L’appello del basket ai ravennati: «Servono almeno 200mila euro entro il 17 giugno»

Per restare in A2 dopo l’addio del presidente Vianello è nata una nuova fondazione con l’obiettivo di ripartire con una proprietà diffusa con il coinvolgimento di cittadini e imprese. Resta il nodo palazzetto

Ra Forli Tifo

Il pubblico giallorosso dell’OraSì

«È il momento in cui la pallacanestro va ai ravennati e ora dovranno essere loro a difendere lo sport che dà le vibrazioni più intense in città. Dobbiamo dare una mano tutti».

Lo ha dichiarato pochi giorni fa di fronte alla stampa il direttore del Basket Ravenna, Giorgio Bottaro, al termine di una stagione storica, quella partita con l’obiettivo della salvezza e conclusa con la semifinale play-off di serie A2 persa contro Cantù, il miglior risultato sportivo nella storia del club insieme a quello dell’annata 2016/17 (semifinale contro la Virtus Bologna). E ufficializzando così l’uscita di scena (almeno ufficialmente) dello storico presidente Roberto Vianello, che cederà il titolo sportivo a una nuova società sostenuta da una neonata fondazione, costituita dalle aziende Unigrà (proprietaria del marchio OraSì con cui è nota la squadra) e Sapir, con il sostegno del Club Ravenna nel Cuore e il beneplacito dell’Amministrazione comunale.

L’obiettivo è quindi ripartire da zero con una proprietà diffusa, che vada dal singolo cittadino all’imprenditore. Il problema, ovviamente, sono i soldi. Con Bottaro che ha annunciato di aver già predisposto un piano tecnico per allestire una squadra con un budget ancora più ridotto rispetto ai 256mila euro dell’anno scorso (ottenuti a fronte di «tagli dolorosi e persone che hanno lavorato sottopagate»).

I tempi sono stretti. Servono tra i 200 e i 250mila euro per ripartire, entro il 17 giugno, prima della presentazione della fidejussione alla Fip.

«Sapevamo che per motivi personali e di età questo sarebbe stato l’ultimo anno di Vianello come presidente e proprietario del club – ha spiegato Bottaro –. Non basterebbe una giornata o un libro per ringraziarlo per ciò che ha fatto per la pallacanestro cittadina con la sua passione e i suoi investimenti, un uomo che è arrivato da Venezia e che dopo Piersante Manetti ha regalato a Ravenna tanti anni di questo sport ad alto livello. Roberto sarà un trait d’union con il futuro, con tutti gli sponsor e amici che lo hanno seguito in questi anni e continuerà ad avere un ruolo in questo mondo, ritagliato su di lui a seconda delle sue disponibilità ed esigenze».

Capitolo palazzetto. In attesa di veder realizzato il nuovo, dalla gestazione più che tribolata, Bottaro sgombera il campo da dubbi. «A queste condizioni non possiamo più giocare al Pala De André.Ha tariffe troppo alte per noi. Costa 3-4 volte in più del Pala Cattani di Faenza (dove l’OraSì ha disputato la semifinale playoff, ndr). Non ci vogliamo neanche pensare di dover abbandonare Ravenna, ovviamente, ma servirebbe un aiuto: non chiedo tanto, solo di poter pagare tariffe in media con quelle che si pagano nei palazzetti presenti in un raggio di 35 km dalla nostra città, tutto qui». E il sindaco De Pascale, in queste ore, pare aver già fornito rassicurazioni…

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