La lezione di Veltroni e l’orgoglio della sinistra: “Il Pd non sia come Zelig”

Applausi e folto pubblico per l’ex segretario Pd, oggi senza incarichi, per la “lectio magistralis” alla Festa nazionale dell’Unità

Comizio Veltroni 2

Walter Veltroni con il segretario provinciale del Pd Alessandro Barattoni

Applausi e pubblico da grandi occasioni, venerdì 31 agosto, per l’arrivo a Ravenna alla festa nazionale dell’Unità di Walter Veltroni impegnato in quella che il programma annunciava come una “lectio magistralis” su cosa significhi essere di sinistra oggi. Del resto Veltroni è un padre nobile del partito, primo segretario del partito, oggi senza incarichi, dopo una lunghissima militanza politica.

Ascolto dei bisogni delle persone, umiltà, capacità di intercettare e capire le paure di un mondo che dopo la caduta del Muro è stato sconvolto da terrorismo, guerre, la più lunga recessione della storia, i processi di digitalizzazione. Ma tutto questo non ha fatto scomparire il bisogno e il popolo della sinistra, che esiste da sempre. E in una quasi connessione ideale con il discorso di Pepe Mujica del giorno prima, Veltroni dice: “Spartaco non sapeva di essere sinistra, ma in quella rivolta contro l’ingiustizia e la sopraffazione c’è la sinistra”. Dunque la sinistra, secondo Veltroni,  è connaturata all’esigenza di lottare per un mondo più equo, più pacifico, più multiculturale, “è quella che ha cambiato il mondo”. La sinistra è quella che davanti a persone in mare pensa prima di tutto a salvarle, ma che chiede anche a tutti il rispetto della legge. E difende lo stato di diritto.

Comizio Veltroni Pubblico

Folto il pubblico che ha ascoltato l’ex segretario

Ha citato gli orrori dei campi nazisti così come quelli dei gulag per ricordare che la “democrazia non è data per sempre” e che attraversiamo una fase storica dove tante persone potrebbero essere disposte a rinunciare a un po’ di libertà, per avere maggiore sicurezza. Ha citato la Repubblica di Weimar, perché, troppi fili sembrano in questo momento riannodarsi come accadde allora, nella Germania in cui poi dilagò il nazismo: la debolezza della democrazia, la crisi economica, la paura dell’altro. Da quei traggono linfa i movimenti sovranisti contro cui la sinistra si troverà a combattere nelle prossime europee.

Ecco perché il Pd deve ritrovare la sua forza, deve offrire una proposta alla domanda di sinistra che c’è nel paese. “Il Pd non è nato per essere una federazione di correnti” ha detto Veltroni incassando forse gli applausi più scroscianti. E ha bacchettato i dirigenti anche per le recenti polemiche interne. “Il Pd non deve inseguire nessuno, non deve essere come Zelig” ha aggiunto in un passaggio particolarmente efficace che è suonato anche questo come un rimprovero a scelte passate, “dobbiamo essere noi stessi, noi siamo sinistra”.

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