull’occupazione a tempo indeterminato e stabile o quelli che prevedano il recupero dei materiali e la conseguente riduzione della produzione di rifiuti. Ma anche le imprese con una rilevante presenza femminile e giovanile, nonché quelle che operano nelle aree montane o interne dell’Emilia-Romagna.
Il bando
Il contributo previsto nel bando sarà a fondo perduto, nella misura massima totale del 40% della spesa ammessa e per un importo, comunque, non superiore a 150mila euro. Gli interventi, con un investimento minimo di 50mila euro, dovranno essere avviati a partire dal 1° gennaio 2023 e conclusi entro il 31 marzo 2024. L’impresa deve avere sede in Emilia-Romagna.
Le domande di contributo dovranno essere presentate alla Regione dalle ore 10 del 7 febbraio alle ore 13 del 1° marzo: le richieste dovranno essere compilate, validate e inviate alla Regione esclusivamente per via telematica, tramite l’applicazione web “Sfinge 2020”.
Erano in vendita senza le obbligatorie indicazioni di utilizzo
Operazione “Natale sicuro” a Ravenna, con i vigili urbani che hanno sequestrato 350 articoli (nel corso di dieci sequestri complessivi) per un valore commerciale di circa 2mila euro.
Si tratta principalmente di alberi di Natale, presepi, giochi e luci natalizie, ma anche di piccoli elettrodomestici e accessori per la persona quali auricolari, videocamere, casse wireless, sveglie, microfoni, telefoni.
Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che sulla merce posta in vendita non erano riportate le indicazioni d’utilizzo, come invece stabilito dal Codice del Consumo.
Entro fine anno la pillora Ru486 arriverà anche nei consultori di Ravenna
Calano in Emilia-Romagna le interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2021 sono state 5.671, diminuendo del 6% rispetto all’anno precedente. Si tratta del numero più basso da quando, nel 1980, ha avuto inizio la rilevazione: lo attestano i dati contenuti nel Report messo a punto dall’assessorato regionale alla Sanità, che conferma la costante diminuzione delle Ivg sul territorio a partire dal 2004, anno in cui ne erano state registrate 11.839.
In calo le Ivg sia di donne residenti italiane (-239 rispetto al 2020) che straniere (-152). Cresce invece di 37 unità rispetto all’anno precedente il numero di residenti fuori dall’Emilia-Romagna. La maggior parte delle donne che hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è nubile (56,2%), occupata (il 53,1%), ha già un figlio (il 61,5%) e una istruzione superiore (per il 63,7%). Il 61,8% delle donne preferisce il ricorso ai farmaci piuttosto che alla chirurgia.
E l’Emilia-Romagna, dopo aver aperto nelle scorse settimane le porte dei consultori familiari di Parma e Modena per la somministrazione della pillola RU486, si appresta ad estendere questa possibilità anche ad altre città del territorio: entro fine anno a Bologna, Ravenna, Cattolica, Reggio Emilia e Piacenza. Anche nel distretto Ovest di Ferrara, presso l’ospedale di Cento, dove è presente anche il consultorio familiare, è possibile l’interruzione volontaria di gravidanza tramite trattamento farmacologico in regime ambulatoriale.
«I dati 2021 fanno registrare il numero di interruzioni volontarie di gravidanza più basso in assoluto – commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Non solo: ci confermano anche che il ricorso al trattamento farmacologico non ha comportato un aumento nel numero dei casi, ma ha portato ad un’anticipazione, in termini di età gestazionale, dell’interruzione e ad una riduzione dei tempi di attesa. Riteniamo i consultori familiari luoghi adatti ad accogliere le donne che decidono di intraprendere questo percorso, perché rispondono all’esigenza di garantirne diritti e salute».
Con i fondi del Pnrr avanza anche il restauro del complesso del Carmine
Un rendering della facciata dell’auditorium
Via libera della giunta del Comune di Lugo al progetto esecutivo del nuovo Auditorium e al progetto definitivo/esecutivo per il restauro del complesso del Carmine nell’ala su Corso Garibaldi. Entrambi gli interventi si inseriscono tra quelli finanziati dal Pnrr nell’ambito della rigenerazione urbana e i progetti approvati consentono di pubblicare i bandi di gara entro il 2022.
Un impegno molto importante per gli uffici dei lavori pubblici del Comune chiamati a rispettare le scadenze imposte dal piano. I due interventi sono finanziati rispettivamente con 2.250.000 euro (Auditorium) e 300.000 euro (Carmine)
Un rendering dell’Auditorium di Lugo
Il nuovo Auditorium, collocato nel complesso ex Enal, è un progetto che darà alla città un luogo polivalente dedicato a iniziative per la cittadinanza e funzionerà in sinergia con la programmazione del teatro Rossini e della sala Estense. Si tratta di un intervento di rigenerazione urbana con parziale sostituzione edilizia e intende valorizzare gli aspetti architettonici originali del luogo riqualificato, storicamente un punto di aggregazione dove si tenevano concerti e ora palestra del judo. Definita nel progetto esecutivo anche la sala che conterà 272 posti in totale.
L’altro progetto licenziato dalla giunta consente di proseguire nel restauro del complesso del Carmine, dove si trovano uffici pubblici, per quanto riguarda l’ala al primo piano su Corso Garibaldi.
Economia circolare, mobilità sostenibile, tecnologie per l’educazione e genitorialità i temi toccati
Ha preso il via ufficialmente il percorso d’incubazione di Colabora, nella Darsena di Ravenna, per i quattro progetti d’impresa risultati vincitori del processo di selezione partito lo scorso luglio con il bando indetto dal Comune.
Colabora rientra tra quelle progettualità rese possibili grazie agli accordi di collaborazione tra Eni e il Comune di Ravenna da cui prendono vita iniziative volte alla salvaguardia, valorizzazione e sviluppo del territorio, tra cui quegli interventi volti a favorire l’imprenditorialità, incentrati sulla formazione delle persone e la connessione alla rete regionale per l’innovazione.
Sono stati 28 i progetti d’impresa candidati alla VI edizione di coLABoRA, alcuni portati avanti da team provenienti anche da fuori Regione. Di questi, 22 sono stati pre-selezionati per partecipare alla Startup School, che si è svolta lo scorso ottobre, in presenza, a Ravenna. Il livello medio dei progetti proposti quest’anno è stato superiore, sintomo di una sempre maggiore qualità, anche a livello nazionale, del mondo startup. L’amministrazione comunale ha inoltre accolto la sfida, per questa edizione, di digitalizzare il processo di candidatura al bando, utilizzando il sito di coLABoRA e il supporto offerto dai consulenti di Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM).
I quattro progetti selezionati, Edooko, BathBact, TheBellBoy, ProMamma, toccano temi importanti: l’economia circolare, la mobilità sostenibile, le tecnologie per l’educazione, la genitorialità. Grazie al percorso a coLABoRA, della durata di sei mesi, i quattro potranno sviluppare conoscenze e competenze utili allo sviluppo della loro idea di business, approcciarsi al mercato per validare il proprio progetto ed effettuare cambi di rotta in caso di necessità.
Anche per quest’anno, il percorso sarà coordinato da FEEM, che si avvarrà, come per gli anni precedenti, del supporto di enti ed aziende sia locali che nazionali, a partire da Joule, la scuola di Eni per l’impresa, Camera di Commercio di Ravenna, Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna, oltre ai partner della Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna.
Confermata la premialità in denaro, messa a disposizione dal Comune di Ravenna, per i progetti che al termine del percorso si costituiranno come imprese, apriranno partita iva o continueranno l’attività in caso di imprese già costituite.
«Siamo molto soddisfatti – afferma l’assessora allo Sviluppo economico Annagiulia Randi – del riscontro che ha ottenuto questa nuova edizione del bando. Questo dimostra che ci sono tante idee, originali e innovative, che sono pronte ad essere sviluppate. Grazie a questo bando infatti le realtà selezionate potranno crescere, sviluppare il proprio progetto e avere così la possibilità di diventare delle imprese di successo che sicuramente porteranno un valore aggiunto per la crescita del nostro territorio».
«Con Colabora – commenta Cristiano Re, Responsabile Progetti Territorio per FEEM – ci apriamo alle idee e alle energie di giovani (e meno giovani) intraprendenti. Il nostro compito è quello di accompagnarli nella crescita personale e professionale, sporcandoci le mani e imparando insieme a loro. Passando da Colabora, i nostri team, se anche non riusciranno a far decollare la propria idea imprenditoriale o la loro startup, faranno un’esperienza importante e acquisiranno una serie di competenze indispensabili per affrontare le sfide che abbiamo di fronte».
Sono sei i Paesi interessati a cui si rivolgono i progetti. Tra questi Marocco, Etiopia e Palestina
Si è tenuto l’incontro fra Annagiulia Randi, assessora alla Cooperazione internazionale, il team dell’unità operativa Politiche per l’Immigrazione e i rappresentanti dei progetti di cooperazione internazionale approvati dalla Regione Emilia-Romagna e selezionati attraverso bando pubblico nell’ambito della legge regionale 12/2002, che riconosce la cooperazione allo sviluppo quale strumento essenziale di solidarietà tra i popoli ai fini della pace e della piena realizzazione dei diritti umani. Oltre quaranta progetti sono stati ammessi al co-finanziamento: il Comune di Ravenna ha sostenuto otto candidature.
I paesi interessati dalle progettazioni sono sei.
Nei campi profughi Saharawi, le progettazioni sono legate alla tutela della salute pediatrica e materno-infantile, all’educazione inclusiva e al rafforzamento del sistema produttivo agroalimentare, presentate rispettivamente dall’Associazione Kabara Lagdaf, dalle ONG Cisp e Nexus Emilia Romagna.
In Camerun, Terzo Mondo ODV prosegue il proprio impegno, questa volta anche a sostegno degli sfollati vittime dell’attuale crisi nelle regioni anglofone del Nord e del Sud-Ovest.
Amici di Rekko, insieme all’Associazione Internazionale di Teatro per Bambini e Giovani-Assitej, interverrà in Senegal sia in continuità con le iniziative realizzate a Lourène, la sua scuola ed infrastrutture, che sperimentando nuove forme di educazione non formale, sui passi di Mandiaye Ndiaye (Teatro delle Albe).
In Marocco si svilupperà invece il nuovo progetto Mani di Fatima, guidato dall’Associazione Life, volto alla realizzazione di corsi di formazione professionale femminile che coinvolgono alcune eccellenze del nostro territorio.
La ONG Educaid porterà avanti i propri progetti in Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza) a sostegno dell’inclusione lavorativa di donne con disabilità.
Per la seconda annualità, il Comune sostiene anche il progetto realizzato in Etiopia da Cittadinanza onlus, che porta assistenza a persone in condizioni di disabilità, sofferenza psichica ed epilessia nell’ospedale St. Luke di Wolisso, anche con la collaborazione dell’AUSL Romagna.
Si tratta di un ottimo risultato, frutto di esperienze e relazioni costruite con cura, ma anche di nuove sperimentazioni, come è infatti il caso di Life. Per alcuni di loro si tratta del primo bando regionale vinto, per il quale l’Ufficio Politiche per l’immigrazione e cooperazione decentrata ha offerto e assicurerà assistenza tecnica.
«Bambini, donne e uomini anche con disabilità – ha affermato Anna Giulia Randi, assessora alla Cooperazione internazionale -, professionisti locali che vivono e operano ogni giorno in condizioni avverse: questo è il target dei progetti approvati, che riaffermano dignità e riconoscimento, anche a cause, luoghi e conflitti dimenticati. Ho creduto fortemente a queste candidature e alla professionalità dei soggetti del territorio, e per questo ci siamo impegnati come Comune a sostenerli anche con risorse economiche e umane».
Iniziativa organizzata da Solco e Pieve. I prossimi appuntamenti si svolgeranno il 16 dicembre e il 13 gennaio 2023, dalle 10 alle 12, nella sala del centro Ricreazioni a Ravenna. Saranno tenuti dall’avvocata Francesca Vitulo
In programma tre incontri gratuiti, organizzati dal consorzio Solco Ravenna e dalla cooperativa sociale La Pieve, per aiutare le famiglie con persone disabili: si è già svolto il primo appuntamento del ciclo, gli altri si terranno venerdì 16 dicembre e venerdì 13 gennaio 2023, dalle 10 alle 12, nella sala del centro Ricreazioni in via Carlo Sala, 7 a Ravenna.
“Gli strumenti giuridici del durante e dopo di noi” è il tema della serie di incontri, tenuti tutti da Francesca Vitulo, avvocata esperta in diritto della famiglia e tutela dei diritti dei soggetti deboli.
Durante il secondo appuntamento si parlerà degli “Strumenti per garantire la destinazione del patrimonio per la realizzazione del progetto personalizzato per il durante e dopo di noi. Atti dispositivi del patrimonio”, approfondendo i temi della successione-testamento, donazione, contratto di mantenimento, rendita, vincoli di destinazione.
Nel corso del terzo incontro, invece, verrà approfondito il tema degli “Atti dispositivi del patrimonio – legge 112/2016” (come trust, affidamento fiduciario e vincolo di destinazione), insieme a quello del “Ruolo degli Enti non profit nella realizzazione dei progetti per il durante e dopo di noi”.
Inoltre, i due enti hanno avviato lo sportello legale gratuito con cui si mette a disposizione di tutte le persone interessate un primo colloquio con la legale Francesca Vitulo, per un’analisi della situazione familiare e una prima valutazione degli strumenti giuridici più adatti per poter gestire al meglio la specifica situazione.
Per gli appuntamenti del 16 dicembre e 13 gennaio è previsto, su richiesta, un servizio di navetta gratuito con partenza alle 9.30 da Piazza Duomo (prenotazioni dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, al numero 340 7027294).
È operativo il piano di controllo per la riduzione degli ungulati. L’associazione di categoria chiede di rivedere anche le disposizioni per il lupo
All’interno dell’oasi di Cavina, nell’alto Faentino dove sono presenti diverse aziende agricole, nei giorni scorsi è stata eseguita una missione per la riduzione dei cinghiali e in una sola uscita sono stati abbattuti 26 ungulati. Lo rende noto il presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte: «I numeri testimoniano che il piano di controllo del cinghiale richiesto a gran voce funziona e che la strada intrapresa per tutelare il reddito delle aziende agricole, la sicurezza sanitaria e quella pubblica-stradale è quella giusta».
Fino a pochi mesi fa la provincia di Ravenna era sprovvista del piano di controllo. Aggiunge il direttore Assuero Zampini: «In particolare con l’introduzione del meccanismo dell’autodifesa da parte degli agricoltori nonché della possibilità di intervenire in forma collettiva dentro gli istituti protetti e nelle aziende faunistiche, di fatto le zone in cui il cinghiale ha potuto sinora moltiplicarsi tranquillamente per poi irradiarsi sul territorio, si sta ripristinando quell’equilibrio faunistico-ambientale che negli anni, proprio per la mancanza di un piano di controllo e con una conseguente proliferazione massiva degli ungulati, era venuto meno».
Nuovi problemi per gli imprenditori agricoli giungono ora dalla diffusione del lupo. «Da mesi alcuni esemplari si aggirano in pianura, come testimoniato anche dal video che proprio ieri ha immortalato tra esemplari adulti nelle campagne tra Boncellino, Bagnacavallo e Russi, nonché dagli atti predatori avvenuti nelle zone della Bassa Romagna ai danni di allevamenti e aziende agricole con uccisione di pecore, capre, oche, anatre e anche di animali domestici. Altri episodi sono stati segnalati, inoltre, sulle prime colline faentine dove la presenza del lupo è da sempre accertata e la convivenza con le imprese zootecniche a dir poco precaria». Proprio nei giorni scorsi Coldiretti, a livello regionale, ha richiesto di procedere quanto prima ad un aggiornamento del Piano Lupo.
Il medico Marco Montanari, consigliere comunale del Pd, ricorda l’incremento di oltre il 40 percento dei casi di avvelenamento nel territorio nel mese di novembre. «In Italia 500-600 morti l’anno»
Marco Montanari, Pd
«Nel nostro territorio, nel mese di novembre 2022, si è registrato un incremento di oltre il 40 percento dei pazienti con intossicazione da monossido di carbonio (CO) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Lo afferma Marco Montanari, medico e capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Ravenna. Per questo motivo Montanari, tramite un question time al sindaco, chiede di istituire una campagna di prevenzione rivolta alle fasce più deboli della popolazione, che risultano maggiormente esposte a questa problematica.
«Il CO presente nell’aria degli ambienti chiusi – continua il capogruppo del Pd – proviene da radiatori portatili a kerosene e a gas, caldaie, scaldabagni, caminetti e stufe a legna o a gas. L’esposizione al monossido di carbonio con inalazione comporta il manifestarsi di una sintomatologia che, in funzione del tempo e della concentrazione del gas, arriva a comportare sintomi neurologici quali perdita di coscienza, coma e morte».
Le condizioni di avvelenamento, conclude Montanari, si riscontrano più frequentemente in edifici vecchi, soprattutto se abitati da famiglie a basso reddito e quindi più difficilmente raggiunte dalle campagne informative e di prevenzione. «Inoltre anche la crisi energetica e il costo del riscaldamento determinano con maggiore facilità condizioni favorenti l’avvelenamento. A livello europeo i morti sono più che raddoppiati tra il 2007 e il 2018 e in Italia le statistiche ufficiali fanno riferimento a 500-600 morti l’anno».
Alla biblioteca Oriani si inaugura il 10 dicembre la personale “Rentrée”, con ceramiche e dipinti di un uomo leonardesco: artista eclettico, docente e autore di brevetti
Vittorio Bulgarelli al cavalletto
Sabato 10 dicembre, alle ore 17, nello spazio espositivo della Fondazione Casa di Oriani, in via Corrado Ricci 26 a Ravenna, inaugura la mostra dell’artista ravennate Vittorio Bulgarelli dal titolo “Rentrée”. Ceramiche e dipinti, organizzata dalla Cooperativa Culturale “G. Mazzini e Case Repubblicane”, con il patrocinio del Comune d Ravenna e il sostegno di Assicoop Romagna Futura e dell’Agente generale UnipolSai Assicurazioni. Interverranno alla vernice Novella Sacchetti (consigliera del CdA della Cooperativa Culturale “G. Mazzini e Case Repubblicane”), Eugenio Fusignani (Vicesindaco del Comune di Ravenna), Alessandro Luparini (Direttore della Fondazione della Casa di Oriani), Cetty Muscolino (Storica dell’arte) e Alberto Giorgio Cassani (Accademie di Belle Arti di Venezia e Ravenna). La rassegna di opere resterà aperta fino al 23 dicembre. Di seguito un approfondimento sulla figura di Vittorio Bulgarelli.
Vittorio Bulgarelli è passato davanti a noi, in quasi quarant’anni di frenetico lavoro, come il personaggio della sua opera del 1991, Sipario con figura: di corsa. Tanto che, spesso, i suoi Sipari (anni Novanta) presentano una scena vuota – al più lasciando a terra una perfetta sfera – perché l’autore è troppo impegnato nel suo laboratorio a inventare nuovi impasti e nuove coloriture. «Lui pittore, lui ceramista, lui mosaicista, lui imprenditore e inventore», avrebbe detto Cristoforo Landino, se fosse vissuto oggi. Uomo “rinascimentale”, a noi ricorda un altro artista ravennate, meno fortunato di lui, ma altrettanto “leonardesco”: Enrico Galassi, non a caso, tra le altre cose, anche lui pittore, mosaicista e ceramista.
Vittorio Bulgarelli, “Sipario con figura”, 1991
Impegnato in questa incessante attività, Bulgarelli non ha avuto il tempo di testimoniarla, di fotografarla e catalogarla, altrimenti non basterebbe un ripiano di una libreria per conservarne gli album. Ma qualcosa, fortunatamente, rimane. A cominciare dalla collaborazione con Raffaello Biagetti, dal 1977 al 1989, alla collezione “Terrae”, con una serie di lampade, tavolini e vasi di vari formati (Terra grande, Terra piccina, Terra mignon, Porciona e Porcina, Mezza Porciona e Mezza Porcina, Fungo alto, medio e basso, Orcio e Orcina, Birilli, Fiore…); ai piatti con orizzonti di marine, capanni e tronchi d’albero spezzati (primi anni Ottanta); ai vasi di varie fogge ma sempre ispirati «fantasticamente», come ha scritto lui stesso, alla civiltà villanoviana-etrusca (anni 1987-1988); al dittico Isola con stele e fiamma e Isola con stele e cavalluccio (1993), dove compare l’architettura classica stilizzata di una stele-tempietto, a segnalare, forse, la sacralità delle acque. Sempre in quegli anni la sua maestria di ceramista è posta al servizio dei grandi Single di Antonio Marchetti, esposti assieme a sue opere al Museo dell’Arredo Contemporaneo di Russi nella mostra “Single & Sipari” del 1990.
“Sipario”, 2002
“Fiume”
“Naufragio”
“Isola con stele e fiamma”
Fino alle opere più recenti, anche pittoriche, queste ultime piene di rimandi a un simbolismo, surrealismo (in particolare Magritte) e metafisica venati di nostalgia e di echi a un mondo paganeggiante, che è anche quello delle nostre terre contadine, come dimostrano le carraie che si perdono in lontananze brumose e gli evanescenti e fantasmatici personaggi stile Novecento che divengono i geni tutelari – o le erme poste lungo la via – di un mondo che non è più, se non nella memoria e nel pennello del Nostro. Un mondo, forse, in futuro popolato da quelle chiocciole migranti, in cammino verso il mare (altro tema centrale in Bulgarelli).
“Rovi”
“Il viale delle erme”
“Il genio del sentiero”, 2018
“Il luogo segreto”. 2020
Ma poi, accanto all’opera dell’artista, vi è quella, ventennale, dal 1974 al 1994, di docente di Decorazione, Tecnologia ceramica e Scultura presso il glorioso Centro Professionale Albe Steiner, così come all’Accademia di Belle Arti di Ravenna (1993-1994), di cui era stato Consigliere dal 1986 al 1989 e poi apprezzato Presidente dal 1989 al 1992. Autore di numerosi brevetti per la produzione ecologica di ori e smalti per mosaico, Bulgarelli ha realizzato, come titolare di “Ravennae s.r.l.”, azienda produttrice di tessere da 1.450 tonalità di colori, numerose prestigiose commesse in tutto il mondo, tra cui vogliamo ricordare il salone centrale della N.A.S.A. a Washington (2010), le decorazioni parietali per l’aeroporto di Orlando (2010), la piscina in oro bianco dell’hotel La Mamounia a Marrakesch (2011), i mosaici per le navi da crociera della Disney Cruise Line “Dream” e “Fantasy” (2011), nonché le pareti dorate della villa degli stilisti Dolce & Gabbana a Portofino (2006). Ma si tratta di un elenco del tutto parziale.
Come Ulisse che, dopo molti anni, torna a Itaca, così Bulgarelli fa la sua Rentrée a Ravenna, sua città natale. Andiamo il 10 dicembre ad accoglierlo degnamente.
I ciceroni del Fai accompagneranno i visitatori nel palazzo che ospita la rappresentanza del governo dal 1863
Il palazzo della Prefettura di Ravenna apre le porte al pubblico per visite guidate impreziosite dall’esibizione dell’orchestra giovanile Luigi Cherubini al termine del percorso. Le visite sono programmate ogni 20 minuti dalle 10.30 alle 18.30 di domenica 18 dicembre (ingresso libero senza prenotazione). Le visite sono realizzate grazie alla collaborazione del Fai (Fondo Ambiente Italiano) e dell’Associazione nazionale carabinieri.
L’edificio, un tempo sede del Legato Apostolico, rappresentante della Santa Sede in città, danneggiato durante il sacco di Ravenna nel 1512 dai francesi, è stato più volte restaurato e ricostruito. Dal 1863 è la sede della prefettura. Gli interni conservano preziosi arredi barocchi e neoclassici oltre ad una collezione di stemmi araldici dei legati, degli intendenti generali e dei prefetti di Ravenna dal 1846 al 1961. L’appartamento di rappresentanza al secondo piano è decorato da dipinti di matrice faentina tardo settecenteschi-tardo ottocenteschi.
È un’occasione per scoprire la storia e conoscere le vicissitudini di alcune sale private dell’imponente palazzo in piazza del Popolo. I visitatori saranno accompagnati ad ammirare, in particolare, un’opera che richiama reminiscenze scolastiche: un dipinto che raffigura l’Innominato, personaggio dei Promessi Sposi, figura misteriosa, altera e senza scrupoli che il pittore ravennate Giovanni Bagioli coglie nel momento del tormento interiore che precede la conversione. La tela è stata consegnata alla prefettura nel 1963 dalla Pinacoteca di Ravenna assieme ad altri dipinti per il decoro della sede.
Nelle sale del palazzo della Prefettura sarà possibile visionare anche la Collezione privata di presepi provenienti da varie parti del mondo di Ravagli-Minghetti.