Calcio, il presidente del Ravenna chiede il supporto della città: «Ce lo meritiamo»

Brunelli tra passato, presente e futuro. «Abbiamo rimesso in piedi anche il settore giovanile, ma servono strutture adeguate»

Lelj Brunelli Selleri Sabbadini

Il presidente Brunelli (al centro) e il diesse Sabbadini con i giocatori Lelj e Selleri, con cui sono in corso trattative per il rinnovo

È andata in archivio nelle scorse settimane una stagione del tutto positiva per il Ravenna Fc, capace di ritagliarsi uno spazio di rilievo in una Lega Pro sempre più difficile e competitiva. Con una delle formazioni più giovani del girone i ragazzi di Foschi si sono classificati al sesto posto finale con la ragguardevole quota di 55 punti, alla pari del Sudtirol. A dieci anni di distanza dalla loro ultima partecipazione, i giallorossi sono così riusciti a qualificarsi ai playoff, da cui sono stati estromessi al secondo turno per mano del FeralpiSalò (ma senza perdere).

In casa ravennate non si sta però con le mani in mano e, in vista della prossima stagione che dovrebbe riportare la partecipazione alla Coppa Italia maggiore (il raduno è previsto attorno al 15 luglio), il presidente Alessandro Brunelli parla del passato, del presente e soprattutto del futuro della società bizantina.

Bilancio stagione
«Chiudiamo un’annata che ci ha riempito di soddisfazioni e che ha creato i presupposti per continuare a muoversi su determinati percorsi. E dire che la stagione era iniziata un po’ in sordina, con un po’ di scetticismo e anche con qualche timore perché avevamo cambiato tante cose, dallo staff tecnico fino a gran parte dei giocatori. Il bilancio è stato però già chiaro fin dai mesi di febbraio e marzo, quando abbiamo deciso di confermare l’allenatore Foschi, che fa parte di questo progetto. Noi vogliamo andare avanti con queste persone che ci hanno consentito di vivere una stagione oltre alle più rosee aspettative».
“Romagnolità” Lega Pro
«Ci tengo a fare i complimenti all’amico Grassi per la salvezza del Rimini, all’Imolese per la partecipazione ai playoff e al Cesena per il ritorno in C. Mi piace sottolineare che la Romagna è il cuore pulsante della Lega Pro. Sarà una situazione molto bella e affascinante, quella che andremo ad affrontare».
Scommessa futura
«Siamo consapevoli che dovremo confrontarci sia con l’ambiente esterno sia con quello interno. La piazza di Ravenna è sempre esigente in termini di richieste, ma non è altrettanto prodiga di partecipazione. Questo è l’unico neo che mi sento di evidenziare. In un’annata come questa in cui, a detta di tutti, la squadra ha giocato a calcio e ha dato anche spettacolo, si meritava di sicuro un seguito più importante. Questa è l’altra sfida che dobbiamo affrontare e che speriamo di vincere. Far conoscere alla gente della città che anche qui c’è una squadra di calcio bella da vedere, che fa divertire e può far nascere una passione».
Consolidamento società
«Il nostro è un metodo di lavoro che ci consente di pianificare con un certo anticipo. La cosa bella di questo meccanismo è il non dipendere da un unico soggetto economico. Tante realtà fanno sì che il Ravenna possa gestire la situazione di bilancio come stiamo facendo da tempo. Siamo alla ricerca di nuove entrate, nuove figure, che abbiano delle caratteristiche precise: oltre a ricoprire il ruolo di sponsor, noi auspichiamo che abbiano anche delle competenze e la voglia di partecipare al progetto con passione».
Costruzione della nuova squadra
«Vogliamo gente che venga da noi non perché non ha trovato altre collocazioni, ma perché ha il “fuoco” dentro, perché deve diventare un calciatore. È chiaro che ci vuole qualche “vecchio”, qualche chioccia, ma è altrettanto chiaro che chi viene deve avere grandi motivazioni di indossare questa maglia».
Nascita del “modello” Ravenna
«Il nostro esempio è apprezzato tantissimo fuori dai confini del comune, soprattutto dalle realtà più grandi. Questo ci dà la forza di andare avanti sempre più propensi a continuare così. Ci piacerebbe che i nostri sforzi fossero riconosciuti anche all’interno della città, però noi non vogliamo premi, ma partecipazione. Se la gente si rendesse conto di quello che dei ravennati stanno facendo per la propria città, avrebbe un approccio diverso alla squadra».
Settore giovanile
«Il discorso sulla struttura della Darsena (l’ex ippodromo, dove si allenano i ragazzi giallorossi, ndr) va di pari passo con quello del settore giovanile da far crescere. Il nostro sogno è quello di portare nell’impianto anche la prima squadra, ma tutto ciò dipende anche dalla qualità dei campi che ci saranno. In due anni abbiamo rimesso in piedi da zero il settore giovanile e c’è sempre più necessità di strutture adeguate, in quanto tra quella di Glorie e quella della Darsena esiste ancora tanta differenza».

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