giovedì
21 Agosto 2025

I 5 Stelle ravennati sull’addio di Di Maio: «Ennesimo tradimento politico»

«Con Giuseppe Conte faremo sentire con più forza il malcontento per molte scelte compiute dal Governo Draghi»

Di Maio«Da tempo Di Maio e i parlamentari a lui vicini parlavano un linguaggio dissonante da quello del M5S e da quel 94,2% di nostri iscritti che, solo poche settimane fa, hanno rinnovato la loro fiducia a Giuseppe Conte».

Arriva puntuale il commento del Movimento 5 Stelle ravennate – e del senatore Marco Croatti, sorta di portavoce romagnolo del movimento, all’indomani dell’addio del ministro Di Maio.

«L’ambizione, e la conseguente ricerca di accreditarsi verso Draghi e l’establishment che rappresenta – continua la nota dei ravennati -, hanno guidato la scelta di ieri; un brutto film già visto troppe volte quello di Di Maio, che ha sempre chiesto con forza il vincolo di mandato e le dimissioni di senatori e deputati fuoriusciti dai gruppi parlamentari, salvo poi fare l’opposto; predicare bene e razzolare poltrone».

«Se da una parte c’è dispiacere per l’ennesimo tradimento politico dei nostri valori e degli elettori, dall’altra si chiarisce finalmente una situazione di ambiguità che non consentiva al M5S di comunicare in modo chiaro la propria azione politica e i propri valori, da sempre lontani da logiche clientelari e di lobby. Porteremo avanti con maggiore efficacia la nostra visione del futuro, la riorganizzazione politica del MoVimento 5 Stelle voluta da Giuseppe Conte e faremo sentire con più forza la voce delle tante persone che in questi mesi ci hanno manifestato malcontento per molte scelte compiute dal governo Draghi».

L’omicidio Minguzzi resta senza colpevoli: assolti gli imputati del delitto del 1987

Udienza 17 / I due ex carabinieri Del Dotto e Tasca e l’idraulico loro amico Tarroni non sono responsabili del rapimento e dell’uccisione del 21enne studente di Agraria

8Resta irrisolto l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi. A 35 anni dai fatti sono stati assolti in corte d’assise a Ravenna i tre imputati – i primi nomi nel registro degli indagati nel 2018 – per la morte del 21enne di Alfonsine, rapito a scopo di estorsione nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1987 e ritrovato cadavere dieci giorni dopo nelle acque delle valli comacchiesi. L’accusa (pm Marilù Gattelli) aveva chiesto tre ergastoli.

La sentenza è stato pronunciata oggi, 22 giugno 2022, nel corso della diciassettesima udienza che ha concluso un dibattimento durato un anno con oltre quaranta testimonianze ascoltate. I tre imputati – il 58enne Orazio Tasca, il 59enne Angelo Del Dotto e il 66enne Alfredo Tarroni – si sono sempre dichiarati innocenti, nonostante le condanne ultraventennali ricevute nel 1988 per una vicenda dai contorni simili accaduto a luglio 1987, tre mesi dopo il caso Minguzzi.

Seguirà il servizio completo.

Zerocalcare e Giancane sul palco del Ravenna Festival. E intervistati in biblioteca

Doppio appuntamento nel Cervese per il fumettista e il cantautore, divenuti celebri grazie alla serie Netflix Strappare lungo i bordi

Zerocalcare GiancaneGiovedì 23 giugno, alle 21.30 all’Arena dello Stadio dei Pini di Milano Marittima, il terzo appuntamento de “Il Trebbo in musica” – rassegna nella rassegna del Ravenna Festival – vedrà il celebre fumettista Zerocalcare e il cantautore Giancane (protagonista della colonna sonora della serie Netflix di Zero, Strappare lungo i bordi) intrecciare segno grafico e suono in uno spettacolo prodotto dallo stesso Festival e Woodworm.

L’evento è già sold-out e sarà visibile su ITsART in diretta streaming.

Sempre giovedì, alle 18 al Teatro Comunale di Cervia, Zerocalcare e Giancane conversano con Pierfrancesco Pacoda nell’appuntamento organizzato dalla Biblioteca Comunale “Maria Goia” in collaborazione con il Festival. In questo caso l’ingresso è libero fino a esaurimento posti disponibili.

Bando per l’affitto di sei case degli autocostruttori a Filetto

Nuovo capitolo del naufragato progetto del Comune, con contenziosi ancora aperti in Tribunale. Domande aperte fino all’1 agosto

Case Autocostruttori Filetto

È aperto un bando pubblico per l’assegnazione di sei alloggi di edilizia agevolata a Filetto. Si tratta di una parte dei quattordici appartamenti distribuiti su due palazzine che facevano parte dell’ambizioso progetto di autocostruzione lanciato dal Comune di Ra- venna nel 2007 e poi naufragato con contenziosi in tribunale che ancora si trascinano tra amministrazione pubblica e privati cittadini. Nella graduatoria sarà data priorità ai partecipanti al progetto di autocostruzione. Sulla carta sembra l’epilogo definitivo, ma le pendenza giudiziarie alimentano qualche incertezza.

La vicenda merita un riassunto sommario. Quindici anni fa il Comune di Ravenna selezionò quattordici nuclei familiari con un bando pubblico (metà italiani e metà stranieri) per la partecipazione al secondo cantiere di autocostruzione dopo quello di Piangipane (arrivato a buon fine non senza qualche inciampo). In buona sostanza si trattava di comuni cittadini che andavano a costituire una cooperativa con cui impegnarsi con Banca Etica per ottenere un prestito da un milione di euro necessario a costruire le proprie abitazioni per cui avrebbero fornito essi stessi manodopera in cantiere in modo da abbattere i costi fino a quelli dei soli materiali. Tutto questo avveniva con la regia di una società che aveva ottenuto la benedizione del Comune e su un terreno pubblico concesso in diritto di superficie per 99 anni. Sulla carta un progetto più che lodevole. Alla prova dei fatti qualcosa è andato storto.

La società che forniva il coordinamento si è fatta di nebbia un po’ alla volta, non prima di aver incassato diverse tranche del finanziamento bancario, lasciando il cantiere a metà e la cooperativa dei cittadini (chiamata Mani Unite) con un debito pesante verso l’istituto di credito. Già pareva un bel danno per gente che aveva partecipato a una gara indetta dal Comune. Ma ancora non era tutto. Si è aperto un contenzioso con lo stesso Comune con quest’ultimo che si è ripreso gli scheletri incompleti delle palazzine, ha saldato il debito con la banca e si è spinto a chiedere i danni ai cittadini. Il Tar nel pronunciamento espresso finora ha dato ragione ai cittadini. Ma una sentenza del Consiglio di Stato incombe: Mani Unite non ha ancora firmato il passaggio di proprietà degli immobili al Comune e quindi formalmente Palazzo Merlato potrebbe non averne l’effettiva disponibilità.

Si tratta di appartamenti da 93 mq e una superficie utile esterna di pertinenza di 44 mq con un posto auto scoperto. Il canone mensile ammonta ad 435,83 euro. Le domande dovranno pervenire entro le 12 di lunedì 1 agosto esclusivamente con il modulo disponibile nella sede dell’Acer in viale Farini a Ravenna o sul sito dell’Agenzia

Quasi 3mila studenti ravennati alle prese con l’esame di Maturità. Senza mascherina

In tanti si sono ritrovati per cantare la “Notte prima degli esami”

Notte Prima Degli Esami
Gli studenti di liceo classico e Itc Ginanni impegnati a cantare la “Notte prima degli esami”, il 21 giugno

Sono oltre 2.900 (di cui circa 1.200 liceali) in provincia di Ravenna gli studenti attesi dagli esami di Maturità, al via oggi (22 giugno) con la prova di italiano, comune a tutti gli istituti.

Nella serata di ieri anche in diverse scuole della provincia i ragazzi si sono ritrovati per cantare in gruppo “Notte prima degli esami”, canzone cult di Antonello Venditti, che sta unendo più generazioni.

Dopo due anni caratterizzati dalla pandemia, si torna quasi alla normalità, con la seconda prova scritta che sarà incentrata sulle varie discipline di indirizzo e i colloqui orali, che partiranno dal 27 giugno.

La mascherina non è più obbligatoria.

Siccità, l’Emilia-Romagna dichiara lo stato di crisi regionale

Atersir diffonde ai Comuni un’ordinanza tipo per limitare gli sprechi di acqua

Siccità AgricolturaPiogge scarsissime e alte temperature. Un bilancio idro-climatico con valori, nel mese di giugno, paragonabili solo a quelli di fine estate. E le portate dei fiumi in diminuzione.

L’Emilia-Romagna dichiara lo stato di crisi regionale per gli effetti della siccità prolungata: è la decisione assunta il 21 giugno dalla Cabina di regia per l’emergenza idrica, convocata con urgenza in Regione dall’assessore all’Ambiente, Irene Priolo, in accordo col presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, cui hanno partecipato – oltre all’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – anche i gestori del servizio idrico integrato, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari), Consorzio Canale Emiliano Romagnolo e naturalmente l’Autorità Distrettuale del fiume Po e l’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po.

Il presidente Bonaccini ha firmato il decreto per la dichiarazione dello stato di crisi regionale, con cui è prevista anche l’istituzione formale della Cabina di regia, che monitorerà passo passo l’evolvere della situazione.

«La Regione procederà quindi con la richiesta dello stato d’emergenza nazionale – afferma l’assessore Priolo-, finalizzata ad ottenere risorse per l’assistenza alla popolazione e per interventi urgenti. Sono due, a livello di protezione civile, da garantire: la salvaguardia della riserva idropotabile e la protezione dell’habitat naturalistico, in particolare quello della fauna ittica. La situazione è molto complessa – sottolinea -, ma al momento non a livello tale da mettere in discussione l’approvvigionamento idropotabile».

«Voglio ricordare – prosegue – che sono già stati messi in atto accorgimenti importanti, che ci hanno permesso di accumulare acqua. Ad esempio, la sospensione dei prelievi dalle concessioni dove ci sono criticità severe, l’anticipazione del deflusso minimo vitale estivo ad aprile, anziché in estate, e l’accesso a deroghe temporanee sul deflusso a maggio».

L’osservato speciale resta il Po, soprattutto per quanto riguarda i livelli misurati in località Pontelagoscuro, che afferiscono all’approvvigionamento idropotabile di Ferrara e Ravenna. In quest’ottica, è fondamentale che i livelli del Cer (il Canale Emiliano Romagnolo) non scendano al di sotto di 2,58 metri sul livello del mare.

«La crisi idrica mette in grave difficoltà le nostre produzioni agricole, soprattutto pomodori, mais, frutta, riso – chiarisce l’assessore Mammi -. Un problema non solo di natura economica, ma che mette a serio rischio anche la sicurezza alimentare delle nostre tavole, dopo due anni di pandemia e una guerra in corso a poco più di mille chilometri di distanza. Servono le risorse per investire in infrastrutture idriche e costruire invasi per conservare l’acqua quando è disponibile, per poterla poi utilizzare nei periodi siccitosi: questo tema – prosegue – è una priorità nazionale per il mondo agricolo e la popolazione civile. La Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali, ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio, utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili. Sono in corso lavori per infrastrutture idriche per 250 milioni di euro, e arriveranno oltre 350 milioni dal Pnrr. Serve un’accelerazione dal punto di vista della semplificazione amministrativa per realizzare queste opere».

Infine, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti) diffonderà ai Comuni un’ordinanza “tipo” da adottare per limitare gli sprechi d’acqua.

Entro il 30 giugno commercianti e studi professionali obbligati a dotarsi del Pos

Confesercenti contesta, chiedendo di non far ricadere i costi sulle attività commerciali

Pos BancomatManca poco all’entrata in vigore delle nuove regole sui pagamenti elettronici.  Entro il 30 giugno, infatti, commercianti e studi professionali dovranno dotarsi del Pos e accettare pagamenti con moneta elettronica (carta di credito e di debito).

«Nei casi di mancata accettazione di un pagamento – spiegano dalla Confesercenti Ravenna -, di qualsiasi importo effettuato con carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito, da parte di soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, si applica nei confronti di questi soggetti la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento».

Confesercenti ha contestato il provvedimento, in particolare per i costi a carico delle imprese nelle operazioni con basso importo. «La scelta di permettere il pagamento elettronico è condivisibile – continua la nota firmata dalla presidente e dal vicepresidente dell’associazione di Ravenna-Cesena – tuttavia i costi non possono ricadere sui già esigui margini delle attività commerciali. Continueremo la nostra azione di pressione per azzerare le commissioni nelle transazioni sotto i 10 euro e per ridurre sensibilmente le spese per i canoni di noleggio dei dispositivi».

Dopo tre anni, a Faenza riapre l’Arena Borghesi. Ospiterà anche spettacoli – FOTO

Restaurato anche il palcoscenico. L’inaugurazione il 4 luglio. Investimento del gruppo Cia

È stato svelato alla stampa nella mattinata di oggi, 12 giugno, a Faenza, il recupero architettonico dell’Arena Borghesi, in procinto di diventare un nuovo polo culturale della città manfreda.

Costruita nel 1895 quale spazio destinato a ospitare spettacoli estivi, oggi – dopo una serie di importanti lavori di restauro iniziati nel 2020 e l’acquisizione in proprietà da parte del Comune di Faenza – l’Arena Borghesi viene restituita alla città con un rinnovato allestimento che rende nuovamente disponibile l’antico palcoscenico per ospitare, accanto alla stagione del cinema estivo, anche spettacoli ed eventi.

I lavori – si legge in una nota inviata alla stampa dal Comune – hanno comportato il restauro del proscenio e del palcoscenico ritornato agibile e dell’area adiacente, fino ad ora inutilizzabile, dove verranno creati i camerini. Sul frontone, riportato a nuova vita, sono state recuperate le precedenti decorazioni. Sul fronte strutturale, l’edificio è stato adeguato secondo le ultime normative antisismiche e sono stati realizzati nuovi locali di servizio. Anche la piccola palazzina all’ingresso, che contiene la sala di proiezione è stata completamente recuperata e adeguata sul fronte dell’impiantistica. Nello spazio dedicato agli spettatori sono state sistemate 350 nuove sedute e anche la facciata d’ingresso è stata sottoposta a un importante intervento di riqualificazione.

Gli interventi sono stati sostenuti dal gruppo Cia, Commercianti indipendenti associati (in seguito all’ampliamento dell’adiacente supermercato Conad, per un costo complessivo di quasi 1 milione di euro) e il Comune di Faenza, in base agli accordi, acquisirà gratuitamente l’immobile.

L’inaugurazione ufficiale è fissata per lunedì 4 luglio alle 18.30. Dopo i saluti delle autorità seguirà un momento musicale della scuola di musica Sarti e alle 21.30 verrà trasmesso uno dei capolavori del cinema, La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock.

L’ingresso alla serata è gratuito, fino a esaurimento dei 350 posti a sedere, così come gratuiti saranno i prossimi appuntamenti del calendario messo a punto dall’amministrazione per celebrare questa importante riapertura alla città dell’Arena Borghesi.

Mentre la stagione cinematografica curata dal Cine Club Raggio Verde sarà presentata tra qualche giorno, gli appuntamenti cinematografici verranno dunque intervallati da serate durante le quali diverse realtà culturali della città proporranno spettacoli.

Gli ambientalisti diffidano il Comune: «Strage di alberi a Fornace Zarattini»

Le associazioni in una nota denunciano l’abbattimento «in periodo di nidificazione». Salvato un pullo di colombaccio

2022 06 21 Alberi Valtorto2 Ph M MorettaAssociazioni ambientaliste denunciano «una nuova strage di alberi» a Fornace Zarattini, sul suolo di proprietà comunale nell’area dell’ex scuola ora Valtorto, in via Faentina.

«Gli alberi sono in fase di abbattimento a colpi di ruspa – si legge in una nota firmata da Italia Nostra, Enpa, Clama, Oipa e Gruppo di Intervento Giuridico -, nonostante sia assolutamente vietato dalle normative e dal Regolamento comunale del Verde, in quanto periodo di nidificazione dell’avifauna. Gli alberi in fase di abbattimento sono presenti da almeno cinquant’anni e ad oggi ne è stato raso al suolo uno molto grande, posto proprio all’ingresso della ex scuola. Restano al momento alcuni aceri con circonferenza a 1,3 m dal suolo di almeno 1,5 m, ed altre essenze. Quindi alberature di pregio e di consistente valore».

2022 06 21 Pullo Colombaccio Valtorto2Le associazioni si domandano «con quale faccia tosta di può pensare di raccontare che gli abbattimenti verranno “compensati”, quando, per sopperire al quantitativo di CO2 catturato da alberature storiche abbattute non basta certo un pari numero di piantine, e quando le suddette piantine abbisognano di massicci quantitativi d’acqua per sopravvivere dopo la piantumazione».

Le associazioni – diffidando il Comune di Ravenna a procedere con gli abbattimenti – rivelano come dall’albero abbattuto sia caduto «almeno un pullo di colombaccio, e un cittadino giunto sul luogo con gran fatica è riuscito a farselo consegnare dagli addetti ai lavori, per poi portarlo personalmente al Cras del Comune di Ravenna a Ca’ Ponticelle. Ricordiamo che la distruzione di nidi è un reato perseguibile per legge».

Esplosione nel camper, è morto anche il marito. La coppia viveva a Porto Fuori

Non c’è stato niente da fare per Guido Vitali, il cui decesso arriva a due giorni da quello della moglie

Vena Petruzza Guido VitaliÈ morto al Policlinico di Milano Guido Vitali, l’uomo di 81 anni che era rimasto gravemente ustionato a Rozzano (Milano) domenica scorsa nell’esplosione del suo camper, costata la vita alla moglie di 78 anni, Vena Petruzza. Lo riferisce in un’agenzia l’Ansa.

Originario del Ravennate come la consorte, l’anziano aveva riferito che l’esplosione era avvenuta mentre stava cucinando. L’onda d’urto lo aveva spinto fuori dal mezzo dove la moglie dormiva. Subito era stato portato al Policlinico con traumi e ustioni sul 90 percento del corpo.

La donna era morta sul colpo, carbonizzata.

I due vivevano a Porto Fuori – scrive il Carlino Ravenna oggi (21 giugno) in edicola – in una villetta di via Dal Pane. Entrambi in pensione, lui era un ex manutentore alla Saipem, al porto; lei un’ex cuoca alla Camst. Come racconta la figlia Maria Chiara al Carlino, erano partiti domenica mattina con il camper per Milano, dove Vitali avrebbe dovuto sottoporsi a una visita cardiaca.

 

Siccità, «limitare l’uso dell’acqua non fondamentale». Preoccupa l’agricoltura

Convocata d’urgenza una cabina di regia in Regione. Le parole dell’assessore

Siccità Campi«Rischiamo gravissimi danni alle produzioni orticole e frutticole. Servono quanto prima risorse per investire in infrastrutture idriche e costruire invasi per conservare l’acqua quando è disponibile, per poterla poi utilizzare nei periodi siccitosi. La realizzazione di infrastrutture deve essere una priorità nazionale e occorre semplificare le procedure amministrative per poter velocizzare il più possibile i percorsi progettuali e la realizzazione. La Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio. Utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili».

Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, a fronte della grave siccità che sta investendo anche l’Emilia-Romagna, minacciando le coltivazioni, in attesa della Cabina di regia convocata urgentemente oggi (21 giugno) dal presidente della Giunta Stefano Bonaccini e dalla collega Irene Priolo per fare il punto con Protezione civile, Arpae, gestori del settore idropotabile, Atersir, Anbi e Cer e l’Autorità di distretto del Po.

L’assessore sottolinea le conseguenze della siccità sulle produzioni agricole, «soprattutto pomodori, frutta, mais e riso che necessitano di un approvvigionamento idrico significativo».

«Condividendo la raccomandazione che le persone limitino l’uso di acqua per usi civili non fondamentali – conclude Mammi- voglio portare l’attenzione al tema dell’innalzamento del cuneo salino nella zona del Delta del Po, che ci impone l’individuazione di soluzioni importanti e tempestive, necessarie a contrastare i fenomeni di desertificazione in corso».

Da Woodstock al Jova Beach Party, ma quanto è green la cultura rock?

A proposito (e intorno alle polemiche) del concerto di Jovanotti, il prossimo 8 e 9 luglio sulla spiaggia a Marina di Ravenna

Discorso Di Apertura Di Swami Satchidananda A Woodstock
Discorso di apertura di Swami Satchidananda a Woodstock (1969)

La tre giorni di pace, amore e musica nel 1969 fu «…l’inizio di una nuova civiltà o i sintomi di una morente?». E certi raduni musicali di oggi non rischiano di essere fenomeni greenwashing? Se lo domanda in questo documentato intervento la nostra collaboratrice Marina Mannucci

«Ehi gente, mi tocca proprio dire che dovete essere il mucchio di persone più forte che abbia mai visto: tre giorni, gente, tre giorni! Vi amiamo. Andate a dire loro chi siamo». Così parlò Stephen Stills. «Lo sentiranno chi siete», mormorò Graham Nash, seduto alla sua destra. «Lo sapranno tutti, se cantate», aggiunse David Crosby. Erano le 3 di mattina e di fronte avevano qualcosa come 400mila giovani radunatisi a Bethel, località di campagna a Nord di New York. Dal 15 al 17 agosto 1969 si tennero i «tre giorni di pace e musica» che sconvolsero il mondo, una comune temporanea che ebbe come inno The Star Spangled Banner nella versione elettrica di Jimi Hendrix. Sul palco salirono gli Who, Joan Baez, Crosby, Stills & Nash, Janis Joplin, Grateful Dead, Jefferson Airplane e tanti altri/e.

Un anno dopo, nel 1970, l’evento verrà celebrato dal documentario Tre giorni di pace, amore e musica diretto da Michael Wadleigh, Thelma Schoonmaker e Martin Scorsese, realizzato montando immagini girate durante il concerto stesso e interviste a organizzatori, addetti ai lavori, pubblico ecc. Nel 1971 vincerà l’Oscar come migliore documentario.
Nel 2019 lo storico e premio Pulitzer Jon Meacham e il cantante Tim McGraw pubblicano il libro Songs of America: Patriotism, Protest, and the Music that made a Nation (Random House, 2019), in cui raccontano di come le canzoni, in America, siano sovente state specchio di un sentimento ambivalente: «il patriottismo celebra e commemora; la protesta critica e corregge. Le due cose sono strettamente legate e sono necessarie l’una all’altra come le ali per un uccello, perché è solo grazie ad entrambe che la nazione può librarsi in volo».

L’attivista Abbie Hoffman nel libro Woodstock Nation: A Talk-Rock Album (Random House, 1969), pone una serie di interrogativi riguardo al “mitico” concerto: «Eravamo pellegrini o lemming? È stato l’inizio di una nuova civiltà o i sintomi di una morente? Stavamo edificando una zona liberata o entrando in un campo di detenzione?». L’autore è in parte consapevole del fatto che gli «avvoltoi della cultura» stavano sfruttando gli “ambienti” giovanili e ottenendo un profitto programmato e studiato, con il rischio che la cultura hippie e quella afroamericana venissero assorbite dal sistema per diventare fonte di guadagno, perché si accorse che il capitalismo aveva iniziato a incorporare il linguaggio della Sinistra e il suo immaginario.
Ancora Abbie Hoffman così polemizza riguardo al documentario nella sua autobiografia pubblicata nel 1980: «Fred Weintraub, il dirigente della Warner Brothers, responsabile del film su Woodstock, mi ha confessato che hanno deciso di “purgare” dalla versione di celluloide tutto quanto sapesse di politica. […] E così mentre il mio libro dipingeva Woodstock come un grande grido di battaglia per legalizzare l’erba, fermare la guerra e combattere una cultura decadente, il film decantava il potere del rock e la bontà del capitalismo. Soltanto gli ex radicals come Fred Weintraub, Jann Wenner, che s’è fatto le ossa a “Ramparts”, e Bill Graham, che ha iniziato con la San Francisco Mime Troupe, sono stati abbastanza furbi da capire sin da subito che il rock poteva svolgere un importante ruolo politico. Degni avversari nella battaglia per i cuori e le menti dei giovani, costoro hanno vinto a mani basse la guerra d’immagine di Woodstock».

A circa mezzo secolo di distanza i/le giovani continuano a trovare nella musica uno strumento di identificazione, di aggregazione e, talvolta, di liberazione dalle ansie e dai conflitti. Le ibridazioni musicali e artistiche rappresentano un indicatore delle trasformazioni socio-culturali in atto ed è, altresì, quanto mai attuale e centrale il dibattito che riguarda le grandi manifestazioni e, come queste, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, la commercializzazione e i processi a essi connessi, possano trasformarsi anche in “opportunità per incorporare le sottoculture” in una cultura dominante che le assorbe, demolendole di fatto. Negli ultimi anni si stima che più di 4.000 artisti, professionisti e organizzazioni del settore musicale, tra cui i Radiohead, i Pretenders, gli U2, Billie Eilish, Giorgia, Simone Cristicchi, Ligabue, Tiziano Ferro, ma anche gli Abbey Road Studios, i Warner e Universal Studios, il Ferrara Buskers Festival, hanno manifestato il bisogno di dare una risposta all’emergenza ambientale per tentare di salvaguardare il pianeta.

La band italiana Têtes de Bois, di musica d’autore in stile folk rock, ha trasformato i propri concerti in azioni comunitarie raggiungendo il palco in bicicletta mentre gli spettatori davano il loro contributo alimentando luci e amplificazioni pedalando.

Nel 2019 il gruppo britannico Coldplay, agendo con uno spirito realmente attento alla crisi climatica, annunciava che non avrebbero più suonato dal vivo le canzoni del loro ultimo album Everyday Life per prendersi il tempo di riflettere sulla possibilità di andare in tournée senza incidere sull’ambiente escogitando un metodo che permettesse la realizzazione di concerti a impatto zero. Si sono presi una pausa lanciando un messaggio forte: l‘emergenza ambientale, prima di tutto. Prima della visibilità, prima dei guadagni, prima del concerto stesso. «Vorremmo che il nostro prossimo tour fosse a emissioni nette zero», ha spiegato Martin. «La maggiore difficoltà sono i voli aerei. Il nostro sogno è fare concerti senza plastica monouso e alimentati in gran parte con energia solare». Con il nuovo album Music of the Spheres, uscito il 15 ottobre 2021, i Coldplay hanno previsto un tour mondiale in programma per il 2022 con trenta date, caratterizzate da iniziative green e dal basso impatto ambientale.  «Siamo consapevoli – si legge nell’annuncio di Instagram – che il pianeta sta affrontando una crisi climatica. Quindi abbiamo trascorso gli ultimi due anni a consultarci con esperti ambientali per rendere questo tour il più sostenibile possibile e, cosa altrettanto importante, per sfruttare il potenziale del tour per spingere avanti le cose. Non riusciremo a fare tutto bene, ma ci impegniamo a fare tutto il possibile e a condividere ciò che impariamo. È un lavoro in corso e siamo davvero grati per l’aiuto che abbiamo avuto finora».

Ecco alcuni dei loro impegni per il loro tour in corso: ridurre le emissioni di CO2 del 50% rispetto al tour più recente della band (2016-2017); alimentare lo spettacolo completamente con energia rinnovabile, sfruttando l’energia solare e l’energia cinetica alimentata dai movimenti dei fan (attraverso un pavimento cinetico e delle biciclette); assorbire una quantità di CO2 significativamente maggiore di quella prodotta dal tour con una varietà di soluzioni basate sulla natura e sulla tecnologia, incluso piantare un albero per ogni biglietto venduto; attraverso un’app ufficiale del tour, incoraggiare i fan a utilizzare il trasporto meno inquinante per arrivare agli spettacoli, premiando con sconti coloro che lo faranno; garantire che tutto il merchandising del tour sia ottenuto in modo sostenibile, etico e plastic free; niente bottiglie di plastica usa e getta, in ogni data si offrirà acqua potabile gratuita e si inviteranno i fan a portare le loro bottiglie riutilizzabili; mettere il 10% di tutti i profitti in un fondo per cause ambientali e sociali, tra cui ClientEarth, One Tree Planted e The Ocean Cleanup; inoltre, i fan che dimostreranno – tramite un’app apposita – di aver fatto viaggi a basse emissioni di carbonio riceveranno uno sconto all’ingresso e i braccialetti che indosseranno ai concerti saranno realizzati con materiali compostabili. Il palco è costruito con materiali riutilizzabili e sostenibili tra cui bambù e acciaio riciclato. Il percorso del tour è stato studiato per ridurre al minimo gli spostamenti tramite aereo e i componenti della band si sono impegnati a corrispondere un supplemento alla compagnia aerea affinché sia utilizzato un carburante più sostenibile. Anche i coriandoli usati per gli spettacoli sono biodegradabili.

Queste sono solo alcune delle iniziative con cui i Coldplay intendono dimostrare quanto l’arte e gli/le artisti/e possano fare per l’ambiente, con la speranza che la loro sostenibilità possa essere presa da esempio da tutte le band in tutto il mondo. È apprezzabile che il mondo della musica avanzi proposte e realizzi obiettivi che tendono a una nuova modalità di creazione/fruizione dell’esperienza musicale. Manifestare il proprio operato per il bene dell’ambiente consente di dare l’esempio e offrire spunti per lavorare in una direzione sempre più green. Di contro, l’attenzione verso la crisi climatica in corso porta con sé fenomeni di greenwashing: neologismo inglese tradotto come ecologismo o ambientalismo di facciata che indica la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti.

Jova Beach Party Lido Degli Estensi 2019
Jova Beach Party, Lido Degli Estensi, 2019

La nuova edizione del tour musicale Jova Beach Party che vedrà Lorenzo Cherubini esibirsi sui palchi delle principali città italiane, farà tappa nei giorni 8 e 9 luglio prossimi nella spiaggia di Marina di Ravenna e si prevede un afflusso di circa 80.000 persone, in un’area di 30.000 metri quadrati. In autunno sono previsti, inoltre, due concerti a Roma e a Milano che verranno realizzati per il progetto ambientale RI-PARTY-AMO, presentato recentemente all’Università degli Studi di Milano Bicocca e nato dalla collaborazione tra il Jova Beach Party, Intesa Sanpaolo e WWF Italia.
«L’obiettivo è rendere i giovani, le scuole, le famiglie, le aziende e intere comunità, protagonisti della salvaguardia e del restauro della natura d’Italia». In una campagna di raccolta fondi attiva su piattaforma di crowdfunding, a oggi, sono stati donati circa 3 milioni di euro che saranno utilizzati per pulire 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali; per realizzare 6 macro azioni di ripristino degli habitat; organizzare 8 incontri nelle università italiane e numerosi workshop nelle scuole capaci di coinvolgere un totale di 100.000 studenti.

Le critiche sollevate dalle associazioni ambientaliste al progetto di Lorenzo Cherubini riguardano la scelta di realizzare i concerti a stretto contatto con la natura perché, nelle precedenti edizioni, migliaia di persone hanno, inevitabilmente, calpestato dune e piante, ballato e cantato su musica a tutto volume nei luoghi dove nidificano anche alcune specie protette.
Ancora una volta si rischia che idee, entusiasmi, progetti – anche meritevoli – si trasformino in opportunità per incorporare le sottoculture in una cultura dominante che le assorbe, demolendole di fatto. Un’alternativa semplice, ovvia e concreta consisterebbe nel realizzare i concerti all’interno di teatri, palazzetti, stadi indoor, dove l’acustica è ottima e l’organizzazione può essere più fluida su tutti i fronti. Una soluzione, realmente ambientalista che dovrebbe essere proposta con impegno e convinzione a partire dalle istituzioni pubbliche chiamate a stipulare accordi di compartecipazione con l’organizzazione di grandi eventi.

Raccolgo, infine, l’idea espressa, nel volume Passioni e politica (Einaudi, 2016) da Paul Ginsborg (recentemente scomparso) e Sergio Labate, riguardo la necessità dell’impegno indispensabile di ognuno/a di noi per difendere il bene pubblico/i beni comuni, così come la necessità di salvare dalla ormai dilagante dittatura del mercato almeno le passioni, che sono il motore stesso dell’azione pubblica di singoli/e e quindi la possibilità più concreta di cambiamento. Il rock può e deve essere green, gli/le artisti/e, con i loro linguaggi, nell’arco della storia, hanno spesso avuto il coraggio e la forza di dare voce a denunce che hanno saputo risvegliare le coscienze critiche.

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