Qualche decina di persone a contestare Fiore di Forza Nuova in una Darsena blindata

Il segretario del partito di estrema destra ha parlato nella sala comunale di via Aquileia, a Ravenna, davanti a una cinquantina di spettatori

Camionette della polizia e dei carabinieri con qualche decina di agenti in tenuta antisommossa a presidio di tutti i varchi di accesso a via Aquileia e la Digos in borghese a sorvegliare: massiccio dispiegamento di forze dell’ordine al quartiere Darsena di Ravenna ieri sera, 22 febbraio, in occasione della tappa del tour elettorale di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, ma non ci sono stati i temuti disordini che si sono verificati altrove, come a Torino nelle stesse ore.

L’unica contestazione, pacifica e condita dal lancio di un paio di petardi, è arrivata da un gruppo di qualche decina di persone: sotto la pioggia incessante hanno intonato cori partigiani e contro il fascismo e snocciolato proclami a sostegno della democrazia e dello Stato di diritto di fronte ai cordoni degli uomini in divisa. Uno striscione riportava lo stesso slogan comparso (e subito coperto con una mano di vernice) ieri mattina sulla parete dell’edificio comunale che avrebbe poi ospitato il segretario nazionale del movimento di estrema destra: «Gli unici stranieri, fascisti nei quartieri».

Non c’erano associazioni, non c’erano bandiere di partito, gran parte dei presenti, in gran parte ragazzi, sono i frequentatori di Mpa (Magazzini posteriori Autogestiti) in Darsena che proprio per ieri sera avevano organizzato una serata sul tema dell’antifascismo, annullata per dar vita al corteo. Con loro pochi altri cittadini e i volti erano coperti solo per ripararsi dal freddo.

«Nella serata in cui arriva Fiore a Ravenna, non me la sentivo di stare in casa», ci dice qualcuno. In prima fila a gridare slogan c’è ancora una volta Raffaella Veridiani che è peraltro capolista alla Camera per Potere al Popolo, ma non è certo qui per fare campagna elettorale: «Sono qui perché sono antifascista e perché quando c’è da manifestare contro i fascisti ci sono sempre». Si vede anche qualche attivista di Liberi e Uguali, ma a titolo personale.

Come annunciato nel pomeriggio, arriva (anche con l’intenzione di contribuire a placare eventuali situazioni di tensioni che però non si sono verificate) pure il consigliere comunale Massimo Manzoli di Ravenna in Comune, autore peraltro nei mesi scorsi di una proposta per evitare la concessione di spazi comunali a formazioni neofasciste che sarà, presumibilmente, dibattuta a breve (ma che probabilmente non sarebbe comunque stata applicabile durante il periodo elettorale).  E alla fine, non manca nemmeno il cittadino fermato dal blocco di polizia in pantaloncini corti che tenta di entrare in via Aquileia spiegando infreddolito: «Ma quale fascista, sono stato a giocare a calcetto e vorrei tornare a casa». Tra le risate generali viene fatto passare. Sarà l’unico, a parte la stampa, che entrerà dal lato di via Tommaso Gulli nella zona “rossa”.

Fiore intanto è arrivato alle 22, con un’ora di ritardo rispetto al programma, a conclusione di una giornata romagnola passata tra Rimini e Cesena. Ad ascoltarlo nella sala del consiglio territoriale c’era una cinquantina di persone (la sala ha una capienza di 60 posti e non era al completo ma c’era anche gente in piedi): molti sono arrivati al suo seguito in auto, una ventina erano ad attenderlo a Ravenna. Al tavolo dei relatori accanto a lui il faentino Mirco Santarelli, la ravennate Desideria Raggi e Mirco Ottaviani, responsabile regionale di Fn che ha recentemente patteggiato sei mesi dopo l’arresto durante una manifestazione a Macerata: «La considero una medaglia al valore, ma diversa da quella che ha la città di Ravenna».

Poche ore prima del comizio, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale in consiglio comunale aveva definito uno sfregio la presenza di Forza Nuova in città esprimendo in buona sostanza il proprio rammarico per aver dovuto applicare la legge che concede spazi pubblici alle liste in corsa per le elezioni. «Se dice che è uno sfregio allora perché ci ha dato la sala? – ha replicato Fiore rispondendo alle domande della stampa prima del comizio –. Ci sono politici che non capiscono i loro limiti. La sinistra è in una tale difficoltà ed è detestata da molti italiani che non sa più cosa sta dicendo».

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