Una lista che guarda al centro e a quegli elettori che alle scorse politiche hanno scelto Monti o Ncd, alleati oggi al Pd a Roma, e a chi non vota più, con una forte connotazione locale e in grado di lavorare in rete con liste analoghe sul territorio romagnolo. Eccolo in estrema sintesi il cuore della lista civica “Insieme per cambiare” che sta nascendo per sostenere il candidato Michele De Pascale. Così infatti ce la anticipa uno dei promotori, l’assessore provinciale del Pd Paolo Valenti.
«Il primo punto per noi sarà proprio il tema territoriale, perché ci avviamo a una fase di cambiamento dove le dimensioni contano, da qui l’importanza di ragionare e agire in termini di area vasta Romagna per non restare schiacciati. Basta guardare come già oggi le città metropolitane godono di benefici e opportunità che sono negati ad altri territori». Valenti sa bene di cosa parla, essendo assessore al personale in Provincia proprio in questi anni di dismissione e riorganizzazione, secondo un modello per cui non ha mai nascosto perplessità. E prosegue: «Proprio su questi temi ci siamo incontrati e scambiati idee con Giovanni Poggiali (imprenditore portuale e non solo, già in Confindustria, di simpatie politiche in passato più vicine alla destra, vedi tra gli articoli correlati) e altre persone con cui ora si sta lavorando per una lista che oltre al tema Romagna avrà come fari educazione, cultura, sport e sicurezza».
Ad accomunare gli aderenti anche una vicinanza alla fede cattolica? «Di certo non sarà la lista dei cattolici, che saranno presenti in varie liste come sempre. E la provenienza dal mondo cattolico non è un requisito, ma è vero che in molti ci riconosciamo nella linea della dottrina sociale della chiesa e che per noi sono punti saldi i principi di solidarietà e sussidiarietà. Sì, diciamo che in una geografia del centro credo possiamo essere interessanti per un elettorato moderato e cattolico-liberale che potrebbe trovarsi senza riferimenti sul piano locale». E sul piano locale Valenti vuole restare anche alla domanda se, per esempio, sul ddl Cirinnà sulle Unioni civili proprio in questi giorni in discussione in Parlamento, gli aderenti di Insieme per cambiare sono contrari alla stepchild adoption come lo è il ministro Alfano, per intendersi. «Siamo una lista locale e non credo spetti a noi confrontarsi su questioni come queste, a differenza di quanto compete invece a un sindaco del Pd che è giusto intervenga su temi nazionali e anche internazionali».
E a proposito di Partito democratico, un dubbio pare legittimo. Paolo Valenti è non solo iscritto ma anche segretario comunale di Russi, nessuna incompatibilità? «No, nessuna, perché sto dando una mano e mettendo anche la mia esperienza al servizio di un nuovo progetto che nasce autonomo, ma in coalizione con il Pd ».
Quella che si prospetta per “Insieme per cambiare” (che par di capire si ponga l’obiettivo minimo di eleggere un consigliere) è quindi una campagna che sarà attenta a un’area di moderati tra città e forese, con l’implicita speranza forse che anche per molti elettori di Lista per Ravenna l’alleanza con la Lega Nord possa risultare indigesta. E alla luce del fatto, come accaduto a Imola e Faenza, che la forza alleata al Pd a sinistra sarà comunque più debole di quanto era stata in passato, visto che la lista a sinistra della coalizione raccoglierà solo una parte di quella che è Sel (peraltro in via di scioglimento). Dunque, uno spazio politico nuovo per “Insieme per cambiare” utile secondo i promotori a De Pascale in termini di voti, ma anche di temi e di dibattito.
Nel Pd (e non solo nel Pd) infatti secondo Valenti è di fatto scomparso il confronto fondamentale su quello che resta il cuore programmatico della nuova lista: i territori e la loro riorganizzazione. «Questa attenzione non c’è, abbiamo archiviato il Titolo V senza discuterne, la riforma che è in atto delle province non è quella che auspicavo e non sarà ottimale nei risultati, ma di tutto questo dentro il Pd che è partito nazionale e regionale si fatica a parlare. Ecco perché credo che qui ci sia lo spazio per un’esperienza civica che appunto possa avere riferimenti anche a Faenza, Cesenatico, Rimini, Imola e in altre città della Romagna».